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Autore: warblerslushie    19/04/2017    1 recensioni
"Kurt rompe il fidanzamento e lascia Blaine... 3 anni dopo è in uno strip club a festeggiare il suo "nuovo" addio al celibato... e vede Blaine lavorare... Blaine sta lavorando li nello strip club... sopportando sguardi e tocchi sgradevoli solo per assicurarsi che "suo figlio" sia ben curato.... "
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Carole Hudson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano passati più tre anni dall’ultima volta che Kurt aveva avuto a che fare con Blaine Anderson ubriaco , ma nonostante tutto il tempo in cui erano stati separati, Kurt sapeva dannatamente bene cosa succedeva quando Blaine si ubriacava.

Una di queste cose, sfortunatamente , era che Blaine perdeva completamente i sensi e che avrebbe dormito per un bel po’ di tempo.

La prima volta che era successo , fu dopo la disastrosa festa , durante il liceo, a casa di Rachel.

Un’altra volta capitò il giorno dopo la festa , nel 2013, che le New Directions avevano organizzato per il loro diploma.

Entrambe erano finite con un Blaine completamente devastato che dormì fino a tardi la mattina seguente; così Kurt sapeva che anche questa volta sarebbe successo.

Tuttavia, se ne dimenticò e si ritrovò la mattina dopo ad essere svegliato da un ditino che gli colpiva la spalla.

“Hey?.. Hey signore?”

Kurt sbatté gli occhi stanchi, socchiudendoli poi a causa della luce del sole che filtrava attraverso la finestra del salone.

Kurt si sentiva come se avesse la testa piena di sabbia, e sentì un forte dolore al collo mentre si sedeva più dritto sul divano, sbadigliando.

Sentì di nuovo qualcuno punzecchiarlo, questa volta con più forza , così balbettò qualcosa che fermò chiunque stesse toccandolo.

“Chi sei?”

La voce interruppe i suoi pensieri e Kurt si costrinse a tenere gli occhi aperti nonostante il bruciore, fissando il piccolo ometto che era in piedi davanti a lui.

Landon alzò lo sguardo, le braccia strette attorno al cane di Margareth Thatcher , mentre fissava con curiosità l’uomo seduto sul divano in salotto.

I suoi capelli erano sparpagliati all’insù e da tutte le parti, i suoi occhi verdi dorati brillavano mentre studiavano Kurt come se fosse eccitato dal fatto che in casa ci fosse una persona nuova.

Quando alla fine Kurt fu abbastanza sveglio per rispondergli, Landon si avvicinò a lui , la mano allungata per toccare il suo gilet, mentre con le piccole dita giocherellava col bottone scuro.

“Mi piace il tuo gilet”.

“Grazie”.

“Papà a volte indossa dei gilet. Ha anche dei bei gilet. Conosci il mio papà?”

“Si lo conosco”.

“Il mio papà mi ha detto di non parlare con gli sconosciuti.. ma tu lo conosci .. quindi va bene. Sei un amico del mio papà?”

“Io..” ingoiando pesantemente, Kurt si guardò intorno, con lo stomaco che gorgogliava per il nervosismo, mentre pensava a quello che desiderava poter dire.

Sotto sotto , avrebbe amato potersi definire di nuovo amico di Blaine, ma dopo quello che era successo tra loro, sapeva che probabilmente non sarebbe mai successo.

Dopo le ultime settimane, sembrava che i suoi sogni su quello che sarebbe successo una volta che lo avesse ritrovato ( per sempre) non sarebbero mai diventati realtà e anche se non poteva biasimare Blaine per non volere che nessuno del gruppo di New York ritornasse nella sua vita, sperava ancora , che un giorno.. forse.. il suo ex potesse invece lasciarli rientrare.

O almeno lui.. sebbene sembrava una cosa decisamente impossibile.

“Io.. uh..”

“Puoi prepararmi qualcosa da mangiare”

La domanda sorprese così  tanto Kurt che si dimenticò di cosa gli stesse per rispondere.

Con gli occhi spalancati, abbassò lo sguardo sul piccolo ometto di fronte a lui; il suo viso si addolcì quando il bambino lo guardò così affettuosamente , la fiducia che brillava in quegli occhi così simili a quelli di Blaine.

“Vuoi qualcosa da mangiare?”

“Papà sta dormendo ed è ora di fare colazione. Io ho fame.. Mi puoi preparare qualcosa?”

Landon si agitò , muovendo le piccole manine mentre si dondolava avanti ed indietro sulla punta dei piedi , in attesa.

Le sue azione ricordavano così tanto Blaine a Kurt , dal suo modo di agitarsi al modo di fissare l’uomo più grande con quei grandi occhi da cerbiatto.

Il bimbo urlava Blaine dalla testa ai piedi ma quando ci mise troppo per rispondergli Kurt si ritrovò senza fiato a causa dello sguardo che ricevette…perché quello era il suo sguardo.

