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Autore: DD_Diddi    19/04/2017    2 recensioni
25 gennaio, Matt si ritrova pensare al passato. A dei piccoli ricordi di Mello e di ciò che più lo caratterizza: il suo animo di fuoco. In quella notte così buia può solo pensare a quello.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Matt, Mello
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non mi hai mai insultato come quella notte

 

Mi ricordo bene la prima volta che mi urlasti addosso, eri arrivato da poco alla Wammy's House.

Eri abituato a essere guardato con timore ed inferiorità da tutti gli altri bambini, ricordo bene il sorriso trionfante e gli occhi da tigre che avevi quando giravi per i corridoi o per il cortile. Sei sempre stato così sicuro di te da mettere in soggezione chiunque e ricordo anche quando un bambino, Chris mi sembra, ti schernì dicendoti che dovevi essere una femminuccia, che eri solo apparenza.. lo picchiasti con una forza che non pensavo che un bambino di sette anni potesse avere, mi sei sembrato una iena e ho ringraziato che Watari fosse arrivato subito a dividervi. Chris era stato portato in infermeria e Watari dovette cambiare occhiali visto che nella foga glieli ruppi con una gomitata. Solo io e Near non ti guardavamo, non ti temevamo. Io impegnato con qualche videogames e lui con i suoi giocattoli. Se noi non fossimo stati in stanza insieme non credo avremmo mai parlato ed ora non sarei qui a Tokyo con te. Ricordo che le prime volte, dopo esserti classificato secondo nei vari test a cui eravamo sottoposti, ti limitavi a guardare Near di traverso e lui non ci badava, così gli inveivi contro qualche parola o qualche scusa per cui lui era stato avvantaggiato. Per il resto della giornata eri suscettibile, non potevo nè parlarti nè guardarti senza che mi urlassi "Va via Matt!"

Un giorno però non dissi niente quando sapemmo i risultati, rimasi zitto fino a quando entrammo in camera e mi urlasti addosso che era tutta colpa mia, che il mio pigiare i tasti della play o dell' x-box o "qualsiasi altro schifo con cui ti diverti invece di starmi lontano" ti deconcentrava, che ti parlavo solo per distoglierti dalla gara e permettere a Near di vincere, perchè in realtà avevo sempre finto tutto e il mio amico era lui. Mi dissi che ero un idiota a pensare che non l'avresti capito, che volevi cambiare camera perchè il mio presunto doppio gioco ti disgustava, che ero un buon a nulla e avevo dovuto allearmi con Near per essere qualcuno.

Io fissai sbigottito e confuso il modo in cui tremavi, come stringevi i pugni e i tuoi occhi incredibilmente sbarrati dai quali scendevano delle lacrime causate dalla rabbia che avevi addosso. Quando finisti di urlare mi avvicinai al mio comodino e presi una barretta di cioccolata che avevo portato via dalla mensa, pensando di potermela gustare più avanti. Te la diedi accennando un sorriso e averti detto che non c'era nulla di meglio per distendere i nervi; dopo averla guardata per un istante me la strappai dalle mani e ti rilassasti sul tuo letto mentre la mangiavi. Da quel giorno non vidi più cioccolata visto che te ne appropriavi tu, ma non smisi di urlarmi addosso; certo, non più per la mia sospetta alleanza con Near, ma per altre piccole cose da coinquilini.

Devo dire che il tuo repertorio di insulti si è ingrandito negli anni, specie quando ti ho rivisto. Quando ho raccolto il tuo corpo sciolto dalle macerie dopo che ti sei fatto esplodere, giuro che pensavo mi saresti colato dalle mani appena ti ho visto.

Non mi hai mai insultato come quella notte, quando ho dovuto toglierti quei vestiti di pelle e medicarti. Quando ho dovuto tagliarli con il coltello per levarli e ho dovuto sentire i tuoi urli misti a insulti che capivo a metà quando sfioravo la pelle. Quando ho dovuto aspettare che l'anestetico facesse effetto, mentre mi urlavi addosso cose senza alcun senso, mentre pregavi che quel dolore cessasse. Gli insulti di quando ti ho medicato l'ustione, l'ho disinfettata e pulita.

Mi chiedo dove avessi la forza di gridare in un momento simile, dove chiunque altro sarebbe svenuto dal dolore.

Mi chiedo perchè quella notte riuscissi a gridare, mentre stasera, 25 gennaio, fissi in silenzio il pavimento e non mangi la tua cioccolata.

Voglio che mi insulti, odio il tuo silenzio. Insulta la puzza di fumo che lascio, insulta qualsiasi cosa in questo schifo di appartamento ma ti prego non restare in silenzio, immobile. Non lasciarmi pensare a domani, voglio stare con te stasera. Posso sopportare le tue imprecazioni verso di me, anche quelle che non pensi davvero, ma non questo silenzio. So bene perchè proprio io sono qui con te, anch'io ti ho sempre voluto bene Mello.  

  
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