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Autore: Lady Samhain    20/04/2017    1 recensioni
Basato sul live action 2017 -
"-Le Fou, amico mio, ho bisogno di te!-
L'interessato rischiò ti affogarsi con un sorso di birra, primo per lo schianto della porta sbattuta contro il muro dalla delicatezza di Gaston, e secondo perché, ora che aveva sentito quelle parole, la sua giornata aveva davvero un senso.
-Sì... cough... certo... qualsiasi cosa-
-Bene! Sapevo di poter contare su di te!-"
Ovvero di come Le Fou, volendo aiutare Gaston, finì per creare una situazione imbarazzante.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaston, Le Tont
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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No one dance like Gaston


***


-Le Fou, amico mio, ho bisogno di te!-

L'interessato rischiò ti affogarsi con un sorso di birra, primo per lo schianto della porta sbattuta contro il muro dalla delicatezza di Gaston, e secondo perché, ora che aveva sentito quelle parole, la sua giornata aveva davvero un senso.

-Sì... cough... certo... qualsiasi cosa-

-Bene! Sapevo di poter contare su di te!-

La pacca sulla spalla lo buttò giù dalla sedia ma Gaston fu anche svelto ad afferrarlo per la collottola e rimetterlo in piedi.

-Cosa posso fare per te?-

Gaston si guardò intorno con fare circospetto, nonostante la taverna fosse semideserta nelle prime ore del pomeriggio.

-Non qui. È una faccenda della massima delicatezza-

Una faccenda di cui probabilmente Le Fou non avrebbe saputo nulla perché si sarebbe liquefatto prima: il pensiero che Gaston, l'uomo più importante, ammirato, desiderato e temuto della città avesse scelto proprio lui come confidente lo portava ogni volta ad un passo dall'infarto.

-Capisco. Allora andiamo a casa mia?-

-Sì, mi sembra un'idea eccellente. Andiamo-

Gaston uscì dalla taverna con il suo solito passo marziale, come se tutto intorno gli appartenesse, e Le Fou lo seguì.

Una volta entrati in casa, Gaston si accomodò come a casa propria, ed ignorò completamente la stanza al piano terra che dava sulla strada in favore della cucina, che aveva una sola piccola finestra ed era molto più appartata.

"Accidenti, la questione deve essere seria, se Gaston si comporta come se stesse organizzando un'imboscata" pensò Le Fou.

-Le Fou, insegnami a danzare- gli ordinò.

Se Gaston gli avesse chiesto di insegnargli a volare Le Fou sarebbe stato meno sorpreso.

-Ma tu sai già ballare, Gaston! Nessuno può sperare di competere con te!-

-Questo lo so, ma non si tratta delle solite cose che facciamo alla taverna. Io voglio imparare un ballo di coppia-

Le Fou lo guardò con un sopracciglio inarcato.

Che novità era quella?

-Perché...?-

-Ascoltami, alle ragazze piace ballare, giusto? Per conquistare Belle potrei invitarla per un giro di danze la prossima festa. Immagina la scena, Le Fou: lei, timida ed isolata in un angolo, senza nessun amico, tutti che la ignorano perché la considerano strana. E poi arrivo io! L'audace cavaliere, che la sceglie come sua compagna. Sarà perfetto, Le Fou!-

Peccato che Le Fou avrebbe desiderato solo un secchio per poter vomitare.

Certo, si trattava di Belle.

Da qualche settimana si trattava sempre di Belle!

-Gason, non credo che sia una buona idea. Quando mai Belle si è vista alle feste di paese? Non ci viene mai, e se lei non è presente tu non potresti invitarla-

Gaston si accigliò. Le Fou sapeva che odiava essere contraddetto, ma in quel caso l'osservazione era stata doverosa e Gaston non poteva ribattere nulla.

-Hai ragione, Le Fou...- sembrava essersi rassegnato, ma all'improvviso il suo viso si animò di nuovo -Allora la inviterò io! Immagina! Lei, tutta sola in una casa vuota, suo padre che come tutti gli anziani si addormenta presto, e fuori la vita del villaggio di cui lei è spettatrice invidiosa. E poi arrivo io! Proprio mentre lei pensa "Che bello sarebbe avere un cavaliere che mi accompagnasse alla festa per non doverci andare da sola come una zitella" io busserò alla sua porta e la inviterò ad uscire. Sì, così sarebbe ancora più perfetto!-

Le Fou si massaggiò le tempie.

-Gaston... Belle non ti apprezza. Non ti apprezzerà mai per quello che vali. Io credo che sarebbe meglio se...-

Non potè finire di parlare che Gaston fece quella cosa che lo avrebbe convinto a fare tutto.

Gli afferrò le spalle con le sue mani forti, lo guardò dritto negli occhi e pronunciò il suo nome in quel modo.

E Le Fou non poteva rifiutargli nulla in quei momenti.

-Va bene. Ti insegno- sospirò rassegnato.

Certo, che importava in fondo se quell'ennesima idea avesse funzionato, Belle fosse stata conquistata, Gaston se ne sarebbe andato con lei, ed a lui sarebbe rimasto solo un cuore ridotto in tanti minuscoli pezzettini?

-Grazie, amico mio!-

Gaston lo guardò con un sorriso raggiante e Le Fou sentì tutto il malumore sparire: per lui il sorriso di Gaston era il sole, ed avrebbe fatto qualunque cosa pur di farlo sorridere in quel modo per lui.

-Cominciamo. Sposta il tavolo, per favore. Abbiamo bisogno di spazio-

Il suo forzuto amico annuì e, invece di spingere il tavolo quanto bastava per fare largo, lo sollevò sulle spalle e lo depositò dall'altro lato della stanza.

