Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: Ma_ma san    20/04/2017    1 recensioni
"..Ecco, ora mi sveglierò e scoprirò che è stato tutto un sogno. Finalmente tutti i miei sforzi, le mie lacrime, i miei dubbi sono spariti in un attimo...."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 10 “Che mal di testa”. Aprii gli occhi e non vidi nulla; mi trovavo in un posto sconosciuto e faceva veramente freddo. Cercai di muovermi per capire dove fossi, ma mi accorsi che le mie gambe erano come bloccate e, per poco, non sbattei la faccia per terra. “Ma cosa sono, cosa sta succedendo?”. Avevo le caviglie bloccate da una catena legata ad un anello sulla parete. Non riuscivo a capire: dov’ero? Che ci facevo li? Come ci ero arrivata? Ad un tratto la porta della stanza si aprì ed un uomo entrò. Aveva il volto coperto e mi si avvicinò. Tirai un urlo e quell’uomo mi schiaffeggiò. “Stai zitta, stupida ragazzina. E’ inutile che urli, perché qui non ti sentirà nessuno” e rise. “Perché sono qui? Chi è lei? Cosa vuole da me?”. “Smettila di fare domande, mi dai sui nervi” e mi diede un altro schiaffo e uscì dalla stanza, chiudendo a chiave. Lo sentii parlare con qualcuno e capii che erano due i miei carcerieri. Riuscii ad ascoltare anche una telefonata. “Signore, tutto fatto. L’abbiamo presa e portata dove sa. Certo, staremo nascosti, ma lei si ricordi del patto. Qua do avremo i nostri soldi? Ottimo signor Takamya. Chiamerò di nuovo tra due giorni”. Riattaccò e subito dopo si mise a discutere con l’altro uomo, quando sentii uno sparo. Poi più nulla. Avevo paura. Ce l’avevano con me e avevo anche sentito il nome. “Il signor Takamya ha organizzato tutto questo? Qua to può essere malvagia una persona per arrivare a tanto? Masumi dove sei? Aiutami, ti prego”. Piansi tuta la notte, finchè riuscii ad addormentarmi per la stanchezza. Un raggio di sole entrò da un asse di legno marcio di una vecchia finestra. L’uomo entrò portandomi altro cibo, ma io non avevo toccato neanche quello della sera prima e si infuriò. “Senti, mangia o saranno guai per te. Devo tenerti in vitaquan ro basta per avere i miei soldi e poi potrai anche crepare, per me”. “Lei è un mostro e un vigliacco. Ha sparato al suo complice, perché?”. “Beh, è meglio non dover dividere il bottino con nessuno, ti pare?” e richiuse la porta, ridendo come un demonio. In quel luogo così spettrale era difficile capire il passare del tempo e non sapevo più che ore fossero. Non avevo toccato nemmeno il pranzo, ma non l’avrei data vinta a quel maledetto. Sentii i suoi passi avvicinarsi e la porta si spalancò. Vide subito il piatto, ancora intatto, per terra e divenne una furia. Scagliò la cena, che aveva in mano, contro il muro e iniziò a prendermi a schiaffi e pugni, men tre cercavo di proteggermi con le man i. Credo di essere svenuta, ad un certo punto. “Masumi sei tu, sei venuto a prendermi. Ti prego, resta con me, non lasciarmi mai più…Masumi”. Riaprii gli occhi e sentii dolore dappertutto. Mi toccai il viso, le guance mi bruciavano. Del sangue stava uscendo dal lato destro della bocca. Richiusi gli occhi sperando di sognare ancora il mio amore, ma era inutile. Piansi per tutto il tempo, stringendomi in un angolino, con la paura di un’altra sfuriata di quel mostro. Avevo paura per il mio bambino e non volevo farmi scoprire. Chissà che cosa mi avrebbe fatto se lo avesse saputo. Cercai anche di togliermi quelle maledette catene, ma era inutile. Il tempo passava, i giorni passavano e quell’uomo mi tormentava con le sue minacce e rideva della mia paura. Era violento e più volte mi picchiò, anche senza motivo.
  
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