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Autore: Elissa_    24/04/2017    1 recensioni
Vuole che questo momento resti perfetto così com’è, sospeso nel tempo e nello spazio, senza definizioni.
[Doctor/River post 6x02]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa... cosa, è il frutto dell'impegno della me diciassettenne post 6x01. Oggi una mia amica ha riportato alla luce il dolore della scena, e SBAM!, tutti i feels sono riemersi prepotentemente. Non ho commenti particolari, eccetto due (tre) cosette: 1. Era il mio periodo 'Taylor Swift' (come se fosse passato...), quindi il titolo e la scansione della fic sono ispirati alla canzone omonima; 2. I cambi di tempo nella narrazione sono voluti e spero ottengano il risultato sperato; 3. Non tiene conto degli eventi di The Husbands of River Song, anche se credo non diverga troppo da essi. Eeee, nulla: niente di tutto questo è mio, tutto della BBC (probabilmente anche la mia anima, a questo punto.
Potete trovarmi su facebook e su tumblr (dove solitamente pubblico tutto quello che non trova spazio su efp), nel caso vogliate tirarmi pomodori. 




Sad,
Il loro ultimo bacio. Quello era il loro ultimo bacio.
Il suo, anzi. Era il suo ultimo bacio, l’ultimo che le era stato concesso in quella loro linea temporale incasinata che si ritrovavano, una in cui lui non sapeva ancora neppure chi lei realmente fosse. Ma poteva sopportarlo. Doveva, in realtà: non accettarlo non avrebbe cambiato nulla.
Sedeva sul letto, a testa bassa. Aveva pianto buona parte delle ultime due ore, accorgendosi a malapena delle lacrime o dei singhiozzi, quasi si guardasse dall’alto e vedesse tutta quella disperazione inutile -la Mel che ancora c’era in lei sghignazzava, la derideva: com’è che la grande River Song si ritrova a piagnucolare come una bambina?
Non capisci, la zittiva, non puoi capire perché non hai mai avuto la libertà di comprendere i sentimenti, le diceva, ma per qualche istante desiderava essere come lei, sregolata e libera e così priva di-
di cosa? Non aveva rimpianti; non aveva rimorsi: aveva avuto tutto ciò che poteva avere, e ora era arrivato il momento di fare i conti con la realtà delle cose. Non poteva dire di non esserselo aspettata: temeva quel momento da sempre, il momento in cui il Dottore avrebbe smesso di ricordarla, lentamente. Il momento in cui non avrebbe più accettato la sua mano e non avrebbe risposto al loro gioco di battute maliziose: eccolo lì, che si avvicinava inesorabilmente.
Avvertiva la scia delle lacrime asciugarsi sul viso e non reagì, presa da un moto d’inerzia. Che senso aveva? Era solo un’ingiustizia. La vita, la loro vita. Lasciò che la sua parte più infantile sfogasse i suoi capricci, una volta tanto, e chiuse gli occhi.
“Tesoro sono a- River, è successo qualcosa?” la sua voce, la voce del suo Dottore, la scosse. Si pulì le guancie di scatto, dopodiché sollevò lo sguardo tentando un sorriso “Dolcezza!” esclamò, correndogli incontro. Il Dottore non si lasciò convincere: era davvero troppo vecchio, troppo suo, per lasciare che quei vecchi trucchi da incantatrice lo ingannassero. I suoi occhi rimasero preoccupati, ma la strinse lo stesso in un abbraccio, baciandole la punta del naso. Oh. Le farfalle, ancora. Quanto le era mancato.
“Cosa ti ho detto?” le mormorò, con una mano che disegnava cerchi senza senso sulla sua spalla. “Nulla.”
“Riprovo: che cosa ha detto il mio me del passato per farti stare male?” il Dottore tracciò pigramente la scia delle lacrime con un dito, poi aggiunse “Per stanotte restiamo qui”, guidandola verso il letto. Lo seguì obbedientemente. Si coricarono, uno speculare all’altro, con le mani strette e le fronti che si toccavano e- oh, fece la mente di River, oh oh oh oh, come se qualcosa avesse trovato il suo posto. Poi baciò il Dottore e il Dottore rispose al bacio come gli era naturale fare e tutto tornò per davvero al suo posto, almeno per un po’.
 
