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Autore: Mew_vale    21/04/2017    2 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 58
 
 
[Cèsar]
<< Sei pazza da legare, te l’ho già detto? >> Domanda Michael a Olga, mentre sono iniziati i saluti, davanti al metal detector dell’aeroporto. Sta per partire e non potrò neanche salutarlo con un bacio d’amore, vista la presenza dei nostri parenti!
<< Fidati di me. In questo modo non sentiremo mai più parlare di quella sgualdrina! Fai buon viaggio! >> Lo saluta, con un guancia a guancia.
<< Io lo prenderei per il collo e poi a calci se si presentasse l’ex ragazzo del mio fidanzato! Non sarei così razionale. >> Lancio a Michael un sorriso, che spero non venga colto! Lui mi lancia un’occhiata: non mi servono parole per sapere quello che sta pensando! Ti amo anch’io e mi mancherai anche tu, amore mio!
<< Perciò ti sei fidanzato? E Daniele lo sa? >> Gli chiede Marcella. M’irrigidisco.
<< Non ancora, e confido nella tua discrezione, zia! Vi saluto e vi auguro il meglio! >> Risponde Michael, salutando le sue zie con un abbraccio.
<< Arrivederci Mario. >> Lo saluta.
<< Fai buon viaggio. >> Gli augura Calderon di rimando.
<< Michael, alla prossima! >> Lo saluta mia madre.
<< Fa buon viaggio. >> Lo saluta mio padre.
<< Grazie. Cèsar, ti saluto. >> Mi saluta. Ci lasciamo con una misera stretta di mano!
<< Fa buon viaggio. >> Gli auguro, immerso nei suoi occhi. Quando lascia andare la mia mano trascina la sua valigia e si dirige al gate. Mia sorella ed io conteremo anche i secondi che mancano a Venerdì. Vale a dire che conteremo insieme! 
 
 
[Francesco]
Ma guarda un po’ se la gente dev’essere talmente maleducata. Parcheggiare di fronte ad una ditta in parcheggi dove campeggia la scritta “riservato a dirigenti e visitatori” come se fosse un posteggio pubblico! Quando le porte dell’ascensore si aprono sul piano amministrativo, dove lavoro, odo voci si giubilo e un mormorio provenire dalla sala riunioni.
<< Che succede? >> Domando alle segretarie, notando attraverso la finestra circolare della confusione all’interno della sala riunioni.
<< Buon pomeriggio dottor Mèsa! I Mendoza, i Valencia, Lombardi e la signorina Roberta stanno accogliendo il signor Class Huber, appena arrivato da non abbiamo capito dove! >> M’informa Annamaria. Sarà meglio che mi unisca a loro e che mi presenti, dopo tutto è per metà un Mendoza per tanto il mio datore di lavoro. Mi affaccio in sala riunioni trovandomi di fronte il motociclista di poco fa!
<< Francesco, ben arrivato. Ti presento mio cugino Class! >> Annuncia Lorenzo. Il tipo si volta e mi rivolge un mezzo sorrisetto quando capisce che sono il tipo che poco prima stava per cozzare contro la sua moto.
<< Class, ti presento Francesco Mèsa, il nostro direttore del personale ad interim! >> Mi presenta Lorenzo. Allungo la mano.
<< Piacere di conoscerla. >> Intervengo. Il tipo stringe la mia mano.
<< Piacere mio! Hai poi trovato parcheggio? >> Mi domanda beffardo.
<< Certo! >> Rispondo. Avrei evitato di darli del maleducato se avessi saputo che si trattava di un Mendoza.
<< Che fine ha fatto Cèsar? >> Domanda Class.
<< Si è preso un periodo di ferie. Rientrerà fra tre settimane circa! >> Risponde Roberta. Prendiamo tutti posto attorno al tavolo.
<< Diego non c’è? >> Chiede Class.
<< Si è preso delle ore di permesso. Pare che la sua ragazza stia poco bene! >> Risponde, sempre il vice presidente Lorenzo. Il colloquio con quella donna dev’essere andato malissimo se ha avuto bisogno di alcune ore di riposo. Inizio a picchiettare le dita sul tavolo, questo pensiero mi rende agitato! Che sia il caso di telefonarle?
<< Devi proprio farlo? Mi irrita questo ticchettio. >> Mi riprende il motociclista. Smetto immediatamente.
<< Scusi. La ragazza di Diego è una mia amica e mi agita sapere che sta poco bene. >> Mi giustifico.
<< Comunque puoi darmi del tu, visto che non sono matusalemme! >> Precisa.
<< Do sempre del lei ad una persona appena conosciuta, specialmente quando è il mio datore di lavoro! >> Spiego.
<< Non serve, davvero! Passo così poco tempo in quest’azienda che non mi sento un azionista! >> Risponde. Solleva un sopracciglio quando si accorge che Camilla e David intrecciano le dita, tenendo le mani sul tavolo.
<< Scusa cugina, cosa mi sono perso? >> Domanda allo scuro della loro relazione, evidentemente!
<< Mi sorprende che la sorellina Lena non ti abbia massaggiato, quando è volata qui con l’intento di provarci di nuovo con David ma le è andata male quando l’ha saputo! David ed io siamo fidanzati. >> Annuncia Camilla, non risparmiando del sarcasmo su Lena.
<< Vi faccio i miei complimenti, in questo caso! >> Risponde contento Class.
<< Non è l’unica novità. Roberta ed io ci siamo appena messi insieme! E, a proposito, Martinelli ritratterà quanto ha scritto su Roby e Gonzalo per tanto a breve annunceremo ufficialmente la nostra relazione! >> Annuncia Lorenzo. Lui e la sua ragazza si scambiano un bacio. Qua tutti si fidanzano tranne me. Non troverò mai la persona giusta!
<< Bhe, questa sì che è una novità! Sei certa di quello che fai Roby? >> Domanda Class a Roberta beccandosi una linguaccia.
<< Sicurissima. Non sono mai stata così sicura! >> Risponde la ragazza scambiandosi una dolce occhiata con il suo ragazzo.
<< In questo caso rivolgo anche a voi i miei complimenti. E Diego? Avevo sentito dire che era tornato single. Ma mi sbaglio evidentemente, stando a quanto avete detto. >> Interviene Class.
<< Dopo la sua rottura con Paola si è fidanzato con la mia amica Isabella. >> Intervengo.
<< E’ una ragazza dolcissima, l’amerai! E stavolta siamo certi che si tratti di quella giusta. Diego è cotto a puntino! >> Interviene Camilla.
<< Eh sì, mi sono perso un bel po’ di cose! Con il vostro permesso, andrei a trovare mia sorella. Mi piacerebbe organizzare una cena una sera di queste! >> Propone Class alzandosi. Lo imitiamo.
<< Non mancherà l’occasione. >> Risponde Lorenzo. Questo Class mi ha fatto una strana prima impressione!
 
 
[Camilla]
La sala riunioni si svuota lentamente ed ogni uno torna alle proprie mansioni. Quando il mio David ed io siamo in corridoio suo fratello Giulio lo chiama al cellulare.
<< Due telefonate in un giorno. Un record! >> Esordisce David. Ascolto solo le parole che escono dalla bocca del mio fidanzato non udendo cosa dice suo fratello.
<< E’ stata da te?.... Bene! Vedi che le cose si rivolvono…. Io ho cercato solo di parlare sinceramente, non ho fatto niente di che… Cerca di non rovinare tutto con lei!... Certo, è qui accanto a me…. Sì, ci vedremo di persona così mi racconterai i dettagli…. Non saprei Giulio, non la conosco così bene… Prendile degli orecchini magari o una collanina!... Non c’è di che, ciao! >> Si salutano. Guardo David aspettando che mi spieghi le novità!
<< Silvia è stata da lui durante la pausa pranzo. Sta per nascere una nuova love story, ti dico solo questo! >> Racconta. E questa sua affermazione è abbastanza esaustiva! Speriamo solo che Silvia non ne esca con il cuore infranto!
 
 
[Isabella]
Accarezzo il suo petto, dove appoggio la testa, osservando la busta bianca che sporge dalla borsa appoggiata sulla poltrona. Lì dentro potrebbe esserci scritto il vero nome di mio padre e sono contenta di aver assecondato il mio fidanzato in quest’idea di fuggire dalla città per qualche ora. In questo modo mi sono goduta degli istanti felici prima di aprire quella busta e porre fine alla mia serenità, già gravemente compromessa.
<< Vuoi leggerla? >> Mi domanda Diego, coccolando il mio capo.
<< Ho paura! >> Ammetto.
<< Lo so! Il contenuto di quella lettera ti sconvolgerà ma io ho l’impressione che ti avvicinerà di un passo alla verità! >> Mi fa notare. Mi sollevo e fisso ancora la busta.
<< Me la prendi, per favore? >> Gli chiedo il favore. Diego si alza e compie pochi passi verso la poltrona per poi tornare con la busta. Con le mani tremanti strappo accuratamente un lato essa per estrarre il foglio piegato. Lo apro con lentezza. Trattengo il fiato.
<< E’ proprio la calligrafia di Juan… >> Sussurro. E’ scritto in piccolo, corsivo e fitto. Pochi secondi dopo passo la lettera a Diego che l’afferra confuso.
<< La leggi tu? >> Gli chiedo.
<< Ne sei sicura? >> Mi domanda. Annuisco e lui inizia a leggerne il contenuto a voce alta.
 
“ Isabella, figlia mia.
Se stai leggendo queste righe significa che ho avuto ciò che meritavo: sono morto. Poche ore fa ho rivisto tua madre e per me è stato come essere pugnalato al cuore per la seconda volta da lei. So che questo mio prologo ti starà confondendo le idee, perciò farò un salto nel passato per spiegarti una verità che è ora tu conosca e sarò proprio io a narrartela: il mostro che ti ha rubato l’infanzia.
Erano gli inizi di Settembre del 2002 quando rientrai dal lavoro prima del solito e sorpresi tua madre in lacrime con un test di gravidanza positivo davanti. Ricordo perfettamente che sorrisi quando afferrai in mano l’asticella e chiesi a tua madre balbettando se era un risultato certo. Quando sollevò lo sguardo mi resi conto che quelle che inondavano i suoi occhi non erano lacrime di gioia! Tua madre non voleva tenerti, disse di essere terrorizzata da questo cambiamento, non sentiva pronta per diventare madre, aveva paura di non riuscire a mantenerti. Fui io a convincerla del contrario: l’idea di diventare genitore di uno scricciolo mi faceva impazzire di gioia! Con il passare del tempo e il procedere della gravidanza tua madre sembrò convincersi, smise anche di lavorare per concentrarsi solo sul bimbo in arrivo e per non stressarsi. Le piaceva lavorare a maglia e creare orsetti, corredini e scarpette, ti raccontava delle favole ed io ero felice come non lo ero mai stato in vita mia. Il tuo primo vagito per me fu come un inno alla vita! Le giornate al lavoro passavano lentamente perché non facevo che guardare l’orologio aspettando la sera, per tornare a casa da te. Mi piaceva cullarti, cambiari il pannolino, giocare con te, baciarti i piedini. Ero un papà orgoglioso perché crescevi bella come un fiore, eri la prima della classe, eri solare e tutti ti amavano. Dentro di me cresceva il desiderio di darti un fratellino o una sorellina per diventare doppiamente un papà orgoglioso! Ma dopo mesi e mesi di vani tentativi, decisi di rivolgermi ad un medico: mi crollò il mondo addosso quando mi disse che per me era impossibile avere dei figli. “Ma ho una figlia!” replicai incredulo. Il medico posò una mano sulla mia spalla e dispiaciuto disse “La diagnosi è chiara. Parli con sua moglie!”. Ma parlare non è quello che ho fatto! Tu avevi sette anni, non so se ti ricordi di quella sera. Un confronto dapprima civile con tua madre divenne una lotta senza quartieri quando mi rivelò di avermi tradito, quando prese parte ad una festa, nell’Agosto del 2002. Ricordo di aver afferrato tua madre per i capelli e di aver sbattuto la sua testa contro il ripiano del tavolo, a questo è dovuta la cicatrice sulla sua fronte. Ogni volta che incrociavo il tuo sguardo non facevo che immaginare il viso di tuo padre. Solo allora capii come mai somigliassi solo a tua madre e non a me. L’amore viscerale che avevo sempre provato per te e per tua madre si trasformò in odio, ma restavo attaccato alle belle sensazioni che mi aveva regalato la convinzione di essere tuo padre! Non pretendo che tu comprenda la natura delle mie azioni, ci sono giorni in cui non la capisco neanche io. Nemmeno io ho mai capito fino a che punto sia malata la mia anima. L’unica cosa che posso fare adesso è chiederti scusa per quello che ho fatto e sperare che la tua vita senza di me e tua madre sia stata normale e migliore.
Lo so, adesso ti starai chiedendo chi tu sia e chi sia l’uomo che ti ha dato la vita, magari sollevata dal fatto che non sia io, e non posso di certo biasimarti! Non posso farti un identikit di quest’uomo ma posso darti un grosso aiuto, sperando che possa aiutarti a trovarlo. All’inizio di questa lettera ho detto di aver rivisto tua madre: bhe, non è stato un incontro amichevole. Solo ieri tua nonna Eva ci ha lasciati, ma prima di farlo tua madre le ha potuto dire addio e la nonna ha detto che ti avrebbe rivelato tutta la verità prima di morire. A prescindere dal fatto che sia riuscita a farlo o meno, ho decido di scriverti questa lettera prima di lasciare questo mondo e una vita che non merito. Venire a conoscenza delle intenzioni di tua nonna ha mandato fuori di testa tua madre, spingendola a telefonarmi. Ci siamo visti e durante questo incontro non ha fatto che ripetere tutta sconvolta che Eva ti avrebbe rivelato tutto e che tu l’avresti odiata più di quanto non avessi già fatto per non essere mai intervenuta. Le ho risposto che evidentemente era arrivata la nostra ora, era arrivato il momento di scoprire gli altarini. Tua madre, sconvolta, mi rispose che se aveva taciuto per tanto tempo era per proteggerti da un uomo potente e ricco come lui. Ha aggiunto che Eva avrebbe commesso un errore rivelandoti il suo nome perché il tipo in questione non ti avrebbe mai permesso di entrare nella sua vita rovinando così il suo menage e questo ti avrebbe causato altra sofferenza. Tua madre non mi aveva affatto tradito con il primo venuto ma conosceva perfettamente nome e cognome di tuo padre. Ho perso la testa e l’ho aggredita sbattendola contro un muro, bloccandola con un braccio alla gola e le ho intimato di dirmi il suo nome ma non ha voluto sentire ragioni, mi ha solo confessato che all’epoca non ebbe con lui un’avventura bensì una relazione di qualche mese. Di fronte ad un mio momento di distrazione a causa dello shock si è liberata di me con una ginocchiata in mezzo alle gambe (tanto che danno può farmi?) ed è scappa via senza fornirmi altri dettagli. Questo è tutto quello che posso darti per aiutarti: il tuo vero padre è un uomo ricco, potente e sposato. E questo è tutto.
Se mi faccio pena per quello che ho fatto nella mia vita? Sì, molta. Mi guardo indietro rimpiangendo di essermi comportato come un vile, di averle permesso di rovinare la vita di entrambi. Avrei dovuto prenderti, portarti via e abbandonarla a sé stessa, continuando ad amarti, questo è il mio più grande rimpianto! Non cercarti più e non rivelare a nessuno la verità, e di conseguenza dove ti trovavi, è stata la scelta giusta per darti la possibilità di vivere un’adolescenza normale. Quella vita normale che mi ero illuso di poter vivere io quando ho incrociato per la prima volta lo sguardo di Ines! Incontrarla mi ha ridato la vita. Mi dispiace farle questo, darle questo dispiacere ma sono giunto a questa conclusione: non merito niente, neanche una donna speciale come lei e un angelo di bambino con Asier! E’ per questo che con lui non mi sono mai lasciato andare…. E’ molto meglio così per lui!
Non posso fare altro che chiederti mille volte scusa e augurarti un cammino sereno.
Ti ho sempre pensata, addio.
Juan. “
 
Legge Diego, in alcuni punti con voce spezzata. Piango disperata con la fronte appoggiata al suo bicipite.
 
