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Autore: Sakkaku    23/04/2017    2 recensioni
Questa storia è ambientata intorno al Medioevo, la protagonista si ritrova a nascondersi in un villaggio dove pensa di riposarsi solo per qualche giorno e ripartire. Le cose andranno diversamente e una parte del suo passato tornerà a galla.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mythological Creatures'
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Capitolo 16


Il temporale stava peggiorando. La pioggia cadeva avvolta dalla nebbia, in qualche modo rendeva tutto più tenebroso e lugubre. Il freddo penetrava nelle ossa, facendo rabbrividire Elisabeth. Un fragoroso tuono fece tremare le persiane della stanza, facendola sussultare sotto le lenzuola. Il fulmine illuminò la stanza con la sua luce.
Basta non ce la faccio più a restare qui” scese dal letto, s'infilò una maglia di lana, le galosce, si mise sulle spalle una coperta e s'incamminò in punta di piedi fuori dalla stanza, con sua grande sorpresa non incontrò guardie.
Elisabeth sgattaiolò nella stalla. Appena entrò, Rina tirò su il muso, riconoscendola.
- Sapevi sarei venuta da te, vero?
La giumenta in risposta le fece spazio in modo che si potesse appoggiare al suo ventre. I tremiti della donna cessarono, Rina riusciva a scacciare i demoni del passato, con il muso appoggiato vicino alla fronte, si rilassò completamente e riuscì finalmente ad addormentarsi senza problemi. La donna sapeva fosse stupido da parte sua temere un temporale, alla sua età oltretutto, eppure qualcosa la metteva a disagio, in realtà il ricordo era sfuocato eppure la faceva tremare ogni volta e solo la sua cavalla riusciva a farle scordare quella strana sensazione.
Elisabeth svegliò di buon umore. Prima dell'alba uscì di soppiatto dalla stalla, per evitare che qualcuno si accorgesse di dove aveva passato la notte. Una volta raggiunto la sua stanza, si avvicinò al catino, vi immerse le mani e si bagnò il volto con l'acqua, guardandosi nello specchio si accorse di avere tra i capelli qualche spiga di fieno. Si affrettò a toglierle, se qualcuno le avesse viste, di sicuro avrebbe fatto domande oppure credere che fosse uscita di nascosto dal villaggio.
Il mal tempo continuava imperterrito. La pioggia scrosciava costantemente contro le finestre della locanda, stranamente deserta. Le gare del torneo erano state rinviate al giorno successivo, quindi tutti erano rintanati nelle proprie fazioni e case.
Elisabeth teneva il suo boccale di latte fumante con entrambe le mani per riscaldarsi. Si sentiva particolarmente riposata, tuttavia sentiva le palpebre pesanti, la donna avvicinò il boccale alle labbra. La bevanda calda le bruciò la gola, ma l'aiutò a svegliarsi del tutto. Elisabeth era pensierosa, cercava di ricordare cosa fosse successo di così tremendo durante un temporale per farle avere ancora paura, sembrava quasi che la sua stessa mente si opponeva di trovare una soluzione, di ragionare in modo razionale e darle una risposta plausibile.
Charlie come sempre cordiale, si sedette al suo tavolo - Elisabeth, cosa mi racconti?
- Sai, in realtà nulla. Sto solo aspettando il momento propizio per partire. Rina è guarita e non devo fare altre gare, pensavo che forse è giunto il momento di lasciare il villaggio.
- Hai deciso, te ne andrai, quindi? - sembrava dispiaciuto.
- Sì - soffiò sul boccale, voleva evitare una discussione del genere.
Un pezzo di carta le usciva dalla tasca posteriore, vedendolo l'uomo glielo sfilò - Vediamo cosa ti scrive l'ammiratore segreto.
Di scatto Elisabeth si alzò strappando il pezzo di pergamena dalle mani dell'uomo.
Il locandiere sbigottito da questa sua reazione, si affrettò a scusarsi - Perdonami, non pensavo fosse qualcosa d'importante.
- Infatti non lo è. Al suo interno ci sono scritte delle cose personali - rimase in silenzio guardando il vuoto per qualche istante. - E' di mia sorella - gli spiegò, sedendosi nuovamente - Per questo ho reagito in quel modo.
- Brutte notizie? - le domandò, sebbene non fosse sicuro di ricevere una risposta.
La donna scosse la testa aggiunse solo - Una scelta che non approvo.
La loro discussione venne interrotta dall'entrata nella locanda di Falco Nero e Benjamin.
- Batti la fiacca, giovane? - chiese in tono canzonatorio a fianco del Master - Dovresti impegnarti con qualche ragazza del villaggio, piuttosto che perdere tempo con i viandanti, dopotutto se ne vanno sempre senza mettere radici da nessuna parte.
Quella era una frecciatina per la donna, doveva aver udito la discussione, lei lo guardò gelida, senza rispondere alla provocazione.
- Grazie della chiacchierata, Charlie. Prima di partire passerò a salutarti - a grandi passi uscì dalla taverna.
Lo sguardo di Falco Nero le diede una strana sensazione, le sembrava fosse la stessa espressione assassina di quando lei aveva perso la vista. Si affrettò per allontanarsi da lì, la pioggia continuava a scendere a dirotto e non voleva rischiare di ammalarsi.
Lynn ha lasciato il controllo all'umana di sua volontà. Se pensa di sfuggirmi, si sbaglia di grosso! Appena finirò con questo qui, andrò a cercarla” pensò Zack.
Le pratiche le trovava banali, però doveva farlo, era compito del Master e lui di certo non poteva tirarsi indietro. Dal canto suo anche Benjamin sperava di finire in fretta, doveva andare ad aiutare Gina.