Landon lo stava fissando con gli occhi pericolosamente socchiusi mentre aspettava una sua risposta e Kurt quasi si soffocò a causa di quello sguardo.

Perché in quel momento, non c’era nessun altro al mondo a cui Landon somigliasse di più se non a lui.

“Oh tesoro.. si.. posso cucinare per te” disse alla fine Kurt con voca rauca, sorridendo quando il viso del bimbo si aprì in un sorriso, i piccoli dentini bianchi che scintillavano alla luce del giorno.

“Che cosa vuoi mangiare?”

“Frutta! Papà mi da la frutta e lo yogurt ed è tutto buonissimo quindi .. mi piacerebbe questo, per favore!”

Così educato, pensò Kurt tre se, mentre , ancora stanco, si tirava su dal divano.

Prima che avesse la possibilità di fare anche solo un passo, Landon gli si avvicinò e gli prese la mano, incrociando le piccole dita a quelle di Kurt.

Questo gesto face vacillare ogni parte del suo corpo per l’angoscia, il dolore gli gelò le ossa e quasi crollò in quel preciso momento, li, lo stomaco contratto al pensiero che quello che gli stava stringendo la mano fosse suo figlio , che si fidava così tanto di lui da chiedergli di preparargli la colazione, mentre Blaine stava riposando.

Con le lacrime agli occhi , Kurt permise al bimbo di portarlo in cucina, sospirando tremante quando il bimbo lasciò la sua mano , fermandosi davanti al frigorifero.

“Posso avere le banane, le fragole e dell’uva per favore?”

“Solo queste tre cose?” chiese Kurt , la voce quasi strozzata.

Gli tremava la voce, poteva sentirlo mentre parlava, ma Landon, ovviamente, non se ne accorse , lo sguardo pensieroso mentre decideva cos’altro voleva mangiare.

“E forse qualche kiwi” alla fine aggiunse, ed il suo sorriso riuscì a calmare abbastanza Kurt che riuscì ad aprire il frigo e mettersi al lavoro.

Mentre cercava tra la folle quantità di verdure fresche e frutta con cui Blaine aveva riempito il frigo, Landon si sedette al piccolo tavolo della cucina, le gambe penzoloni, mentre guardava l’amico del suo papà lavorare.

“Hai figli?”

Kurt si fermò, fece una smorfia, ma alla fine, prendendo un profondo respiro, rispose.

“Si. Uno solo”

“Maschietto o femminuccia? “

“E’ un maschietto”.

“Quanti anni ha?”

“Ha.. tre anni..”

“Come me!.. Io ho tre anni” disse Landon battendo le mani , il suo sorriso ampio quando Kurt si voltò a guardarlo.

Le lacrime brillavano negli occhi dell’uomo più grande , che scosse la testa , lottando duramente per non crollare li davanti al bambino.

Per non pensare a tutto questo, Kurt si mise immediatamente al lavoro, iniziando a tagliare la frutta che Landon gli aveva chiesto , sbucciando la banana, poi il kiwi prima di cominciare a tagliarle, insieme alle fragole e all’uva , in pezzettini piccoli.

Per sua fortuna, sembrava che Landon avesse finito col suo giochino delle domande; il bambino invece, uscì dalla cucina solo per qualche secondo ritornando con un libro per colorare che a quanto pareva serviva anche come attività di apprendimento.

Mentre Kurt finiva di preparargli la colazione, il bambino tracciò delle lettere con i suoi pastelli ,la piccola lingua che sporgeva da un angolo della bocca chiusa, mentre scriveva con una sorprendente precisione.

“Sei molto bravo “ lo elogiò Kurt, poggiando la ciotola di frutta appena tagliata davanti a suo figlio ( era strano pensare a lui in questo modo perché era sicuro che Blaine non penserebbe mai a lui come il padre di Landon, ma anche solo sapere che Landon era suo figlio malgrado lui non fosse li non era giusto non pensare a lui come tale).

“Fai molti esercizi col tuo papà?”

“Si. Papà legge per me ogni sera e poi studiamo le lettere.

Landon indicò il punto in cui Blaine aveva scritto a lettere maiuscole il nome di Landon e sotto, c’era la stessa scritta ma con la calligrafia traballante ma leggibile di Landon.

“E’ per quando andrò a scuola”.

“Sei molto intelligente”.

“Grazie. Anche il mio papà me lo dice” disse Landon con un sorriso, spostando di lato il libro da colorare per tirare la ciotola di frutta davanti a se.

“Posso avere anche dello yogurt? Con la cannella?”

Quando alla fine Kurt gli diede un piccolo barattolo di yogurt , Landon lo ringraziò, ridacchiando quando l’uomo più grande spruzzò accidentalmente un po’ troppa cannella nello yogurt.

“Va bene. Mi piace la cannella”.