 
[Jimmy]
<< Mi dici cos’hai da guardare?! >> Le chiedo, spazientito dalle sue occhiate. E’ da quando siamo rientrati dalla pausa pranzo che non fa che lanciarmi occhiate per traverso. E’ come se volesse dirmi qualcosa ma non sa dove cominciare!
<< Io ti guardo? Ti sbagli di grosso! >> Nega, con un sorrisetto.
<< Smettila, non sono un visionario. E’ da quando siamo rientrati dalla pausa pranzo che ti colgo a lanciarmi occhiate di traverso! >> Insisto. E’ snervante! Vorrei sapere cosa vuole!
<< Ti sbagli, te l’ho detto! >> Insiste, più testarda di me. La discussione viene interrotta dall’arrivo di una persona: suo fratello.
<< Sempre a litigare voi due? >> Domanda ironico.
<< FRATELLONE! >> Strilla Lena e mo di saluto. Gli allaccia le braccia al collo e si abbracciano forte. Il suo volto si illumina quando lo vede, è ancora più bella! Io mi tolgo i guanti e gli vado incontro, ci avvolgiamo in un amichevole abbraccio.
<< Ben arrivato, Class! >> Lo saluto.
<< Grazie Jimmy. Ti trovo bene! >> Constata. La dieta a la palestra hanno dato i loro frutti.
<< Anche io ti trovo bene. Da dove arrivi? >> Gli domando.
<< Messico, ho fatto su e giù in moto per un paio di giorni! Tu hai cambiato lavoro vedo. >> Osserva.
<< Periodicamente. Il magazziniere che sostituisco è in malattia. >> Spiego. Lena avvinghia il suo braccio.
<< E tu sorellina cosa mi racconti? Devi aver fatto dannare mamma e papà se ti hanno costretta a lavorare qui! >> Interviene Class. Lena fa una smorfia.
<< Ti ci metti pure tu?! Non ho fatto proprio niente! Ma sai com’è la mamma, deve sempre inventarsi una scusa per avercela con me o con papà! >> Si lamenta Lena. Sicuramente sua madre è una visionaria! Ci credo proprio!
<< Di questi argomenti sarebbe il caso di discuterne in privato, cosa dici? >> Propone il fratello.
<< Qualcuno ha allestito un salottino e non m’invitate?! >> Scherza Carlos, sorprendendoci a battere la fiacca.
<< E’ colpa mia! Sono passato a trovare mia sorella ma tolgo subito il disturbo. Sono Class Huber Mendoza. >> Si presenta.
<< Carlos Alvarez, capo magazziniere. Molto piacere e ben tornato. >> Risponde educatamente Carlos.
<< Lena, ci vediamo questa sera a casa degli zii e chiacchieriamo un po’! Buon lavoro. Jimmy. Carlos. >> Saluta Class.
<< Ciao Class. A presto! >> Lo saluto.
<< Arrivederci! >> Lo saluta Carlos.
<< Ciao fratellone. A stasera! >> Lo saluta Lena, schioccandogli un bacio sulla guancia. Class si allontanata.
<< Ragazzi, mi si è bloccato il computer! Voi che avete molti anni in meno di me e ne capite di più di me gli dareste un’occhiata? >> Ci chiede il favore Carlos.
<< Abbiamo degli addetti a queste cose! >> Gli faccio notate.
<< Non mi fido del nuovo tecnico informatico! Fa la corte a mia figlia… Non mi piace quell’individuo. Vado in pausa caffè mentre gli date un’occhiata! >> Annuncia, allontanandosi. Scuoto il capo e procedo verso l’ufficio del magazzino. Disgraziatamente accompagnato da Lena! Lena trascina una sedia dietro alla scrivania e si siede accanto a me. Deglutisco per cercare di mantenere la calma! Da quanto tempo non l’avevo così vicina a me? Da quando la consideravo la mia ragazza, da quando ci promettevamo vicendevolmente di amarci, ecco da quando!
<< Prova a riavviarlo! >> Propone Lena, dopo aver provato inutilmente a cliccare varie icone. Niente, è tutto bloccato!
<< In teoria questi nuovi computer dovrebbero avere un software si salvataggio automatico di eventuali documenti, in caso di arresto forzato! Ma se succede qualcosa, la colpa te la becchi tu, sappilo! Per ciò accomodati. >> Affermo. Lena alza gli occhi al cielo prima di chinarsi verso di me, per raggiungere la colonnina e premere il pulsante di reset. Sento il cuore accelerare nel mio petto.
<< Cosa c’è? >> Mi domanda Lena, beccandomi a fissarla! Scuoto il capo.
<< Niente! >> Rispondo, schiarendomi la gola. Mi muovo sulla sedia. Il mio cellulare vibra nella mia tasca e lo estraggo per vedere di chi si tratta: sul display compare la scritta “Belen”, la mia ex ragazza, con cui ho chiuso lo scorso autunno. Lo lascio squillare indeciso sul da farsi, anche perché non mi aspettavo una sua telefonata!
<< Non rispondi alla tua ragazza? >> Mi domanda Lena.
<< Non è la mia ragazza. Lo era! >> Mi lascio sfuggire. Perché le sto dando spiegazioni?
<< Ah. E come mai è finita? >> Mi domanda. La guardo torvo.
<< Perché dovrei chiacchierare di questi argomenti con te?! >> Le domando pungente. Lei alza nuovamente gli occhi al cielo.
<< Ma quanto ci mette a riavviarsi questo affare? Qualche intoppo deve averlo. >> Commento, per cambiare l’argomento di conversazione! Il computer finalmente si riavvia e come prima cosa effettuo una scansione per assicurarmi che non ci siano virus, dopo di che inizio a frugare nelle varie cartelle alla ricerca di qualcosa di sospetto. Ma guarda te se devo perdere tempo così quando in azienda ci sono persone pagate per fare questo genere di lavoro! Aggrotto la sopracciglia quando noto una cosa strana.
<< Questo sì che è strano… >> Commento a voce alta.
<< Cosa? >> Mi domanda Lena.
<< In teoria questa telecamera si sorveglianza notturna ogni 48 ore dovrebbe registrare sopra ai filmati precedenti. Salvo che l’addetto alla sicurezza notturno non noti qualcosa di strano e decida di fermare questo processo di cancellazione per non perdere la registrazione sospetta. >> Spiego, indicando la telecamera, ora spenta, all’angolo della stanza, che inquadra il tavolo.
<< Mmmmh, quindi la telecamera in queste notti non ha registrato? La sorveglianza si è bloccata? >> Mi domanda Lena. Stranamente non perdo la pazienza davanti alla sua ammissione di non aver capito una mazza.
<< No. La telecamera è stata comunque in funzione, con la differenza che ha quasi riempito la scheda di memoria e la memoria del computer con tutti i filmati delle ultime notti, visto che l’opzione di cancellazione è stata disattivata! Vedi che la cartella dei filmati è stracolma? Ecco cosa rallenta il computer! >> Spiego.
<< L’opzione è stata disattivata il 5 Gennaio. Il primo filmato salvato risale a quel giorno! >> Mi fa notare Lena. Ci scambiamo uno sguardo.
<< Secondo te cos’ha trovato di strano la sorveglianza quella notte? >> Mi domanda socchiudendo gli occhi. Alzo le spalle.
<< E io cosa ne so?! >> Rispondo. Lena mette la sua mano sopra la mia sul mouse e clicca due volte sul filmato che porta la data del 5 Gennaio. La telecamera ad infrarossi inquadra la scrivania di questo ufficio. Osservo la mano si Lena posata sulla mia, lei sembra completamente a suo agio in questa situazione! Ma io sento un brivido percorrere il mio corpo. Lena clicca sull’icona che serve per mandare avanti il filmato velocemente e la situazione non cambia: si vede sempre un ufficio vuoto!
<< FERMA! >> Le ordino con enfasi, quando vediamo un uomo e una donna entrare, baciarsi e lasciarsi andare! Che mi venisse un colpo!
<< Porca vacca! >> Esclama Lena, portandosi una mano alla bocca e non reprimendo un sorriso divertito. Durante la sua festa di fidanzamento con Paola Diego l’ha tradita con Giulia, e proprio su questa scrivania! Stoppo immediatamente il filmato e Lena ed io ci guardiamo con un certo sconcerto.  
<< Pensi che qualcun altro oltre a noi sappia dell’esistenza di questo filmato? E se lo avesse visto qualcun altro? >> Penso a voce alta.
<< Se lo avesse visto qualcun altro oltre a noi Diego e Giulia dovrebbero scavarsi un rifugio sotto terra! E dovremmo prenotare il posto al campo santo per mio zio! >> Ironizza Lena.
<< Fai la persona seria, per favore! Diego è un mio amico e tuo cugino! >> Le faccio notare, preoccupato.
<< Io come faccio a sapere chi l’ha visto?! >> Si lamenta. Afferro il mouse e clicco sulla X rossa sotto al filmato. Premo “sì” quando il sistema mi chiede se voglio cancellarlo in modo definitivo, dopo di che mi assicuro che sparisca anche dal cestino.
<< E chi ti dice che non esistano delle copie in altri server? >> Obbietta Lena. Cazzo, speriamo di no!
<< Nessuno, ma per lo meno è cancellato da questo computer! Questa è la sua azienda, porca miseria! Come ha fatto a dimenticarsi della telecamera?! >> Penso a voce alta.
<< Direi che aveva altro per la testa…. >> Commenta con leggerezza.
<< Questa sera stessa ne parlerò con Diego. >> Mi ripropongo. Gli verrà un colpo quando si renderà conto di essersi dimenticato della telecamera!
<< Ok, ma poi chiamami subito, voglio sapere tutto! >> Mi prega Lena. Verrebbe messo in ridicolo da tutta l’azienda se si sapesse…. Magari qualcuno è in possesso del filmato e aspetta il momento giusto per usarlo, per ricattare Diego e Giulia? Le mie fantasie mentali vengono interrotte dall’entrata di Carlos. Fa roteare il liquido nero all’interno del bicchierino di plastica, lo beve e getta il bicchiere nel cestino.
<< Allora? >> Chiede.
<< I filmati di sorveglianza vengono tutti salvati nella memoria. E’ questo che fa rallentare il computer! >> Inizio a spiegare.
 
 
[Diego]
Ci metto un po’ per riprendermi. Quella non è una semplice lettera ma è la lettera di un suicida! E non credo che Ines lo sappia. Nessuno di noi ha la minima idea di cosa sia successo quella notte in quella stanza... Magari voleva imbottirsi di pasticche e raggiungere l’overdose? In che altro modo poteva uccidersi in una stanza da letto, con moglie e figliastro al piano di sotto? Poi perché ci ha ripensato? L’incidente contro il tir è stato davvero un incidente? Non posso condividere questi pensieri con Isabella, è già abbastanza stravolta! Riempio il bicchiere di acqua e spingo verso il basso il miscelatore. Se non torno di là Isa mi darà per disperso! Entro in camera silenziosamente e la osservo: rivolge le spalle alla porta, osserva il bosco oltre l’ampia finestra con le ginocchia raccolte al petto. Non vorrei che soffrisse tanto.
<< Ecco l’acqua. >> Le indico, passandole il bicchiere. Scosto la lettera per potermi sedere accanto a lei.
<< Non capisco la prima frase. Ha scritto “se stai leggendo questa lettera significa che sono morto” ma questa lettera l’ha scritta mesi prima dell’incidente… Come poteva essere sicuro che l’avrei letta dopo la sua morte? >> Si domanda dopo aver posato il bicchiere sul comodino. Mi siedo dietro di lei e la stringo tra le mie braccia.
<< Non volevo condividere con te questa mia impressione per non sconvolgerti ulteriormente. Io credo che quella notte in cui ha scritto la lettera volesse suicidarsi ma che ci abbia ripensato. >> Condivido con lei la mia idea.
<< Credi che non si sia affatto schiantato contro quel tir involontariamente? >> Domanda con la voce ridotta ad un sospiro.
<< Non saprei. In quel caso avrebbe per lo meno inviato ad Ines un SMS o una chiamata per essere certo che la lettera ti arrivasse. Juan ha parlato ad Ines della lettera dopo l’incidente. >> Rifletto a voce alta.
<< Adesso abbiamo un punto di partenza. Sappiamo in che ambiente cercare quest’uomo! Non mi hai detto che tua madre lavorava come collaboratrice domestica presso famiglie ricche? >> Chiedo conferma. Lei annuisce.
<< Magari l’uomo in questione è proprio uno dei suoi datori di lavoro. >> Azzardo come ipotesi.
<< La strada più semplice è chiedere a Ingrid. Sono così piena di rabbia che non le permetterò di mentirmi ancora! >> Sentenzia, prima di posare un bacio sul mio avambraccio.
<< Come farò a dire a Leon e alla sua famiglia che non siamo parenti? Temo che mi vedranno in modo diverso dopo aver ricevuto tale notizia! >> Piagnucola, nascondendo il viso tra le mie braccia. Poso un bacio sulla sua guancia.
<< Non dire sciocchezze. Loro resteranno sempre parte della tua famiglia! Una famiglia non è fatta solo di legami sanguinei ma anche di affetto. Tu, Fra e Silvia non siete né fratelli né cugini di sangue ma siete una famiglia perché vi volete bene! >> Le faccio notare.
<< Ti amo Diego! >> Sussurra tra le lacrime. L’abbraccio più stretta.
<< Piccola! >> Esclamo.
 
 
 [Armando]
E’ Betty che si reca ad aprire la porta quando udiamo il campanello suonare.
<< Ciao zia! >> Esclama mio nipote. Chiudo il giornale e mi alzo per salutarlo.
<< Class, ben tornato! >> Lo accoglie mia moglie con un abbraccio stretto.
<< Zio! Come stai? >> Mi domanda. Ci scambiamo una vigorosa stretta di mano e un abbraccio veloce.
<< Meglio, non ho più avuto malori. E tu? Ti trovo bene! >> Spiego.
<< Devo dire che sono contento di essere qui a Bogotà. Mi mancavate! >> Ammette. Appoggia per terra il suo borsone, il casco sul tavolino e si siede sul divano.
<< Ti va un thè? >> Propone Betty.
<< Va bene zia! Dunque, sono passato in azienda e ho visto i mici cugini. Ho saputo che t’imparenterai con Daniele! Camilla e David sono una coppia di piccioncini. >> Sottolinea.
<< Cerco di ignorare il fatto che David sia il figlio di quel soggetto, ma grazie per avermelo ricordato. >> Commento.
<< E anche Lorenzo è capitolato, ho saputo. Chi l’avrebbe mai detto che tra lui e Roberta sarebbe nata una love story? >> Si chiede.
<< Nessuno. Ma a quanto pare la loro vicinanza negli anni ha condotto a questo. Il lato positivo è che avrò un consuocero che non detesto! >> Io e Nicola consuoceri e, si spera, con qualche nipotino in comune. Con lui sì che mi ci vedo a portare i nipoti al parco, la stessa cosa non posso dire di Daniele!
<< E la famiglia della nuova ragazza di Diego la conoscete? >> Domanda, mentre mia moglie serve thè e biscotti.
<< No. La sua famiglia è morta in un incidente d’auto. Isabella è cresciuta con sua nonna la quale è morta diversi mesi fa. >> Rispondo.
<< E’ un tesoro di ragazza. >> Si esprime mia moglie.
<< Non come Paola! >> Chioso.
<< Camilla mi ha detto che è una brava ragazza. >> Riferisce, mentre inzuppa un biscotto nella bevanda bollente.
<< Senti Class, facciamo un discorso serio. Io sono reduce da un infarto e non so se ho la forza di occuparmi di un’adolescente. Tua sorella è sopra la ventina ma si comporta come un adolescente! >> Esordisco.
<< Cercherò di tenerla d’occhio, ok zio! >> Capisce al volo.
<< Vorremmo solo che Lena rigasse dritto. Tua madre desidera che trovi la sua strada sia nel lavoro che nella vita privata! Da quando è arrivata qui il suo unico passatempo è stato quello di correre dietro a Giulio Valencia. Non so se si è stato raccontato di quando ha passato la notte a villa Valencia è lei e Giulio sono stati sorpresi ubriachi e nudi sul divano! >> Racconta mia madre.
<< Sì, e Giulio ha vomitato nel vaso Qing! >> Ricorda ridendo.
<< Credo fosse egiziano. >> Preciso, divertito da questo particolare! Chissà che faccia aveva Patrizia in quel momento!
<< Ad ogni modo questo non è un parco divertimenti. I tuoi l’hanno portata qui per evitare la vergogna, dopo che ha tradito il suo fidanzato e si è fatta mettere incinta da un altro ragazzo, e per darla una scossa dopo che ha collezionato deludenti risultati accademici. Non sarebbe male se anche tu le mettessi dei paletti e la spronassi a fare qualcosa di utile nella sua vita! >> Intervengo.
<< Papà non l’ha portata qui per darle una scossa. Più che altro voleva che si sistemasse con un Valencia. >> Interviene. Mia moglie ed io aggrottiamo le sopracciglia.
<< Come, scusa? >> Domanda mia moglie.
<< Papà voleva che Lena facesse la corte a Giulio. Giulio sta cercando di allontanarla in ogni modo ma Lena si è incaponita. Ad ogni modo è stata spronata da papà a ronzargli attorno, ma non chiedetemi perché! Io stavo tanto bene in giro per il mondo distante da tutti questi casini. >> Ci racconta. Ma che diavolo sta combinando Kristoff?
 
 
[Kristoff]
Sono le dieci di sera e Camilla non è ancora tornata! Quando l’ho lasciata in ufficio, dopo il bacio, erano le sette e mezza. Ma dove si è cacciata?! Afferro il cellulare e provo a chiamarla ma, per l’ennesima volta, parte la segreteria.
<< Cami, dove sei? Sono preoccupato. Richiamami! >> Le ordino parlando alla segreteria. Sono i fari di un’auto che entra nel vialetto della villa a costringermi ad alzarmi dal divano per raggiungere l’ingresso. Niente lampeggianti della polizia, è già un buon segno! Sbirciando attraverso la tenda mi rendo conto che si tratta solo di un taxi: il taxista e mia moglie secondo dall’auto nello stesso istante e lui si offre di aiutarla, ma lei rifiuta. E’ di nuovo ubriaca! Esco senza neanche indossare il capotto.
<< Kristoff, ciao! Ma sei ancora in piedi? >> Mi domanda euforica, allacciandomi le braccia al collo.
<< Buona sera, sono il marito! Ci penso io e la ringrazio. Quanto le devo? >> Chiedo al taxista.
<< 50 euro. Sua moglie voleva pagarmi con dei gettoni del luna park! >> Mi spiega il taxista. Dove gli ha trovati i gettoni del luna park?
<< Mi dispiace. Ecco a lei! >> Passo al taxista i 50 euro e sostengo mia moglie per condurla dentro casa.
<< Scusi, l’orso? >> Mi domanda il taxista.
<< Quale orso? >> Chiedo confuso.
<< Oddio, mi stavo dimenticando dell’orso! Sono stata brava sai? Ho imparato come si fa! Ho fatto giusti nove colpi su dieci e ho vinto questo orsetto… Non è un amore? >> Mi domanda, abbracciando un orso di peluche piuttosto grande.
<< Ma stai parlando del tiro a segno? >> Chiedo conferma. Lei annuisce.
<< Buona notte! >> Saluta il taxista, salendo in auto e andandosene.
 
<< Mamma, sei un frana! >> Ridacchiò Class, visto il deludente risultato di mia moglie a quel gioco. Come premio ricevette solo un misero porta chiavi. Non riuscii a non ridere di lei davanti al suo broncio mentre osservava il misero premio.
<< Facciamo vedere alla mamma come si fa? >> Proposi a mio figlio che all’epoca aveva nove anni, quasi dieci.
<< Certo! >> Rispose. Mi avvicinai al banco.
<< Pistola o fucile? >> Mi chiede il gestore del tiro al segno.
<< I veri uomini usano il fucile! >> Risposi ammiccando verso mia moglie che mi sorrise, accarezzandosi il pancione.
<< Class, quale premio vorresti? >> Gli chiesi. Si guardò attorno per trenta secondi.
<< L’orso rosa gigante, per la sorellina! >> Decise.
<< E’ un premio impegnativo quello! Bisogna centrate venti tiri su venti! >> Spiegò il gestore.
<< Noi non temiamo niente! >> Risposi. L’orso rosa, a distanza di ventiquattro anni, è ancora nella stanza di Lena, anche se consunto e sbiadito dal tempo.
 
