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Autore: Orunida    21/04/2017    1 recensioni
Questa è la storia di un paese, delle sue tradizioni secolari, è un racconto di vecchie abitudini, di vicende quotidiane e di amori. Lidia è una ragazza qualunque che trascorre ogni estate al paese in compagnia della sua vecchia e saggia nonna. Ma c'è un evento che spezza la monotonia del luogo, un vecchio rito estivo che profuma di magia e che farà conoscere a Lidia qualcuno di veramente speciale ...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inna, al mercato,02/08/2006


Lidia non fece in tempo ad aprire il portone di casa che Edi come una furia la trascinò fuori, senza dire una parola e facendola quasi correre per le vie del paese. Si sentiva come il padrone di un cane che tira il guinzaglio troppo forte e che nonostante le rimbeccate non riesce a farlo fermare.
Arrivarono alla piazza dove il mercato paesano ne ricopriva interamente la superficie. Le bancarelle avvolte in mille colori sgargianti parevano avere vita propria; fra le voci altalenanti e ripetitive dei venditori e i suntuosi profumi di spezie e prelibatezze, si destreggiarono evitando la calca dei molti intenti nella compravendita, fin quando giunsero ad una bancarella che vendeva pannocchie arrosto, imburrate ben bene, dove molti ragazzi si fermavano a mangiarne una o due prima del pranzo. Sedettero sulla panchina di fronte e Lidia aprì bocca per parlare ma Edi la interruppe subito :

<<  No. Adesso parlo io . Lidia ieri, quando te ne sei andata, ho conosciuto un tipo pazzesco. L’avevo notato subito : chitarra in spalla, capellone, occhi dolcissimi . Insomma sai.. Quei tipi che piacciono a me .. >>

Lidia alzò gli occhi al cielo, non poteva crederci che la cosa importante da dirle fosse che senza di lei avesse rimorchiato uno già la prima sera.

<< Lì smettila di fare quella faccia ! Devo arrivare al sodo ! >> la rimproverò brusca Edi.

<< Allora, l’ho visto entrare al bar in solitario e ho colto l’occasione per staccarmi dal gruppo e andare a prendere qualcosa da bere … Entro e me lo vedo, bellissimo, anche lui mi ha notata perché mi fissava da capo a piedi. Quando mi avvicino al bancone mi offre da bere e da lì cominciamo a parlare, in modo così intimo >> Edi simulò un leggero brivido, muovendosi le mani sui fianchi e strappando un sorriso a Lidia.

<< Fatto sta che proprio sul più bello, uscendo dal bar insieme a lui ci imbattiamo in F. il quale, con mia grande sorpresa, saluta Simone, sì si chiama così, con un abbraccio ! >>

Lidia si ghiacciò, guardò l’amica a bocca aperta e le chiese piano, deglutendo tutta la sua ansia :

<< Quindi hai parlato con lui ? Con F. ? >>

Edi scosse il capo << No Lidia, ma Simone quando l’ha visto l’ha invitato alla sua festa di compleanno, farà una cena su alla torretta stasera e lui ha confermato che ci sarà ! >>

Lidia guardò perplessa l’amica << E quindi ? >> le chiese tenendo il fiato sospeso.

<< Ma dai non ci arrivi ?! Simone ha invitato anche me e ovviamente mi ha detto di portare chi voglio ! >>

<< Non verrò Edi …  >> Lidia chinò tristemente il capo.

<< Oh sì che verrai, volendo o no, sono capace di anestetizzarti e farti ritrovare davanti a lui se ti impunterai a non venire. Sappilo. >>

Edi dette uno scappellotto all’amica che ricambiò ridendo di gusto.

<< Ed ora ci andiamo a mangiare due pannocchie perché questo odore di burro mi sta lacerando lo stomaco! Muoviti ! >>
 
 
Inna, la Torretta, quella stessa sera.


