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Autore: lapotenza    24/04/2017    0 recensioni
"Gli esorcisti sono persone possedute da Dio. Essi esistono al fine di consegnare all'Oblio le sinistre creature che emergono dalle tenebre."
D.Gray-Man ~ Prima Notte, Vol.1
Yuki Hirai. Diciotto anni. La sua espressione, un vero e proprio capolavoro di falsità.
Ingenua o furba come la più infima ed astuta delle volpi?
Passionale o gelida e pacata?
Guerriera o spettro in fuga dal passato?
Yuki é divisa in due parti perfettamente... (A)simmetriche.
Non uno, ma ben due passati alle spalle, non uno, ma nessun futuro che si profila all'orizzonte, non uno, ma ben due marchi imposti da Dio.
Un' anima infranta o un cuore d'acciaio?
Ci sono così tante alternative da scegliere... Ma nessuna persona pronta a condividerle.
Come si sopravvive al ritorno nelle fitte spire dell'Ordine?
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Allen/Lenalee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io... Cosa ho sbagliato?
Hai sbagliato tutto.
Perché io...
Sei inutile.
Volevo solo...
Non importa cosa vuoi, non meriti nulla.
Mi sarebbe piaciuto...
Nulla.
Avrei solo bisogno di capire...
Non c'è nulla da capire, Yuki.
...il mio scopo...
Sparisci.

-Ciao, Yuki.- delle mani morbide le accarezzarono le palpebre e le guance, qualcuno la avvolse in un abbraccio da dietro.
Yuki aprì gli occhi. Si trovava in un mondo bianco fatto di freddo e di luce, candide spirali si avvolgevano su se stesse verso di un cielo perlaceo.
-Sei così carina, sai?-
-Chi sei?- domandò Yuki, continuando a guardare dritto davanti a se.
-E sei anche fredda.- l'abbraccio si sciolse e la persona che aveva parlato le si pose di fronte.
Era una donna dai lunghi capelli neri, la figura slanciata ed equilibrata coperta da un sobrio cappotto nero. Ciò che colpí Yuki furono gli occhi: brillanti ed intensi come il rame, esattamente come i suoi.
-Sediamoci.- la donna si buttò all'indietro. Prima che Yuki potesse fermarla due sedie d'argento comparvero in quella sorta di mondo onirico, fermando la "caduta" della donna.
Dubbiosa, anche Yuki si accomodò.
-Mi conosci?- chiese la donna con un sorriso a fior di labbra.
Con lentezza, Yuki mosse la testa in segno di assenso.
-E ti ricordi chi sono?- sempre nella stessa modalità, la ragazza scosse il capo. Notò con enorme dissenso che i piedi non le toccavano a terra, ricordandole quanto minuta fosse.
-Sono Nora, una volta esistevo al tuo posto.- Yuki continuò a fissare le punte delle scarpe. I suoi abiti erano sporchi e logori, come se qualcuno l'avesse prelevata da un campo di battaglia e posata su quella sedia finemente lavorata. Una piccola scintilla si accese nella sua mente.
-Sei portoghese?- domandò, senza alzare lo sguardo, il tono di voce disinteressato che faceva intendere quanto poco le importasse qualsiasi cosa in quel momento. Si sentiva scossa ed infreddolita, perduta, e poteva nasconderlo solo dietro quell'imperturbabilità.