<< L’ORSO! >> Mi strilla nelle orecchie Camilla.
<< Non posso portare su te e anche l’orso. Sta bene in salotto sul divano! Ma perché bevi così tanto? >> Le domando.
<< Perché bere mi fa dimenticare le cose e mi mette di buon umore! Mi dimentico che devo vendere questa casa, che ci sono caratteristiche di mio marito che me lo fanno detestare ma che una parte di me lo ama ancora, e per questo non so come comportarmi! Mi dimentico di avere una figlia che non pensa al suo futuro, che non intende proseguire gli studi e laurearsi, che non fa che distruggere ogni relazione amorosa che inizia tradendo il partner, e che a ventiquattro anni ha persino abortito di sua volontà! Va tutto storto! >> Sproloquia, mentre accediamo alla stanza padronale. Io ho smesso di ascoltare quando ha detto che in parte è ancora innamorata di me!
<< Mi dispiace di aver perduto la tua fiducia, si essermi fatto detestare da te causandoti questo conflitto interiore. >> Mi scuso.
<< Immagino sia per questo che prima mi hai respinto… Scusa ancora per quel bacio. >> Intervengo, mentre l’aiuto a sedersi sul letto. Mi chino e l’aiuto a togliersi gli stivali.
<< No… Io… Io ti ho respinto perché io non merito il tuo affetto e le tue attenzioni… Io sono una merda… >> Blatera. Mi siedo accanto a lei e accarezzo la sua guancia.
<< Non dire cazzate! Sono stato io il marito disattento, sono io che ho smesso di corteggiarti a di amarti come meriti. Ti ho dato per scontata per molto tempo! Cami, tu non hai fatto niente di male. Hai reagito alla mia indifferenza con altra indifferenza e durezza! >> Cerco di farla capire. Lei scoppia a piangere e mi allaccia la braccia al collo per poi baciarmi. Dopo i primi secondi interdizione, mi lascio andare e riassaporo le labbra di mia moglie.
<< Facciamo l’amore! >> Mi soffia sulle labbra, iniziando a sbottonarmi la camicia. Posa dei baci sul mio collo e chiudo gli occhi per trovare la forza di respingerla.
<< No, Camilla. Sei ubriaca e non approfitterò di questo tuo momento di debolezza! Dio solo sa domani ti ricorderai di questa conversazione. Io farò l’amore con te quando mi avrai perdonato a sarai sobria e pienamente consenziente, semmai questo avverrà! >> La respingo. Lei si scosta da me e si ricompone.
<< Hai ragione. Ora vorrei riposare, ci vediamo domani! >> Cerca di congedarmi, risentita dal mio rifiuto.
<< No. Ora tu fai un bel bagno mentre io vado giù a preparare un ottimo rimedio contro la sbornia, e un panino! E sappi che preleverò le chiavi di tutte le porte del piano così non ti verrà in mente di chiuderti da qualche parte lasciandomi fuori! Questa notte mi prenderò cura di mia moglie! >> Sentenzio osservando i suoi occhi cerchiati dal make-up sbavato.
 
 
[Silvia]
 
Silvia: Mi piacerebbe che prendessi parte alla cena di questa sera… Magari posso chiedere a Diego di invitarti. Dopo tutto è la mia cena di compleanno!
Giulio: Ma si terrà a casa sua e sono certo che Diego darebbe fuoco alla sua abitazione per impedirmi di mettervi piede! Non preoccuparti. Ci vedremo quando tornerai a casa. Cerca di non esagerare con l’alcol!
Silvia: Non preoccuparti. Non ti servirò su un piatto d’argento la possibilità di sedurmi!
Giulio: Perciò basta farti bere per farti cedere? Buono a sapersi! :-P
Silvia: Attento a quello che fai, Valencia!
Giulio: Stavo solo scherzando. Non potrebbe mai passarmi per la testa l’idea di sedurti con mezzi così vili!
 
Sorrido mentre ci scambiamo questi messaggini come una coppia fidanzata, quando invece ci siamo solo scambiati qualche bacio, ardenti ma sono pur sempre solo baci. Torno alla realtà quando sento dei capelli accarezzarmi una guancia. Mi volto e sorprendo Camilla china su di me a spiare il mio cellulare. Lo blocco subito.
<< Questo è per vendicarti del fatto che ho origliato la vostra conversazione stamattina? >> Domando, per niente arrabbiata da questo suo spiare. Camilla si siede accanto a me sull’ottomana.
<< L’uccellino mi ha detto che durante la pausa pranzo sei stata da Giulio. E non per insultarlo! >> Interviene con fare da pettegola, ansiosa di conoscere i dettagli.
<< Ti sbagli, l’ho anche insultato, prima di ammettere che mi piace! Vuole che stasera dopo la festa vada da lui. >> Racconto.
<< E tu non vuoi? >> Mi domanda.
<< Vorrei andarci cauta. Quest’oggi ci siamo scambiati il primo bacio e non mi sembra il caso di passare la notte da lui così presto! E poi viviamo vicini, mi vedrà per colazione anche se non dormiremo nello stesso letto. A Lorenzo mi sono concessa la sera stessa averlo conosciuto, mi ha folgorata e si vede com’è finita! >> Esterno i miei dubbi. Vorrei seguire un percorso con Giulio!
<< Spiegalo a Giulio. Chiariscigli che vuoi andarci piano. Magari vuole solo che passi da lui per un bicchiere visto che stasera non stare insieme e per darti la buona notte… >> Mi fa notare.
<< Giulio mi piace tanto! E poi quando mi bacia… mi vengono i brividi! >> Le racconto. Ok, magari non è la persona più indicata per certe confidenze!
<< Anche a me vengono i brividi nel sentire certe cose, e ti dico già da ora che puoi tenerti i particolari sconci sulla vostra intimità, mi bastano già i ricordi disgustosi che mi porto dietro! >> Asserisce.
<< Scusa! E ti chiedo scusa anche per come ho risposto quest’oggi nel bagno. >> Mi scuso. Camilla si avvolge in un abbraccio che ricambio.
 
Giulio: Sei sparita?
Silvia: Perdonami, stavo chiacchierando con Camilla. Ad ogni modo questa sera dopo la festa passerò da te! Che sia chiaro: un brindisi e a nanna, ogni uno nel proprio letto!
Giulio: Uff… A stecchetto?
Silvia: Mangia sta minestra o buttati dalla finestra!
 
Il mio messaggiare viene interrotto dall’entrata di Giulia che più che camminare arranca verso una sedia e ci si accascia. E’ pallida!
<< Ti senti bene? >> Le domanda Camilla. Lei scuote il capo.
<< Mi sta venendo il ciclo. Non mi ha mai fatto così male! Sarà a causa del ritardo. Lo aspettavo una settimana fa! >> Spiega.
<< Ho un antidolorifico nella borsa. >> Si offre Camilla.
 
 
[Olga]
Mi alzo da questa posizione scomoda, afferro un pezzetto di carta igienica per asciugarmi la bocca dopo di che tiro lo sciacquone. Mi avvicino allo specchio e osservo la mia immagine: quella di una diciottenne spaventata!
<< Calma, stai calma! Magari era il pesce… Questa volta la mamma è stata poco attenta a fare la spesa e non era fresco! >> Cerco di auto convincermi. Cazzate! Se il pesce consumato a pranzo non era fresco perché solo io sto male? E perché le mestruazioni non arrivano? Dovevano venirmi ben due settimane fa! Traggo un respiro profondo per non scoppiare a piangere! Ho combinato un casino colossale! Ho diciotto anni, devo scontare una pena con i servizi sociali e il ragazzo che mi ha messa incinta non solo non si ricorda di me ma questa mattina mi ha piantata. Prima di questo attacco di nausea e vomito speravo che il ritardo dei ciclo avesse un’altra spiegazione… Ma adesso i dubbi si stanno diradando, non posso più ignorare la possibilità di essere rimasta incinta. Accarezzo il mio ventre immaginando a questa possibilità: come lo dico ai miei? Come lo dico ad Alex? Sarò in grado di fare la mamma alla mia età? Mi porto una mano alla bocca per impedirmi di piangere troppo forte e mi accascio in terra.
<< Olga, stai bene? Sei lì dentro da diverso tempo! >> Mi domanda mio fratello, al di là della porta. Lui è il solo alleato che io possa avere visto che Roby è lontana!
<< Sì, sto bene, ora esco. Aspettami. >> Rispondo, dopo essermi presa qualche istante per quietarmi. Apro la porta e Cèsar mi guarda sbigottito quando si accorge che ho pianto e che in viso sono bianco cadaverico.
<< Ma che hai fatto? >> Mi domanda. Senza rispondergli lo trascino per un braccio fin dentro alla mia stanza. Chiudo la porta a chiave e mi siedo sul letto prendendo la testa tra le mani.
<< Temo di essere incinta! >> Affermo senza girarci intorno. Cèsar si siede accanto a me e mi accarezza la schiena.
<< Cosa? Perché lo temi? Non ne sei certa? >> Mi domanda a raffica.
<< Il ciclo è in ritardo di due settimane e prima ho vomitato! E’ solo una sensazione…  Sarebbe una tragedia! >> Piagnucolo per poi fiondarmi tra le sue braccia. Mi accarezza la schiena.
<< Sta calma! La prima cosa da fare è un test, per toglierci ogni dubbio! >> Propone. Piango più forte.
<< Cosa faccio se risulta positivo? >> Mi chiedo tra le lacrime.
 
 
[Roberta]
La mia borsa da lavoro cade sul pavimento dell’ascensore quando la mia sorellina pronuncia quella frase. Lorenzo si china per raccoglierla.
<< Roby, sei ancora lì? >> Mi domanda. Più o meno!
<< Sì, shoccata ma sono qui! Hai fatto il test? >> Le domando. Lorenzo gira lentamente la testa verso di me e mi guarda con occhi sbarrati e la bocca leggermente spalancata.
<< No! Cèsar è uscito per comprarne uno. Ho una paura dannata che possa essere positivo! Sarei nella merda fino al collo! >> Piagnucola. Mi passo una mano in fronte. Papà darà di matto!
<< Sta calma. Se anche fosse, vedrai che con il tempo le cose con Alex si aggiusteranno e papà sarà entusiasta dopo lo shock iniziale! >> Cerco di confortarla.
<< Non capisci, non è solo questo! Io ho solo 18 anni, non sono pronta per una tale responsabilità! Io voglio andare all’università e laurearmi, voglio vedere la mia giovinezza in modo normale… Non voglio essere una ragazza madre! >> Si sfoga. Delle lacrime bagnano i miei occhi. Non posso risponderle che avrebbe dovuto pensarci prima essendo più prudente, visto lo stato in cui versa. La mia sorellina sta attraversando un dramma ed io non la posso aiutare! Lorenzo si avvicina a me, posa un bacio sulla mia guancia e mi accarezza le spalle. L’ascensore si apre e usciamo nel garage. Per fortuna non c’è nessuno che possa sentire questa conversazione. Sono tutti scappati di fretta e furia per andare a casa a cambiarsi in modo di arrivare puntuali alla cena da Diego.
<< Il fatto di avere un figlio non ti precluderà la possibilità di studiare. Molte ragazze madri si sono laureate e hanno una bella carriera! >> Le faccio notare. Siamo nel 3^ millennio, la donna non è più obbligata a stare a casa con i figli 24 ore su 24!
<< Non so cosa fare! Non so cosa pensare! >> Piagnucola. 
<< Stai calma. Chiuditi in camera tua fino a che non tornerà Cèsar con il test, se papà bussa digli che stai poco bene e che vuoi dormire, evitalo! E messaggiami immediatamente quando avrai il risultato del test. Ti voglio bene! >> La saluto.
<< Ti voglio bene sorellona! >> Mi risponde. Pongo fine alla telefonata e mi ravvivo i capelli.
<< Porca vacca. Nicola uscirà pazzo…. >> Commenta Lorenzo, anch’esso shoccato.
<< Stamattina Alexander l’ha lasciata per mettersi con quella Paige. Ma lui non si ricorda che lei l’ha riempito di corna, perciò si lasciarono! Venerdì mattina il migliore amico di Alex tornerà da una vacanza e ci parlerà, speriamo che lo faccia rinsavire e che quella Paige esca di scena, soprattutto ora! >> Racconto a Lorenzo.
<< Per lo meno non ci sarebbe più un’altra di mezzo. Ma resterebbe l’ostacolo più grande: l’amnesia di Alex! Non voglio fare il disfattista ma nessuno ci dice che si innamorerà di nuovo di Olga. >> Commenta Lorenzo. E’ pessimista ma realista! Speriamo però che non sia questo il reale corso degli eventi!
 
 
[Silvia]
Assaporo le sue labbra, facendo il pieno di baci, anche se lo vedrò al massimo tra due ore e mezza. E’ un colpo di clacson da parte di Francesco che mi aspetta in auto a costringerci a separarci.
<< Se non fosse gay penserei che il tuo amico è geloso! >> Scherza Giulio. Sorrido prima di catturare le sue labbra in un altro bacio.
<< E’ meglio che vada, prima che parta senza di me! >> Constato. Quando sto per allontanarmi Giulio mi trattiene per un braccio e mi spinge verso di sé rubandomi un altro bacio. I nostri corpi aderiscono l’uno all’altro.
<< Ti aspetto! A più tardi. >> Mi ricorda a mo di saluto. Con un dito accarezza la punta del mio naso e mi strizza l’occhio. Non lo perdo con lo sguardo mentre Francesco s’immette in strada e Giulio saluta sventolando la mano.
<< E per fortuna che non ti piaceva! >> Mi prende in giro Francesco.
<< Sapessi come bacia…! >> Esclamo con la testa per aria.
<< Se dici queste cose mi viene voglia di provarlo! >> Risponde. Si becca un buffetto sul petto.
<< Tieni giù le zampe da lui, o te le taglio! >> Esclamo.
 
 
[Giulia]
Per fortuna i crampi avuti prima di sono interrotti o non avrei potuto accompagnare Massimiliano dal fotografo. E’ un adone! E’ bellissimo e mi domando come faccia a non rendersene conto. Sarà il book più bello della storia e riceverà molte proposte di lavoro, ne sono certa!
<< Bene, questa era l’ultima! Il book sarà pronto tra un paio di giorni! >> Interviene il fotografo. Massi si rimette la maglietta e si avvicina a me. Ci scambiamo un bacio.
<< Tu come ti senti? Non è il caso di disdire la serata con le tue amiche? >> Mi fa notare.
<< Mi sento meglio! E poi mi toccherebbe stare a casa da sola visto che tu hai quella cena. >> Gli ricordo.
<< Posso chiedere a Diego di portarti con me. >> Propone.
<< Non è la festa di Diego ma di Silvia, semmai dovresti chiederlo a lei. Comunque no, non sarebbe un invito sincero e non vorrei sentirmi di troppo! Non preoccuparti, ci vedremo a casa più tardi! >> Rispondo, posando un bacio sulle sue labbra.
 
 
[Isabella]
In religioso silenzio faccio il giro del tavolo posizionando i tovaglioli in mezzo alle posate che ha già disposto Diego. Non faccio che pensarci! Lì fuori c’è l’uomo che ha collaborato al mio concepimento… La lettera però non diceva se questo soggetto è a conoscenza della mia esistenza: come sono andate le cose tra di lui e mia madre?
<< Il barbecue è avviato. >> M’informa Diego, avvicinandosi a me per posarmi un bacio sulla guancia. Trasalgo.
<< Scusa! Sono scombussolata ed ero sovrappensiero. >> Mi giustifico visto che praticamente sono saltata come una molla quando mi si è avvicinato. Sposta una sedia dove si accomoda e mi trascina sulle le sue ginocchia.
<< Domani affronteremo tua madre! >> Decide, sposando la mia frangetta.
<< Però durante la pausa pranzo. Non voglio che perdiamo altre ore di lavoro! >> Rispondo.
<< Come vuole lei piccola principessa! >> Acconsente. Mi chino e lo stringo in un abbraccio che viene ricambiato. A separarci è il suono del campanello.
<< Questi devono essere Silvia e Francesco. >> Penso a voce alta. Raggiungiamo la porta e quando l’apriamo iniziano i saluti di rito, accompagnati da abbracci e auguri.
<< Accidenti Diego, che appartamento mozzafiato! >> Constata Francesco osservando l’ambiente.
<< Che terrazzo enorme… e con la piscina! Non ti fai mancare niente! >> Osserva Silvia.
<< Ha anche l’idromassaggio, vero? >> Mi domanda schioccandomi un’occhiata. Arrossisco.
<< Piuttosto, com’è andata oggi? >> Ci domanda Francesco.
<< Preferirei aspettare l’arrivo di Leon e parlare una volta con tutti, se non vi dispiace. >> Spiego.
<< Va bene. >> Acconsentono rispondendo coralmente.
 
