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Autore: Heyale    23/04/2017    1 recensioni
Ogni anno venti bambini nascono con un gene anomalo nel loro sangue, il gene Xy, che porta loro ad avere abilità straordinarie, esattamente come fossero poteri sovrannaturali. Ogni Xy, così si chiamano, è tenuto al silenzio fino ai dodici anni, dove verrà portato in un istituto che lo aiuterà a sviluppare al meglio le sue abilità.
Sette di loro però hanno cambiato le carte in tavola, svelando il segreto al loro migliore amico, prendendo il nome di Sky e venendo portati all'istituto indipendentemente dalla loro età.
Sette bambini che si sono trovati in mezzo a tutto ciò perché volevano solo avere un amico hanno preso il nome di Cloud. Ed io, Riley, sono una di loro.
I nostri Sky sono diventati la nostra ragione di vita, tra Sky e Cloud c'è un rapporto che va oltre ogni genere di amicizia. Non ci fermeremo prima di averli finalmente ritrovati, ognuno di loro ha riposto in noi tutta la sua speranza.
 
Dal testo:
La sua voce tentenna per un attimo, concludendo in un colpo di tosse. "Ti ringrazio per aver reso questo possibile."
Scuoto la testa, girandomi verso di lui: "Grazie a te."
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SKY cap.6
SKY
CAPITOLO SEI
- Let me love you when you come undone -

Mi rigiro forse per la milionesima volta su questo maledettissimo letto, ma il sonno non vuole arrivare.
Non è la stretta vicinanza con Jonah ad impedirmi di abbandonarmi tra le braccia di Morfeo, ma più che altro un caldo assurdo, causato dai due centimetri che separano il mio corpo da quello del mio Sky. Non mi ero nemmeno posta il problema fino alle una e mezza, ovvero quando abbiamo deciso di andare a dormire, di dove avrei dormito. Asher e Steve se la sono cavata sui due letti lasciati liberi (dato che ci sono due letti a castello e uno singolo), ma gli stronzi hanno deciso che non avrebbero mai dormito con Jude e Alakei, perciò a loro parere la situazione meno imbarazzante sarebbe stata che io dormissi con Jonah. Di sicuro me la pagheranno, ma il problema principale ora è che stanno tutti dormendo tranne la sottoscritta, che sembra essere in una sauna. Tra l'altro Jonah, non capisco come, ha il coraggio di tenere le coperte fino alle orecchie, sommergendo anche me, come se non bastassero i dieci gradi in più che emana lui.
Mi trovo costretta così a dire addio a questo comodissimo materasso, scendendo cercando di fare meno rumore possibile, anche se sembra che la rete sotto questo letto sia fatta apposta per scricchiolare ad ogni respiro che faccio. Appena i miei piedi toccano il pavimento gelido sento un sollievo tale da farmi sorridere come una deficiente, fortunatamente però c'è buio. La temperatura comunque, anche fuori dalle coperte, risulta troppo elevata, portandomi così ad addocchiare la finestra che porta alla piccola terrazza della stanza. Mi piace come gli idioti che hanno organizzato questo viaggio abbiano separato gli Sky dal resto degli Xy ma hanno dato loro una camera con terrazza, mossa molto inteligente e ben pensata, complimenti.
Cercando di fare meno rumore possibile apro la porta-finestra, lasciandola leggermente aperta per non fare lo stesso casino quando deciderò di rientrare, che di sicuro non sarà nella prima mezz'ora. Ho assolutamente bisogno di respirare.
Giusto per non annoiarmi troppo prendo il cellulare dalla tasca, sbloccando lo schermo. Effettivamente non lo controllo da parecchie ore, non vorrei essermi persa qualcosa. Come immaginavo, però, nessuna novità. Tutti i miei compagni hanno solo scritto di essere arrivati sani e salvi alle loro camere, ogni messaggio con qualche secondo di differenza dal precedente.
"Questa gioventù bruciata dalla tecnologia!"
Alzo gli occhi di scatto, e dopo quattro infarti consecutivi mi rendo conto che si tratta solamente di Alakei. Tiro un sospiro di sollievo, mettendo via il cellulare.
"Puoi trovare un altro modo per spuntare fuori, la prossima volta?" gli chiedo a bassa voce, sperando che noti il disappunto nella mia voce.