“ Ci scommetto. Anche a tua padre piace molto.”.

Dopo ciò smisero di parlare, l’unico rumore che si sentiva era quello che faceva Landon mentre mangiava un cucchiaio pieno di frutta seguito da uno stracolmo di yogurt cosparso di cannella.

Ogni tanto Landon mormorava felice, sorridendo a Kurt, prima di prenderne un altro cucchiaio .

Dopo alcuni minuti, Landon finì e allontanò finalmente la ciotola, massaggiandosi adorabilmente il pancino , prima di guardare di nuovo il frigorifero.

“Posso avere anche del succo?”

“Quale vuoi?”

Kurt, ricordandosi di aver visto una grande varietà di succhi di frutta  sulla porta del frigo, aspettò che Landon gli dicesse di aver scelto il succo di mela, prima di darglielo poi vide il piccolo ometto afferrare il suo libro da colorare per poi andarsene in salotto.

Un attimo dopo, accese la televisione per vedere i cartoni, così Kurt poté sistemare la cucina; finì con calma la frutta che Landon aveva lasciato nella ciotola prima di lavarla, asciugarla e metterla apposto.

Mentre stava per buttare via il barattolo di yogurt, sentì un brivido lungo la schiena quando gli arrivò la voce di Landon che chiacchierava con qualcuno, che Kurt era sicuro che non fosse Blaine, fin quando non sentì qualcuno rispondergli.

Spaventato, si precipitò fuori dalla cucina, le mani appiccicaticce per aver toccalo lo yogurt nel barattolo, e, quando vide Landon seduto sul pavimento con il suo cellulare in mano, sentì il suo cuore fermarsi.

“Landon? Con chi stai parlando?”

“Non lo so. Ecco” disse il bambino allungando il cellulare a Kurt che subito lo prese.

Una volta che le dita di Landon furono libere, il bambino tornò a colorare , con la lingua che sporgeva dalun angolo della bocca.

Kurt andò nel panico, il cuore gli batteva forte in petto, mente pensava con chi stesse parlando Landon.

Poteva essere Rachel.. forse Santana o dio non voglia… Alex!

Tuttavia quando portò il  cellulare all’orecchio, il suo cuore rallentò quando sentì la voce di suo padre arrivare dall’altra parte.

“Kurt?”

“Papà.. Oh grazie a dio”.

“Con chi stavo parlando? Ha detto di chiamarsi Landon ed ha detto qualcosa su Blaine e …?”

“E’ una lunga storia. Davvero una lunga storia. Non è che posso richiamarti più tardi?”

Burt, dall’altra parte, sospirò.

“Così.. ho appena parlato con un bimbo che potrebbe o meno avere a che fare con qualcuno di nome Blaine, qualcuno che ha lo stesso nome del fidanzato che avevi circa tre anni e mezzo fa e vuoi chiamarmi più tardi per parlarne?”

Quando Kurt non rispose, Burt continuò.

“Sei ancora a Los Angeles? Hai trovato li Blaine? Devi essere onesto con me Kurt, perché non ti sento parlare di Blaine da tantissimo tempo e…”

“Blaine è qui , papà. Ci siamo imbattuti in lui una settimana fa e lui.. ha un figlio.. di tre anni”.

“DI tre anni? Cosa significa questo , figliolo? Perché sono un po’ confuso. Vi siete lasciati tre anni fa e mi hai detto che era stato tutto un equivoco, ma che poi Blaine era sparito e ..”

“E’ mio, papà… Landon è mio.. mio figlio”.

“Oh..”

“Solo.. assomiglia così tanto ad entrambi.. E’ adorabile, papà, ed io non sapevo nulla di lui.

Ho lasciato Blaine e lui era incinto, ed io non lo sapevo nemmeno..

Dio.. ha cercato di dirmelo ed io l’ho ignorato e.. cazzo .. ed ora di la in salotto c’è un piccolo ometto che è mio figlio..

Solo.. papà…”

La voce di Kurt si incrinò, mentre si appoggiava al tavolo della cucina, le lacrime che gli annebbiavano la vista, quando sentì Landon cantare la sigla dei Bubble Guppies.

Tutto lo circondò così velocemente; tutti i suoi rimpianti ed il suo disgusto per tutto quello che era successo negli ultimi anni, per tutto quello che lo aveva travolto come uno tsunami .. e voleva.. urlare.. gridare..

Voleva lanciare oggetti e piangere; ma più di qualsiasi cosa .. voleva sistemare tutto.

Disgustato , scosse la testa ed ingoiò il pesante nodo alla gola, mentre, tutt’ad un tratto , pensò al pesante anello che portava al dito,  pensava a quel  legame che lo lasciava solo a New York City.

Alex , il suo fidanzato, era fuori a fare dio solo sa cosa a Praga, mentre Kurt, era a Los Angeles, e stava avendo un enorme crollo emotivo.

