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Autore: Emmastory    20/04/2017    2 recensioni
Dieci anni. Questo l'esatto lasso di tempo trascorso dall'ultima battaglia contro i famigerati Ladri, esseri ignobili che paiono aver preso di mira la bella e umile Aveiron, città ormai divenuta l'ombra di sè stessa poichè messa in ginocchio da fame, miseria, dolore e distruzione. Per pura fortuna, Rain e il suo gruppo hanno trovato rifugio nella vicina Ascantha, riuscendo a riprendere a vivere una vita nuova e regolare, anche se, secondo alcune indecisioni del suo intero gruppo, tutto ciò non durerà per sempre. Come tutti ben sanno, la guerra continua, e ora non ci sono che vittime e complici. (Seguito di: "Le cronache di Aveiron: La guerra continua)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Le-cronache-di-Aveiron-VI-mod
 
 
Capitolo V

L’oscurità e la luce

Ero sdraiata nel mio letto, e dormivo beata, ma improvvisamente, fui svegliata da un ricordo. Ancora una volta, avevo visto in sogno quegli schifosi Ladri, e mentre il tempo scorreva, e l’argentea luna stazionava in cielo, brillando come mai prima, mi sentivo incredibilmente nervosa. Tornare a sognare e dormire mi era impossibile, e rigirandomi numerose volte, non ci riuscii. Quella notte passò lenta, e nel tentativo di ritrovare la calma, mi sedetti sul letto, facendo comunque attenzione a non svegliare Stefan. Per pura fortuna, riuscii nel mio intento, e poco dopo, posai gli occhi sulla luna. In quel preciso istante, una nuvola attraversò lentamente il cielo fino a coprirla, e semplicemente guardandola, provai il fortissimo bisogno di piangere. Mantenendo il silenzio, lo sfogai, ma ben presto, i miei singhiozzi, per quanto leggeri, allertarono Stefan. “Rain? Tesoro, cosa c’è?” mi chiese, liberandosi dalla morbida trappola rappresentata dalle coperte solo per sedersi accanto a me. “Sono i miei sogni. Continuo a vederli.” Risposi, singhiozzando e facendo del mio meglio per esprimermi in modo comprensibile e riuscire a respirare. A quelle parole, Stefan parve sbiancare. Sapeva bene che dati i nostri trascorsi insieme ero incline all’avere degli incubi, ragion per cui si avvicinò, e cingendomi un braccio attorno alle spalle, iniziò a parlarmi. Guardandomi fisso negli occhi, utilizzò un tono serio e calmo, lo stesso che adoperava ogni qualvolta voleva infondermi coraggio. “Ti ho fatto una promessa, ricordi?” fu la sua domanda, a seguito della quale scivolò nel silenzio. Non osando romperlo, attese con pazienza la mia risposta, che diedi con il fiato corto e gli occhi lucidi. “Mi proteggerai per sempre.” Soffiai al suo indirizzo, lasciandomi poi stringere in un delicato abbraccio. “Esatto, amore mio. Per sempre. E sai un’altra cosa?” aggiunse in un sussurro, ponendomi poi una seconda domanda. Colta alla sprovvista, scossi leggermente la testa, e a quel punto, lui rispose per me. “Voliamo insieme, o non voliamo affatto.” Disse, ricordandomi solo in quel momento del piccolo ma bellissimo ciondolo che entrambi possedevamo. Posandomi una mano sul petto, lo cercò con le dita, e una volta trovatolo, me lo mostrò, lasciando che la luce della luna lo illuminasse. In completo e perfetto silenzio, mi abbandonai fra le sue braccia, e chiudendo gli occhi, inspirai a fondo. Solo allora, un’improvvisa ma gradita sensazione di calore mi invase il corpo, e prendendo la mano di Stefan, lasciai che lui me la baciasse con dolcezza. Non saprei spiegare perché, ma quell’intera notte mi apparve perfetta. Ero inconsciamente ripiombata nel dolore, nella tensione e nella paura provate in passato, ma solo grazie alla tenacia e all’amore di Stefan, ero felice. Felice di averlo accanto, di sentirmi amata, e soprattutto, di essere ancora viva. Sì, viva, ovvero pronta a rimboccarmi le maniche ed estrarre la mia daga, lottando con tutte le mie forze contro l’oscurità, così da poter vedere, dopo una lotta estenuante, la luce del giorno. Un’alba nuova, fonte per tutti noi di grande speranza.
   
 
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