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Autore: Rebecca_Daniels    21/04/2017    1 recensioni
*DISCLAIMER: i nomi sono cambiati, ma i personaggi sono chiaramente appartenenti ai One Direction"
E' il 20 Agosto 2013 quando Lexi Golder, ventiduenne londinese per adozione, quasi dottoressa in Storia e fan sfegatata dei The Rush, vede la sua vita cambiare radicalmente. Che cosa potrebbe accadere se una pazza decidesse di sparare al suo grande amore risalente alle scuole medie, nonché cantante della band di cui è innamorata, durante il red carpet per il loro docu-film? Che cosa potrebbe riservarle il destino se per una volta decidesse di fare davvero qualcosa della sua vita? - Un viaggio ironico e introspettivo nella vita di una ragazza più o meno normale che forse capirà come non basta respirare per vivere. Buona lettura & Grazie xx
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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31st October 2013





-Ehi, principessa, come va oggi??
La voce profonda di Morgan riempì la stanza stranamente silenziosa: da quando Mia aveva fatto la grande confessione e Lexi aveva avuto il secondo collasso, nessuno si era più permesso di mettere su della musica, come se anche una banale melodia potesse peggiorare quella situazione. Aveva sentito solo pianti, lamenti, ammissioni di colpevolezza e altre confessioni di cui avrebbe volentieri fatto a meno, lasciando che il resto del tempo fosse invaso da un'assenza di rumore decisamente soffocante che non faceva altro che rendere quell'attesa ancora più snervante.
Lexi non ne poteva più di aspettare e voleva sentire la voce di Nate rompere quella spessa coltre di silenzio, riportando la sua mente a galla dal pozzo di dolore in cui si era dispersa.
Eppure, in quella mattinata decisamente troppo fredda per essere solo fine Ottobre, anche il suono della voce di suo padre si rivelò essere una piacevole sorpresa. Il rumore della coperta che veniva lisciata per fargli un po' di posto affianco al corpo inerme della figlia, fece trattenere per un attimo il fiato a Lexi: solo Nate si era preso la libertà di sedersi al suo fianco, per esserle il più vicino possibile. Inevitabilmente, a quel ricordo seguì un'altra fitta di dolore che non l'aiutò a rimanere concentrata su quanto Morgan stesse dicendo.
- Lo sai che giorno è oggi?? Il 31 Ottobre... E' Halloween, Lexi... Sono passati due mesi e undici giorni e siamo ancora qui... Non ci posso credere.
Con gli eventi delle ultime settimane, Lexi aveva perso il conto dei giorni e solo allora si accorse che, in teoria, Nate sarebbe dovuto tornare con i ragazzi il giorno dopo e che la fine della sua attesa era molto più vicina di quanto avesse immaginato.
Dopo essersi riscosso dalla consapevolezza di non veder sorridere sua figlia da più di dieci settimane, Morgan prese la mano di Lexi tra le sue ed osservandola, si ritrovò a pensare che fosse molto più simile alla sua di quanto si fosse mai reso conto. Le linee che ne marcavano il dorso, le nocche in evidenza ma non per questo spigolose, le dita non troppo lunghe ma sottili, in qualche modo eleganti, gli fecero scendere una lacrima solitaria lungo la guancia. Persino la genetica gli diceva che tra loro due c'erano più cose a legarli di quanto lui pensasse, benché spesso non avesse mai capito come Lexi potesse essere sua figlia di sangue: lei così pensierosa, lui assolutamente sconsiderato; lei così perspicace nei confronti dei sentimenti degli altri, lui decisamente incapace di capire persino i suoi; lei così dotata di un’ironia sottile e decisamente divertente, lui dalla battuta facile e, spesso, scontata; lei la luce, lui la notte. Non potevano essere più diversi Lexi e Morgan eppure ancora si ricordava quando, da piccola, la portava in giro per le case del vicinato a fare dolcetto o scherzetto, anche se andava sempre a finire che a Lexi dispiaceva troppo per le persone che non avevano dolciumi da darle e convinceva, con i suoi occhioni o con una battutaccia, sia lui che David a non fare alcun tipo di scherzo. Quella bambina li aveva sempre messi in riga.
