Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: momoallaseconda    22/04/2017    3 recensioni
Sai già che sarà difficile, perchè è un lavoro logorante che ti strappa le energie e non te le restituisce se non in rare occasioni. Ma quando cominci ad abbandonare l'età della giovinezza, a notare che non hai orari, che non hai vacanze, nè momenti per te o per chi ami, capisci che fare il medico non è più solo un modo per rimorchiare o non mandare in rovina le industrie farmaceutiche per il tuo frequente uso di pasticche per il mal di testa. È anche avere il potere di cambiare le cose, di avere letteralmente in mano la vita di qualcun altro.
--
*Per il compleanno di __Page*
Auguriiii donna fantastica!!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izou, Koala, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una serie di sfortunati eventi
(o forse no)
 
 
 
 
Fare il medico non è un lavoro facile.
Quando ho scelto medicina sapevo perfettamente a cosa andavo incontro. Sapevo che avrei dovuto scontrarmi con dure realtà, momenti critici e problemi per i quali non sempre puoi trovare una soluzione.
Affronti anni di preparazione, innumerevoli test, ore ed ore in ospedale per specializzarti, oltre che stare sempre chino sui libri, ogni cosa va sudata fin dal primo momento.
È un lavoro che necessita della giusta motivazione. O ce l'hai o non ce l'hai.
La mia, potrei chiamarla vocazione, è arrivata presto e non è mai svanita con gli anni, non ho mai avuto tentennamenti di alcun genere e non mi sono mai pentito della scelta fatta.
Ho avuto anni complicati e faticosi, ma non posso negare ci siano state anche belle soddisfazioni. Non so nemmeno quante volte durante i primi anni, la frase 'sono un medico', mi abbia fruttato un cocktail gratis o una ragazza nel letto. Certo, su quest'ultimo punto ha aiutato parecchio anche il mio aspetto. Non sono mai stato un tipo vanesio ma non sono nemmeno un idiota, ho sempre saputo di possedere il genere di fascino che le donne trovano irresistibile. Lo stronzo per eccellenza che non deve chiedere mai. Si, ho avuto il mio bel passato. Di per sè, già quello bastava per farle interessare al sottoscritto e a non bollarlo come il solito scocciatore che ci provava, quando non volevo concludere la serata da solo e facevo io il passo avanti, ma se poi giocavo la carta del 'dottore', era fin troppo facile.
Sono stato un gradasso per tanto tempo ma fare il medico a tempo pieno ti cambia.
Sai già che sarà difficile, perchè è un lavoro logorante che ti strappa le energie e non te le restituisce se non in rare occasioni. Ma quando cominci ad abbandonare l'età della giovinezza, a notare che non hai orari, che non hai vacanze, nè momenti per te o per chi ami, capisci che fare il medico non è più solo un modo per rimorchiare o non mandare in rovina le industrie farmaceutiche per il tuo frequente uso di pasticche per il mal di testa. È anche avere il potere di cambiare le cose, di avere letteralmente in mano la vita di qualcun altro.
Ora le soddisfazioni che gonfiano il mio ego sono altre. Non sono molte, ma ogni tanto il sapere di aver salvato o soltanto aiutato un uomo, mi rende particolarmente appagato, molto più di un bicchierino gratis.
Tra un punto di sutura e una notte insonne, all'improvviso il Trafalgar D. Law sbruffone delle feste di medicina, il tipo scaltro che si portava a letto chiunque, sparisce. Si ritrova adulto, medico rispettabile, con un lavoro in un ospedale di provincia dove tutti conoscono tutti, e la routine finisce per inglobare te e tutto ciò che ti circonda. Finisce che inizi a definire casa pure il pronto soccorso dove passi gran parte dei tuoi turni e a chiamare per nome anche i pazienti. Specie alcuni in particolare, che per qualche caso (che ha a che fare senz'altro con Giove in Saturno che si interseca con la placca indocinese e il ciclo regolare di migrazione delle rondini, secondo Cora-san) ti ritrovi a vedere puntualmente almeno una volta a settimana.
Dei pazienti che oserei definire 'scocciatori cronici' se potessi dirlo a voce alta e se il solo pensarci non mi provocasse continui spasmi a livello muscolare che degenera in veri e propri attacchi neurologici ogni volta che arriva uno di loro durante il mio turno.
