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Autore: Spensieratezza    23/04/2017    6 recensioni
Ho sognato con i libri di Harry Potter, ma ho anche tanto sofferto per cose che avrei voluto non fossero mai accadute, tipo certe morti e i Dursley e il loro atteggiamento con Harry. Mi sono allora chiesta, perchè non scrivere una fanfiction, eliminando e cambiando le parti che non mi sono piaciute? Vediamo che storia sarebbe diventata se certe cose non fossero mai accadute e ne fossero accadute altre invece più felici!
la Drarry è diventata più concreta a partire dal capitolo 31
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry Potter 2.0'
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L’ultimo mese trascorso con i Dursley fu…strano.

I Dursley, appena tornai a casa, sembravano per la metà offesi a morte, per la metà preoccupati. Quando tornai, dovevano ancora cenare. Incredibilmente mi avevano aspettato e quando finalmente cenammo insieme, zia Petunia scoppiò a piangere in modo isterico, accusandomi di volergli far perdere anche un nipote, oltre ad aver perso anche una sorella!

Ci misi un po’ a considerare che il nipote dovevo essere io!

Zia Petunia era preoccupata per me??

Zio Vernon mi fulminò con lo sguardo, quando la zia scappò nella loro stanza in lacrime. Mi guardò e sembrava che avesse gli occhi lucidi.

“Perché vuoi farci soffrire in questo modo, ragazzo?”

“Ma..io..”

“No. No! Noi ti abbiamo accolto..e tu..”

Non aveva detto altro.
 
Io ero stupefatto. Non sapevo come risolvere la situazione. Guardavo Dudley che sembrava ancora offeso con me.

“Mi dispiace per la coda..” ammisi sinceramente.

“Puoi togliermela..”? chiese un po’ timidamente.

“Io non so come si fa..” dissi vergognandomi.

Dudley mi guardò come se fossi impazzito.

“Se non ci riesci..non sei un vero mago..e se non lo sei, mamma e papà potranno perdonarti.” Disse con l’aria di una grande rivelazione.

“Temo che non funzioni proprio così, Dudley..” dissi, sospirando.
 
 
 
Dormii a malapena. L’adrenalina mi tenne sveglio tutta la notte, per cui affrontai il mattino – e gli zii – con aria spaventosa. Mi facevo paura da solo.

“Dobbiamo parlare.” Dissi arrivando in cucina.

Vidi Zio Vernon trattenersi dal dire qualcosa, forse la solita lamentela sui capelli, ma si trattenne.

“Ascoltate, lo so che vi ho fatto tribulare da quando sono arrivato qui da voi..so di essere sempre stato strano e di avervi causato sempre problemi..ma se ero..se sono diverso, se sono un mago, non posso farci niente. È la mia natura.”

“Non hai mai fatto niente..per combatterla. Nessuno..sforzo..” disse zia Petunia, tirando su col naso.

“Ho cercato sempre di insegnarti ad usare la testa, a pensare con razionalità, tu no, sempre con la testa tra le nuvole! Se c’era una qualche possibilità che ti passasse, in questo modo hai solo..” cominciò a sbraitare zio Vernon.

Non avrebbe potuto mai passarmi! Sono nato così!” gridai anche io, arrabbiato per tanta ignoranza.

“Sono sciocchezze! Hai alimentato tu stesso questa cosa insana! Lo sai che quello che fai è contro natura eh? Lo sai? Lo sai che quelli come te, una volta li bruciavano, eh??”

Questo sembrò troppo anche per zia Petunia, che inaspettatamente si mise in mezzo.

“Vernon, basta così, adesso.”

“ma Petunia…non vorrai mica acconsentire a mandarlo in quella scuola..in quel..manicomio..hai visto cos’hanno fatto a nostro figlio..”

“Se Harry è così…noi non possiamo farci niente..”

Non era proprio come un complimento, ma era la cosa più carina che le avessi mai sentito pronunciare dalla sua bocca.

“Grazie.” Dissi. “Un’ultima cosa..il 1 settembre..ehm..devo essere a King’s Cross..per andare..a Hogwarts..”
 