 
[David]
<< Dici che le piacerà il regalo? >> Mi domando, mentre l’ascensore sale, reggendo con entrambe le mani il pacco di dimensioni discrete.
<< Vorrei vedere! Vedrai che ne sarà entusiasta. >> Mi assicura la mia fidanzata. Quando arriviamo di fronte alla porta dell’appartamento di Diego suoniamo il campanello e pochi istanti dopo è proprio la festeggiata ad aprirci la porta.
<< Buonasera! Quello cosa sarebbe? >> Si domanda, indicando il grosso pacco che reggo.
<< Il tuo regalo, cos’altro? >> Risponde Camilla.
<< Buonasera. David, Posa pure il regalo in quell’angolo! >> M’indica Diego, designando una poltrona nell’angolo della sala da pranzo abitabile.
<< Buonasera! Se mi date i soprabiti li posiziono nella stanza degli ospiti! >> Si offre Isabella, come una perfetta padrona di casa.
<< Buonasera. Come ti senti? Ci hanno riferito che sei stata poco bene di recente. >> Le domanda Camilla mentre si libera del cappotto. Io la imito passando ad Isabella la mia giacca.
<< Abbastanza meglio! Scusate. >> Si congeda da noi con una risposta sbrigativa, allontanandosi verso la stanza da letto.
<< Siamo i primi! >> Constato.
<< Prendete un drink! >> C’invita Diego. Sull’isola della cucina ha disposto il vino, una caraffa di analcolico e dei bicchieri.
<< Preferirei una birra, se ne hai! >> Chiedo. Diego apre il frigo, afferra due bottiglie e le stappa.
<< Grazie! >> Esclamo, quando mio cognato mi passa una birra. Isabella torna dalla zona notte e afferra il calice di vino che Silvia ha provveduto a versarle. Solleviamo calici e le bottiglie per brindare.
<< Alla festeggiata! >> Intitola il brindisi Francesco.
<< Alla festeggiata! >> Ripetiamo tutti coralmente.
<< Giulio cosa farà stasera? Lo hai lasciato solo soletto? >> Domanda Camilla. Dalle facce che fanno Diego e Isabella capisco che la mia ragazza ha parlato un po’ troppo. Silvia sorride timidamente e si gratta la nuca.
<< Ops! Credevo che la tua migliore amica e Diego lo sapessero già! >> Si giustifica Camilla portandosi una mano alla bocca.
<< Ti sei messa con Giulio? >> Domandano coralmente Diego e Isabella. Silvia sorride e annuisce.
 
 
[Armando]
Che croce! Parcheggiamo l’auto di fronte al palazzo e quando scendiamo dall’auto notiamo Leon, che ha parcheggiato poco distante, procedere verso l’entrata. Regge un sacchetto di botique.
<< Buonasera. >> Ci saluta.
<< Buonasera Leon! Cosa le hai regalato? >> Domanda mia moglie dopo averlo salutato.
<< Buonasera. >> Lo saluto.
<< Un foulard di seta. Voi? >> Domanda.
<< Un set di pennelli per il make-up! >> Rispondo, mentre chiamiamo l’ascensore.
<< Come stai Leon? Non ci vediamo dalla cena a casa nostra della settimana scorsa. Volevamo dirti che ci dispiace per quanto avvenuto e per come si è conclusa la tua relazione con Roberta. >> Interviene mia moglie. Leon solleva le spalle.
<< Dispiace anche a me. Di lei mi piace tutto, con lei stavo davvero bene! Ma ho sempre saputo cosa provava per Lorenzo. Avrei dovuto stare lontano da una ragazza che è innamorata di un altro. Spero solo che non soffra per questa relazione! >> Risponde con diplomazia.
<< Sei un bravo ragazzo Leon e sei intelligente, lo dimostra la tua reazione a questa storia. E sei ancora giovane, troverai la persona giusta che ti amerà con sincerità. >> Cerca di rincuorarlo mia moglie.
<< Grazie! >> Risponde il ragazzo. Stiamo per entrare nell’ascensore quando una voce a me nota di costringe a fermarci e a voltarci!
<< Aspettateci! >> Strilla Alma, arrivando in compagnia di tutta la famiglia.
<< Buonasera. >> Salutano Michel e la sua famiglia coralmente.
<< Buonasera. >> Salutiamo mia moglie ed io.
<< Ciao! >> Esclama Leon, aggrottando le sopracciglia, rivolgendosi alla figlia del francese.
<< Ciao. >> Risponde lei timidamente, distogliendo lo sguardo.
<< Vi conoscete? >> Domanda Michel alla figlia.
<< Mi chiamo Leon Carissi, sono… un amico di famiglia dei Mendoza, diciamo, oltre che il legale dell’azienda. Ho conosciuto brevemente sua figlia durante un viaggio a Cartagena la settimana scorsa. >> Spiega Leon. Ma guarda che piccolo il mondo!
<< Mi chiamo Michel Doinel, sono il papà di Grace e Theo. >> Si presenta.
<< Alma Gomez, la compagna di Michel. E lui è Theò! >> Si presenta la donna.
<< Molto piacere. >> Saluta Leon. Finalmente entriamo tutti in ascensore!
<< E come vi sareste conosciuti? >> Domanda Michel alla figlia. Sembro io quando facevo gli interrogatori alla mostrilla!
<< Il motorino mi ha lasciata a piedi, Leon passava di lì e gli ho chiesto aiuto. >> Risponde la ragazza. Leon aggrotta le sopracciglia.
<< Non me lo avevi detto. Potevi chiamare e ti sarei venuto a prendere. >> Interviene il padre.
<< Era una cosa da nulla signor Doinel, l’ho risolta subito. >> Risponde Leon, prima di schioccare un’occhiata alla ragazza la quale scosta lo guardo. L’ascensore arriva al piano, attraversiamo il corridoio e suoniamo alla porta. Ci apre Silvia e sentiamo voci e risate in sottofondo. Distinguo la voce della mostrilla.
<< Buonasera! Ciao Leon! >> Saluta per primo Silvia. I due di scambiano un abbraccio e un guancia a guancia.
<< Tanti auguri! Questo è per te! >> Spiega Leon, passandole il pacchetto.
<< Ti sei disturbato! Accomodati in sala da pranzo, dopo parliamo un po’, ci sono tante cose di cui discutere questa sera! >> Esclama Silvia.
<< Silvia, tanti auguri di buon compleanno! >> La saluto. Ci scambiamo un abbraccio dopo di che è il turno di mia moglie.
<< Buon compleanno! >> Le augura, dopo averla abbracciata, e le passa il regalo.
<< Grazie Beatrice. Ciao mamma! Michel, Theo, Grace! >> Li saluta Silvia. La madre l’abbraccia con vigore.
<< Buon venticinquesimo compleanno tesoro mio! >> Le augura la madre. Gli auguri della famiglia Doinel consistono in un veloce abbraccio e un “Tanti auguri”.
<< Buona sera. >> Interveniamo coralmente quando entriamo in sala da pranzo.
<< Mamma, papà! >> Ci salutano Diego e Camilla.
<< Buonasera. >> Intervengono coralmente Isabella, Francesco e David.
<< Loro sono mia madre Alma, il suo compagno Michel e i suoi figli Grace e Theo. Loro sono i signori Mendoza, Armando e Beatrice, i loro figli Diego e Camilla, i rispettivi partner Isabella e David, e i miei amici Leon e Francesco! >> Presenta brevemente Silvia.
<< Prendete da bere e fate come se foste a casa vostra, accomodatevi! >> Mette a suo agio gli ospiti Diego.
<< Signor Doinel, lei ha un viso che ho già visto da qualche parte! >> Interviene mia figlia. Non in qualche foto che lo ritrae con mia moglie, questo è certo!
<< Abbiamo visto la sua foto in quell’articolo sui dieci migliori ristoranti della città, ricordi amore? E’ il proprietario del ristorante di pesce “Le Mer Bleue”. Solo che nella foto dell’articolo era più giovane, la didascalia diceva che era una foto dell’inaugurazione! >> Interviene David. Tossisco poiché mi va di traverso l’aperitivo analcolico.
<< Papà, tutto ok? >> Mi domanda Camilla, accarezzandomi la schiena.
<< Il suo ristorante è magnifico. Ci sono stato un paio di volte! >> Si complimenta Diego.
<< Vi ringrazio. Ho rilasciato quell’intervista la settimana scorsa! >> Spiega Michel.
<< Scusate se interrompo la conversazione! Ma vorrei parlare privatamente con Diego, Francesco, Silvia e Leon. >> Interviene Isabella.
<< Andiamo nella biblioteca. Papà mi sostituisci al barbecue? >> Mi domanda mio figlio. Accetto e i cinque si allontanano, chissà cos’avranno di misterioso da dirsi!
<< Armando, l’aiuto! >> Si offre David, quando suonano alla porta.
<< Io apro la porta! >> Si offre mia moglie: fanno il loro ingresso le ragazze della banda, Jimmy, Michael e Massimiliano.
<< Michel! Che mi venga un colpo! >> Esclama Berta. Ma non sta mai zitta?!
<< Ragazze, è un piacere rivedervi dopo tanti anni. >> Risponde Michel. Le ragazze della banda iniziano a sbaciucchiarlo e ad abbracciarlo. Alzo gli occhi al cielo!
<< Scusa, ma come vi conoscete? >> Domandano coralmente mia figlia e Alma. Ecco, fatta la frittata! Razza di pettegole! Betty ed io ci scambiano uno sguardo.
<< Betty molti anni fa si prese una pausa dall’Ecomoda. Lui e Nicola lavorarono per qualche mese per Michel, prima di tornare all’Ecomoda! >> Spiego, evitando di citare legami personali. Alma fulmina il suo uomo con lo sguardo.
<< Betty era la tua assistente, quella di cui eri innamorato e che volevi sposare prima di incontrare la tua prima moglie?! >> Gli domanda la donna. Fatta anche la seconda frittata! Camilla aggrotta la sopracciglia.
<< Mamma, avevi una relazione con questo signore? >> Le domanda la mostrilla. Sapevo che venire a questa cena sarebbe stata una pessima idea. Il mio fegato si sta già gonfiando e non credo manchi molto al botto!
<< Sì, no, non proprio! Ci siamo frequentati per qualche mese molti anni fa, prima che perdonassi tuo padre per un torto che mi aveva fatto. >> Risponde Betty, restando vaga.
<< CERTO, SAREBBE STATO BELLO SAPERE CHE BETTY ERA QUELLA DONNA DI CUI MI HAI PARLATO, PRIMA DI PARTECIPARE A QUESTA CENA! >> Sbraita Alma. Gran classe, complimenti! Urlare come una pescivendola a casa altrui.
<< Alma, non mi sembra la fine del mondo e soprattutto non mi sembra un motivo valido per urlare visto che siamo ospiti in questa casa! >> La riprende la sua figliastra.
<< Non parlavo con te ma con tuo padre, che ha perso la parola a quanto pare! >> Risponde Alma.
<< Ragazze, questa cena promette bene! >> Sussurra Berta, dando una gomitata a Mariana, mentre sgranocchia delle patatine. Le lancio un’occhiataccia.
<< Grace ha ragione. Stai creando imbarazzo! Non te l’ho detto perché non è rilevante, non vedo Betty da quasi trent’anni! Oltretutto siamo ospiti e non mi sembra la giusta sede per parlare di questioni private di coppia! >> La riprende Michel, visibilmente in imbarazzo per l’uscita della compagna.
<< Betty, perché non ci hai detto che a questa cena ci sarebbe stato Michel? >> Le domanda Mariana.
<< Non mi sembra la notizia del secolo. Smettetela ragazze! >> Le ordina mia moglie.
<< Scusate, dovrei andare al bagno! >> Interviene Alma contrita.
<< A destra infondo al corridoio! >> Indica mia figlia. Iniziamo bene! Mentre Alma si allontana il campanello suona di nuovo: capiamo che è in arrivo l’ultimo invitato non presente all’appello: Ugo Lombardi. Betty lo accoglie e fa il suo ingresso vestito del suo completo grigio domopak e camicia nera. Entra in compagnia di una ragazza che ha tutta l’aria di essere una delle sue modelle.
<< Buonasera! Ciao Massi. >> Saluta la ragazza, fiondandosi verso di lui per salutarlo con un sonoro bacio sulla guancia che lascia una traccia di rossetto sul suo viso. Ah mamma, per fortuna la figlia di Daniele non è presente!
<< Buonasera Jenny. Buona sera Ugo. >> Saluta la folla.
<< Buonasera! Il mio regalo per Silvia è una bottiglia di champagne! E’ il metodo migliore per sotterrare le pene d’amore, ascolta me! Ma dov’è la festeggiata? >> Domanda Ugo. E’ un metodo che ho testato anche io, ma a forza di whiskey non di champagne, e posso dire che non ti fa sentire meglio!
<< Doveva conferire privatamente con mio figlio, Isabella, Leon e Francesco. >> Risponde Betty. David afferra la bottiglia e la ripone in frigo.
<< Scusate, ma questo splendore mi ricorda quel francese che molti anni fa voleva accasarsi con lo sgorbio! >> Interviene Ugo. Fortunatamente Alma è al bagno o lo avrebbe ammazzato. Alzo gli occhi al cielo.
<< Ce li abbiamo gli occhi Ugo! E la memoria ci funziona bene! Sì, il signore è Michel Doinel. Appurato questo, pensi che chiudere la bocca?! >> Sbotto.
<< Armando, sei un caso perso con tutti i tuoi isterismi! Non so per quanto ancora potrò sopportare le tue urla da isterica… Tzzz! >> Risponde.
<< Bhe, la porta è quella! >> Sussurro. Che si tolga dai piedi!
<< Papà, calmati non ti puoi agitare così. E’ per la presenza di quel tipo che sei così nervoso? >> Mi domanda sottovoce la mostrilla avvicinandosi a me e accarezzandomi la schiena.
<< Tua madre mi aveva lasciato ed è partita per Cartagena con quel tipo per un periodo. Stavo per perderla a causa sua! >> Rispondo. Appoggia la testa al mio braccio.
<< Ma la mamma è tornata, ti ha perdonato qualsiasi cosa tu le abbia fatto e ha sposato te. >> Mi ricorda. Le bacio il capo prima che si allontani.
<< Signora Alma, le presento il nostro stilista Ugo Lombardi. La signora è Alma Gomez, la compagna di Michel. >> Sento dire da mia moglie. I due si scambiamo un guancia a guancia.
<< Voci di corridoio dicono che sei andato a vivere con Giulia Valencia… >> Sento dire dalla modella verso Massimiliano.
<< Sì, abbiamo trovato casa da pochi giorni. >> Risponde il ragazzo, in imbarazzo davanti a questa corteggiatrice!
<< Dica la verità Armando, si diverte a origliare certe situazioni! >> Interviene David sottovoce mentre gira le braciole.
<< Sono qui a pochi passi, come si fa a non origliare? >> Osservo.
<< Sappia che mi macchierò del sangue di quel tipo se prova a fare il cascamorto con quella tipa! >> Interviene David.
<< Non lo conosco bene ma non ha il fare da casanova. E poi non avrebbe affrontato e sopportato tuo padre se non fosse innamorato di Giulia! Chi glielo faceva fare? >> Osservo. Mio genero ridacchia. Con il senno di poi Camilla ha trovato un bravo ragazzo e ne sono contento!
<< E stasera dove l’hai lasciata? >> Prosegue la ragazza verso Massimiliano.
<< Aveva programmato un’uscita con le sue amiche. >> Risponde il ragazzo.
<< Io non scambierei mai una cena con gli amici del mio fidanzato con una serata con le amiche! >> Osserva la tipa senza pudore.
<< Per me non è un problema. Staremo insieme più tardi a casa nostra e avremo altre occasioni per organizzare uscite di gruppo! >> Risponde Massimiliano. La tipa sorseggia del vino offesa dalla sua risposta.
<< Jimmy, ti ricordi di Jenny? >> Li presenta Massimiliano per cavarsi d’impiccio.
<< Quindi Massimiliano e quella Jenny sono stati insieme? Cosa li lega? >> Chiedo sottovoce a mio genero. Lui alza le spalle.
<< Spettegolate anche voi come le amiche di mamma? >> Ci sorprende alle spalle mia figlia.
<< Guai a te se lo dici a qualcuno! >> L’avviso.
 
 
[Leon]
Ho la nausea quando giungo alla fine della lettera, che ho letto a voce alta (ma non troppo alta per non essere sentito dagli altri). Francesco e Silvia hanno gli occhi lucidi e sono inorriditi. Persino sua nonna le ha mentito!
<< Tesoro! >> Esclama Silvia, prima di abbracciarla. Isabella inizia a singhiozzare. La imito e abbraccio mia cugina, quando si separa da Silvia.
<< Tu mi vorrai ancora bene? Anche adesso, dopo aver saputo che non siamo cugini? >> Mi domanda all’orecchio.
<< Che domanda è?! Tu sei la mia cuginetta! E lo resterai sempre! >>La rincuoro. L’abbraccio diventa più stretto.
<< Avete letto ad Ines il contenuto della lettera? >> Domanda Francesco. Diego e Isa scuotono il capo.
<< No, l’abbiamo letta in totale privacy. Ines non sospetta che il marito ha tentato il suicidio! >> Risponde Isabella.
<< E che magari c’è riuscito. Magari l’incidente è stato volontario. >> Azzarda come ipotesi Diego. Torno a sedere passandomi le mani in viso. Cos’è passato per la testa a mio zio in questi anni?
<< Adesso cosa farete? Assumerete un investigatore privato? >> Domanda Silvia.
 
 
[David]
Certo, che eleganza dimostra urlando e abbandonansi a certe scenate in casa di estranei. Ma del resto ogni uno ha il suo stile di vita!
<< La carne è cotta e ci vorrà poco per le verdure. David, vai a chiamare Diego e gli altri? >> Mi domanda mio suocero. Acconsento quindi appoggio il piatto da portata e lo copro con la carta stagnola.
<< Dove si trova la biblioteca? >> Chiedo.
<< La seconda porta del corridoio! >> M’indica Armando. Quando mi avvicino alla porta la trovo socchiusa e le parole che vengono pronunciate da Diego e dagli altri mi mettono un po’ di curiosità! Suicidio, investigatore privato… Ma di che parlano?
<< Come prima cosa parleremo con mia madre. >> Risponde Isabella alla domanda dell’amica.
<< Ingrid lavorava come collaboratrice domestica presso delle famiglie ricche. La lettera dice che il vero padre di Isabella è un uomo ricco e potente, magari si tratta proprio di uno dei datori di lavoro di Ingrid! >> Interviene Diego. L’argomento raccoglie la mia attenzione.
<< Basterà scoprire per quali famiglie lavorava Ingrid l’anno prima che tu nascessi e sapremo con chi ha avuto la relazione che l’ha messa incinta di te! >> Chiosa Leon. Mi porto una mano alla bocca… Ingrid, come il nome della domestica con cui papà ha tradito mamma quando aspettava Giulio che dovrebbe avere l’età di Isabella… Dev’essere solo una bizzarra coincidenza!
<< Pensi che il tuo vero padre sappia della tua esistenza? >> Domanda Silvia a Isabella.
<< No, o mia madre non mi avrebbe fatta passare come figlia di Juan. >> Risponde la ragazza di Diego.
<< O magari tuo padre quando l’ha saputo le ha offerto dei soldi o qualche altra cosa perché nascondesse la paternità, per salvaguardare la sua vita da nababbo e il suo menage! Oppure non ne ha voluto sapere di te e tua madre è stata costretta a mentire a Juan. >> Adduce come ipotesi Leon. Deve per forza trattarsi di una coincidenza! Mi piacerebbe sentire come prosegue la conversazione ma se mi beccano? O se qualcuno viene a cercarmi e mi becca ad origliare? Busso allo stipite della porta fingendo di essere appena arrivato.
<< Ragazzi, la cena è pronta! >> Gli avviso, cercando di celare il tremolio della mia voce.
<< Grazie, arriviamo! >> Mi rispondono.
 