Attacco che in questo giovedì pomeriggio di aprile, ho dovuto bloccare sul nascere perchè sembra che due tra i più fedelissimi siano arrivati qui già ai ferri corti, ormai sul punto di radere al suolo un'ala dell'ospedale nel tentativo di sbarazzarsi l'uno dell'altro, cosa che per altro sono certo abbiano già tentato di fare più e più volte nell'arco della giornata.
Affrettando il passo tra i corridoi stretti del pronto soccorso per raggiungere la stanza dove li hanno ricoverati, mi viene spontaneo pensare che oggi non è proprio giornata. È cominciata male e continuerà peggio. Non solo ho dovuto impedire un arresto cardiaco e un'embolia polmonare (salvi entrambi), ma ho dovuto anche seguire io il gruppo studenti di Kayme perchè lei aveva avuto la brillante pensata di fare il bagno nelle acque gelide del lago di Punk Hazard, prendendosi ovviamente un febbrone da cavallo oltre che dei giorni di ferie. Per non parlare di quando un'ora fa sono arrivati Rufy e Usop, o, come piace chiamarli a me, 'scocciatore cronico uno e due', con  rispettivamente braccio e gamba incastrati in un tubo di plastica e nessuna motivazione valida per giustificare la cosa.
Come se non bastasse, stamattina quando sono uscito di casa e ho salutato la mia ragazza come al solito, lei mi ha guardato con uno sguardo strano, quasi vitreo, da brividi lungo la colonna vertebrale, neanche fossi stato un fantasma. Non ho potuto indagare perchè ero in ritardo, ma la sua espressione mi ha lasciato in ansia per tutto il giorno e a tratti anche preoccupato.
Purtroppo non ho tempo per pensarci nemmeno ora.
Con un diavolo per capello, contando sul fatto che al mio lavoro ci tengo e voglio che la struttura dove opero rimanga al suo posto, affretto il passo e faccio deciso gli ultimi metri che mi separano dalla stanza dove so di trovare due dei miei pazienti più problematici, tanto che Chopper, lo specializzando che mi è stato affiabbiato in queste settimane per fare pratica, fatica a starmi dietro. Cerco di mantenere la calma perchè so bene cosa mi aspetta non appena varcherò quella porta.
"Sei un idiota! Una testa vuota! Un cavernicolo! Una maledetta scimmia senza cervello!!"
Come volevasi dimostrare, le urla mi raggiungono prima di qualsiasi altra cosa ed entro a passo deciso nella stanza.
Lo spettacolo che si presenta ai miei occhi è il solito, con la differenza che questa volta solo uno dei due è effettivamente un paziente.
Un iracondo Zoro Roronoa, alias 'scocciatura cronica numero tre', è seduto a braccia conserte sul lettino. Capelli verdi, corpo muscoloso, aria costantemente seccata che il più delle volte condivido con lui, sfoggia con fastidio un evidente segno rosso che gli trapassa la palpebra chiusa dell'occhio sinistro dall'alto al basso, come se lo avesse centrato in pieno un bastone e continua a ringhiare contro la donna che sta percorrendo la stanza a passo di marcia, urlandogli contro ingiurie di tutti i tipi.
Già dalla porta capisco perfettamente che non è nulla di grave e che li hanno spostati qui senz'altro perchè davano troppo spettacolo in sala d'aspetto e mi focalizzo su di lei.
Nami Cocoyashi, al secolo 'scocciatura cronica numero quattro', capelli rossi, corpo da urlo, viso angelico quasi sempre alterato dalla rabbia che lo pervade spesso e volentieri. Fidanzata storica del qui presente Roronoa, con il quale fa a gara da una vita per azzerare la mia pazienza e salire sul podio al suo posto. Il genere di ragazza sulla quale chiunque ci farebbe un pensierino, se il suo vocabolario da scaricatore di porto non ti facesse retrocedere all'istante qualsiasi pensiero poco casto potesse essertisi formato nella testa, e se non fossi già impegnato.
Agrotto le sopracciglia tornando nuovamente con la mente a stamattina e allo sguardo strano della mia ragazza. Non era proprio da lei, insomma tutti hanno giornate storte, ma quello sguardo... Dovrò abbandonare la mia costante maschera di imperturbabilità e indagare per forza stasera. Non posso passare un'altra giornata come questa, devo essere concentrato su quello che faccio, dannazione! Per fortuna manca solo un'ora alla fine del turno, oggi non ne posso più.
