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Autore: Altair13Sirio    21/04/2017    2 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Cyborg lanciò il controller contro il televisore con fare stizzito. BB aveva vinto ancora una volta durante una delle loro interminabili partite; alcune cose sembravano non cambiare mai, nonostante tutto il tempo passato…
<< E' quasi pronto! Il mio sformato di Glorrk ha bisogno solo di una piccola scaldata. >> Annunciò Stella con grande enfasi, mostrando di tenere molto alla realizzazione di quel piatto. Stella Rubia era una frana in cucina, i Titans l’avevano sempre lasciata fare principalmente perché si divertiva a ricreare le ricette della sua terra natale e in fondo non faceva del male a nessuno, ma nessuno aveva mai pensato di assaggiare le sue creazioni, che venivano quindi divorate da lei sola il più delle volte; dopo la nascita di sua figlia, però, i Titans avevano deciso di provare a mangiare quei cibi per convincere la bambina a non rifiutare qualsiasi piatto che non le sembrasse appetitoso: inaspettatamente, la bambina aveva mostrato di adorare le immangiabili ricette Tamaraniane.
Corvina girò la testa verso l’amica ai fornelli; stava assistendo in silenzio alla partita degli altri due Titans, ma non era uno spettacolo molto interessante. << Ma quella roba non aveva una consistenza gelatinosa? >> Si alzò dal divano e raggiunse il lato della sala comune dove era posizionata la cucina.
Stella fece un passo indietro dopo aver riposto la teglia con dentro il suo sformato alieno e prese un bel respiro; quando arrivò Corvina accanto a lei, la donna aliena lanciò un urlo e tirando indietro le braccia caricò un raggio verde che scagliò contro la sua ricetta, portandola istantaneamente a temperature elevatissime. Dopo pochi secondi, la donna fece sparire le fiamme che accerchiavano le sue mani e si avvicinò al ripiano bruciacchiato e annerito dove giaceva la teglia incandescente. La raccolse a mani nude e ammiccò a Corvina, che era stata colta alla sprovvista dall'improvviso urlo della cuoca. << Pronta! Vuoi assaggiare? >>
La donna ammantata assunse un’espressione preoccupata; avrebbe rifiutato normalmente, ed essendo Luna Bianca assente nessuno lo avrebbe saputo, ma per una volta la cucina di Stella non le sembrò inguardabile e pensò che quello sformato potesse addirittura essere commestibile. Piena di dubbi nella testa, Corvina fece comparire una forchetta eterea, simile a un'ombra, con i suoi poteri e disse:<< In fondo non potrà certo uccidermi… >>
Dopo aver tagliato un pezzo dello sformato con la forchetta ed averla avvicinata alla propria bocca, Corvina assaggiò lo sformato di Stella senza esitazioni, ma se ne pentì all’istante; si coprì la mano con una bocca mentre i muscoli del suo viso si contraevano in un’espressione disgustata e cercò di sorridere all'amica ansiosa di conoscere il suo verdetto. In qualche modo riuscì a trovare la forza per deglutire e allora sorrise con ancora la palpebra di un occhio che le tremava nervosamente per lo shock:<< Grande! A Luna piacerà senz’altro… >>
Stella ammiccò ingenuamente dopo un momento di sconcerto. << E’ quello che io spero! >> Rispose ad alta voce, tornando a riporre la teglia sul ripiano della cucina. Poi si guardò intorno spaesata. << Però dove sono finiti quei due qu’ooplha? Lo sanno che bisogna stare assieme nel Blorthog! >>
La voce di Cyborg sovrastò qualunque altra cosa nella sala e le due donne si voltarono per assistere al litigio tra i due videogiocatori. << HAI HACKERATO IL COMPUTER IN MODO DA NON LASCIARMI FARE NEANCHE UNA MOSSA VINCENTE, NON E’ VERO?! >> Era la quarta volta che BB lo stracciava ai videogiochi, e quando succedeva qualcosa del genere di solito il grosso cyborg cominciava ad accusare il piccoletto verde di stare barando.
