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Autore: Crilu_98    19/04/2017    4 recensioni
C'era una volta... Una bambina sperduta. Una ragazza innocente nelle mani di una crudele matrigna. Una fanciulla addormentata. Una sensibile lettrice dal cuore puro. Una bellissima principessa in cerca di libertà. Una valorosa guerriera.
O forse no.
C'era una volta un bosco oscuro, dove tutte le storie hanno inizio. Storie che narrano di segreti pericolosi ed antiche umiliazioni, ma anche di amicizia, d'amore e di magia. La lotta tra il bene e il male è più confusa di quanto siamo abituati a credere e la strada verso il lieto fine non è mai stata così tortuosa.
Siete pronti a scoprire le verità nascoste delle fiabe?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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-Il mio nome è James, comunque!-
La voce dietro di lei fece sobbalzare Biancaneve, seduta su una roccia ed intenta ad osservare le mani che tornavano al loro solito incarnato rosa pallido.
“Ci hanno messo più tempo, questa volta…” rifletté, mentre si girava ad osservare il cacciatore di taglie. Indossava gli stessi abiti in pelle e cuoio del giorno precedente, ma i capelli umidi indicavano che si era dato una lavata per togliersi di dosso la polvere e il sudore della cavalcata.
La ragazza accennò un inchino con il capo, indecisa se fidarsi o meno di quello strano individuo:
-Suppongo di doverti dei ringraziamenti, James.- mormorò -Ma ancora non ho capito perché ti sei dato tanta pena per trovarmi…-
Il cacciatore si strinse nelle spalle:
-Amo le sfide e tu sembravi una preda interessante. Ma vi seguo da un po’ e ho concluso che se avessi provato a torcerti un capello sarei finito sbranato dalla donna-lupo. O sgozzato da quella strana ragazza con la pelle gialla.-
Biancaneve piegò le labbra in una smorfia:
-Confessare di aver desiderato di uccidermi non è esattamente il metodo giusto per entrare nelle mie grazie, cacciatore!-
James sogghignò con un luccichio divertito negli occhi:
-La verità è sempre il miglior metodo per entrare nelle grazie di chiunque!-
La ragazza sobbalzò ed arrossì: pur non comprendendo tutte le sfumature di quella frase, il tono con cui era stata pronunciata bastava a farle scendere dei brividi caldi lungo la schiena.
Furono interrotti dall’arrivo di Aladdin e Belle: il primo, pallido ed accigliato in volto come non l’aveva mai visto, portava un pesante mantello sulle spalle, mentre la donna-lupo si era avvolta nella sua solita pelliccia.
-Dove andate?- chiese Biancaneve, allarmata, balzando in piedi.
-A trovare Jasmine, per riportarla indietro.- rispose Aladdin -Belle è in grado di fiutare il suo odore, sebbene sia stata portata via in volo dagli spettri. Batteremo questa dannata foresta palmo a palmo, se necessario!-
-Non vorrei disilluderti, ma dubito che Grimilde abbia nascosto Jasmine qui vicino…-
Il ladro scosse la testa, sbuffando irritato.
-Non è stata Grimilde a voler rapire Jasmine, ma Jafar!-
-Lo stregone?- esclamò Biancaneve, stupita. Aladdin fissò lo sguardo su un punto lontano all’orizzonte, cercando sollievo dall’ansia che lo tormentava:
-Sì. Io e lui abbiamo dei conti in sospeso e sono sicuro che userà Jasmine per regolarli.-
-A maggior ragione non puoi andare! Recupereremo Jasmine una volta arrivati al castello, va bene? Non puoi assolutamente andare a cercarla da solo!-
-Non sono solo!- puntualizzò il ladro, lanciando un’occhiata d’intesa a Belle. -Non posso aspettare, principessa. Jafar non desidera Jasmine solo per il suo potere ed ogni istante che perdiamo potrebbe costarle caro.-
Biancaneve scosse la testa, inflessibile:
-Non otterrete mai il mio consenso per un’azione tanto sconsiderata!-
Lo spettro del suo solito ghigno canzonatorio affiorò sulle labbra di Aladdin:
-Per quanto tu mi stia simpatica, non sei la mia regina, non sono tenuto ad obbedirti. E neanche Belle lo deve fare. Torneremo con Jasmine e porteremo avanti la tua guerra, Biancaneve, te lo giuro… Ma adesso dobbiamo proprio andare!-
Biancaneve li guardò allontanarsi, indecisa se farli arrestare, augurargli buon viaggio o andare con loro.
“Hai un esercito di cui occuparti… Un esercito alle prese con dei guerrieri impossibili da uccidere!”
-Beh!- sospirò, voltandosi verso James con un sorriso tirato -Dopo questa imbarazzante defezione temo che sarò costretta ad accettare la tua proposta di aiuto!-
Il cacciatore fece oscillare l’ascia che teneva in mano, un gesto che evidentemente gli era abituale, affermando solennemente:
-Vedrai, ben presto ti accorgerai di aver concluso un ottimo affare!-
 