"Ehm... dottor Trafalgar?"
Mi sento chiamare e volto lo sguardo a destra, dove lo specializzando Chopper mi indica i due, che continuano indefessi a litigare anche di fronte a noi.
"Come dobbiamo procedere?" mi chiede e io, del tutto disinteressato alla faccenda e ben deciso a rimanerne all'oscuro, mi schiarisco rumorosamente la gola, ricevendo l'immediata attenzione dell'intera stanza.
"Nami-ya, Zoro-ya, buonasera. Come al solito, ho una sola domanda da porvi."
I due mi osservano seri e silenziosi. Mi conoscono ormai, sanno che non serve a nulla continuare a sbraitare perchè il sottoscritto dia ragione all'uno o all'altra. Piuttosto di mettere dito nelle loro scaramucce da innamorati preferisco lasciarli lì, feriti e doloranti, a tirar giù i muri e i santi. "È stato un oggetto contundente e/o pericoloso a provocare quel segno rosso sull'occhio di Roronoa?"
Nami e Zoro si guardano in cagnesco e lei decide di prendere parola per entrambi. "Gli ho lanciato addosso il telecomando." mi dice, mentre lui grugnisce toccandosi la ferita.
Mi avvicino e gli apro lentamente la palpebra con due dita. Scruto la pupilla e controllo la presenza dei riflessi innati. Tutto è nella norma e non ha riportato danni alla vista, al di là della lieve cicatrice verticale che forse ornerà il suo occhio d'ora in avanti. Poteva andargli peggio…
Sospiro mesto, grattandomi una guancia. "Bene, non sussistono i parametri per una denuncia." asserisco soddisfatto, facendo tirare un sospiro di sollievo ai due fidanzati.
"Dottor Chopper?" chiamo il giovane specializzando rimasto sempre al mio fianco, che continua ad osservare basito i due. Ancora non li conosce così bene, ma avrà modo di farlo.
Lui mi guarda un pò confuso ma attento. "Il paziente Roronoa non presenta danni oculari evidenti ma dovrà essere monitorato per le prossime tre ore. Posso lasciarlo nelle tue mani?"
"I-Io, dottor Trafalgar? Da solo con...?" mi chiede spaventato.
Lo scruto alzando un sopracciglio prima di sfoderare il mio sorriso più sadico. "Esattamente. Sarà un ottimo esercizio per te. Dovrai avere a che fare con qualsiasi tipo di paziente, un giorno." Il mio essere stronzo non si è mai affievolito del tutto, soprattutto con gli specializzandi.
Esco deciso dalla stanza, con la sensazione di essermi tolto un peso dallo stomaco, quando una voce mi richiama. Mi volto e vedo Nami sulla porta che mi rivolge un sorriso radioso.
"Tanti auguri Law!! Da parte mia e di Zoro! Scusa non lo sapevamo, Cora-san ce l'ha detto prima!" esclama, alludendo al mio vecchio mentore, nonchè attuale primario di cardiologia.
Batto gli occhi un paio di volte e sto per farle una domanda quando una voce baritonale la richiama facendole alzare gli occhi al cielo. "Dove diavolo stai andando donna??" sento pronunciare a Roronoa da dentro la stanza. Nami mi saluta con la mano, sempre sorridendo, prima di sbraitare rivolta verso la camera "Sono qui, tranquillo! Non ti sbarazzerai così facilmente di me!" chiudendo la porta con un tonfo secco.
Resto qualche secondo basito prima decidermi a lasciar perdere. Non ho tempo per pensare a cosa due pazzi possano aver capito da Cora-san, ho un altro paziente da visitare prima che finisca il turno e voglio sbrigarmi perchè penso di non riuscire a reggere ancora per molto la tensione che mi ha lasciato addosso lo sguardo di Koala stamattina.
So di essere bravo in quello che faccio, mi è stato detto più e più volte, ma cercare di interpretare un malessere solo dall'espressione del viso, va al di là delle mie normali conoscenze. Non c'è scappatoia, dovrò davvero chiederle che cosa è successo.
