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Autore: Khailea    19/04/2017    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo:
Lighneers
Daimonas
Zero
Rika
Ailea
Hope
Grace
Johanna
Mattia
Marco
Alexander
Lacie
Astral
Khal

Ormai il sole era calato da molte ore, il cielo era diventato completamente nero e l'aria si era fatta gelida, verso quell'ora la gente iniziava ad uscire dai loro nascondigli, rendendo la città ancor meno sicura, tuttavia nessuno poteva rimanere nelle proprie case. La vita iniziava di notte infondo.
Prima di uscire Lighneers si era cambiato mettendosi dei jeans larghi, una maglietta verde ed una felpa nera col cappuccio, legandosi poi in spalla una delle numerose chitarre. Prima di uscire guardò fuori dalla finestra della propria camera cercando con lo sguardo la camera della cagnaccia.
Sorrise vedendo la donna solo in intimo trasparente, anche da lontano riusciva perfettamente a vedere i morbidi e grossi seni ed il sodo fondoschiena, grazie soprattutto alla donna che continuava a piegarsi davanti alla finestra. Leccandosi le labbra aprì completamente la propria urlando a pieni polmoni.
-Se proprio devi regalarmi la versione single player fammi provare la versione multi player!-
Subito la donna si voltò salutandolo con un gesto della mano, prima che potesse fare altro però qualcuno chiuse entrambe le tende.
-Fa niente, tanto stavo uscendo.-
Scendendo velocemente le scale si prese qualche secondo davanti alla porta per inspirare profondamente l'aria gelida della notte.
-Aaaah stasera sarà una bella serata.-
Prima di avviarsi però era curioso di quel ragazzino che aveva visto molte ore prima sotto al ponte, chiedendosi che fine avesse fatto fece per andare verso il suo nascondiglio.
Non gli ci volle molto per ritrovare quel ragazzino dai capelli castani rannicchiato tra gli scatoloni a leggere un libro, a vederlo gli faceva quasi pena, sicuramente aveva bisogno di divertirsi.
-Hey tu ragazzino.-
Lentamente Daimonas alzò lo sguardo sul ragazzo dai capelli verdi che si stava avvicinando, lo riconobbe subito, era uno dei suoi compagni di classe e più precisamente uno di quelli che causava più risse, aveva forse intenzione di picchiarlo?
"Non pensare d'essere al centro di tutto idiota."
Appena Lighneers fu vicino sfoderò un amichevole sorriso per cercare di allentare la situazione.
-Hey che ci fai qui?-
"Raccoglie margherite broccoletto, che razza di domanda idiota. Vi trovereste bene insieme a parlare."
Scuotendo la testa ignorando i commenti di Mostro Daimonas non rispose, sperando in qualche modo di spezzare l'interesse del ragazzo, se non ricordava male si chiamava Lighneers, questo però non sembrava affatto intenzionato a cedere.
-Sei di poche parole eh?Mi piace, sulle ragazze l'effetto mistero fa colpo.-
Mettendosi seduto accanto a lui tolse la chitarra dalla schiena iniziando ad accordarla.
"Ma non ha altro da fare?Fa più pena di te."
-Hey io sto andando in un bar, che ne dici vieni con me a far baldoria?-
Nuovamente Daimonas scosse la testa, non voleva andare da nessuna parte, quel posto per lui andava benissimo, gli si addiceva, non sembrava però che all'altro importasse della sua risposta, infatti afferrandolo per il braccio Lighneers lo costrinse ad alzarsi trascinandolo per le strade.
-Fantastico andiamo allora!Vedrai sarà una notte la leoni.-
Non sembrava nemmeno accorgersi dei tentativi dell'altro di allontanarsi, ormai aveva deciso che l'avrebbe portato in giro per bar e così sarebbe stato, era troppo testardo per cambiare idea.
Nel frattempo che si incamminavano le strade diventavano sempre più gremite di persone, ovunque Daimonas tentasse di guardare non vedeva altro che occhi accusatori che lo fissavano disgustati, si sentiva completamente fuoriposto e tutti lo notavano.
Dopo quasi un quarto d'ora arrivarono in una zona della città che si poteva definire ancora più malfamata, le case erano rovinate e tutta la gente era armata e pericolosa, Lighneers trascinò Daimonas in uno dei vicoli più oscuri e qui si fermò davanti ad un muro di mattoni con solo una porta di ferro arrugginita.
-Preparati piccoletto.-
Dopo aver bussato cinque volte a ritmo separato la porta si aprì, questa dava su una lunghissima scalinata alla cui fine si trovava una seconda porta, dalle fessure però Daimonas riuscì a sentire chiaramente una musica molto alta e l'odore di vari tipi di alcolici e sostanze illegali.
