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Autore: Akatsuki    23/04/2017    3 recensioni
“Prendimi” sussurrò morbidamente Ichigo al suo orecchio. Gli morse piano il lobo e una ciocca dei lunghi capelli scarlatti le scivolò sul viso, solleticando la guancia di Ryou e facendolo fremere. Gli passò la lingua calda e bagnata sulla parte sensibile dietro l’orecchio, per poi scendere sul collo e verso la scapola, lasciandogli una scia bollente che pulsava in modo quasi doloroso. “Lo so che mi vuoi, Ryou.”
Ryou Shirogane, essendo un uomo con la testa ben piantata sulle spalle, non aveva mai amato particolarmente perdersi nei sogni e a loro aveva sempre preferito la realtà.
Più o meno.
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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In Ryou’s wildest dreams
 
"I sogni, beninteso, non sono realizzabili, lo sappiamo;
non ne faremmo forse senza il desiderio, e invece è utile farne per
vederli fallire e perché il loro fallimento ci serva d’insegnamento.
"
[Marcel Proust]
 
 










 
“Non per essere ripetitivo” si accigliò Ryou. “ma hai delle gambette belle pesanti.”
Ichigo ghignò e si posizionò meglio sulle cosce del fidanzato, allungandosi e stiracchiandosi sul divano come un vero e proprio gatto. Aveva gli arti inferiori poggiati su quelli di Ryou, i piedi foderati da pesanti calzini invernali che, diciamocela tutta, di sensuale avevano ben poco ed era avvolta da una copertina di pile rosso lampone. Continuava a guardare imperterrita lo schermo della tv, che trasmetteva placidamente un cartone animato che stava seguendo con estremo interesse, mangiucchiando qualche cioccolatino al latte. Tutto normale.
Rivolse per un momento la sua attenzione al biondo, guardandolo di sottecchi. Ryou stava leggendo un romanzo di fantascienza cercando di ignorare le voci concitate provenienti dalla televisione e ogni qualvolta Ichigo ridacchiava a qualche scena del cartone, alzava gli occhi al cielo e accennava un sorriso. Era come una bambina, ma era proprio quello che gli piaceva di lei.
“Io non mi lamenterei così tanto se fossi in te” rise Ichigo punzecchiandolo con un piede. “Signor sono innamorato di te da quattro anni.
Ryou la guardò falsamente sconvolto e le diede un pizzicotto sul polpaccio. Quella ragazzina si divertiva un mondo a colpirlo proprio nei punti deboli, soprattutto da quando stavano insieme –cioè da un paio di mesi- e le aveva fatto notare da quanto tempo le morisse dietro. Ora ogni volta che Ryou era reticente nel fare o dire qualcosa o la prendeva troppo in giro, Ichigo rispondeva ricordandogli che era lui quello che si era dichiarato a lei e l’aveva corteggiata per diverso tempo, pazzamente innamorato e disposto a tutto pur di averla. Lei ci godeva troppo a vederlo imbarazzato, Shirogane non era un ragazzo particolarmente espansivo né era facile farlo cedere, la rendeva segretamente soddisfatta il fatto che uno dei suoi punti deboli fosse proprio il sentimento che provava per lei.
“A me risulta che la cosa sia largamente ricambiata, Momomiya.”
Ichigo spense la tv. “Confermo.”
“Da quando cedi così facilmente?” chiese Ryou sorpreso. “Non arrossisci nemmeno. Sicura di stare bene?” Si sporse verso di lei con un sorriso stampato in volto e le poggiò una mano sulla fronte.
“Niente febbre” le assicurò e tornò al suo posto. “Strano.”
Ichigo sbuffò e con un calcio si tolse la coperta di dosso, facendola finire sul pavimento. I calzini fecero la stessa fine, sfilati abilmente senza l’uso della mani. Si mise in ginocchio sul largo divano, guardando intensamente Ryou. Lo sguardo era diverso dal solito, meno candido e più consapevole, con uno strano luccichio che le illuminava gli occhi castano scuro.
“Ichigo? Tutto ok?” fece il biondo inarcando un sopracciglio. Era strana e se ne sorprese, non l’aveva mai vista in quel mondo. Sembrava pronta a saltargli addosso, un gatto che voleva giocare con un suo simile.