Mentre riflettevo non mi ero reso conto di essere già arrivato e dovevo essere fin troppo assorto per non sentire le urla che provengono dall'interno di questa stanza.
Come pochi minuti prima, faccio appello al Giuramento di Ippocrate e spalanco la porta del reparto, pronto a qualsiasi cosa mi abbia riservato come ultima sorpresa, questa giornata da cancellare.
Izou, vecchio amico dai tempi della scuola, nonché 'scocciatura cronica numero cinque', ecco cosa mi ha assegnato il destino, lui e i soliti due membri della sua famiglia che qui ormai c'hanno fatto radici.
Sospiro pesantemente, ormai sembra che io sia in grado di fare solo quello, chiudendo la porta dietro di me e avanzando tra i vari lettini per raggiungere l'ultimo dove infuria la bufera.
Izou e Viola, fratello e sorella perennemente in disaccordo su qualsiasi cosa, nemmeno si sono accorti della mia presenza tanto sono presi dalla discussione, ed io li ignoro volentieri a mia volta. Lancio un'occhiata al vero motivo per cui sono stato chiamato, l'uomo sul lettino, il moribondo con la faccia da pesce lesso, l'unico paziente che ancora mi stupisco di non vedere in cura presso il reparto di psichiatria al piano di sopra.
Scuoto piano la testa, capendo al volo che anche questa volta il motivo per cui Sanji Vinsmoke ('scocciatura cronica numero sei', cosa lo dico a fare) è disteso su uno dei miei lettini è da imputarsi indirettamente a qualcosa che ha iniziato Viola, che ha scatenato qualcos'altro prodotto da Izou, che ha finito per provocare un terrificante shock al suddetto Sanji, tale da costringere tutti al trasferimento al pronto soccorso per farlo controllare dal medico di turno. Cioè io. Sempre io.
Con uno sbuffo supero i due litiganti e controllo la situazione del mio paziente.
Sguardo vitreo, bocca spalancata, totale immobilità degli arti, tutto nella norma. Fortunatamente non sta perdendo sangue dal naso, è probabile che non servano trasfusioni stavolta, ma questo mi lascia anche un pò perplesso e, mio malgrado, incuriosito. Come mai non sanguina?
Mi volto verso i due fratelli che, incuranti di tutto, non hanno smesso un secondo di darsi contro. Ora che li ascolto afferro solo parole sconnesse e frasi senza senso, come 'mutande a lavare', 'i miei short', 'il mio ragazzo', che non so bene a chi si riferiscano ma potrebbe valere per entrambi, visti i palesi gusti del moro qui presente.
Interrompo il teatrino perchè ne ho abbastanza. Sono stanco, la mia ragazza ha un qualche problema che non ha potuto dirmi perchè per me il mio lavoro viene prima di tutto e iniziano seriamente a farmi male i timpani.
"La-chan!!!" urla al mio indirizzo Izou dopo avermi inquadrato, facendo volteggiare il soprabito rosa ad ogni saltello entusiasta.
Gli regalo la mia espressione più annoiata solo per non dargli il gusto di vedermi in difficoltà ogni volta che si avvicina per toccarmi i bicipiti. Ho una dignità, io.
Anche Viola mi saluta educata, con quel grammo di imbarazzo che a quanto pare al fratello manca. Lei per lo meno si rende conto di sembrare una svitata quando litiga con Izou, tanto da non accorgersi del mondo che la circonda, e si scusa se provoca fastidi. Per questo non viene bollata da me come 'scocciatura cronica numero sette'.
"La-chan, per fortuna sei arrivato!" il difensore delle cause perse mi indica il cognato mezzo morto sul lettino. "Quelle quattro oche delle infermiere non si sono nemmeno degnate di mettere un camice adeguato alle condizioni di Sanji-kun, nonostante le mie richieste! Gli hanno solo dato un'occhiata e se ne sono andate! Pur di farlo sentire a suo agio mi ero offerto di farlo io, ma per qualche motivo questa qui mi ha fermato!" si volta stizzito verso la sorella, ricevendo un'occhiata assassina.
"E secondo te io ti lascio spogliare il mio ragazzo dopo i danni neurologici che gli hai già causato?"
Mi acciglio lievemente, sollevando gli occhi dal viso del moribondo.
Izou si infervora. "Danni neurologici??" esala con le mani sui fianchi.
