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Autore: Lan Shuihua    21/04/2017    3 recensioni
Lily ha la mania di tornare a casa, ogni tanto, in vista di occasioni speciali.
Quale sarà il motivo stavolta? E come mai c'è del fluff nell'aria?
Una piccola dedica a BlackInkVelvet, che secoli fa mi ha chiesto una cosuccia che ho inserito nel capitolo...
(Ci sarà dell'angst, o almeno credo, ma in piccolissima dose)
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Shun, Dragon Shiryu, Nuovo Personaggio, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Vita con i Bronze'
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FESTE E GUASTAFESTE

A Villa Kido Lily si trovava bene, ma era pur sempre a Tokyo e ogni tanto sentiva la nostalgia della sua città. Certo, si teneva informata su quello che succedeva, ma non era lo stesso e non vedeva l'ora che capitasse qualcosa di molto fuori dal comune per portarsi dietro tutta la 'famigliola' e tornare per un po' a casa.
Un giorno, mentre stava leggendo il giornale sportivo che faceva spedire dall'Italia (o meglio solo la sezione del calcio, che occupava comunque tre quarti del periodico), la babysitter dei bronzini si stupì di vedere tutti quei risultati positivi, specialmente vittorie, per quel che riguardava la sua squadra del cuore. Dopo aver appurato che non si trattasse di uno scherzo, cosa che non avrebbe tollerato su un argomento così importante, la ragazza iniziò a fare armi e bagagli per partire il prima possibile.
"Parti, Lily?" le chiese intristito Shun, che aveva visto il suo trafficare poichè la porta era aperta.
"In realtà spero di far partire tutti" rispose lei, avvicinandoglisi per scacciare le lacrime che già affioravano nei suoi occhioni verdi.
"E dove dovremmo andare tutti, di grazia?" si intromise Ikki, spuntato come suo solito dal nulla.
"A... a casa mia, in Italia" replicò la ragazza, un po' spaventata dall'improvvisa apparizione della Fenice.
"Che motivo c'è stavolta?" volle sapere lui, che però non vedeva l'ora di potersi allontanare dalla dittatrice coi capelli lilla.
"La squadra di calcio della mia città sta vincendo come non mai" disse lei, fiera. "È necessario che io torni."
Il cavaliere sapeva di questa passione della babysitter, così come sapeva che tale squadra non era solita avere una lunga striscia di vittorie. Pertanto radunò gli altri quattro Bronze Saints, li spedì a fare le valigie e poi le fece anche lui. Il giorno dopo avrebbero preso l'aereo per quella cittadina del Nord Italia.


Appena atterrati a quell'aeroporto, rinominato da poco dopo aver vinto una disputa con la città vicina riguardo al nome, i bronzetti furono di nuovo investiti dal famoso dialetto misto tedesco-muratore. Questa volta non ne furono travolti, però la loro comprensione di quell'idioma non era certo aumentata e pertanto dovettero lasciare che Lily li guidasse.
Già che la sua famiglia era stranamente fuori città, la ragazza pensò bene di ospitare tutti in casa propria. Dopo i soliti battibecchi per quel che riguardava la disposizione per la notte, ne uscì che la babysitter e Shun avrebbero occupato il lettone; Shiryu, Hyoga e Ikki si sarebbero sistemati nell'altra stanza, che aveva due letti e un terzo, per così dire, di servizio che normalmente stava sotto gli altri due; invece il pony, dato che russava troppo, avrebbe avuto a disposizione l'estrema comodità del divano letto.
Lasciato lì il grosso dei bagagli, il gruppo prese un pullman e partì alla volta del centro città. Visto che la sera stessa ci sarebbe stata un'altra partita, Lily si preoccupò che tutti avessero il necessario per essere dei buoni tifosi.
"Mi raccomando: cercate oggetti nerazzurri" raccomandò la ragazza appena entrarono nel negozio che vendeva ogni sorta di gadget di quella squadra, fermandosi poi a contemplare un manichino che indossava la divisa della sua squadra del cuore.
Se ne accorsero tutti, e difatti si misero a cercare oggetti che riportassero anche lo sponsor che compariva su tale divisa. Tutti tranne Seiya, che per poco non fece infuriare la babysitter quando le mostrò una maglia con il nome di uno sponsor totalmente diverso.
"Spero per te che tu non l'abbia già pagata..." gli disse glaciale, guardandolo storto.
Il pony alato le mostrò strafottente l'oggetto giusto che teneva dietro la schiena, e lei lo fulminò con lo sguardo.