E tutto quello che voleva davvero fare era togliersi quel dannato anello e lanciarlo nell’Oceano Pacifico.

Ma non era davvero colpa di Alex se Kurt si sentiva una merda per tutto questo.

La colpa era completamente sua; se fosse rimasto tranquillo allora, se non fosse stato un totale stronzo tre anni fa, tutto questo si sarebbe potuto evitare.

Il piccolo ometto nella stanza accanto sarebbe stato anche suo ( e non solo biologicamente,.. ma proprio.. completamente.. suo .. suo figlio) e l’uomo che stava smaltendo la sbronza , dormendo nel lettino di Landon troppo piccolo per lui , sarebbe stato suo marito invece di un completo estraneo.

Senza fiato , Kurt cercò di trattenere i singhiozzi che stavano minacciando di sopraffarlo, focalizzandosi sulle parole del padre , la voce rassicurante dell’Hummel più vecchio che lo riportava al presente.

“Respira, figliolo. Cerca di non dare di matto. Continua a respirare”.

Una volta che sembrò si fosse calmato, Burt parlò di nuovo, la voce stanca e pesante.

“Sai che mi sono sempre chiesto cosa fosse successo a Blaine?

Quando mi chiamasti quella sera per chiedermi se avessi sentito Blaine, non avevo idea di cosa fare.

Vi eravate lasciati e mi sono detto di non prendere il primo volo per New York per ucciderlo solo perché quando me ne parlasti mi dicesti di poter gestire la cosa.

Poi.. un mese dopo.. mi chiamasti per dirmi che Blaine era sparito e che tu avevi tirato troppo la corda ed io non sapevo cosa fare.

Ho controllato qui in giro.

Ho chiamato i suoi genitori  e loro non mi dissero un cazzo .

Chiamai Cooper ed anche lui non mi disse nulla.

Ora.. Ora so che è a Los Angeles, dove probabilmente è stato per tutto questo tempo.. e che ha mio nipote con lui?

Dio Kurt questa notizia è sconvolgente per me.. ma tu.. stai bene?”

“No” sussurrò Kurt asciugandosi le lacrime con la mano.

Tirò su col naso e si calmò, respirando lentamente e costantemente per rallentare il battito veloce del suo cuore.

“Pensavo di essere venuto qui solo per trovare Rachel e vedere Los Angeles.

Non mi sarei mai immaginato di trovare tutto.. questo… ma.. Dio.. sono così felice di averlo ritrovato”.

“E lui.. è contento che lo hai ritrovato?”

Kurt rise amaramente, allungando le orecchie quando sentì Landon cantare di nuovo, la sua voce squillante in perfetta sintonia con qualsiasi cosa stesse ascoltando in televisione.

Ascoltandolo cantare, Kurt si chiese se da grande volesse fare il cantante.. proprio come avrebbero potuto fare entrambi i suoi papà.

“Papà.. io.. posso richiamarti più tardi? Blaine sta dormendo e Landon è da solo davanti alla tv..”

“Capisco. Ancora non so cosa sta succedendo li, figliolo, ma se hai bisogno di me.. chiamami ok? Ti voglio bene”.

“Ti voglio bene anche io, papà. Tanto.”

Dopo essersi salutati, Kurt riattaccò il cellulare e si portò la testa tra le mani, continuando a piangere prima di ripulirsi e ritornare in salotto.

Landon era ancora lì, seduto sul divano con le gambe incrociate sotto di lui, solo, ancora concentrato sulla televisione.

Quando Kurt si sedette accanto a lui, il bambino lo guardò, sorridendogli, prima di spostarsi per avvicinarsi a lui, appoggiando la piccola testa sul braccio di Kurt.

Kurt sentì un altro brivido lungo la schiena , mentre lanciava un’occhiata a suo figlio notando quanto Landon fosse la perfetta combinazione di Blaine e sua.

I ricci capelli di Landon erano ovviamente di Blaine, ma avevano lo stesso colore dei capelli di Kurt; il naso e le guance erano cosparsi di piccole lentiggini , come entrambi i suoi papà, ma la sua pelle era così chiara che si sarebbe facilmente bruciata al sole, proprio come quella di Kurt.

Era magro , ma piccolo e , solo guardando la sua altezza, ricordò a Kurt di come sembrava lui quando guardava le sue foto da piccolo.

Anche lui era molto piccolo per la sua età e sembrava che anche questo lo avesse preso da lui

“Ti piace il mio papà?” il piccolo ometto alla fine chiese, rompendo il silenzio che aveva riempito la stanza per gli ultimi minuti.

Kurt abbassò lo sguardo su di lui, in quegli occhi color miele pieni di sincerità, e sospirò, sorridendogli con dolcezza.

“Si.. si.. mi piace il tuo papà”.

“Come conosci il mio papà?”

