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Autore: adelhait13    23/04/2017    2 recensioni
La pioggia scendeva lenta e inesorabile sui vetri di una finestra di un bellissimo appartamento.
Il suo abitante era seduto su di una poltrona accanto ad un caminetto oramai spento, rendendo il luogo freddo e inospitale. Infondo a lui questo non importava. Il freddo era divenuto suo amico. Alleato.
Rivista e corretta
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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6°: Siamo uguali.

 



 

Era davvero furiosa con lui. Salì al piano di sopra, aprì la porta della sua camera e la sbatté con violenza. Ringhiò e si buttò sul letto cominciandolo a maledire.

Ma come si permette quel cafone? Il mio nome è splendido…non è come il suo! Così cupo, crudele e misterioso, ma anche triste…però se rifletto bene è stato gentile a portarmi il libretto…e io cosa ho fatto? Ho riso del suo nome, che stupida! Ha ragione sono proprio una ragazzina! Mi sarei dovuta trattenere invece di esplodere…uffa, uffa e ancora uffa sono una vera stupida!

Cominciò a dare dei pugni sul cuscino, ma poi voltò il capo verso la sua scrivania e vide la foto dei suoi genitori.
Si alzò e si diresse verso la scrivania. Prese tra le mani la foto e cominciò a guardarla, d’un tratto una lacrima solitaria solcò il suo viso.

È vero sono una stupida, da troppo tempo non vengo a trovarvi…ora mi cambio e vengo da voi…

Si vestì ed uscì da casa. L’aria era frizzante presto avrebbe nevicato, Rin alzò il viso al cielo.

Chissà forse questo sarà un bianco Natale…

Rabbrividì e si avviò verso la sua meta.

Entrò in negozio di fiori e acquistò un bel mazzo di fiori, sospirò e si diresse verso il cimitero, ma non sospettava che il destino giocava con la sua vita. Infatti, un’altra persona si era recata in quel luogo sacro.
Sì, Sesshoumaru aveva avuto la sua stessa idea, infatti, appena uscito dalla casa della ragazza si era diretto dal fioraio per acquistare un bel mazzo di rose rosse. I fiori preferiti di Kagura.
E ora era lì, di fronte a quella fredda lapide.

Un altro Natale triste e vuoto…perché ti ho lasciata sola quel giorno, perché? Avrei dovuto accompagnarti a casa e invece…invece ho preferito restare in ufficio…è colpa mia se sei morta…

Poggiò il mazzo di rose a terra e accarezzò la foto della donna che amava. Era triste e amareggiato, ma doveva farsi forza e continuare ad andare avanti. Anche s’era davvero difficile. Si alzò e si incamminò, quando il suo sguardo si soffermò su di una ragazza, un po’distante, ch’era in ginocchio a pregare davanti ad una tomba.

Ma quella…

Camminò verso la sua direzione, ma non si avvicinò, aveva gli occhi rivolti quella lapide.

Chissà per chi prega?

D’un tratto notò che la ragazza piangeva, ma poi vide che si alzava e asciugava le lacrime e sorrideva.

Non comprendo questa ragazza, prima piange e poi sorride.

Restò a guardarla rapito, quando lei si voltò e lo vide. Sgranò gli occhi per lo stupore.

Ma che ci fa lui qui? Allora è una congiura contro di me?

Arricciò il naso e con passo deciso Rin si avvicinò a lui e domandò, un po’alterata.

-Mi hai seguito?-.

Lui si scostò e si incamminò.

-Non seguo le ragazzine-.

Lei strinse i pugni e disse, alzando un po’ la voce.

-Non sono una ragazzina! Ho ventiquattro anni!-.

Lui si fermò e con un sorriso malefico la continuò a stuzzicare. Un dolce divertimento.

-Credevo che ne avessi dodici-.

Allora lo fa apposta a farmi arrabbiare.

Si avvicinò a lui, mise la mano nella borsa e tirò fuori il portafogli. Tolse la sua carta d’identità e gliela sbatté a due centimetri dal naso.

-Lo vedi? Ho ventiquattro anni!-. Ringhiò.

Lui la guardò un po’ scettico.

-Potresti anche averla falsificata-.

Lei gonfiò le gote, era furiosa con lui, ma poi la ragione prese il sopravvento.

Ma che vado a pensare, non credo che mi abbia seguito…forse come me, ha qualcuno che non c’è più.

Sospirò e disse con calma.

-Basta scherzare, siamo in un posto sacro…piuttosto che ci fai qui?-.

Lui la guardò e disse con freddezza.