-Ah ah. Vedo che parli bene questa lingua.-
-Parlo bene qualsiasi lingua esistente.- rispose meccanicamente Yuki.
Nulla importava, ma doveva comunque adempiere ai suoi doveri. Raccogliere informazioni era la priorità. Ma... Quali informazioni?
-Ti senti mai in colpa, Yuki?- domandò Nora.
-Mi sento inutile, a volte.-
-Credi davvero di esserlo?-
-Chi lo sa.-
Nora rise piano, allungò una mano davanti a se e pescò un biscotto da un barattolo apparso a mezz'aria. Il contenitore andò giù finendo a sbattere sulla liscia superficie di un tavolo di legno chiaro.
-Gradisci qualcosa? Serviti pure.-
-Ci sono solo biscotti qui.- le fece notare Yuki, corrucciata.
-Non necessariamente. Questo posto è nostro, puoi far apparire qualsiasi cosa tu voglia.- sorrise Nora.
-Mh, proviamo.- Yuki pensò istintivamente alle fredde serate invernali da bambina, quando lei e Junior sceglievano in libro e lo leggevano insieme davanti al camino, coperti da una coperta morbida, con delle fumanti tazze piene fino al bordo dalle tisane più varie. La sua preferita era quella ai frutti bosco, e fu quella che apparve sul tavolo quando tese la mano.
-Questo posto... Non ricordo cosa è successo prima di finire qui.- disse, sorseggiando il caldo liquido.
-Sei stata presa da un Noah... Un po' speciale.- Nora fece apparire una tazza di caffè, è Yuki storse impercettibilmente il naso.
-Speciale?-
-Per noi due si.- il sorriso di Nora si fece malinconico -Voglio farti vedere una cosa, poi dovrai tornare nel mondo reale.- la donna si alzò di scatto e la sua sedia scomparve.
-Vieni, cambiamoci questi vestiti consumati.- prese le mani di Yuki e la fece alzare.
Mentre veniva tirata in avanti, uno scintillio avvolse la ragazza, prendendo forma fisica addosso al suo corpo.
Guardò stupita l'abito color panna pieno di trine e merletti, inorridendo al pensiero di poter anche solo ricordare una di quelle adorabili bomboniere decorative che si vedevano nei salotti delle vecchie signore e nelle camere delle bambine.
-Non so quando, ma un giorno vedrai questo posto.- Nora mosse la mano verso l'orizzonte bianco, ed esso si pitturò come per incantesimo, mostrando un albero immenso ai margini di una città. Il sole baciava il panorama e le foglie luccicavano come smeraldi.
-Cerca bene, troverai qualcosa di utile... Ah, e chiedi al tuo amico, quell'adorabile rossino, dove ha trovato quella vecchia sciarpa.-
-Junior? Perché...-
-Vai cara, mi dispiace per aver fatto tutto di fretta e non averti detto nulla, ma purtroppo è un momento difficile. Vai dai tuoi amici.- Nora la spinse delicatamente verso il lato opposto, in mezzo alle spirali bianche.
-Torna a trovarmi.-
-È possibile?- Yuki si voltò indietro. Per qualche strana ragione, non voleva andarsene e lasciare Nora da sola.

