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Autore: Yuki002    19/04/2017    2 recensioni
[Leggero OOC]
"Oi, moccioso" Levi si avvicinò al ragazzo, che era seduto in posizione fetale contro il muro della sua stanza "Non pensi sia ora di darti una mossa?"
Il ragazzo sollevò lo sguardo, lasciando mostrare un viso scavato e pallido e due occhiaie talmente profonde da sembrare un abisso.
"Cosa c'è da darmi una mossa?" scacciò via quelle poche lacrime che gli erano rimaste "Armin e Mikasa non ci sono più, Erwin è prossimo a morire. Mi dica, cosa c'è da darsi una mossa?"
Buona lettura^^
Questa OS è nata grazie ad un prompt che mi è stato lasciato durante il drabble event del 12-14/4 nel gruppo Facebook "We are out for the prompt"
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: "Ti darò certezze contro le tue paure.
Per vedere il mondo oltre quelle alture.
Non temere nulla io sono al tuo fianco.
Col mio mantello asciugherò il tuo pianto"




 
AL MIO FIANCO

 



"Oi, moccioso" Levi si avvicinò al ragazzo, che era seduto in posizione fetale contro il muro del suo ufficio "Non pensi sia ora di darsi una mossa?"

Il ragazzo sollevò lo sguardo, lasciando mostrare un viso scavato e pallido e due occhiaie talmente profonde da sembrare un abisso.

"Cosa c'è da darmi una mossa?" scacciò via quelle poche lacrime che gli erano rimaste "Armin e Mikasa non ci sono più, Erwin è prossimo a morire. Mi dica, cosa c'è da darsi una mossa?"

Il corvino sospirò innervosito: non lo aveva mai visto in quello stato. E se da un lato lo faceva imbestialire, dall'altro lato si preoccupava per lui. Che cosa ne sarebbe stato della razza umana se l'unica loro speranza si fosse arresa?
Ma cosa più importante: che cosa sarebbe rimasto di Eren, se l'avesse lasciato solo proprio ora?
Rabbrividì al solo pensiero, ma si riscosse: adesso lui era qui e, se era un vero capitano, lo avrebbe aiutato a uscire da quel vortice di depressione.

"Eren" lo chiamò deciso.
Nessuna risposta.

"Eren" stavolta alzò di molto il tono di voce.
Nessuna risposta, però.

"Eren!" quando è troppo è troppo: lo attirò a sé, strattonandolo per il bavero della maglietta. Nel compiere questo gesto, fece cozzare le due fronti una contro l'altra. Il moro gemette, soprattutto quando vide un rivolo di sangue scendere lungo il suo viso e quello di Levi.

"Heichou..." incorniciò il viso del Caporale con le mani ed iniziò ad accarezzare vari punti di esso "Perché l'ha fatto?"

Stranamente, il gesto di tenerezza venne ricambiato con altrettanta delicatezza: "Non sono fatti di cristallo, Eren" mormorò, cercando tassativamente di evitare la zona lesa sulla fronte "Però tu lo sei... Sempre rinchiuso nei tuoi pensieri, nelle tue preoccupazioni: tutte responsabilità che non fanno altro che danneggiarti. Andando avanti così ti spezzerai..." l'intensità della sua voce si affievolì "E io non voglio lasciarti andare"

Eren non aveva mai sentito pronunciare quelle parole dal Caporale: neanche nei momenti più intimi, si lasciava sfuggire frasi del genere. Neanche per scherzo!

"Non vuoi lasciarmi..." per un attimo parve stare meglio, ma ben presto un'ombra di tristezza coprì il colore verde smeraldo dei suoi occhi "Ma Armin, Mikasa..." riprese a piangere "Se solo, se solo fossi stato più veloce ora loro sarebbero qua. Se solo avessi avuto più forza, sarei riuscito a contrastare quei giganti. Se solo..." iniziò ad andare in iperventilazione, mentre i primi tremolii si fecero vedere dalle mani.

"Eren"

"Se solo non avessi fatto di testa mia, loro..." il petto si alzava e si abbassava a velocità disumane, la vista annebbiata gli stava facendo venire un senso di nausea schifoso e nulla lo raggiungeva se non l'eco della sua voce che continuava a ripetere: "È colpa tua!"