La suddetta sorrise felina e si mise gattoni, avvicinandosi a lui di qualche centimetro. Gli tolse il libro dalle mani e lo lanciò dall’altro lato del divano, dove cadde con un tonfo. Si morse l’interno della guancia con ancora il sorriso provocatorio sulle labbra e gli poggiò le mani sulle cosce, mentre sulla testa le spuntarono due orecchie nerissime e sul fondoschiena fece la sua comparsa una morbida coda da gatto.
“Shirogane” miagolò Ichigo mettendosi a cavalcioni su di lui. “Ho voglia.”
Ryou strabuzzò gli occhi e lo fece ancora di più quando la ragazza infilò la mano gelida sotto la sua maglia, gliela alzò fino al petto e lo carezzò languidamente. Trattenne il fiato e le strinse il polso dell’altra mano, che si stava avvicinando pericolosamente al bordo dei pantaloni che indossava.
“Sei impazzita?” fece, la gola talmente riarsa che dovette deglutire un paio di volte prima di riuscire a parlare. “Ichigo, che ti prende? Non è da te comportarti in…”
La pseudo gattina mise su un broncio coi fiocchi e lo guardò offesa, la coda nera che frustava l’aria a destra e a sinistra. “Non mi vuoi, Ryou?”
“I-io…” prima che lo stesso riuscisse a dire o a fare qualcosa, Ichigo si arcuò su di lui e fece aderire il seno contro il suo petto, placida. Ryou poteva sentire chiaramente le fusa che le nascevano dalla gola e le facevano vibrare dolcemente il torace. La ragazza continuava a muoversi su di lui troppo sensualmente, continuava a provocarlo di proposito e lui stesso era ben consapevole di quanto fosse debole di fronte alla stessa Ichigo. Dio solo sapeva quanto la desiderava, con quanta intensità avrebbe voluto farla sua e continuare vederla dedicarsi a lui nello stesso modo in cui stava facendo in quel momento. Era una visione spettacolare, troppo attesa e desiderata perché riuscisse ad opporsi.
“Prendimi” sussurrò morbidamente Ichigo al suo orecchio. Gli morse piano il lobo e una ciocca dei lunghi capelli scarlatti le scivolò sul viso, solleticando la guancia di Ryou e facendolo fremere. Gli passò la lingua calda e bagnata sulla parte sensibile dietro l’orecchio, per poi scendere sul collo e verso la scapola, lasciandogli una scia bollente che pulsava in modo quasi doloroso. “Lo so che mi vuoi, Ryou.”
Oh sì, Ryou la voleva eccome. La voleva così tanto, così disperatamente, che per nulla al mondo si sarebbe sottratto a quelle dolci attenzioni. Stavano insieme, era vero, ma non erano ancora arrivati a fare quelle cose e non aveva nemmeno mai visto la sua gattina così impudica e sfrontata. Era troppo per il suo povero cuore, che d’altronde non ne voleva proprio sapere di smettere di battergli furiosamente nel petto. Sapeva che Ichigo lo sentiva e che ne godeva, così come si compiaceva dell’effetto che aveva avuto sul corpo di Ryou. La vide sorridere sfacciata prima di portare una mano sul rigonfiamento dei suoi pantaloni, che prese a massaggiare piano e con estrema lentezza.
Ryou gemette e chiuse gli occhi. Dio, stava per impazzire.
“Ti piace, non è così?” soffiò provocatoria. “Ti piace e si vede.”
“Ichigo, se non la smetti io...”
Non aveva finito la frase, sperava che lei intuisse da sola dove voleva arrivare. Se avesse continuato a provocarlo, non era sicuro che sarebbe riuscito a resistere e ad evitare di saltarle addosso. Ichigo era così calda e morbida, sensuale ed eccitante, con quelle orecchie e quella coda da gattina che gli piacevano talmente tanto che l’aveva più volte immaginata con le stesse mentre una scena più o meno simile avveniva, ma semplicemente nella sua testa. Un altro dei suoi punti deboli.
Sarebbe morto prima dei trent’anni, lo sentiva.
