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Autore: FreddyOllow    20/04/2017    0 recensioni
[Fallout: New Vegas]
Durante i suoi viaggi il corriere incontra uno strano scienziato nei pressi di Novac.
L'uomo sta studiando una specie chiamata i Lakelurk.
E' intenzionato a pagare bene qualsiasi mercenario disposto a proteggerlo durante le sue ricerche.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, sole survivor maschio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il gruppo procedeva a rilento. Avevano percorso diversi chilometri nel deserto del Mojave. Non avevano incontrato problemi rispetto la volta precedente. Il dottore era però pensieroso. Il corriere se ne era accorto, ma faceva finta di niente. 

Raggiunsero un vecchio edificio malridotto per metà crollato, sembrava abbandonato. I mercenari controllarono l'interno, nel mente il corriere, Ginevra e il dottore rimasero all'esterno. Dopo una decina di minuti i mercenari uscirono dall'edificio.

<< L'edificio è libero >> disse il capo mercenario.

<< Ottimo >> rispose il corriere << passeremo qui la notte >>

<< Non credo sia una buona idea >> rispose il dottore ansioso.

<< Perché? >>

<< Siamo troppo esposti >> aggiunse questo << L'edificio è instabile. Potrebbe crollarci in testa da un momento all'altro >>

<< Preferisci dormire in mezzo ai Gecki? >> disse Ginevra.

<< No di certo, ma basta anche una granata per far cadere il tetto sopra di noi >>

<< Ti preoccupi troppo, dottore >> rispose il corriere << Nessuno si avvicinerà a questo luogo e se lo farebbero, beh, finirebbe davvero male per loro >>

Il dottore rimase in silenzio. Il gruppo entrò nell'edificio, sistemandosi in una stanza le cui finestre erano state sbarrate con delle assi di legno marce. I mercenari posarono per terra i loro zaini. Il dottore invece, posò la sua roba dall'altra parte della stanza, mentre il corriere posò tutto all'ingresso, dietro un bancone. Ginevra sparì totalmente, per poi ritornare senza zaino. Non si fidava di nessuno di loro. Aveva nascosto il suo zaino da qualche parte, lontano da occhi indiscreti. 

Poco dopo la donna si avvicinò al corriere, che era appoggiato con la spalla sinistra, sotto l'arco della porta d'ingresso, con le mani conserte, intento a scrutare eventuali minacce.

<< Resterò io di guardia >> disse lei. Il corriere nemmeno si volse per parlargli.

<< Scordatelo >> rispose il lui.

<< Insisto >> la donna incrociò le braccia.

<< Perdi tempo >> tagliò corto il corriere.

<< Allora farò la guardia anch'io >> Ginevra serrò gli occhi in segno di sfida.

<< Riposa >> disse il corriere << Domani sarà una lunga giornata >>

Ginevra non disse nulla e si sedette su un pezzo di muro crollato, nel mentre il corriere rimase impassibile sotto l'arco della porta d'ingresso.

Nel frattempo il dottore finì di sistemare il suo zaino e stese per terra un sacco a pelo, nel mentre i mercenari discutevano tra loro. Il capo mercenario controllò che le assi del legno sulle finestre fossero abbastanza resistenti da non essere distrutte in caso di attacco. Non appena con la mano mise un po di forza sull'asse, questa si spezzò. Gli altri, attirati dal rumore, si voltarono verso di lui.

<< Abbiamo un serio problema >> aggiunse il capo mercenario, con l'asso di legno in mano.

<< Che vuoi dire? >> chiese un mercenario.

<< Dobbiamo mettere qualcosa vicino alle finestre. Queste assi di legno non reggerebbero a un attacco >>

I mercenari si guardarono tra loro, e infine, lo stesso mercenario che aveva parlato prima, rispose << Che dobbiamo mettere? >>

<< Mettete quegli scaffali contro le finestre >> disse il capo mercenario, indicandoli con il dito.

Mentre i mercenari facevano questo, il dottore si sedette sul pavimento con la schiena contro il muro. Aprì il suo taccuino degli appunti e si mise a leggere. Poco dopo prese un documento dal suo zaino e iniziò a scrivere sia sul taccuino che sul documento. 

