Anime & Manga > Rossana/Kodocha
Segui la storia  |       
Autore: JEH1929    23/04/2017    1 recensioni
E così era stato deciso: avremmo abitato insieme.
Io mi ero gettata a capofitto nella novità senza pensare veramente cosa essa potesse veramente comportare, come mi succedeva sempre. Come al solito avevo riflettuto assai poco e così avevamo iniziato a visitare un appartamento dietro l’altro, quanto più vicini possibile all’università.
**
“Sarò la tua sabbia, la tua erba, il tuo cielo, la tua felicità. Ti amo. Tua per sempre, Sana”
E mentre stringo fra le mani il libretto e non riesco a trattenere una piccola lacrima, che mi brucia gli occhi, penso a quanto la sorte possa essere ironica e a quanto sia facile che tutto ciò che pensavi avresti posseduto per sempre possa essere perduto in un millisecondo.
**
Fanfiction su Sana e Akito e su quello che potrebbe essere loro successo dopo la fine del manga.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Aya Sugita/Alissa, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ordino il quarto drink di fila. Gomi me lo serve senza dire nulla, sa che non è il caso di protestare quando sono in questo stato. Le parole di Kurata mi hanno fatto male, anche se non lo ammetterei neanche sotto tortura. “Ti voglio fuori dalla mia vita!”, esattamente le stesse parole che mi ha rivolto un anno fa, quando ci siamo lasciati. Per un attimo vengo preso dal panico che possa succedere di nuovo, che non ci vedremo di nuovo per così tanto tempo, ma poi mi tranquillizzo, questa volta non lo permetterei. Anche se tutto ciò che provo nei suoi confronti adesso è solo rabbia e frustrazione, non posso davvero vivere senza quella ragazza. Ormai non posso più. Eppure non riesco a non ribollire per le sue parole così dure, davvero mi vuole del tutto fuori dalla sua vita? Vorrei tanto prendere a calci qualcosa, come facevo da bambino, ma non credo che Gomi ne sarebbe entusiasta. Mi limito a sbattere il pugno sul tavolo, ordinando un altro drink.
- Ehi, Hayama-kun, che cosa ti è saltato in mente prima? Volevi far venire la polizia il giorno dell’inaugurazione?
Sembra piuttosto irritato e coscientemente non mi sento di dargli torto, ma la rabbia è superiore a qualsiasi altra cosa in questo momento e lo incenerisco con lo sguardo, sicuro che non continuerà a stressarmi. Smentisce immediatamente la mia certezza.
- No, sul serio. Sei un idiota.
Questo è tanto anche per lui, l’unica volta che ha osato sfidarmi così non è finita bene per lui, l’ho steso con un unico pugno, nonostante fosse riuscito a darmene un bel po’ prima, ovviamente per colpa di Kurata, sempre per colpa di Kurata.
- Lasciami in pace.
- Hayama-kun, perché ti comporti così?
- Non credo che siano affari tuoi.
- Perché non vai da lei e le dici quello che provi?
Alzo lo sguardo stupito, tutto mi sarei aspettato tranne che consigli sentimentali proprio da Gomi, devo proprio essere ridotto male…
- Non ti immischiare.
- Se continuerete così finirete per non avere più occasioni e ne avete già sprecate un bel po’.
- Non provo niente per lei! – urlo, ma per fortuna il frastuono della musica copre le mie parole, che giungono soltanto a Gomi.
- E allora perché non mi hai chiesto neanche di chi stavo parlando?
Mi alzo bruscamente.
- Lasciami in pace. Voi… non sapete niente di me, voi non sapete niente di noi!
Esco dal locale e soltanto in quel momento mi rendo conto di quanto l’aria fosse irrespirabile all’interno. Le vie di Tokyo sono silenziose, ormai deve essere piuttosto tardi. Il locale, infatti, inizia a svuotarsi velocemente. Le persone passano davanti a me, alcune ubriache, altre allegre, altre depresse, alcuni in gruppo, altri da soli, altri in coppia, litigando, tenendosi per mano, baciandosi. Rimango lì immobile fino a quando anche l’ultima persona è uscita, forse per dei minuti, forse per delle ore, non lo so. Qualche ragazza prova ad avvicinarmisi e ad abbordarmi, ma non vedendo alcuna reazione da parte mia, si allontanano velocemente. Alla fine anche l’ultima persona esce, eccettuati i miei amici, probabilmente rimasti ad aiutare Gomi.