-Non sono affari tuoi-.

Rin si sentì in imbarazzo, aveva ragione non erano affari suoi, scostò lo sguardo.

-Scusami io non volevo essere così invadente…sai io sono venuta a trovare i miei genitori-.

Sesshoumaru la guardò e vide che il suo viso era triste e malinconico.

Erano i suoi genitori.

-Oramai sono dieci anni che loro non ci sono più-.

Si incamminò verso la loro lapide e si inginocchiò, aggiustò un fiore fuori posto e continuò.

-E’ colpa mia se loro non ci sono più-.

Sesshoumaru restò meravigliato.

-Perché dici così?-.

Perché sono curioso, io non sono così, eppure, questa ragazza…

Rin sospirò, ancora le faceva male quei ricordi, ma chissà perché quel ragazzo, che neanche conosceva, gli infondeva sicurezza e voglia di confidarsi.

-Perché è colpa mia se mio padre si è distratto e siamo finiti fuori strada con la macchina-.

Si alzò, si voltò e lo guardò negli occhi. Sesshoumaru vide in quello sguardo qualcosa che ben conosceva. Una tristezza che mai li avrebbe lasciati.

Anche lei soffre come me.

-Ora ti stai chiedendo come ho fatto a distrarre mio padre? Ebbene, all’epoca avevo da poco compiuto quattordici anni e stavamo andando a prendere mio fratello maggiore all’aeroporto, che rientrava dalla sua vacanza premio. Infatti, i miei genitori per il diploma gli avevano regalato un viaggio negli Stati Uniti…un bel regalo non è vero? Comunque, durante il viaggio io ero un po’ offesa con mio padre, perché non mi aveva permesso di andare al mare insieme con una mia amica…cominciammo a litigare in macchina, mia madre diceva a mio padre di guardare la strada, ma lui niente, era intendo a discutere con me-.

Si fermò, trattenne un singhiozzo e continuò.

-È stato un lampo, ricordo un camion che ci veniva addosso e poi il buio…mi svegliai in ospedale, per un miracolo io ne uscii illesa invece i miei genitori morirono sul colpo…è stato orribile, scoprire che per un mio capriccio siano morti le persone più importanti della mia vita…per mesi rimasi chiusa in me stessa, ma poi mio fratello e sua moglie mi hanno aiutata…per fortuna che c’erano loro, se no…beh, non voglio pensarci-.

Sorrise tristemente, mentre con la mente ritornava a quel terribile giorno.

Sa il mio dolore…lei è come me…

La guardava rapito, Rin si rese conto che aveva raccontato ad uno sconosciuto la sua vita si voltò imbarazzata disse.

-Ti stai chiedendo, ma perché questa ragazza mi racconta la sua vita? Di sicuro mi avrai preso per una pazza-

Rise nervosamente.

Oddio, che vergogna…è vero devo segarmi la lingua…che brutto vizio che ho.

-No, non sei pazza…un po’ strana, questo lo devo ammettere, ma non sei una pazza…dopotutto sai il dolore che si prova, quando una persona cara ci lascia, e poi fai bene a sfogarti…perché tenersi tutto dentro fa male-

Do un consiglio ad una perfetta sconosciuta, quando io soffro senza chiedere aiuto.

Rin si voltò. Era sbalordita. Quel ragazzo, di cui non sapeva nulla solo il nome, la stava confortando.
Si trovò a sorridere dolcemente.

-Grazie, sai ti sei fatto perdonare per avermi chiamato ragazzina-.

Lui la guardò e sorrise, scosse il capo quella ragazza era davvero strana.

-Lo sai che facciamo?-.

-Cosa?-.

Lei si avvicinò e gli prese un braccio e disse.

-Ti offro una buona cioccolata calda, e poi… sto gelando! Cavoletti fritti!-.

Rabbrividì.

-No, grazie ho da fare-.

Disse, mentre cercava di divincolarsi dalla presa di Rin.

-Su, dai non farti pregare…se no mi metto a piangere-. Piagnucolò in modo teatrale.

Sesshoumaru non poté trattenere le risate, quella ragazza era davvero buffa. Sospirò e accettò l’invito, cosa rara per lui acconsentire così facilmente, ma il suo sorriso così solare lo rapì.

Sei carina, quando sorridi.

Si trovò a pensare, mentre uscivano da quel luogo di tristi ricordi…


 

Continua…




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Un po’ ritardo sulla tabella di marcia ma rieccomi con il nuovo capitolo un po’ agrodolce. Ma più dolce che amaro XP.
Un bacio al prossimo aggiornamento.

   
 
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