Alzo impercettibilmente gli occhi al cielo, sto per assistere ad un nuovo ed esaltante confronto tra fratelli, non vedevo l'ora.
"Io non gli ho provocato nulla! Te lo ripeto, hai messo tutte le mie mutande in lavatrice, li ho visti, mi piacevano e abbiamo la testa taglia! Perchè dovrei scusarmi per aver provato i tuoi short? Che colpa ne ho io se il tuo caro ragazzo qui non è capace di distinguere il mio sedere dal tuo? Che poi, lasciatelo dire cara, una mano morta come la sua non mi era mai capitata, ne ha di forza il ragazzo." commenta compiaciuto incrociando le braccia, mentre io comincio finalmente a capire.
Non che mi importasse, è ovvio, ma ammetto che per un attimo ho immaginato Izou, moro, chioma fluente, con addosso gli short di Viola, anch'essa mora e con la stessa fisionomia armonica del fratello, camminare per casa ancheggiando prima di venire arpionato da Sanji. Non riesco a trattenere un piccolo ghigno, mentre lancio un'occhiata di compatimento al poveraccio ancora sotto shock disteso sul lettino. Probabilmente è la cosa più divertente della giornata, se non includo la bravata di Rufy ed Usop con il tubo.
Viola intanto è diventata completamente paonazza e ha ricominciato a riempire il fratello di insulti che non ho voglia di stare ad ascoltare.
Incrocio le braccia pensando al da farsi. Sanji non ha nulla che una buona notte di riposo e un falò, a base di benzina e short, non possano curare, ma come spiegarlo ai due senza danneggiare le mie corde vocali?
La risposta mi arriva chiara e lampante dalla porta infondo, quando entra il medico di base assegnato al turno dopo il mio. A quando pare è arrivato in anticipo, mancano ancora dieci minuti, ma è tanto di guadagnato per me. In un attimo decido di passargli la patata bollente e sto per chiamarlo ma come per magia Izou si zittisce e mi afferra deciso per un braccio. Sorpreso, guardo alternativamente lui e il mio arto stritolato, in una muta domanda che non si fa attendere.
"La-chan, devi, DEVI, dirmi assolutamente chi è quello!!" mi sussurra all'orecchio non staccando gli occhi dalla porta, dove il mio collega sta esaminando la prima cartella clinica del suo turno. "E soprattutto, devi dirmi se è etero o no!!"
Alzo gli occhi al cielo e senza fiatare, mi libero piano dalla presa di Izou, che non se ne accorge nemmeno, tanto è preso nel fissare il mio collega con la bava alla bocca.
Guardo Sanji, che sta iniziando gradualmente a riprendersi grazie alle parole di Viola, seduta vicino a lui, e decido che è il momento perfetto per congedarmi.
Mi avvicino deciso verso il mio collega che appena mi vede sorride bonario. "Ehi, Law. Ancora qui?"
Io ghigno. "Si, ma stavo andando." gli rispondo sereno, mi è sempre stato simpatico questo ragazzo. Prima che si allontani lo fermo. "Fammi un favore, dai un'occhiata al paziente del 13b, è laggiù infondo al reparto." glielo indico e lui allunga il collo per guardare dietro di me. Lo vedo agrottare le sopracciglia e so bene perchè, annuisco senza voltarmi. "Si, sono un pò strani, ma ci farai l'abitudine. Attento al moretto, è appiccicoso."
Lui sorride. "Non c'è problema, sembra un tipo simpatico." mormora continuando a fissarli.
Io storco la bocca. "Non sai quanto... Grazie Marco, ti devo un favore."
Mi dirigo a passo sicuro verso la porta. Ormai ho finito, voglio andare a casa, prendere Koala e fare il bravo fidanzato per una volt... "Ah, Law?"
Do le spalle alla porta e inquadro Marco che mi sorride quieto. "Corazon mi ha detto, tanti auguri!"
Come per Nami, mi ritrovo a battere le ciglia più volte, confuso, ma lui non mi lascia il tempo per rispondere perchè si avvia subito verso Sanji e gli altri, con grande gioia di Izou.
Esco cominciando ad avviarmi verso gli spogliatoi.