Lidia aveva passato metà del pomeriggio con Edi e Ginevra a prepararsi per quella serata. Entrambe le amiche erano effervescenti e incontenibili, schizzavano per le stanze come trottole impazzite, solo per quell’invito così inaspettato e tanto gradito; in effetti era la prima volta che venivano invitate da un ragazzo più grande di loro alla Torretta, che ad Inna era il luogo più frequentato da persone adulte.

La Torretta si trovava in cima al paese ed era un vecchia torre ristrutturata che durante il medioevo veniva sfruttata come vedetta. Per arrivare al punto in cui essa sorgeva occorreva circa un quarto d’ora di camminata in salita, che metteva a dura prova anche le gambe dei più giovani. Una volta arrivati in cima però il panorama era talmente gratificante che ci si poteva dimenticare ogni male.

Intorno alla torre c’era una passeggiata in sampietrini, spesso percorsa dagli innamorati, con tanto di panchine per potersi fermare a godere di quella vista. La stanza principale della Torretta era stata adibita a ristorante, l’unico in paese, che spesso si offriva di preparare feste e banchetti suntuosi in occasione di eventi speciali.

Tante volte Lidia andava alla Torretta solo per osservare la vastità delle montagne intorno ad Inna, o per perdersi nell’infinità del cielo oltre l’orizzonte, quel cielo che spesso, nelle giornate più limpide si confondeva con la linea sottilissima del mare, molto lontano dal paese.

Però lei quella sera non voleva andarci, non voleva di nuovo trovarsi di fronte ad F. , ad una festa poi, con chissà quante altre persone sconosciute …

<< Lidia forza, usciamo ! >> La pregò Ginevra prendendola per il braccio e cercando di sollevarla dalla sedia di camera di Edi.
Si alzò; stavolta indossava un vestito nero, lungo fin sotto al ginocchio, uno stivaletto chiuso, forse non adatto per la stagione e il fiore d’orchidea puntato fra i capelli.
Edi la guardò di sguincio e facendo finta di tirarle un calcio nel sedere uscirono di casa.

***
Arrivarono alla Torretta leggermente affannate e con i capelli un po’spettinati, poiché arrivate in cima al paese l’aria tirava con più facilità ed era anche abbastanza fresca. Furono tutte e tre sollevate infatti quando entrarono nel locale riscaldato dalla molteplicità di persone in festa.

Edi si piombò quasi subito su Simone, che riconobbe non appena entrata e passò a presentarlo alle amiche. Lidia rimase un po’ affranta dalla bellezza di lui e si chiese, sorseggiando un bicchiere di vino, come avesse fatto l’amica a riuscire subito nell’intento di provarci con un tipo così.

Si guardò in giro per un po’, il locale era stato ben allestito ; i tavoli del ristorante erano spariti e la sala era stata lasciata libera per ballare, ogni tanto qualche cameriere passava offrendo da bere e da mangiare, sembrava tutto delizioso ma Lidia aveva lo stomaco in subbuglio, chiuso e dolorante. Avrebbe voluto solo tornare a casa.

Di punto in bianco si trovò sola con Ginevra, la quale, affetta da timidezza cronica, era ancora più a disagio di lei. Stava per chiederle di andarsene, con tono arrabbiato per l’atteggiamento menefreghista di Edi, ma poi sentì una mano sulla sua spalla.

Si voltò.

Era F.

<<  Ehi Lidia, ti va di fare due chiacchiere qui fuori ?  >>

<< Sì mi va . >>

Finalmente, Federico.

***
Nota autrice :

Mi ero ripromessa di scrivere qualcosa solo quando Federico avesse finalmente aperto bocca. Finora non avevo voluto rivelarne il nome, non per creare chissà quale tensione o suspense, ma solo per scaramanzia.
Questo personaggio che fa impazzire la mia amata Lidia ha molto da dare e molto da nascondere, ma le sue carte se le giocherà molto lentamente. Quindi mettetevi l'animo in pace perchè continuerò a tediarvi con le mille paranoie della suddetta protagonista :) . 
Accetto ed aspetto recensioni positive e anche negative.
Buona lettura.

O.
   
 
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