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Autore: VvFreiheit    23/04/2017    11 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
.
Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Come previsto, sul volto di Erik si disegnò un piglio compiaciuto e saccente di chi è convinto di averci visto lungo ancora una volta, mentre nei pensieri del giovane greco, si insinuava una strana sensazione non troppo piacevole. Il collaboratore del suo ragazzo non aveva certamente colto il tono velatamente sarcastico che Mika aveva usato; a Andy, che invece lo conosceva fin troppo bene, quella risposta era parsa intrisa di irritazione e dissimulato risentimento.   

Fortunatamente la conversazione prese un’altra piega e, iniziando a chiacchierare di generi musicali, l’atmosfera tornò serena e tranquilla.

-*-*-*-*-*-

Durante il tardo pomeriggio la crew sistemò gli strumenti e si preparò per il sound-check, mentre Mika veniva sballottato da una parte all’altra per la promozione, e i greci si facevano il giro della città da veri turisti.

La sera i ragazzi si godettero le esibizioni degli altri gruppi e quindi del concerto della popstar, prima di rientrare alle 2 inoltrate in hotel e crollare stanchi della intensa giornata.

I giorni successivi passarono in terra francese all’incirca con le stesse dinamiche: viaggio, promozione, concerto.

Quella sera Andy si intrattenne più a lungo in città con Nikolas e rientrò nella zona festival quando Mika era ormai sul palcoscenico.

Una volta finita l’esibizione, durata quella sera meno del solito visto il gran numero di band presenti, pass alla mano entrambi si fecero largo nel backstage, in cerca di Mika, l’ultimo mancante all’appello prima della partenza alla volta inglese.

Fin dal momento in cui Andy mise piede nel camerino del libanese intuì come l’umore del suo ragazzo quella sera non fosse prettamente idilliaco.
Si aggirava nella piccola stanza con sguardo accigliato e fare nervoso come se qualcosa non andasse per il verso giusto.

Era la loro ultima serata in terra francese, subito dopo infatti la band si sarebbe spostata in Inghilterra per le date successive e i due ragazzi non vedevano l’ora di crogiolarsi nella tranquillità di casa, riabbracciare Melachi e vivere la loro quotidianità da fidanzati, almeno per qualche giorno.  

“Ma quanto è bella Make you happy dal vivo?” Andy fece notare la sua presenza in camerino, lodando l’esibizione della nuova canzone eseguita magistralmente davanti all’enorme piazza gremita, cercando con quel complimento di risollevare l’umore apparentemente nero della popstar.

“Sì… bene” farfugliò il ragazzo raccattando le sue cose dal camerino senza considerare troppo il giovane biondino che lo osservava incerto sul da farsi.

“Le valigie sono già caricate sul bus?” chiese di nuovo aiutando il ragazzo con lo zaino dentro al quale aveva appena gettato malamente i vestiti di scena usati quella sera.

Onde evitare il traffico fitto della mattina all’imbocco del tunnel della manica, la squadra aveva deciso di anticipare il rientro verso Londra a bordo dell’enorme tourbus, alla sera stessa così da arrivare in terra inglese alle prime ore del mattino.

Mika era solito viaggiare da solo con la madre, le sorelle o nell’ultimo periodo i greci, a bordo dell’auto presa a noleggio per gli spostamenti della promozione, ma per quella sera, il manager lo aveva praticamente obbligato ad unirsi alla crew e viaggiare in tourbus così da poter sfruttare i letti e passare la nottata comodamente, con la scusa di volerlo “in forma per la promozione della mattina successiva” e non assonnato dopo una notte sveglio in auto.

I musicisti avevano appena finito di caricare le loro valige e all’appello non mancava che lui, il quale però stava cercando in tutti i modi di ritardare la sua salita.

