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Autore: Spiga_R    19/04/2017    0 recensioni
riassunto in una frase: Keith e Pidge si divertono a fare gli scherzoni.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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ringrazio Enerimess che asseconda sempre i miei slcleri,
senza di lei nessuna mia fanfiction sarebbe stata scritta.
e ringrazio tanto anche Yuki, che mi ha permesso di utilizzare la sua idea del nome "Kitkat"

 



Iniziò tutto con un furby.
Keith conservava da anni uno scatolone pieno di questi vecchi giocattoli. Risalivano al periodo dell' orfanatrofio, qualcuno li aveva donati in massa agli ecclesiastici, prbabilmente non sapendo in quale altro modo liberarsene, e questi ultimi li avevano impacchettati e ragalati a tutti i bambini dell' istituto per Natale.
Questi, sebbene all' inizio fossero ben contenti di ricevere un giocattolo, con il passare del tempo iniziarono ad essere inquietati dai versi sinistri che i piccoli animaletti meccanici emettevano senza essere azionati durante i momenti meno opportuni.Per cui, mano a mano, tutti i bambini cedettero il loro furby all' unico bambino che era rimasto indifferente a quel giocattolo: Keith.
Il piccolo Kogane infatti, era abituato a suoni ben peggiori nel cuore della notte, dalle sirene di allarme, agli spari delle trincee di frontiera, porte sbattute da adulti che lo prendevano di peso per salvarlo dai bombardamenti. Nei bunker poi, le urla della gente atterrita, e le scosse del suolo a causa delle esplosioni, erano persino peggiori. Per questo motivo Keith non batteva ciglio quando udiva gli urletti metallici dei piccoli giocattoli, in fondo per lui non erano troppo male.
Una volta, quando ne ebbe radunati abbastanza, li mise tutti in fila sul suo letto, e tentò di fargli intonare un' ave maria a seconda dell' intonazione di ogni singolo giocattolo.
I preti non gradirono.
Keith non si liberò mai dello scatolo dentro il quale erano stati compressi tutti i furby, un po' perchè erano l'unico regalo che avesse mai ricevuto da dei bambini della sua età, e un po' perchè ci era affezionato. Con il passare degli anni, il ragazzo aveva quasi dimenticato della loro esistenza, finchè un giorno, colto da un impeto di rabbia e frustrazione (colpa di Lance, sempre colpa sua), non tirò un calcio allo scatolo, che sbattè contro il muro e poi si aprì, riversandone il contenuto a terra.
Fu in quel momento che gli venne l'idea. 
Prese uno dei furby, lo infilò nella sacca di pelle che teneva attaccata alla sua cinta, e si diresse verso la stanza di Lance, proprio accanto alla sua.
Non bussò subito, attese il tempo necessario per far credere a Lance che si fosse calmato, sicuramente dall' altra parte del muro lo aveva sentito rivoltare la camera. Quando la porta automatica si aprì di appena qualche centimetro, l'occhio di Lance era l'unica cosa che riusciva a scorgere dalla fessura, la sua espressione accigliata e insospettita impossibile da non notare.
"Sei quì per un secondo round?" chiese con astio.
Keith cercò di sfoggiare un sorriso che sembrasse falso almeno la metà di quanto fosse realmente.
Sentiva di stare fallendo miseramente nell' impresa, perciò decise un' espressione neutra e seria.
"No, affatto"
Fece una pausa.
"Io... sono venuto per scusarmi."
"COSA?!"
La faccia di Lance era allibita.