Aurora procedeva spedita lungo la sala del trono, con la schiena eretta ed un sorriso trionfante sul volto. Era incurante dei mormorii sorpresi ed increduli che la circondavano, anche se comprendeva lo stupore dei cortigiani: non si era mai mostrata tanto spavalda quanto in quel momento, osando addirittura interrompere le attività quotidiane di Re Stefano.
-Aurora!- sbottò il Re dal trono su cui era seduto, scacciando con un gesto della mano i sudditi di cui stava ascoltando le lamentele -Cosa stai facendo? Non dovresti essere qui!-
Gli occhi grigi di Stefano mandavano lampi, ma Aurora continuò a sorridere, poi fece un grazioso inchino nei confronti di suo padre e si avvicinò al tavolo pieno di scartoffie posto vicino agli scranni dei reali. Sua madre, che era obbligata dall’etichetta a presenziare in un’occasione del genere, la fissò allarmata ed infastidita:
-Aurora!- la redarguì, arrossendo e stringendo i pugni -Allontanati da lì! Non è un comportamento adatto ad una ragazza!-
-Dite bene, madre!- replicò la ragazzina con freddezza, girandosi verso di loro: la sua espressione aveva perso ogni traccia di gaiezza e spavalderia, rendendo i suoi lineamenti più duri e conferendole un’aria matura e spietata. -Ma io non sono una ragazza: sono la principessa e questo è esattamente il mio posto!-
Mentre nella sala scendeva il silenzio, Aurora iniziò a sfogliare i numerosi documenti sparsi sull’alto tavolo:
-Pare che i nostri bilanci siano alquanto precari, padre!- commentò beffardamente, mentre il Re si portava una mano alla gola, per allentare il rigido colletto che gli rendeva difficile respirare.
-Nonostante la vostra avidità, che ha quasi mandato il regno in rovina, non siete riuscito ad accumulare molto, anzi… Le casse reali sono quasi vuote!-
I cortigiani ripresero a borbottare tra loro, mentre Stefano diventava rosso di rabbia e vergogna:
-Come fai a saperlo?- biascicò, per poi scoppiare:
-Quel denaro ha coperto anche le tue folli spese, ragazzina ingrata! Non hai il diritto di parlarmi così!-
Aurora rise, in maniera molto educata: un breve risolino coperto dalla mano sulla bocca, ma sufficiente affinché Stefano capisse che sua figlia non aveva più paura di lui.
"Com’è possibile?"
-Tu… Tu mi stai mettendo in imbarazzo di fronte alla mia corte!- sibilò -Ti giuro che non vedrai mai più il tuo amato principe! E richiamerò il mio esercito immediatamente!-
-Oh, cielo!- esclamò Aurora, senza riuscire a nascondere il suo divertimento -Vi ringrazio di avere sollevato quest’argomento, stavo quasi per dimenticarmene: voi non avete più alcun esercito!-
-Co… Cosa?- balbettò il Re, confuso. La principessa batté le mani e subito due servitori si fecero avanti, portando un pesante baule al centro della stanza e aprendolo, rivelando le monete dorate che conteneva. Quando Stefano provò ad allungare una mano verso di esse, Aurora richiuse il baule con un tonfo sordo:
-Avevate detto che ero brava solo a cucire e ricamare. Beh, padre, devo dire che è un affare che rende a meraviglia!-
-Un affare? Tu… In affari?-
-Già, vendita di tessuti di lusso, che rendono magnificamente, come potete vedere: questo è il frutto di un paio di anni di ricamo, ma ho ancora molti pezzi da vendere! Ho pensato che i nostri soldati sarebbero stati contenti di servire un regnante che li pagasse con regolarità, cosa che voi non fate… In sostanza, ho comprato il vostro esercito, padre. Tutto quanto, dal primo generale all’ultimo sguattero delle retrovie!-
-Tu… Tu….- balbettò Stefano, barcollando, cercando di afferrare ciò che la sua mente sconvolta gli suggeriva mentre i cortigiani lo osservavano con curiosità mista a soddisfazione.
-Tu mi stai spodestando!- strillò infine. Aurora lo sorpassò, accomodandosi elegantemente sul suo trono, accanto alla Regina che la fissava come se fosse un’estranea.
-E’ un modo di porre la questione, sì!- commentò con aria serafica. Stefano puntò il dito sottile verso di lei:
-Non puoi farlo! Questo regno è mio! I sudditi seguiranno me!-
-Ne siete convinto, padre?- replicò la principessa, divertita -Dopotutto, sono stata io a liberarli dall’incantesimo… Grazie al ragazzo che presto diventerà mio marito!-
Stefano si guardò attorno, allibito, ed incontrò solo sguardi ostili: aveva governato con rigidità e fermezza, certo che un giorno gli sarebbe subentrato un principe della sua stessa stoffa. Invece adesso il suo amato trono era occupato da quella ragazzina scialba e frivola che lui aveva così spesso ignorato… E sottovalutato. Chinò il capo, sconfitto dall’evidenza: Aurora aveva in mano tutto il potere, ora.
 