Poco prima di mettere piede sul palcoscenico quella sera, infatti, aveva avuto un altro dei suoi ormai tipici battibecchi con il suo direttore luci e quando poco prima della fine dell’esibizione lo aveva incrociato nei camerini, all’ennesima sua battuta egocentrica si era dovuto trattenere dallo sbottargli addosso nel peggior modo possibile.   

Ora, il sol pensiero di dover condividere il viaggio con lui e Andy nello stesso spazio, lo irritava a dismisura. Non solo doveva infatti ignorare Erik, ma non poteva nemmeno lasciarsi andare ad una serata tranquilla con il suo ragazzo, che al momento era l’unica cosa che sarebbe stata in grado di rappacificare il suo animo scontroso e irritato.

Andy attese che il riccio controllasse di non aver lasciato nulla in camerino e quando concluse e si incamminò con l’intento di uscire, gli si parò davanti alla porta a braccia sbarrate, impedendogli l’uscita e ricevendo come risposta uno sguardo contrariato e un sospiro arrabbiato.  

“Senti, già sono stanco stasera, non ti ci mettere pure tu per favore!” lo minacciò incrociando le braccia al petto e aggrottando le sopracciglia con fare risoluto, attento a non far cadere la felpa e la borsa che teneva tra le mani.

Andy lo fissò senza demordere con uno sguardo tra il serio e l’affettuoso, senza spostarsi di mezzo centimetro.

“Cosa c’è che non va?” chiese nonostante già sapesse che la sua risposta si sarebbe limitata ad una mera frase di circostanza, peraltro infastidita, più che alla vera spiegazione dei suoi crucci.

“Niente! Perchè ci dev’essere qualcosa che non va?!” sbottò Mika come previsto, agitando le mani in aria con fare concitato sbuffando sonoramente.

Evidentemente il ragazzo era più nervoso ed esasperato di come si aspettasse.

Andy tolse le mani dai lati della porta e le andò ad adagiare sulle sue spalle in una presa salda ma dolce. Avrebbe tanto voluto chiedergli di tranquillizzarsi ma intuendo la reazione che avrebbe ricevuto a tale richiesta, cambiò modo di fare.

“Hai ragione, probabilmente sei solo stanco.” Disse passandogli una mano a spostare un boccolo sceso sulla fronte. “Mi vuoi dare le tue cose che te le porto?” chiese quindi servizievolmente con un sorriso addolcente.

Mika a quel tono si distese appena, accennando un mezzo sorriso e lasciando al compagno la sua giacca che giaceva a penzoloni su un braccio, abbassando il capo per un istante e scusandosi con un sussurro appena accennato che però era certo Andy avesse colto.

Fianco a fianco i due si incamminarono verso il piazzale retrostante il festival dove il bus era in attesa degli ultimi passeggeri e vi salirono lentamente, prendendo posto nel salottino che occupava la zona giorno al primo piano del mezzo insieme ai ragazzi, che rilassatamente si stavano concedendo una birra, mentre Erik come solito li intratteneva con battute e barzellette.

“Il petit prince è arrivato, bonsoir!” lo salutò il trentacinquenne marcando l’accento sulle parole francesi, prendendo chiaramente e bonariamente in giro la fluente parlantina con cui Mika era solito intrattenere il pubblico durante i concerti in terra francese.

“Bonsoir le con!”* rispose il libanese stizzito con un ghigno in viso, rivolgendosi a lui con quell’appellativo di cui sicuramente l’inglese non avrebbe capito il significato.

Con abbreviazione di garçon giusto?” esordì l’uomo sicuro di sé, storpiando l’accento dolce della lingua di Molière, esaltando le sue doti di linguista quale non era. 

“Esattamente” Tagliò corto Mika scuotendo appena la testa esasperato mentre Andy accanto a lui emise una risatina, scoccandogli una occhiata d’intesa. Benché il francese non lo parlasse, ormai certe parole ed espressioni in anni di convivenza con un bilingue le aveva imparate, e poi Mika quella parola la rivolgeva spesso anche a lui, con fare sicuramente più scherzoso e meno piccato di come avesse fatto quella sera col collega. 