tanto valeva dirgli che Beyonce sarebbe venuta come ospite speciale a cantare dal vivo nel castello di Allura.
"Sì ehm..."
Il paladino rosso continuava a spostare il proprio peso da una gamba all' altra, mentre si portava una mano tra i capelli, in evidente segno di disagio.
Cavoli, anche se era tutta una messa in scena l'imbarazzo era micidiale.
"Mi fai entrare?"
Concluse alla fine.
Lo sconvolgimento di Lance doveva essere non indifferente, perchè aprì la porta senza battere ciglio. Keith entrò, sedendosi sul letto di Lance affondando leggermente sulle lenzuola blu di cotone con un motivo ad onda. Tipico.
Per adesso il piano stava procedendo bene, ma ora non sapeva cosa dire per distrarre l'altro ragazzo.
"Stavo... stavo riflettendo sul mio comportamento di prima..."
Lance smaniava dalla voglia di sentire il resto
"E sono giunto alla conclusione che..."
"Che?" lo incalzò.
"Che forse sono troppo intransigente..."
Così non andava. Lo sguardo di Lance era fisso su quello di Keith, tutta la sua concentrazione rivolta al coreano, che invece aveva bisogno di un diversivo.
"E in fondo sì, insomma..."
Questo scherzo gli stava costando caro, Keith sperava che almeno alla fine ne sarebbe valsa la pena.
"Alla fine non sei tanto male"
Lance arrossì, evidentemente colto di sorpresa da quella affermazione, e portò il suo sguardo altrove.
Bene così.
"Sì pensavo... in fondo sei divertente, socievole..."
E finalmente, FINALMENTE, Lance si voltò, dando la possibilità a Keith di estrarre il furby dalla tasca.
"... Un tipo simpatico!" continuò
"era ora che te ne accorgessi!" ribattè Lance mentre iniziava a giocherellare con una confezione di pomata per la faccia.
-da applicare tutte le notti per depurare i pori ed eliminare le rughe- dicevano le indicazioni. Non che Lance avesse le rughe.
Intanto Keith si chinava con il furby tra le mani.
"E quindi pensavo che avessimo solo iniziato con il piede sbagliato"
Lanciò il Furby sotto il letto di Lance, ma la parte di plastica dura cozzò contro il pavimento.
Lance si voltò, insospettito dal rumore. Dannazione! Keith doveva trovare un diversivo in fretta o tutto il piano sarebbe andato in fumo.
Pestò il piede destro a terra, per cercare di confondere il rumore, poi accavallò la gamba sinistra e si portò dietro sui gomiti, ormai semisdraiato sul letto.
"Perciò sì, magari... potremmo dedicarci ad altre attività oltre che a litigare e a prenderci a pugni".
Ora, Keith avrebbe rinunciato a tutte le ricchezze del mondo pur di non far intendere sconcerie tra loro due a Lance. Avrebbe preferito dormire in un nido di scarafaggi piuttosto che alzare suggestivamente le sopracciglia in quel momento. Ma ormai si era spinto troppo in là, e tanto valeva arrivare fino in fondo.
"Ma sei scemo? Lo dovevo immaginare che fosse un' altro dei tuoi scherzi, quasi ci stavo cascando, ma a me non la fai Keith! Non ci casco!"
"Lo hai detto due volte"
"Cosa?"
"Il verbo cascare, è una ripetizione"
"Fai anche il grammar nazi adesso? Basta! Fuori di quì!"
Keith non se lo fece ripetere due volte ed in men che non si dica fu fuori dalla stanza di Lance prima che lui gli potesse lanciare addosso qualcuno dei suoi tanti prodotti di bellezza. Magari tra quelli più economici. Poi tirò un sospiro di sollievo, non voleva pensare a cosa sarebbe successo se Lance lo avesse preso sul serio, aveva rischiato grosso.
Ora non restava che aspettare con trepidazione la notte nella propria stanza.


