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Autore: Leili1988    23/04/2017    1 recensioni
Kara, dopo essere stata licenziata dalla Catco, é al suo primo giorno di lavoro presso la L-corp, ma qualcosa inquieta il suo stato d'animo. Riuscirà Lena a risollevarle il morale?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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La mia eroina

 
Kara camminava nervosamente su è giù per lo studio.
Quello era il suo primo giorno di lavoro presso l’ufficio di Lena Luthor come sua assistente personale.
Dopo aver saputo del licenziamento della sua amica, la bruna aveva infatti insistito affinché sostituisse la sua precedente segretaria, rivelatasi in realtà una spia della madre.
Per quanto la situazione fosse provvisoria, Kara ci teneva particolarmente a non deludere Lena.
C’era solo un piccolo problema: aveva da poco scoperto che il suo ragazzo le aveva mentito su chi fosse in realtà e ora si sentiva tradita!
Mon-El, contrariamente da quanto le aveva raccontato, era il principe di Daxam e si era macchiato di diversi crimini contro il suo stesso popolo, contribuendo direttamente alla distruzione di Krypton.
Il ragazzo aveva provato più volte a scusarsi, a spiegarle quanto fosse cambiato da allora e di come avesse omesso quella scomoda verità solo perché temeva di perderla. Kara però non aveva sentito scuse. Era troppo arrabbiata, ferita e delusa per poterlo perdonare. Così si erano lasciati e Mon-El aveva abbandonato la Terra, incapace di convivere con quel rimorso.
Lena fece il suo ingresso in ufficio con la solita eleganza e il portamento da donna dell’alta società, sempre fiera e composta. Scrutò Kara da lontano e si rese subito conto che qualcosa non andava. Non che fosse difficile in effetti, la ragazza era un libro aperto!
«Buongiorno, Kara!»
«Buongiorno, Lena!» - disse sistemandosi nervosamente gli occhiali.
«Tutto bene?»
«Certo, è un onore essere qui! Cosa posso fare per te?»
Lena ovviamente non credeva alla sincerità di quella risposta, ma sapeva come far vuotare il sacco a Kara.
«Che ne dici di iniziare con una bella colazione insieme? Ti aspetto nel mio ufficio.»
«Caffè e ciambelle?»
«Sarebbe fantastico, grazie!» - le sorrise.
Lena osservò la ragazza precipitarsi verso l’uscita, come se portare in fretta a compimento quell’incarico fosse una questione di vita o di morte.
Lena era felice di avere accanto Kara. Con quel suo fare impacciato riusciva a metterla sempre di buon umore e la sua dolcezza le scaldava il cuore.
Sospirò pensando al suo sorriso. Quella ragazza aveva fatto breccia nel suo cuore sin dal loro primo incontro e, col passare del tempo, stava sempre più diventando un punto di riferimento.
Kara bussò al suo ufficio poco dopo, riportandola alla realtà. La fece quindi accomodare sul divano e prese posto accanto a lei, servendosi una ciambella e gustando un sorso di caffè caldo.
Kara, ad occhi bassi, fece altrettanto.
«Allora, vuoi dirmi cosa c’è che non va?» - domandò Lena.
«Niente, davvero!» - si affrettò a rispondere l’altra.
Lena posò il bicchiere di caffè sul tavolino e scrutò Kara per qualche istante.
La ragazza, sentendo lo sguardo dell’amica su di sé, alzò gli occhi e le sorrise nervosamente.
«Andiamo Kara, non sei brava a mentire! Posso capire che tu non voglia parlarmene, ma…»
«Non è questo!» - la interruppe prontamente. Non poteva permettere che pensasse una cosa del genere: voleva assolutamente confidarsi con lei!
«Non sarebbe affatto professionale se ora mi mettessi a piagnucolare per la mia patetica vita sentimentale! Sono onorata che tu mi abbia offerto questa opportunità e non voglio deluderti!»
Lena le sorrise.
«Kara, tu sei mia amica prima di essere la mia assistente! Se ti ho assunta è perché non ho dubbi riguardo la tua professionalità e non voglio tu ti senta sotto esame. Sei qui come mia spalla, non come mia subordinata!»
Gli occhi di Kara si illuminarono a queste parole e un sorriso si fece largo sul suo viso.
«Così va meglio!» - disse la mora incantata - «Ora vuoi dirmi che ti succede?»
La ragazza finalmente si convinse e iniziò a raccontarle quanto accaduto con Mon-El. Certo evitò accuratamente di rivelarle come egli fosse in realtà il sovrano del pianeta responsabile della distruzione di casa sua, limitandosi a rivelarle come le avesse mentito.
«Ti sei pentita per averlo lasciato?» - domandò infine.
«No, assolutamente! Credo semplicemente di avercela con me stessa per non averlo capito prima!»
«E come avresti potuto? Non esiste un superpotere per questo… Hai semplicemente seguito il tuo cuore e ci vuole molto coraggio per questo!»
«Mi sento così delusa! Pensavo fosse una persona diversa…»
«Già, conosco bene la sensazione! Per anni ho vissuto nella menzogna circondata da una famiglia che non faceva altro che mentirmi… Con questo non voglio certo mettere sullo stesso piano il tuo ex con i miei parenti sociopatici… Sono convinta che in fondo le sue intenzioni non fossero malvagie, ma so bene che una volta persa la fiducia è difficile riconquistarla!»