Senza smettere di sorridere Lighneers l'aprì facendolo entrare in una gigantesca stanza in cui echeggiava costantemente una forte musica che lo costrinse a tapparsi le orecchie, appesi al soffitto c'erano vari pali e su queste altrettante ragazze stavano ballando indossando dei completi particolarmente stretti.
Nell'angolo a sinistra c'era poi un lungo bancone in legno nascosto dietro a dei fili di ferro, per proteggere chi stava dietro assieme alle bottiglie di alcol da possibili furti o probabili risse.
Dall'altra parte si trovava un uomo alto e magro dai capelli e gli occhi neri, indossava un completo nero con un gilet verde scuro, il suo sguardo serio lasciava chiaramente intendere lo scontento che provava in quel momento.
Il resto della stanza era pieno di piccoli tavoli di legno, molti di questi rotti, ma l'attenzione di molti era richiamata da un ring nell'angolo destro, i paletti erano acuminati e coperti di sangue, le corde erano grossi fili d'acciaio, non c'era poi un tappetino su cui cadere ma solo il freddo suolo, sulla parete c'era una grande tabella su cui erano scritti col gesso vari nomi, era divisa in due parti, vivi e morti.
-Non è fantastico?-
Chiese guardando Daimonas, quel posto era un'ottima fonte di guadagno con le scommesse, soprattutto quando certe erano truccate, il ragazzo però non la vedeva così, anzi non vedeva nulla. Teneva gli occhi chiusi cercando di schiacciarsi sempre di più le orecchie che avevano iniziato a fargli male, quell'odore così forte poi gli dava un senso di nausea, in parte Lighneers lo notò ma non se ne preoccupò più di tanto, era certo d'avere la soluzione ad ogni male.
-Dai andiamo al bar ti offro da bere, ti servirà per scioglierti un po'.-
Avvicinandosi al balcone batté la mano davanti al ferro attirando l'attenzione dell'uomo dall'altra parte.
-Hey Zero come te la passi.-
-E' dall'orario d'apertura che sento le deliranti frasi di ubriaconi che vengono al mio bar solo per aumentare il loro tasso alcolico nel corpo e visto che Reika ha meravigliosamente deciso di mettermi dietro a questa gabbia di metallo per evitare spaccassi loro la faccia non posso nemmeno porre fine alle loro inutili lamentele. Inoltre, all'orario più pesante di ogni serata, arriva un ragazzino dai capelli verdi che viene sempre ad importunarmi credendo di rientrare nelle mie simpatie, tu come dici che me la passo?-
-Invidio le tue serate fantastiche amico. Allora, dove suono stasera?-
-Non suoni.-
In quel momento il sorriso sul volto del ragazzo si spense, ogni volta che aveva voglia di far musica davanti ad un bel pubblico poteva sempre andare lì, era il suo territorio.
-Come sarebbe a dire che non suono!-
-Vuol dire che non suoni, visto che è arrivato qualcuno prima di te.-
Senza rispondere il ragazzo iniziò a spingere la gente per trovare la persona che aveva deciso di morire quella sera, lasciando così solo Daimonas che, non appena se ne accorse, ne approfittò per raggiungere nuovamente la porta ed uscire, quando vi arrivò vicino scoprì che questa era chiusa a chiave.
"HAHAHAH adoro la tua fortuna lo sai?"
Provò ad aprire più e più volte ma era tutto in utile, poteva solamente aspettare che qualcuno l'aprisse...
Nel frattempo Lighneers aveva trovato l'idiota della giornata.
Era una delle ragazze in classe assieme a lui che quel giorno gli aveva tagliato la strada durante la rissa con Zell, non aveva idea di come si chiamasse ma non gli importava.
-Hey tu.-
Spostando leggermente lo sguardo Ailea fece un gesto con la testa al ragazzo davanti a lei, quella sera non aveva avuto assolutamente voglia di restare a casa a non fare nulla e visto che conosceva bene quel bar, ma che soprattutto pagavano bene i musicisti che suonavano, aveva pensato quello fosse il posto migliore in cui andare. Erano quasi tre ore che suonava ininterrottamente ma non era un problema per lei.
-Questo è il mio posto bambolina.-
-Me ne ricorderò quando me ne importerà qualcosa.-
Anche lei si era cambiata, indossava dei jeans stetti ed una felpa grigia, tenendo il cappuccio sulla testa.
Il ragazzo ancora irritato si guardò velocemente intorno, in mezzo a quel mucchio di risse c'era ancora uno sgabello intatto e, nonostante si trovasse tra le mani di un cliente che stava per sbatterlo in testa a qualcuno, lo prese sedendosi poi accanto a Ailea.
