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Autore: Deadpool96    20/04/2017    0 recensioni
La storia di Caesar Mask e dei suoi sei allievi da quando reclutò Lilith all'inizio di "Faida di Sangue".
Di come si siano trasformati in delle perfette macchine di morte e quali sono le origini di ognuno di loro.
Torno così a farvi compagnia in questo fandom dopo tre anni e dopo essere decisamente migliorato nello scrivere ( almeno spero ).
Genere: Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Rio: una delle città più belle e famose di tutto il Brasile.
Le immense spiagge attirano turisti da tutto l’universo, una rara perla del pianeta terra, ma Rio non è un paradiso per tutti, nelle favelas dilaga sofferenza e criminalità, questo lo sa chiunque: dagli abitanti della città alle migliaia di turisti e lo sapeva anche Caesar Mask altrimenti non sarebbe mai andato in quel luogo dimenticato da Dio per cercare e trovare l’ultimo membro del suo squadrone della morte tanti anni fa.
 
 
La luna era alta  quella sera, nessuna nuvola inquinava il cielo sopra le baracche e il disgustoso fetore di fogna della baraccopoli pervadeva le sue narici; Caesar Mask, come un maestoso rapace, osservava da sopra un’accozzaglia di lamiere la vasta favelas, i suoi occhi scarlatti  erano fissi sulle prostitute gli spacciatori e i papponi, era sicuro che in quel luogo dimenticato da Dio avrebbe trovato il suo ultimo allievo.
Osservava violenze, crudeltà con uno sguardo divertito dietro la maschera senza mai muovere un dito senza intervenire, almeno finché qualcosa non catturò particolarmente la sua sadica attenzione: Una donna (chiaramente una prostituta), giovane, bella, estremamente violenta e piena di energie; Aveva sgozzato con una bottiglia rotta due porci ubriachi  che, insieme ad altri tre uomini avevano tentato di violentarla.
Il suo volto era pervaso dell’euforia, era eccitata, divertita gli occhi bruciavano di furia.
Aveva trovato l’ultimo membro.
Osservò con attenzione come quella ragazzina, probabilmente a mala pena maggiorenne, continuasse a lottare con estrema violenza e energia ferendo quei vermi nonostante la stessero violentemente prendendo a calci, quando la bottiglia le fu strappata il primogenito Mask piombò giù dal suo punto di osservazione e con tre pugni veloci come proiettili spezzò di netto il collo ai tre uomini rimanenti che caddero a terra, alzando un enorme polverone.
La ragazza si alzò a fatica osservando l’uomo imponente, il suo salvatore, che troneggiava di fronte a lei: Quella tetra maschera nera da cui occhi vermigli simili a quelli di un grosso felino la osservavano, i lucenti capelli castani lunghi e ben curati,  l’imponente fisico coperto da un’armatura di metallo scuro come la notte, un grosso giubbotto di pelle  e delle gambe perfette, grosse come tronchi d’albero  che era sicura che con un calcio avrebbero facilmente spezzato anche il metallo più resistente.
Era davanti a un dio, di questo era più che sicura.
 
“Ragazza dimmi qual è il tuo nome?”
 
La cavernosa voce del mascherato le giunse alle orecchie come il più melodioso dei suoni, quello non era assolutamente un uomo, era una divinità non poteva essere di questa terra.
 
“Eva…”
 
Caesar la studiò meglio, guardò con attenzione il corpo tonico dalla pelle liscia compatta e ambrata, le morbide e sottili labbra, gli occhi di quel chiaro verde azzurro che facevano chiaramente intendere che uno dei genitori era di probabili origini europee, sì era la creatura perfetta per diventare la sua ultima allieva.
 
“Il mio nome è Caesar Mask e ho una proposta per te.
Cosa ne dici se ti trasformassi in un essere invincibile in grado di sconfiggere e uccidere chiunque sul tuo cammino?
E inoltre ti permettessi proprio questa notte di vendicarti di chi ti ha trasformata in quello che sei oggi e che ti tiene come schiava?
Ti inizierò alla nobile arte della lotta e dominerai il ring insieme a me e alla mia squadra.
Ti basterà accettarmi come tu maestro e io...”
 
Fu interrotto dalla stessa Eva che si era appena inginocchiata ai suoi piedi, un messaggio molto chiaro e conciso: aveva accettato nella maniera più radicale e Caesar aveva capito da subito di aver ottenuto molto di più che un allieva, ma qualcuno disposto a morire a comando per lui.
Mentre un perfido ghigno si dipingeva sotto il ferro dalla sua maschera l’uomo raccolse la bottiglia e la porse alla ragazza di fronte a lui.
 
“Prendila e seguimi e chiudi i conti col tuo passato Eva..”
 
“Lilith…la prego maestro Caesar mi permetta di chiamarmi Lilith! Eva voglio che muoia questa sera!”
 
Caesar scoppiò in una risata infernale, aveva fatto perfettamente centro, quella sarebbe sicuramente diventata l’allieva perfetta, è vero aveva Arthas, ma più che un allievo era un alleato dal cuore troppo tenero, ma lei, lei sarebbe diventata la sua perfetta macchina di morte.
 
“E va bene Lilith, seguimi e fai scorrere il sangue di chi ti ha fatto ciò  e rinasci dalle tue ceneri!”.
 
Le convinzioni del primogenito di Robin Mask si fecero ancora più salde quando vide con quanto sadismo ed energia la donna affondava il collo di bottiglia nel volto del suo lardoso e sudicio persecutore.
L’intero pavimento del bordello era coperto da liquido cremisi  che lambiva i piedi dei presenti, era soddisfacente, dannatamente soddisfacente quella vista: Lilith ansimava con un ghigno soddisfatto sopra il cadavere martoriato del pappone, il battesimo di sangue era compiuto.
E quando tutte le su compagne di prigionia furono liberate, o meglio fuggirono da quel luogo senza che nessuno riuscisse a fermarle, alla donna balenò nella testa un’idea e un sorriso sadico si dipinse sul suo volto.
 
“Maestro Caesar…”
 
Lilith si avvicinò con calma a quello che da appena un’ora era divenuto il suo dio e maestro, che stava brutalmente pestando quello che probabilmente era già il cadavere di uno dei tanti gorilla che facevano la guardia a quel sudicio luogo, inchinandosi nella maniera più umile e servile.
 
“Dimmi Lilith.”
 
“Bruciamo questo posto, ci sono ancora tante guardie all’interno e clienti che ho bloccato nelle stanze! Questi vermi schifosi non meritano la vita!”
 
La risata del primogenito di Robin che seguì avrebbe fatto accapponare la pelle persino al più terrificante dei demoni dell’inferno.
 
“Lilith sei un genio!”
 
E fu così che davanti alla luce delle fiamme che divoravano la sua orribile prigione e con nelle orecchie la dolce melodia delle grida di dolore dei suoi carnefici mentre la loro carne bruciava, giurò a se stessa che da quell’istante in avanti la sua vita sarebbe appartenuta unicamente al quel uomo.
Al suo dio.
A Caesar Mask.
 
 
 
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Piccola nota: Il personaggio di Lilith, anche se non abbiamo avuto tempo di svilupparlo è stato creato insieme
a Dracarys ( autrice di occhi di smeraldo )  
  
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