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Autore: theastwind    18/04/2017    3 recensioni
E' una storia d'amore e d'avventura tra Nami e... il Rosso.
Ambientata nel lasso temporale collocato prima che la ciurma entri nel Grande Blu.
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Shanks il rosso
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
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5 – Non sembra un pirata…
Appena in cucina, Nami si lasciò cadere su una sedia con l’ordinazione stretta in una mano mentre l’altra era premuta sulla bocca per impedirle di urlare: era sconvolta, stravolta e stanchissima. Il cuore le batteva forte nel petto e pompava sangue a fiumi, le ronzavano le orecchie e le girava la testa; aveva i brividi a caldo e uno strano languore per tutto il corpo, non riusciva a reggersi in piedi.
Doveva avere un’espressione davvero sconvolta tanto che le sue colleghe fecero cerchio intorno a lei, preoccupate per la sua salute: lei assicurò che era solo un po’ nervosa per la gara di quella sera. Non riusciva più a pensare alla gara… le bastava chiudere gli occhi e rivedeva il volto di quell’uomo dal sorriso dolcissimo, la voce suadente e i capelli color fuoco. Si fece forza, si mise in piedi, recuperando un po’ di dignità e si sforzò di pensare alla gara… tutto inutile.
“E ora come faccio? Lui resterà a guardarmi! E io non riesco nemmeno a stare in piedi!!”
Consegnò l’ordinazione a malincuore, era come cederlo alla sua collega cuoca che interruppe i suoi dolci pensieri:
“Ehi, Nami! Che vuol dire “a piacere” su questa ordinazione? Questo tizio cos’ha ordinato?”
“Fai anche a lui la carne, ma doppia porzione, poi vediamo cos’altro prende…” - sorrise lei, ripensando alla battuta del Rosso e tutta emozionata alla prospettiva di riportare i piatti a quel tavolo.
Ormai la gara era un pio ricordo e le concorrenti scivolavano via velocemente tra le urla generali e i bagordi che lei non sentiva più, crogiolata da un tepore fino ad allora sconosciuto. A svegliarla fu Denise:
“Insomma Nami, vabbè che sei emozionata per la gara, ma guarda che tu hai la responsabilità di dieci tavoli e ci sono il 5 e il 6 che devono ordinare ancora, muoviti! Tieni, porta questo all’11 e la birra all’1”.
I tavoli che lei serviva erano tutti nella stessa zona… avrebbe rivisto il Rosso, ma non poteva distrarsi né fargli vedere quanto l’aveva sconvolta, doveva essere un cliente come gli altri anche se prima si era comportata da babbea e anche se gli aveva sorriso coi denti del giudizio e gli occhi da triglia.
Si guardò al riflesso della porta di vetro, si aggiustò i capelli e si preparò psicologicamente a tornare nell’arena. Con i piatti e la birra in mano servì i tavoli cercando di non guardare il 12, ma sentiva i suoi occhi addosso e l’ansia cresceva in misura proporzionale alla voglia di guardarlo; era talmente concentrata su di lui che quando si accorse che il maniaco della mano sotto la gonna ci stava riprovando, era andato ben più in là del solito… I suoi riflessi erano stati addormentati dal languore che il Rosso le aveva messo nelle ossa e invece quello schifoso babbeo del tavolo 11 aveva pensato che finalmente lei ci stava… Si agitò tantissimo e la sua prima reazione fu di sollevare la gonna e montare il bastone di fiducia che si era procurata di nuovo, ma nel farlo incontrò lo sguardo del Rosso che la fissava con fermezza. Allora si calmò, si stampò un sorriso di circostanza sul viso, pizzicò la mano di quello schifoso e gli disse: “L’avrai quando mi avrai votata… bello!” - e scappò dentro più per la paura di guardare il Rosso che per la reazione del pirata.
“Nami, ogni volta che rientri in cucina sei sempre più sconvolta…. Tieni, questa è l’ordinazione del 12. Portagliela e digli che le bistecche saranno pronte tra cinque minuti… Ah, guarda che mi hanno detto che sono arrivati alla concorrente numero 25, non ti stancare troppo che tra non molto tocca a te!!” – le disse Denise, facendole l’occhiolino.
“Se tu sapessi che cosa ho in corpo…” - sospirò tra se ormai terrorizzata alla prospettiva di tornare al 12. Cercò di dominarsi e si avviò con la birra.
“Scusatemi se vi ho fatto aspettare… ma stasera c’è tanta gente!” - disse misurando la voce per evitare che le tremasse e li guardò uno per uno con tensione crescente, evitando gli occhi del Rosso.
“Stai tranquilla… non abbiamo fretta…” - rispose il grassone, cercando di colmare il vuoto lasciato dall’improvviso mutismo del suo capitano.
“La cuoca mi manda a dire che le bistecche saranno pronte tra cinque minuti. Mi sono presa la libertà di ordinare la bistecca anche per lei – fece Nami rivolta al grassone – in doppia porzione. Se poi vuole altro, non ha che da chiamarmi…”
“Lo farà… stanne certa! – si risvegliò improvvisamente il Rosso con una risata, guardandola con gli occhi che gli brillavano - L’ho portato qui apposta per farlo saziare… mi ha svuotato la nave e ha ancora fame!!”
Nami non capiva più niente, stava naufragando nei suoi occhi e ci mise un po’ a realizzare quello che le aveva detto il Rosso.
“Siete pirati??” – chiese incredula. “Non si vede?” – fece lui perplesso. Lei li guardò bene: “Sì, si vede… - concluse con una punta appena percettibile di delusione nella voce e tanta negli occhi. - Vado a vedere se sono pronte le bistecche...” - e corse via frastornata dalla notizia.
“Come può essere – pensava - che un uomo così dolce e gentile sia un pirata e pure capitano di una ciurma?… Ha uno sguardo diretto e sincero, se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima, non può essere un pirata…”
Prese le bistecche e tornò da lui decisa a capire. Poggiò i piatti e stava per dire qualcosa quando lui la prevenne: “Scusa, mi dici dov’è il bagno? Devo lavarmi la mano!” - disse ironico, alzandosi. “Sì, ecco… per di qua…” – fece lei, indicando la via.
Poi rifletté, scoppiò a ridere e girandosi verso di lui lo apostrofò: “Perché una sola? Cos’è, l’altra è pulita? La laviamo la prossima volta?”
Lui rise di gusto e disse: “Siamo spiritose… Il fatto è che mi è rimasto un solo braccio e quindi mi lavo una sola mano!” Quando si rese conto della gaffe, si portò le mani sul viso per nascondersi e mormorò: “OH-MIO-DIO, CHE FIGURA… Mi perdoni è la seconda brutta figura che faccio con lei stasera…” – disse, scuotendo la testa desiderando sparire sotto terra per la vergogna.
“Ehi, non ti preoccupare! – e dolcemente le puntò l’indice sulla fronte e la spinse delicatamente all’indietro per scoprirle il viso – ti perdono perché sei una mocciosa – e le cacciò tanto di lingua – tanto lo so che entro la fine della serata ne farai un’altra… tipo sul palco! Io sarò lì a prenderti per il culo… Promesso!” – la rassicurò e se ne andò, salutandola con un cenno della mano verso il bagno.
“Mocciosa a me? Ma chi crede di essere quello? – sbuffò, andandosene in cucina e chiudendo la porta dietro di se appoggiandovi le spalle. - Mi ha cacciato la lingua come ai bambini…” - e intanto ripensava al gesto del dito e alla dolcezza della sua voce…
“Non sembra un pirata…” - concluse sospirando.
   
 
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