-Bene, vediamo chi ha più rock nel sangue.-
Subito il ragazzo iniziò a suonare più forte che poteva facendo vibrare le pareti del bar.
-Spaccone non è una gara a chi fa più casino ma chi resiste di più con questa canzone.-
-Non è certo un problema per me.-
La canzone che la ragazza stava suonano era piuttosto conosciuta quindi non fu un problema per lui, anzi per dimostrarle quanto fossero su due piani diversi aumentò sia il volume che la velocità, Ailea nel frattempo che osservava le sue mani rallentando gradualmente il proprio ritmo fino a fermarsi completamente.
Il ragazzo ci sapeva fare doveva ammetterlo, ed infondo fermarsi non sarebbe certo stato un problema.
-Sei bravo, penso proprio lascerò a te il palco. Infondo io ho suonato abbastanza.-
-Per il grande Lighneers questa musica è robetta da nulla. Però anche tu ci sai fare, come ti chiami?-
-Ailea, siamo in classe assieme.-
-Si questo lo so.-
-Bene, allora io vado a prendermi qualcosa da bere.-
Scrocchiandosi il collo sorridendo divertita la ragazza si sistemò la chitarra in spalla, allontanandosi dal ragazzo con un gesto della mano.
-Vai grande Lighneers!-
Lui rispose con un semplice cenno della testa ma era piuttosto soddisfatto della situazione, quella ragazza sembrava anche simpatica ed era stata abbastanza intelligente da ridargli il posto che gli spettava, per quanto si sentiva gasato avrebbe suonato per giorni interi.
Senza avvicinarsi troppo al bancone la ragazza si avvicinò alla porta d'entrata, le mani le facevano leggermente male per aver passato tutte quelle ore a studiare ma ne era valsa la pena, vestita com'era in quel posto poi nessuno le avrebbe dato fastidio. Grazie al fumo era difficile capire che fosse una ragazza, visto che teneva il cappuccio sulla testa.
Arrivata vicino alla porta notò che qualcuno si era accovacciato contro, tenendo le mani sulle orecchie.
-Daimonas?-
A causa del troppo rumore il ragazzo non riusciva a sentirla, notò la sua presenza solo quando questa gli picchiettò una mano sulla spalla attirando la sua attenzione, salutandolo poi con la mano.
-Hey tutto apposto?-
Non le ci volle molto per capire che quella non era certamente una situazione piacevole per lui, e capì anche il motivo, sorridendo divertita si portò anche lei le mani alle orecchie togliendo da queste due grossi pezzi di cotone, le erano stati d'aiuto ad attutire il forte rumore della stanza.
Porgendoglieli lasciò che lui li mettesse al posto suo.
-Non saranno il massimo ma almeno non ti romperai i timpani.-
Nuovamente Daimonas venne colto di sorpresa, già una volta l'aveva aiutato quella giornata ed ora questo. Non potendo più sopportare quel frastuono che incredibilmente era persino aumentato prese i due pezzi di cotone infilandoseli nelle orecchie, il rumore era ancora alto, ma più gestibile.
-Aspetta qui, ti faccio uscire.-
Per andarsene da lì era necessario prendere la chiave, e l'unica persona ad averla era l'assistente del gestore del locale, non era per niente facile trovarla in quel mare di gente e per questo le ci volle più tempo del previsto ma finalmente la vide.
Una ragazza minuta vestita con un abito nero a balze viola, nonostante l'aspetto il suo sguardo era glaciale e nessuno osava infastidirla, forse perché chiunque ci aveva provato si era ritrovato a terra in una pozza di sangue. Senza troppe cerimonie le si avvicinò interrompendola dal sistemare alcuni tavoli rovesciati.
-Hey, io ed un ragazzino vorremmo uscire.-
-Andate a cercare l'educazione?-
Non era mai facile approcciarsi con lei, ma non per questo si poteva evitarlo.
-Abbiamo solo bisogno della chiave...-
Alzando gli occhi al cielo la ragazza velocemente arrivò alla porta, camminava così velocemente che sembrava in grado di volare, non appena aprì la porta guardo sia lei che Daimonas.
-Sbrigatevi.-
-Grazie mille.-
Prendendo il ragazzo per le spalle si affrettò ad uscire prima che Reika chiudesse nuovamente, il rumore era notevolmente diminuito e la musica dall'altra parte della stanza si sentiva appena.
-Uff, non mette certo gli ospiti a suo agio.-
Togliendosi i pezzi di cotone dalle orecchie Daimonas guardò Ailea, incerto se ringraziarla o andarsene subito da lì, infondo però era già la seconda volta che era gentile con lui...
"Quegli occhiali le stringono troppo la testa."