-Certo, questa è la tua mente, ormai.-

Poi il bianco avvolse tutto e Yuki ne rimase accecata.

Non posso fare molto da sola, ma  ti aiuterò.
Chi... Chi sei?
Ti ho scelto, adesso basta che si convinca anche lei... Ma è ancora presto.
Tu... Tu sei...

-Attiva... Attivazione.- un sussurro appena impercettibile, probabilmente aveva sentito male, Apokryphos era nella zona e gli esorcisti non avevano modo di attivate l'Innocence, probabilmente era stato tutto frutto della sua immaginazione.
Un mugolio provenne dalla ragazza che adesso stringeva col braccio sinistro. Era davvero minuscola e non pesava niente. La vide aprire gli occhi con lentezza. Un verde brillante e pericoloso, due croci, una bianca ed una nera, al posto delle pupille.
Non era vero, non poteva essere vero.
Eppure era lì. Era Innocence, e non un'Innocence qualunque.
Un'aura brillante si espanse tutt'intorno, era troppo tardi perché Tyki potesse fare qualcosa.
Fu in quel momento che, senza il minimo pensiero o desiderio di voler comprendere cosa stesse accadendo, Kanda scattò in avanti, liberando la katana ed attivandola. Si fiondò sugli Akuma come una furia nera, senza che nessuno avesse il tempo di realizzare che, per una qualche strana ragione, l'Innocence adesso funzionava alla grande.
Lavi ed Allen, dal canto loro, partirono all'attacco subito dopo, ordinando a Link di occuparsi dell'incolumità di Moeve.
-Ba-kanda! Tu e Lavi occupatevi di Hirai-san, agli Akuma ci penso io!- urlò l'albino, sparendo dietro la maschera ed il candido mantello della sua Innocence.
-Yu! Se lo attacchiamo insieme forse riusciamo a riprendere Yuki-chan!- Lavi fece roteare il suo martello facendolo ingrandire di volta in volta.
-Non chiamarmi per nome!- strepitò il samurai, affiancandolo indemoniato -Vediamo di far finire 'sta cazzata in fretta.-
Con simultaneità scattarono in avanti verso il loro nemico, che pareva più scosso e meno pieno di se del solito. Si prepararono a colpire nella sequenza il più sicura possibile per evitare di ferire la compagna: Lavi avrebbe colpito col timbro di fuoco regolando la temperatura attorno al corpo dell'amica, e Kanda avrebbe fatto quello che gli riusciva meglio, ovvero massacrare senza pietà.
Yuki li vide uno accanto all'altro, e prima di precipitare di nuovo nel limbo buio con le due voci misteriose che le sussurravano nella testa, si rese conto, in modo del tutto fuori luogo, che Junior era di un paio di centimetri più alto di Kanda.