Mi fulminarono con lo sguardo, entrambi arrabbiati.

“Ti sembra il momento?” disse zia Petunia.

“Lo fai apposta per farci arrabbiare?” disse di rimando Vernon.

“Mi dispiace!” mi giustificai io. “Ma devo assolutamente partire il 1 settembre, per non perdere il treno. Dovete saperlo.“

“E quando tornerai?” chiese zia Petunia.

Rimasi zitto per qualche secondo.

“Ragazzo, tua zia ti ha fatto una domanda.” Disse zio Vernon.

“Io..resterò via per tutto l’anno..”

Silenzio.

“Ma..posso tornare..per le vacanze..se vorrete..o restare lì..” dissi mortificato.

“Domani ti accompagneremo a Londra.” Disse zio Vernon, con uno strano tono, che sembrava dispiaciuto, mentre zia petunia mi guardava con una sorta di strano sguardo vacuo.

Erano davvero dispiaciuti?
 
 
 
 
Fu un mese molto strano. Zio Vernon e zia Petunia sembravano aver abbattuto il muro invisibile che per tanto tempo si erano costruiti addosso per fingere che la magia non esisteva e mi riempirono di domande sul mondo magico. Certo, sempre con uno stile passivo – aggressivo, ma sembravano genuinamente curiosi.

Soprattutto sul denaro magico. Erano rimasti sbalorditi nel sapere che possedevo una piccola fortuna, ma un po’ infuriati nel venire a conoscenza del fatto che non avrebbero potuto comunque utilizzarla nel mondo babbano.

“Tutto a un tratto il mondo magico riserva qualche attrattiva eh?” dissi un giorno ridacchiando, cercando complicità. Mi fulminarono con lo sguardo.

Qualche volta però zio Vernon era addirittura spiritoso.

“Strano mezzo, il treno, per raggiungere una scuola. Dì un po’, i tappeti volanti hanno forato?”
 
Per quanto riguardava Dudley e la sua coda, per fortuna era rimasto solo due giorni con quella coda. Hagrid per non farmi avere problemi con i Dursley, decise di venire a casa mia a rimuovere magicamente il danno fatto e i Dursley accettarono perfino che si autoinvitasse a casa per un tè.

Lui per farsi perdonare, portò dei dolci magici squisiti. Harry giurò di aver visto Dudley e zio Vernon mangiarli di nascosto.
 
Poi arrivò finalmente il 1 Settembre!   
 
 
 

Binario nove e tre quarti

Non so quanto dormii. Forse un’ora. L’ansia, l’agitazione e l’adrenalina erano troppe. Finalmente alle 7:00, il mio baule era stato caricato in macchina.

Alle dieci e mezzo avevamo raggiunto King’s Cross. Avevo l’ansia che mi attanagliava. Dentro di me pensavo a chissà come sarebbero stati gli altri ragazzi maghi. Chissà se sarei riuscito per una volta nella mia vita a fare amicizia con qualcuno..

“Ragazzo, dove sarebbe il tuo binario nove e tre quarti?” chiese Vernon all’improvviso, che aveva spinto il baule di Harry personalmente fin dentro alla stazione.

Ad Harry quasi prese un colpo. Sopra un binario torreggiava un grosso numero nove, in plastica e su quello accanto un altrettanto grosso numero dieci sempre in plastica, ma tra i due, niente.

“è uno scherzo, Vernon?” chiese zia Petunia spaventata.

“Questo dobbiamo chiederlo al ragazzo, Petunia.” Rispose lui.

“Io..io non ne so niente..lo giuro!!” disse Harry impanicato.

“Quelli della tua specie non ti hanno spiegato questa cosa che ha tutta l’aria di essere una FARSA?” gridò Vernon, attirando su di sé qualche occhiata dei passanti.

“Vernon, ti prego, non gridare..” lo scongiurò zia petunia.

“Sentite..” disse Harry, cercando di non farsi prendere dal panico. “Avete fatto abbastanza..lasciatemi pure qui e andate pure..io resterò qui e cercherò di andare a fondo della faccenda..” disse infine, malgrado l’idea di restare lì da solo, senza aiuto, lo faceva tremare un po’ di paura, ma era chiaro che i Dursley non erano di nessun aiuto.

