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Autore: Chione regina della neve    23/04/2017    2 recensioni
La storia si delinea attorno a Cathleen principessa un po ribelle, che si troverà a dover lasciare la sua casa per una missione diplomatica, che la porterà a conoscere una nuova terra, assai diversa sotto molti aspetti, ma non meno bella, e in particolare del re di questa terra sotto molti aspetti un leone in gabbia .
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Pioggia, di certo, mai scenario fu più adatto, per un invasione.

Un intera flotta, era attraccata al villaggio portuale, le navi erano così tante, e così grandi, che si potevano vedere da miglia di distanza.

L'esercito nemico poi, era così numeroso, che non serviva mandare esploratori per spiarne le manovre, bastavano le vedette delle torri di guardia.

Avevano preso possesso del villaggio, e trasformato i confini del villaggio stesso, in uno sterminato campo di tende verdi, sul cui fianco era ricamato uno strale color zaffiro, a rappresentare la marcia inarrestabile.

Tutto ciò, era accaduto in meno di un giorno, e ora, nel grande palazzo reale, tutto era in fermento.

Generali e dignitari andavano e venivano dalla sala del consiglio, come fossero tante formiche in preda alla frenesia, e le ronde delle guardie s'erano triplicate.

In un tale scenario, solo una figura sembrava essere fuori posto : la giovane principessa, unica e adorata figlia del re, che nonostante le proteste del padre, si dimostrava decisa a venire informata di ogni sviluppo.

La principessa rispondeva al nome di Cathleen.

Ella era molto graziosa, la pelle rosea e i tratti morbidi e delicati, la facevano sembrare fragile; insieme al corpo, minuto e magro, che agli occhi della gente la facevano apparire gracile, ma che in realtà, in nome della caparbietà, era stato allenato per ogni evenienza.

Ad attirare in lei, erano i grandi intensi e profondi occhi di un verde scurissimo, dotati di un fascino innocente, eppure tremendamente magnetico, che in un primo istante, quasi nascondeva, la luce vivace, ribelle, energica ed esplosiva, che preannunciava il suo carattere travolgente.

A far da cornice, a quei tratti e a quegli occhi, stavano dei corti capelli castani, che appena un po mossi, scendevano fino a sfiorare le spalle, in un unica onda sinuosa.

In quel momento ella era nella sala del consiglio, accanto ai genitori, mentre le figure di spicco prendevano parola, quasi rubandosela l'un l'altro.

Prese la parola un generale anziano, famoso per le sue numerose vittorie.

<< Vista la considerevole differenza di forze, propongo di ingaggiarli in una piccola schermaglia, in modo da avere il tempo di riorganizzare le difese per un assedio prolungato, in modo da capire come sono organizzate le loro forze e prenderli per sfinimento quando non riusciranno più a sostenere l'operazione>>.

I presenti iniziarono a commentare la strategia, alcuni persino approvandola.

Ma fu in quel momento, che pur tentando di rimanere concentrata la principessa si alzò in piedi, prendendo così la parola.

<< Stiamo davvero prendendo in considerazione questa follia? Mandare i nostri al massacro, abbandonare la popolazione, solo per poterci rintanare come topi e sperare che quelli non riescano a entrare. E' questo che sta proponendo signore ? >>.

Il re la zitti bruscamente, evidentemente contrariato, indicandole di tornare a sedere, rimproverandola tacitamente.

Ma il generale non sembrava considerare conclusa la conversazione, infatti prese nuovamente la parola, sta volta rivolgendosi direttamente alla ragazza.

<< Con tutto il rispetto vostra altezza, ha forse in mente un idea migliore ? >>.

Cathleen rimase in silenzio qualche momento, rimuginando sulle parole, soppesandole nel tentativo di dargli il giusto impatto, per poi prendere un profondo respiro e dire.

<< Dobbiamo prima di tutto pensare alla nostra gente, dobbiamo proteggerli, o almeno trovare il modo di far si che questi invasori non si accaniscano di loro >>.

Il generale sembrava infastidito e con tono stizzito ribatté.

<< Vostra altezza, la vostra giovane età vi impedisce di essere realista, il nemico è venuto qui con un enorme contingente, senza una strategia difensiva ci stritoleranno >>.

La ragazza stava per ribattere, o almeno per provarci, quando un soldato entro dalla porta, precipitandosi nella sala, visibilmente agitato e impaurito, senza nemmeno annunciarsi, si inchinò profondamente alla famiglia reale.

Il re infastidito e irritato da quell'azione si rivolse al nuovo venuto.

<< Spero ci sia una più che valida ragione, per una simile mancanza di accortezza >>.

Quello si prese un momento per smettere di sudare freddo, respirando profondamente, per calmare quelli che ormai erano evidenti tremori.

<< Il re nemico è qui, con la sua scorta personale, chiede di poterle parlare per giungere a un accordo >>.

Il silenzio calò all'istante nella sala, al punto da poter udire il respiro dei presenti farsi irregolare.

<< E' qui … Personalmente ? >>.

Il soldato prese fiato.

<< Si signore, sono rimasto pietrificato io stesso, non ne sono completamente sicuro, ho considerato si possa trattare di una tattica, ma da come si comporta la sua scorta ... Direi che è vero >>.

Il sovrano guardò la moglie in cerca di una qualsiasi risposta, per poi annuire verso il soldato.

<< Lasciali passare … Voglio sentire cosa ha da dire >>.

Il soldato si congedò immediatamente e qualche minuto più tardi le porte si riaprirono, sta volta per lasciar passare un piccolo drappello di uomini, vestiti di una pesante corazza scura, color del fumo, con un elmo la cui celata copriva solo la parte inferiore del volto lasciando scoperti gli occhi.

E in mezzo a loro, protetto da ogni lato, stava un ragazzo, non più vecchio della principessa, alto e possente come un gigante.

La sua corazza molto più semplice di quella della sua scorta ma più elegante : Un pettorale di un particolare grigio, che ricordava quello della nebbia, con diverse incisioni che forse raccontavano gli accadimenti della sua terra d'origine; collegati fra loro da disegni curvilinei che ricordavano la simbologia dell'acqua.

Le gambe erano coperte da semplice tessuto in cuoio nero, fino agli stinchi che erano invece rinforzati in metallo anch'esso nero.

Le braccia invece erano del tutto scoperte, lasciando vedere chiaramente i muscoli che anche in ul momento di riposo sembravano forti come i rami di una quercia.

Ma il tatto che più sorprendeva, era il mantello che portava sulle spalle : La pelle di una fiera leonina che luccicava al sole come fosse oro, mentre quella che un tempo era la criniera della bestia ora fungeva da cappuccio per quel giovane.

Non v'era dubbio alcuno, si trovavano davanti al condottiero e re, dell'armata giunta sulle loro coste.

Ora bisognava solo accertarsi di cosa volesse  

  
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