Beautiful,
Qualche ora dopo sono sotto le coperte, e i cerchi che il Dottore disegna sulla sua schiena non sono più pasticci senza senso ma parole d’amore in Gallifreyano. Dolcezza, scrive ad un certo punto. River ride, baciando il petto all’altezza del secondo cuore. “Non abbiamo avuto nemmeno il tempo di allineare i diari” si lamenta lui.
Ride River Song, ride perché questo è suo marito ed è tutto ciò che ha, e mormora “Non ce n’è bisogno.” sfiorandogli le labbra. Vuole che questo momento resti perfetto così com’è, sospeso nel tempo e nello spazio, senza definizioni.
“Ho fatto una cosa così brutta?” le domanda, mentre con la mano che non le scrive sulla schiena (questa volta crede che sia il suo nome, ma non ne è sicura) le accarezza i capelli.
“Il tuo primo bacio.” ammette infine, con un sospiro. Il Dottore si blocca per qualche secondo, poi “Quale- Oh. Oh, ora ricordo.” dice, e ricomincia a scrivere (stavolta la parola è amore, la riconosce subito). “Scusa” aggiunge poi “Ero proprio stupido, eh?” ammette, e far chiedere ammenda al Dottore è una gran cosa, anche quando sei sua moglie.
“Fortuna che a noi Pond gli stupidi piacciono tanto. È genetico.” Replica con un sorriso e gli bacia lo zigomo, poco più che un soffio di vento. Poi le loro labbra si ritrovano e River vuole ignorare la voce ilare di Mels quando sussurra goditi quest’ultima volta.


Tragic,
Un giorno i suoi occhi la guarderanno da un’altra faccia e non la vedranno. E farà male, River lo sa; sarà come una pugnalata anzi peggio, sarà come morire. Non le importa che cambi personalità, non le importa di nulla, finché lui la ricorda. Ma un giorno la guarderà e non capirà perché lei afferma di conoscerlo e quasi la prenderà per pazza. Un giorno la guarderà senza crederle e lei dovrà tirar fuori il suo cacciavite sonico perché lui si fidi e dovrà lasciare che quella minuscola parolina, sottile e affilata, l’arma più potente delle tante in possesso della donna che ama (ha amato, amerà: diventerà un passato per lei, un futuro per lui) e ha ucciso il Dottore. Quel giorno non ci sarà più un presente, solo un passato (il suo) e un futuro (del Dottore). Un giorno il Dottore imparerà il suo nome e River morirà, perché non si può sopravvivere ad un dolore del genere (e lei ha provato la pazzia). Un giorno gli occhi del Dottore saranno troppo giovani perché lei li riconosca (perché loro riconoscano lei) e dovrà sforzarsi di non piangere, perché le ragazze grandi non piangono, come dice Mels.
Un giorno semplicemente River Song smetterà di esistere, e il mondo ricomincerà la sua corsa nell’altro verso.


Love affair.
«E tu, ti fidi di me?» chiede, incrociando lo sguardo di quella strana donna.
«Eccome» risponde River -la Dottoressa Song, si ricorda, non ti affezionare, andrà a finire male.
Ha gli occhi chiari, grigi o forse blu, occhi molto più anziani di quanto sembrino, molto più giovani di quelli che l’hanno assolto e condannato in una volta sola. Occhi circondati da una sottile rete di solchi, rughe d’espressione che parlano di una vita vissuta a pieno. Sono le rughe delle risate, un sorriso che implica tante cose, pieno di ricordi e risposte che forse non è ancora pronto a ricevere. Un sorriso sognante, a tratti, come se ciò che vede nella sua memoria le piacesse terribilmente.
E nei suoi occhi esplodono le luci dell’Universo intero, quello che un giorno esploreranno insieme, come una promessa, la stessa che gli hanno fatto non molto tempo fa: mi fiderò sempre di te, qualunque cosa accada. Tutto il tempo e lo spazio esplode negli occhi di River Song come fossero palline di Natale vivacemente colorate, l’arcobaleno riflesso nel grigio forse azzurro dei suoi occhi.
È così immenso, l’Universo che vive nei suoi occhi, che nemmeno lui è certo di poterne comprendere la portata.
(Non le chiederà mai più se si fida di lui: la risposta lo annichilisce.)
  
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