Zio Vernon lo guardò peggio di come l’aveva guardato quando Hagrid aveva rivelato che era un mago.

Per sentirle poi dalla polizia quando ti riporteranno a casa, dandoti per disperso?? No, col cavolo!! Tu vieni a casa con noi ADESSO! Abbiamo sopportato fin troppe buffonate fino adesso, ma ora BASTA!”

“Zio Vernon…io..” Harry quasi trovava positivo che zio Vernon si preoccupava di lasciarlo lì da solo, ma doveva darsi una calmata. Si pentì all’istante di non aver trovato il modo di andare da solo in stazione.

E non metterai mai piede in questa scuola di buffoni! È mai possibile invitare a prendere il treno su un binario che non esiste?? Solo uno sciocco come te potevano abbindolare! Questi sono tutti scemi! La prossima volta che arriverà Hagrito  o uno della loro congrega, le sentirà da me, altro che invitarlo a casa a bere tè e biscotti!!”
 
“Pieno di zeppo di babbani, figurarsi…”



Harry riuscì miracolosamente a sentire quella frase in mezzo a tutti i rimproperi di zio Vernon. Non sapeva se la voce seccata della signora che aveva parlato, era per via delle urla di zio Vernon..probabilmente sì..ma..realizzò d’un tratto, la signora aveva detto : babbani.

“Aspettate, aspettate..forse quella famiglia è come..come me..sono dei maghi..sono sicuro..” disse indicando una signora con uno squadrone di figli al seguito.

Vernon, Petunia e Dudley rimasero sbigottiti. Harry sapeva che Vernon era diviso tra l’idea di scappare e la voglia di dirne quattro anche a loro, ma Harry era troppo smanioso per aspettare la sua reazione, quindi si avvicinò alla famiglia, che continuava a guardarlo con curiosità.

“Salve, ragazzo..è la prima volta che vai a Hogwarts? Anche Ron è nuovo.” Disse Molly sorridendo con dolcezza a Harry.

“Sì..” disse Harry, lanciando un’occhiata curiosa e imbarazzata a Ron, che doveva avere la stessa età di Harry. Era un ragazzo dai capelli rossi, lentiggini e occhi azzurri. Vide che Ron ricambiò l’occhiata, fissandolo dritto e sentì un’elettricità pervaderlo. Era raro che gli altri ragazzi guardassero Harry negli occhi, con curiosità, come se non gli dispiacesse l’idea di conoscerlo. Era contento di questo. “Sì..eh..il fatto è che non so..come..come..”

“Come raggiungere il binario?” chiese la donna gentilmente.
“Sì..” rispose Harry mortificato.

“È facile..non ti preoccupare..devi solo camminare dritto in direzione della barriera tra i binari nove e dieci..non ti fermare e non aver paura di andare a sbatterci contro..questo è molto importante..” disse la signora, che si chiamava Molly.

“Questa è la cosa più assurda che io abbia mai sentito!! “ esplose la voce di Zio Vernon.
 
Tutta la famiglia si girò verso di noi e io volevo scomparire dall’imbarazzo…

“Voi dovete essere i suoi..” cominciò Molly, ma Vernon la interruppe.

“È nostro nipote!! E già così dà un mucchio di problemi! Non aggiungetecene altri, consigliandogli di rendersi ridicolo davanti a tutte queste persone, questa giornata è cominciata già malissimo!” sbraitò zio Vernon.

“Mmm credo di capire..voi dovere essere babbani e.. oh..lei non deve avere un carattere facile..è un tipo piuttosto fumantino, vero?” disse Molly.

“Come..come si permette di..”

“Vi dimostro subito che noi non siamo una branca di buffoni. Percy, puoi andare avanti tu per primo, per favore?”
 

Quello che sembrava il maggiore, si avviò verso i binari nove e dieci. Il ragazzo acquistò velocità, ma proprio nel momento più bello, un folto gruppo di turisti si mise in mezzo a interrompere la visuale e quando finalmente si tolsero di torno, il ragazzo era già sparito.