Il castano però sembra non darci peso, e invece si siede a gambe incrociate di fronte a me. Al chiaro di luna i suoi piercing sono molto più eleganti di quanto non possano sembrare con la luce artificiale, e finalmente, dopo quattro ore, vedo i suoi capelli senza quel fastidioso cappello nero. Nero, strano eh?
"Non riesci a dormire?" mi chiede raccogliendo le ginocchia al petto. "Se è così ti capisco, io mi faccio caldo da solo. Posso immaginare quando possa essere caldo Jonah."
Annuisco, osservandolo mentre dalla tasca dei pantaloni sfila un pacchetto di sigarette. Ora ha perso tutti i punti che aveva, sempre ammesso che ne avesse preso qualcuno.
"Non dirmi che fumi, dai." brontolo, guardandolo male. "Anche uno dei nostri fuma, e cercare di correre nelle situazioni di pericolo con lui è parecchio difficile dato che ha una resistenza pari a quella di un ermellino."
"Gli ermellini sono resistenti." ribatte lui, accendendosi la sigaretta dopo essersela portata alle labbra. "Andiamo Cloud, consentimi almeno questo. E' una delle poche cose normali che ci permettono di fare."
Scuoto la testa, non potrei essere più in disaccordo: "Ci sono milioni di cose normali che non ti uccidono, perché dovevi fare proprio questa?"
"Te lo ripeto, non ci fanno fare tante cose normali." Alakei scuote la sigaretta fino a far cadere la cenere a pochi milimmetri dai miei piedi, guardandomi poi negli occhi. "Non puoi immaginare com'è la vita là dentro. Ed è meglio per te che sia così, credimi."
Sembra che questi ragazzi non sappiano fare altro che mettere in confusione la mia testa ogni volta che aprono bocca. Sospiro, cercando di non inspirare il fumo che Alakei ha appena buttato fuori, guardandolo a mia volta negli occhi: "Allora dimmelo tu. Cos'è per voi la normalità e cos'ha di diverso dalla nostra?"
"Tanto per cominciare, noi Sky siamo tenuti distanti dagli altri come se reincarnassimo la peste." il castano fa un leggero sorriso, rigirandosi la sigaretta tra le dita. "Non siamo trattati come normali Xy, e si può notare già dalll'inizio, quando ci concedono al massimo un mese per metterci nell'ordine di idee di dover cambiare vita e di dover abbandonare tutto quanto sia che abbiamo dodici anni sia che ne abbiamo otto, basta solo dire una parola riguardo al nostro potere ed è fatta, diventiamo Sky. Per dirtene un'altra, abbiamo lezioni separate da tutto il resto dei ragazzi, ci alleniamo in una palestra apposta per noi e le nostre camere sono relegate al piano più basso. Gli unici momenti che possiamo condividere con gli altri Xy sono i pasti e quell'ora di libertà che ci concedono di sera, dove ognuno può fumare, ascoltare musica, guardare film, chiacchierare con gli amici...cose normali, insomma. Cose che possiamo fare per un'ora soltanto."
Annuisco, il mio desiderio di saperne di più è sempre più grande. Così imito la sua posizione, esortandolo a proseguire: "E cosa fate durante il giorno?"
Alakei traspira ancora una volta: "Beh, un po' di cose. Ad esempio, il martedì ci svegliamo alle sei e abbiamo allenamento dalle sette alle dieci di mattina, allenamento di base dove miglioriamo solo le abilità atletiche. Dalle dieci all'una abbiamo lezioni normali, come se fossimo in una scuola di città: storia, matematica, geografia, fisica, chimica, un po' di tutto, che ne so. Dall'una alle due poi c'è la mensa, dalle due e mezza alle cinque c'è l'allenamento del proprio potere, per imparare tecniche di controllo e metodi di utilizzo. Essendo l'unico degli Sky col controllo dei quattro elementi, per esempio, sono da solo durante questo allenamento, mentre tutti gli altri Xy si allenano in gruppo. Dalle cinque alle sette ci sono concesse due ore per la doccia e un po' di riposo, dalle sette alle otto e mezza c'è la cena e dalle nove alle dieci c'è la nostra ora libera. Questo è il mio martedì. Figo, vero?"
Ridacchio appena: "Molto figo, veramente. Non sembra proprio una vita adatta ad un normale adolescente."