-Senti come mai eri lì?Non per offenderti ma era evidente non fosse il tuo posto.-
Non poteva certo offenderlo la verità, nessun luogo era adatto a lui.
-Mi ci ha portato un nostro compagno di classe...-
-Un nostro compagno...aspetta parli di Lighneers?-
Dopo un cenno d'assenso di lui la ragazza rise leggermente.
-Ma pensa un po', non mi aspettavo di vedervi entrambi lì dentro, soprattutto tu.-
Abbassando il capo il ragazzo si sistemò il cappello sulla testa, nascondendo ancora di più il viso, Ailea lo notò e pensò di averlo veramente offeso. Subito s'inginocchiò per riuscire a guardarlo negli occhi, non solo perché teneva lo sguardo basso ma anche perché era più basso di lei.
-Hey non è una brutta cosa, quello è un postaccio persino per questa città. Vedilo più come un complimento.-
-Grazie allora...-
Sorridendo la ragazza si appoggiò alla parete, in quel momento Daimonas notò i segni rossi che aveva sulle labbra, delle ferite ancora recenti.
-Cosa ti sei fatta?-
-Mh?Parli delle labbra?Nulla di che, una prova di nuovi piercing finita male.-
Era certo non fosse solo quello ma poteva capire perché mentiva, infondo non si conoscevano nemmeno.
-Adesso che farai?Io non posso allontanarmi ancora dal bar.-
-Credo...andrò a farmi un giro.-
Mentì, sarebbe tornato al ponte ma certamente se glielo avesse detto l'avrebbe fermato.
-Divertiti allora, io devo aspettare che Lighneers finisca, sai in questo bar i musicisti vengono pagati in base al numero di canzoni, e prima mi sono registrata io.-
Quindi anche se stava suonando un'altro i soldi sarebbero andati a lei, forse il ragazzo non l'avrebbe presa male, dopotutto sembrava divertirsi.
-Allora ci vediamo domani a scuola.-
Dopo qualche istante il ragazzo si affrettò a tornare al proprio ponte, salutandola solo con un debole cenno della testa. Non voleva lasciarsi ingannare e provare nuovamente un sentimento di sicurezza, come tutte le altre volte sicuramente sarebbe stata solo una falsa felicità...
Come una silenziosa ombra indifferente al resto del mondo tornò nell'unico posto in cui poteva veramente stare...

Zell si era allentato per tutto il pomeriggio, riposandosi solo qualche ora prima di uscire, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé camminò a lungo fino a raggiungere quello stretto vicolo che ormai conosceva molto bene.
In quella città potevi sopravvivere in vari modi ma alla base c'erano solo due categorie di persone, i cervelloni che sfruttavano le loro capacità per ingannare la gente e quelli con i muscoli, lui non era una cima a scuola, nonostante avesse quella giusta dose di furbizia e buonsenso che non lo faceva stare al di sotto della media, tuttavia non si trovava a suo agio a racimolare soldi sfruttando le carenze altrui, non gli era rimasta altra scelta perciò che usare la sua bravura nella lotta e vincere i soldi delle scommesse.
Non era difficile, trovava qualcuno che puntasse su di lui, visto non poteva puntare su se stesso, e quando vinceva dividevano il guadagno, che gli era sempre bastato a pagare sia la scuola che il dormitorio.
Quella sera aveva deciso di andare in uno dei bar in cui riusciva a fruttare di più, notò però qualcuno accovacciato davanti alla porta dell'entrata.
La riconobbe appena con il cappuccio in testa ed una sigaretta tra le labbra, senza la divisa scolastica poi, quando anche lei lo notò il suo viso sembrò divertito.
-Cos'è c'è un raduno della nostra classe oggi?-
-Come?-
-Lascia stare, tu sei Zell giusto?Hai tirato qualche pugno a Lighneers oggi.-
-Ah si, prima che tu passassi tra noi, sei...Ailea vero?-
Prendendo una boccata dalla sigaretta la ragazza annuì.
-Devi lottare?-
-Come fai a saperlo?-
Era certo di non aver detto a nessuno dei suoi "lavori"e di sicuro non l'aveva potuto vedere lottare, se ne sarebbe accorto altrimenti.
-So che sei bravo nelle lotte, so che qui si vince bene nelle lotte...due più due insomma.-
Sorridendo nuovamente la ragazza si alzò lasciando che il ragazzo si avvicinasse alla porta, prima di aprirla però lui la guardò.
-Ti va di scommettere su di me?-
-Come mai me lo chiedi.-
-Beh...se vinco allora puoi guadagnarci qualcosa no?-
Voleva fare la scena del ragazzo gentiluomo senza smascherare troppo il suo intento, se la voce si fosse sparsa tra la scuola certamente non sarebbe stato semplice continuare a trovare qualcuno che scommettesse con lui per poi dividere il guadagno.