- Oh.
Sento la voce di qualcuno alle mie spalle.
- Pensavamo che fossi tornato a casa o che te ne fossi andato con qualche ragazza. – Tsuyoshi mi si avvicina lentamente.
Io non apro bocca.
- Sei rimasto qui per tutto questo tempo?
Rimango nuovamente in silenzio.
- Andiamo, vieni dentro. Abbiamo deciso di fare un gioco.
Si volta e rientra.
Mi giro stupefatto. Cosa? Niente prediche, niente discorsi alla Tsuyoshi? Mi sembra quasi che il mondo si sia ribaltato, Gomi che mi fa la predica e Tsuyoshi che non dice niente. Forse non ha saputo quello che è successo, ma mi sembra improbabile, visto che sia Gomi che Sana lo avranno sicuramente sparato ai quattro venti. Decido di rientrare, non serve a niente stare ancora qui.
Li trovo seduti allo stesso tavolo di prima. Bevono e ridono. Anche Sana ride a crepapelle, nella sua bellissima risata. Non sembra affatto essere preoccupata per la conversazione che abbiamo avuto prima, come se davvero non le importasse niente. Però è sempre stata un’ottima attrice… Scuoto via questo pensiero e mi vado a sedere accanto a Tsuyoshi, davanti a Fuka e Takaishi. Kurata sembra leggermente brilla, probabilmente ha bevuto soltanto un drink ed è già fuori di testa, non regge affatto bene l’alcol.
- Oh, finalmente, adesso gioca anche tu! – Fuka mi punta contro un dito, sembra leggermente brilla anche lei, Takaishi le lancia uno sguardo lievemente preoccupato. Mi sono sempre chiesto come potessero stare insieme loro due, sono così diversi.
Anche io e Sana siamo diversi. Certo, eravamo diversi, ma in fondo eravamo più simili di quanto sembrasse. E poi la nostra storia non poteva essere presa d’esempio. Era finita.
- Che gioco? – mi limito a chiedere.
- È un gioco che ho inventato io. – e già qui mi preoccupo.
- Praticamente è obbligo e verità un po’ modificato. Bisogna rispondere la verità, ma si hanno due possibilità in cui si può ricorrere agli obblighi ed evitare la verità, in quel caso la domanda deve essere dirottata a un altro giocatore da colui che non ha risposto, ma quest’ultima persona deve rispondere per forza. Nel caso in cui la prima persona risponda subito, allora tutti gli altri dovranno rispondere alla stessa domanda. Tutto chiaro?
- Non ho alcuna intenzione di giocare. –faccio per alzarmi, ma uno sguardo inceneritore di Tsuyoshi mi intima di rimanere seduto.
- Bene, allora giochiamo tutti. Perfetto. – continua Fuka. – Inizio io.
Fa una pausa, scrutandoci in volto uno a uno.
- Tsuyoshi. – dice infine, - hai mai pensato a qualcun altro mentre facevi l’amore con una donna?
Tsuyoshi arrossisce velocemente, ma la sua risposta suona sicura.
- No.
- Ha risposto subito, quindi ora dobbiamo rispondere tutti.
- No. – Aya.
- No. – Takaishi.
- No. – Sana. Inconsapevolmente mi sembra di rilassare tutti i muscoli. Perché temevo tanto la sua risposta?
- S…sì. – Hisae arrossisce leggermente. Gomi si volta a guardarla, un’espressione leggermente sconvolta.
- Non con te. – si affretta ad affermare lei.
- Sì. – risponde Gomi, - Ma vale lo stesso per ciò che hai detto tu. – specifica.
È il mio turno. Se dicessi di no sarebbe una bugia. Per tutto il dannato tempo del sesso con Nori e con tutte le altre non ho fatto altro che pensare ad un’unica persona.
- Sì. – rispondo. Lo sguardo di Sana si oscura un attimo, ma forse è stata solo una mia impressione.
- Bene, mi è sembrato che siate stati tutti sinceri. Adesso è il tuo turno, Tsu.
Tsuyoshi comincia a guardarsi intorno, imbarazzato.
- Aya. Qual è la cosa che più conta per te? – sempre profondo il nostro Tsuyoshi.
