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Autore: Yuki002    22/04/2017    0 recensioni
"Abe-kun, d-dovremmo farlo veramente? Non-non ti mette in imbarazzo?" balbettò confuso: non era ancora riuscito a capire come ci fossero finiti lui e il suo compagno di squadra in quella situazione. Si ricorda solo che il moro era venuto a far visita a casa sua e, con la scusa di aiutarlo a lavarsi, si era svestito pure lui.
Buona lettura^^
Questa OS è nata grazie ad un prompt che mi è stato lasciato durante il drabble event del 12-14/4 nel gruppo Facebook "We are out for the prompt"
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt:Qualcosa di ispirato a questa immagine (quella sottostante,) dopo il titolo.



 
CAPELLI



 

"Abe-kun, d-dovremmo farlo veramente? Non-non ti mette in imbarazzo?" balbettò confuso: non era ancora riuscito a capire come ci fossero finiti lui e il suo compagno di squadra in quella situazione. Si ricorda solo che il moro era venuto a far visita a casa sua e, con la scusa di aiutarlo a lavarsi, si era svestito pure lui.

"Perché dovrebbe mettermi in imbarazzo? Con il braccio rotto che ti ritrovi non saresti riuscito a lavarti bene" lo incitò ad entrare dentro la doccia, chiudendo dietro a sé la sottile porta in ferro. Accese la doccia, che, dopo il primo getto d'acqua fredda, si scaldò entrando in contatto con la pelle dei due giocatori: sospirarono all'unisono, lasciando che il calore gli penetrassero nelle ossa e gli sciogliessero i nervi. 
Takaya rimase un paio di minuti a pensare sul da farsi: non aveva mai fatto questo genere di cose e Ren non stava aiutando, con il viso rivolto al muro a dargli le spalle.

"Mihashi" questi sussultò a sentire la voce bassa e calda del compagno di squadra "Girati, non devi avere paura di me"
Il ragazzo era troppo spaventato per obbedire, ma allo stesso tempo voleva dare fiducia ad Abe. Lentamente si girò, andandosi a scontrare con il braccio ingessato contro il muro: gemette a bassa voce, sperando che il moro non se fosse accorto. Ma la sua espressione contrariata, gli fece capire che non era molto bravo a fingere: "Fai attenzione, Mihashi" gli prese dolcemente la spalla e se lo portò più vicino, in modo che non facesse più contatto con la parete "Ci tengo al mio pitcher*"

"Ah, eh...A-Abe-kun, co-cosa! C-cioè, p-perchè?" il suo cervello era andato in pappa, nello stesso momento in cui si era sentito avvolto nell'abbraccio dell'amico. O forse, non proprio così amico: per Abe provava quel tipo di sentimento di quando non vedi l'ora di rivederlo e solo 2 giorni lontano da lui ti fanno sentire tremendamente solo. Era amore quello? O semplice ammirazione?

"Mi-ha-shi!" la voce del compagno di squadra tuonò tra le quattro pareti della doccia, spaventando non poco il biondo.

"A-Abe-kun?" gli rivolse una faccia stranita, a dir poco buffa: la bocca era incurvata a triangolo e gli occhi si muovevano sospetti a destra e a sinistra. Il moro trattenne una risata, cercando di rimanere serio.

"Ti ho appena chiesto se ti dava fastidio che io ti tenessi così. Vorrei evitare che tu sbatta di nuovo contro il muro"

"Ah..." la premura che aveva Takaya nei suoi confronti, lo faceva sentire amato. Inspirò ed espirò a fondo, beandosi involontariamente della sensazione delle sue braccia avvolgere le sue spalle e del suo petto contro la sua guancia. Se si concentrava bene riusciva a sentire il battito cardiaco: tu-tum, tu-tum, tu-tum... 
Batteva veramente forte! Da quando Abe soffriva di tachicardia? Doveva preoccuparsi?