Una volta aver aperto gli occhi, Denny si maledisse. Il suo corpo era irriconoscibile. I piedi dentro al catino, galleggiavano nel sangue e apparivano grinzosi.
Devo trovare un modo per scappare da qui” continuava a pensare l'uomo.
Gina entrò nella stanza in compagnia di Benjamin, che cercava di nascondere il disgusto e di trattenere il vomito.
- Allora, come ti senti? - domandò con interesse la donna, togliendo il bavaglio all'uomo.
- Cough cough - tossì in risposta, della bava scese dagli angoli della bocca.
- Sei davvero poco elegante, sbavare in questo modo davanti ad una signora - scuotendo la testa Gina si rivolse al compare. - Benji, slegalo e portalo sul tavolo.
Lui ubbidì - Quanto ti manca?
- Ancora due giorni, forse tre. Sto cercando di recuperare gli oggetti più significativi altrimenti l'incantesimo sarà inutile e non funzionerà. Almeno questo è quello che mi ha detto quel mostro che ho incontrato nella foresta mentre cacciavo scoiattoli - quella spiegazione sembrava esaustiva e Benjamin evitò di fare altre domande, la donna sembrava irritarsi quando gliene veniva posta una e lui di certo voleva evitare che gli scagliasse addosso qualche maledizione.
Denny voleva parlare, ma risultò essere impossibile.
Gina gongolava felice. Finalmente dopo tanto tempo aveva una cavia umana. In realtà torturare Denny lo avrebbe potuto evitare, ma come fattucchiera non poteva di certo farsi sfuggire un occasione del genere. Aveva l'opportunità di sbizzarrirsi e sperimentare nuovi riti e verificare quanto potenti erano gli effetti collaterali delle erbe velenose, soprattutto il tempo che ci mettevano ad attaccare il sistema nervoso e muscolare umano. Benjamin trovava rivoltante le gesta della donna, la quale sembrava disinteressata di quanto potessero essere disumane le sue azioni. Per lui esagerava solo per un suo divertimento personale.
- Questo maltempo rischia di rovinare il raccolto, devo andare a controllare se i contadini hanno bisogno d'aiuto.
La sua era una scusa, semplicemente voleva allontanarsi il più possibile da Gina e Denny, qualsiasi cosa sarebbe accaduta voleva tenere i suoi occhi lontano da quella scena.
- Sì sì vai pure, ora mi arrangio - rispose distrattamente la donna pensando “Senza di te lavorerò sicuramente meglio. In fondo se sono da sola senza curiosi che mi gironzolano attorno ho più inventiva.”
Denny percepì l'uscita di scena di Benjamin come qualcosa di negativo, se nessuno voleva stare in quella stanza probabilmente sarebbe accaduto qualcosa di brutto. Gina gli coprì gli occhi con un panno, l'uomo sentì bruciare, voleva urlare, ma la donna fu più svelta e gli versò una sostanza liquida che dapprima gli diede la sensazione di affogare in seguito gli bruciò la gola.
- Su su non fare i capricci, è soltanto un po' di sapone di Marsiglia con ortiche e qualche bacca velenosa che in genere, o almeno agli scoiattoli, riempie di bolle la lingua. Sono emozionata è la prima volta che ho l'opportunità di testarlo su una persona.
Gina fu delusa dal constatare le stesse reazioni degli roditori.
Forse dovevo mischiare qualcosa di più forte” pensò scontenta Prima che avrò nuovamente una nuova cavia umana potrebbe passare diverso tempo, se non anni.”
La donna continuò il suo lavoro, tagliando pezzi di pelle, infilando aghi, strappando ciglia, raccogliendo in altri catini il sangue che fluiva dalla ferite. Denny raggelò quando capì che quel supplizio sarebbe continuato ancora per molto.
Quali altre torture dovrò sopportare?” si domandò.
I suoi pensieri furono interrotti da una pugnalata al cuore.
- Ahahah, scommetto che questo non te lo aspettavi! - Gina sembrava felice - Era da tanto che volevo farlo! Ora mi dovrò sporcare le mani per estrarre il tuo cuore, ma la zuppa che ne uscirà sarà sublime.