- Tu. – risponde Aya senza esitare, lanciandogli uno sguardo innamorato, che lui ricambia prontamente. Giuro di stare per vomitare e probabilmente non sono l’unico.
- La fiducia. – Takaishi.
- L’onestà di ammettere i propri sentimenti. – Fuka. Senza sapere perché mi sento chiamato in causa.
- Il rispetto. – Kurata sibila la parola quasi fosse un coltello appuntito, che mi attraversa da parte a parte, sento il suo sguardo addosso. Ah, quindi vorrebbe dirmi che io non ho rispetto per lei? La vista mi si annebbia un po’, forse sono più ubriaco di quanto pensassi.
- La passione. – Hisae.
- Divertirsi? – Gomi. L’occhiata che gli lancia Hisae potrebbe incenerire l’acqua.
Adesso è il mio turno. Bene, Kurata, vuoi giocare. Perfetto.
- Non trascurare le persone. – e punto lo sguardo direttamente su di lei e vedo che le si abbassano leggermente le spalle. Adesso non hai più voglia di sfidare la mia pazienza eh? La tensione si fa palpabile.
- Bene, Aya, sta’ a te.
- Gomi. Dove e con chi è stato il tuo primo bacio?
- A stampo o bacio vero? – chiede Gomi.
- Entrambi.
- Ecco… - ci pensa un po’, - Primo bacio a stampo in prima media, con Hisae. Primo bacio vero in prima liceo, con la mia ragazza di allora, non ricordo neanche il nome… - si gratta la testa e tutti scoppiano a ridere, io sono solo nervoso.
È subito il mio turno.
- Primo bacio a stampo alla materna, con Fuka…
- Sì, questa storia la sappiamo tutti. – scoppia a ridere Takaishi.
- Primo bacio vero in sesta elementare, Kurata.
- Aya entrambi i casi, uno in prima media, uno in prima liceo. – Tsu.
- Quanto siete noiosi! – esclama Fuka.
- Primo bacio a stampo la mia ragazza in prima media, primo bacio vero Fuka in seconda media. – Takaishi.
- Akito e Takaishi. – dice Fuka.
È il turno di Kurata.
- Hayama, ed eravate tutti più o meno presenti… Hayama, la sera della festa di metà compleanno. Entrambi in sesta elementare e contro la mia volontà. – sussurra a stento Sana, puntando gli occhi in un’altra direzione. Io ho un ricordo diverso del nostro secondo bacio, ma non ho intenzione di rivolgerle la parola adesso o potrei non controllare le parole. Incrociamo lo sguardo per un attimo, ma lei lo distoglie in fretta.
- Gomi tocca a te.
- Hayama, con quante ragazze hai fatto sesso?
Eh? Lo incenerisco con lo sguardo. Kurata si agita sulla sedia.
- Ehm… - la verità è che non ne ho la più pallida idea, non ricordo niente di loro, sicuramente non quante erano numericamente.
- Se non vuoi rispondere, puoi girare la domanda a qualcun altro e fare un obbligo. – interviene Fuka.
- La verità è che non ne ho idea… - sputo fuori.
La sorpresa attraversa i volti dei miei amici. Pensavano che volessi andare in giro a vantarmi delle mie conquiste da perfetto donnaiolo? Certo, dopo la scena di Nori, non hanno neanche tutti i torti. Kurata sta fissando un punto nel vuoto, con sguardo vacuo, non sembra affatto sollevata come invece avrei pensato.
- Sincero. – sentenzia Fuka.
- Una. – Tsuyoshi, ovviamente.
- Uno. – Aya, altrettanto ovviamente.
- Due. – Takaishi ci sorprende, anche se Fuka non ne sembra affatto turbata.
- Due. – risponde lei, imperturbabile.
- Uno. – la risposta di Kurata è talmente bassa che per un attimo non sono sicuro di aver capito bene, ma quando la risposta raggiunge il mio cervello, sobbalzo impercettibilmente. Ero sicuro che, prima che tornassimo a rivolgerci la parola, avesse frequentato qualcun altro. La fisso in silenzio, ma lei non alza gli occhi, continuando a fissare il punto nel vuoto.
- Tre. – conclude Hisae.
Adesso è il mio turno di chiedere. Non posso fare a meno di rivolgere la mia domanda.