Prima Nami, adesso Marco. E ora che ci penso pure Rufy e Usop mi hanno fatto gli auguri prima di andarsene. All'inizio avrei detto che erano normali delirii di poveri pazzi, ma con Marco di mezzo la tesi cade. Non che sia un grosso problema, ma che voce sta mettendo in giro Cora-san?
Mi sento ancora piuttosto perplesso mentre attraverso l'ultimo reparto prima degli spogliatoi, quando alle orecchie mi arriva distintamente una voce che non dovrebbe trovarsi qui.
Volto di scatto il viso di ottanta gradi e strabuzzo gli occhi esterrefatto, quando la vedo.
Che cosa diavolo ci fa qui Koala??
È seduta tranquilla su un lettino mentre chiacchiera proprio con il mio vecchio mentore. Mi avvicino rapido a loro, accigliandomi inorridito quando noto una vistosa fasciatura sulla sua mano. Smettono di parlare subito non appena mi vedono.
"Law, eccoti qui ragazzo!" mi accoglie Corazon entusiasta come al solito, allargando le braccia. "La tua dolcissima fidanzata è qui che ti aspetta da quasi un'ora! Ormai non sapevo più come intrattenerla, il mio charme dopo un pò svanisce!" commenta ridacchiando da solo.
Io li guardo stranito e Koala gli sorride. "Lui non sapeva che fossi qui e non è vero, il tuo charme non svanirà mai, Cora!"
Il mio primario le lancia un occhiolino furbo e io perdo la pazienza. Koala mi conosce bene, sa che non sono un tipo di tante parole e sa che il mio sguardo sconvolto puntato sulla sua mano necessita di spiegazioni rapide e mi viene in soccorso.
"Non preoccuparti, non è nulla di che. Stavo tagliano una melanzana e il coltello mi è sfuggito di mano. Mi sono solo ferita un dito, non volevo venire in ospedale ma non smetteva di sanguinare..." mi afferra la mano in un muto tentativo di conforto e poi sorride raggiante a Corazon. "Cora mi ha visto in mezzo a tutta la gente che affollava il pronto soccorso e mi ha subito medicata personalmente. Niente punti ma dovrò tenere la fasciatura per qualche giorno."
Lascio uscire un leggero sospiro di sollievo a quelle parole. Guardo lui di sott'occhio e borbotto un sincero grazie, prima di concentrarmi di nuovo sulla mia ragazza. "Potevi chiamarmi!" la riprendo duro.
Mi sono spaventato, d'accordo? Dopo lo sguardo di quella mattina, trovarmela ferita su uno dei lettini dell'ospedale non è stata una bella sorpresa.
Lei scuote la testa, assolutamente tranquilla. "Non era nulla di grave e a dirla tutta pensavo di riuscire a tornare a casa prima che tu finissi il turno. Stavo preparando una bella cenetta per stasera, ma Cora ha voluto che rimanessi per farmi delle altre analisi."
Mi acciglio. "Altre analisi?" esalo confuso.
"Che hanno risposto a tanti dubbi!" mi interrompe Cora-san agitando le braccia. "Vado subito a prenderle!" con un gran sorriso fa per avviarsi ma coordina male i movimenti e inciampa sui suoi piedi, franando a terra con un tonfo. Koala scende rapida dal lettino e fa per aiutarlo mentre io mi spiaccico una mano in viso. Pazzesco...
"No, no, grazie cara, non affaticarti! Ehehe... Tutto bene!" esclama, rifiutando gentilmente la mano di Koala e rialzandosi con una leggera smorfia di dolore. "Bene, ehm... come dicevo, a dopo, ragazzi miei!" asserisce lanciandomi un vistoso occhiolino che mi lascia un pò stranito e che mi ricorda di chiedergli spiegazioni dopo, circa la voce che sta facendo girare su di me.
Una volta rimasti soli dimentico tutto il resto e la guardo con un sorrisetto. "Una melanzana?" le chiedo dubbioso, ben conoscendo la sua avversione per tutto ciò che riguarda la cucina.
Lei mi fissa indispettita. "Che tu ci creda o no, stavo davvero cucinando!"
"Faccio fatica a crederci, si." confermo. "Perchè se fosse vero, quale sarebbe stato il motivo scatenante?" chiedo, più per prenderla in giro e stemperare un pò la tensione che ancora mi scorre nelle vene, che per reale interesse.