“Noi.. umm.. eravamo amici tanto tempo fa”.

“Conosci zia Avery?”

“Si la conosco.. E’… molto carina.”

“E’ la mia migliore amica”

Landon si mise a saltellare sul divano mentre con la mano batteva sul braccio di Kurt guardandolo eccitato.

“Mi fa tanti regali e ci divertiamo”.

Più parlava e più Kurt notava le sue difficoltà nel pronunciare le R e le F, ma era così incredibilmente adorabile che l’unica cosa che Kurt poté fare fu sorridergli , mentre il bimbo parlava a raffica.

Naturalmente , non appena avevano cominciato a legare un po’, un rumore dal corridoio avvisò entrambi che c’era qualcuno nella stanza, così alzarono lo sguardo ; Landon sorrideva, il sorriso di Kurt invece sparì quando vide il suo ex guardarlo con rabbia.

“Landon..” iniziò Blaine, lo sguardo sempre fisso di Kurt, “ perché non vai di la a giocare un po’? Papà ha bisogno di parlare col suo amico”.

“Okay!”

Sorprendentemente e senza fare storie, Landon andò velocemente da Blaine per abbracciargli le gambe prima di correre per il corridoio per andare in camera sua, da dove lo si sentì chiacchierare mentre giocava con i suoi giocattoli.

Fu solo quando Landon andò via ed iniziò a giocare che Blaine gli rivolse finalmente, ma a stento, la parola; ma  quando lo fece , non sembrò che le cose sarebbero andate bene.

“Sei ancora qui”

Non era una domanda.

“Si”

“Mi sono svegliato pensando.. no.. sperando che quello che è successo ieri sera fosse solo un incubo, ma.. poi ti ho sentito parlare con Landon ed ho capito.. che non potevo avere motivo di credere che fosse tutto un sogno.. cioè.. non è come se qualcosa , da quando ho fatto coming out, sia andata per il verso giusto nella mia vita, no?”

“Blaine..”

“All’inizio mi sono fatto prendere dal panico perché mio figlio era sparito ed ho pensato che forse il mio peggiore incubo fosse diventato realtà e che tu avessi aspettato che mi fossi addormentato così da poter portare via Landon e correre a New York dal tuo nuovo e ricco fidanzato, ma.. poi ha iniziato a parlare.. ed ho pensato grazie a dio è ancora qui.

Poi sono venuto qui credendo di trovarlo da solo a guardare la tv ma no.. tu sei qui.

Credo che tutte le mie paure non sono completamente sparite.. sei ancora qui.. seduto nel mio salotto come se ti avessi invitato a restare”.

“Ho pensato di andarmene.. l’ho fatto.. ma poi.. non ero sicuro che mi avresti lasciato parlarti in un secondo momento.

In più.. beh.. mi.. mi sono addormentato mentre ti aspettavo. Avevo pensato che saresti tornato .

“Beh.. hai pensato male”.

Lamentandosi Blaine si sedette sulla poltrona reclinabile vicino al divano, appoggiandosi ai morbidi cuscini, mentre si massaggiava le tempie per alleviare il dolore.

Kurt lo guardò tristemente , sapendo dannatamente bene che il suo ex aveva , probabilmente, un fottuto mal di testa ( come sempre dopo una sbornia ) ma non era sicuro di cosa fare.

Alla fine ci provò, pregando che Blaine non pensasse che il suo comportamento fosse falso.

“Vuoi che ti porti qualcosa da bere? Un po’ di acqua , magari? E forse qualche aspirina?”.

“Parli come se sapessi cosa fare quando ho una sbronza.. Notizia flash.. mi so prendere cura di me stesso. L’ho fatto per anni.. sono un padre .. so cosa sto facendo. Non c’è bisogno che mi fai da babysitter”.

Avevo ragione. Non l’ha presa bene.

“Lo so che puoi prenderti di cura di te stesso.. stavo solo chiedendo..”

“Beh.. non farlo”.

Il giovane chiuse gli occhi e si accasciò ancora di più nella poltrona reclinabile, lasciandosi sfuggire un sospiro una volta che si fu sistemato.

Dopo che alcuni minuti tesi, Blaine riaprì finalmente gli occhi guardando Kurt, le sopracciglia aggrottate mentre osservava i movimenti del suo ex.

“Beh.. volevi parlare… quindi parla. Non ho tutto il giorno per intrattenerti. Io e Landon abbiamo delle cose da fare”.

Annuendo, Kurt intrecciò le dita, e prese un profondo respiro mentre pensava a cosa dire.

Sapeva che la maggior parte delle cose che avrebbe detto non sarebbero state prese bene dal suo ex, soprattutto visto che il Blaine che aveva amato tanto tempo fa sembrava essersi indurito dalla vita che faceva qui in California.

Tuttavia , sperò di poter aprirsi un piccolo varco attraverso quel muro che Blaine si era creato per proteggersi.