"Cos'abbiamo noi di normale, Riley?" Alakei mi guarda negli occhi, sfregandosi le braccia lasciate scoperte dalla maglietta a maniche corte. Devo ammettere che il suo sguardo è seriamente più glaciale di quanto non possa sembrare. "Siamo una sottospecie di mostri che vengono addestrati come se fossero un esercito secondo le dispozioni di chissà chi. Veniamo allenati come macchine da combattimento senza pensare nemmeno un attimo che, magari, a diciassette anni si hanno altre ambizioni. Non punto ad andare al college di Oxford o a diventare il presidente d'America, ma a me basterebbe poter uscire con gli amici, andare al bowling, avere una ragazza, fare dei piani con lei...tutto questo ci è stato precluso al momento del nostro primo esame del sangue, quando hanno trovato il cromosoma modificato. Jonah ed io parliamo spesso della vita che vorremmo vivere se non fossimo ciò che siamo, ma a volte dà veramente fastidio parlarne e sapere che si tratta solo di una fantasia."
Resto interdetta, probabilmente vista dall'altro lato è veramente una vita tremenda. Certo, avere un potere sovrannaturale dev'essere bellissimo, ma sarebbe ancora più stupendo se si avesse la libertà di esercitarlo fuori da una prigione come l'istituto in cui sono tutti costretti a vivere. In fondo si tratta di adolescenti di cui nessuno sa l'esistenza, è un vivere senza veri amici che possono aiutarti durante la crescita.
"Magari no." rispondo a bassa voce, forse non so nemmeno io cosa sto per dire. "Credo che le cose si possano sempre cambiare. Se c'è qualcosa che ho imparato dall'essere un Cloud, è che non è mai detta l'ultima parola. Insomma, guarda dove siamo ora. Ti pare possibile?"
"E i tuoi che dicono di tutto questo?" lo Sky di fronte a me lascia cadere il filtro dalla terrazza, ormai bruciato, facendo un sorrisetto. "Sono contenti che tu stia rischiando la vita?"
Scuoto la testa: "Non sanno che io sono qui. Non sanno dove sono dalla sera in cui siamo venuti all'istituto, mia madre mi ha cacciata di casa." devo trattenere le risate, pensare a quella scena è esilarante. "Ha detto che la stavo facendo diventare matta rientrando a casa a tutti quegli orari assurdi, perciò ha detto che potevo stare dall'amica da cui lei pensa che io stia sempre fino alla revoca dell'ordine. Attualmente sto nel nostro rifiugio dove si trovano i computer e tutti i file da cui sono partite le ricerche."
"Sei matta?" Alakei mi guarda storto, direi che ha un'espressione di puro disappunto. "Hai sedici anni e vivi in un rifiugio senza nessun altro? Come fai se hai bisogno di qualcuno?"
Alzo tranquillamente le spalle: "Non ho bisogno di nessun altro al di fuori del mio gruppo, non ne ho mai avuto. Sto bene dove sono ora."
"E così ti va bene questa sopravvivenza? Ti sta bene vivere la tua adolescenza come una criminale?"
Questo io non lo chiamerei esattamente un ringraziamento per la riconciliazione tra due migliori amici grazie appunto alla mia indole criminale.
Così scuoto la testa: "Non sto facendo del male a nessuno. Dal momento in cui Jonah è diventato Sky e io sono diventata Cloud ho capito che non era tutto lì, la mia realtà era molto più insidiosa di quello che avevo immaginato fino ad allora. E non potevo lasciar correre."
"Un'esistenza avventurosa, parli di questo?" il castano mi guarda, oserei dire che è incuriosito.
"No." rispondo, facedo un sorriso. "Parlo di un'esistenza spesa per chi merita."
Alakei sembra stupito dalla mia risposta, è come se non sapesse più cosa dire. Mi guarda cercando forse di trovare le parole giuste, ma immagino che sia difficile. Purtroppo le nostre mentalità sono distanti anni luce, non credo ci sia modo di farle combaciare.
"Non si può dire che tu sia una ragazza pigra." conclude con un sorriso, alzandosi per poi tendermi la mano. "Se vuoi puoi dormire sul mio letto, io non ho più sonno."
Annuisco, questa è proprio una bella idea.