Il calore e la vicinanza di un altro corpo umano cullarono il suo risveglio, accompagnati da un profumo maschile dalle note vagamente familiari.
Dei ciuffi di capelli decisamente troppo lunghi le solleticarono il volto, spingendola ad aprire gli occhi con lentezza. Qualcuno la stava portando sulla schiena.
Non ci volle molto prima che la sua mente appannata giungesse alla conclusione che solo una persona, nel gruppo, avesse i capelli scuri. 
Avrebbe voluto scattare e scendere, iniziando, come suo solito, ad inveire contro il giapponese, ma non ne aveva le forze. Anche il solo respirare le causava una fatica immensa, era una sensazione sgradevole, sembrava quasi che la cassa toracica le si fosse ristretta e le costole avessero preso a graffiarle i polmoni ogni volta che li riforniva d'aria. 
Con stanchezza richiuse gli occhi, suo malgrado memorizzando quel profumo fattosi così intenso a causa della stretta vicinanza. Kanda odorava sostanzialmente di sapone e pulito, cosa che rispecchiava la trascuratezza che nutriva nei confronti di se stesso. Si curava del proprio igiene personale e della propria forma fisica per pura necessità, evitava di agghindarsi in qualunque modo (al contrario di Lavi) e, sentendo parlare Reever ed altri che lo conoscevano da molto, aveva i capelli lunghi solo perché non gli era mai passata per la testa l'idea di tagliarli. Effettivamente, il solo pensare ad un Kanda coi capelli corti sembrava assurdo ed impossibile, quasi come se quella chioma fluente fosse una certezza universale mondialmente riconosciuta.
Nulla a che vedere con lei, che curava la sua immagine per evitare di risultare trasandata e venir così notata per tale peculiarità. Aveva la continua necessità di non dare nell'occhio ne per eccesso ne tantomeno per difetto, e si sentiva a disagio da quando doveva indossare in pubblico gli abiti forniti dall'Ordine.
-Shishou, Yuki-san starà bene?- la voce di Moeve le giunse ovattata alle orecchie, preoccupata ma discreta come sempre.
-Tsk.- fu la risposta sprezzante da parte del mentore.
Kanda... Appena riesco a muovermi ti faccio a fette con la tua stessa katana...
-Immaginò abbia bisogno di riposo.- aggiunse tardivamente il ragazzo.
Yuki si rimagiò quanto appena pensato, rimanendo sinceramente stupita.
Stava davvero esagerando con quella eccessiva preoccupazione, non era la prima volta dopotutto che Kanda dimostrava maturità e responsabilità nella cura di quella ragazzina.
Ci fu un po' di silenzio in cui Yuki percepiva solo i rumori dei passi e null'altro.
-Lavi-san, potresti anche lasciarmi, ora.- formulò di nuovo Moeve.
-Nah, sai leggera, e poi quel crudele di Yu ti avrà fatta camminare un sacco, sarai stanca.- 
-Non chiamarmi per nome.- borbottò Kanda, pacato.
Se avesse avuto abbastanza energie Yuki si sarebbe messa a ridere. Con il ritorno del rosso si prospettavano un mucchio di nuovi siparietti dall'aria divertente e probabilmente violenta.
-Mh... Fiocchetto, guarda che so che sei sveglia.- gongolò Junior -Sei tutta intera?- con uno sforzo disumano ed il desiderio crescente di strozzare il ragazzo, Yuki mugugnò una sorta di flebile affermazione.
-Spero che tu ti riprenda in fretta.- il sangue le si ghiacciò nelle vene, non aveva parlato il rosso -Così posso scaricarti e pace.-
Ah, tutto normale allora, l'Apocalisse non sta per giungere.
Seriamente, sentire una gentilezza simile da parte di Kanda l'avrebbe fatta terrorizzare a morte, le era quasi venuto un arresto cardiaco.
-Credo di vedere del fumo laggiù, ma non sono sicura, non mi sono ancora abituata alla benda e con l'occhio buono vedo poco.-
-Si, se abbiamo fortuna ci sarà una casa.- asserì Kanda.
-Andiamo, Yuki-chan ha bisogno di un letto.- commentò Lavi.
E voi tutti avete bisogno di un cervello.
-Mh.- 
"Mh"? Ma che ti prende? "Che me ne frega", "crepi pure", è così che dovresti rispondere, mi stai facendo preoccupare, hai preso una botta in testa?
-Inizia a fare freddo... Shishou?-
-Dimmi.-
-Yuki-san ha perso il cappotto.- quell'accentuazione severa nella voce di Moeve era un qualcosa del tutto nuovo, eppure sembrava che la ragazzina sapesse cosa stesse dicendo.
-E quindi?- sbottò Kanda.
-Qualcuno glielo dovrebbe prestare.-
Prima che Kanda potesse ribattere in qualunque modo, qualcuno le appoggiò sulle spalle una giacca.
Era calda e Yuki percepì su di essa un odore nuovo, dolce ma non troppo intenso. Preferì mantenere gli occhi chiusi e far finta di nulla.
-Non ci sono problemi ora.- constatò la voce quieta ed educata di Allen Walker, che fin'ora aveva taciuto.
Alle prese con tipetto simile, Yuki non si stupiva di certo se Lenalee gli si era affezionata così tanto. Ma quel ragazzo era falso quanto dolce e rassicurante. Non era la presenza del Noah in lui, era semplicemente un qualcosa che apparteneva indubbiamente al vero Allen: aveva messo su la maschera che più gli aggradava per nascondere le sue debolezze, come Kanda faceva con la sua boria ed impassibilità, Junior con quella risata sguaiata e le battutine e come lei stessa spesso faceva. Non metteva in dubbio la gentilezza ed il buon cuore di quel ragazzo talmente adorabile, ma nemmeno dava per assodato che il suo essere fosse tutto rose e fiori. Quanti schiaffi in faccia aveva preso dalla vita? Quanti ne avevano presi tutti loro? Con o senza Innocence, rimanevano comunque giocattoli rotti, che prima o poi sarebbero caduti al suolo, inerti. Quando i "bambini" avrebbero finito di giocare.
 