“Hehehe vedete: non serve vivere 10 anni in Francia per capire il francese” si vantò Erik ricevendo sguardi perplessi da parte dei musicisti che, notato lo sguardo di fuoco rivoltogli da Mika, si guardarono bene dall’assecondare l’ennesima battuta poco simpatica del tecnico, lanciata nei confronti del libanese.

Andy invece a quell’uscita, che capì senza fatica essere un attacco diretto al compagno, sentì un moto di nervosismo salirgli dentro e si mise definitivamente sull’attenti, scrivendo mentalmente il nome dell’uomo sulla sua lista nera.

Poi decise di sdrammatizzare e cercare di volgere la situazione a favore del suo ragazzo, di cui vedeva la calma apparente sfumare sempre più, di minuto in minuto. “Eh Mika… A che serve sapere tre o quattro lingue se basta un filo di intelligenza e le si imparan velocemente come lui” buttò lì attento a incrociare gli sguardi con lui per enfatizzare con un’espressione di intesa quello che voleva essere il suo contrattacco.

Il riccio colse immediatamente la stoccata difensiva del suo ragazzo e di rimando gli lanciò uno sguardo immenso rispondendo con un ringraziamento, per lo stupore di tutti, pronunciato in greco: “Ευχαριστώ αγάπη που”. (Efharistò agapi mu)

Andy si allargò in un enorme sorriso e allo stesso modo fece Nikolas da infondo alla saletta. Fortunatamente le luci del bus non erano troppo forti e l’accenno di barba del biondo contribuiva, altrimenti l’intera crew avrebbe notato il rossore comparire sulle guance al “grazie amore mio” che Mika gli aveva appena giurato nella sua lingua madre.

“Questo l’hai capito poliglotta o il greco ti manca?”

La voce furba di Nikolas si fece strada con stupore tra i ragazzi e giunse fino alle orecchie di Erik il quale in un attimo cambiò espressione, ancor più quando le risate della band si alzarono divertite, appoggiando lo sfottò degli amici del cantante.

“Lasciatemi una settimana in Grecia e imparerò anche quello!” si riprese però immediatamente il tecnico ritornando alla ribalta con la sua solita faccia tosta.

Mentre l’attenzione come solito era rivolta tutta a Erik, Andy da dietro ad un cuscino prese la mano del suo Mika e la strinse alla sua per un breve attimo ricevendo a sua volta una morsa dalle dita del ragazzo, che durò quel tanto che bastava per fargli capire che ancora una volta si erano intesi senza bisogno di dire molto.

Le battute del ragazzo proseguirono intrecciate a quelle meno stupide e più interessanti dei musicisti fino a quando, in una discussione sui testi di alcune canzoni d’amore di rockband del passato, non saltò fuori il tema nuovo album di Mika.

“C’era una canzone in un musical che ha lo stesso titolo del tuo album” gli fece notare Max cercando su internet intanto la commedia musicale di cui non ricordava il nome.

“Sì, anche un certo JMM ha un album con lo stesso titolo” annuì Mika, ben conscio che la scelta che aveva fatto per il nome del suo nuovo lavoro non fosse tanto originale come i due precedenti.

“E non mi piaceva nemmeno troppo l’idea di dare come titolo all’album, il titolo di una canzone che contiene, ma per stavolta non avrebbe avuto senso fare diversamente, è nato tutto con quella canzone.” Asserì quindi, spiegando agli amici le sue scelte. Andy a quella confessione si sentì pervadere da una miriade di farfalle nello stomaco, gli sembrava di essere tornato il ventunenne innamorato perso dell’artista che in quel momento gli sedeva a fianco.

“È meravigliosa quella canzone! Se me la dedicassero penso mi scioglierei come un ghiacciolo al sole!” esordì Joy con aria sognante, esternando la speranza che in un domani qualcuno potesse scriverle una canzone tanto innamorata e intrisa di sentimento solo per lei.