Appena rientriamo però è buio pesto, infatti manca poco all'impatto tra me e il muro se non fosse per una luce improvvisa che viene da Alakei. Mi giro di scatto, trovandolo col palmo della mano rivolto verso l'alto e una fiamma che scoppietta sopra di essa. Questa è una delle cose più meravigliosamente inquietanti che io abbia mai visto.
Faccio finta di fare un inchino provocando la sua risata, riuscendo così a raggiungere il suo letto - sopra quello dove sta dormendo Steve - e a stendermi su di esso. Do un'ultima occhiata allo Sky che sta facendo vibrare la fiamma sopra la sua mano, salutandolo con un cenno. Lui risponde agitando la mano libera, spegnendo subito dopo il fuoco. Bene, per ora direi di dormire e cercare di recuperare quante più energie possibili, domani - o meglio tra tre ore - sarà una giornata parecchio impegnativa.

"Riley? Ehi, Riley, svegliati, forza!"
Apro lentamente gli occhi, sembra che una forza maggiore non voglia farmi dormire. Davanti a me, con i gomiti appoggiati sul materasso, c'è il volto esasperato di Jonah. Sono così difficile da svegliare? Non c'è nemmeno tanta luce, il cielo fuori è appena chiaro ma sono quasi sicura che il sole non sia ancora sorto.
"Cosa c'è?" domando, sentendo la mia voce parecchio impastata dal sonno.
"Stiamo andando a lezione." il rosso indica la porta con un cenno. "Tu dormi tranquilla, anche i tuoi compagni stanno dormendo. In pausa pranzo cerco di venire a portarvi qualcosa, così ti faccio un saluto. Va bene?"
Sorrido, anche se forse non c'è un motivo. Sorrido perché tutto questo è talmente bello da essere incredibile: Johnatan che finalmente è qui davanti a me e mi parla come se nulla fosse mai accaduto.
"Ve bene." rispondo solamente, annuendo. "Ci vediamo dopo, Jonah."
"Fai la brava." il rosso mi pizzica leggermente la guancia, rivolgendomi un sorriso gentile. "Ci vediamo dopo."
Faccio un breve cenno con la testa, ripiombando subito dopo nel mondo dei sogni.
Se ciò che sto vivendo è uno dei miei soliti sogni, spero di non svegliarmi mai.


"Si può sapere chi ha fatto tutto quel casino stanotte?"
Io e Steve ci giriamo di scatto verso Asher, finalmente ha avuto la decenza di svegliarsi.
"Colpa mia." rispondo, legandomi i capelli in una coda. "Poi Alakei mi ha concesso di dormire sul suo letto verso le quattro di stamattina. Avete dormito bene, voi?"
"Mh-h." Asher si alza dal letto, stiracchiandosi per bene. "Chiamiamo gli altri, che dite?"
Io e Steve ci guardiamo contemporaneamente, scoppiando poi a ridere. Ammetto che a volte Asher sa mettere paura, ma altre volte è proprio sbadato.
"Beh? Cosa c'è?" chiede lui, ovviamente stizzito, appoggiando le mani sui fianchi.
Io e Steve ci guardiamo come per chiederci a chi spetterà l'onore di dirlo, ma alla fine vado io: "Magari prima di chiamare gli altri potresti mettere i pantaloni, che ne pensi?"
Asher sbuffa, scuotendo la testa: "Siete proprio due bambini, accidenti. Non sono mica nudo."
"Abbiamo solo un anno di differenza, insomma." Ellis incrocia le braccia, trattenendosi ancora dal ridere. "Per lo meno io me li rimetto i pantaloni dopo che ho dormito."
"Ma mi sono appena svegliato!"
Scuoto la testa, ridendo. Se non ci fossero loro probabilmente sarei persa, anche se a volte sono quasi difficili da sopportare.
Sento però improvvisamente il telefono vibrare, così controllo - ovviamente dopo aver inserito tutti i codici - sulle chat, trovando un messaggio da parte di Philip.

Da: Philip
Gruppo: Cloud
Testo: Siamo nei guai. Qualcuno deve aver sentito qualcosa, stanno bussando alla porta. Cerchiamo di calarci giù dalla finestra, ci servirebbe che qualcuno venisse ad aiutarci, ci stanno mettendo alle strette.