-Non penso te ne importi molto di questo, cosa ci guadagni tu?-
Non era una sciocca, sapeva bene che qualsiasi cosa la gente facesse era per via di un secondo fine, potevano sembrare tutti brave persone ma alla fine l'obbiettivo era sempre personale.
-Facciamo così, se io vinco ti do una parte del guadagno.-
La ragazza si prese qualche minuto per rifletterci, se anche non avesse mantenuto la parola aveva comunque i soldi che aveva fatto suonando, se l'avesse mantenuta ci avrebbe guadagnato ancora di più...
-Ci sto.-


-Grace andiamo io sono pronta da quasi un'ora!-
-Uffa non mi va di andare a quella mostra d'arte...-
Qualche giorno prima mentre andava a fare la spesa Hope aveva sentito alcune persone parlare di una mostra d'arte di strada, non sarebbero stati i quadri di pittori famosi ma comunque avrebbe potuto vedere qualche nuova tecnica di pittura, il posto inoltre era vicino a dove lavorava Grace quindi aveva pensato bene di farsi accompagnare da lei. Purtroppo il suo turno sarebbe incominciato solo un'ora dopo.
Per uscire si era messa una maglia a maniche corte bianca, dei pantaloncini azzurri ed un paio di pantacalze nere, lasciando i lunghi capelli marroni sciolti.
Grace era ancora nella propria stanza e stava decidendo se portarsi o meno un cambio di vestiti, lavorava in una particolare palestra in cui i clienti per allenarsi non usavano i manichini ma chi vi lavorava, a lei che era comunque quella con meno esperienza lasciavano i clienti più semplici da gestire ma non per questo non faceva fatica. Si era messa delle normali calze blu ed una canotta nera, certamente fuori faceva freddo ma le sarebbe bastato mettersi una giacca.
-Sei pronta?-
-Si si arrivo. Caspita quanta fretta che hai.-
-Non voglio arrivare in ritardo quando inizieranno tutto qui.-
Chiudendo a chiave la porta di casa le due si avviarono verso il luogo della mostra, fuori c'era molta gente ma sapevano che non significava per forza più tranquillità, in quei momenti entrambe erano felici di non essere uscite da sole.
La mostra si trovava in una zona particolarmente illuminata, quando non facevano cose simili la gente si esibiva in concerti, c'erano già molte persone che tra le mani tenevano delle bombolette spary ed aspettavano solo di sentire il fischio d'inizio gara.
La maggior parte delle persone che li stava osservando erano ragazze, una in particolare si spostava velocemente, come alla ricerca di qualcuno, visto il suo volto visibilmente preoccupato Hope le si avvicinò.
-Scusami va tutto bene?-
La ragazza si fermò appena per rispondere alle due, era veramente bellissima con lunghi capelli biondi ed occhi verdi.
-In verità sto cercando due miei amici, non sono di questa città e ho paura...-
Prima che potesse finire la frase venne interrotta dall'urlo di due ragazzi che le corsero incontro.
-Johanna!Johanna siamo qui!-
-Marco!Mattia!-
La ragazza corse loro incontro abbracciandoli felice, le due ragazze guardarono la scena intenerite, non si vedeva tutti i giorni qualcuno abbracciarsi per strada in quella città.
-A quanto pare non avevi bisogno del nostro aiuto.-
Disse Grace scherzosa, la ragazza sorrise imbarazzata.
-Scusatemi, grazie però per esservi avvicinate, nessuno è stato molto gentile con me da queste parti...-
-Ti capiamo benissimo.-
-Molto piacere, il mio nome è Johanna, ma forse questo l'avevate già capito, loro sono Marco.-
Disse indicando il ragazzo dai capelli viola, passando poi all'altro con i capelli azzurri.
-E lui è Mattia.-
-E' un vero piacere conoscervi, io sono Grace e lei è Hope.-
Mattia si avvicinò alle tre portando un braccio attorno a Johanna.
-Se avete aiutato la nostra Jo Jo vi ringraziamo molto.-
-Vero, questa città non è molto tranquilla, abbiamo fatto fatica ad arrivare fin qui.-
Disse Marco passandosi una mano tra i capelli.
-Mi dispiace ragazzi...ve lo avevo detto che non era il caso venire qui...-
-Per te questo è altro Jo Jo.-
Alle parole di Mattia la ragazza arrossì leggermente abbracciandolo, questo rise accarezzandole poi la testa, Hope e Grace li trovarono adorabili.
