Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: violaserena    23/04/2017    1 recensioni
Seguito di "Venti di Guerra".
Quando tutto sembra essersi risolto per il meglio, giunge una nuova minaccia.
Forze oscure tramano nelle ombre, portando con sé una scia di sangue.
I Sette Regni sono di nuovo in pericolo e questa volta la loro forza coordinata sembra non bastare.
Questa volta serve qualcosa di più, o meglio qualcuno. Serve Azor Ahai.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Bran Stark, Gendry Waters, Jaime Lannister, Tommen Baratheon
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

GRIFF IL GIOVANE

 

Un paio di profondi occhi viola scrutavano le strette e buie vie della città di Asshai.
Nonostante il suo volto fosse velato - come voleva il costume locale – nessun particolare sfuggiva alla sua vista. O almeno così pensava.
Molti si spostavano su portantine di ebano e ferro, celati dietro tende scure.
Il nero e l’oscurità dominavano su ogni cosa.
Quel giorno poi vi era una particolare aria cupa.
Forse era solo suggestione, eppure sembrava che stesse per succedere qualcosa. Doveva essere questa strana sensazione ad averlo spinto a seguire alcuni sacerdoti delle ombre fino alle mura della città. Oltre non aveva osato spingersi.
Da solo non poteva certo risalire il fiume e giungere alle porte di Stygai, la città cadavere. I sacerdoti erano gli unici che osavano spingersi tanto in là e lui non era un sacerdote. L’avrebbero smascherato subito.
Eppure, in cuor suo, sapeva che avrebbe dovuto proseguire. Però non era ancora giunto il momento. Sentiva che doveva ancora aspettare qualcosa o qualcuno.
Si girò di scatto non appena sentì una mano posarsi sulla sua spalla.
«Non temere, sono io» disse una voce che conosceva.
«Papero, quante volte ti ho detto di non sbucare così dal nulla?!» esclamò, allontanando la mano dall’elsa della spada.
«Perdonami, ma è da un pezzo che ti cerco. Lemure ha avvistato delle navi degli uomini di ferro. Dovrebbero attraccare tra poco».
«E quindi?».
«È probabile che ci siano anche i sovrani dei Sette Regni».
«Sul serio? E come…» si interruppe a metà.
Ripensò a quello che aveva visto e sentito.
Sorrise.
Era arrivato il momento.
«Andiamo» sussurrò, superando ser Duckfield.
 