Beast Boy si limitò a ghignare con tranquillità guardando lo schermo piatto della sala dove il videogioco stava ancora inneggiando il vincitore e mise i piedi sul tavolino di fronte al divano. << Stai solo perdendo colpi, vecchio mio. >> Rispose lui con calma facendo pesare molto il termine "vecchio", sapendo che l’amico non avrebbe reagito in modo scomposto.
Cyborg si indispettì e cercò un modo per ribattere:<< Ha parlato il dinosauro! E non mi hai ancora spiegato come hanno fatto a impiantarti il DNA di un animale estinto… >>
Prima che la situazione degenerasse nel solito battibecco dei due, Stella tentò di intervenire per calmare le acque; almeno durante quel giorno, sperava che non ci fossero litigi. << Amici, vi prego! Non dovete litigare nel giorno del Blorthog… >>
Una voce acuta e squillante irruppe nella sala nello stesso istante in cui la porta di ingresso si apriva con un ronzio; concluse la frase della madre attraversando di corsa la sala:<< Altrimenti il rekma si abbatterà su di noi! >> Piena di entusiasmo, la piccola Luna cominciò a sfrecciare attraverso la sala comune, creando disordine ovunque passasse. Consegnò un piccolo pupazzetto a Silkie, l'animaletto domestico dei Titans e suo grande amico, raffigurante proprio la larva geneticamente modificata che in quel momento sonnecchiava felicemente nella sua cuccia accanto al divano, e lo accarezzò un paio di volte prima di tornare al suo giro. Si fermò accanto a Cyborg e BB per consegnargli delle collane fatte di grosse perle; i due le ricevettero con grande apprezzamento e sorrisero alla piccola bambina dai capelli neri.
<< Sempre attiva, eh piccola gorka? >> Esclamò Cyborg dimenticando la arrabbiatura di un attimo prima e stringendo con un possente braccio la bimba che rise alla sua domanda. Cyborg aveva imparato il tamaraniano per primo tra i Titans, quando ancora si facevano chiamare “Teen Titans”; dopo la nascita di Luna Bianca e l’inizio delle sue lezioni di lingua aliena date dalla madre, anche Robin e Corvina avevano tentato di comprendere quel linguaggio complicato per poter essere preparati in caso di una possibile visita al pianeta natale di Stella, mentre BB non era riuscito a rimanere sveglio alla prima lezione e le sue conoscenze in materia erano rimaste latenti.
Luna si allontanò a tutta velocità sussurrando un commento divertito in tamaraniano e raggiunse Corvina per consegnarle un’altra collana. << A te, mia onorevole K’Norfka, dono questo gingillo per mantenere unito il nostro rapporto nell’eternità. >> Disse con solennità aspettando che la donna si abbassasse per ricevere il suo regalo; la collana, poté notare Corvina, era decorata con dei segni circolari traballanti rossi e gialli, segno che Luna non avesse molta dimestichezza con quel genere di lavori.
<< Ti ringrazio, Luna, e auguro anche a te un buon Blorthog. >> Rispose con calma la protettrice della bimba. Sin dalla sua nascita, Stella aveva voluto che fosse Corvina ad occuparsi di Luna e nonostante l’indifferenza dell’amica in poco tempo era nato un legame indissolubile tra lei e la bambina; ogni giorno meditavano assieme, la piccola Luna era più che entusiasta nell’imparare le formule magiche della madrina e, nonostante non sembrasse portata per la materia, Corvina non la volle mai dissuadere dal tentare.
Luna reagì all'augurio di Corvina con eccitazione e liberò un piccolo urletto emozionato, prima di dirigersi da sua madre e porgerle una corona fatta con fili d'erba intrecciati tra loro e gocce di rugiada cristallizzate su di essa. Sembrò un po' emozionata al momento di dare quel dono a Stella. << Ehm… Madre… Io ti dono questa corona per dimostrarti tutto il mio amore per te e farti capire che tu sei la mia… Ehm… >> La bimba arrossì e abbassò lo sguardo, quasi come se si sentisse in colpa per qualcosa o provasse vergogna. << La mia… >>
Stella stava aspettando con gli occhi lucidi che Luna concludesse la sua frase; sembrava quasi che avesse imparato a memoria quel piccolo augurio per rendere contenta la madre, ma lei sapeva che qualunque cosa dicesse sua figlia sarebbe nata dal suo piccolo ma grande cuore, e le avrebbe fatto piacere anche se non fosse stato così articolato e lungo.
