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Autore: Robigna88    22/04/2017    1 recensioni
Allison Morgan credeva di essersi lasciata alle spalle gli Originali con i loro drammi, i loro segreti e quel sempre e per sempre in nome del quale avrebbero fatto qualunque cosa. Sono suoi amici e vuole loro bene ma ha già abbastanza problemi e nemici di cui occuparsi e non vuole avere a che fare anche con quelli dei Mikaelson. Questo fino a quando Rebekah non la chiama in cerca di un aiuto per trovare un posto sicuro per lei e la piccola Hope e orde di cacciatori sono pronti a raggiungere New Orleans in seguito a strani avvenimenti che hanno attirato la loro attenzione. Allison si sente in dovere di avvertire Klaus ed Elijah; solo avvertirli e niente di più. Una volta arrivata nella città del Quartiere Francese però, tutto cambia e lei viene risucchiata dai loro problemi, come già le era successo in passato. Decide quindi di rimanere per un po'. Nel frattempo, in Kansas, Dean e Sam Winchester, avvertito il tumulto tra i cacciatori decidono di partire per New Orleans ed indagare senza sapere però che quel caso-non caso li condurrà dritti dalla loro amica cacciatrice e dai suoi strani amici.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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34.

IL PARADISO

 

 

 

 

 

Le mani… Elijah si accorse che erano ciò che di Allison amava di più. C’erano anche la voce roca, e le fossette, e le labbra che sapevano di frutta. C’era l’odore vanigliato della sua pelle e la morbidezza del suo corpo. Ma le mani… le mani erano la cosa che gli mozzavano il respiro. Era per il calore che gli lasciavano sulla pelle quando lo sfioravano, per la tenerezza che sentiva ogni volta che una di esse si poggiava sul suo viso, per l’amore che percepiva quando le dita gli sfioravano le labbra alla ricerca di un bacio.

Amava tutto di quella donna, ma le mani più di ogni altra cosa. Ora che accarezzavano la sua schiena, le sue braccia, le sue guance e le sue stesse mani, si sentiva bene ed in pace. Staccando la bocca da quella di Allison si perse in quello sguardo nocciola per qualche secondo, poi le baciò il collo e prese a scendere giù, sui seni, sull’addome, sui fianchi passando attraverso le braccia fino al punto più caldo e femminile.

Allison gemette passandogli le dita tra i capelli, col respiro affannato reclinò indietro il capo muovendo il bacino, quasi stesse chiedendo di più. Un di più che Elijah era disposto a darle. Le avrebbe dato qualunque cosa, ogni parte di sé, ogni brivido che desiderava e lo avrebbe fatto perché la amava.

Con rapidità, dopo averla portata ad un attimo dal piacere, si tolse la camicia già sbottonata, la cintura e infine i pantaloni e poi si piegò per baciarla mentre lei lo accoglieva tra le sue gambe lisce e tremanti. Un altro bacio e il tempo sembrò fermarsi quando lui le entrò dentro lentamente senza distogliere gli occhi dai suoi.

L’Originale sentì un calore pervaderlo completamente, sentirla sospirare il suo nome gli fece perdere il controllo e un gemito gli uscì di bocca. Con una mano le afferrò una gamba e la piegò indietro stringendosi ancora di più a lei. Allison gli passò un braccio intono al collo, l’altro intorno alle spalle, le dita di quella mano strette sulla sua nuca, tra i capelli scuri che amava tanto.

La cacciatrice pensò che sarebbe impazzita stretta a quel corpo, stretta a quell’uomo perso dentro di lei che sapeva cosa fare e come farlo per farla felice. Gli baciò la guancia, poi cercò le sue labbra, desiderosa di sentirle sulla bocca. Un movimento e un altro ancora, i loro respiri finirono per mischiarsi, il desiderio si fece infuocato al centro dei loro stomaci.

Bastò un’altra lenta spinta e per entrambi il piacere esplose irrefrenabile; Allison sentì il suo corpo tremare con forza, il corpo di Elijah fare lo stesso. Un gemito, forte come mai prima, le si levò in gola. Nacque nel silenzio e morì tra le labbra soffici del suo Originale elegante. Poi tutto si calmò.