Ma lei non coglie l'ironia e si imbroncia. "Volevo preparare qualcosa di buono per stasera..." mormora risentita "...per te, per noi, per stare un pò insieme da soli..."
Il ghigno che mi si congela sul viso.
Lei sospira, con gli occhi bassi. "Hai lavorato molto nelle ultime due settimane e ci siamo visti così poco... volevo passare un pò di tempo solo noi due, per parlare, ridere, stare insieme... fare qualcosa di diverso dalla solita routine..." conclude affranta e io mi maledico.
Mi sento un idiota per averla presa in giro.
Forse era questo il motivo anche di quello sguardo strano, stamattina. Voleva solo un pò di attenzione, voleva stare con me, e io sono stato così cieco da non accorgermene, anzi ho riflettuto tutto il tempo pensando a cosa avesse come farebbe un medico, non come un fidanzato. Ha ragione, non sono stato molto presente ed è assolutamente da Koala non avermelo detto esplicitamente per non disturbarmi nel lavoro. Si, ma così ho trascurato lei…
Mi passo una mano sul viso, rendendomi conto improvvisamente di quanto amo questa piccola donna che mi ha cambiato la vita più di quanto abbia fatto o farà mai la mia professione.
Essere diventato un medico non è stato nulla, se paragonato al lavoro di immane pazienza che ha sopportato lei per riuscire a penetrare nello scudo di ghiaccio che avevo al posto del cuore.
La guardo intenerito sospirare piano, senza incrociare il mio sguardo.
La mia meravigliosa donna, che amo sopra ogni cosa.
Sorrido, un vero sorriso, di quelli che concedo solo a lei, e faccio per avvicinarmi, ben intenzionato ad approfittare della momentanea assenza di qualsivoglia forma di vita nel reparto per baciarla e stringermela contro e magari sussurrarle malizioso che c'è ancora tempo per fare tutto quello che si era prefissata, quando un urlo belluino irrompe dalla porta, bloccando qualsiasi mia intenzione.
Io e Koala ci voltiamo sorpresi, giusto in tempo per riconoscere la figura di Izou che ci frana addosso in un abbraccio simultaneo, saltellando entusiasta e lanciando urletti isterici che mi fracassano i timpani.
Con un diavolo per capello, cerco di divincolarmi ma mi rendo conto di avere anche Chopper attaccato ad un fianco, con le lacrime agli occhi. Quando sento una mano leggera iniziare a strizzarmi il sedere, decido di darci un taglio.
"Che diavolo vi prende??" perdo tutto il mio abituale autocontrollo e con la forza dell'esasperazione riesco a spingere via i due esagitati, afferrando contemporaneamente Koala per la mano sana, allontanandola dalla ressa.
I due si illuminano a quella vista.
"Perchè non ce l'hai detto La-chan??" mi dice Izou con tono di rimprovero, mentre Chopper annuisce al suo fianco. "Potevi dircelo! Siamo venuti a saperlo da Corazon!"
"Si, dottor Law, dovevate dircelo avremmo preparato qualcosa, portato da mangiare, fatto gli auguri..." esclama il mio specializzando, tirando su col naso, elencando con le dita tutte le cose che si fanno solitamente quando si organizza una festa.
Li guardo sconvolto, ben deciso a tenerli lontano da me e soprattutto da Koala, che è ferita e li sta fissando in modo strano da sopra la mia spalla. Corrugo le sopracciglia guardandola, notando che sta sudando freddo ed è visibilmente impallidita. Il mio primo istinto è quello di farla sedere velocemente sul lettino, convinto stia avendo uno shock tardivo per il taglio. Lei segue meccanicamente i miei movimenti senza battere ciglio, stranamente vigile, non staccando gli occhi di dosso ai due idioti che indefessi continuano a snocciolare idee tra loro.
"...e un gonfiabile? Sarebbe stato topico!!"
"Si!! E anche una bancarella di zucchero filato!!"
Guardo risoluto i due (per l'occasione ho ribattezzato Chopper 'scocciatore cronico numero sette'), ben deciso ad andare a fondo della questione. Durante la giornata di oggi la mia pazienza è stata messa a dura prova e sono certo di averne abbastanza.