Per aiutare la bambina visibilmente in difficoltà – adesso era rimasta immobile con lo sguardo fisso sulle proprie scarpe e aveva smesso di ripetere a bassa voce l'ultima parte della sua frase, con l'aria di chi aveva completamente dimenticato cosa stesse facendo – arrivò Robin, che le mise una mano sulla spalla e sorrise a Stella. << Regina. >>
Luna alzò lo sguardo spalancando la bocca incredula, quasi contrariata.
<< Sei la mia regina e la luce che illumina la mia strada. >> Stella arrossì improvvisamente quando Robin concluse la frase di Luna, e si nascose le labbra con una mano quasi per tentare di trattenere i sospiri che quelle parole le fecero sfuggire. L'uomo si voltò verso la figlia e le sorrise, ma lei non sembrò voler ricambiare quel gesto; al contrario, fece una smorfia  gonfiando le guance e fissò con disappunto il padre. << Dovevo essere io a dirlo! >>
Robin ridacchiò e prese in braccio la bimba. << E perché non lo hai fatto, allora? >> Chiese mentre la piccola fingeva di voler rifiutare il suo abbraccio, ridendo con complicità.
Luna sembrò imbarazzata nel confessare quella cosa e abbassò molto la voce. << Lo avevo… Dimenticato… >>
Robin sporse Luna in avanti per farle porre la corona di fili d'erba in testa a Stella e poi la riportò al proprio fianco, dove la tenne sospesa per un po'. << Sai, questa mattina non trovava le parole per dimostrarti il suo amore, e così l'ho aiutata un po'… >>
La piccola Luna protestò indignata. << Papà! Non lo dovevi dire… >> Cercò di tappargli la bocca con le sue manine, ma ormai era fatta e Stella non sembrava per niente arrabbiata. Invece, la madre mostrò grande commozione e quasi non riuscì a esprimere la sua felicità con parole terrestri.
<< Oh… Mia piccola… >> Urlò delle parole incomprensibili in tamaraniano e abbracciò sia il marito che la figlia in braccio a lui. << Te la sei ricordata! >>
Luna rise con quella sua vocina acuta e immacolata e lasciò che la madre in preda a una crisi di affetto la stringesse fino a farle mancare il respiro. Luna era una frana con le date e per lei era normale dimenticare di festeggiare eventi come un compleanno o una qualsiasi altra festa, soprattutto se lei era la festeggiata, per questo tutti sembrarono molto sorpresi quando la bambina dimostrò di aver ricordato il giorno del Blorthog; in realtà nessuno sapeva che era stato Robin a ricordare alla figlia l'anniversario della festa e che quindi avevano preparato assieme i regali per i Titans. Sapendo che Stella Rubia tenesse molto a quella festa, suo marito aveva voluto fare in modo che, per una volta, andasse tutto per il verso giusto…
Dopo i convenevoli, i Titans decisero di riunirsi a tavola per pranzare tutti assieme in quel giorno del Blorthog. Stella aveva voluto sperimentare con il suo sformato di Glorrk, mentre invece Cyborg e BB avevano preparato qualcosa di "terrestre" per chi non avrebbe potuto gradire il Glorrk: BB aveva fatto una semplice insalata di patate con una porzione più grande per lui che, da vegetariano, non avrebbe mangiato il resto mentre Cyborg aveva preparato degli spaghetti al ragù per tutti gli altri. Entrambi si erano divertiti un mondo a cucinare, sentendosi per poco tempo dei grandi cuochi all'opera
L'intera squadra sapeva già che Luna avrebbe divorato entrambi i piatti.
La tavola era organizzata con il trio di Robin Luna e Stella da un lato, mentre dall'altro, seduti rispettivamente opposti alla famigliola, stavano Cyborg, Corvina e BB. Quando i piatti arrivarono volando al tavolo, trasportati dai poteri della mezza demone, Luna spalancò la bocca piena di meraviglia e li guardò uno ad uno atterrare ai propri posti; Robin e stella si guardarono e sorrisero dolcemente, dopo aver visto la reazione della loro figlia, che adorava la magia della K'Norfka e sognava di poter imparare a padroneggiare quell'arte proprio come lei, un giorno. In più Luna sembrava reagire sempre a qualunque cosa come se fosse la sua prima esperienza con essa.