 
[Olga]
Negativo, negativo, negativo…
Ripeto mentalmente all’infinito. Fa che sia negativo!
<< E’ ora? >> Chiedo a mio fratello.
<< Me l’hai chiesto dieci secondi fa e lo avevamo appena chiuso e messo disteso. Ci vogliono dai 3 ai 5 minuti! >> Mi ricorda. Mi alzo e inizio a passeggiare per la stanza.
<< Ragazzi, cosa state tramando? Non venite a mangiare? >> Domanda mio padre. Prova ad aprire la porta ma è chiusa a chiave.
<< Confidenze tra fratelli. Tra poco scendiamo! >> Risponde Cèsar. Tra 3 o 5 minuti scendiamo! Mi siedo sul letto, accanto a lui.
<< Ho paura. Non so cosa farei se fosse positivo… probabilmente non lo terrei! Mi ci vedi ad occuparmi di un neonato?! A stento so distinguere cos’è meglio o peggio per me! Io non sono pronta a rinunciare alla mia vita per fare la mamma. Che cazzata ho combinato! >> Piagnucolo, con il viso tra le mani.
<< Ma lo avete fatto senza precauzioni? >> Mi domanda.
<< La prima notte sì, con ogni probabilità, ma chi se lo ricorda? Eravamo entrambi sbronzi e non ho fatto tempo a chiederglielo visto che quando ho riaperto gli occhi era sparito! E in seguito sono stata travolta dalla nostra storia. Non ci ho più pensato! >> Spiego. Che idiota sono stata! Ubriacarmi e darla al primo venuto (anche se dopo è diventato il mio ragazzo, ma quella notte era il primo venuto)!
<< Qualche tempo fa ho avuto delle strane perdite rosa, ma le ho associate alle mestruazioni! Mentre eri in farmacia ho letto su internet che tra i 6 e i 12 giorni dopo la fecondazione dell’ovulo possono esserci queste perdite che sono facilmente scambiate per mestruazioni. >> Spiego.
<< Bhe, tra un minuto sapremmo la verità! >> Commenta Cèsar. Fissiamo entrambi l’asticella.
 
 
[Diego]
<< Michael! Ma sei arrivato direttamente dall’aeroporto? >> Gli domando, salutandolo con un abbraccio.
<< Sì! Silvia, tantissimi auguri, questo regalo è per te! E’ solo un pensierino, ma spero di piaccia. >> Le augura Michael.
<< Grazie. Vi siete presi troppo disturbo, neanche a Natale ho ricevuto così tanti regali! >> Risponde la ragazza, afferrando anche il regalo collettivo della banda, prima di essere travolta dai loro abbracci.
<< Buon compleanno! >> Le augura Jimmy, accompagnando l’augurio dall’ennesimo regalo.
<< Tanti auguri Silvia, anche da parte di Giulia. Questo regalo è da parte di entrambi, lo ha scelto lei perché io non ci capisco niente di cose di donne. >> Le augura Massimiliano. Ah, siamo apposto se l’ha scelto Giulia!
<< Grazie! >> Ripete ad entrambi. Posiziona i regali sulla poltrona e prende posto a capotavola. Sto per sedermi quando Jimmy mi trattiene per un braccio.
<< Diego, a fine serata vorrei parlarti di una cosa abbastanza importante. >> Mi preannuncia.
<< Certamente, ricordamelo nel caso mi passasse di mente. >> Rispondo, dedicandogli una pacca sulla spalla.
<< Difficile che a me passi di mente! >> Risponde, per poi prende posto a tavola. Ci sediamo tutti e i vari vassoi da portata iniziano a fare il giro.
<< Solo una braciola? >> Domanda Camilla, che mi siede di fronte, al suo ragazzo che le siede accanto.
<< Sì, ho un po’ di mal di stomaco! >> Spiega David. Strano, prima stava così bene e ha anche bevuto!
<< Ti vedo strano! Prima stavi così bene. >> Osserva Camilla, posando la mano sulla sua fronte.
<< Non ho la febbre! Se più tardi starò meglio mangerò più torta, va bene? >> Le assicura il suo ragazzo.
<< Ok, ma evita di bere alcolici. >> Lo obbliga, travasando il vino dal bicchiere di David nel suo.
<< Oggi ti sei perso l’arrivo di Class. Francesco, ma tu lo avevi già incontrato? A cosa si riferiva il commento del parcheggio? >> Domanda Camilla a Francesco.
<< Praticamente quando sono arrivato stavo per parcheggiare nel solito posto ma lui è stato più svelto e si è infilato. Per poco non ammaccavo la sua moto. Io non sapevo chi fosse perciò gli ho dato del maleducato. Spero non mi abbia sentito! >> Racconta Francesco. Sorridiamo tutti.
<< Se conosco mio cugino avrà detto qualche parolaccia fra sé e sé! Chissà con quale epiteto ti ha descritto. >> Commento.
<< Gli chiederò di nuovo scusa. Se avessi saputo che era un Huber Mendoza non gli avrei dato del maleducato! >> Ripete Francesco. Si fa troppi problemi!
<< Mio nipote non ce l’ha conte per così poco, fidati. Magari inizialmente ti avrà maledetto visto che per lui la sua moto è la sua bimba ma poi gli sarà passata! >> Interviene mio padre.
 
 
[David]
No, non somiglia per niente a mio padre. Oddio, magari il naso… Cazzo, abbiamo lo stesso naso!
<< David, ti cavo gli occhi con la forchetta se non smetti di fissare la mia ragazza. Che ti prende? >> Mi minaccia Diego. Scuoto il capo e torno alla realtà. Guardo la mia ragazza la quale aggrotta le sopracciglia.
<< Mi ero incantato! >> Esclamo.
<< Eh, me ne ero accorto! Incantati guardando mia sorella! >> Esclama Diego risentito.
<< Scusa, stasera mi sento poco bene! Scusate, vado al bagno! >> Mi scuso, alzandomi. Camilla si alza insieme a me.
<< Ti accompagno! >> Si offre.
<< Amore, che ti prende? >> Mi domanda. Entriamo nel bagno e chiudo a chiave la porta. Mi siedo sul bordo della vasca.
<< David mi stai facendo preoccupare! Cosa ti senti? Quando siamo arrivati stavi bene! >> Precisa.
<< Non è un male fisico. Ho un pensiero nella testa e a causa di questo pensiero mi sento scombussolato! >> Spiego.
<< Quale pensiero? >> Chiede la mia ragazza, sedendosi sulla vasca accanto a me.
<< Quando sono andato a chiamare Isabella, tuo fratello e gli altri in biblioteca ho origliato quello che si stavano dicendo. Stavano parlando del vero padre di Isabella… >> Inizio a raccontare.
<< I suoi genitori sono morti in un incidente d’auto. >> Mi ricorda.
<< A quanto pare no! Cioè, suo padre (quello che l’ha cresciuta) sarebbe morto suicida, stando a quanto ho sentito, mentre sua madre è ancora viva. L’uomo che l’ha cresciuta non è il suo vero padre. Sua madre faceva la domestica presso famiglie ricche e avrebbe avuto una relazione con il suo datore di lavoro, di cui sarebbe rimasta incinta. La madre si chiama Ingrid, come la nostra domestica, con cui papà ha tradito mamma 25 anni fa! >> Racconto. Camilla scuote il capo.
<< David, sarà una coincidenza, dai! Non hai neanche sentito tutta la conversazione, non conosci tutta la storia. >> Mi fa notare.
<< Ho sentito quel che basta a farmi venire dei dubbi atroci. Isabella si sta chiedendo come siano andate le cose tra sua madre e questo tale. Si chiede se l’uomo sapesse che la sua domestica era rimasta incinta di lui! >> Racconto.
<< Se fosse tuo padre? >> Si chiede Camilla. Scuoto il capo.
<< Sarebbe la fine. Mia madre divorzierebbe in troco se sapesse che ha tenuto nascosta un figlia! Ingrid diede le dimissioni in modo repentino e sparì, stando a quello che mi hanno raccontato. Magari mio padre l’ha pagata per sparire? >> Rifletto.
<< Amore, parli di questa storia come se fossi certo che si tratta di tuo padre! Sono solo illazioni. >> Mi fa notare, accarezzandomi la schiena.
<< Sarà! Ma non credo che dormirò sonni tranquilli se non conduco una piccola indagine sulla questione. La nostra domestica si chiamava Ingrid e aveva 25 anni quando prestava sevizio da noi, non sarà così difficile risalire a lei e scoprire se ha avuto una figlia di nome Isabella! >> Osservo. E se dovesse essere così… apriti cielo!
 
 
[Roberta]
 
“Positivo. Il test dice sono incinta di 3 o 4 settimane, vale a dire che sono rimasta incinta la prima notte passata con Alex, quasi un mese fa. Merda Roby…. Sono nella merda…. Sono disperata!!”
 
Poso il cellulare sul divano accanto a me e lotto contro me stessa per non piangere. La mia sorellina sarà atterrita!
<< Amore mio, va bene che è il primo appuntamento come fidanzati ma piangi anche per questo? >> Mi domanda Lorenzo quando scende le scale pronto di tutto punto. E’ bello come in sole, nei suoi jeans scuri con la camicia in jeans più chiara. Mi avvicino a lui e cerco il suo abbraccio.
<< Olga è incinta, di 4 settimane! E’ rimasta incinta subito, appena ha conosciuto Alex! >> Gli riferisco. Lui mi abbraccia accarezzando la mia schiena.
<< Merda! E adesso cosa farà? >> Mi domanda. Mi separo da lui, frugo nella borsa per cercare un fazzoletto e mi soffio il naso.
<< Non lo so! Ma conosco abbastanza bene mia sorella da sapere che starà contemplando l’ipotesi di abortire, specialmente ora che con Alex le cose vanno da merda! >> Azzardo come ipotesi. Lorenzo mi si avvicina e mi accarezza la guancia. Mi ammira con sguardo dolce.
<< Non è detto che le cose con Alex non possano risolversi quando quella tipa sparirà di scena. Magari tua sorella deciderà di tenerlo e questo figlio la unirà nuovamente ad Alexander! >> Ipotizza Lorenzo.
<< Varrebbe a dire che Alex si sentirebbe in obbligo. No, Olga non potrebbe mai accettare una cosa del genere. Non so cosa farà, ma quello che so è che quando andremo a Miami questo week end converrà portarci dietro un defibrillatore mobile perché a mio padre verrà un coccolone tra la notizia di noi e della gravidanza di Olga! Sta per scoppiare il finimondo nella mia famiglia! >> Rifletto. Lorenzo mi abbraccia.
<< Amore mio! Sarò al tuo fianco, costantemente! >> Mi rassicura. Ci scambiamo un bacio.
<< E comunque, sei bellissima! Una fata! >> Mi ossequia. Sorrido.
<< E tu non sei da meno. Io vorrei uscire e godermi questo primo appuntamento con te come la tua fidanzata! Ti chiedo solo di portare pazienza se non sarò sempre di buon umore e se ogni tanto messaggerò con mia sorella. >> Gli chiedo scusa in anticipo.
<< Immagino di poter portare pazienza, trattandosi di te! Ti amo! >> Mi ricorda.
<< Ti amo anch’io! >> Rispondo. Ci scambiamo un altro bacio, dopo di che infiliamo i cappotti ed usciamo. Prima di raggiungere il cancello una notifica sui nostri cellulari ci distrae. E’ arrivata una newsletter dal blog di Martinelli: l’articolo è online, e il testo contiene le esatte parole di quella e-mail, più la mia precisazione. Lorenzo, reggendo ancora il cellulare in mano, mi solleva leggermente e mi fa volteggiare.
 
 
[Paola]
Afferro il bicchiere dal tavolino, bevo un sorso di cocktail attraverso la cannuccia nera dopo di che poso di nuovo il bicchiere. Compio ripetutamente questo gesto più volte mentre osservo continuamente l’ingresso del locale.
<< L’idea di rivederla e di passare del tempo insieme ti rende nervosa? >> Osserva Kelly.
<< Giulia era l’unica amica che avevo qui a Bogotà e mi ha pugnalata alle spalle nel modo più orrendo. Sì, l’idea di doverle parlare mi agita! >> Ammetto, quando la vediamo ancheggiare verso di noi. Ho il cuore in gola.
<< Giulia, stai benissimo. Ti presento Kelly Smith. >> Compio le presentazioni. Le due si stringono la mano e si scambiano un guancia a guancia.
<< Giulia Valencia, molto piacere. >> Si presenta Giulia. Più corta la gonna non ce l’aveva?
<< Paola mi ha parlato molto bene di te! >> Interviene Kelly. Trattengo una risata. Un cameriere si avvicina con un vassoio: posa una salvietta bianca e il bicchiere di Giulia sopra il tavolino.
<< E’ da così tanto tempo che non parliamo! Devo assolutamente raccontarti le novità! Tanto per cominciare non sono più single. >> Annuncia. Povero questo sciagurato!
<< Veramente?! Congratulazioni tesoro! E posso sapere chi è il fortunato? Non dirmi che è quello della tua compagnia, quello tanto carino! >> Ipotizzo, fingendo interesse. Lei scuote il capo.
<< No. Lo conosci comunque. E’ Massimiliano! Da qualche giorno viviamo insieme. >> Annuncia. Non perde tempo la ragazza! Contento Massimiliano del bell’acquisto che ha fatto…!
<< Congratulazioni Giulia! >> Interviene Kelly.
<< Ma non ti stava antipatico? >> Obbietto.
<< Inizialmente sì, ma non ho mai nascosto che era uno schianto. E’ iniziato tutto durante la festa a casa mia, ricordi quella sera? >> Come faccio a dimenticarmi di quella sera? Annuisco.
<< Quella sera siamo stati insieme e poi sono partita per Buenos Aires. Quando ho visto che non mi richiamava, ho capito che tenevo a lui! >> Mi racconta.
<< Cioè, lui non ti ha richiamata dopo aver fatto l’amore con te? >> Domanda Kelly incuriosita.
<< Sì, perché pensava che per me quel momento insieme non contasse, ed io credevo la stessa cosa di lui. Quando sono tornata ci siamo chiariti e ci siamo messi insieme! >> Racconta.
<< Era da moltissimo tempo che non stavo così bene con un ragazzo. Non è solo bellissimo ma è dolce, comprensivo e attento! >> Racconta con aria trasognata. Ho le traveggole o le brillano gli occhi?
<< Ti sei innamorata di lui! >> Ne deduco. Lei arrossisce e sorride.
<< Sì, come un’adolescente alla prima cotta. Ci tengo davvero a questa relazione! >> Confessa. Rimango basita. Tutto mi sarei aspettato tranne di vedere proprio lei con gli occhi a cuoricino per un ragazzo!
<< E dimmi, quanti anni ha? Che lavoro fa? >> S’interessa Kelly.
<< 25, 5 anni in più di me. Lavora all’Ecomoda, come centralinista. Ma sta iniziando la sua carriera di modello! >> Racconta, mostrandoci sul cellulare le foto del servizio pubblicitario di quel profumo.
<< Tu Kelly sei fidanzata? >> Domanda Giulia alla mia amica.
<< No, ho appena chiuso una relazione. >> Risponde la mia amica. Fisso Giulia mentre chiacchiera con Kelly: possibile che la ragazza che siede davanti a me sia la mia amica sgualdrina e superficiale? Esteriormente è sempre la stessa, e lo prova il vestitino succinto che indossa stasera!
<< Salve, ragazze! Posso rubarvi un minuto? >> Ci domanda un ragazzo avvicinandosi a noi.
<< Cosa possiamo fare per te? >> Chiedo. Il ragazzo si piega e appoggia i gomiti sul divanetto, alle spalle di Giulia.
<< Mi chiedevo se posso offrire un drink alla tua amica! >> Mi risponde, riferendosi a Giulia.
<< No, ti ringrazio. Ho un fidanzato che amo e che mi attende a casa. >> Declina Giulia lasciando me e Kelly di sasso. Il tipo si allontana senza insistere.
<< Perché mi guardate così? >> Domanda Giulia.
<< Hai appena rifiutato di scroccare un drink! >> Le faccio notare.
<< Poco fa ti ho detto che ho un ragazzo ora e che ne sono innamorata, non ascoltavi? >> Mi domanda, sorseggiando un suo drink. Sì, ascoltavo ma mi serve un po’ di tempo per prendere sul serio questa notizia!
<< Adoro questa canzone! Balliamo? >> Propone Giulia, quando parte “An honest mistake”.
 