Aladdin osservava cupo la voragine che si inabissava nella terra di fronte a lui. Era bastata una giornata di cammino affinché Belle trovasse la pista giusta, che li aveva portati davanti a quella grotta sinistra e nascosta dal fogliame.
La donna fremette e per un attimo i suoi occhi persero ogni espressione umana:
-C’è qualcosa di molto potente e malvagio lì dentro!- bisbigliò, tirandosi indietro ed acquattandosi sul terreno come un vero lupo. Aladdin annuì: si era aspettato un trucco del genere da Jafar e quella spelonca, da cui spirava un vento gelido e di cui non riusciva a scorgere il fondo, era il luogo perfetto per tendergli una trappola.
Belle piagnucolò, tenendosi la testa tra le mani:
-Cosa ti sta succedendo?- chiese il ladro, allarmato.
-La trasformazione! Senza la bambina non riesco a controllare il lupo. E’… Spaventato, credo. Da quello che fiuta nella grotta!-
Aladdin si passò una mano sul mento, riflettendo:
-Va bene, vorrà dire che andrò da solo. Allontanati da qui e riprendi il controllo.-
Belle lo fissò dubbiosa:
-E’ esattamente il modo migliore per cadere nelle mani di Jafar.-
-Lui aveva già previsto tutto!- tagliò corto il ragazzo, addentrandosi nei meandri della grotta mentre gli ultimi raggi di sole sparivano dietro le montagne -Vai!-
Belle gli augurò uno strozzato ‘buona fortuna’ e sparì in breve tra gli alberi. Aladdin respirò a fondo, rabbrividendo per il clima umido e freddo della caverna, procedendo a tentoni in un’oscurità sempre più fitta…
 
 
Angolo Autrice:
Aurora alla riscossa!!! E' stato davvero un piacere scrivere questa scena, soprattutto perché l'ho immaginata in ogni più piccolo particolare e visto che provo una sorta di "affetto materno" per quasi tutti i miei personaggi, vedere la piccola e stupida Aurora dimostrare di non essere più piccola e nemmeno tanto stupida mi ha riempito di soddisfazione!
Va bene, vi libero dai miei sproloqui letterari (perdonatemi, in questo periodo i miei impegni mi stanno mandando fuori di testaxD). Fate i bravi e recensite, mi raccomando!!!
 
Crilu 
   
 
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