*
 

«Benvenuti ad Asshai» sorrise il ragazzo dagli occhi viola a coloro che stavano scendendo dalle navi degli uomini di ferro.
«Che ci fai tu qui?» gli domandò sospettoso Tyrion, avvicinandoglisi.
«Sono pur sempre un mercante. Vado dove ci sono affari».
«Folletto, non perdere tempo con persone inutili» tuonò Stannis.
«Che tu fossi ottuso lo sapevo, ma non fino a questo punto» rispose seccato il nano.
«Come hai detto?».
Lemure e ser Duckfield risero.
«Non mi sembra il caso di mettersi a discutere proprio in questo momento. Abbiamo cose più importanti da fare» cercò di mediare Gendry.
«Penso di potervi essere d’aiuto» sorrise Griff.
Il Primo Cavaliere del Re lo guardò spazientito.
Il giovane decise allora di scoprire il suo volto velato.
«Persona inutile, eh Stannis?» ghignò malignamente Tyrion, beccandosi un calcio per tutta risposta.
«Aegon!» esclamarono all’unisono lady Catelyn e Rickon, abbracciandolo.
«È un piacere rivedervi».
«Bando alle ciance, in che modo pensi di poterci essere d’aiuto?» chiese Capelli Bagnati.
Aegon spiegò loro quello che aveva scoperto e, dopo aver ideato un piano d’azione, li condusse alle mura della città.
«Siete pronti?» domandò Euron.
I presenti annuirono.
Erano agitati, anche se cercavano di non darlo a vedere.
Bran e Rickon, accompagnati dai loro meta-lupi e da Spettro, si misero alla testa del gruppo. Le loro abilità di metamorfi erano essenziali nel caso avessero incontrato sul loro cammino, com’era probabile, i sacerdoti delle ombre.
Accesero alcune torce e poi, lentamente, varcarono la porta che li avrebbe condotti a Stygai.
Imboccarono un corridoio asciutto e quadrato che si inclinava leggermente verso il basso.
Aegon scrutò nel rettangolo di oscurità che si muoveva davanti a lui. La torcia tremolava alla leggera corrente d’aria e se tendeva l’orecchio riusciva a sentire un suono ritmico. Poteva essere una bestia che ruggiva in lontananza oppure il suono del fiume che si muoveva in qualche tunnel sotterraneo. Optò per la seconda possibilità: in fondo, bisognava risalire un fiume per giungere alla città cadavere.
Nonostante le torce, l’oscurità li avvolse. Aegon non aveva mai visto un buio del genere. Non importava quanto a lungo lo si guardasse: gli occhi semplicemente non riuscivano ad abituarcisi. Anche perché non c’era niente a cui abituarsi. Era l’oscurità e la madre di tutte le oscurità, l’oscurità assoluta, l’oscurità del profondo della terra, un’oscurità così densa da essere anche tangibile, come gelido velluto. Cominciava a capire perché la città era chiamata Asshai delle Ombre.
Ci fu un rumore secco che fece trattenere il fiato ai presenti.
«Cos’è stato?» domandò flebilmente Tommen.
«Non lo so, ma temo che non sia niente di buono» scosse la testa Davos.
«Forza, non facciamoci spaventare da qualche rumore. Proseguiamo» avanzò risoluto Euron con la spada sguainata.
Aegon si toccò il petto. Il suo cuore batteva a ritmi irregolari. Non poteva lasciarsi prendere dalla paura. Era pur sempre un Targaryen. Ardeva il fuoco dentro di lui. Eppure non riusciva a scacciare quella sensazione di terrore.
A dire la verità, tutti sembravano esserne vittima. Tutti, tranne Bran. Lui sembrava sentirsi a suo agio nelle tenebre.
Dopo un centinaio di metri il corridoio si allargava in quella che forse una volta era una caverna naturale. Vi era un flebile bagliore proveniente da un arco posto in alto a un’estremità della caverna.
Notarono subito che, al fondo di quest’ultima, vi era una scalinata. La percorsero, arrampicandosi su mucchi di qualcosa in decomposizione.
Arrivati alla fine, si trovarono dinanzi a una porta. Bran la spinse.
Tutti trattennero il fiato, ma non accadde nulla.
La oltrepassarono e… Aegon per poco non ebbe un infarto. Una città, una città distrutta si ergeva – avvolta dall’oscurità – dinanzi a loro.
Ogni singolo anfratto era disseminato di cadaveri. Alcuni parevano essere vecchi di secoli, mentre altri erano molto più recenti. Freschi, avrebbe quasi osato dire.
Quella era Stygai, la città cadavere.
«Che orrore!» sentì dire ad Arianne.
«Concordo. E poi questo silenzio è inquietante» disse lady Catelyn.
Aegon sussultò.
«Che cosa hai detto?» le domandò.
«Che tutto questo è inquietante».
«No, prima…».
La donna lo guardò, poi rispose: «Che questo silenzio è inquietante».
«Che ti prende?» gli si avvicinò Brienne vedendo il suo volto insolitamente pallido.
«Questo posto è troppo silenzioso. Qui dovrebbero esserci un sacco di sacerdoti delle ombre, non può essere tutto così calmo».
L’oscurità si infittì. I meta-lupi ulularono.
«Che sta succedendo?» gridò allarmato Gendry.
«G-guardate…» sibilò Victarion.
Aegon e gli altri seguirono il suo dito e trasalirono.
Videro avanzare un esercito di cadaveri.
Questi erano manovrati dai sacerdoti delle ombre che, dall’alto dei tetti – o perlomeno quello che ne restava – recitavano strane formule in una lingua sconosciuta.
Si udì un boato e poi, in groppa a un cavallo nero, comparve Jon Snow.
Spettro guaì.
Dietro il defunto figlio del lord di Grande Inverno, Aegon intravide un’altra persona: era Arya Stark. O forse no.





Angolo Autrice.
Ciao a tutti! :)
Sono finalmente tornata con un nuovo capitolo: scusate per l'attesa, ma sono stata davvero molto impegnata...
Comunque, che ne pensate dell'evolversi della storia? Cosa succederà?
Presto lo scoprirete.
Un saluto,
Violaserena.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: violaserena