“Blaine.. mi.. mi dispiace..”

Le sue parole furono accolte con scherno, come aveva previsto.

“Lo so che non significano molto, o forse nulla, per te.. ma lo sono davvero.

Non sono mai stato così dispiaciuto per qualcosa in tutta la mia vita”.

Si fermò, cercando di riprendere fiato per calmare i nervi.

“Il giorno che ti ho lasciato .. quella è stata probabilmente una dello cose più stupide che io abbia mai fatto.. ero così arrabbiato quel giorno.. con te… per la Nyada.. per tutto.

Ed invece di fermarmi a pensare, a raccogliere i miei pensieri.. me la sono presa con l’unica persona che sapevo.. dio detto così sembra una cosa orribile… che sapevo non avrebbe reagito”.

Blaine, di fronte a lui, restò calmo.. le narici dilatate quando inspirò profondamente, ma.. a parte questo.. restò immobile.

Kurt continuò.

“Quel giorno, tutti continuavano a dire cose su di te e lo showcase.. di come mi avresti lasciato perché June ti aveva detto che l’unico modo per diventare una star fosse che tu fossi single.

Io.. cazzo.. so che non avrei dovuto dargli retta.. erano solo quegli stronzi pettegoli  della Nyada.. solo che poi tutto quello a cui riuscivo a pensare era il fatto che Rachel  aveva avuto la sua grande occasione e così anche Mercedes e poi l’avevo finalmente avuta io una possibilità.. e June invece di scegliere me.. scelse te.. ed io ero così arrabbiato”.

Blaine ancora non disse nulla, lo sguardo fisso sul bordo del divano, un po’ più in la da dove era seduto Kurt.

L’espressione del suo viso , però , non era leggibile.

Kurt non riusciva a capire se era ancora arrabbiato o sul punto di piangere… ma nonostante tutto, era tranquillo. Solo.. tranquillo.

“Ero geloso.  Lo so ..è stupido essere gelosi della persona che ami.. ma la mia mente.. continuava ad urlarmi cose su di te e su tutti gli altri.

Del tipo .. non importava cosa facessi .. non avrei mai avuto la possibilità di essere scelto.

Tipo con Tony al liceo quando abbiamo organizzato West side story.. del fatto che io avessi fatto l’audizione.. e tu no.. e comunque hanno voluto te..

E’ come se qualcosa fosse scattato in me.. non importava cosa facessi.. saremo sempre stati  l’uno contro l’altro.. e nella mia mente.. tu avresti sempre vinto ed io ero geloso.

Dio, Blaine.. ero così geloso.

Non stavo nemmeno pensando! Ero completamente accecato da tutto questo!

Non ho nemmeno pensato al fatto che potessero esserci ruoli più adatti a me che a te… o al fatto che non fosse colpa tua se June era interessata a te ..ero.. ero incazzato di brutto che non ragionavo.

Poi.. ho sentito tutte quelle voci e qualcosa si è rotto..

Lo giuro , qualcosa s’è spezzato a metà ed ho continuato a pensare a quando fossi arrabbiato per il fatto che lei avesse scelto te.

Ero arrabbiato con me stesso per averti portato con me.. perché se non lo avessi fatto.. lei avrebbe scelto me.. ma soprattutto.. ero arrabbiato con te.. e .. Dio.. non ne avevo nessun motivo di esserlo.

Tu non avevi fatto nulla.. ed avevamo anche parlato di questo..  ed io ti avevo detto che andava bene.. ed in quel momento lo pensavo davvero.. ma tutto stava continuando a sommarsi.. ed ero così geloso di tutto che sono scattato.. e mi dispiace…”.

Cercò di trattenere le lacrime.. ma poi.. scuotendo la testa.. le lasciò cadere.

“Ti ho lasciato senza alcun buon motivo”.

Blaine, in maniera abbastanza straziante, restò ancora in silenzio, anche se il suo sguardo passò da vuoto a disgustato come se le parole di Kurt stessero scavando attraverso la sua pelle , la sua carne.. fino a raggiungere la sua anima.

“Blaine..?”

“Mi hai lasciato perché eri geloso? Ho detto a June che me ne andavo perché non volevo rompere con te.. perché ti amavo.. ero anche dispiaciuto perché lei aveva scelto me.. Quel giorno venni a scuola per dirti che avevo…”

“Lo so..”

“Lo sai?.. Oh beh.. illuminami”.

Le sue parole erano così pungenti e sarcastiche da sembrare come schegge di vetro contro il cuore di Kurt.

Chiudendo gli occhi, Kurt tirò su col naso, mentre le lacrime continuarono a cadere sulle sue guance.

Riusciva perfettamente a ricordare quel momento come se fosse successo il giorno prima.

