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Autore: Signorina Anarchia    20/04/2017    2 recensioni
Anno 2099. Albert è un giovane ingegnere di successo che lavora in un'università svedese. Nonostante la sua carriera brillante, un giorno si accorge di aver dedicato tutta la sua vita al lavoro, e di non essere mai riuscito a stabilire un rapporto d'amore o di amicizia con qualcuno. Sentendosi terribilmente solo, decide di usare le sue prodigiose capacità ingegneristiche per costruirsi una compagna, sfidando tutte le leggi vigenti che impediscono agli umani di creare androidi pensanti.
Dal testo:
"Quel cuore artificiale pulsante, in quel momento, era per lui la cosa più vicina a un contatto umano. Lo guardava andare su e giù, quasi come se fosse vero. Poi spostò lo sguardo sui pezzi di ferro ancora da saldare, sulle siringhe piene di silicone, e sulle gocce di vetroresina già levigate. E improvvisamente gli venne un’idea."
Genere: Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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“Treno per Trosa in arrivo sul binario 2” annunciò la voce metallica in direzione di una piccola folla di pendolari. Albert si scosse dal suo perenne stato di torpore, e si alzò dalla panchina di ferro senza togliere il naso dal progetto che stava perfezionando. Salì sul treno e si sedette sul primo posto libero per continuare a lavorare.

Non gli pesava affatto tornare così tardi dall’università. Nel tardo pomeriggio era molto più tranquilla, e riusciva a lavorare senza essere disturbato dal vociare degli studenti. Lui non era mai stato così chiassoso da studente, e provava una certa devozione per l’università che era stata la sua casa per quasi otto anni. Non si sarebbe mai sognato di schiamazzare in casa sua.

La sua mente prodigiosa correva più velocemente del treno su cui stava viaggiando. Ben poche persone sarebbero riuscite a seguire un progetto di tale complessità mentre facevano riflessionì di carattere sociale. Non si accorse neanche di come volavano i minuti che lo separavano da casa.

Percorse la strada verso il suo quartiere quasi in trance, con una pila di fogli sottobraccio e la borsa di pelle appesa sull'altra spalla. Ovunque vedeva passeggiare persone, persone che tornavano dal lavoro, da scuola, dal parco giochi, da casa degli amici; persone che camminavano a braccetto, che si aiutavano con le buste della spesa; persone che passeggiavano con il cane; persone che parlottavano o chiacchieravano più apertamente; persone che si salutavano e che si stringevano nei cappotti, perchè il sole stava calando e iniziava a far freddo, ed era ora di tornare a casa davanti al camino.

Si sentiva così solo. Così solo. Aprì la porta di casa, e il consueto odore di saldatura e metalli pesanti gli invase le narici. A cosa era servito, pensò. Buttare la sua vita in stupidi progetti, quando non era stato nemmeno in grado di costruirsi una relazione. Chi lo avrebbe consolato nei momenti di tristezza? La sua fiamma ossidrica? Le sue pinze? Che idiota. Aveva sprecato la sua esistenza alla ricerca del successo accademico, per poi trovare una casa fredda e vuota ad accoglierlo.

Lanciò uno sguardo al tavolo da lavoro, osservando il pistone meccanico che sibilava, muovendosi su e giù. Era un vecchio rimasuglio del progetto affidatogli dall’università. Gli era stato chiesto di simulare un cuore umano per una dimostrazione scientifica, e lui come al solito si era lasciato prendere la mano. Aveva lavorato fino a notte fonda, pensando distrattamente che tanto non c’era nessuno ad aspettarlo a letto. Amava il suo lavoro, e soprattutto amava svolgerlo al meglio, ma questo aveva generato in breve tempo un circolo vizioso da cui non riusciva più liberarsi. Quella sera, però, aveva la testa troppo impegnata sul suo progetto per preoccuparsi di questo. E così aveva dato via a una riproduzione perfetta del cuore umano. Dal punto di vista meccanico, naturalmente. Non aveva tempo per rifinire anche la parte estetica. In ogni caso, il suo progetto era piaciuto talmente tanto che gli era stato chiesto di collaborare con l’industria sanitaria per brevettare un prototipo di cuore artificiale.

Ora lo guardava, e pensava a quanto fosse stato idiota costruire ciò che avrebbe potuto benissimo trovare in natura. Anche se…lui era palesemente non in grado di stabilire relazioni, non si era mai nemmeno sentito parte del genere umano, per quanto quest’ultimo lo affascinasse. Era come osservare dal basso uno stormo di meravigliosi uccelli che migravano a sud. Tutti uguali, tutti per la stessa strada. Ma soprattutto, tutti cinguettanti e felici. Lui era il corvo nero e solitario, che rimaneva indietro a costruirsi un nido in cui abitare da solo.

Quel cuore artificiale pulsante, in quel momento, era per lui la cosa più vicina a un contatto umano. Lo guardava andare su e giù, quasi come se fosse vero. Poi spostò lo sguardo sui pezzi di ferro ancora da saldare, sulle siringhe piene di silicone, e sulle gocce di vetroresina già levigate. E improvvisamente gli venne un’idea.


NdA: Salve a tutti. Mi scuso innanzitutto per la brevità del capitolo, ma dato che si tratta di un simil-prologo, ho pensato che non fosse necessario dilungarmi troppo. Prometto che i prossimi capitoli saranno più lunghi. Questa storia è nata quasi due anni fa durante una noiosa mattinata di scuola, a partire da una sfida su Ask.fm. È senza dubbio un progetto molto lungo ed ambizioso (sarà lunga almeno 30 capitoli), ma spero di riuscire a portarlo avanti. Cercherò di aggiornare con regolarità, ma fra esami universitari e impegni vari, purtroppo, non posso promettere niente. Mi piacerebbe comunque sapere cosa ne pensate. Scrivo da quando ho imparato a farlo, ma non ho mai avuto il coraggio di pubblicare delle storie vere e proprie; quindi accetto qualsiasi tipo di consiglio che mi aiuti a migliorarmi. Ringrazio chiunque si sia fermato a leggere la mia storia, spero che l'dea vi sia piaciuta e di rivedervi al prossimo capitolo!

P.S. Vi lascio QUI una foto di Trosa, la città in cui è ambientata la storia, Non so voi, ma io la trovo meravigliosa.

____Luna____

  
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