-Siete qui anche voi per la mostra?-
-Si, dovrebbe iniziare tra poco a quanto mi sembra.-
-Potremmo vederla insieme, la mia amica Grace tra poco dovrà andare a lavorare ed io...non ho molta voglia di restare da sola.-
-Volentieri.-
Rispose Johanna sorridendo dolcemente, dopo pochi minuti la mostra iniziò ed i vari artisti presero a dipingere con grande foga, c'era chi ritraeva un combattimento, chi una creatura mostruosa, i soggetti per lo più erano inquietanti ma mentre li guardava Hope dovette ammettere che erano veramente bravi...


Un colpo alla testa, una veloce schivata, l'ennesimo colpo parato.
Dopo aver fatto la scommessa Ailea si era sistemata in un angolo della stanza per poter assistere con calma all'incontro di Zell.
Il ragazzo fino ad ora era riuscito a tener testa al suo avversario, lasciandosi colpire di tanto in tanto per far sì la gente non credesse imbrogliasse. Il labbro inferiore era spaccato ed il naso sanguinava leggermente, ma la cosa non lo infastidiva, era più il sudore che gli colava dalla fronte ad irritarlo, quel posto assomigliava ad una fornace quando si lottava. Con una scivolata il ragazzo mirò al ginocchio dell'avversario, rompendolo con un solo colpo e facendo sbilanciare l'altro verso i paletti affilati dietro di lui, prima che potesse cadere però gli tirò un forte calcio alla schiena che lo fece cadere dalla parte opposta.
Per vincere non aveva bisogno d'altro che la sua forza, non gli servivano certi mezzucci. La folla incitava entrambi a continuare ma era ovvio che ormai solo uno poteva andare avanti.
Con un ultimo disperato tentativo l'avversario cercò di colpirlo allo stomaco per farlo quantomeno indietreggiare verso le corde di metallo, queste non erano perfettamente lisce ed in alcuni punti potevano aprire grosse ferite, la sua mossa però fu del tutto inutile contro Zell.
Questo infatti nuovamente lo schivò ed afferrandolo per la vita lo sollevò, facendolo cadere a terra schiacciandolo poi con il suo stesso peso, bloccandogli con le braccia la testa impedendogli così di respirare.
Dopo pochi secondi questo svenne decretando così la vittoria del biondo, alcuni gioirono mentre altri furiosi gli lanciarono addosso delle bottiglie, imprecando selvaggiamente.
Non era la prima volta che il pubblico reagiva così ma a lui non importava, si allenava per combattere e, oltre ai soldi, non aveva altri motivi per restare lì, non aveva mai lasciato però scrivessero il suo nome su alcuna lavagnetta, dava sempre un nome falso, non aveva bisogno di fama.
Uscendo dal ring andò incontro a Ailea che si avvicinò sorridendo.
-Grandioso, hai fatto proprio una bella lotta.-
-Grazie, quanto abbiamo vinto.-
-3200 jewel. Niente male direi.-
-Vero, quanto vuoi fare della vincità?Sessanta quaranta?-
-Mi accontento del dieci percento.-
-Così poco?-
Il ragazzo la guardò dubbioso, di solito quelli con cui faceva le scommesse chiedevano molto di più.
-Non ti sto fregando, è che semplicemente non mi va di tornarmene a casa con troppi soldi in tasca.-
-Va bene, ti credo meglio per me no?-
-Dopo quel labbro gonfio direi che te lo meriti.-
Avvicinandosi al bancone per ritirare la vincita videro che c'era anche qualcun'altro che chiedeva un compenso.
-Come sarebbe a dire che non mi pagate ho suonato per due ore!-
-Non eri registrato.-
-Ma se ero l'unico a suonare.-
-A dire il vero c'ero anche io.-
Sorridendo Ailea s'intromise nella discussione tra Zero e Lighneers, che la guardò confusa.
-Vorrei ritirare il pagamento e i soldi della vincita.-
Mentre silenziosamente l'uomo le consegnava il denaro Lighneers osservava la scena perplesso.
-Mi hai usato per fare più soldi?-
-No no non direi così, tu volevi suonare, io volevo riposarmi, tutto qui.-
Il ragazzo rimase qualche attimo in silenzio, non la stava prendendo così male dopotutto, certo i soldi erano importanti ma anche fare musica lo era.
-Ci si vede a scuola.-
Sia Zell che Ailea si allontanarono uscendo dal bar, dietro al bancone intanto Zero osservava la scena divertito.
-Ti ha fregato genio.-
-Nah, mi rifarò, nessuno la fa in barba a Lighneers.-
-L'ho visto.-
Intanto fuori dal bar Ailea aveva consegnato a Zell la propria parte della vincita, lasciandosi solo quanto aveva detto.