In seguito, il gruppo di tifosi novelli si spostò (sempre via pullman, ché con l'auto non era proprio pensabile) in zona stadio e si mise diligentemente in fila per entrare. I biglietti che avevano trovato in una rivendita poco distante diedero loro diritto a sei posti in tribuna, da cui si aveva un'ottima visuale del campo di gioco.
Appena la partita cominciò, ai Bronze sembrò di essere tornati bambini, quando davano calci a uno sgangherato pallone davanti ad un ancor più sgangherato orfanatrofio, e si misero a seguire il gioco con evidente interesse. Solo Ikki se ne stava buono e tranquillo e di quando in quando provava a calmare Lily che, seduta accanto a lui, faceva un tifo incredibile. L'impresa gli riuscì, ma bastò che la squadra di casa segnasse il primo gol per vanificare il tutto e far esaltare maggiormente la ragazza, che ogni tanto mormorava qualcosa in quel suo dialetto incomprensibile.
La partita finì con la vittoria della squadra di casa per 2-1, oltretutto contro la squadra la cui maglia tanto somigliava a quella della squadra di Lily che Seiya aveva quasi sbagliato l'acquisto.
"Potremmo andare in un bar a festeggiare! Di solito non lo faccio, ma se volete..." propose la babysitter, felice al punto di essere disposta a fare anche qualcosa di insolito.
La proposta fu approvata e dietro consiglio dell'autoctona venne scelto il Bar Stadio, anche perchè era il più vicino.

Il gruppo prese possesso di un tavolino e ordinò da bere, naturalmente tutta roba analcolica tranne che per Ikki (tanto l'alcol non gli faceva effetto) e Hyoga (immune anche lui, dopo tutto quello che aveva bevuto ai tempi dell'addestramento). In breve tempo, però, solo Lily rimase seduta. Gli altri sentirono il richiamo chi della pista da ballo, chi della conversazione. A lei non dispiacque, anzi ne era quasi contenta dato che così poteva canterellare allegramente seguendo la radiovisione senza rompere i timpani a nessuno.
Quel tavolino quasi vuoto attirò l'attenzione di un paio di ragazzi che si sedettero ai lati della babysitter. Lei non disse nulla ma era a disagio, tant'è che smise di cantare per fingere di concentrarsi meglio sulla trasmissione. Così facendo, però, non notò che uno dei due le stava versando qualcosa nel tè e anzi lo bevve con l'intento di calmarsi, ma ben presto iniziò a sentirsi strana.
Le girava la testa, ma non aveva sonno; faceva fatica a muoversi, come se fosse intorpidita, ma ciò non le impedì di vedere come quei due la stessero guardando. Voleva dire qualcosa, ma non riusciva ad articolare alcun suono. Nemmeno Pandora riusciva a risvegliarsi in lei, e a questo punto la babysitter iniziò seriamente a temere per se stessa.
Fortuna volle che Ikki, pur impegnato in una conversazione con dei coetanei, di tanto in tanto gettasse un'occhiata al tavolo dov'era seduta Lily. Vedendola sbiancare, irrigidirsi e sbarrare gli occhi, il cavaliere non ci pensò due volte e mosse verso quella zona.
Incrociò lo sguardo con Shiryu il quale, notando i lampi d'ira negli occhi dell'amico, intuì un pericolo e fece allontanare con calma gli altri tre.
Arrivato al tavolo, Ikki meditò di dar subito una lezione a quei due ubriachi. Dato però che il bar era piuttosto affollato, decise di non dare spettacolo. Si avvicinò ulteriormente, incenerì con lo sguardo i malintenzionati e disse loro seccamente: "Lei è con me."
Cercò poi di far alzare la ragazza per tornare a casa, ma era così scossa da non reggersi in piedi da sola. L'unica fu quindi prenderla in braccio di peso, portarla fuori dal bar e, una volta ritrovati gli altri, salire sul pullman che portava a casa di Lily.

Dopo che Shiryu, considerato un po' il medico del gruppo, ebbe 'diagnosticato' che la ragazza per riprendersi doveva solo riposare ma non essere lasciata sola, Ikki si incaricò di tenerl sotto controllo. Mandò il fratello a dormire nell'altra stanza (a condizione che il Dragone non facesse avvicinare troppo il pennuto biondo) e si sedette sul lettone a vegliare mentre la ragazza era già scivolata nel sonno.
Questa volta non sbaglierò di nuovo, si disse la Fenice, stranamente in vena di sentimentalismi. Già due volte ho perso una donna importante per me, non accadrà ancora, le promise, ormai perso, dandole un tenero bacio sulla fronte.







ANGOLO ORCHIDEA
Allora... se siete arrivati fino a qui suppongo che il minimo accenno di fluff non vi abbia completamente danneggiato, giusto?
L'ho inserito perchè BlackInkVelvet mi ha chiesto di far succedere qualcosa tra il pennuto bruciacchiante e la povera piccola babysitter. Non che io fossi contraria, anzi, ma ho preferito aspettare una conferma come questa prima di far accadere qualcosa. Che ne pensate? Può andare o sono sconfinata troppo nell'OOC?
Devo dire che la partita che ho moooolto leggermente descritto si è giocata realmente, così come sono reali il negozio sportivo e il Bar Stadio, in cui sono anche stata. Ciò che, fortunatamente, è puramente inventato è ciò che succede all'interno del bar.
Fatemi sapere cosa ne pensate, mentre io vado a preparare il prossimo aggiornamento: una drabble alquanto misteriosa...
Alla prossima!
                                                                                                                                                Lan Shuihua
  
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