"Non so come finirà questo viaggio, ma voglio credere che finirà nei migliori dei modi. Sono ancora lontano dal mio attuale obbiettivo: I Lakelurk. Ancora non ho nulla in mano e in più ho aspettato l'ordine dai piani alti per intraprendere questa ricerca. Se fosse stato per me sarei partito mesi fa. Ora voglio credere, almeno questa volta, che le mie ricerche possano concludersi una volta per tutte, senza troppi intoppi. "

Il dottore continuò a scrivere, passando infine a riesaminare i suoi vecchi dati sui Lakelurke. Né era ossessionato. Voleva a tutti costi scoprire di più su questi mutanti. Anni fa aveva cercato di fare pressione ai suoi superiori a finché finanziassero queste ricerche, ma fu del tutto inutile. Credevano che fosse inutile sprecare tempo e risorse in una simile ricerca. Altre priorità andavano perseguite. La legione di cesar era una di queste. Con il passar del tempo alcuni scienziati appoggiarono le ricerche del dottore e così alcuni superiori finanziarono questa ricerca, ma alla fine ritirarono i loro tappi da questo progetto. Il dottore non seppe mai il motivo. Tutt'ora se lo chiedeva. Ma ora, dopo alcuni mesi, i suoi superiori gli avevano dato nuovamente il permesso, ma questa volta non era finanziato da nessuno. Tutti i tappi che avrebbe avuto come ricompensa, l'avrebbe ricevuti solo alla conclusione delle ricerche, ma su questo non aveva certezze.

Il capo mercenario, assieme ai suoi mercenari, finì di spostare gli scaffali.

<< Tornate pure ad oziare >> scherzò il capo mercenario << se vi vedo grattarvi le palle giuro che vi ammazzo >> continuò ridendo, ma i mercenari sapevano bene che non stava scherzando. 

<< S-siamo sempre vigili, s-signore >> disse un mercenario con voce tremante.

<< Di questi tempi >> sorrise il capo mercenario << ritrovarsi con una pallottola in fronte non è molto difficile >> 

Tutti i mercenari si guardarono e sorrisero. Era chiaro che era una minaccia. Tempo a dietro, il capo mercenario, uccise un suo uomo solo perché era andato a pisciare senza avvisare che lasciava la postazione di guardia. Prese la pistola e freddamente gli sparò in fronte, senza troppi fronzoli. Era risaputo che era un coglione, ma era altrettanto schizzato e questo impauriva i mercenari.

Dopo un po si congedò dai suoi uomini e si diresse verso il corriere, che era ancora lì. Ginevra era ancora seduta al solito posto.  Guardò il capo mercenario con aria sprezzante, lui fece altrettanto. 

<< Corriere >> aggiunse lui << Presto farà notte. Metto un mio uomo di guardia? >>

<< No >> rispose il corriere, senza voltarsi << Farò io la guardia >>

<< Dovete riposare >> disse il capo mercenario << Avete bisogno di riposo. Lasciate che se ne occupi un mio uomo >>

<< Non preoccupatevi. Questa notte faccio io la guardia >>

<< Okay, non insisto >> il capo mercenario si volse verso Ginevra << Anche lei farà la guardia? >>

Il corriere non rispose.

Il capo mercenario non disse più nulla per paura di far incazzare il corriere, così lo salutò, tornando dai suoi uomini.

 Il sole lentamente calava, lasciando il posto all'oscurità. Tutto era piombato nel silenzio. Ogni tanto in lontananza si udivano i versi di alcuni Gecki o qualche sparo, ma finivano inghiottiti dal silenzio. Tutto era calmo. Solo il dottore creava un po di baccano nel mentre spostava un marea di fogli e documenti che erano per terra. Tutto era piombato nell'oscurità totale, finché il dottore non accese la sua lampada ad olio. La luce squarciò l'oscurità, illuminando debolmente la stanza.

All'ingresso invece, era tutto buio. Il corriere si era seduto su un cumulo di macerie con la sguardo diretto all'ingresso, mentre Ginevra era ancora seduta al solito posto, ma stavolta aveva il fucile da cecchino appoggiato sulle sue cosce. Nessuno dei due parlava e nessuno dei due si guardava. Tutto era calmo e oscuro.

   
 
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