- Te lo ricordi quell’anno in cui ti volesti vestire a tutti i costi da Bloody Mary perché l’avevi appena studiata a scuola e tutti ti scambiavano continuamente per una semplice principessa?? Non ti ho mai vista così tanto arrabbiata come quella sera… Gettasti addirittura tutti i dolcetti nella spazzatura, senza lasciarne neanche uno a David… Ci misi venti minuti per farlo smettere di piangere! Eri tosta già all’epoca…
Era pienamente consapevole di aver perso così tanto della vita di sua figlia, ma Morgan aveva tutta l’intenzione di recuperare il tempo perduto, se solo lei gliel’avesse concesso e soprattutto se solo si fosse risvegliata. Ormai, benché continuasse a ripetere a chiunque glielo chiedesse, specialmente a Karen, che Lexi ce l’avrebbe fatta, cominciava a perdere le speranze non tanto che lei potesse riaprire gli occhi, quanto che volesse farlo: in fin dei conti, quel fastidioso dottor Lawson aveva detto che dipendeva tutto da lei e dalla sua volontà, dato che l’ematoma lentamente si stava riassorbendo.
- E so che lo sei ancora, ma mi chiedo se tu abbia voglia di tornare a fare la vita che facevi prima… Sai, ho parlato molto con tua madre in queste ultime settimane e ho scoperto un lato di te che non avevo la minima idea esistesse… Sei innamorata dello stesso ragazzo da dieci anni, Lexi?! E lui non ti ha mai guardato?! Ed è pure uno di quelli a cui hai salvato la vita?!
“Ehi, intanto erano undici anni e sì, non mi ha mai nemmeno calcolata di striscio… Wow: ho pensato all’imperfetto… Ormai fa veramente parte del mio passato… Fermi un attimo: sto pensado, punto.”.
- Ora si capiscono un sacco di cose… Cioè, io non le capisco ancora bene, ma credo che l’amore e la fedeltà per me rimarranno sempre un qualcosa di oscuro… Insomma, credo tu conosca i miei problemi con la monogamia e tutto quello che ci va dietro…
Aveva lasciato sua moglie per quelle che non era altro che delle ragazzine poco più che ventenni e, per essere del tutto onesti, nemmeno quando stava ancora con lei era mai stato uno stinco di santo, anche se doveva ammettere che alla fine tornava sempre da lei, da Karen. L’unica donna che era certo di aver amato seriamente. Forse era anche per quello che le attenzioni del dottorino sampientone gli davano fastidio, ma lui aveva Kitty, quindi non poteva fare o dire nulla.
- Ma dimmi una cosa: secondo te, quel dottor Lawson ci sta provando con tua madre? Perché dal mio punto di vista si sta prendendo un po’ troppe libertà…
Lexi, se fosse stata di un umore un pochino meno tetro, avrebbe riso dei vani tentativi di suo padre per nascondere il fatto che fosse ancora innamorato pazzo di Karen, ma sinceramente, tutto quel perdere tempo facendo finta che quei sentimenti non ci fossero, che si potesse vivere bene anche ignorandoli come stavano facendo sia lui che Mia con David, la faceva piuttosto arrabbiare. Se lei si fosse potuta alzare da quel letto, proprio in quel preciso istante, si sarebbe fiondata al suo computer, avrebbe selezionato l’unico contatto utile di Skype e avrebbe sommerso Nate di una confessione che sarebbe potuta durare minuti, ore, giorni, forse anche tutta l’eternità: tanto, chi le avrebbe dato un limite?? L’importante sarebbe stato avere l'occasione per dirglielo. Prima che fosse troppo tardi. Ma forse, era già troppo tardi.
- Insomma, anche Karen mi sembra un po’ troppo indulgente nei suoi confronti… Lui è il tuo medico, dovrebbe essere professionale e non sfruttare il momento difficile che tua madre sta passando, per approfittarsi di lei! Poi le gli dà pure corda e quel tipo continua imperterrito... Insomma: qualcuno dovrebbe dirglielo che sta sbagliando!!