Ricordava di star camminando per i corridoio della Nyada solo una settimana dopo che Blaine era sparito e di essere entrato di corsa in un bagno per recuperare il controllo dopo che qualcuno aveva fatto una battutaccia su Blaine mentre gli passava accanto.

Era da poco in bagno che alcuni altri ragazzi entrarono , sparlando del ritiro improvviso di Blaine dalla Nyada.

Ma fu solo quando uno di loro disse qualcosa a proposito di June che Kurt capì tutto, lo stomaco in subbuglio per la nausea, mentre ascoltava i ragazzi ridere delle disavventure di Blaine.

In quel momento venne a sapere tutto; di come Blaine aveva abbandonato lo showcase per Kurt; di come Kurt gli aveva spezzato il cuore; di tutto quello che gli altri gli avevano detto o fatto prima che sparisse e del fatto che Blaine era tornato strisciando da June per avere un’altra occasione.

Alla fine i ragazzi che chiacchieravano davanti ai lavandini iniziarono a ridere a crepapelle su quello che chiamarono il fallimento di Blaine , e Kurt, una volta che se ne furono andati, crollò nel box, piangendo per tutto quello che aveva sentito e fatto per arrivare a questo.

“Ne ho sentito parlare , dopo che sei sparito. La gente parlava…”

“Le stesse persone che dicevano che ti avrei lasciato per June? Immagino.”

“Blaine.. io.. non ho..”

“Esatto. Non hai. Non mi hai ascoltato , non mi hai dato una possibilità. Ti sei semplicemente messo un’idea in testa e ti sei comportato nella tua solita vecchia maniera. Non mi hai lasciato nemmeno un attimo per spiegarmi e .. poi.. hai lasciato che i tuoi amici pensassero che ti avessi di nuovo tradito, quando sapevi dannatamente bene che avrei preferito piuttosto uccidermi che farti di nuovo del male in quel modo.”

 Alla fine , mentre terminava la frase , la voce di Blaine si spezzò.

Gli occhi erano pieni di lacrime, ma Blaine non volle lasciarle cadere.

Solo che erano lacrime di rabbia e questo fu quello che più ferì Kurt.

Blaine non era più triste per la loro rottura; era furioso.

“Sei stato un mese intero senza parlarmi! Hai lasciato che i tuoi cani da guardi mi facessero a pezzi ogni volta che tentavo di avvicinarmi a te.

Mi hai messo i nostri amici contro, facendogli credere che ti avevo ferito di nuovo quando in realtà, sei tu quello che mi ha fatto del male!

Ho passato un mese intero a cercare di parlare con te!

Un mese intero a cercare di far capire agli altri il mio punto di vista e a nessuno è importato.

Questo è tutto quello che succede quando si tratta di me..”

“Blaine..”

“Ho lasciato la mia famiglia per te, Kurt.

Mio padre continuava a dirmi che “impegnarti alla tua età è stupido, Blaine.” Ma io non l’ho ascoltato.

Ho combattuto per te.

Ho fatto di tutto per stare con te!”

Respirava a fatica, la voce sempre più alta mentre diventava sempre più emotivo.

“Ti ricordi il mio diploma? I miei genitori non sono nemmeno venuti! Erano così incazzati con me per star buttando via la mia vita ed io mi sono detto che erano loro a perderci , perché sarei andato a New York per diventare qualcuno, che ci saremo sposati e saremo stati felici e avrei mostrato loro quanto si sbagliavano!

Poi un giorno ti sei incazzato con me ed hai rotto il fidanzamento ed io dov’ero? Proprio dove i miei genitori mi dissero sarei finito!”

Si fermò per un secondo, scuotendo la testa mentre si guardava la mani tremanti.

Quando rialzò lo sguardo, Kurt sentì il suo corpo irrigidirsi dal dolore.

“Quando ho avuto Landon, il giorno della sua nascita.. ero solo.

Avery era li perché era la mia infermiera , ma non la conoscevo bene come ora.

Cooper era a Chicago per registrare una pubblicità ed i miei genitori.. i miei genitori non hanno alzato nemmeno il telefono.

Cooper li aveva chiamati un mese prima che partorissi e disse loro che ero incinto e quando gli ha detto che ci eravamo lasciati.. vuoi sapere mio padre cosa ha detto?  “Questo è quello che si merita” . Non povero Blaine ci dispiace.. ma solo che era quello che mi meritavo.”

Alla fine alcune lacrime cominciarono a cadere, ma non per colpa di Kurt,… non avevano nulla a che fare con lui.

Erano per Landon.

“Non hanno mai incontrato mio figlio. Non se ne sono mai importati. Ho il bambino più perfetto al mondo di là” disse indicando il corridoio, “ che è il loro primo nipote e a loro non interessa… perché io ho mandato a puttane la mia vita e questo è quello che mi merito”.

“Sono così..”