Era sempre stoico, impassibile e distaccato, ma con lei non ci riusciva praticamente mai. Forse prima, quando ancora non erano una coppia e lui si limitava ad osservarla da lontano, ma ora che erano diventati ancora più intimi sapeva con certezza assoluta che poteva lasciarsi andare con Ichigo, che andava bene aprirsi e mostrarsi per quello che era quando erano da soli. Lei lo capiva, lo amava e lo accettava. Ryou non poteva chiedere di meglio.
E non poteva essere più felice di come si stava comportando la sua amata gattina in quel momento, di come lo stava guardando mentre si leccava le labbra di pesca e gli accarezzava le braccia sode. Non era un comportamento consueto per Ichigo, anzi, tutt’altro. Era sempre così vergognosa, timida, pensava che non l’avrebbe mai vista farsi avanti in quel modo. Era strana ma lui non era così sciocco da tirarsi indietro o cacciarla, forse non sarebbe arrivato fino in fondo ma voleva godersi ancora quelle attenzioni così piacevoli e del tutto gradite.
“Lasciati andare” sussurrò Ichigo. Abbassò la zip della proprio felpa e Ryou scoprì, con non poca sorpresa, che al di sotto non portava assolutamente nulla. Lasciò scivolare le maniche lungo le braccia e, una volta libera dall’indumento, prese le mani del ragazzo e se le poggiò sul petto. “Per favore, Ryou” implorò.             
Strinse la presa sui seni e la udì gemere, lasciva. “Dio, sei stupenda” si lasciò sfuggire mentre le studiava il viso e le espressioni che faceva, continuando a massaggiarla piano.
I seni erano morbidi e pieni, gli stavano quasi perfettamente tra le mani ed erano molto meglio di quanto si sarebbe mai immaginato. Aveva le ciglia lunghissime che le rendevano lo sguardo ancora più sensuale e femminile, con quegli occhi color cioccolata lucidi ed enormi. I capelli sciolti sulle spalle nude che le sfioravano la pelle in una delicata carezza erano un vero e proprio attentato al suo autocontrollo e le labbra, rosa e sottili, erano un nettare di cui si sarebbe nutrito fino alla fine dei suoi giorni se avesse potuto.
Si avventò proprio su quelle labbra dolcissime e le divorò in un bacio che non ebbe nemmeno il tempo di essere delicato, in quanto Ryou –e decisamente anche Ichigo- era più propenso a renderlo un contatto molto più profondo e passionale. Le lingue si sfiorarono e, una volta assaporatesi con accurata devozione, iniziarono una danza ardente e sfrenata, mentre Ryou le stringeva una natica e continuava a stuzzicarle un capezzolo. Ichigo non riusciva ad evitare di ansimare e inarcare la schiena, alla ricerca di un contatto più intenso, e Ryou si beava dei suoni che sentiva nascere dalle sue corde vocali e che sapeva essere solo per lui. Le labbra avevano il sapore del melograno, il suo lucido preferito, e sentiva chiaramente il delicato odore di pesca che la sua pelle emanava. Aveva sempre amato da impazzire entrambi i frutti, Ichigo lo sapeva.
In quel momento gli sembrò di essere in uno dei suoi sogni più selvaggi, dove lei gli si concedeva interamente e lui la faceva sua ancora e ancora. E quelli erano solo i preliminari! Quanto aveva aspettato quel momento?
Si staccarono e Ryou si perse ad osservare la ragazza che amava, immerso in quel momento così perfetto e giusto che per nulla al mondo avrebbe voluto farlo terminare. No, decisamente quello era anche meglio della sua fantasia. Un sogno non sarebbe stato comparabile alla realtà, dove poteva averla sul serio, bellissima e alla sua mercé, completamente in balia del suo tocco.
Ichigo però sembrò leggergli nel pensiero: “Ma Ryou” ridacchiò. “questo è un sogno.”
Avvicinò le labbra alle sue e gli lasciò un bacio leggerissimo. Allontanatasi, gli prese il volto tra le mani e agitò la coda divertita. Ryou la guardò confuso e posò a sua volta una mano su quella di Ichigo.
“Che stai dicendo?”
“Stai sognando, stupido Shirogane” ribadì lei, dandogli un buffetto sul naso. “Ed è arrivata l’ora di svegliarsi.”
Ma lui veramente non capiva cosa stava succedendo. Un attimo prima era tutto perfetto e ora lei stava dicendo cose tanto strane. Non potevano semplicemente continuare ciò che stavano facendo?