Corvina sorrise in modo espansivo alla bambina, mentre con i suoi poteri divideva in porzioni simili lo sformato di Glorrk; la donna non era mai stata particolarmente amichevole con nessuno, le poche volte che aveva mostrato i propri sentimenti in modo evidente vi era sempre stato un motivo preciso dietro, ma quando si rivolgeva a Luna Bianca le veniva automatico piegare gli angoli della bocca per formare un sorriso dolce, così come succedeva per tutti gli altri.
Quando Cyborg si vide davanti un piatto di Glorrk, per un attimo mostrò un'espressione delusa, ma sapeva che non poteva rifiutarsi di mangiarlo; nessuno poteva, nonostante BB stesse cercando di capire se potesse evitarselo chiedendo se si trattasse di una ricetta vegetariana. Alcuni di loro non capivano ancora perché fosse tanto importante mangiare le strampalate ricette di Stella Rubia: dopo aver capito quanto fosse golosa la piccola Luna, pensavano che non sarebbe più servito fingere di adorare quei cibi per convincerla a mangiarli, ma Robin aveva chiesto agli altri di fare uno sforzo per non dare dispiacere a Stella, che finalmente vedeva dell'apprezzamento nella propria cucina da parte degli altri. Corvina era stata la più accondiscendente al riguardo, mentre Cyborg e BB si erano abbattuti non poco al sentire la richiesta di Robin; alla fine la cucina tamaraniana era entrata a far parte della dieta quotidiana dei Titans e lentamente i supereroi si stavano abituando ai forti sapori di quei piatti.
<< Buon appetito! >> Gridò la bimba prima di avventarsi sul proprio piatto di Glorrk con una tale foga da lasciare destabilizzati i presenti; Stella agì più o meno allo stesso modo, ma non si preoccupò di augurare un buon pranzo agli altri come aveva già fatto al figlia. Vedendole una accanto all'altra nella loro furia per il pranzo, i Titans si resero conto di quanto si somigliassero Stella e Luna. Cyborg e BB si scambiarono occhiate di complicità quando videro quella scena esilarante.
Corvina e Robin cominciarono a mangiare senza troppe cerimonie e si sforzarono per mostrarsi impassibili a ogni boccone di sformato alieno, mentre invece il cyborg e l'omino verde esitarono a lungo prima di rassegnarsi a mangiare. Dopo poche forchettate di Glorrk però, BB non ce la faceva più e tentò di distrarsi facendo qualche domanda a Luna. << Allora, Luna… Tra non molto compierai undici anni. >> Disse con tono di uno che voleva aprire una conversazione amichevole. Luna alzò la testa e mostrò gli angoli della bocca sporchi mentre rivolgeva un sorriso assente a Beast Boy. << Cosa vorresti regalata al tuo compleanno? >> Chiese alzando una forchetta e ghignando rassicurante.
