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Autore: phantophobia    21/04/2017    0 recensioni
Due vite e una nuova città: ecco cosa attende due giovani ragazze italiane, Alice e Francesca, alle prese con la vita in Korea. Tra incidenti, ironia e amicizia forse c'e spazio anche per l'amore.
Due destini si incrociano, ma mai com'è consuetudine.
안녕히 계세요
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Chiamami pazza ma per me lo dovresti chiamare”.
Francesca aveva colto nel segno un’altra volta. Quella ragazza sapeva proprio leggermi nel pensiero, era sempre riuscita a capire cosa mi frullava in testa e a metterci ordine nei momenti più incasinati.
“Se solo fosse semplice” pensai.
“E’ semplice” rispose Francesca d’impulso.
Mi ritrovai a fissarla perplessa, con un velo di sudore che mi copriva la fronte. “Mi ha davvero letto nella mente? Ci mancava solo la svolta fantasy per rendere questa storia ancora più assurda”.
“Non ti leggo nella mente, stupida! Siamo amiche ormai da 12 anni, conosco tutto quello che ti passa per la testa soltanto guardandoti negli occhi qualche secondo”.
Rimasi interdetta e leggermente spaventata. Possibile che mi conoscesse così bene da scansionarmi la mente? Eravamo amiche, d’accordo, ma avere la presunzione di leggere tutto sembrava a dir poco borioso anche per l’umile Francesca”.
“E va bene, mettiamoti alla prova. A cosa sto pensando ora?”
“Cetriolini”.
“Come diavolo hai fatto? Francesca, mi stai spaventando!”
“Sei sempre la solita, quando sei nervosa o hai visto un film horror mangi sempre dei cetriolini sott’aceto. Quindi, considerando che ti senti un tantino sconquassata dai recenti avvenimenti, facendo 2 + 2 mi è sembrato ovvio che stessi pensando ad un anti-stress… i cetriolini”.
“Miseriaccia. Questa ragazza mi conosce davvero troppo bene.” “D’accordo, era facile, facciamo un altro tentativo e se la indov…”
“Adesso basta Al, smettila di cambiare argomento! Lo vuoi chiamare sì o no questo ragazzo?”
“Non lo so, dico davvero. Lui mi piace ma ci sono troppi fattori da considerare”.
“E cioè?” chiese Francesca alquanto spazientita.
“Beh, prima fra tutti l’enorme figuraccia che ho fatto, secondo la mia scarsa autostima, il mio continuo insuccesso relazionale con l’altro sesso e il mio aspetto sgradevole. I nostri figli nascerebbero complessati: padre affascinante e famoso e madre bruttona e sconosciuta. Davvero non potrei mai causare tanti guai ai miei bambini. Meglio stoppare tutto in partenza, finché non sono ancora emotivamente coinvolta” sputai tutto d’un fiato, come se quel discorso fosse frutto di un attento ed elaborato ragionamento precedentemente progettato.
“Ma ti sei sentita?!? Figli? Scompensi? Aspetto sgradevole? A volte credo che ci avrei guadagnato di più facendo amicizia con un mucchio di sassi”.
Come darle torto? Inventavo scuse insulse per proteggere la mia mente da un ennesimo rifiuto. Ma stavolta non era successo. Anzi, un bel ragazzo aveva cercato di flirtare con me e, non ottenendo input da parte mia mi aveva lasciato il suo numero per contattarlo. Tutto questo sembra presagire qualcosa di positivo. E allora perché non rischiare? Perché non buttarmi a bomba nella piscina dell’amore e delle opportunità?
“Passami il telefono Francesca, devo scrivere un messaggio a Taeyang”
“Era ora che tirassi fuori gli attributi! Ora ci mettiamo comode a sedere e cerchiamo di farti rimorchiare Taey…”
Francesca si interruppe di scatto. Sembrava che qualcosa di importante le fosse tornato in mente. Un dettaglio ma che era di notevole importanza.
Si girò di scatto verso di me e cominciò a fissarmi ad occhi sbarrati, quasi in trance. “Lui si chiama Taeyang? E magari è bello, non molto alto, fisico decisamente oltre lo standard coreano e indossa cappelli e/o occhialoni da sole?”
“Direi che lo hai descritto alla perfezione. Se vogliamo essere pignoli, hai scordato soltanto una mascherina per coprire naso e bocca” le dissi in totale tranquillità, non cogliendo il suo sguardo ormai simile a quello di Jack Nicholson in “Shining”.
“Porco cazzo” si lasciò sfuggire Francesca con rassegnazione.
“Cosa ho combinato adesso?”
“Ti sei rimorchiata Taeyang dei Big Bang” ammise sconcertata infine, mentre cercava spasmodicamente qualcosa nel suo cellulare. Mi passò il suo telefono e quello che vidi mi fece sobbalzare. Eccolo là, il ragazzo che avevo conosciuto qualche ora prima, in posa insieme ad altri quattro ragazzi.
“SANTO DIO HO RIMORCHIATO TAEYANG DEI BIG BANG! Come diavolo ho fatto a non riconoscerlo? Cioè, so di non avere una buona vista ma ero convinta che se mi fossi trovata davanti una celebrità me ne sarei accorta!”
Ma Francesca non sembrava avermi sentita. Si era buttata sul letto in posizione fetale e aveva uno strano bagliore sinistro riflesso negli occhi. Ero terrorizzata.
Si alzò in piedi sul letto con uno scatto felino. Sembrava determinata e leggermente psicopatica. Mi passò il telefono e mi incitò a scrivere. “Milioni di ragazze ucciderebbero per questo, e tu hai la possibilità di farlo. Prendi questo maledettissimo cellulare e scrivi a Taeyang. SUBITO.”
Non me lo feci ripetere due volte. Il destino aveva bussato, e questa volta avevo tutta l’intenzione di aprirgli le porte della mia vita.
Digitai almeno 125 messaggi in dieci minuti, cancellando o modificando quanto avevo scritto in precedenza. Volevo inviargli un messaggio conciso, chiaro, non troppo lungo, flirtante ma non troppo, voglioso ma celato e magari divertente.
Una passeggiata insomma.
Alla fine optai per qualcosa di semplice.
 
“Ciao, sono la ragazza strana di questa mattina.
Quella che ha cantato per strada e ha perso la
borsa con dentro cioccolata e preservativi…
volevo solo farti sapere che sono rinvenuta e
sto bene. E grazie ancora per la borsa e per non
avermi rapinato :)”
 
Lo inviai perplessa senza chiedere consenso a Francesca che sembrava in overdose: era sudata, le pupille dilatate e un filo di moccio le scendeva dal naso. Era un’immagine davvero raccapricciante.
“Beh, io gli ho scritto un messaggio. Non conto di avere risposta. Insomma, lui è un’idol famoso e bello, perché mai dovrebbe rispondermi?!?”
E in quell’istante il mio telefono squillò.
 
 
 
 
Eccomi di ritorno! Dopo Pasqua e Pasquetta era giunto il momento di continuare questa storia elettrizzante. Sì, lo ammetto, ho fatto la cafonata, ma volevo chiudere e lasciare un po' di suspense. Quindi saprete la risposta nella prossima puntata (anche perché non ho ancora pensato ad una risposta adeguata).
Mi scuso se il capitolo è un po' breve e meno divertente del solito, ma era ora di entrare nel vivo dell’azione.
 
Stay tuned
 
Phanto  
 
 
 
 
   
 
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