Lily e Lianne
Kara atterrò sul balcone ed entrò
nell’appartamento, Lena stava cucinando e le lanciò un sorriso.
“Dove sono?” Le chiese la kryptoniana avvicinandosi per darle un bacio.
“Lianne è
nella sua stanza, Lily sul tetto…”
“Oh…” Saperle separate era un
evidente indice di malessere.
“Già.” Lena fece una piccola smorfia.
“Credo sia bene che tu e Lily parliate un poco.”
“Sapevamo che poteva succedere.”
Mormorò Kara alzando gli occhi verso il soffitto e osservando la figlia con i
raggi-X.
“Noi lo sapevamo, ma loro non ci
hanno mai davvero pensato. Sono ancora piccole… speravo che, se li avessero
avuti, si sarebbero mostrati più avanti e in tutte e due.” Confessò Lena con un
tono leggermente preoccupato.
“Loro sono diverse da Kal o da me, non possiamo basarci su ciò che sappiamo…” Le
ricordò Kara, poi strinse la moglie in un dolce abbraccio e le sorrise. “Vado a
parlarle.”
Raggiunse la scala e salì fin sul
tetto. Lì una piccola figura seduta sul dondolo faceva oscillare i piedi.
“Ciao, ma’.” Salutò nel vederla.
“Ciao Lily.” Le rispose Kara, poi si
sedette accanto a lei, spostando appena il mantello in un gesto spontaneo e
osservando per qualche istante il panorama: National City brillava nel tramonto
ricordandole Krypton. Il ricordo le fece un po’ male, come ogni volta, ma quel
dolore era ormai lontano, non avrebbe mai dimenticato la sua patria, ma ora non
provava più quella sorda nostalgia, quello che aveva trovato sulla Terra aveva
riempito completamente il suo cuore.
“Mamma mi ha detto che è successa una
cosa, oggi, mentre eravate da Alex…” Iniziò, voltandosi verso la bambina che
annuì piano. Aveva tre anni, i boccoli castani incorniciavano un viso delicato
nel quale brillavano due occhi verdi, molto simili a quelli di Astra e di Alura.
La bambina si strinse un po’ contro
di lei che la accolse contro il fianco avvolgendola con un braccio.
“Sai, non devi avere paura…”
“Non voglio avere i poteri se non li
ha anche Lianne!” Scoppiò lei, mentre dei grossi
lacrimoni iniziavano a scendere lungo il suo viso. Kara la strinse un poco di
più contro di sé, baciandola tra i capelli.
“Lo so, pulcino.” La cullò qualche
istante, poi la scostò un poco e cercò i suoi occhi. “Ricordi quella volta in
cui siete andate allo zoo e vi siete perse, perché Mon-El
si era distratto.” Kara fece una smorfia, ricordando l’evento. “Tu ti sei
ricordata dov’era la guardia e Lianne si è ricordata
il cognome di mamma.” Rabbrividì ricordando il panico che le aveva attraversate
quando Mon-El le aveva chiamate mezzo sconvolto per
dire loro che non trovava più Lily e Lianne. Perché
mai avevano lasciato le loro bambine a quell’inaffidabile daxamite?
Anche se doveva ammettere che vedere la faccia della guardia in attesa di una Luthor che venisse a riprendersi le figlie era stata impareggiabile.
Quasi quanto l’orgoglio che aveva visto brillare negli occhi delle sue due
bambine per essere riuscite a tirarsi fuori da una situazione problematica.
“Sì, ma’, mi ricordo.” Kara ritornò
alla loro conversazione segnandosi mentalmente di colpire Mon-El
più forte la prossima volta che si sarebbero allenati assieme.
Lily la guardava con attenzione,
mentre con la mano giocava inconsapevolmente con il suo bracciale matrimoniale
ora nascosto sotto il costume da Supergirl. Acciaio kryptoniano con venature di oro rosso, bianco e giallo:
lei, rafforzata e impreziosita da amore, famiglia e amicizia, ciò che aveva
trovato sulla Terra. Un dono di Lena che lo aveva disegnato e forgiato con le
sue stesse mani.
“Tu e Lianne
siete diverse. Se vi foste entrambe ricordate dov’era la guardia, ma non aveste
saputo dare nessun nome, sarebbe stato un guaio, e se aveste entrambe ricordato
il nome, ma senza sapere a chi dirlo di nuovo un guaio. Capisci Lily?” La
piccola annuì, gli occhi verdi fissi su di lei. Quando la guardava così le
ricordava Lena, vi era profonda intelligenza nei suoi brillanti occhi, come in
quelli di sua madre. Sorrise e le sfiorò il naso con un dito. “Forse tu avrai i
poteri e lei no, ma non ti devi preoccupare per questo, perché sarete sempre lì
una per l’altra, siete sorelle.” La piccola sembrava concentrata e Kara lasciò
che digerisse le sue parole.
“Come tu e zia Alex?” Chiese poi e
Kara sorrise, avrebbe dovuto pensare lei all’ovvio riferimento.
“Sì, pulcino.” Lily annuì. Rimase di
nuovo in silenzio e Kara capì che aveva un altro pensiero in testa, forse la
vera ragione delle sue preoccupazioni. Pensò di chiedere, poi, consapevole che
Lily non era Lianne e aveva bisogno di prendersi i
suoi tempi attese.