 
[Betty]
Gli under 35 hanno occupato una parte della tavolata mentre noi grandi sediamo dall’altro lato. Mio marito occupa il posto d’onore a capotavola, io siedo alla sua sinistra e Michel alla sua destra. Che situazione! L’ultima volta che si sono visti stavano quasi per venire alle mani, stando al racconto di Armando. Mio marito stesso ha ammesso che stava per scagliarsi su di lui!
<< Perciò gli affari le vanno bene, Michel. Vedo che ha fatto ugualmente fortuna, anche se mi sono ripreso la mia presidente! >> Lo provoca Armando. Santo cielo!
<< Ovviamente è stato difficile rimpiazzare due professionisti come Beatrice e Nicola, ma con il tempo ho instaurato un ottimo rapporto, sia lavorativo che personale, con i collaboratori che da allora lavorano per me. A proposito, spero che portiate i miei saluti a Nicola. >> Risponde Michel, mantenendo la calma.
<< Senz’altro. Attualmente vive a Miami. >> Rispondo, per inviare una conversazione civile e normale!
<< E’ sposato? Ha figli? >> S’interessa Michel.
<< Sì, sua moglie si chiama Leonora e sono sposati da 26 anni. Ha tre figli: Roberta, che è anche la fidanzata di mio figlio Lorenzo, Cèsar e Olga. >> Racconto.
<< Sì, sappiamo che Roberta è la nuova fidanzata di Lorenzo. Non serviva sottolinearlo proprio questa sera alla cena di compleanno di mia figlia. >> Commenta oltraggiata Alma che, a quando pare, deve per forza trovare un pretesto per piantare grane. Mio marito è stato troppo buono nel descriverla!
<< Tesoro, per piacere, vuoi fare una scenata anche per questo motivo? Beatrice stava solo narrando i fatti nei particolari. >> Mi difende Michel.
<< Spero lei riesca a dormire la notte! I ragazzi a volte si prendono e si lasciano… E’ la vita, signora! >> Interviene Armando.
<< E poi sua figlia non mi sembra sul punto di chiudersi in convento per il dispiacere. >> Commenta Berta.
<< COSA VUOLE DIRE?! COME SI PERMETTE DI PARLARE COSì DELLA MIA BAMBINA?! >> Tuona la signora contro Berta. Oddio! Tutta la tavola ci guarda.
<< Sembra di stare al mercato del pesce! >> Sento commentare da Ugo verso mia figlia.
<< Non volevo dire cose brutte! Semplicemente che sua figlia ha un nuovo ragazzo, per tanto non mi sembra affranta dalla rottura con Lorenzo. Tutto qui! >> Risponde Berta. Non potrebbe semplicemente stare zitta a volte?
<< Tesoro, è quel ragazzo di cui mi hai parlato? >> Domanda la madre alla figlia che siede all’altro capo della tavolata.
<< Stai con Giulio? E non mi racconti niente? >> Domanda Leon a Silvia. Come? Giulio?! Guardo Armando il quale si porta una mano alla fronte.
<< Quando quelle befane si prenderanno gli affari loro nevicherà in Agosto. Che banda di pettegole! >> Commenta Ugo.
<< Quand’è che le tue amiche si faranno gli affari propri? >> Mi domanda Armando.
<< No, io sto parlando di Leon. Silvia e Leon sono fidanzati, per loro stessa ammissione! >> Precisa Berta. Eh?! Inizia un brusio di sottofondo. Camilla e David si portano una mano alla fronte. Silvia diventa rossa come un peperone.
<< Come sarebbe Leon? Tesoro, non mi avevi detto che piaceva quel bel ragazzo che è anche il figlio di un azionista dell’azienda? >> Domanda sua madre. La discrezione in persona, proprio!
<< OK, FERMI TUTTI! >> Strilla Silvia, alzandosi in piedi.
<< Mi sembra doveroso smentire un pettegolezzo, finché è fresco! Leon ed io siamo solo amici perciò spero che non si parli più di noi! >> Annuncia Silvia. Io neanche lo avevo sentito tale pettegolezzo! Chissà com’è nato!
<< Perciò questo nuovo ragazzo è Giulio Valencia? >> Domanda Alma alla figlia. Tutta la tavolata guarda Silvia in attesa della sua risposta.
<< Bhe… No, non siamo fidanzati! Ci stiamo conoscendo meglio…. Diciamo! >> Ammette la ragazza. Armando ed io ci scambiamo uno sguardo. Giulio, lo stesso ragazzo che l’altra notte voleva consumare una sveltina con Lena? Chissà se Silvia conosce questo fatto! Bhe, non sono cavoli nostri.
<< Berta, quando si farà gli affari suoi?! >> La rimprovera Armando. Silvia, rossa in viso, torna a sedere.
<< Scusa, ma cosa mi sono persa? Cosa aspettavi a dirmi di te e Giulio e cos’è questa storia di te e Leon? >> Le domanda la sua amica Isabella.
<< Te lo racconterò in privato! In questi giorni hai avuto i tuoi pensieri e non mi sembrava il caso di annoiarti con le mie questioni di cuore. >> Risponde la ragazza.
<< Va tutto bene Isabella? Mi hanno detto che sei stata poco bene e ti sei assentata dal lavoro negli ultimi due giorni. >> Interviene David.
<< E’ stato solo un piccolo malore! Ma ora va tutto bene! >> Risponde mia nuora.
<< Sappi che se ti servisse aiuto di qualunque genere, puoi rivolgerti a me a Camilla. >> Interviene mio genero David.
 
 
[Grace]
Non ho mai incontrato prima d’ora un ragazzo bello come lui. Ma è talmente più grande di me che neanche mi guarderebbe!
<< Scusami! >> Esclamo, quando mi rendo conto di avergli lanciato un calcio sotto al tavolo.
<< Non c’è problema, Grace! >> Risponde cordialmente. Il mio cuore perde un battito quando pronuncia il mio nome. Non ho fatto che pensare a lui da quando l’ho incontrato per la prima volta in quella grotta! Poi vengo a questa cena e lo ritrovo qui! Abbasso lo guardo quando rivolge il suo verso di me. La sua attenzione dura pochi istanti perché subito dopo riporta lo sguardo verso la sua destra, osservando la festeggiata che ride e scherza con i suoi vicini di posto. Silvia ha detto poco fa che sta uscendo con questo Giulio… Ma a Leon lei piace? Non potrei mai competere con una bellezza simile!
<< Anche se non mi avessi detto che detesti la tua matrigna, ci sarei arrivato da solo. Basta osserva gli sguardi che le lanci! >> Commenta Leon. Trattengo il respiro. Mi ha rivolto la parola!
<< Tratta nostro padre come un bancomat… La detesto! >> Commenta sotto voce mio fratello.
<< Papà si è accontentato della prima venuta per paura di restare da solo! >> Commento.
<< REGALI! E’ ORA DI APRIRE I REGALI! >> Urla la voce di una delle signore facenti parte del gruppetto di amiche della signora Beatrice. Silvia si alza, si avvicina all’angolo regali e afferra il più piccolo.
<< Questo è quello di Michael! >> Esclama Silvia, aprendolo.
<< Te lo ricordi perché è il più piccolo! >> Esclama Michael. I presenti ridacchiano. Dal pacchetto Silvia estrae un portachiavi raffigurante un sole.
<< C’è scritto “Never stop smiling”. Grazie Michael! >> Si avvicina a lui e posa un bacio sulla sua guancia. Dopo di che apre il pacchetto più grande.
<< Questo me lo ricordo perché è il più grande: David e Cami! >> Ci informa. I due fidanzati annuiscono. Sotto la carta, che viene strappata con ferocia, c’è una scatola abbastanza grande che contiene una valigetta con tutto l’occorrente per in make-up: dai primer, ai rossetti, ai blush.
<< Ma siete pazzi? E’ un regalo fantastico! >> Esclama Silvia, prima di avvolgerli in un grosso abbraccio.
<< Ora devi per forza aprire il nostro. E’ quello che la carta argentata! >> Esclama Armando Mendoza. Dal pacchetto Silvia estrae un astuccio contenente un set di pennelli per il trucco. Anche loro ricevono un abbraccio. E’ la volta del regalo delle sue colleghe: le hanno regalato una bella cornice porta foto tutta colorata.
<< Tesoro mio, questo regalo è da parte mia, di Michel e dei tuoi fratellastri! >> Introduce Alma, passandole il pacchetto. Papà ha speso un patrimonio per questo regalo! Silvia spalanca la bocca quando afferra la nuova pochette di Chanel.
<< Michel, ma sei impazzito? Io non posso accettare un regalo così costoso! >> Per lo meno la figlia ha un po’ di buon senso. Sua madre lo avrebbe intascato senza tante cerimonie!
<< Silvia, per me è un piacere. Goditi il tuo regalo! Ci conosciamo appena ma spero di poteri conoscere meglio con il tempo. >> Interviene mio padre. I due si scambiano un breve abbraccio.
<< Io non so davvero cosa dire. Non eri tenuto a farmi alcun regalo, e questo è davvero troppo! >> Insiste Silvia. Fa il giro del tavolo e si avvicina a me e Theo. Ci alziamo.
<< Grazie ragazzi! E grazie per essere venuti! >> Ci saluta, con un guancia a guancia.
<< Rinnovati auguri! >> Intervengo.
<< Questo regalo di chi è? >> Domanda Silvia, sollevando il pacchetto in questione, rettangolare e basso. E’ evidente che contiene un braccialetto. Diego alza la mano esclamando “mio”. Silvia ho scarta e ne estrae un braccialetto Brosway tempestato di pietruzze verdi. Si avvina al ragazzo e lo abbraccia da dietro.
<< Grazie! Non dovevi! >> Lo ringrazia, posando un bacio sulla sua guancia.
<< Sai già che per me è un piacere! >> Risponde Diego. Afferra un pacchetto azzurro che le è stato regalato dal ragazzo biondo e dalla sua fidanzata: il pacchetto contiene una stola di cashmere. Dopo di che afferra il regalo di un certo Jimmy che la ha regalato un’acqua profumata al gelsomino.
<< L’ultimo pacchetto! >> Esclama Silvia, sollevandolo. Leon alza la mano per confermare che arriva da parte sua. Dal pacchetto Silvia estrae un bellissimo foulard si seta verde.
<< Neanche a farlo apposta si sposa bene con il braccialetto di Diego. Vi siete messi d’accordo, vero? >> Li domanda Silvia. I due si scambiamo un abbraccio prolisso. Sento lo stomaco contorcersi!
<< Buon compleanno Silvia! >> Esclama Leon.
<< Grazie Leon! >> Risponde la ragazza. Quando si separano si guarda in giro.
<< Scusate, ma sono finiti i regali? Non mancano i vostri? >> Domanda Silvia, rivolgendosi ai suoi amici Francesco e Isabella. I due si alzano e abbandonano la stanza. I presenti alzano le spalle. Fanno ritorno portando in due quel che sembra un quadro. Silvia non si fa pregare per scartarlo: il regalo consiste in un collage di foto loro, alcune recenti altre più vecchie, incorniciato in una cornice a giorno. Gli occhi si Silvia di velano di lacrime. Appoggiano il quadro al muro e i tre si scambiamo un grosso abbraccio.
<< Mangiamo la torta? >> Propone David, mentre l’abbraccio prosegue.
 
 
[Roberta]
<< Ma quanto casino c’è in questa zona stasera? >> Si chiede Lorenzo, dato che non troviamo parcheggio nei pressi del ristorante.
<< Facciamo così. Ti lascio davanti al ristorante e cerco parcheggio, così non sei costretta a camminare su questi trampoli! >> Propone Lorenzo. Mi protendo verso il centro della macchina per baciarlo.
<< Va bene! Ti aspetto al bar. >> Preciso, scendendo dall’auto.
<< Buona sera! >> Mi saluta il maitre.
<< Buona sera. Il mio fidanzato ed io abbiamo una prenotazione! Mora-Mendoza. >> Spiego.
<< Certo, ecco qui, tavolo per due. L’accompagnerà il collega. >> Mi informa il maitre.
<< Devo aspettare il mio fidanzato. >> Preciso. Sono in un luogo pubblico e sto parlando di lui come del mio fidanzato. Che emozione!
<< Allora può accomodarsi al bar e prendere un aperitivo! Da quella parte. >> M’indica il maitre.
<< Grazie! >>Esclamo. Faccio per allontanarmi alla volta del bar quando un voce mi distrae e mi volto.
<< Ho capito bene? Mora-Mendoza? >> Mi domanda Melania Rivera, vestita come una battona!
<< Melania, quanto tempo! >> Esclamo a mo di saluto.
<< Salve Roberta. Non ho potuto fare a meno di udire che il tuo fidanzato è un Mendoza! Sei fidanzata con Diego per caso? >> Domanda sorridendo. Povera stolta!
<< No, cara! Lorenzo, è lui il mio fidanzato! >> Preciso baldanzosa. La battona sbianca e il suo sorriso beffardo scompare! A distanza di anni mi prendo la mia rivincita!
 
Lo cercai in lungo e in largo quel dannato diario! Come poteva essere sparito? Fu solo per una fortuita coincidenza di scoprii che mi era stato rubato da quattro arpie. Entrai nel bagno ma mi fermai dietro una parete divisoria quando sentii Melania, la nuova fiamma di Lorenzo, citare interi passaggi del mio diario, ridendo e commentando. Gli occhi mi si riempirono di lacrime!
<< Ah ah ah ah ah! E sentite questa: 30 Ottobre 2018, Lorenzo si è fidanzato, di nuovo! Da quando ha perduto la verginità l’estate scorsa la sua abitudine di saltellare da una fidanzata all’altra è degenerata. Sono costretta ad ascoltare i particolari sulle sue storielle, a consigliarlo quando mi chiede un parere, a osservarlo da lontano quando è accerchiato da bellissime ragazze. Non so per quanto tempo riuscirò a tenere per me questo segreto: non so per quanto ancora riuscirò a nascondere questo sentimento che mi scoppia dentro. A volte mi sembra di cogliere dei segnali, ma sono confusi… Quando gli parlo di alcuni ragazzi che potrebbero piacermi reagisce con delle battutine, mi sembra indisposto quando ne parlo… E’ solo una mia sensazione o Lorenzo potrebbe davvero ricambiarmi? >> Lesse con voce derisoria, facendo la parodia di una ragazza disperata. Scoppiarono a ridere dopo aver citato quel passo. A quel punto mi palesai.
<< Siete della ladre e della arpie. Ridatemelo! >> Inveii contro di loro. Melania, la “capobanda” chiuse il diario e mi fissò negli occhi.
<< Abbassa la cresta, Mora! Non prendono ordini da nessuno. Te lo ridarò quando avrò terminato di leggero e di ridere ad ogni parola. Davvero pensi che Lorenzo potrebbe interessarsi a un cesso a pedali come te? >> Mi domandò. Dovetti lottare per trattenere le lacrime. Avanzò verso di me costringendomi a retrocedere.
<< Lorenzo è mio, hai capito barile di lardo?! >> Mi affrontò. Scivolai su una pozza d’acqua accanto al lavandino sbattendo per terra il sedere e provocando la loro ilarità. Tanto più di così non potevo essere umiliata!
<< Bhe, questo puoi anche tenertelo, tanto ho fatto delle foto! >> Esclamò, lasciando cadere il mio diario che atterrò aperto sopra la pozza d’acqua. Le pagine si bagnarono tutte e la parole sbiadirono. Strinsi le gambe al petto iniziando a piangere.
 
<< Sei fidanzata con Lorenzo Mendoza? >> Mi domanda conferma. Annuisco sorridente e sicura di me. Non sono più la Roberta di quel giorno in quel bagno scolastico, arpia che non sei altro!
<< Cos’è, il silicone ti ha compromesso l’udito? >> La canzono.
<< Scusa amore, ho fatto prima che ho potuto! >> Esclama Lorenzo, entrando e posando un bacio sulla mia guancia.
<< Andiamo al bar? >> Mi domanda, non notando la presenza di una delle sue ex.
<< Non saluti Melania Rivera prima? >> Gli domando. Solo a quel punto lui si accorge della sua presenza.
<< Melania, non ti avevo notato! Come stai? >> Le domanda.
<< Bene, grazie! Scusate, raggiungo il mio fidanzato, è un amministratore delegato! >> Si vanta. Che ridicola!
<< Io invece sono subentrato a mio padre come vice presidente, e Roberta a suo padre come direttore amministrativo dell’azienda. Passa una buona serata! >> La congeda Lorenzo. Posa una mano alla base della mia schiena ci allontaniamo. Sorrido soddisfatta!
<< Dimmi la verità, hai colto la palla al balzo per sbatterle in faccia che sei la mi fidanzata. Ricordo che vi odiavate! >> Mi ricorda.
<< E’ stata lei a chiedermi informazioni, dopo aver sentito che indicavo al maitre il tuo cognome. Inoltre avevo i miei buoni motivi per prendermi la mia piccola rivincita. C’è una parte di storia che non sai! Un giorno persi il mio diario segreto. Quando entrai nel bagno sorpresi Melania e la sue amiche befane che lo leggevano e lo commentavano ridacchiando. Mi umiliarono e rovinarono il mio diario, gettandolo per terra in mezzo all’acqua. >> Racconto.
<< Adesso vado lì, la prendo e lavo il pavimento del bagno con i suoi capelli! Che razza di stronza! Perché non me lo hai mai raccontato? Sai che l’avrei piantata in asso! Tu sei sempre contata per me, eri la mia migliore amica e ti avrei difesa contro di lei! >> Mi fa notare il mio amore.
<< Perché su quel diario parlavo di te. Melania ti avrebbe detto che ero innamorata di te! >> Spiego. Intrecciamo le nostre dita sopra al bancone.
<< Sono stato un cretino. Ho perso un sacco di cose… Saremmo potuti essere tutto insieme! Saresti potuta essere la mia prima ragazza, sarei potuto essere il tuo primo amore se solo non fossi stato così cieco… >> Recrimina. Mi protendo e lo bacio.
<< Amore, ti ho detto che non devi più rimproverarti. Facendolo il tempo non tornerà indietro! Per fortuna te ne sei accorto adesso e non a 60 anni. Siamo ancora giovani e abbiamo la vita intera davanti per fare tante cose per la prima volta insieme! >> Gli faccio notare. Mi sorride.
<< Buona sera, cosa vi servo? >> Ci interrompe il barman.
<< Vino bianco frizzante con aperol, per due! >> Ordina Lorenzo.
 
 
[Paola]
Con il fiatone, si sediamo sui divanetti, dopo aver ballato qualche canzone.
<< Si vede vero che non andavo a ballare da un po’ di tempo? >> Domanda Giulia, bevendo un grosso sorso di drink analcolico.
<< Ho terminato il mio drink, posso berne un sorso del tuo? Ho una sete da lupo e c’è la fila al bar. Quasi quasi il drink da quello me lo faccio offrire io! >> Le domanda Kelly. Giulia acconsente e le passa il suo bicchiere. Kelly fa una faccia schifata.
<< Ma è analcolico! >> Constata la mia amica. Giulia Valencia che beve un drink analcolico durante una serata in discoteca?
<< Oggi sono stata poco bene e ho preso un antidolorifico! >> Si giustifica.
<< Paola, non mi hai ancora detto cos’hai fatto in questi giorni, come ti va la vita… L’incontro con Diego dell’altro giorno com’è andato? >> Mi domanda.
<< Mi ha sbattuto in faccia che prenderà casa con Isabella. Ho ancora delle mie cose a casa sua ma penso che gliele lascerò buttare, non mi va di andarci… >> Racconto, un po’ confusa dalla Giulia che ho davanti. Molti ragazzi le fanno la radiografia ma lei sembra non notarli. 10 giorni da si sarebbe fatta offrire da bere da tutto il locale e non avrebbe perso tempo per strusciarsi su ogni uno di loro!
<< La tua vita non è di certo finita perché Diego sta con un’altra ragazza. Là fuori c’è la tua anima gemella e la incontrerai! >> Tenta di consolarmi. Stringo la mano a pugno e dai miei occhi stanno per sgorgare delle lacrime.
<< Selfie? >> Propone. Estrae il suo cellulare e scatta un selfie riprendendoci dall’alto verso il basso.
 
