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Autore: Yuuki_Alison    23/04/2017    0 recensioni
Fu solo un attimo, un piccolo spiraglio di luce attraversò i suoi occhi vitrei e li illuminò. Le labbra schiuse per lo stupore, la vista concentrata su quel piccolo angelo umano e il cuore, quell'organo involontario tanto capriccioso, a riprendere quello che un tempo era un battito.
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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3. All'alba di un nuovo giorno.



Non poteva ancora credere ai suoi occhi; la figura che l'aveva ossessionata per così tanto tempo era davanti a sé. 
Le labbra della creatura s'incurvarono in un sorriso indecifrabile, nessuna emozione traspariva. 
Si avvicinò di poco, lo sguardo fisso sull'umana. 
Il non battito delle palpebre a renderlo sospetto mentre quegli occhi, colmi di paura, non riuscivano a staccarsi dall'argento che zampillava sotto le sue iridi. 
Con una mano artigliata le fece cenno di avvicinarsi e, come in trance, la giovane posò un ginocchio sulla ringhiera. Si sollevò con entrambe le mani finché, mettendo a dura prova l'equilibrio, rimase in piedi. 
Adesso, poteva intravedere ogni minimo dettaglio di quel volto in parte deturpato. 
Una leggera brezza a smuoverle i capelli, gli occhi socchiusi a delinearne ogni contorno e le labbra a non pronunciar parola.

"Dopo così tanto tempo, Eliana...", pronunciò l'entità con un tono di voce sorprendentemente fine.

Allungò una mano verso il viso niveo della ragazza e ne accarezzò una guancia con delicatezza, quasi a non volerle far male. Delle piccole scosse di energia gli attraversarono il braccio e crearono delle saette che si espanderono per tutto il corpo. Allo stesso tempo, però, non riusciva a smettere di sorridere.

"Devo trattenere il mio potere per non farti male, ma va bene così, finché posso guardarti negli occhi", lo sguardo a metà tra la sofferenza e la stanchezza, un sorriso che mostrava tutto il dolore che stava provando in quelle scosse. 

Eliana sgranò gli occhi, l'entità davanti a sé stava letteralmente sprigionando piccoli fulmini. All'improvviso una voce la ridestò.

- Eliana! ODDIO! Cosa stai facendo?! - la voce della madre la fece voltare con terrore.

- Io... io stavo parlando con lui! - ribatté, girandosi in cerca dell'entità ma, di lui, nessuna traccia.

- Scendi immediatamente! - urlò, tirandola per un braccio e trascinandola in salotto. 

- Ci stavo parlando! - sbottò. 

- Stavi per buttarti! Con chi stavi parlando? Con la costruzione, forse?! - continuò.

- Stava per fare cosa? - chiese il padre, improvvisamente preoccupato.

- E' da un po' che sei strana, ti rinchiudi in casa, dici di parlare con persone che non ci sono! Eliana, tu andrai dallo psicologo. Adesso va' in camera tua e chiudi il balcone. - si pronunciò, lo sguardo severo.

Il mondo le cadde addosso; i suoi genitori non le credevano e in più credevano certamente che lei avesse qualche amico immaginario. Ma non era così, quegli occhi non potevano essere frutto della sua immaginazione, lei non era capace di creare così tanta bellezza. 
Tornò in camera ed uscì nuovamente sul balconcino, ma questa volta, non vi fu nessuna traccia dell'entità. Entrò, si gettò sul letto e affondò il viso nel cuscino. Perché nessuno voleva crederle?
L'alba arrivò e, come detto, l'accompagnarono davanti allo studio di uno psicologo.

- Entra e fai il colloquio. Poi dicci come va, verremo a prenderti tra un'ora. E sappi che lo facciamo per il tuo bene.. non vogliamo ti accada qualcosa, sei la nostra perla e lo sai. - disse con voce pacata, la madre.

- Vedrai che starai meglio. - sorrise il padre.

- Certo. - rispose, gli occhi vuoti. 