“Pensavo che le cose tra noi stessero andando bene!  Dopo la sparatoria al liceo, quando Becky fece cadere accidentalmente la pistola te lo ricordi? Pensavo che le cose tra me ed i miei genitori stessero migliorando , dopotutto.

Iniziarono ad interessarsi a me.

Poi sono tornato con te e le cose sono andate di nuovo male, e mentre allora io non ti avrei mai incolpato di qualcosa.. ora.. non posso.. non posso fare a me di pensare che avrei dovuto ascoltarli sul tuo conto”.

Tutto l’aria uscì di colpo dai polmoni di Kurt mentre guardava fisso il volto del suo ex, il cuore stringersi quando quelle parole spacca anima uscirono dalla bocca di Blaine.

Tutti quegli anni, tutto il loro tempo insieme che Kurt aveva buttato via con leggerezza…e  di cui si era pentito…

Blaine invece si era pentito di ogni singola cosa fatta con Kurt.. e questo .. faceva male.

“Dio.. Blaine..”

“Non mi pento di aver avuto Landon. E’ l’unica cosa mia che non mi ferirà come hanno fatto gli altri.

Forse quando sarà più grande passerà attraverso la fase del “ti odio” che dicono a volte i ragazzi, ma adesso io sono il suo mondo ed è mio e questa è l’unica cosa che conta.

La gente va e viene, ora lo so . Ma la mia famiglia è mia per sempre.

Landon è la mia famiglia.

Lui è tutto quello che ho.

Cooper è qui si… ma non è l’uomo che pensavo sarebbe stato.

E’ ancora egocentrico come sempre.

A parte questo.. è tutto quello che mi resta della mia famiglia”.

“B… Blaine..”

Era davvero patetico.

Di tutte le cose che Kurt avrebbe voluto dire, per scusarsi.. l’unica cosa che riuscì a dire , con voce rauca, fu il nome del suo ex.

Blaine.. fu l’unica parola che riuscì a tirar fuori, l’unica che riuscì a dire a causa del groppo che aveva in gola, e lo odiava.

Ma non perché odiasse Blaine, ma per quanto si sentisse orribile in quel momento.

Conoscere tutti i sentimenti di Blaine al riguardo…cazzo.. lui non era nemmeno sicuro che fosse davvero tutto .

Perché tre lunghi anni di amarezza e dolore non posso essere riassunti in così poche frasi.

Anche se una di queste significavano .. mi pento di averti amato.

Scuotendo la testa, Kurt si portò le mani al volto, singhiozzando , quando sentì Blaine alzarsi della poltrona e camminare silenziosamente per la stanza, i passi leggeri sulla soffice moquette.

Per un secondo, Blaine frugò su una mensola, da qualche parte vicino alla tv e poi Kurt sentì un peso sulle gambe e, togliendo un attimo le mani davanti alla faccia per abbassare lo sguardo, vide un grande album magnificamente decorato.

Sulla copertina c’era scritto Landon con delle lettere azzurre e a pois bianchi e sopra una foto in bianco e nero sgranata… l’ecografia del bambino che Blaine aveva portato in grembo.

“Un album di ricordi?”

 Blaine non rispose e si diresse verso la porta , fermandosi solo per un secondo per prendere un profondo respiro , prima di voltarsi di nuovo verso Kurt.

“Puoi andartene se vuoi. Oppure puoi rimanere a guardarlo. A me davvero non interessa. Se vuoi sapere cose ti sei perso nella sua vita.. è tutto li dentro..

Non proprio tutto.. non puoi tenere un album di tutto.. ma le cose più importanti sono li dentro”.

“Blaine.. io..”

“Non chiedermi altro. Soprattutto cose che non posso darti”.

Con queste parole, sparì nel corridoio , poi poco dopo gli strilli di Landon di” papà guarda questo” riempirono l’aria .

Una volta solo , Kurt passò le dita sopra le lettere in rilievo sulla copertina dell’album di foto del bambino , poi prese un profondo respiro, scuotendo la testa per il senso di colpa e l’angoscia per tutta questa situazione.

Sapeva cosa Blaine aveva voluto dire con la frase  “cose che non posso darti”… voleva dire.. Landon ed il suo perdono.

Sapere che probabilmente non sarebbe mai stato perdonato per quell’unico ma grande errore che aveva fatto, fece sentire Kurt come se tutto il suo mondo stesse cadendo di nuovo in pezzi.

E quando sentì Landon ridacchiare attraverso il lungo corridoio, Kurt si ricordò di tutte le cose sbagliate che aveva fatto in questa situazione e pianse ancora, soffrendo per la perdita di una famiglia che aveva stupidamente distrutto ancora prima di avere la possibilità di crearla.


NOTE

Piccolo regalino postpasquale...

Landon parla per la prima volta con Kurt..

Kurt si spiega con Blaine...
Buona lettura

Link capitolo originale

 https://www.fanfiction.net/s/10334792/8/What-I-Call-Life
  
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