“Ma noi…”
Ichigo lo guardò storto e si poggiò le mani sui fianchi, come faceva quando era seccata. “Ryou, ho detto che devi svegliarti!” ripeté arrabbiata. “Svegliati! Subito!
E prima che l’americano potesse anche solo pensare ad una risposta, si ritrovò a spalancare gli occhi color oceano. Si guardò attorno e vide Ichigo, non più su di lui e a petto nudo ma stesa sul divano, sempre infagottata nella sua copertina e con i piedi avvolti dai calzettoni, mentre lo guardava infastidita.
“Era ora” lo sgridò. “Sono finiti i cioccolatini e mi avevi promesso che saresti andato a comprarli, invece ti sei addormentato!”
Era stato solo un sogno. Uno stupido, fantastico e dolcissimo sogno. Nascose il volto tra le mani e si allungò stancamente sul dorso del divano, lasciando ciondolare la testa al di fuori. Era troppo bello e soprattutto irrealizzabile perché potesse essere vero, lei non avrebbe mai preso l’iniziativa in quel modo e inoltre non le spuntavano coda e orecchie da anni ormai. Che sciocco era stato!
“Stavo facendo un sogno assurdo” mormorò con il viso ancora tra le mani. Ichigo addolcì lo sguardo e si allungò per lasciargli una carezza sulla guancia, un po’ pentita per averlo svegliato. Era davvero bellissimo mentre dormiva e le piaceva immensamente stare ad osservarlo.
“Certo che quando dormi sembri proprio…” lo sguardo le cadde casualmente sul cavallo dei pantaloni di Ryou, il cui leggero rigonfiamento non passò inosservato. “… un angioletto” riuscì a concludere infine, non troppo convinta.
Il biondo americano intuì immediatamente cosa dovesse aver catturato l’attenzione della sua ragazza (era ben consapevole di cosa fosse avvenuto al suo corpo, anche nella realtà) e sorrise divertito mentre spostava le dita dal viso e puntava lo sguardo oltremare su di lei. Adorava vederla imbarazzata.
Ichigo arrossì fino alla punta delle orecchie e si morse a sangue il labbro inferiore, combattuta tra il rimanere in silenzio e il prenderlo in giro – o almeno tentare di farlo.
“Certo che” disse poi, facendosi coraggio. “deve essere stato proprio un bel sogno.”
“Non immagini quanto” rispose Ryou con voce tranquilla, gli occhi ancora ridenti.
Ichigo divenne ancora più paonazza di quanto già non fosse e si avvolse una ciocca di capelli al dito, nervosa. Avrebbe voluto chiudere il discorso, temeva dove potesse andare a finire ma era anche troppo interessata a ciò che Ryou poteva dirle.
“Per caso… Questo sogno prevedeva anche me?” chiese timida. Non avevano mai parlato di certe cose, nonostante fossero una coppia abbastanza consolidata e la tensione sessuale certe volte fosse palpabile tra di loro. Era troppo curiosa!
Ryou annuì e prese ad accarezzarle una gamba. “Non è che per caso vorresti una dimostrazione, Momomiya? Ti avverto, non sarò affatto un angioletto.”
Ichigo spalancò gli occhi e si coprì la bocca con una mano, per evitare che lui la prendesse ancora di più in giro per l’espressione che stava facendo. Gli tirò addosso un cuscino, indignata, e Ryou scoppiò a ridere.
“Sei un idiota, Shirogane!”
“Lo prendo per un sì.”












N/a: ho provato a scrivere qualcosa su Ryou ed Ichigo perché, come per molte altre persone su questo fandom, sono una delle mie otp e davvero li adoro insieme. Ho letto diverse ff su di loro, una più bella dell'altra, e sebbene io non sia particolarmente brava a scrivere né esperta riguardo la caratterizzazione di questi due pulcini, ci ho provato lo stesso e ora eccola qui.
Spero possa piacere e che non sia eccessivamente deludente, ecco. E' praticamente la prima volta che esordisco in Tokyo Mew Mew, tranne per un unico capitolo di una long mai finita e che forse un giorno riprenderò, e sono un po' insicura. 
Se vi va, lasciatemi un commento.
Bacioni!
 
  
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