I capelli sudati le si appiccicarono al viso, Elijah li spostò con dolcezza e le sorrise prendendole il volto tra le dita di una mano.

“Vorrei che potessi vederti con i miei occhi in questo momento” le sussurrò prima di baciarle le labbra. “Bella come mai prima. Così bella da non sembrare vera.”

Lei sorrise mentre il respiro riprendeva un ritmo normale. Dentro quegli occhi scuri che le scrutavano ogni millimetro di viso trovò quella pace interiore che cercava da sempre.

“Potresti fare una cosa per me?” gli chiese.

Lui annuì baciandole il palmo di una mano. “Qualunque cosa.”

“Stringimi forte Elijah” la voce di Allison divenne un sussurro, quei begli occhi si riempirono di lacrime. “Sento freddo se molli la presa.”

Elijah le baciò la fronte, poi la strinse forte. Rimasero stretti così per alcune ore ma il sonno non arrivò per nessuno dei due. C’erano una marea di cose non dotte a tenerli svegli e una miriade di sensazioni diverse che rendevano impossibile dormire. L’Originale poteva sentire le ciglia di Allison solleticargli il petto ogni volta che chiudeva e riapriva gli occhi, una piacevole solletico che lo fece ridere.

Lei sollevò la testa. “Che c’è?” gli chiese con un sorriso girandosi a pancia in giù e facendo leva sui gomiti per guardarlo meglio.

Lui allungò una mano e le accarezzò i capelli, gli occhi fermi sulle labbra soffici che aveva imprigionato tra le sue poche ore prima. “Niente” le sussurrò. “È solo che non ricordo di essere mai stato così… in pace con me stesso prima di ora. Ed è merito tuo.”

“Beh” lei gli diede un bacio sul petto. “Avresti potuto raggiungere questa pace dei sensi prima se solo non te ne fossi andato via con Hayley appena sveglio.”

“Non smetterai mai di rinfacciarmelo vero?”

“Lo scopriremo solo vivendo” scherzò lei. Poi si fece seria. “Io ti amo Elijah, amo l’uomo ed amo il vampiro. Non devi proteggermi da niente, soprattutto non da te. L’unico modo in cui potresti farmi male è tenendomi fuori dalla tua vita.”

“Non ho intenzione di farlo Allison non dopo che…” si fermò e lei fece un grosso respiro.

“Dopo che sono morta?” concluse per lui. “Puoi dirlo, devi dirlo o ti tormenterà per sempre.”

“Niklaus ha detto che Dio in persona ti ha riportata indietro, come è possibile?”

“La versione breve è che non era il mio momento e così Chuck – è così che vuole essere chiamato – è venuto nel mio personale Paradiso e mi chiesto di scegliere se volessi tornare oppure no.”

“Personale Paradiso? Vuol dire che ognuno ne ha uno diverso?”

Allison annuì. “Quando muori e vai ai piani alti finisci in un posto fatto su misura per te, un posto dove rivedi i tuoi cari, dove puoi vivere la vita che hai sempre voluto o comunque una vita felice.”

“Com’era il tuo Paradiso?”

Lei si perse per un attimo in un ricordo, poi gli sorrise. “I miei genitori erano vivi, mio fratello era un aspirante sceneggiatore, io ero un dottore… beh uno specializzando per essere precisi. Avevo un fidanzato e due figli” gli raccontò. “Ma quando Chuck mi ha… svegliata da quella specie di sogno e mi ha offerto la possibilità di scegliere tra tornare qui e rimanere lì mi ci sono voluti solo pochi secondi per decidere cosa fare.”

Elijah si sollevò fino ad essere seduto e lei lo imitò sedendogli di fronte, coperta dal lenzuolo. “Perché? Avevi un posto felice, eri una madre e un dottore. Non fraintendermi, sono felice che tu sia qui ora, ma perché?”

“Tu non eri lì e niente di tutto quello che il Paradiso poteva offrirmi aveva senso senza di te, per me” replicò lei. “Forse lo trovi difficile da credere, forse è difficile da comprendere ma… non c’è pace per me senza di te.”