"Cazzo." borbotto, scattando subito in piedi. "Dobbiamo andare giù, hanno scoperto gli altri."
"Cosa?" Steve e Asher si allarmano, come è giusto che sia, e senza dire più una parola ci catapultiamo fuori. Ellis fa strada, del resto lui era l'incaricato di studiare questa struttura proprio nel caso in cui fosse successo ciò che effettivamente sta succedendo. Corriamo senza più guardarci, col tempo abbiamo imparato anche a capire senza parlare o avere la certezza di esserci. Probabilmente anche questo è uno dei punti di forza del gruppo, anche se c'è comunque un margine piuttosto alto di miglioramento.
Manca solo una svolta all'altra camera degli Sky, e in effetti ci sono due adulti in divisa che stanno bussando alquanto insistentemente. Il problema è che se il problema è scendere con la corda, se ci mettessimo anche noi probabilmente andremo ancora più lenti di Philip, Lauren, Chris e Nick.
"Scendiamo per le scale." propongo, correndo verso le scale d'emergenza all'esterno. Certo, così facendo cresce smisuratamente il rischio di essere visti, ma non possiamo fare altrimenti. Appena arriviamo giù quindi ci dirigiamo sotto la finestra, trovando già Chris a terra e Nick in procinto di scendere.
"Dovevate far scendere prima Lauren e Philip!" sbotta Asher, ma se ci avesse pensato un po' di più avrebbe capito che la strategia più giusta da adottare era questa.
"E se cadevano chi li prendeva?" lo canzona Nick, direi quasi giustamente, atterrando con un salto.
Ash sbuffa, rimanendosene zitto. Bene, non è il caso di altre rogne, ora.
Lauren inizia velocemente a calarsi, e Philip subito dopo di lei. Sebbene i due siano entrambi leggeri, ho veramente il terrore che quella corda non regga. Tra l'altro stanno scendendo più velocemente possibile, dondolando decisamente più del dovuto. Vorrei gridare loro di fermarsi e di procedere con più calma, ma urlare corrisponde a far saltare la loro copertura, e saremmo tutti quanti nei guai.
Improvvisamente però, succede ciò che stavo temendo di più.
La corda si spezza poco dopo il cornicione, riservando a Lauren un volo di sette metri e a Philip un volo di nove. Mi sento morire, Chris e Nick corrono sotto di loro per cercare di prenderli,  ma è veramente difficile. Chiudo gli occhi preparandomi al peggio, ma prima che possa sentire il tonfo per terra sento un sospiro di sollievo provenire da tutti quanti.
Non si sono schiantati al suolo?
Apro gli occhi di scatto, capendo il sollievo di tutti.
Dietro di noi, sette ragazzi vestiti completamente di nero stanno sorridendo come se avessero la situazione in pugno. E, in effetti, è proprio così.
"Spiegami solo come." biascico rivolgendomi a Jonah, impegnato intanto a far scendere lentamente Lauren e Philip.
Il rosso annuisce: "Cerca di seguirmi: Tom ha sentito il pensiero di Lauren e Cal quello di Philip, Max ha fermato il tempo per quattro minuti per aggevolare Alakei e Jude, che mettendo insieme controllo dell'acqua e controllo dell'elettricità hanno fatto saltare la corrente in tutto lo stabile per deviare tutti i prof per di lì. Nel frattempo, Killian ha fatto dimenticare ai due tizi alla porta rendendoli felici come se fossero in trip che stavano cercando di entrare col controllo delle emozioni, e io ho serrato la porta del contatore della corrente. Lavoro di squadra."
"Immagino che funzioni così anche per voi." rispondo, facendo due passi indietro per tornare nel mio gruppo. E finalmente, dopo quasi due anni, Cloud e Sky sono gli uni di fronte agli altri.
Ognuno è di fronte al proprio Sky, sembra quasi uno scherzo a vederci messi così. Tutti quanti però, al contrario di ciò che mi aspettavo, stanno sorridendo. Noi Cloud e anche tutti loro Sky, stiamo sorridendo. Aspettiamo questo momento da troppo tempo, ed essere qui ora credo sia uno shock per entrambe le parti. Uno shock, però, tanto atteso.
Anche se è la prima volta che li vedo, mi sembra di conoscerli già tutti quanti da quanto ne abbiamo parlato, ovviamente però tenendo il loro vero nome segreto.