Nikolas a quell’uscita ridacchiò appena, ricordando come in effetti su Andy quelle strofe avessero avuto esattamente l’effetto descritto dalla percussionista, ottenendo un’espressione divertita e imbarazzata da parte dello stesso biondino che si voltò e ridacchiando gli fece cenno di tacere.

“Ma sei fidanzato, Mika?” chiese ad un certo punto Lewis, esprimendo un po’ il pensiero di tutti quanti, che nessuno aveva ancora irriverentemente esternato.

Il diretto interessato a quella domanda completamente inaspettata, sgranò gli occhi assumendo una colorazione rosso fuoco, mentre nella sua testa si allineavano tutte le possibili alternative da dare in risposta.

“Secondo me sì e pure da parecchio. Parole come quelle di Origin of love non le dedichi a una appena conosciuta in discoteca, secondo me…” continuò Joy esternando il suo punto di vista romantico.

Mika a quelle parole distolse l’attenzione dal groviglio di pensieri attorcigliati e tornò alla realtà aumentando la tonalità di cremisi in viso, mentre Andy accanto a lui rideva sommessamente cercando di trattenersi e così faceva Nikolas.

“Ma vaaa.” Saltò su a quel punto Erik. “Non vedete che faccia da figone ha?! Ne cambierà una a sera come minimo e fa pure bene direi!”

Tra i ragazzi si accese una piccola discussione tra chi sosteneva il punto di vista della ragazza e chi quello del suond director, mentre Mika alle parole di Erik aveva smesso di ridere imbarazzato e si era fatto scuro in viso.

“Io dico che quella canzone l’ha scritta per attirare ragazze… sai a loro piacciono le romanticherie!” continuò l’uomo con aria divertita e saccente, lanciando occhiate eloquenti al ricciolino, senza notare che l’espressione divertita di poco prima si era tramutata in un piglio furente con il quale lo stava guardando tutto fuorché con fare amichevole e goliardico.

Andy a sua volta stava scrutando il collega del suo fidanzato con occhi infastiditi, urtato e adirato da quelle uscite che inaspettatamente su Mika stavano avendo un vero e proprio effetto destabilizzante.

L’irriverenza e la sfacciataggine intrinseche del libanese sembravano avere preso il largo ed aver lasciato in superficie solamente una lieve coltre di fragile timidezza pronta a frantumarsi al minimo soffio.

When I fall to my feet wearing my heart on my sleeve, all I see just don’t make sense…

La melodia e le parole di una delle recenti canzoni che Mika gli aveva dedicato, affiorarono nella sua memoria e lo avvolsero dolcemente, sferrandogli al contempo uno scossone potente.

Venne percorso da un brivido, districando una ad una quelle parole in rima e accarezzandole con cura rendendosi conto di come, fino a quel momento, non le avesse mai davvero comprese e percependo per la prima volta quella poesia non come una semplice canzone d’amore bensì come una concreta richiesta di aiuto e di viscerale bisogno d’amore.

Lo osservò.

Mika se ne stava sì seduto su quel divanetto, ma la sua anima in quel momento giaceva lì a terra, inginocchiata davanti al niente, con il cuore pulsante stretto tra le mani, in balia degli sguardi, delle parole, delle dicerie e delle incomprensioni, con lo sguardo perso nel tentativo di comprendere l’insensatezza che intorno a lui vorticava prepotentemente.

You are the port of my call… you shot and leavin’ me raw… now I now you’re amazing…

Gliel’aveva sussurrato al mondo; lui era il suo sostegno, la speranza a cui le sue grida silenziose cercavano appiglio. Aveva passato giorni interi in una fredda ed angusta stanzetta di uno spoglio B&B greco, in pieno inverno pur di riconquistare la sua fiducia ed ora come mai prima, si sentiva in dovere di dimostrargli di valere quella responsabilità che inconsciamente gli aveva giurato riprendendolo al suo fianco e mostrarsi di essere all’altezza della sua sconfinata fiducia.