Elijah sentì gli occhi riempirsi di lacrime, sopraffatto dall’amore che quella donna provava per lui, sopraffatto da quello che lui sentiva per lei. Era un sentimento del tutto nuovo per lui, una sensazione mai provata prima. Avvicinò il viso al suo e la baciò; una mano tra i suoi capelli, l’altra sul suo volto. “Allison, io…”

Lei gli poggiò due dita sulle labbra. “Lo so” gli sussurrò. “Anche io ti amo.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Finalmente ti sei deciso a richiamarmi” Allison bevve un sorso di caffè dopo aver risposto al telefono, leggermente sorpresa di vedere il numero di Dean lampeggiare sullo schermo. Sorpresa ma lieta. Lei e il suo amico non si erano più parlati da quando aveva deciso che avrebbe fatto quello che poteva per aiutare Elijah: al maggiore dei Winchester non piaceva tutta quella storia, non piaceva Elijah e soprattutto non gli piaceva il fatto che Allison fosse disposta a rischiare la sua vita per lui, ogni dannata volta.

Non ne aveva mai fatto mistero e l’ultima volta aveva deciso di prendere posizione. Allison l’aveva lasciato sbollire e solo dopo essersi occupata di Elijah e tutto il resto gli aveva telefonato, senza però ricevere risposta. Si era detta che forse non era ancora pronto così aveva chiesto a Castiel di dirgli che quando lo sarebbe stato lei avrebbe risposto.

Se quella mattina le aveva telefonato forse finalmente pronto lo era per davvero.

“Mio fratello e il nostro angelo preferito mi hanno fatto notare che mi stavo comportando come uno stupido evitandoti, quindi eccomi qui.”

La donna ridacchiò. “Per quanto vorrei non me la sento di biasimarti, capisco perché ti sei comportato in quel modo, avevi paura per me. Ti sei comportato da amico Dean, un amico un po’ ostinato ma comunque…”

“Giusto per essere chiari, credo ancora che stare con Elijah non sia una scelta saggia, meriti di meglio e meriti di più. Ma ho capito… tu lo ami e visto che dopo secoli di autocontrollo ha spento la sua umanità incapace di sopportare il dolore per la tua perdita, credo che anche lui ti ami in fondo.”

“Starò bene Dean. Sono felice.”

“Sì, si sente dalla tua voce.”

Allison fece un grosso respiro. “Siamo a posto allora?”

“Lo siamo.”

“Bene, perché mi mancava il mio amico” sorrise mentre un cameriere le porgeva un biglietto dicendole che era da parte di una persona. “Devo andare ora ma ci vediamo presto.” Riattaccò dopo aver salutato il suo amico e perplessa aprì il pezzo di carta che il giovane le aveva consegnato. All’interno una scrittura che lei conosceva fin troppo bene.

Ciao, sorellina

Con un tremore delle mani si guardò intorno, poi poggiò dieci dollari sul tavolo e corse fuori facendo lo stesso. Arrivò fino al vicolo all’angolo ma non vide nessuno e quando si girò per tornare indietro si scontrò con qualcuno. Quasi urlò indietreggiando, realizzando però quasi subito che era Elijah la persona con cui si era scontrata. Si ricordò che si erano dati appuntamento.

“Elijah” gli disse deglutendo a vuoto.

“Hey” lui le prese il viso tra le mani per un attimo, poi le accarezzò le braccia. “Stai tremando. Che succede?”

Lei gli mostrò il biglietto. “Credo che mio fratello sia tornato a darmi la caccia” gli disse con la voce rotta dal pianto. “È venuto per completare l’opera e uccidermi.”

Elijah le prese il bigliettino di mano, le baciò le labbra e poi la strinse forte. “Ci penso io” le sussurrò per tranquillizzarla. “Non permetterò a nessuno di farti del male.”

Allison provò a calmarsi. Era difficile ma sapeva di essere al sicuro stretta tra le sue braccia.

 

 

 

 

   
 
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