Senza fare nomi o altro, i fondatori di entrambi i gruppi fanno improvvisamente un passo avanti, io compresa. E' come tra due squadre, quando i capitani si salutano. Max e Killian per gli Sky, io e Steve per i Cloud. Il concetto di come si sia stabilito chi siano i leader è leggermente differente per i due gruppi: nel primo, i leader sono i primi due Sky mai esistiti, per questo anche i più vecchi di età, con diciotto e diciannove anni. Nel secondo, invece, io e Steve lo siamo diventati senza una particolare regola, semplicemente siamo stati noi ad iniziare tutto.
Ed ora, per la prima volta, ci stiamo fronteggiando.
"A nome di tutti noi," Killian si fa avanti, andando dritto di fronte ad Ellis. "Complimenti. Siete stati bravissimi, pur non avendo alcun genere di potere vi siete mossi meglio di come probabilmente avremmo potuto fare noi."
"Ci siamo divertiti." risponde allora Steve, annuendo. "E' stato un buon modo per riprenderci dalla vostra partenza, per tutti quanti, anche a distanza di anni. Quindi grazie."
Il ragazzo biondo accanto a Killian, Max, si avvicina a me: "Allora Jonah non sbagliava quando diceva che saresti stata capace di fare la rivoluzione. Non è poco ciò che hai fatto per una ragazza della tua età."
"Solo perché tu hai diciotto anni non vuol dire che io sia piccola." ribatto allora, sorridendo allo Sky di Chris di fronte a me. "Siamo veramente contenti di essere di nuovo qui con voi, anche se abbiamo appena rischiato di essere scoperti, certo."
Max e Killian sorridono, ma il sorriso che riesco a vedere prima di tutti è quello di Jonah. Lui, che accanto ad Alakei mi guarda con un'espressione sollevata, la stessa che ho io.
"Non per rovinare l'atmosfera, ma dovremmo tornare a lezione." lo Sky di Lauren, Tom, si fa avanti alzando la mano. "Vi ricordo che il tempo ha già ripreso a scorrere."
Max e Killian annuiscono, e quest'ultimo agita la mano: "Ci vediamo stasera, Cloud!"
Tutti noi ricambiamo con lo stesso saluto, osservando i nostri completamente-vestiti-di-nero amici. E' una tristezza vederli girare, devo ammetterlo.


Controllo l'orologio per l'enesima volta, il tempo sembra non passare mai.
Siamo tutti e sette raccolti nella camera di Alakei, Jonah e Jude dato che volevamo evitare spiacevoli incidenti, non si sa mai che a quei due tipi possa tornare in mente di dover entrare nella camera degli altri quattro Sky. Abbiamo passato la mattinata a raccontarci come era andata la nostra rispettiva riconciliazione col nostro Sky, ma dalle tre non abbiamo avuto più niente da dirci. Ora Philip e Asher stanno chiacchierando da tempo indeterminato, Steve sta scrivendo qualcosa sul suo quadernino degli appunti, Chris è steso sul letto di Jonah e sta dormendo, Nick sta giocherellando col suo cellulare, Lauren è stesa sul letto di Jude, io su quello di Alakei, e stiamo entrambe ascoltando la musica. Sembriamo un gruppo di adolescenti depressi a vederci così, lo giuro.
Probabilmente è anche colpa della tapparella completamente abbassata, l'unica luce è quella dell'abat-jour che è accesa da qualcosa come cinque ore. Del resto se non ci vogliamo far vedere questo è il prezzo da pagare.
Chiudo gli occhi per un istante, ma non faccio nemmeno in tempo a respirare che il lampadario viene acceso improvvisamente, causandomi uno shock alla vista non da poco. Fortuna vuole che non è qualcuno che ci ha scoperti, ma bensì tutti gli Sky al completo. Mi chiedo cosa stiano architettando, il piano era di chiamare i quattro Cloud che dovevano cambiare stanza quando gli Sky si erano già sistemati.
Sfilo così una cuffietta, giusto in tempo per vedere che ogni Sky si avvicina al suo Cloud e Jonah a me, appoggiando i gomiti sul letto.
"Sembrate un gruppo di depressi."
Che avevo detto?