Nel primo pomeriggio la pioggia smise di cadere dal cielo. Il torneo riprese con alcune gare tra contadini. Zack aveva creato un doppione di sé e lo aveva spedito a sedersi su una sedia e fare da giudice. Nessuno si sarebbe accorto della sua assenza, ordinava al clone cosa dire, in fondo aveva il resoconto di quello che vedeva nella testa come un immagine riflessa su vari specchi. Lui come Chimera aveva qualcosa di più importante di cui occuparsi che di una festa pagana. Quando aveva incontrato Lynn alla locanda durante la mattina, si era subito accorto che lei in realtà non c'era, aveva lasciato le redini all'umana, il motivo lo ignorava.
Chissà cosa le frulla in testa! Ci siamo incontrati in questo villaggio per scontrarci, stavolta è il momento giusto per porre fine alla nostra faida e eleggere una volta per tutte quale delle due razze è superiore. Inoltre c'è anche quest'altra creatura che si è messa in mezzo, scommetto che non tarderà molto ad attaccarci di nuovo se il nostro scontro tarderà ancora ad iniziare. E quella stupida di un'Arpia lascia all'umana la possibilità di prendere decisioni e andarsene da qui” Zack era seccato e come una furia si diresse verso il castello.


Master Clay osservava Master Falco Nero, gli era sempre sembrato fin troppo pacato, addirittura più di Master Damien, eppure stavolta aveva qualcosa di diverso. Continuava a rivedere la scena di quanto accaduto durante la gara a cavallo di tiro con l'arco, quando quel fulmine era caduto a pochi passi da Falco Nero, Clay si era voltato subito e gli pareva di aver visto il Master della fazione neutrale come se ne fosse elettrizzato, una reazione strana ed inspiegabile. Benjamin interruppe i suoi pensieri passandogli davanti, sussurrò qualcosa al proprio Master che non si scompose, si limitò ad allontanarlo con un gesto della mano.
- Ora c'è il torneo, stila il rapporto, lo leggerò appena la gara sarà terminata.
Maledetto!” pensò Benjamin irato allontanandosi a passo pesante “Questa doveva essere una scusa per prenderlo in contropiede e fargli bere il veleno di Gina. Ora dovrò inventarmi altro oppure trovare qualcuno disposto a consegnargli del cibo, cosa che farà solo in cambio di una ricompensa in denari, ma in questo modo non desterei sospetti. Devo solo trovare la persona giusta.”