«Esatto, non lo vedevo più con gli stessi occhi!» - fece una piccola pausa - «Tu come l’hai superata?»
«Onestamente? Non l’ho mai superata… Continuo ad essere diffidente nei confronti del prossimo ed è anche per questo che ho pochi amici… oltre ai tremila pregiudizi che ruotano intorno alla mia persona in quanto Luthor.» - ammise mestamente.
«È un gran peccato, sai? Sei davvero una bella persona… Dovresti affrontare il mondo a testa alta!»
«Ho iniziato a farlo, anche grazie a te! La fiducia che hai dimostrato nei miei confronti mi ha dato nuova speranza! Sei la mia eroina e non perché sei Supergirl!»
Kara scoppiò a ridere nervosamente. Lena lo aveva capito!
«Ma che dici? Sono troppo goffa per essere Supergirl!»
«Non devi fingere con me, Kara!»
«Ti… ti sbagli!» - balbettò mentre Lena le sfilava delicatamente gli occhiali.
«Riconoscerei questi occhi ovunque, persino su un altro pianeta!»
Kara era combattuta. Sapeva che ormai continuare a negare era inutile, ma per Lena avrebbe voluto rimanere solo e soltanto Kara.
«Non temere, il tuo segreto è al sicuro con me! Ho sicuramente tanti difetti, ma non sono un’infame. Non farei mai nulla che possa danneggiarti, tengo troppo a te!» - si morse il labbro e le sfiorò la mano.
«Avrei preferito che continuassi a vedermi solo come Kara… Tutti adorano Supergirl e Kara rimane spesso nell’ombra. La ragazza impacciata capace di rendersi ridicola in ogni interazione sociale! Ma tu riuscivi a guardare oltre, a vedere la ragazza sensibile piena di passione per il suo lavoro…»
«La vedo ancora! E continuo ad apprezzare Kara… È sicuramente più semplice fronteggiare le difficoltà con dei superpoteri, ma affrontare nonostante tutto la vita quotidiana come ogni comune essere umano, con la consapevolezza di essere l’ultima del proprio popolo, questo lo trovo di un eroismo estremo…»
Kara sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime. Il suo cuore aveva preso a palpitare come un forsennato, nell’incrociare di nuovo quello sguardo.
«Io… io non so cosa dire!»
«Non serve tu dica nulla! Voglio solo che tu ti senta come mi sono sentita io quando mi hai difesa! Tu hai visto oltre i pregiudizi legati al mio nome, anche quando tutti gli indizi erano contro di me… hai visto la vera Lena e ti sei messa contro tutti per difendermi e questo non lo scorderò mai!»
Fu in quel momento che, vedendo Lena così vulnerabile e priva di qualsiasi filtro, ebbe l’irrefrenabile desiderio di baciarla. Le strinse quindi le mani e si avvicinò alle sue labbra, fino a lambirle.
Il contatto fu breve, ma intenso, tanto da farle sentire le farfalle nello stomaco.
«Ho rovinato tutto?»
«No, no, assolutamente! Anzi!»
Lena era entusiasta. In realtà desiderava da tempo un suo bacio, ma non credeva che questa fantasia si potesse realmente realizzare.
«Questo cosa significa? Hai voglia di un’avventura esotica o c’è dell’altro?»
«Credo ci sia dell’altro, ma vorrei capirlo insieme a te! Non mi è mai capitato di sentirmi attratta da una donna… non fino a questo punto almeno! E tu?»
«In realtà ho frequentato sempre e solo donne… Mi sei piaciuta da subito, ma non credevo potessi interessarti in questo senso…»
Lena prese a far scorrere le sue dita lungo il braccio di Kara, seguì la clavicola, passò tra i seni fino a raggiungere l’ombelico, la coscia e poi il ginocchio.
La bionda si riempì di pelle d’oca. Tornò quindi a baciare Lena, dolcemente ma con maggiore intensità.
Si posizionò quindi su di lei per stare più comoda.
Le mani di Lena si adagiarono sulle sue cosce.
Kara interruppe il bacio, ma non il contatto visivo. Le sciolse i lunghi capelli corvini e fece scivolare le dita tra quei fili setosi. Si soffermò poi sul bordo del vestito vicino al decolté per poi afferrarle i seni prosperosi, stringendoli delicatamente. Le piacque quella sensazione di morbidezza, così nuova ed eccitante per lei.
Lena lasciò che l’altra la esplorasse senza muovere un dito, anche se ormai l’eccitazione stava prendendo il sopravvento. Non voleva azzardare troppo, correndo il rischio di spaventarla.
Fu però Kara a farle intendere che desiderava di più, prendendole la mano destra e portandola sotto la gonna. Le sue labbra nuovamente su quelle della mora.
«Non è un po’ presto per questo?» - chiese premurosamente Lena.
«No, non lo è!»
«E se poi ti pentissi?»
«Non lo farò!» - bisbigliò con voce affannata prima di riprendere a baciarla.
   
 
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