“Maledizione..non immaginavo..va bene, riproviamo..Fred, George..tocca a voi..Fred, prima tu.” Disse Molly.

Harry si mise a guardare due gemelli sempre dai capelli rossi, identici in tutto e per tutto.

“Ma io non sono Fred. Sono George: Parola mia, donna, e dici di essere nostra madre?”

“Scusami, George, Caro..”

“Te l’ho fatta, io sono Fred!!” disse il ragazzo, avviandosi. “Sbrigati!!” gli gridava il gemello, anch’esso divertito. Dopo pochi istanti, passò anche l’altro gemello.


Harry era divertito e incuriosito dai gemelli. Gli stavano già simpatici.
 
La ragazzina con i capelli rossi che era con la madre disse:

“Mamma, posso andare anch’io..”

“Tu sei troppo piccola, Ginny..il prossimo anno..ora veniamo a noi..hai capito come fare?” chiese Molly a Harry.

Per la prima volta parlò anche zia Petunia.

“Ma siete impazziti a fare una cosa del genere..davanti a tutti?” chiese guardandosi intorno.

“I babbani non possono vedere noi che scompariamo attraverso il muro. È una regola magica affissata per preservare il mondo magico. La pupilla dell’occhio non riuscirà a registrare quel momento. È una delle cose che ho letto in Storia di Hogwarts quest’estate.” Disse una voce estranea.
 


Si voltarono tutti verso la voce. A parlare era stata una ragazzina presumibilmente della stessa età di Harry e Ron. Aveva folti, lunghi capelli castani. Mossi e ricci.

“Non prendermi in giro, ragazzina. Sia io, sia mia moglie e mio figlio abbiamo assistito a questa diavoleria.” Disse zio Vernon al suo indirizzo.

La ragazzina incrociò le braccia, sbuffando.

“Avete potuto vederlo, perché evidentemente lei o sua moglie, compreso l’altro ragazzo – disse indicando Dudley – avete un legame di sangue con lui  - disse ancora indicando Harry. “

“Harry, è mio nipote. Mia sorella era una strega.” Disse zia Petunia, pronunciando per la prima volta, quella parola.
Sembrò che la ragazzina si sentì mozzare il fiato. Harry sospirò. Probabilmente aveva già capito che era il prescelto.

“Beh, io non ho nessun legame con…con loro..” disse Vernon, indignandosi.

“Ma ha un legame con lei.” Disse Hermione esasperata indicando Petunia. “E questo basta a creare un ponte tra il mondo magico. Vuol dire che anche se è babbano, se ha un’esperienza diretta con la magia, può vederla. Ora scusatemi, ma dovrei andare anch’io.” Disse ormai stufa di quella discussione. La ragazzina si girò ad abbracciare e baciare quelli che dovevano essere i genitori e dopo poco scomparì anche lei.
 
“Vai, ragazzo. Prima di Ron.” Lo incoraggiò Molly.

Harry si voltò verso i Dursley che sembravano più imbestialiti che mai, ma ancora non intenzionati ad andarsene.

Beh, almeno non l’avevano lasciato completamente allo sbaraglio. Si comportavano quasi come esseri umani.

“Allora..ci vediamo..” li salutò.

Loro fecero un accenno di saluto. Dudley lo agguantò per la manica del giubbotto dicendo:

“Porta ancora qualcuno di quei dolcetti che ha portato quel gigante.”

Harry sospirò. Forse i dolci sarebbero stati un buon ricatto per costringere Dudley finalmente a lasciarlo in pace.

“Se farai il bravo..vedremo..” era la prima volta che poteva dire una cosa del genere senza il timore di venire picchiato. Le cose stavano migliorando alla grande!
 
“Vai, ragazzo..poi farò una chiacchierata con la tua famiglia..” disse Molly conciliante. Harry sentì un groppo in gola. Se con quelle parole voleva convincerlo ad andare, lo stava convincendo del contrario..ma si fece coraggio e andò dritto verso il muro, sorprendentemente non sbattendo contro di esso.
   
 
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