Mi schiarisco la gola e blocco sul nascere qualsiasi tentativo di un nuovo abbraccio da parte loro. "Statemi bene a sentire perchè non lo ripeterò!" lancio un'occhiata ammonitrice a Izou che stava per aprire bocca. "Oggi non è il mio compleanno! Non so che genere di scherzo sia, ma è tutto il giorno che ricevo auguri e pacche sulle spalle e se finora non era un gran problema, adesso mi sono stufato! Piantatela con abbracci e proposte varie!" concludo, soddisfatto per averli finalmente zittiti. Ma ho fatto male i miei calcoli.
Izou e Chopper si guardano confusi.
"Ma, dottor Trafalgar, noi non parlavamo del suo compleanno..."
Guardo il mio specializzando e poi Izou che nega, mentre al mio fianco Koala si alza di scatto dal lettino e mi sorride, palesemente falsa. "Ecco, hai visto? Non parlavano del compleanno!" poi, voltandosi verso di loro e senza darmi modo di vedere il suo viso, abbassa la voce di tre ottave. "Non c'è alcun bisogno di organizzare una festa! Perchè loro si sono sbagliati, giusto?" non posso vedere la sua espressione ma deduco dalla faccia di Izou che non c'è cordialità sul suo viso e questo mi lascia ancora più perplesso. Da quando in qua Koala si arrabbia per un malinteso che non è nemmeno rivolto a lei? Quello sono io!
Ma è una novità che sortisce il suo effetto, perchè Izou spalanca gli occhi con la faccia di chi ha realizzato qualcosa all'improvviso e non proferisce più verbo.
Koala pare soddisfatta perchè mi guarda di nuovo dolce e affabile. "Direi che possiamo andare, Law!"
Ammetto di non averci capito molto, ma per stavolta decido di lasciar correre.
Mi basta solo l'idea di aver finito il turno perchè tutta la stanchezza della giornata si dissolva in un attimo e rimanga solo la felicità estrema di avere a disposizione l'intera serata con lei, magari da passare sul divano, o a letto, o sul tavolo in cucina, o davanti allo specchio in sala...
Le stringo forte la mano sana, ghignandole storto, già pregustando la bella seratina che ci aspetta, mentre lei mi sorride serena e con lo sguardo dolce e innamorato che mi rivolge quando è davvero felice e non posso fare a meno di pensare a quanto sono fortunato ad avere con me una donna così fantastica, che non saprei davvero immaginare nulla di più bell...
"Dottor Law??"
Mi mordo la lingua, mentre sbuffo infastidito, era troppo bello che me ne stessi per davvero andando. Ormai sulla porta, mi volto cauto verso il mio specializzando. "Si, dottor Chopper?"
sento Koala accanto a me irrigidirsi come una corda di violino e Izou che lo fissa ansioso in attesa.
Chopper si gratta pensieroso una guancia. "Allora, io ho capito che non devo più farle gli auguri..."
"Si..." mormoro incrociando le braccia. Un giorno dovrò chiedere cosa si deve fare esattamente per essere dichiarato santo.
"Si..." conferma Chopper, dubbioso, mentre Koala trattiene il respiro allungando una mano per attirare la sua attenzione e facendomi corrugare la fronte.
"Allora... d'accordo, io non le farò gli auguri! Però quando lo saprete... mi verrà a dire se è maschio o femmina, vero?"
 
 
"Scusa...?"
 
 
 
 
Fare il medico non è un lavoro facile.
Affronti anni di preparazione, innumerevoli test, ore ed ore in ospedale per specializzarti, oltre che stare sempre chino sui libri.
 
Ma pure la vita di una persona normale al di fuori dell'ospedale è ben lontana dall'essere perfetta.
Anche se per me, lo è diventata quella sera.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
 
Ed ecco che con le sue trovate va a rovinare una bella giornata ad una bella persona!
A te, con i tuoi adorati Koala e Law (e la guest star di un certo moretto).
Scusa per l’obbobrio ___Page ci tenevo a farti un regalino… e si, non è un granchè! Tutto il contrario del tuo regalo invece…  :,-(
Ti meriteresti di meglio, quindi fa finta che abbia ingaggiato la Rowling! :-D
Goditi la festa e non smettere di credere perchè il lieto fine arriva quando meno te lo aspetti.
 
Un bacione gigante,
 

Momo
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: momoallaseconda