"Lo so." rispondo soltanto, strofinandomi gli occhi. "Che ore sono?"
"Le otto e ventidue minuti. Vi abbiamo portato qualcosa da mangiare, ora ci lasciano un'ora e mezza liberi."
Annuisco, aprendo il sacchetto bianco che Jonah ha messo vicino a me: "Com'è stata la giornata?"
Lui alza le spalle: "Al solito, siamo solo in un altro posto. L'unica differenza è che ci siamo allenati all'aperto, tra l'altro ci hanno fatto stare con gli altri. Vedessi come ci guardavano, sembrava che ci stessero odiando con tutte le loro forze. Perfino quelli del gruppo col controllo del movimento mi guardavano male, ti pare possibile?"
Do una veloce occhiata in giro, tutti quanti stanno parlando con loro Sky, è un'immagine davvero bella. Ritorno così subito su Jonah, sorridendogli mentre addento il panino: "No, ovviamente. Ma a quanto pare siamo entrambi visti come degli emarginati, con la differenza che almeno la tua esistenza è conosciuta."
"Da più o meno centoquaranta persone, considerata la mia famiglia e i professori." fa un leggero sorriso, soffermandosi su di me per un attimo. Okay, questo suo sguardo mi sta mettendo a disagio.
"Cosa c'è?" alzo le sopracciglia, incuriosita. Forse non comprende il mio modo di mangiare, che ne so.
In tutta risposta, lui sorride: "Tutti questi discorsi, queste domande...ho sempre pensato che non sarei più stato capace di farli con te. E invece sei qui, se è incredibile per te lo è il doppio per me."
Potrei avere milleduecento reazioni più appropiate, ma l'unica cosa che riesco a fare adesso è gettare le braccia al suo collo e stringerlo a me. Il panino credo sia da qualche parte sotto di me, non oso nemmeno immaginare dove, e ammetto di non essere poi così comoda dato che sono per metà stesa e per metà aggrappata a Jonah. Non immagino quale parte di lui avrei abbracciato se fossi stata sul letto in basso. In ogni caso però fortuna vuole che io mi trovi sul letto superiore, e che dopo i primi secondi di smarrimento Johnatan abbia appoggiato le mani sulla mia schiena, abbracciandomi a sua volta.
"Mi sei mancato." confesso sottovoce, sperando che nessun altro mi senta anche se non c'è effettivamente pericolo dato che ognuno è impegnato a fare dell'altro. 
"Cosa credi?" mi chiede lui sussurrando al mio orecchio, stringendomi leggermente di più. "Mi sei mancata anche tu. Mi dispiace tanto Riley, tu non puoi immaginare quanto. E' colpa mia se ora sei costretta a vivere così, non è nemmeno una vita la tua. Se solo avessi saputo a cosa ti avrei messa di fronte non l'avrei mai fatto, te lo giuro. Sono stato un incosciente a dirti dei miei poteri, se potessi torn-"
"Ti sei sempre scusato troppo." lo interrompo, allontanandomi dalle sue spalle per sorridergli. "Alla fine ci siamo ritrovati, è tutto a posto adesso."
"Abbiamo solo due giorni, non una vita intera."
Beh, devo ringraziare il qui presente Johnatan Lewis per avermi detto qualcosa che non mi era mai nemmeno passato per la testa!
"Dai?" gli chiedo retoricamente, prima di scuotere la testa mentre ridacchio come un'ebete. "Ma ora almeno so che stai bene. E' già tanto."
Il rosso sbuffa, facendo fluttuare per qualche istante i ciuffi rossi: "Ci penseremo, okay? In ogni caso, ora volevamo andare fuori. I nostri professori hanno detto che noi Sky abbiamo il retro del giardino tutto per noi, hanno troppo da fare per venire a controllare. Ci stai?"
"Perché mai dovremmo andare fuori?" gli chiedo, la mia pigrizia come sempre ha il sopravvento.
Il rosso sgrana gli occhi, sorpreso: "Da quanto tempo non respiri un po' d'aria? C'è la neve fuori!"
Neve?
Non ho bisogno di sentire altro.
Scatto così giù dal letto, sentendo un'ondata di vita far battere il mio cuore: "Cloud, si va a giocare sulla neve!"
Inutile dire che, come poche ore fa, la prima risata che sento è quella di Jonah.
  
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