“Però…” Iniziò la bambina fissandola
con occhi grandi. “Mamma ha detto che non devo per forza dare la caccia ai
cattivi…” Kara sorrise, eccolo qua il problema, Lily era esuberante e dolce,
fragile e gentile, era comprensibile che, a tre anni, pesare di affrontare un
mondo pieno di cattivi senza Lianne al fianco la
spaventasse.
“Mamma ha sempre ragione, lo sai. Non
devi decidere ora cosa vorrai fare da grande, hai tanti anni davanti per
pensare e se non ti andrà di combattere i cattivi non importa, saprai fare dei
tuoi doni lo stesso un ottimo uso.” Erano parole difficili, ma Lily la ascoltò
attentamente. Kara sapeva che se Lena le aveva già parlato allora era probabile
che la bambina avesse solo bisogno di sentire che lei non era arrabbiata e che
l’avrebbe supportata qualsiasi fosse stata la sua scelta.
Lily sorrise poi saltò giù dal
dondolo.
“Devo dirlo a Lianne.”
Affermò e scappò scendendo in fretta le scale, urlando il nome della sorella.
Kara rimase ferma ad osservare la città, fino a quando non sentì la mani di
Lena appoggiarsi alla sua spalla, allora alzò lo sguardo e sorrise.
“Non deve dare la caccia ai cattivi?”
Chiese, inarcando un sopracciglio.
“Ci penserà Lianne
a trovare mille modi per usare i poteri della sorella, non c’è bisogno che
pensi anche a dover imitare te. C’è tempo perché decida la sua strada.” Il tono
di Lena era tra l’esasperato e il divertito, ma l’ultima frase la disse con
serietà e un briciolo di preoccupazione. Kara la attirò a sé facendo sì che si
sedesse sulle sue gambe. “Non vorrai che la cena bruci, vero?” Le chiese Lena
gli occhi che brillavano di nuovo di quella divertita ironia che non l’aveva
abbandonata negli anni.
“Non sia mai!” Le rispose con falso
tono allarmato, mentre le sue labbra sorridevano avvicinandosi a quelle della
moglie. Si baciarono dolcemente, godendo di quel piccolo momento di pace.
“Mamma!” Urlò una voce dal basso.
“Ma’, venite a vedere cosa riesce a fare Lily!”
“Lo sapevo… Lianne,
tre anni, un futuro come motivatrice. Sono sicura che
Lily imparerà a volare meglio di te prima ancora che a scrivere in corsivo se
le lasciamo sole troppo a lungo.”
“Mi hai detto che da Alex ha levitato
senza volerlo per poter guardare nella culla del piccolo, giusto?” Lena annuì,
mentre si appoggiava a lei, pensierosa.
“Mi ha chiamato Maggie, sai com’è
lei, non ha fatto tanti giri di parole: ‘Lily sa volare. A quanto pare ha preso
da Kara qualcosa di più che i boccoli e un’innata passione per i sorrisoni e il buon umore.’” Kara scosse la testa
divertita, riusciva a immaginare Maggie che scodellava l’informazione come se
nulla fosse.
“Dopo cena dovremmo fare il discorso
sui segreti…” Aggiunse Lena.
“Sanno mantenere un segreto, non
hanno ancora detto ai loro amichetti a scuola che la loro mamma è bellissima,
fortissima, intelligentissima e…”
“Kara, lo sanno tutti che sono una Luthor, non è un segreto.” La interruppe ironica Lena e
Kara si morse il labbro ridendo.
“Volevo dire: bellissima, fortissima,
intelligentissima e Super.”
“Oh… volevi dire questo?” Lena rise e
Kara ne ammirò la bellezza, sembrava che fosse più bella ogni anno che passava.
La baciò chiedendosi se succedesse a tutti di innamorarsi ancora e ancora e
ancora della stessa donna, come succedeva a lei.
“Ma’? Mamma?” La vocina questa volta
era più vicina. Kara si separò dalle labbra di Lena e si voltò a guardare Lianne che le fissava dalla scale. Assomigliava alla
sorella, ma aveva i capelli più chiari e i suoi occhi azzurri. “Si stanno
baciando! Ancora.” Riferì con tono infastidito alla sorella che aspettava in
basso.
“Non riuscirò a rimanere così ancora
tanto!” Urlò Lily.
“Ancora a lungo.” La corresse Lena,
alzando un po’ la voce affinché la piccola la sentisse.
“Resisti!” La incitò, invece Lianne, poi si voltò verso di loro. “Venite a vedere.”
Ordinò con tono eccitato e Lena si alzò dalla comoda posizione sulle sue gambe
per seguire Lianne, scomparsa di nuovo in casa. Kara
la imitò e raggiunse la sua famiglia, un sorriso sulle labbra.
Note: Tutti questi spoiler, queste foto promozionali, queste indiscrezioni sull’episodio 2x18 e i seguenti mi stanno stressando sul futuro di Lena e sugli sviluppi del suo rapporto con Kara, quindi ho deciso di scrivere un po’ di piccolissimi flash sulla vita da mamme di Kara e Lena seguendo la mia personale linea temporale seguito di “Essere il suo punto debole”.
Questa è la prima, se vi piacerà ne pubblicherò altre (per ora ne ho altre tre oltre a questa), altrimenti le terrò come mio personale “scaccia stress” e nessun rancore! So che sono davvero delle piccole slice of life senza veri contenuti. ;-)
Fatemi sapere se Lily e Lianne vi hanno conquistato il cuore.
Ciao ciao