Keith non credeva nella stregoneria.
La sua era ormai l'era dell' alta tecnologia, dove qualsiasi cosa poteva essere spiegata con la scienza. Tuttavia, il modo in cui i furby si attivassero autonomamente solo ed esclusivamente nei momenti peggiori, gli lasciava qualche dubbio. Più volte aveva immaginato che il creatore di quei mostriciattoli pelosi doveva aver lanciato una maledizione sulle sue creazioni.
Maledizione che gli era riuscita molto bene.
Alle tre di notte, quando Lance era nel bel mezzo del suo sonno, nel momento in cui il suo collagene si rigenera di più (parole sue), il furby sotto il suo letto si attivò, svegliando di soprassalto Lance che fece un volo di almeno mezzo metro per lo spavento, svegliò tutti con le sue urla, e andò in giro avvolto nel suo lenzuolo, con ancora la maschera di bellezza blu sulla faccia, spaventando a morte anche Hunk che si era affacciato per vedere cosa stesse succedendo.
Shiro, dopo aver rincorso due bambini urlanti troppo cresciuti, radunò tutti nella sala comune per fare il punto della situazione.
"Giuro! C'era un mostro sotto il mio letto!"
"Lance, dovresti aver superato la fase dei mostri sotto il letto almeno dieci anni fa" ribattè Keith con tono seccato, anche se in realtà si stava divertendo un mondo.
"Cosa è sucesso esattamente?" intervenne Shiro
"Io stavo dormendo... e poi improvvisamente ho sentito questa voce che diceva cose confuse sotto il mio letto"
Lance si sentì addosso gli sguardi scettici di tutti i presenti.
"Giuro! L'ho sentita!"
"E che diceva?" chiese Hunk.
"...Takkaweeloo?"
"Ok, ho sentito abbastanza, Lance hai solo avuto un incubo e hai pensato che fosse reale, succede" replicò con astio Pidge, evidentemente seccata di essere stata svegliata proprio quando era riuscita a prendere sonno.
"Lance, se c'è qualcosa che ti preoccupa puoi consultare me e Coran in qualsiasi momento ok? sicuramente è colpa dello stress, ne soffriamo tutti" cercò di concludere Allura.
"Ma!"
"La principessa ha ragione giovanotto, dovresti fare più affidamento su di noi, il castello sembra imprevedibile e spaventoso, ma io sono pronto a spiegarti ogni meccanismo, vedrai che dopo non ti farà più paura"
"In effetti quando è impazzito il castello ci siamo presi tutti un bello spavento... Lance starà risentendo del trauma" continuò Shiro.
"Ma che trauma! so quel che ho sentito!" la voce di Lance cominciava ad essere un po' più acuta e tremolante del normale.
"Avanti Lance, fatti passare la sindrome della terza elementare" sussurrò Pidge, ma con un tono abbastanza alto da poter essere udito da tutti i presenti.
"Ma Pidge! pensavo fossimo amici!"
"Senti, ho dormito due ore in due giorni, voglio tornare a letto."
"Ma Pidge! Qualsiasi cosa fosse, potrebbe venire da te!"
"Che venga allora! Riceverà un calcio tra le gambe come il prossimo che proverà a svegliarmi!"
Detto questo la paladina si alzò e andò in camera sua. Nessuno osò fermarla. Allura fu la prima a rompere il silenzio:
"Aggiorniamo la seduta? sono certa che tutti quì siano stanchi, e abbiamo bisogno di riposo."
"Non sembra una cattiva idea..." rispose Hunk tra uno sbadiglio.
"Io non ci torno in quella stanza!"
"Lance... " incominciò Shiro con tono compassionevole.
"Devo venire io a controllare con te?" lo interruppe Keith.
Lance sembrava combattuto.
"Se vuoi..." disse guardandosi i piedi.
Shiro diede una pacca sulla spalla di Keith, e gli rivolse un sorriso di approvazione prima che i due ragazzi si avviassero verso la camera di Lance, mentre gli altri si scambiavano la buonanotte, rientrando nelle proprie stanze e sperando in qualche altra ora di sonno.Lance continuava a fare avanti ed indietro, non sapendo se rimanere lontano dalla stanza o vicino Keith. Alla fine si incollò al suo fianco.
"Io controllo sotto il letto, tu resta dove sei"
"Non chiedo di meglio"
E così, mentre Lance continuava a guardarsi nervosamente intorno, Keith recuperò il furby da sotto il letto, ben nascosto dall' angolazione.
"quì non c'è niente"
disse uscendo fuori
"Controlla anche tu"
"Giammai"
"Avanti! ti sentirai più sicuro vedendo con i tuoi stessi occhi"
Un po' titubante Lance si chinò per sbirciare sotto il letto mentre Keith ne approfittava par lanciare il furby dietro l'armadio.Memore dell' esperienza precedente, simulò un colpo di tosse nel momento in cui il giocattolo cozzò contro il muro.
"Che c'è? Hai visto qualcosa?"
"No, dovevo soltanto schiarirmi la voce"
"Fallo in un altro momento!"
Disse Lance, per metà arrabbiato e per metà sollevato.
"Scusa, scusa... bene, direi che ora che abbiamo appurato che sia tutto a posto posso tornare nella mia camera."
Keith si accorse sull' uscio della porta di essere stato fermato da Lance, che gli aveva afferrato un lembo del pigiama.
"Lance, non dormirò con te"
"tsk"
"Russi"
"Non è vero!"
Ma lo sguardo del paladino blu tornò subito sul pavimento.
"Volevo dirti... grazie... per essere venuto a controllare con me."
Quando Keith incrociò gli occhi di Lance vide la gratitudine che vi era dentro, e allora il senso di colpa iniziò a sopraffarlo.
"Quando vuoi..." farfugliò, e si affrettò a tornare nella sua camera prima di rovinare tutto.
Sperava di non essere lui ad avere difficoltà ad addormentarsi quella notte.



ps: è la prima volta che scrivo qualcosa di più di un capitolo, aiut-
pps: Keith e Pidge sono 200% più str*nzi degli originali 'v'
   
 
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