-Ehi tu laggiù! Porta questi a quell'incomp.... A Reever della Prima Divisione.- Peck si sistemò gli occhiali, consegnando di malo modo una pila di documenti ad un giovane corvino.
Il ragazzo annuì e si defilò.
Da quando era arrivato al Quartier Generale ed era stato affidato alla sezione di Peck, egli non l'aveva mai chiamato col suo nome, si limitava a qualche "ehi tu", "ragazzo" oppure "scansafatiche laggiù". Dopotutto, il responsabile della Seconda Divisione rivolgeva le sue attenzioni unicamente al suo assistente, Matthew, ed alle gambe della signorina Lee. Non si poteva certo dire che adorasse il suo superiore, ma non spettava certo a lui sceglierselo.
Solitamente il suo lavoro di apprendista consisteva nel riordinare carte e fare la spola tra la loro sezione e quella di Reever.
Quando giunse ai laboratori della Prima Divisione si perse come sempre in quell'affaccendamento generale che sfociava in un caos organizzato impossibile da decifrare per chi fosse un esterno.
Dirigendosi verso la postazione del Caposezione Reever non poté fare a meno che lanciare un'occhiata all'unica scrivania che sembrava non essere stata presa dalla morsa di quell'uragano di disordine, solo una pila di fascicoli era fuori posto, come se qualcuno li avesse spinti via. A quanto pareva la signorina Hirai era ancora in missione con Yu Kanda.
-Ehm, mi scus...-
-Oh! Thomas, giusto? C'è qualche problema?- appena lo vide Reever scattò sull'attenti, pronto ad ascoltare, un tazzone di caffè stretto nella mano mancina. Due profonde occhiaie violacee gli solcavano il volto. Thomas pensò istintivamente a Yuki Hirai, aveva notato che anche lei aveva pesanti occhiaie, eppure anche con quelle rimaneva una delle creature più aggraziate che avesse mai visto.
-Signor Reever, il Caposezione Peck mi ha chiesto di consegnarle questi documenti.- disse, appoggiando la pila di carte nell'unico, minuscolo spazio disponibile sulla scrivania.
-Mh, bene. Più tardi me ne occuperò... Ah!- l'uomo si sporse in avanti come se si fosse ricordato di qualcosa di molto importante da dirgli -Jerry ha detto che ti voleva parlare, quando hai qualche minuto disponibile. Mi ha chiesto di passati il messaggio ieri sera, siccome capiti spesso qui.- 
-Grazie signore.- Thomas si congedò con un inchino prima di voltarsi.
Jerry il cuoco... Cosa voleva da lui?
-Ehi! Mannaggia alla memoria mia... Yuki mi ha chiesto di ringraziarti per averla aiutata a sistemare dei libri o qualcosa di simile... Ha detto che si era dimenticata di farlo quando é andata via.- la voce di Reever lo raggiunse come se si trattasse di un coro angelico pari all'annunciazione alla Vergine Maria. Era decisamente un caso disperato, il suo.