Luna sembrò cadere dalle nuvole e assunse un ampio sorriso non appena si ricordò della scadenza del suo prossimo compleanno. Aveva pensato a lungo a cosa avrebbe desiderato di più per il suo compleanno, e alla fine Luna aveva deciso di chiedere una sola cosa alla sua famiglia. << Sì, è vero! >> Esclamò annuendo velocemente più e più volte. Si mise l'indice sulla guancia e il pollice sotto al mento e assunse un'espressione pensierosa, fingendo di pensarci ancora un po' su; faceva sempre così, ma tutti sapevano che la bambina cominciava anche da prima la sua serie di messaggi subliminali per fargli intendere più rapidamente cosa desiderasse in regalo: quello di sicuro non lo avrebbe dimenticato. Quell'anno però nessuno aveva notato niente di anomalo e per questo BB era abbastanza curioso di scoprire quel mistero. Sembrava quasi che la bambina volesse rivelare tutto quanto subito, e infatti dopo essersi messa in ginocchio sulla sedia ed essersi sporta sul tavolo, fece in modo che tutti potessero sentirla e vederla e cominciò a parlare con timidezza:<< Quest'anno, per la mia festa di compleanno, avevo pensato a un regalo diverso dal solito… >>
La bimba si dondolò lentamente sul posto, mentre alcuni dei presenti tentavano di azzardare cosa fosse il suo desiderio. << Una montagna di dolci? >> Chiese BB. Cyborg ribatté:<< Secondo me vuole fare una gita nello spazio! >> Ma a quel punto l'omino verde rispose ancora agitando la mano:<< No, no! Vuoi catturare il tuo primo supercattivo! >>
Mentre i tentativi dei due amici andavano avanti, Stella Rubia cominciò a temere che il desiderio di Luna Bianca fosse qualcosa di troppo grande per essere esaudito, o che la figlia ci stesse già ripensando dopo aver valutato attentamente le sue possibilità; infatti la bambina aveva dipinto in viso uno sguardo confuso e combattuto, in difficoltà. Forse erano solo le continue domande di BB e Cyborg che le stavano mettendo pressione, oppure si era persa nel proprio discorso, ma Stella, per qualche ragione, avrebbe preferito non sentire più quel desiderio.
<< No… Non esattamente… >> Rispose imbarazzata la bambina, arrossendo completamente in viso e abbassando lo sguardo timidamente.
<< Andiamo Luna, lo sai che puoi dirlo. >> La incoraggiò Corvina prima di imboccare un pezzo dello sformato di Glorrk con una forchetta d'ombra. << Non devi vergognarti. >> Intanto Robin la guardava con un leggero sorriso, necessario a farle capire di poter andare avanti senza dover temere niente.
La bambina, dopo aver visto lo sguardo del padre, inspirò profondamente e trattenne il respiro per un attimo, prima di lasciare andare tutto all'improvviso assieme al suo desiderio:<< Io vorrei andare a scuola come gli altri bambini! >>
Il silenzio calò nella torre, investendo tutti quanti come un macigno che rotola giù da una ripida collina. Tutti i Titans fissavano Luna Bianca come se avesse appena detto una parolaccia e nella sala si poteva percepire solo il rumore provocato dalle mandibole di Silkie che divorava la sua pappa in una grossa ciotola; avvertendo però l'anormalità della situazione, la larva smise di mangiare pensando che fosse successo qualcosa e agitò la testa per guardarsi intorno.
Luna si fece piccolissima sulla sua sedia e guardò con timore i Titans, che le rivolgevano sguardi increduli. Lei non aveva ma frequentato nessuno a parte loro, non aveva mai lasciato l'isola se non in loro compagnia e Robin aveva temuto a lungo il giorno in cui prima o poi la bambina avrebbe fatto questa richiesta alla famiglia; in fondo, per quanto potesse essere felice lì con loro, le sarebbe sempre mancato qualcosa, e in un futuro non troppo lontano Luna sarebbe cresciuta e avrebbe cambiato il proprio modo di vedere il mondo.
<< Luna, non mi aspettavo una richiesta del genere… >> Commentò incerto – e anche un po' spaventato – BB, che aveva posto la domanda. Fece guizzare lo sguardo da Robin a Stella, i due genitori che adesso lo fissavano con sguardo inquisitore. << Forse sarebbe opportuno chiedere il parere di un esperto… >> E detto questo si voltò verso Cyborg, che per rendere l'atmosfera un po' più leggera tirò fuori da sotto il tavolo una pipa di legno e un cappellino da investigatore, e si mise a imitare un accento inglese.
<< E' davvero una richiesta grande, grande davvero, ma a mio modestissimo parere anche legittima e sacrosanta, oserei dire perbacco! >> Commentò fissando negli occhi il compagno di scherzi, prima di voltarsi a parlare con Luna. << In conclusione, credo che sarebbe opportuno consultare i genitori e cercare di prenderli in una giornata buona, confidando nella loro benevolenza. >> Concluse con un largo sorriso smagliante, accompagnato dal lato opposto del tavolo da quello di Beast Boy. I due cercavano di tenere alto il morale di Luna, sapevano che quell'argomento era un tabù per i suoi genitori, ma non sembrarono riuscirci: la bambina li guardava confusa e demoralizzata, in attesa di una spiegazione che la aiutasse a trovare una risposta alla sua richiesta. Infine, lo sguardo per niente incoraggiante di Corvina, influenzato dalla scenetta a suo parere demenziale dei due che erano seduti ai suoi lati, dovette far sparire le poche speranze che Luna aveva riposto nel proprio desiderio; sia lei che la bambina sapevano che sarebbe stato difficile convincere Robin.