-Bene, allora ci vediamo a scuola.-
-Certo, e non preoccuparti, non ti farò pubblicità sul fatto che lotti.-
-Grazie.-
Era una ragazza più sveglia del previsto, aveva capito quel particolare anche dal fatto che non aveva dato il suo vero nome, alla fine però andava bene così, aveva accumulato nuovamente una quantità di soldi necessaria ad andare avanti e poteva finalmente andare a casa a riposarsi.
Ailea nel frattempo si era già allontanata e, tenendo i soldi nascosti, stava camminando per le grandi strade della città, ormai queste erano nuovamente vuote vista l'ora, qualcosa però la fece sentire osservata.
Si voltò più volte senza vedere nessuno, la sensazione però non sparì nemmeno arrivata vicino a casa, stando attenta a non farsi sfuggire indizi la ragazza chiuse la porta alle proprie spalle, controllando che non ci fosse nessuno.
Non appena notò che Morgana era serena si rasserenò, lei era meglio di un allarme, forse era stata solo la sua immaginazione.

Durante la mostra la gente era aumentata sempre di più, ed i dipinti erano uno più bello dell'altro, Grace era ormai andata via da qualche ora ma Hope era comunque in buone mani, quei ragazzi erano molto simpatici ed aveva scoperto che lei e Johanna andavano perfino nella stessa scuola.
Stavano nuovamente facendo il giro dei dipinti quando Hope notò tra la folla una persona a lei familiare, il ragazzo che quel giorno l'aveva trovata.
Alexander osservava come lei interessato i vari dipinti, non c'era più quell'insopportabile folla di ragazze ma solo calma, alle orecchie teneva delle cuffie da cui ascoltava della musica.
-Ragazzi torno subito.-
Senza aspettare risposte la ragazza corse da lui, battendogli leggermente la mano sulla spalla. Quando lui la guardò sembrò sorpreso, effettivamente il ragazzo non si aspettava di incontrarla lì.
-Ciao.-
Fece lei titubante ed imbarazzata, ancora non sapeva come guardarlo vista la freddezza che aveva avuto quel pomeriggio con lui.
-Ciao.-
-Scusami se ti disturbo...ma...ti volevo chiedere scusa.-
Lui la guardò confuso.
-E per cosa?-
-Oggi non mi sono comportata bene con te, mi sei venuto a cercare e non ti ho nemmeno ringraziato...-
-Solo perché me lo ha chiesto il professore.-
Fece lui abbassando lo sguardo, anche lui iniziava a sentirsi in imbarazzo, eppure quella era la prima volta teneva una conversazione normale con una ragazza.
-Beh, comunque ti ringrazio, se non mi avessi trovata magari sarei ancora lì.-
-Non sarebbe stato poi così male, si vede bene il cielo da lassù.-
Ridendo leggermente la ragazza annuì, guardandola meglio Alexander pensò fosse molto carina.
-Hai ragione, è bello guardarlo, anche se con gli alberi qui attorno non è semplice.-
-Vero...sei qui da sola?-
-No a dire il vero ero venuta con una mia amica ma ho incontrato una studentessa della nostra scuola. Ti vuoi unire a noi?-
-A dire il vero adesso devo andare.-
-Oh...capisco.-
In qualche modo il ragazzo si sentì dispiaciuto, soprattutto vedendo l'espressione delusa di lei.
-Ma ci vediamo domani a scuola no?-
La ragazza alzò lo sguardo, stavolta sorridendo, aveva temuto lui non volesse stare in sua compagnia per come si era comportata, ma se le aveva detto così allora si sentiva più tranquilla.
-Certo!E se non mi vedi sarò di sicuro sul terrazzo a guardare il cielo.-
Sorridendo Alexander la salutò, allontanandosi lentamente dalla mostra, girandosi più volte però verso la ragazza che ogni volta lo salutava nuovamente, e lui le rispondeva con un cenno della mano.

Molte persone avevano avuto serate movimentate, altre però avevano preferito restare tranquilli nella comodità della propria casa, tra queste persone c'erano Astral e Lacie.
Dopo aver pranzato la ragazza era subito a farsi una doccia calda, non amava l'acqua perciò non era stato semplice per Astral convincerla ad entrare, ma alla fine quando entrava vi rimaneva per ore ed era quasi più difficile farla uscire che entrare.
In quei momenti di pace il ragazzo ne approfittava per sistemare la casa e controllare che non ci fosse nulla d'importante da fare, visto che aveva già sbrigato tutte le faccende si sistemò sul divano aspettando la sorella.
Nell'attesa aveva messo dei chicchi d'uva all'interno della pistola e, lanciando in aria degli aerei di carta, colpiva loro le punte facendoli cadere a terra, ogni colpo era più preciso degli altri.