Scese dalla macchina e aspettò che i genitori voltassero l'angolo, poi, una fuga a più non posso dal lato opposto e l'entrata in una sala giochi. Quell'ora passò in fretta e fortunatamente all'interno del locale vi erano giochi divertenti.
Al ritorno fu facile mentire ai suoi, fin troppo.
Il giorno dopo tornò a scuola, stavolta col sorriso. Era riuscita a incontrarlo seppur ne fossero sorsi dei problemi. Durante l'ora di ginnastica, uscì sul cortiletto, gli altri impegnati nel gioco della pallavolo. Raccolse uno dei fiori selvatici mentre una voce la richiamò e la ridestò dal suo intento.

- Mi dispiace per ciò che ti è successo, non volevo causarti problemi.. - si scusò l'entità, il volto coperto quasi a metà da quel cappuccio.

- Si sono solo preoccupati, è comprensibile.. alla fine. - bisbigliò la giovane. 

- Gli umani si preoccupano per gli altri, nel bene o nel male. C'è chi cerca di proteggere, chi invece di ferire. Bisogna solo vedere i punti di vista. A volte si potrebbe far del male per trarne dei vantaggi, però... poi ti rendi conto che semplicemente non puoi. - disse raccogliendo un fiore che appassì subito sulla sua mano.

Se tu morissi, sarebbe tutto più facile e potremmo vivere per sempre insieme... Ma tu, sei una creatura tanto dolce, e il solo sfiorarti una guancia potrebbe ferirti. 

La ragazza guardò il fiore e gli afferrò la mano, accennando un sorriso.

- Gli altri non mi credono, ma tu esisti e sei qui. - disse mentre le pupille si dilatarono.

Il cuore dell'entità batté forte, così dolorosamente forte. Semplicemente non poteva credere all'esistenza di un altro essere capace di fargli provare quelle sensazioni sconosciute. 
Le accarezzò le guance con entrambe le mani e si chinò sul suo viso fino ad arrivare a una distanza pericolosa. Guardò il cielo dentro ai suoi occhi e improvvisamente, si schiusero le labbra. Le guance della ragazza divennero porpora mentre gli occhi si sgranarono.

Se la baci, potrebbe morire. 

Si staccò velocemente da quella presa e si voltò di spalle. Che spettacolo pietoso: la Morte dagli occhi lucidi e dalle guance leggermente colorate che non poteva esaudire il suo desiderio. 

- E' meglio... meglio se adesso vada. - affermò ma, prima che potesse scappare, la ragazza lo strinse dalla schiena.

- Aspetta, dopo tanto tempo in cui mi son sentita osservata e l'angoscia faceva da padrona, vorresti andare via? Solo... restiamo un po' così. - rispose mentre appoggiò il viso su una scapola. 

Quel calore era così familiare e il cuore della giovane non poté far altro che iniziare a battere forte. Di questo la creatura se ne accorse e, in lui, si accese una luce chiamata speranza

- Eliana, mi son esercitato tutta la notte ad abbassare il potere per quando ti sono vicino. Voglio evitare le scosse... e alla fine ci sono riuscito, anche se ne porto i segni addosso. E' meno inquietante per te, vero? - accennò un sorriso.

- Non c'era bisogno che lo facessi... - continuò. La Morte, nel frattempo, si voltò.

- Lo è invece, non voglio spaventarti più del dovuto. Anche perché... presto potrebbero iniziare dei problemi. - mormorò.

Neanche il tempo di pronunciare quelle parole, che il vetro di una finestra del piano superiore si scaraventò contro l'aiuola a pochi metri di distanza. La ragazza, per il forte rumore, affondò il viso sul suo petto e l'entità la strinse, lo sguardo preoccupato.

- Eliana, sta tranquilla... calmati. Entra dentro con tutti gli altri... a te personalmente non succederà niente. - la guardò, l'espressione determinata.

Appena la ragazza annuì, scomparve velocemente. Quell'accaduto l'aveva un po' scossa ma tornando a casa se ne quasi dimenticò. Se c'era qualcosa di cui era certa, però, era che quando l'aveva abbracciato, il suo cuore batteva come mai aveva fatto prima d'ora.



Angolino autrice: Grazie a tutti coloro che leggono la storia! Ringrazio @vl87comu per aver recensito e se volete farmi sapere il vostro parere, siete liberi di lasciare una recensioncina. Al prossimo aggiornamento! <3 
   
 
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