 
[Lena]
Niente! Giulio non risponde!
Class lascia la mancia al fattorino e ritira le pizze. Torna in soggiorno con i due cartoni.
<< Quattro formaggi e zucchine… la tua preferita! >> Annuncia, scoperchiano la pizza fumante.
<< Secondo te cosa dovrei fare con Giulio? >> Gli domando abbandonando la testa contro lo schienale del divano.
<< Sorellina, Giulio è stato chiaro! Non vuole una relazione conte. Credo che insistere sia stupido! >> Mi demoralizza.
<< Ma io non mi posso arrendere così facilmente! Io voglio stare con lui! >> Sentenzio, intrecciando le braccia al petto.
<< Senti, non cerco di farti arrabbiare ma ti sto mettendo davanti alla realtà. Hai intenzione di stalkerarlo e di farti umiliare in eterno dai suoi rifiuti? >> Mi domanda. Non mi posso arrendere così! E’ tutta colpa di quella biondina! La discussione viene interrotta dallo squillo del mio telefonino. E’ papà da Vienna! Ma da loro dovrebbe essere notte fonda. Cosa fa alzato?
<< Papà, cosa fai in piedi? >> Esordisco.
<< Buonasera, anzi buonanotte! Come va lì? >> Mi domanda.
<< Bene! Class ed io stiamo guardando un film e mangiando una pizza e gli zii sono ad una cena. Sto facendo la brava bambina, dillo a mamma! >> Ironizzo.
<< La mamma dorme! >> Precisa.
<< E tu cosa ci fai in piedi? >> Chiedo.
<< Non ho sonno e ho pensato di telefonare prima che andiate a letto. Mi passi tuo fratello? >> Mi domanda. Passo l’apparecchio a Class.
<< Papà ciao!... Sì, sono passato non appena sono arrivato e mi hanno salutato tutti… Un tizio stava per ammaccarmi la moto!... Certo, saluta la mamma. Ciao e buonanotte! >> Conclude dopo poche parole.
<< Chi è che ti stava per venire addosso? >> Chiedo.
<< Francesco, il direttore del personale ad interim! Oltretutto mi ha anche dato del maleducato. >> Mi racconta.
<< Ragazzo strano. Secondo me è un po’ sfigato! >> Commento.
<< Cosa sai di lui? Quanti anni ha? E’ fidanzato? >> Mi domanda mio fratello. Sollevo un sopracciglio.
<< Lo sfigato ha fatto colpo? >> Chiedo.
<< No! Sono solo curioso, come hai detto te è un ragazzo strano. Oggi era molto sulle sue e mi ha perfino dato del lei come se fossi suo nonno! >> Racconta.
<< Gli sarà impartita un’educazione da educandato, che ne so?! Non ho idea di quanti anni abbia e non conosco la sua vita sentimentale, mi dispiace! So solo che vive con Silvia, la cretina che vuole soffiarmi Giulio, ma non so se tra i due ci sia qualcosa! >> Racconto. Class riflette accarezzandosi in mento. Sollevo le spalle. Poso lo spicchio di pizza e raccolgo le gambe sul divano girandomi di qualche grado verso di lui.
<< Piuttosto, oggi ho scoperto che Jimmy è ancora innamorato di me. Ne stava parlando con un suo amico! Dopo la nostra relazione non si è più innamorato e non ha più avuto storie serie. >> Spiego a mio fratello.
<< Per forza! Lo hai trattato come un pupazzo, come un giocattolo sessuale. Quel ragazzo era sinceramente innamorato di te. Sarà rimasto traumatizzato! >> Mi fa notare.
<< Non dirmi che ti fai venire i sensi di colpa dopo sette anni?! >> Esclama sorpreso.
<< Perché, non potrei? Non avevo mai pensato a questo aspetto della questione. Insomma, David è andato avanti e credevo lo avesse fatto anche Jimmy! >> Osservo.
<< Non tutti siamo uguali. Anche David avrà sofferto ma è riuscito a trovare la donna giusta con cui dimenticarsi di te mentre per Jimmy non è andata così. Che non ti passi per quella testolina di andare lì e dirgli che hai sentito tutto! Sarebbe umiliante per lui. Jimmy non vorrà che tu ti renda conto che pensa ancora a te dopo quello che hai combinato! >> Mi redarguisce mio fratello. In effetti stavo per parlare con Jimmy.
<< Mi dispiace che non trovi l’amore a causa mia… >> Ammetto.
<< Bhe, stanne fuori. Tu sei l’ultima persona da cui vorrebbe aiuto, fidati! >> Mi ordina Class.
<< Ora mangia la pizza sennò di fredda! >> Mi fa notare.
 
 
[Silvia]
<< Ricordati il desiderio! >> Mi rammenta Francesco. Raccolgo i capelli e mi chino verso la torta ricoperta di panna e frutta per spegnere le candeline con il numero 25. Parte un applauso. Il desiderio che ho espresso è di vivere una vera storia d’amore… E la vorrei vivere con Giulio! Mentre Isabella e Diego fanno gli onori di casa tagliando la torta e passando agli invitati i diversi piattini mi arriva un messaggio.
 
Giulio: Come procede? Ti diverti? Ricordati che qui ti attende un altro regalo! <3
Silvia: Siamo alla torta, al massimo tra 40 minuti sarò da te! Ho ricevuto moltissimi regali ma l’unico che sono curiosa di vedere è il tuo. Ma te lo dico subito: se è qualcosa di indecente prima di picchio e poi lascio il paese!
Giulio: Perché hai così poca fiducia in me? Niente di indecoroso, tranquilla! Ti aspetto.
 
Afferro il mio piattino e mi siedo a capotavola.
<< Era Giulio? >> Mi domanda Isabella sottovoce. Annuisco.
<< Mi domando come tu possa non avermi resa partecipe di questi avvenimenti! >> Mi rimprovera.
<< Ci siamo messi insieme oggi, non secoli fa. Tu avevi i tuoi pensieri e il tuo da fare… >> Mi giustifico. Posa la sua mano sulla mia.
<< Non sono arrabbiata! Spero solo che tu sia felice e che Giulio ti renda tale. >> Mi protendo e ci abbracciamo.
<< Giulio mi piace moltissimo… Mi prende più di quanto non abbia fatto qualsiasi ragazzo! Se mi renderà felice o finirà male? Questo non te lo so dire, vorrei tanto saperlo! >> Ammetto. Nessuno può conoscere il futuro.
<< Quello che so è che voglio fare un tentativo perché mi piace da impazzire… >> Cerco di farle capire. Diego assume una smorfia di disgusto e ridacchiamo.
<< Contenta te! Perciò prima o poi mi toccherà una di quelle imbarazzati cene a 4 che a voi donne tanto piacciono? >> Domanda. Isabella ed io ci scambiamo uno sguardo prima di annuire sorridendo. Diego chiude gli occhi e scuote leggermente il capo.
<< Che croce! >> Lamenta. La conversazione viene interrotta da Jimmy il quale posa una mano sulla spalla di Diego.
<< Scusate! Diego, devo parlarti di quella cosa! >> Interviene. Diego si asciuga elegantemente la bocca e si alza abbandonando la festa.
 
 
[Diego]
Faccio accomodare Jimmy nella biblioteca, che stasera sembra essere la stanza-confessionale! Ci accomodiamo sulle due poltrone.
<< Sono tutt’orecchi! >> Esordisco.
<< Come faccio a dirtelo? E’ un argomento imbarazzante! >> Mi preoccupo dopo questo suo prologo.
<< Dillo e basta senza tanti fronzoli, strappa il cerotto! >> Suggerisco. Così trasmette la sua ansia a me!
<< Esiste un filmato che ti riprende mentre fai sesso con Giulia nell’ufficio del magazzino. Oggi tua cugina ed lo abbiamo visto, non tutto ovviamente, prima di cancellarlo! >> Resto basito davanti a questa sua confessione. Cazzo, merda, porca puttana! Come ho fatto a dimenticarmi che c’è una telecamera notturna?! Raccolgo la testa tra le mani.
<< Merda! Che casino! E ne esistono altre copie? >> Domando ancora basito.
<< Questo non te lo so dire. Magari nei sistemi della sorveglianza! >> Suggerisce Jimmy.
<< Potresti ordinare una formattazione di tutti i sistemi di sorveglianza… Dì loro che temi l’attacco di un virus! Ma non aspettare, ordina che la formattazione venga eseguita subito e in tua presenza, così se dovesse esserci un disonesto non avrebbe il tempo di salvare il filmato su un hard disk esterno, salvo non lo abbia già fatto. >> Propone, parlando come se fosse in un film di spie.
<< Se dovesse vederlo Isabella sarebbe la fine… >> Penso a voce alta. Ok che mi ha sentito fare sesso con Giulia ma c’era una porta chiusa di mezzo. Vedermi in compagnia di un’altra donna sarebbe tutt’altra cosa!
<< Immagino non sappia che tu e Giulia… >> Inizia il suo intervengo Jimmy.
<< No, lo sa. E’ a conoscenza di questa mia breve tresca! Ma un conto è saperlo un’altra cosa è vederlo. >> Osservo.
<< Giusto. Riguardo a Lena non preoccuparti, non parlerà della cosa ad amina viva. >> Mi assicura.
<< Meglio per lei sennò l’ammazzo! Papà non deve sapere che mentre mi aspettava per dare l’annuncio delle mie nozze io ero con Giulia… Gli ho detto che ero fuori a passeggiare perché ero nervoso! >>Racconto.
<< Ed io ti aiuterei ad ucciderla, se dovesse raccontarlo a qualcuno. Dovresti avvertire Giulia dell’esistenza di quel filmato! >> Suggerisce Jimmy.
 
 
[Isabella]
“Buonanotte, grazie per essere venuti” ripetiamo Diego ed io, a mano a mano che i commensali abbandonato l’abitazione. Nel frattempo Silvia, Francesco, Leon, Camilla e David iniziano a riordinare la sala da pranzo. Silvia non fa che guardare l’ora.
<< Se vuoi andare dal tuo Giulio qui ci pensiamo noi. E’ ancora il giorno del tuo compleanno e ci sentiamo caritatevoli! >> Interviene Diego. Silvia sorride e salta al collo di Diego ringraziandolo prima di salutare me, Francesco, Leon, Camilla e David.
<< Grazie, vi voglio bene! >> Strilla, prima di chiudere la porta e sparire. Francesco scuote la testa.
<< Tanto c’è il facchino Francesco che porta via tutti questi regali! >> Si lamenta. Sorridiamo.
<< Ti do una mano io. Nella mia auto il quadro dovrebbe starci! >> Si offre Leon.
<< Porto giù questi due primi sacchi di spazzatura! >> Intervengo.
<< Ti do una mano! >> Si offre David. Mettiamo i nostri cappotti e trasciniamo un sacco a testa. Ci avvolge un silenzio tombale mentre siamo all’interno dell’ascensore: David ed io non abbiamo mai chiacchierato!
<< E’ stata une bella serata, no? >> Rompe il ghiaccio.
<< Già! Escludendo il piccolo e imbarazzante processo a Silvia e le urla della compagna di Michel Doinel! >> Osservo.
<< Certa gente dovrebbe davvero andare a scuola di bon ton. Non mi verrebbe mai in mente di urlare a casa di una persona che non conosco e di cui sono ospite. >> Commenta.
<< Nemmeno a me, e non sono nata e cresciuta nella bambagia. >> Osservo, mentre raggiungiamo il garage sotterraneo. Trascinare il sacco lungo la breve salita si rivela difficile.
<< Lascia, faccio io! >> Si offre David, trascinando entrambi i sacchi. Io apro il cancelletto.
<< Ti posso chiedere dove sei nata? >> Mi domanda. M’irrigidisco. Eh, bella domanda! Quando lo saprò te lo dirò!
<< Qui a Bogotà. Mio padre era impiegato comunale e mia madre lavorava come collaboratrice domestica presso le ville dei ricchi. >> Racconto.
<< Non hai un buon rapporto con i tuoi genitori? >> Mi domanda.
<< Sono morti entrambi quando avevo 14 anni. E’ stata mia nonna ad allevarmi, fino a l’estate scorsa quando è deceduta pure lei. >> Racconto la solita palla anche a lui. Ci voltiamo lentamente quando ci rendiamo conto che c’è una persona alle nostre spalle. Mi tremano le gambe e sono costretta ad aggrapparmi a David quando incrocio il suo sguardo.
<< Isabella… >> Mi nomina la donna in un sussurro.
<< Come mi hai trovata? >> Balbetto. David mi cinge la spalla, avvertendo il mio tremore. Quanto vorrei che Diego fosse qui!
<< Io ho letto sulle riviste che ti sei fidanzata con Diego Mendoza e dopo una piccola ricerca ho trovato questo indirizzo. Quanto sei bella… >> Interviene, allungando la mano per accarezzarmi. Io la scosto con un gesto netto e carico di odio. Le lacrime mi bagnano gli occhi.
<< Sei tu Diego? >> Domanda mia madre a David.
<< No, signora! Io sono David Valencia. E’ un immenso piacere! >> Risponde David allungando la mano. Scruta mia madre con sospetto e mia madre fissa David con sgomento per qualche secondo senza afferrare la sua mano.
<< Io ho sbagliato a venire qui! >> Esclama all’improvviso accelerando il passo per andarsene. Come sarebbe? Se ne và dopo essere piombata qui?!
<< SI FERMI! >> Urla David. Al suo ordine mia madre inizia a correre e David si lancia al suo inseguimento. Tremando sulle gambe mi dirigo verso il portone per tornare di sopra a casa dal mio Diego!
 
 
[David]
Alle scuole medie e al liceo mi domandavo a cosa cavolo mi sarebbe servita la corsa campestre nella vita, ora so che arrivare primo ne è valsa la pena! Ci metto poco a raggiungere Ingrid e a fermarla. Con il fiatone mi guarda con sgomento e preoccupazione.
<< E’ lei, non è vero? E’ lei la donna che molti anni fa prestava servizio a casa mia quand’ero un neonato. >> Rompo il silenzio.
<< Non so di cosa stai parlando! >> Nega, cercando di allontanarsi. La trattengo e la stringo per le spalle.
<< LEI 26 ANNI FA HA AVUTO UNA RELAZIONE CON MIO PADRE! DA QUELLA RELAZIONE E’ NATA ISABELLA? ME LO DICA! >> Le urlo a poca distanza dal viso. Lei volta il capo da una parte e chiude gli occhi.
<< NO, NO, NO! NON E’ AFFATTO COSì! E ADESSO LASCIAMI ANDARE, COME TI PERMETTI DI TRATTENERMI?! IO NON TI HO MAI VISTO IN VITA MIA! >> Urla di rimando. Allento la presa e lei si libera.
<< Isabella và raccontando in giro che i suoi genitori sono morti! Lo fa per non dover dire alla gente che sua madre si è fatta sedurre dal suo capo e in seguito ha spacciato quel figlio come il frutto dell’amore per suo marito. Io voglio sapere se è stato mio padre a metterla incinta! >> Affermo fuori dai denti. Mi arriva un ceffone in pieno volto.
<< MA COSA TI PERMETTI DI PARLARMI IN QUESTI TERMINI?! IO NON TI DEVO PROPRIO NESSUNA SPIEGAZIONE! >> Afferma, prima di riprendere a correre lontano da me. E’ lei. Io ho la sensazione che sia lei quella Ingrid che ha avuto una relazione con mio padre! Che serata! E pensare che se non avessi origliato quella conversazione non saprei niente di tutto questo.
 