Quando cado a terra e tutto ciò che vedo intorno a me non ha alcun senso, tu sei il mio punto di riferimento.

Si voltò per un attimo alla sua sinistra, notò negli occhi scuri un lieve luccichio di impotenza e percepì distintamente un’ombra di fragilità farsi strada sul suo viso. Notò l’incapacità momentanea di prendere le difese di quella che per lui era una parte importante del suo mondo, attaccata e denigrata in modo quasi violento da un istrionico e egocentrico sbruffone e senza troppo riflettere, agì d’istinto: in una frazione di secondo prese una decisione. E lo fece per orgoglio. Sia per il suo, che per il loro.

Ripensando a ciò che un paio di sere prima Mika gli aveva raccontato, lasciandosi andare ad una confessione di risentimento verso la stessa persona che lo stava attaccando proprio in quel momento, Andy pensò bene di vendicare la sua saccenza e prendere per mano il suo ragazzo a compiere ciò che doveva.

“Eh sì…me l’ha detto Mika che hai un sesto senso quando si tratta di capire le persone…” iniziò il greco attirando l’attenzione dell’ultra trentenne su di sé e assumendo un piglio serio e lievemente sarcastico.

Erik sorrise fiero, prendendo le parole del ragazzo come un complimento al suo acume di ragionamento nella discussione che stavano portando avanti e beandosi del fatto che le sue doti potessero essere giunte fino alle orecchie di Andy in maniera spontanea.

Mika accanto a lui invece, non appena udì quella frase e il tono con cui Andy l’ebbe pronunciata, lo squadrò intimorito perdendo nel frattempo un paio di tonalità di colore, intuendo già dove il suo ragazzo potesse voler andare a parare.

Il biondo riprese la parola, rivolgendosi anche al resto della compagnia addolcendo l’espressione e il tono prima di aprire di nuovo bocca.

“Interessante, non c’è che dire…” commentò quasi sinceramente.

Poi continuò con fare tranquillo e rilassato.

“Se posso, mi sento in dovere di togliervi due curiosità stasera, in fin dei conti me ne sono stato zitto per gran parte della serata, non è molto educato…” disse con un mezzo sorriso, quasi scusandosi di quell’interruzione irriverente.

Tutta la compagnia annuì e sorrise curiosa, facendo cenno al biondino di insinuarsi senza problemi nella discussione.

“Non per farne un vanto ma penso di poter rispondere sia alla domanda di Lewis, sia alla curiosità inespressa di Joy.” Asserì con un sorriso spontaneo girandosi per una frazione di secondo verso Mika e notando i suoi occhi sgranati e la sorpresa che vi si poteva leggere chiaramente.

“Mika è fidanzato?” ripeté la domanda posta dal batterista poco prima, con fare retorico, “Sì lo è, da 5 anni e mezzo” si auto rispose quindi sorridendo fiero e provocando un’ovazione generale.

“Supposizione errata Erik” infierì poi con sguardo tagliente e un mezzo sorriso di scherno puntato dritto in faccia al tecnico, mentre la squadra si esibiva in un’ovazione gioiosa alla notizia e aggiungeva una risata alla battuta seguente di Andy.

“E quindi sì, Joy…” disse dedicandole un sorriso dolce “Origin of Love è dedicata a qualcuno che per lui è molto importante” spiegò riprendendo il suo pensiero, mentre la ragazza si scioglieva a quella parole.

“Perché è così giusto??” chiese quindi con fare teatrale, voltandosi alla sua sinistra con un enorme sorrisone, chiedendo conferma all’autore della canzone sia per cercare amorevolmente di coinvolgerlo, sia per provare le sue supposizioni alla squadra; ma Mika perso nella foschia del momento rispose solamente annuendo imbarazzato.