-Nyaaaa ASTRAL!-
La pace però non durò così tanto quanto aveva pensato, la ragazza era uscita dalla doccia senza nemmeno cambiarsi ed era subito corsa ad abbracciare il fratello, inzuppando così sia lui che il divano.
-Lacie lo sai che devi asciugarti prima di muoverti per casa!-
-Nyaa non mi va è noioso!-
Senza lasciare la presa sul fratello la ragazza mosse velocemente la testa schizzando così tutta l'acqua che aveva tra i capelli attorno a loro, sembrava quasi avesse diluviato all'interno della stanza.
-Andiamo Lacie così ti prenderai un raffreddore.-
-Nya no, portami tu se proprio devo!-
Sospirando il ragazzo si alzò a fatica dalla poltrona tenendo tra le braccia la sorella, questa oltre ad essere zuppa era ancora coperta di schiuma che le nascondeva fortunatamente il prosperoso seno e le altre zone private, d'istinto il ragazzo lanciò un'occhiataccia alla finestra, questa però aveva le tende chiuse quindi era improbabile che qualcuno la vedesse.
Velocemente il ragazzo salì le scale rischiando più volte di cadere, Lacie non stava ferma un attimo e se lo faceva pochi istanti dopo riprendeva a muoversi come un'ossessa. Quando finalmente arrivarono al bagno ancora lei non voleva lasciarlo andare, lo costrinse così ad asciugarla in quella scomoda posizione.
Certo non gli rendeva la vita facile ma anche per questo le voleva bene.
-Nya Astral guardiamo un film!-
-Che film ti piacerebbe guarare?-
-Gli Aristogatti Nya!-
-Ma è da due settimane vediamo solo quel film...-
-Nya guardiamo quello nya guardiamo quello!-
Era impossibile dirle di no quando faceva così, era talmente testarda che nessuno avrebbe potuto resistere a lungo senza accontentarla, prima di mettere il film il fratello pretese però che lei si rivestisse.
Mentre lui stava sistemando la cassetta per far partire il film lei si era messa una canotta scollata con un gatto grasso disegnato sopra e dei pantaloncini gialli che le mettevano in mostra i fianchi.
Subito la sorella si accoccolò tra le braccia del fratello esultando ad ogni battuta del film ed imitando le canzoni, anche se l'avevano visto così tante volte c'erano ancora alcune battute che lui non aveva mai sentito, lei invece le ricordava tutte a memoria e non mancava di dimostrarglielo.
Mentre riguardavano il film per la seconda volta la ragazza si era ormai addormentata, era così tenera appoggiata alla spalla del ragazzo, con le orecchie che di tanto in tanto si muovevano.
Era la cosa più bella della sua vita.


La luna era ormai alta nel cielo quando il suono di un flauto iniziò ad echeggiare nell'oscurità.
Come ogni sera la Seraph dopo aver mangiato si era recata dalla foto del nonno per raccontargli di come fosse andata la giornata, sapeva di star parlando ad una semplice foto ma non poteva rinunciare all'ultima cosa che li teneva legati.
Ogni giorno quando era vivo prima di lasciarla andare a dormire le faceva raccontare tutto ciò che aveva fatto durante la giornata, era una loro tradizione.
Sapeva che non sarebbe stato contento di certe cose, come il fatto che fosse arrivata in ritardo a lezione ricevendo così una punizione, ma non mancava mai di parlargli anche delle cose meno belle.
Gli raccontò dello scontro con Ailea parlandone nei minimi dettagli, di come trovava sbadato Astral e del silenzioso ragazzino che avevano aiutato.
Parlò poi degli allenamenti a cui si era sottoposta durante il pomeriggio, non aveva smesso nemmeno per un istante ed il suo corpo ne risentiva.
Un guerriero deve capire quando fermarsi per far riposare il corpo, altrimenti lo distruggerà, spesso glielo diceva ma lei era ancora troppo testarda per interrompere gli allenamenti solo per la stanchezza.
Dopo aver rivolto un'ultima preghiera la ragazza era salita sul tetto portando con sé un flauto, ogni sera suonava le stesse note al chiarore della luna, in qualche modo questo la faceva sentire a chi non c'era più, ai suoi genitori che non avevano potuto vederla crescere.
Si chiedeva spesso come sarebbe andata la sua vita se le cose fossero state diverse, magari non avrebbe vissuto in quella città, non avrebbe dovuto allenarsi ogni giorno, oppure chissà, non poteva saperlo.
Forse anche questo la turbava, il non sapere cosa aveva perso.
Tutto ciò che poteva fare in quel momento però era suonare alla luna... 

   
 
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