Caroline si era accorta del clone lasciato dalla Chimera a visionare il torneo. Era tentata di rintracciare l'Arpia e avvisarla, il buon senso però le raccomandava di mantenere un basso profilo, solo così avrebbe evitato di attirare l'attenzione di quella creatura, nonostante avesse azzerato la sua percezione magica poteva sentirlo avvicinarsi.
Devo rintanarmi nella piccola chiesa, lui non avrà il coraggio di controllare un posto del genere. Oltretutto ho lanciato un non-incantesimo che mi proteggerà” si avviò alla locanda.
Con una scusa prese sottobraccio Charlie, mise il cartello fuori dalla taverna con scritto “chiuso” e lo porto con sé all'interno della chiesa. L'uomo era confuso, continuava a chiedere una spiegazione per questo suo strano comportamento.
Alla fine Caroline sbottò - Una creatura pericolosa si sta avvicinando al villaggio, qui saremo al sicuro.
- Cosa stai dicendo? Se è così dobbiamo avvisare gli altri!
- No! Se notasse un cambiamento nelle emozioni umane saremmo tutti morti!
- Come fai a sapere queste cose Caroline?
- E' una storia lunga Charlie, ora siediti e fai silenzio! - d'impulso lo fece addormentare, il corpo dell'uomo si accasciò sulla panca.
La Delfine tirò un punto sul muro “Accidenti alla tua parlantina! Spero solo che lui sia distratto e che non si sia accorto di questo minuscolo incantesimo!”


Elisabeth aprì la finestra della stanza, subito entrò una brezza fresca che le pizzicò il volto, allontanandole i capelli dietro le spalle. In quel momento la Chimera entrò nella stanza.
Lynn percependo le sue intenzioni riprese il controllo.
- Cosa vuoi Zack? - domandò piuttosto scocciata.
Lui replicò con un ghigno - Ti sei dovuta rintanare per un po' d'acqua? Eppure mi sembrava ti fossi protetta.
- La cosa non ti riguarda - la sua determinazione era alle stelle, sentiva di essere pronta a tutto, aveva la certezza che la vittoria sarebbe stata sua, niente poteva batterla quel giorno.
All'improvviso s'innalzò il vento e una potente folata di vento li avvolse. Si ritrovarono in mezzo alla boscaglia.
- Sei stata tu? - domandò Zack, una magia di vento poteva essere collegata a poche fiere e una di queste erano le Arpie.
- Assolutamente no - rispose Lynn - Come potrei fare una magia così inutile? Sarebbe solo uno spreco!
- Allora chi può essere stato?
- Ragiona Zack! E' sicuro quella creatura che ci ha attaccato ieri! - si spostò una ciocca di capelli dietro le spalle.
La Chimera trovò irritante quel gesto “Vuole farmi innervosire. Solo perché ha intuito qualcosa vuole vantarsi di esserci arrivata prima di me, ma scommetto che il motivo lo ignora pure lei.”
- Fra poco si farà vedere - disse con sguardo serio Lynn, osservando la zona intorno a lei. - Stai in allerta, perché non posso prevedere da che parte arriverà.
- Maledetta! Come fai a sapere queste cose? - le chiese Zack irato.
- Semplice intuito - rispose lei alzando le spalle - E' una cosa naturale per me saperlo.
- Smettila di pavoneggiarti! Ci avrà portati qui per farci combattere in un posto lontano dagli umani. Anche tu hai sentito il suo messaggio: la nostra faida deve terminare. Vuol dire che deve succedere adesso.
Lynn s'irritò nel sentire quelle parole - Usa quel cervello! Se il suo scopo fosse stato quello di farci combattere l'avrebbe detto subito! Ti stai soltanto rendendo ridicolo, sono sicura che starà ridendo alle tue spalle!
Nell'udire quelle parole la rabbia di Zack raggiunse anche la punta dei suoi capelli. La loro discussione sarebbe continuata se non fosse che entrambi percepirono un'aura potente avvicinarsi, sfiorando le loro difese, individuare da quale direzione provenisse era impossibile, perché la presenza magica ricopriva tutta la zona per miglia.
Con passo felpato il coyote si avvicinò ai due umani, o meglio alle due fiere che controllavano gli umani. Li fissò con i suoi profondi occhi dorati, nonostante il colore chiaro, sembravano un pozzo senza fondo. Il manto del coyote bianco era candido, sembrava renderlo ancora più suggestivo, come se lo rendesse ancora più mistico e potente. Al suo fianco vi erano altri due coyote. Uno dei due aveva il manto grigio scuro, mentre l'altro aveva il manto sul marrone. I due coyote camminavano a qualche metro di distanza, in segno di reverenza nei confronti del coyote bianco che stava al centro. Gli occhi dorati dei tre canidi brillarono.
Zack e Lynn capirono subito di chi si trattava.
- Il Cerbero - esclamarono all'unisono increduli.
Come loro era una creatura mitologica, però raramente si mostrava, essendo una fiera piuttosto riservata. Il suo potere magico era temuto, si narravano numerosi racconti riguardo a lui e all'inferno, dove svolgeva il ruolo di guardiano, eppure sembrava essere a conoscenza di tutto e riguardo a qualsiasi fiera.
Il muso del coyote bianco si contrasse, sembrava quasi un sorriso - Mi complimento con entrambi. Mi avete riconosciuto subito, altri ci hanno messo più tempo. Alla fine siete creature più acute di quello che si dice in giro.
- Hmpt - commentò l'Arpia.
- Perché dalle tue parti, cosa si racconta di noi, fratello? - chiese Zack.
Fu il coyote grigio a rispondere – Sai, sono stupito di sapere che tra tutte le Chimere proprio mio fratello è stato scelto per questo duello: la prima Chimera in assoluto. Se al tuo posto ci fosse stata un'altra Chimera avrei capito tutto questo ritardare, ma tu sei superiore, avresti dovuto terminare tutto anni fa. Mi vergogno a essere considerato tuo fratello. State giocando da troppo tempo a rincorrervi come una volpe e una lepre. Per questo state diventando gli zimbelli di tutte le creature mitologiche, perché non avete abbastanza fegato da affrontare la vostra faida in modo tradizionale.
- Proprio per questo siamo qui - prese a parlare il coyote dal manto marrone - Vogliamo aiutarvi a risolvere tutto questo il prima possibile. Per cui faremo intervenire gli umani, avranno voce in capitolo e loro vi parleranno in testa come se fossero dei vostri pensieri.
- State scherzando? - sbottò Lynn.
- Concordo con lei, è più che una pessima idea.
-Così sia – sintetizzò il coyote bianco fingendo di non aver udito obiezioni. - Ora devo fare ritorno alla mia dimora, ma tornerò tra qualche giorno.
La sua presenza fisica scomparve e l'aura magica svanì così com'era apparsa.