<< Io non capisco queste parole… >> Mormorò debolmente, girando lo sguardo per incontrare quello del padre. Per quanto intelligente, Luna era sempre una bambina, e per di più mezza aliena: la sua lingua non era perfetta e spesso finiva per incespicare tra le parole più complesse o non riusciva a trovare i termini esatti per esprimere un concetto; a volte tirava fuori quella scusa per avere un vantaggio in una discussione con qualcuno, nel tentativo di ricevere un trattamento meno duro nel caso dovesse ricevere una punizione, ma questa volta, pur non avendo compreso appieno il significato delle parole che aveva detto Cyborg, la bambina aveva capito che avverare il suo desiderio sarebbe stato difficile.
Girò lentamente la testa verso suo padre, ch mostrò tutta la sorpresa che ricevere quella richiesta gli aveva dato. Reagì in ritardo e riuscì a chiudere la bocca per sembrare più convinto di sé:<< Luna… Vedi, noi ti vogliamo bene… >>
Prima che Robin potesse spiegarsi, la sirena della torre cominciò a suonare e una fastidiosa luce rossa illuminò a intermittenza tutti i locali, segnalando ai Titans un allarme in città. Cyborg e Corvina si alzarono subito da tavola, mentre BB rimase a guardarli mentre si allontanavano dal centro della sala con la bocca mezza aperta; Stella rimase piantata al proprio posto, a fissare il marito con serietà, che allo stesso modo guardava la figlia. Dopo una prolungata pausa, l'uomo sospirò e decise di rimandare a un'altra volta quel discorso:<< Ne parliamo un'altra volta… >> Disse alzandosi da tavola e ignorando lo sguardo deluso di sua figlia. La bambina cercò di trovare un po' di sicurezza almeno nella madre, che però non seppe come reagire e abbassò lo sguardo prima di alzarsi da tavola.
<< Chi abbiamo questa volta? >> Chiese Robin avvicinandosi al grande computer con cui i Titans monitoravano l'intera città. Cyborg aveva le mani sul pannello di comando e faceva muovere rapidamente le dita su di esso.
<< Johnny il Rancido, in pieno centro. >> Sentenziò senza un tono. L'immagine della mappa della città sullo schermo si ingrandì sulla zona interessata e comparve un riquadro che mostrò la situazione dal punto di vista di una videocamera di sorveglianza della città: l'uomo muscoloso con indosso vestiti scuri e ricoperto di borchie stava scatenando il caos rapinando i passanti e distruggendo le automobili in movimento con uno strano guanto chiodato. Nonostante non fosse presente il sonoro nelle registrazioni, tutti i presenti poterono vedere che stava ridendo sguaiatamente.
<< Quello là non si dà mai una calmata? >> Borbottò stufo BB piegando la schiena in avanti.
<< Andiamo a fermarlo. Forza! >> Robin diede l'ordine senza neanche pensarci; sembrava quasi che quella eventualità fosse arrivata al momento giusto e ora aveva fretta di lasciare la torre. Quando i Titans si furono lanciati in corsa verso l'uscita della sala, però, la piccola Luna gli sfrecciò davanti e si mise in mezzo alla strada a braccia aperte.
<< Cosa stai facendo, Luna? >> Chiese Stella preoccupata, temendo che la discussione di prima avesse potuto far scattare in lei una reazione incontrollabile. Lo sguardo della bambina era severo e un po' malizioso, ma non c'era né cattiveria, né rabbia nei suoi occhi. Lentamente puntò l'indice contro il gruppo di supereroi davanti a sé e sorrise divertita.
<< Io vengo con voi! >> Sentenziò senza ammettere repliche.
   
 
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