“E… beh… immagino che a questo punto siate curiosi di sapere chi sia questa persona tremendamente fortunata…” asserì, accolto da un coro di risposte affermative e curiose che gli assicurarono la piena attenzione dell’intero gruppetto.

Prima di proferire altro, Andy si voltò verso Mika che oramai lo fissava senza più respirare, completamente scioccato e allibito da ciò che ormai era sicuro il suo compagno fosse in procinto di fare.

Intrecciò gli occhi azzurri con i suoi, silenziosamente domandandogli il permesso, certo che avesse compreso le sue intenzioni. Quando vide un flebile sorriso aprirsi sul suo volto senza più pensarci oltre, gli prese lentamente il viso posando le mani sulle guance ormai pallide e gli si avvicinò lasciandogli un tenero bacio a fior di labbra.  

Quando il lieve incontro di labbra finì ed entrambi schiusero di nuovo gli occhi, Andy posò la fronte sulla sua, dedicandogli uno sguardo d’intenso amore, sincerandosi che nei suoi occhi trasparisse il stesso suo sentimento e nulla più.

Poi come se nulla fosse tornò con la sua attenzione sul resto del gruppo che a quel punto li guardava allibiti e rispose con un semplice “Io”, come se il gesto eclatante non avesse già reso abbastanza chiaramente il concetto.

“E sì Joy… ti confermo che ti fa sciogliere come un ghiacciolo esattamente come hai detto tu” ammise arrossendo appena, mentre Mika si portava le mani al volto, scuotendo la tesa timidamente imbarazzato.

Ma Andy non aveva ancora finito.

“Ah scusa l’impertinenza Erik: dici che il nostro modo di parlare è abbastanza gay?” chiese sbeffeggiando platealmente ciò che Mika gli aveva riferito il tecnico avesse ammesso durante una serata in compagnia alcune settimane prima. 

L’uomo non rispose. Se ne stava immobile e ammutolito con gli occhi di tutta la squadra puntati addosso e le risatine di scherno che stavolta si erano coalizzate all’unisono contro di lui. Era stato affrontato e svergognato pubblicamente nel modo più semplice e inatteso possibile. La sua costante espressione da mattatore indiscusso della compagnia si era in un attimo volatilizzata per lasciare spazio ad una faccia a dir poco incredula e imbarazzata.

Mika invece osservava la scena con un’indescrivibile gioia e serenità nel cuore. Nel giro di nemmeno cinque minuti il suo compagno lo aveva tolto da ben 3 impicci: confessare loro di essere fidanzato e spiegare con chi rivelando la sua vera identità, vendicarsi una volta per tutte delle continue violenze verbali di Erik, nascoste tra le righe di innocue battutine e ottenere la libertà di essere sé stesso con Andy durante il restante tour, o altri momenti futuri da trascorrersi con lui insieme alla sua squadra.

Il mutismo che aveva accomunato l’intera comitiva dal bacio scambiato tra i due ragazzi, venne rotto dalla voce incredula di Joy.

“Andy non sai quanto ti invidio!” affermò la giovane con tutta la sincerità di cui era capace esternando il suo tacito benestare riguardo la notizia appena appresa.

“Bel rapporto di amicizia eh…” esclamò Curtis contribuendo alla presa in giro ormai condivisa nei confronti di Erik che solo pochi giorni prima aveva lodato i due ragazzi alludendo al rapporto amichevole che ancora vedeva chiaro e delineato tra loro.

La risata generale che si levò alla battuta del polistrumentista fece sorridere Mika di pura felicità.

Sempre più spesso negli ultimi giorni le parole taglienti di Erik lo avevano sommerso con una opprimente sensazione di impotenza e inferiorità, troppo simile a quella ancora ben presente nella sua memoria, di una dozzina buona di anni addietro.

Mai si sarebbe aspettato che Andy potesse prendere in mano la situazione in quel modo, esponendosi in prima persona e parlando così francamente senza un briciolo di tremolio nella voce o insicurezza alcuna. 