- Kurata.
Finalmente lei alza gli occhi. Mi sembra che tutti si sporgano in avanti, nella nostra direzione.
- Hai avuto qualcuno nel periodo in cui nonci siamo visti?
La mia domanda mi brucia sulle labbra mentre la pronuncio e non appena noto la sua espressione mi pento subito di averla posta.
- Puoi non rispondere. – Fuka mi fulmina.
- Sì… voglio dire, voglio rispondere… - balbetta lei, - La mia risposta è no, non ho avuto nessun altro. – dice, fissandomi per qualche secondo negli occhi, prima di distogliere lo sguardo. Questa non è una domanda a cui tutti possono rispondere, quindi decidono di andare avanti.
Sento Kurata porre una domanda che non ascolto nemmeno a Fuka, che rifiuta di rispondere e come obbligo viene costretta a bere tutto d’un sorso un bicchiere di vodka. La risposta di Sana continua a sbattermi in testa freneticamente, “no”. Sicuramente ha avuto un sacco di occasioni, tutti la adorano. E allora per quale motivo ha detto che mi vuole fuori dalla sua vita? Lo sguardo mi si annebbia di nuovo. Sono ubriaco e sul punto di perdere il controllo.
- Sana. – Fuka mi guarda con uno sguardo omicida negli occhi e poi pone la sua domanda.
- Quante volte ti sei innamorata?
Sana sobbalza, è una mia idea oppure si sono messi tutti d’accordo contro me e Kurata?
- N…non voglio rispondere. – il fatto che abbia rifiutato di rispondere mi fa arrabbiare ancora di più in qualche modo, senza che sappia neanche perché.
- Bene, a chi passi la tua domanda?
Lei ci guarda uno a uno, lentamente.
- Hayama. – dice infine e distoglie di nuovo lo sguardo.
Adesso tutti gli occhi, tranne i suoi, sono puntati nella mia direzione. Sono costretto a rispondere.
- Una volta sola ed è stato il mio salvagente, ma adesso è solo la mia rovina. – il silenzio cala sulle mie parole aspre, più aspre di quanto avessi immaginato e di quanto volessi.
L’espressione sul volto di tutti mi appare allucinata e probabilmente è la stessa che si rispecchia anche nel mio, poi Sana si alza bruscamente e corre verso l’uscita.
 
Finalmente raggiungo la mia destinazione. I miei occhi sono stranamente aridi, non riesco a piangere. So che è tardi. Probabilmente sarà già andato a dormire o forse è in compagnia. La mia mano si blocca sul campanello. Mi sto comportando da egoista a venire in questo modo alla sua porta, di notte. Ma adesso è come se mi sentissi sull’orlo di un baratro, sul punto di cadere. I miei passi risuonano nel corridoio, mentre mi allontano dalla porta. Mi ricordo la sua espressione l’ultima volta che ci siamo visti, sei mesi fa, quando mi ha urlato contro quanto ero stupida a tornare da Hayama, sempre e comunque, e non posso che dargli ragione. E poi la memoria va ancora indietro, a quella volta, durante la mia malattia, in cui lo avevo fatto soffrire così tanto. Non me lo potrò mai perdonare ed è per questo che adesso non busserò alla sua porta. Mi allontano lentamente, senza realmente vedere quello che ho davanti. Poi sento una porta che si apre alle mie spalle.
- Sana-chan? – la voce di Naozumi mi arriva chiaramente alle spalle.
Mi fermo, ma sono ancora dell’idea che sia meglio andarsene.
- Che cosa ci fai qui?
Naozumi si avvicina e mi afferra per le spalle, voltandomi nella sua direzione.
- Sana-chan, che cosa è successo?
Non rispondo, ma finalmente sento delle lacrime calde scendere lungo le guance e cadere disordinatamente sulle sue mani, sulle mie scapole lasciate scoperte dal top, fino a raggiungere la terra. Sono lacrime così enormi.
- Hayama?
Annuisco.
Mi sembra che alzi gli occhi al cielo, ma la mia vista è così annebbiata che ormai non distinguo più nulla.
- Vieni, stanotte puoi stare qui, se vuoi.

**
Ringrazio tutti coloro che leggono la mia storia!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rossana/Kodocha / Vai alla pagina dell'autore: JEH1929