“Come qualcuno dovrebbe dire a tutti voi che dovete smetterla di parlarmi dei vostri problemi di cuore, perché io sono stanca... Ma seriamente stanca... Non ce la faccio più a sentirvi lamentare di quello che vorreste fare, delle cose che vorreste dire, delle emozioni che continuate a provare e che non vorreste mai dimenticare... Basta!! Io non ce la faccio più! Io, quelle poche cose che vorrei fare, non le posso fare, le parole che vorrei dire non le posso dire, le emozioni che vorrei provare non solo non le posso dimenticare, ma non posso nemmeno dire di poterle sentire... Io non ho più nulla e voi continuate a sbattermi davanti agli occhi la vostra felicità... E chi se ne frega se solo metaforicamente!!”.
Avrebbe solo voluto aprire gli occhi e capire se tutto quello che le era successo negli ultimi due mesi fosse stato reale o se, per l'ennesima volta, avesse lavorato troppo d'immaginazione. Avrebbe solo voluto sentire Nate che, con tocco rassicurante mentre le prendeva la mano, le diceva che sarebbe andato tutto bene. A dire il vero le bastava anche solo che mettesse su un po' di musica e lasciasse che fosse quella a parlare per loro.
- Okay... Sto esagerando... In fin dei conti tua madre ha la sua vita e sono stato io a decidere di uscirne...
L'amarezza del tono con cui aveva pronunciato quella frase fece spavento pure a Morgan, che si chiese se le scelte che aveva preso negli ultimi dieci anni di vita fossero state anche solo vagamente giuste, perché in quel momento gli sembrava di avere tra le mani unicamente una manciata di rimorsi per aver colto occasioni che sapeva già non l'avrebbero condotto da nessuna parte. Doveva prendere aria. E chiamare Karen. Sì, soprattutto quello.
- Lexi... Senti... Io ora devo andare, okay? Devo fare un paio di telefonate... Sì, insomma... Sapere se magari tua madre ha bisogno di qualcosa, cose così...
Nonostante tutto, Lexi fu quasi sollevata nel sentire suo padre pronunciare quella frase: se lei non poteva vivere felicemente una storia d'amore, non doveva significare che non potesse gioire per le persone attorno a lei che avevano quella fortuna. Specialmente se si trattava dei suoi genitori. In tutta sincerità, aveva sempre sperato che Karen e Morgan potessero un giorno riavvicinarsi e parlarsi francamente, ammettendo quello che entrambi sapevano di provare l'uno per l'altra sin dal loro mirabolante primo incontro, più di trent'anni prima. Karen le aveva raccontato che stava osservando tranquillamente l'Oceano Atlantico, da uno dei parapetti del Brighton Pier, mentre le risate delle sue amiche vicino a lei le arrivavano quasi ovattate, tanto era immersa nella sua contemplazione. Era in vacanza con i suoi genitori e “sembrava che nulla, nella mia vita, potesse andare meglio”, come aveva detto Karen quel pomeriggio di metà estate, quando una curiosissima Lexi di appena quattro anni le aveva chiesto come avesse conosciuto il suo papà. Poi aveva visto un ragazzetto camminare con aria svogliata sulla sabbia, mentre l'acqua gli bagnava le caviglie lasciate libere dai pantaloni arrotolati, calciando ogni tanto un sassolino. Teneva le mani nelle tasche dei pantaloni più stretti che Karen avesse mai visto, mentre il leggero venticello che si era alzato, le permetteva di intravvedere il suo
fisico scolpito attraverso la maglietta bianca che portava, sotto un giubbino di pelle nera, nonostante fosse piena estate. Lui aveva sollevato la testa per un secondo solo ed i loro sguardi si erano immediatamente incrociati, come attratti da due calamite. Karen aveva raccontato di aver sentito un brivido percorrerle la schiena ed era quasi sicura non fosse colpa della brezza estiva che le scompigliava i capelli e la gonna. Lexi si ricordava che, sentendo le parole della madre, aveva pensato a come anche lei avrebbe tanto voluto incontrare il suo principe azzurro grazie ad uno sguardo magico come quello che si erano scambiati sua madre e suo padre.