Mai si sarebbe immaginato di ricevere un bacio da lui in quel modo davanti a tutti quanti, mostrando senza remore o vergogna cosa loro due fossero.

Mai si sarebbe figurato solo un anno e mezzo prima, una sfrontatezza così grande da parte del timido ragazzo che aveva a fianco, una presa di posizione così plateale da parte sua.

Era chiaro che dopo i trascorsi burrascosi dell’anno precedente, non era stato solamente Mika a subire dei cambiamenti caratteriali e personali importanti, ma che anche Andy fosse stato sopraffatto da una forza e una tenacia tutta nuova che aveva costruito a poco a poco per riuscire ad aiutare il suo compagno dopo il crollo emotivo dell’ottobre di ormai due anni prima, e che gli era poi servita per districarsi dalle forti emozioni negative e positive che lo avevano travolto dalla dipartita di Mika a Montreal a cui era seguita la loro rottura ed il successivo rappacificamento.  

Dopo tutto il dolore che aveva visto annebbiare gli occhi limpidi del suo ragazzo in quel periodo difficile, si era promesso di fare di tutto affinché ombre di quel tipo non facessero più capolino tra le sue sfumature ambrate.

Quella sera, all’ennesimo sguardo glaciale di Mika verso Erik ed al successivo velo di arrendevolezza che aveva visto prendere forma tra i tratti dolci del libanese, non ci aveva visto più e si era sentito in dovere di prendere in mano la situazione, esattamente come anni prima il riccio avrebbe fatto per lui.

I ragazzi della crew, uno dopo l’altro si felicitarono con loro, esprimendo la loro approvazione e chiedendo quindi ai due alcune curiosità di coppia a cui entrambi risposero in parte, dribblando e omettendo dettagli qua e là.  

Dopo quasi due ore e mezza spese a chiacchierare, Mika, che dalla mattina presto del giorno prima era stato impegnato nella promozione, iniziò seriamente a perdere colpi, sbadigliando sempre più ravvicinatamente, arrivando a chiudere gli occhi per un secondo e non volerli riaprire per le successive 10 ore.

Andy notò la testa di Mika ciondolare di qua e di là senza controllo un paio di volte e con una spintarella affettuosa lo risvegliò, convincendolo a salire al piano di sopra e stendersi a letto, decidendo quindi di seguirlo e concedersi a sua volta una dormita.

Nikolas, che per tutta la serata aveva assistito all’evolversi degli eventi, appuntandosi mentalmente di fare i complimenti al suo figlioccio per l’audacia e a Mika per la pazienza, decise di spostarsi verso la poltroncina posta in fondo alla zona giorno e approfittarne per schiacciare un pisolino, non prima però di aver fatto un ultimo smacco al simpaticone del gruppo.

“Io vado a dormire ragazzi. Ah e comunque per tua informazione Erik: con in francese non è l’abbreviazione di ragazzo. Buonanotte!” 

*Con = stronzo.

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Buoooooooongiornooooooooo!
Lo so, metà di voi vorrà la mia testa per non aver ancora trattato la storica "To the man i love", ma c'è tempo. Prima c'era bisogno di una cosa del genere, di questa mossa molto poco alla Andy-vecchio-stile. Dalle vostre intuizioni ho visto come nessuno abbia indovinato, quindi spero di avervi stupiti ancora.
Con questo vi lascio alle caramelle pronte in saccoccia e vi annuncio che per le prossime settimane, sarò per studio/vacanza dall'altra parte dell'oceano, in giro per gli States e che quindi gli aggiornamenti ci saranno ma sarà possibile siano in giorni (e orari) un po' strambi. Dipenderà dal tempo che avrò là.
Vi saluto e vado a festeggiare il mio compleanno!
Ps. Se incontro i piccioncini ve li saluto ;)
A presto, un bacione! Vv 
  
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