"Che spaccone... che meraviglioso, intrigante, desiderabile, spaccone" pensò Le Fou immagiando i muscoli che guizzavano sotto i vestiti.

Il pensiero che presto avrebbe avuto un'ottima scusa per stare tra quelle braccia gli faceva sentire le gambe di gelatina.

Magari dopotutto Belle non sarebbe stata conquistata nemmeno dal ballo, e lui avrebbe avuto comunque il ricordo di un bel pomeriggio da custodire per sempre.

-Togliti la giacca. E... ed anche il gilet- in risposta allo sguardo interrogativo di Gaston aggiunse in fretta una spiegazone circa il fatto che il movimento faceva sudare.

-Bene. E adesso?-

Le Fou dovette mordersi le labbra perché i suggerimenti che avrebbe voluto dargli erano molto oltre i limiti della decenza.

-Per prima cosa la posizione: una mano sul mio braccio, l'altra nella mia- gli disse.

Gaston obbedì e le Fou pensò che non era per niente male avere il Capitano per una volta ai suoi ordini.

Prese la mano di Gaston con la sua destra e con il braccio sinistro gli cinse il fianco.

Gli sembrava di sentire il calore della sua pelle e ad ogni movimento sentiva i muscoli contrarsi.

Forse lui non sarebbe arrivato vivo alla fine di quella lezione di danza: sarebbe morto entro pochi minuti e nessuno avrebbe capito perché, a meno che il suo fantasma non tornasse sulla terra per spiegare che era morto perché era troppo felice.

Gaston sembrava un ciocco di legno, come se lo avessero messo sull'attenti ma in una posizione assurda.

Le Fou sorrise per qualcosa che somigliava troppo alla tenerezza.

-Non puoi danzare se sei così rigido- gli disse piano -Rilassati e segui me-

***

Due ore più tardi le cose andavano più che bene.

Gaston aveva memorizzato i passi, i suoi movimenti erano abbastanza sciolti, e con un po' di fortuna non avrebbe nemmeno pestato i piedi della ragazza con il rischio di farla zoppicare a vita.

Decisero di smettere quando le campane della chiesa suonarono le cinque, o meglio, al suono delle campane Gaston si bloccò nel bel mezzo del giro facendo sbattere Le Fou contro di sé.

-Le campane! Il prete del villaggio! Devo andare a chiedergli quando sarà la prossima festa!-

Le Fou intanto ne aveva sfacciatamente approfittato per restare appiccicato con la guancia contro i suoi pettorali, almeno finché Gaston non lo prese di nuovo per le spalle per guardarlo in faccia.

-Le Fou, dimmi come sono andato-

In quei momenti c'era solo una risposta possibile, a meno di non voler provocare una giornata di pessimo umore a Gaston; Le Fou sapeva bene che l'autostima del suo Capitano era solida quanto il guscio di un uovo, per cui sorrise e gli rispose che sì, era andato molto bene.

"Appena accettabile" sarebbe stata una definizione più realistica, ma Gaston non gli avrebbe sorriso in quel modo se glielo avesse detto.

-Bene. Allora vado a parlare con il parroco-

Ed in pochi minuti era fuori dalla casa, dopo aver lasciato Le Fou in preda al suo senso di vertigine.

Non appena Gaston fu uscito il ragazzo sentì un impellente bisogno di sedersi, e si lasciò cadere su una sedia che era rimasta abbandonata vicino alla parete.

Il tavolo era ancora dall'altro lato della stanza, proprio davanti alle ante della dispensa, e Le Fou realizzò in astratto che avrebbe dovuto chiedere a Gaston di spostarlo da lì, se non avesse voluto morire di fame perché le sue provviste erano irraggiungibili.

Per il momento tuttavia qualsiasi pensiero pratico era svanito, e lui poteva finalmente concedersi il lusso di lasciar sbocciare il sorriso di pura gioia che aveva cercato disperatamente di trattenere da quando Gaston aveva iniziato a danzare con lui.

Oh, era stato così bello! Anche se solo per poche ore e dopo averci rimesso un paio di dita dei piedi, Le Fou aveva potuto avere Gaston tutto per sé, come nemmeno nessuna ragazza lo aveva mai avuto.

Gaston voleva essere ammirato da lontano, come un oggetto prezioso o come una belva rara, ed averlo potuto avere in quel modo era per Le Fou un vero privilegio.

Se ci ripensava si sentiva le guance accaldate.

Era certo che avrebbe rivissuto spesso quei momenti nella sua mente: il respiro di Gaston così vicino, la sua mano sulla spalla, il fianco che lui aveva potuto accarezzare sotto la stoffa della camicia...

Qualcosa in fondo alla sua mente produsse una leggera interferenza.

C'era come qualcosa di strano.

Cercò di rivedere la scena nella sua mente, ma non riusciva esattamente a capire cosa fosse.

Mano sulla spalla, mano sul fianco, un passo avanti, uno indietro, un giro...

Era tutto normale, no?

Mano sulla spalla, mano sul fianco...

"Oh, porc....!!!"

Solo in quel momento Le Fou si rese conto che era stato lui a condurre la danza, e che aveva insegnato al virile, coraggioso, intrepido Gaston, la parte di danza della donzella.

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Nel Cerchio della Strega


Stavolta viriamo sulla comicità. Almeno spero.

Le Fou fa cose folli per Gaston, e questo lo rende allo stesso tempo dolcissimo e bisognoso di un paio di schiaffi che lo sveglino.

Ma questa è una storia comica, per cui accantoniamo quanto la loro relazione per quesi tutto il film sia basata su abuso, manipolazione e dipendenza affettiva.

Grazie per aver letto e spero di avervi fatto sorridere.


Lady Shamain

  
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