“Forse è da quel momento che ho cominciato a credere a tutta la storia dell'amore a prima vista e allo sguardo che l'avrebbe fatto innamorare di me... Che sciocca che sono stata... Ho speso undici anni della mia vita a fare letteralmente di tutto per farmi notare da lui e speravo che una semplice occhiata potesse cambiare tutto... Alle volte mi chiedo come sarebbe andata la mia vita senza tutte queste favole sfavillanti e queste speranze illusorie... Di certo non mi troverei distesa su questo letto da più di due mesi ormai... E, con ogni probabilità, avrei pure un ragazzo ad aspettarmi a casa la sera, per abbracciarmi e chiedermi com'è andata la giornata... Forse avrei più amiche e qualche interesse un poco più proficuo di quello per una band per adolescenti e per persone vissute secoli fa... Magari sarei anche più magra e sicuramente più sicura di me... Ma se c'è una cosa che ho imparato studiando per tutti questi anni la vita degli altri, è che non si scrive la storia con i 'se' e con i 'ma' ... Lla mia vita è stata solo un susseguirsi di attese che qualcosa accadesse, di nottate a pensare che cosa sarebbe potuto succedere 'se...' e di eterni monologhi per convincermi a non agire mai veramente, troppo concentrata a calcolare tutti i 'ma' possibili... Un' esistenza passata ad attendere un banalissimo e semplicissimo sguardo che poi è arrivato, così: dal nulla... E com'è arrivato, se ne è anche andato, senza lasciare la minima traccia. Sembra che ogni cosa che io abbia il coraggio di fare venga iscritta sul libro del tempo, peccato che nel mio caso sia sempre fatta di granelli di sabbia fine che con un solo colpo di vento o una piccola onda, vengono spazzati via e gettati nel nulla... Eppure un altro sguardo mi è rimasto in testa e sembra non volersene andare più, come se questo sia stato inciso a fuoco nel mio cuore, marchiandolo per sempre... Quegli occhi celesti non si possono dimenticare. Quel terrore ad incresparne le screziature più scure, la coscienza di non poter far nulla per me... Anche se alla fine, è stato proprio lui quello che ha fatto più di tutti... E' stato Nate a ripetermi ogni singolo giorno che non vedeva l'ora di incontrarmi sveglia per poter sentire la mia voce, per sapere se sono seriamente come mi descrivono gli altri, per potermi parlare guardandomi negli occhi, per capire le motivazioni di quel lampo nel mio sguardo, poco prima che mi sfracellassi al suolo... Ah, no... Giusto... L'ha già scoperto... O meglio, ha scoperto quello che pensano tutti ma che non è assolutamente la verità... Non per me almeno... Non più. Forse deve andare semplicemente cosi. Forse io non lo vivrò mai quello sguardo fatale... Non avrò mai la mia favola d'amore...”.
Lexi non si era nemmeno accorta che la porta della sua camera si era richiusa dietro le spalle di un Morgan più determinato che mai a riprendersi quello che aveva sempre saputo essere suo.




Hi sweethearts!
Piccolo capitolo di passaggio prima di ricominciare con i batticuori (si spera ^^). Lo so, lo so: sarete sfinite come Lexi di sentir chiunque vada a trovarla lamentarsi della propria vita, ma credo che alle volte finisca sul serio per andare così: siamo troppo concentrati su noi stessi per poter cogliere le sfumature di chi ci sta attorno. Povera Lexi ** Mentre scrivevo questo capitolo, ricordo di essermi chiesta se fosse davvero possibile innamorarsi con un solo sguardo o se, in generale, un singolo scambio di occhiate possa cambiare radicalmente il corso degli eventi... Voi che ne pensate?? Piccola curiosità **
Grazie per aver letto fino a qui, per aver inserito la storia tra le seguite e le ricordate e per continuare a lasciare il vostro prezioso parere **
Lots Of Love xx
  
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