"È colpa mia..." emulò quella frase, detta mentalmente prima "È tutta colpa mia! Se solo-"

"EREN!!" la voce del Caporale tuonò per tutta la stanza, zittendo i pensieri del moro.

"Eren! Mi senti? Guardami" poggiò di nuovo la fronte contro quella del moro, lasciando che le due piccole ferite si riaprissero "Io sono qui, non ti lascerò da solo..." piano piano, iniziava a sentire il respiro del ragazzo ritornare normale "Non pensi che Mikasa e Armin siano più felici nel vederti combattere, piuttosto che stare qui a soffrire inutilmente?"

La domanda raggiunse le orecchie del moro attutita, a causa del fischio insopportabile che gli martellava la testa. Ma il messaggio arrivò dritto dritto al suo cuore: nonostante la fermezza del suo tono, che aveva velocemente recuperato, Eren riusciva a sentire l'amore e la dolcezza che Levi ci metteva in quella frase. Per questo stette zitto, concentrandosi solo sul corpo tremolante e cercando di controllarlo: la voce del Caporale lo calmava e lo faceva sentire al sicuro.

"Eren" il corvino lo chiamò, per assicurarsi che stesse meglio. Sollevato nel vedere il petto alzarsi ed abbassarsi in modo regolare e le mani smettere di tremare, si lasciò andare contro il viso del moro permettendo alle loro labbra di sfiorarsi.
Ma non lo baciò, non per il momento almeno: aveva ancora qualcos'altro da dire.

"Non pensi che sia ora di uscire fuori da queste mura, Eren? Ti ci porterò io, lo prometto, e vedrai il mare sia per Mikasa che per Armin"

Inutile trattenere le lacrime arrivati a quel momento: gli occhi verde smeraldo si spalancarono, lasciando ben vedere la tempesta che si riversava su di essi e, con una lentezza disarmante, una prima lacrima rigò la guancia scavata. Ne seguì un'altra, un'altra e un'altra ancora: finché il viso di Eren non fu sommerso dalle lacrime del suo rimpianto.

"Armin...Mikasa..." soffiò a fatica, la voce strozzata dai singhiozzi.
Levi sollevò la frangetta imperlata di sudore, provando un misto tra la compassione e il disgusto: sicuramente, più tardi, si sarebbe lavato le mani.

"Bravo, butta fuori tutto" asciugò con un fazzoletto la fronte umida e, una volta ritenuta asciutta, ne baciò la superficie calda. Bollente, a dire la verità.
'Meglio se non gli dico della febbre' pensò, prima di allarmarsi nel vedere il corpo del ragazzo reagire all'influenza: lentamente stava iniziando a tremare di nuovo e, mischiandosi al pianto, Eren provo una sensazione nuova: faceva male, sentiva il suo corpo tutto uno schifo, aveva freddo...
Ma quelle lacrime gli stavano lavando l'anima, pulendola da quei pensieri malsani che da giorni si faceva.

"Eren, fai dei respiri profondi" mormorò secco, togliendosi il mantello per avvolgere il corpo tremante del moro. Questi obbedì, regolarizzando il respiro.
Si sentì sollevare e venire portato da qualche parte, molto probabilmente in camera.

"Levi..." pronunciò flebile, asciugandosi le lacrime con la stoffa verde del mantello.

"Shhh, adesso riposati. Parleremo più tard-"

"Stai al mio fianco..." espirò quella frase, prima di chiudere quelle due gemme verdi cariche di stanchezza e sentimenti contrastanti.

Levi abbozzò un piccolo sorrisetto, prima di baciare la guancia pallida del compagno: "Non ti abbandonerei per nulla al mondo, Eren..." riuscì a stringere la mano penzolante del ragazzo, baciandole il dorso "Il mio Eren..." 



Note dell'autrice
Fiuuu, era da un po' che non pubblicavo una storia Ereri (da tipo, un anno XD). Ma grazie al drabble event, mi hanno chiesto di scriverne una con quel bellissimo prompt che avete letto all'inizio *-*
Spero vivamente che la storia vi sia piaciuta!
Yuki

 
   
 
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