-Accidenti...- Thomas si voltò al sommesso borbottio proveniente da un angolo della biblioteca. Una ragazza alquanto innervosita stava saltellando nel tentativo di posare un libro nello scaffale di fronte a lei.
Non credeva di averla mai vista. Era bassa e sorprendentemente magra, lunghi capelli di un chiarissimo ramato le ricadevano sulla schiena.
Le si avvicinò.
-Ehm... Avete bisogno di una mano?- domandò. Lei si voltò con uno scatto fulmineo, il volto piegato in un'espressione imbronciata.
Thomas rimase senza parole, era minuscola e delicata, gli occhioni grandissimi ma dal taglio deciso brillavano di un colore intenso e, a primo impatto, quasi violento.
Sembrava una bambolina di porcellana con indosso gli abiti sbagliati, la camicia immacolata e la gonna nera, infatti, le donavano un'aura severa che stonava con la dolcezza del suo aspetto.
-Oh... Grazie. In effetti dovrei posare del materiale che ho preso in prestito ma...- non finì la frase, visibilmente scocciata. La sua voce era armoniosa ma seria, secca. C'era una nota molto matura in essa che bilanciava ancora di più il contrasto che quella ragazza generava.
Ma quanti anni ha davvero? Sembra una bimba eppure... 
Mentre prendeva i libri da quelle mani piccole e dalle dita sottili, non potè fare a meno di pensarci. Appena ebbe finito di infilare nei giusti scomparti ogni testo, Thomas si sfregò le mani, un'abitudine ereditata nell'infanzia e mai più perduta.
-Grazie mille, davvero.- per la prima volta in quel breve lasso di tempo, la ragazza gli regalò un lieve sorriso.
Aggraziata nell'aspetto e nelle movenze, ma con un fuoco nello sguardo. Nonostante non la conoscesse, la trovava semplicemente sorprendente. 
-Di nulla...- rimase immobile per qualche secondo, contemplandola stupito -Ah! Ehm... Thomas , piacere.- le porse la mano, sperando di non essere arrossito.
-Oh, Hirai Yuki.- lei gli strinse la mano con esitazione.
-Mh? Per caso... Avete origini orientali?- chiese istintivamente Thomas. Per quanto si sforzasse, non coglieva nessun dettaglio che potesse ricollegare quella ragazza al continente asiatico, a parte il nome.
La domanda parve metterla a disagio, perché si lasciò scappare una mezza esclamazione e puntò lo sguardo altrove per un istante.
-Ehm... No, sono inglese... londinese pura.- si lasciò scappare una risatina nervosa -Voi di dove siete?-
-Sono canadese.- rispose immediatamente.
-Bel posto il Canada, ci sono stata anni fa.- sorrise di nuovo.
-Oh, vi piace viaggiare, dunque?-
-Più o meno.-
Si diressero fuori dalla biblioteca. Thomas fece per salutarla, ma si accorse che stavano andando nella stessa direzione.
-Ehm... Se posso chiedervelo, cosa fate?- domandò.
Lei si voltò.
-Sono un membro della Prima Divisione e l'assistente del  nuovo Generale Yu Kanda.- rispose.
Thomas sgranò gli occhi.
Membro della prima divisione ed assistente di un generale?
-Tu fai parte della seconda divisione, vero? Mi pare di averti visto là di tanto in tanto.- continuò lei allegramente.
Thomas annuì.
Arrivarono al termine del corridoio, ove esso si biforcava. Lei lanciò una veloce occhiata ad un pendolo di legno inciso accertandosi dell'orario.
-Oh beh, si è fatto tardi. È stato un piacere fare la vostra conoscenza.- e detto ciò, corse via.
Thomas la vide allontanarsi veloce e leggiadra.

-Buongiorno, il solito, grazie.- con un sospiro Thomas si presentò allo sportello del refettorio.
Jerry gli passò il vassoio scrutandolo con attenzione.
Il ragazzo tossicchiò, in imbarazzo
-Il signor Reever mi ha detto che dovevate parlarmi... Giusto?- si azzardò a chiedere, visto come l'indonesiano aveva preso ad analizzarlo senza proferir nessuna delle sue solite smielate parole.
Si avvicinò lentamente.
-Ho scoperto il tuo segreto, caruccio.- sussurrò.
-Segreto? Quale segreto?- domandò il moro, confuso 
-Oh... Non provare a nasconderlo con me.-
-Nasconderlo? Io non sto nascon... Ehi!- si sentì tirare con forza per la cravatta, in un batter d'occhio, quasi strozzandosi, si ritrovò a piombare dal lato opposto della finestrella.
-Ma che...-
-Facciamo due chiacchiere, Tom zuccherino mio?- Jerry lo sovrastò scrocchiandosi le dita, ed il mondo fu oscurato.
-Eh?-
-Che ne dici... Di parlare di Yuki-Chan?- e Thomas pensò fosse la decisione più saggia evitare di 
ribattere e nemmeno tentare di fuggire.
 

Ciao!
Torno in ritardo ma sono tornata! Per mia fortuna il maledetto blocco sta iniziando a cedere ed a sparire, e mi stanno tornando le idee e l'ispirazione.
Quindi... Gli eventi sono confusi e Yuki ci è piombata nel mezzo e necessita di fare ordine, ma prima deve riprendersi...
Nel frattempo Jerry ha teso una piccola "imboscata" a Thomas, che abbiamo visto per la prima volta. Ce la farà a sopravvivere?
Inoltre... Mi chiedo chi si occuperà della cucina mente lui è impegnato...
Beh, spero di far presto col prossimo aggiornamento.
Ciao ciao😘

Sara

   
 
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