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Autore: _cara_catastrofe_    23/04/2017    0 recensioni
“Mi prenderò io cura di te, non permetterò a nessuno di farti male” continua lui accarezzandomi i polsi pieni di cicatrici “e soprattutto non permetterò che tu ti faccia del male”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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My Hero

Mi trovo seduta su quel ponte a me noto, con le gambe a penzoloni e il berretto della felpa tirato sul capo. Il cielo è di un grigio cupo e le nuvole preannunciano l’arrivo di un forte temporale. Guardo giù guardandomi le unte delle converse nere sbiadite, sotto di me, l’acqua che forte scorre lungo quel piccolo canale.
Tiro su col naso, tra un brivido di freddo e l’altro. Penso alla mia vita, a tutte le mie paure, le mie insicurezze e le mie incertezze… Agli obiettivi che mi ero prefissata e che puntualmente non ho raggiunto e ai miei innumerevoli fallimenti.
Penso a tutto quello che avrei ancora da fare nella mia vita: finire la scuola e prendere il diploma, laurearmi e trovare lavoro, trovare l’amore e cercare casa insieme, sposarmi e mettere su famiglia; penso a tutto questo e mi rendo conto che non accadrà mai.
Da bambina mi immaginavo una vita adolescenziale come quelle dei film, immaginato che avrei avuto moli amici, che sarei andata in discoteca il sabato sera, che il ragazzo più carino mi invitasse ad uscire eccetera, ma crescendo ho capito che la vita di un adolescente raramente è così… Le ragazze della mia età mi guardano dall’alto al basso, quando passo nei corridoi della mia scuola le vedo sussurrarsi cose alle orecchie e mettersi a ridacchiare; a scuola vieni giudicato in base ad un numero che in realtà non ti rappresenta; i ragazzi ti chiamano ‘troia’ per voci sentite nei corridoi.
Sento gli occhi bagnarsi e la vista si inizia ad annebbiare fino a che una lacrima non mi riga il volto. Sui polsi le cicatrici fanno da padrone e io continuo a piangere.
Mi stringo le spalle cercando di prendere coraggio e compiere quel gesto che metterà fine ai miei dolori ma prima decido di fare un’ultima chiamata alla persona che mi è sempre stata accanto per tutto, all’unica persona che si è presa cura di me in tutti questi anni: il mio migliore amico. Mi sembra giusto farlo perché lui c’è sempre stato per me e voglio sentire per l’ultima volta la sua voce prima di dirgli addio per sempre.
Prendo il telefono dalla tasca della felpa grigia e digito il suo numero, sento il telefono squillare:
“Ehi bella, come stai?” mi saluta
sento la voce rompersi e non riesco a dire nulla, l’unica cosa che riesco a fare è mettermi a singhiozzare
“Ehi.. Che succede?” mi domanda interrogativo
“S-sono al ponte…” rispondo con un fil di voce
Lui mi conosce e capisce tutto
“Non fare niente! Arrivo subito!” ordina
Sento i suoi passi scendere velocemente i gradini di casa sua e poi sento il motore di un auto che si accende.
Durante tutto il viaggio mi ripete di non fare nulla, di non muovermi e che sta arrivando.
Poco dopo vengo abbagliata dalle luci della sua auto, strizzo gli occhi e sento il motore spegnarsi.
Lo vedo scendere dalla sua Seat nera e avvicinarsi a me, silenziosamente sale sul ponte e si siede al mio fianco.
Non ha nemmeno il tempo di parlare che lo abbraccio forte e le lacrime iniziano ad andare più veloci, bagnandomi tutto il viso. Lui mi stringe e lascia che mi sfoghi, poi mi prende il viso tra le dita e mi guarda:
“Ti ricordi come ci siamo conosciuti?” mi chiede asciugandomi  una lacrima con l’indice ossuto
tiro su col naso e rispondo “si che mi ricordo, eravamo in quel bar e tu mi hai visto da sola, così ti sei avvicinato e ti sei messo a parlarmi”
Sorride “bene, vedo che ti ricordi… E ti ricordi la festa in piscina?” continua
“si” rispondo “e mi ricordo quando mi hai buttato in acqua di forza” faccio accennando un sorrisetto
“E dimmi, ricordi il giorno del tuo 17simo compleanno?”
“Si, ricordo che sei venuto sotto casa con la pizza e le fragole e abbiamo mangiato insieme mentre guardavamo serie tv su Netflix”
Mi bacia la testa e mi stringe forte con entrambe le braccia
“Perché sei qui?” mi sussurra
“Non sono fatta per questo posto. Nessuno ha bisogno di me…” ricomincio a singhiozzare
“Io ho bisogno di te” mi sussurra facendomi venire un brivido lungo tutta la schiena
Lo guardo e noto che i suoi occhi neri si sono fatti lucidi, lo guardo stupita, non l’ho mai visto piangere
“Io ho bisogno di te.” Ripete ancora
Tira su col naso e mi prende la mano
“Dai, vieni giù da qui”
Mi aiuta a tornare a terra, poi si ferma a guardarmi per un attimo, lo stringo fortissimo e anche lui mi stringe forte
“Sei il mio eroe” sussurro
Mi sorride asciugandomi le lacrime e mi accompagna in auto. Entriamo.
“Mi prenderò io cura di te, non permetterò a nessuno di farti male” continua lui accarezzandomi i polsi pieni di cicatrici “e soprattutto non permetterò che tu ti faccia del male”
Gira il volto, mi prende il mento tra le dita, i nostri visi vicini, mi guarda le labbra, si avvicina ulteriormente. Mi bacia lentamente, sento le sue labbra calde sulle mie, le nostre lingue che si uniscono e i respiri che si confondono
Restiamo in silenzio, ci guardiamo negli occhi
“Ti amo” dice “dal primo momento in cui ti ho vista in quel bar, quando te ne stavi sola a leggere quel libro di poesie di quell’autore che tanto ti piace.”
Arrossisco
“Anche io sono innamorata di te” rispondo “l’ho capito la sera di capodanno, quando mi hai preso per mano per non farmi perdere tra la folla”
Ci baciamo nuovamente, più intensamente stavolta
“Dai, ti riporto a casa” fa lui accendendo il motore dell’auto e partiamo tenendoci per mano lungo tutto il tragitto.

Grazie migliore Amico
Ti Amo tantissimo 
   
 
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