Caroline si accorse immediatamente del Cerbero. Nonostante la distanza riusciva a sentire la sua voce rimbombare nella foresta. Una folata di vento passò sopra la piccola chiesa e la Delfine si accorse che trasportava Lynn e la Chimera. Quando tutto si fu calmato si apprestò a svegliare Charlie e con un incantesimo gli fece dimenticare la discussione avuta precedentemente, facendogli credere che si fosse allontanato dalla locanda per un mancamento.


Zack e Lynn ritornarono nella stanza dove erano prima di essere catapultati in mezzo alla foresta.
La prima a parlare fu l'Arpia - Anche tu sei riuscito a bloccare momentaneamente le interferenze dell'umano.
- Certo, devo inventarmi qualcosa di credibile prima di affrontarlo in un dialogo, considerando che si sta facendo buio, dobbiamo rinviare la sfida a domani.
- E' impossibile, dobbiamo fare dopodomani. Prima dobbiamo occuparci di tenere a bada gli umani e spigargli come stanno le cose, altrimenti impedirebbero lo scontro solo per evitare di farci male a vicenda.
- Hai ragione Lynn - ammise Zack con un sospiro - Hai una buona strategia devo ammetterlo, però sai che c'è poco da scherzare con il Cerbero. Le novelle sul suo conto sono vere, te lo posso assicurare, perché ad alcune ero presente.
- Nessuno mette in giro voci false sul Cerbero. Per fortuna ora è impegnato e questo è un punto a nostro favore, abbiamo tempo e modo per prepararci. Niente trappole o attacchi alle spalle. Ci incontreremo nel bosco, almeno nessuno interferirà o rimarrà ferito.
- Bene - concordò Zack - Vedi di mantenere la tua umana in questo villaggio fino ad allora - si raccomandò prima di voltarsi ed uscire dalla stanza.

  
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