 
[Diego]
Maledetta bastarda! Ha avuto anche il coraggio di venire fin qui a cercarla!
<< Va meglio? >> Le domanda Leon, accarezzandole la schiena. Lei annuisce. Vado ad aprire la porta quando sento bussare. Fa il suo ingresso David ancora con il fiatone.
<< L’hai raggiunta? >> Gli domando. Lui scuote il capo.
<< No, è salita su un taxi ed è sgommata via! >> Racconta.
<< Isabella, so che non sono affari nostri, ma mi chiedevo come mai racconti che i tuoi genitori sono morti quando è evidente che non è vero… >> Si fa avanti Camilla con cautela.
<< E’ una lunga storia, Camilla. E non mi va certo di annoiarvi e mettervi di malumore! >> Risponde la mia ragazza.
<< Sono cose che riguardano la vita privata e lo comprendiamo se non vuoi parlarcene. Ma sappi che non ci annoi! Sei nostra amica e sei una cara ragazza, ti vogliamo bene. >> Interviene David, che stasera è ben strano verso Isabella! Tutte quelle occhiate, quel “conta su di me”, buttarsi all’inseguimento di Ingrid…
<< L’uomo che mi ha cresciuta non è il mio vero padre. Mia madre ebbe una relazione con un uomo, uno ricco e sposato. Sospetto fosse un suo datore di lavoro visto che faceva la colf presto famiglie ricche. Quando mio padre lo scoprì io avevo sette anni e iniziò a picchiarmi saltuariamente, beveva molto… Fino a che mia nonna Eva mi prelevò per portarmi con lei in Italia, quando compì 14 anni. Ho da poco scoperto che Juan, l’uomo che mi ha cresciuta, è morto e la sua seconda moglie mi ha lasciato una sua lettera dove mi racconta la verità. >> Racconta sommariamente. Camilla si siede completamente shoccata.
<< E ha avuto il coraggio di venirti a cercare?! >> Tuona David.
<< A quanto pare è senza vergogna! >> Osservo.
<< Ad ogni modo saremmo andati a cercarla noi, amore. Io voglio sapere chi sia il mio vero padre! Prima ero talmente shoccata dal vederla che non mi sono mossa di un passo. Ma il prossimo incontro andrà diversamente! >> Afferma con decisione la mia piccola.
<< Magari questo vero padre ti amerà come non ha saputo fare Juan… >> Ipotizza David.
<< O magari quando mia madre gli ha detto di essere incinta lui l’ha cacciata brutalmente e per questo è stata costretta a mentire a mio padre. Io non mi aspetto niente da questo estraneo. Voglio solo sapere chi sia! >> Risponde la mia ragazza.
<< E poi non farai niente? >> Domanda David.
<< Cosa dovrei fare? Andare da lui, rovinare il suo matrimonio e magari farmi umiliare da un rifiuto? No, grazie! >> Risponde Isabella. Perché David è tanto interessato all’argomento?
<< Magari la moglie è già a conoscenza del tradimento, lo hanno superato e lui non sa di avere un’altra figlia… >> Ribatte mio cognato. Mia sorella gli sia avvicina.
<< Amore, le ipotesi sono tante e comunque è una scelta di Isabella come comportarsi! >> Gli mette un freno mia sorella. Ma che diavolo gli prende?
<< Tesoro, io non so cosa dire. Mi dispiace così tanto! >> Interviene Camilla abbracciando Isabella.
<< Grazie! >> Ringrazia lei, per poi abbracciare anche David.
<< Ragazzi, se volete potete andare. Finiamo noi qui. >> Propongo.
<< Come volete. Ci vediamo domani in azienda. >> Saluta Camilla.
<< A domani, buonanotte. >> Saluta David.
<< Buona notte e grazie per la serata. Mi dispiace per come si è conclusa! >> Saluta Francesco.
<< Buonanotte. Cuginetta, ci sarò sempre per te! >> Saluta Leon, abbracciando la mia ragazza.
<< Buonanotte. >> Salutiamo coralmente Isa ed io prima di chiudere la porta. L’attiro a me e l’abbraccio.
<< Adesso tu vai a farti un bel bagno rilassante e qui ci penso io. >> Le ordino.
<< Ma c’è il finimondo… >> Osserva. Ci metterò un po’ a sistemare!
<< Vorrà dire che andrò a letto un po’ più tardi. Tu vai! >> Ribadisco.
 
 
[Giulio]
Quando sento suonare alla porta abbandono il mio libro e mi fiondo verso l’entrata. L’accolgo con un sorriso quando apro la porta, l’attiro a me e la bacio.
<< Com’è andata la cena? >> Le domando, perdendomi nei suoi occhioni verdi.
<< Vuoi che ti racconti di quando la banda delle racchie ha spifferato quel pettegolezzo di me e Leon e sono stata costretta a rivelare che sei tu il mio ragazzo? O di quando la compagna di Michel Doinel ha urlato come una pescivendola? >> Mi domanda.
<< Guarda, non so chi sia questo Doinel e parlare di Leon non m’interessa. Ma approfondirei volentieri la questione che riguarda la nostra relazione! E così sarei il tuo ragazzo? >> Domando gongolando, prima di chinarmi per assaggiare il suo collo. Sento le sue dita tra i capelli.
<< Non montarti la testa, ho detto che ci stiamo conoscendo meglio! >> Precisa.
<< E’ tutto per me? >> Mi domanda. Annuisco mentre l’accompagno al tavolo dove c’è la bottiglia di vino che mi ha regalato pochi giorni fa, due calici, una torta fatta da me e il suo regalo. Afferro l’accendino e accendo le candeline.
<< Esprimi un desiderio. >> Le ordino, abbracciandola da dietro. Lei volta il capo e mi guarda dal basso.
<< Non posso esprimere lo stesso desiderio di prima, oppure non si avvera! E al momento è l’unico che ho. >> Risponde. Sorrido.
<< Chi ti faceva così romantica? >> Mi chiedo.
<< La stessa cosa potrei dirla io di te Valencia! >> Osserva, prima di soffiare sulle fiammelle.
<< Ed ho ancora molte qualità che sono ansioso di mostrarti! >> Asserisco, premendo il mio inguine contro il suo fondoschiena. La sento ridacchiare.
<< Valencia! Pur immaginando che le tue qualità siano notevoli, preferisco scoprirle con la dovuta calma! >> Risponde non celando un po’ d’imbarazzo. La prossima tappa è il suo regalo: strappa la carta con foga.
<< Ci sono matite, matite colorate, una guida per imparare a disegnare  e un album. Io credo che le idee non ti manchino, devi solo allenarti per esprimerle al meglio. >> Spiego. Si volta verso di me e intreccia le dita sulla mia nuca per poi assaggiare il mio labbro inferiore. E’ un bacio diverso da quello che ci siamo scambiati oggi! E’ tenero e lento. Mi viene la pelle d’oca.
<< Grazie. E’ un regalo bellissimo! >> Mi ringrazia.
<< Sei troppo piena o ti va di assaggiare un pezzetto della mia torta? >> Domando.
<< Se è buona quando il pranzetto di oggi, non mi faccio pregare! >> Acconsente. Taglio la porta per poi aprire il vino.
 
 
[Giulia]
Mi alzo dal letto e mi dirigo verso l’ingresso quando lo sento rientrare. Ci avviciniamo a vicenda e ci scambiamo un bacio.
<< Com’è andata la serata con le amiche? >> Mi domanda.
<< Normale! Abbiamo bevuto un po’ e chiacchierato. La cena? >> Chiedo.
<< C’era una tipa che urlava o per una ragione o per l’altra, la banda delle racchie non sta mai zitta, è emerso che il patrigno di Silvia è un ex della signora Beatrice Mendoza e Silvia ha annunciato che sta uscendo con Giulio! >> Mi riferisce.
<< Devo chiamare il mio fratellone e sapere cosa mi sono persa. E questo?! >> Domando, afferrando il suo mento con pollice e indice per voltare il suo capo. Osservo la traccia di rossetto sulla sua guancia.
<< Jenny. Non ha desistito dal provarci, pur sapendo che vivo con te e che amo te! >> Racconta. Intreccio le braccia al petto.
<< E tu cos’hai fatto? >> Domando. Si avvicina a me mi attira e sé accarezzandomi alla base della schiena.
<< Che domanda è? Quando mi ha chiesto dove fossi e ha detto che lei non mi lascerebbe mai andare da solo ad una cena tra amici per uscire con le amiche io le ho risposto che tanto ci saremmo visti dopo la cena a casa nostra! E, fidati, dalla faccia che ha fatto, il messaggio è arrivato a destinazione. Io amo solo te Giulia! Ho occhi solo per te. >> Mi assicura. Allaccio le braccia al collo e lo bacio.
<< I crampi sono passati? Ti sono venute? >> Mi domanda.
<< No, non sono arrivate. Magari arriveranno domani o nei prossimi giorni! >> Rispondo. Speriamo arrivino presto e che questo supplizio finisca!
<< Dovresti interpellare un dottore per capire il motivo di questo ritardo e questi crampi. >> Suggerisce.
<< Io non mi preoccuperei. Ho delle perdite rosa, indicando che le mestruazioni sono in arrivo! >> Spiego.
 
 
[Camilla]
<< E adesso cosa farai? Lo dirai a tuo padre? >> Domando. C’è davvero la possibilità che il vero padre di Isabella sia mio suocero?
<< Sei matta? Finché non avrò delle prove inconfutabili non lo dirò né a mio padre né a Isabella. >> Asserisce. Si passa le mani in volto. E’ sconvolto! Mi siedo accanto a lui sul divano e appoggio la testa alla sua spalla coccolandolo.
<< I miei si sono appena riappacificati… Cosa succederebbe se venisse fuori che mio padre era a conoscenza dell’esistenza di questa figlia ed ha taciuto la cosa? Anche quando l’ha incontrata in azienda? >> Ipotizza David.
<< Credi che tuo padre lo sappia? >> Mi chiedo.
<< Ha proposto a mamma di abbandonare Roberta, perché non potrebbe aver abbandonato il sangue del suo sangue?! >> Sbotta, passandosi le mani in viso.
<< Amore, stiamo solo fantasticando e ti fa solo che male! Andiamo a letto e domani ne riparliamo con più lucidità. >> Propongo.
<< Domani telefonerò al mio amico investigatore Nacho Cortez. >> Decide.
 
 
[Isabella]
Osservo il soffitto e vedo solo la sua immagine. E’ cambiata tantissimo in questi anni! E’ invecchiata in modo impressionante. Mi sono sentita mancare il fiato quando me la sono trovata davanti e se non ci fosse stato David insieme a me sarei stata in sua balia.
<< Finito! >> Esclama Diego, entrando in camera da letto. Si spoglia e si infila nel letto con addosso solo boxer e canottiera. Si avvicina a me e mi abbraccia.
<< Se ci fossi stato tu l’avresti costretta a parlare… >> Osservo.
<< Per fortuna c’era David insieme a te, mi chiedo solo perché sia scappata così quando si è presentato? >> S’interroga David.
<< Non lo so. Magari si aspettava di incontrare anche te e quando ha constatato che lui non era il mio ragazzo ma un estraneo ha desistito dal dirmi ciò che era venuta a dirmi… Io non so più cosa pensare! >> Esclamo, accarezzando il petto di Diego sopra la canottiera.
<< Lo troveremo. Te lo prometto piccola mia! >> Mi assicura. E poi? Lui vorrà conoscermi o mi caccerà brutalmente?
 
 
[Armando]
Mia moglie si toglie la vestaglia, l’appoggia sulla cassapanca alla base del letto e s’infila sotto le coperte insieme a me. Appoggia la testa sul mio petto e passo le dita tra i suoi capelli.
<< Hai visto? Non è stato così terribile cenare con Michel! >> Osserva. Abbasso lo sguardo.
<< Vuoi dire che ti è piaciuto? >> Le domando leggermente offeso da quest’affermazione!
<< Armando, hai capito cosa voglio dire! Non ci ha provato con me e non è successo niente di tragico. >> Considera.
<< Hai ragione, le cose terribili di quella cena sono state quella pescivendola di Alma e le tue amiche pettegole! >> Constato.
<< Avrei dovuto avvertirle della presenza di Michel e intimare loro di non fare battute inopportune. >> Recrimina.
<< La mostrilla mi ha chiesto se stavi con quel tipo. >> Le racconto. Solleva la testa e mi guarda preoccupata.
<< Ovviamente non le ho narrato i fatti precisi o la cena sarebbe finita male! Le ho detto soltanto che Michel stava per portarti via, che per un periodo lo hai frequentato prima di tornare da me. >> Riferisco. Si rilassa e torna a posare la testa sul mio petto. Anche sopra la t-shirt sento le carezze della sua mano. Accarezzo il dorso della sua mano. Quei mesi sono stati i più terribili della mia vita. Le mie giornate si dividevano tra l’Ecomoda e il mio appartamento: era tutto lì! Una bottiglia per cena, e il giorno seguente si ricominciava.
<< Armando, stai ripensando a quel periodo, vero? >> Mi chiede. Mia moglie mi conosce troppo bene!
<< Come negartelo? Mi sono tornate alla mente le mie giornate vuote di quei sei mesi! >> Ammetto. Betty si solleva e si posiziona accanto a me. Accarezza una mia guancia per poi catturare le mie labbra in un bacio.
<< Anche io non facevo che pensarti! Giorno dopo giorno non ho fatto che rimuginare sulla mia scelta di partire. >> Ricorda. Afferro la sua mano destra e ne bacio il dorso.
<< Lo so amore mio. Sono passati così tanti anni ma ricordo perfettamente ogni sensazione che ho provato! >> Il dolore, i sensi di colpa, la gelosia… E’ stato infernale!
<< Adesso sono qui insieme a te, sono la signora Mendoza e sono contenta di aver preso le decisione giusta! Ti amo da morire Armando! >> Mi rammenta. L’abbraccio e finisce con la schiena premuta contro il materasso.
<< Sei la mia vita dottoressa mostro! >> Rispondo. Sorride.
 
 
[Alec]
<< TI RENDI CONTO?! SE NE STAVA LI SEDUTA A DARMI CONSIGLI SULLA MIA VITA SENTIMENTALE… LA ROTTURA CON DIEGO NON E’ LA FINE DEL MONDO, INCONTRERAI L’ANIMA GEMELLA E BAGGIANATE SIMILI! MI TRATTAVA D’AMICA NARRANDOMI DELLA SUA VITA DA LUNA DI MIELE CON QUEL POVERACCIO! FA ANCORA FINTA DI NIENTE, QUANDO L’UNICA COSA CHE DOVREBBE FARE SAREBBE DIRMI DI ESSERE STATA CON DIEGO! >> Si sfoga al telefono con me. Sento perfettamente che sta piangendo.
<< Ammesso che venga da te a dirtelo, tu la perdoneresti in quel caso? >> Le domando.
<< No! Non la perdonerei perché per una volta, e dico una, nella sua vita si è comportata con sincerità! E’ stata con il mio fidanzato, è solo una stronza! >> Afferma. Questa serata è servita solo a fomentare l’odio di Paola verso Giulia, io speravo invece che le avrebbe fatte riavvicinare e che Paola abbandonasse l’idea della vendetta.
<< Mentre raccontava di Massimiliano per un attimo ho anche creduto che fosse cambiata. Che sia davvero innamorata di lui… Ma nel profondo resterà sempre una stronza colossale! E magari questo amore che dice di provare è solo un fuoco di paglia. Appena incontrerà un milionario pronto a sposarla gliela darà e pianterà in asso quel poveretto! >> Fantastica. Perché non abbandona questa guerra e vive la sua vita?
<< Non può aver trovato la sua anima gemella e aver cambiato vita? Non potrebbe semplicemente essersi innamorata davvero? >> Ipotizzo.
<< Alec, tu non la conosci come me. >> Controbatte.
<< Ne parliamo domani a colazione? Prendi una tisana e fai sogni d’oro. >> Tronco il discorso, prima di farmi il sangue amaro. Non mi piace questo lato di lei… Se lasciasse da parte la vendetta la sua vita sarebbe più serena e anche lei sarebbe una persona migliore.
<< Va bene, buona notte e sogni d’oro. >> Mi augura.
<< Anche a te, baci. >> La saluto, ponendo fine alla conversazione. Non sono poi così sicuro di voler tener fede al patto con lei e sua madre!
 
 
[Lorenzo]
Con lentezza seducente inizio a posare delicati baci sul suo petto, iniziando dallo sterno, scendendo lungo il ventre. Con lentezza studiata le sfilo gli slip e geme quando poso un bacio sul suo monte di venere. Ritorno su concentrandomi sulle sue labbra, umide e calde. Sorrido e lei mi imita.
<< E’ stato il miglior primo appuntamento che abbia mai avuto… >> Sussurra, intervallando le parole con i baci.
<< Lo spero vivamente Mora. E non è ancora finito… >> Sussurro lascivo, prima di mordicchiare il suo labbro inferiore. Geme.
 
 
[Michael]
 
Cèsar: Com’è andata la cena? Spero che la tua serata sia stata meno pesante della mia… Olga è incinta e non vuole tenere il bambino!
 
Recita il suo messaggio su whastapp. Strabuzzo gli occhi e lo rileggo, temendo di aver letto male! So già che sentirò le grida di Nicola da qui quando lo saprà.
 
Michael: Cazzo… Alexander deve assolutamente saperlo, è una decisione che devono prendere insieme, non può decidere da sola!
Cèsar: Io spero che cambi idea, che sia solo la sua reazione dettata dallo sconvolgimento. Ti aggiorno domani. Già mi manchi! <3 Ti amo tantissimo, buonanotte.
Michael: Ok… Comunque la cena è andata bene, te ne parlerò di persona. Buona notte anche a te amore mio. Ti amo tantissimo! <3
 
 
[Jimmy]
Ho appena chiuso gli occhi quando sento il mio smartphone squillare. Mugugno quando guardo il display dove campeggia la scritta “Lena H.”
<< Pronto? >> Bofonchio una volta accettata la chiamata.
<< Ti sei dimenticato di chiamarmi! Cos’ha detto Diego? >> Sussurra.
<< Che ordinerà una formattazione dei sistemi di sorveglianza per assicurarsi che eventuali copie del video spariscano dal sistema. Sempre che qualcuno non ne abbia delle copie salvate su apparecchi privati. >> Riferisco. La sento mugugnare come se stesse ragionando.
<< Mi stavo per addormentare sai? >> La redarguisco.
<< Ops, scusami! Allora di lascio dormire. Ci vedremo domani in azienda. >> Mi saluta. Da quanto non mi parlava così?
<< Ok, a domani. >> Rispondo. Sto per chiudere la comunicazione quando mi richiama.
<< Dimmi! >> L’invito.
<< Come mai tu e questa Belen vi siete lasciati? >> Mi domanda nuovamente.
<< Per il motivo che mi ha spinto a lasciare tutte le mie ex: mi sono reso conto che mi prendeva fino ad un certo punto e non completamente. Ora posso dormire? >>
<< In altre parole non erano le persone giuste con cui costruire qualcosa? >> Mi domanda.
<< Sì! La tua curiosità adesso è soddisfatta?! >> Domando.
<< Buonanotte! >> Mi augura.
<< Anche a te. >> Rispondo. Non chiudo la comunicazione perché voglio vedere come si comporta: anche lei resta in linea. Qualche secondo dopo chiude il collegamento. Rimetto il cellulare sotto carica, metto il braccio destro sotto alla testa e fisso il soffitto. Era da anni che Lena non mi dava la buonanotte. So che passerò la notte in bianco a pensarla!
 
 
 
FINE CAPITOLO 57.
 
 
Ho cercato di fare il prima possibile, scrivendo nei ritagli di tempo, e poi full immersion finale in due giorni liberi arrivati come una manna dal cielo. Capitolo ricco, come avete potuto constatare! Una gravidanza, l’arte di origliare che porta sempre a scoperte pericolose, e tanti altri avvenimenti. Chi tra Isabella e David arriverà per primo alla verità? Vi anticipo che tra questo e il prossimo capitolo ci sarà un brevissimo salto temporale che ci porterà direttamente al week end, con tutti i suoi avvenimenti! Alla prossima!
 
   
 
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