"Miha-"

"Sto benissimo qua dentro! Mi sento uno splendore!" buttò fuori la prima risposta che gli venne in mente, senza pensare alle conseguenze: il cuore aumentò la sua frequenza, fino a diventare un suono costante e ripetitivo.
Abe non rispose, troppo imbarazzato per quell'affermazione: cosa doveva fare? Abbracciarlo di più o osare? Erano da giorni che percepiva quella sensazione di solitudine: da quando il biondo era stato ricoverato per qualche notte all'ospedale, per la precisione. Gli erano sembrate giornate eterne senza il suo pitcher a chiedergli di ricevergli la palla. Per questo, non aveva resistito quando aveva saputo, tramite Tajima, che Ren si trovava da solo in casa. Ed adesso si ritrovavano lì, in una situazione altamente imbarazzante che lui stesso aveva creato: ora doveva rimediare.

Prese il flaconcino dello shampoo e ne versò un po' sulla mano: "Mihashi, chiudi gli occhi"
Il ragazzo obbedì, strizzandoli con forza.
Appena le sue mani entrarono in contatto con i capelli del pitcher, fu rapito dalla loro morbidezza. Adorò sin da subito, la sensazione delle sue dita umide di shampoo farsi strada in mezzo a quella foresta biondo chiara. Prima iniziò a grattare la parte superiore della testa, creando così un sacco di schiuma e poi passò alle tempie e all'attaccatura dietro alle orecchie. Rimase minuti infiniti a passare e ripassare la stessa zona e un po' ci aveva preso gusto, anzi osò di più scendendo dietro la nuca strofinando alla cieca la base dei capelli. Le sue dita si mossero abilmente in quell'ammasso, districando ogni nodo presente.

"...be-kun" si sentì chiamare flebilmente da una vocina strozzata. Si fermò subito, guardando il corpo del ragazzo che aveva accanto: nonostante l'acqua bollente continuasse a scorrere e la pelle fosse arrossata dal calore, vide che, incredibilmente, Mihashi aveva i brividi.
Cosa stava a significare? Gli piaceva o non gli piaceva? Mille paranoie lo assalirono al punto da chiederlo direttamente dall'interessato: "Non ti piace?"
Il pitcher scosse subito con veemenza la testa, senza proferire parola.

"Allora...continuo" mormorò poco convinto.
Ma prima che le sue mani entrassero di nuovo in contratto con i capelli dorati, venne fermato dallo stesso Mihashi.

"Ah..." si bloccò subito, segno che era indeciso sul da farsi: non era mai stato bravo ad esprimersi a parole. Per questo, prese il flaconcino dello shampoo e, con non poca fatica, versò il contenuto sulla mano sana. Fece per avvicinarla alla massa nera del compagno di squadra: "P-posso anch'io?"
In quel momento, Abe capì che Mihashi voleva ricambiare. E non poteva che sentirsi più felice di così.


"E me lo chiedi pure? Certo che puoi"rise involontariamente, sentirsi amato lo rendeva il ragazzo più felice del mondo.
E Ren fece una cosa inaspettata: sorrise. Un caldo e largo sorriso riscaldò l'animo di Takaya, beandosi di quella vista. Le labbra incurvate all'insù, gli occhi dolci e affettuosi e le guance arrossate lo portarono a ricambiare il gesto improvviso che aveva appena compiuto Mihashi.

Un tocco leggero, ma era bastato al biondo per sentire le sue labbra assaporare quelle di Abe: erano morbide, leggermente umide dall'acqua. Ma soprattutto, dolci e premurose, infatti non provarono ad approfondire quel contatto per paura di spaventarlo.
Appena si staccarono, Abe rimase ad osservarlo con quello sguardo amorevole: "Sai dovresti sorridere più spesso" abbracciò il corpo minuto di Mihashi, abbassando la sua testa vicino all'orecchio del compagno "Perché sei davvero bello quando lo fai...

*Pitcher=lanciatore


Note dell'autrice
Dopo anni che nessuno pubblicava fanfiction su questo anime, arrivo io con questa...cosa?
Spero solo che vi sia piaciuta, voi pochi lettori che leggerete questa storia!
Amo un sacco loro due e dopo che mi è stata proposta quest'immagine, mi sono data alla pazza gioia *^*
Grazie a chiunque recensira (speriamo XD)
Yuki

 
   
 
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