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Autore: EmsEms    24/04/2017    2 recensioni
"Tutto bene, tesoro?" Chiese gentilmente la signora Oikawa, affacciandosi da dietro lo schienale del divanetto.
"Sì.." pigolò Oikawa, prima di riacquistare colore e aggiustarsi il colletto inamidato. La sua gola si era fatta secca tutta d'un tratto.
"Sì" affermò con tono più deciso, evitando di incontrare gli occhi del generale.
"Allora vieni qua e presentati al signore" lo apostrofò la madre, agitandosi inquieta sul posto.
Oikawa non aveva bisogno di presentarsi al 'signore', perché lo conosceva già. Oh, se lo conosceva.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti :3

Questa fic è un'AU ambientata in Inghilterra a cavallo fra il '700 e l'800. Non so se sia la prima del suo genere, temo di no, ma mi sono sentita fortemente attratta dall'idea di scriverne una e voilà. Inizialmente doveva essere un'OS ( 13 pagine), ma mi è stato fatto giustamente notare che era un po' breve come lasso di tempo per lo sviluppo dei personaggi e della loro relazione... Quindi mo' provo a pubblicare la prima parte. Magari la riprenderò in mano più avanti e colmerò le lacune. Forse non avrei dovuto pubblicarla proprio, ma mi piace troppo come ambientazione. È una vita che sogno di fare una Jane Austen AU, quindi perdonatemi. Scusate ancora, spero non faccia troppo cagare.
Bascio bascioso a chi legge e chi mi fa sapere la sua!
Non è betata, scusate. La mia beta sta avendo un brutto periodo e non voglio caricarla di cose. Per favore abbracciatela anche voi con me, ne ha bisogno <3


 

* * *


 


 

Oikawa liquidò il valletto con un 'grazie, James' e proseguì ad infilarsi da solo i gemelli che il servitore aveva tirato fuori per lui. Era altamente seccato dal fatto che i suoi genitori lo avessero richiamato a casa da Oxford per una quisquilia del genere. Il potenziale fidanzamento di sua sorella lo interessava meno delle chiacchiere sui cani da caccia di suo zio. Era fermamente convinto che Naoko fosse perfettamente in grado di scegliersi un 'cavaliere' meritevole del suo favore. Sua sorella, oltre ad essere la più bella ragazza della contea, era una donna intelligente e non si sarebbe fatta abbindolare dal damerino di turno.
"Tooru!" Esclamò Naoko, una volta che Oikawa ebbe imboccato il lungo corridoio che portava alle scale di quell'ala della casa.
Oikawa affrettò il passo e raggiunse la sorella. Era pronto a congratularsi quando quest'ultima, labbra arricciate in un'espressione di disgusto, si aggrappò al suo braccio.
"Oh, è orribile!" Esordì Naoko, stringendosi a Tooru mentre percorrevano il corridoio illuminato dai candelabri a muro.
"Cosa?" Chiese Oikawa, genuinamente curioso.
"Mamma e papà vogliono che mi sposi con... Con quel..."
Oikawa riuscì a liberarsi dalla stretta della sorella e prese entrambe le sue mani fra i suoi palmi.
"Calmati, Naoko" la pregò Tooru, abbassandosi quanto bastava per fissarla dritta negli occhi.
"Mamma e papà vogliono che sposi il generale, ma io non voglio" sbottò interdetta Naoko, soffiandosi via i capelli acconciati all'ultima moda.
"E chi sarebbe questo generale di cui stai parlando?" Chiese dolcemente Oikawa. La loro conversazione fu interrotta dalla cameriera che era stata mandata a sollecitare i due signorini a scendere al piano inferiore. I rintocchi del grande orologio di Thornfield Hall echeggiarono fra le mura della vecchia abbazia sconsacrata e Tooru e Naoko furono costretti a rimandare la loro conversazione a un'altra occasione.
Scese le scale, i due raggiunsero a passo svelto il salotto, dove i signori Oikawa li stavano così impazientemente aspettando.
"Oh, eccoli qua, menomale! Un altro minuto e vostro padre si sarebbe seriamente..."
Il signor Oikawa lanciò uno sguardo infuocato alla sua consorte, sfidandola a continuare la frase. La signora Oikawa si zittì immediatamente, e, una volta presa a braccetto la figlia, la scortò verso uno dei divanetti disposti presso il caminetto.
"Oh, cara, le tue mani sono gelide, vieni a scaldarti!"
Naoko si lasciò trascinare verso i divanetti, senza smettere neanche un secondo di esibire l'espressione disperata con la quale aveva sorpreso Tooru in corridoio. Ad Oikawa non sfuggì che proprio accanto a quei divanetti si trovava un completo sconosciuto. Si era alzato una volta che i due avevano fatto il loro ingresso nel salotto. Anche dopo che le dame si furono sistemate davanti a lui, lo straniero non accennò a riprendere posto sulla poltrona dietro di lui. Indossava la divisa del suo reggimento, sulla quale svettavano due file di bottoni tirati a lucido. Aveva il portamento di un soldato, testa alta, schiena diritta e braccia nascoste dietro quest'ultima. Tooru emise un sussulto, attirando l'attenzione di tutti su di sé. Anche il generale sembrò perdere l'artificiale compostezza per una frazione di secondo, ma quel dettaglio sfuggì a tutti i presenti che avevano fissato lo sguardo sul viso pallido di Tooru.
"Tutto bene, tesoro?" Chiese gentilmente la signora Oikawa, affacciandosi da dietro lo schienale del divanetto.
"Sì.." pigolò Oikawa, prima di ri-acquistare colore e aggiustarsi il colletto inamidato. La sua gola si era fatta secca tutta d'un tratto.
"Sì" affermò con tono più deciso, evitando di incontrare gli occhi del generale.
"Allora vieni qua e presentati al signore" lo apostrofò la madre, agitandosi inquieta sul posto.
Oikawa non aveva bisogno di presentarsi al 'signore', perché lo conosceva già. Oh, se lo conosceva.
Si erano incontrati per la prima volta nelle Pump Room di Bath, tramite amici comuni. Il generale aveva una decina di anni più di lui, e Oikawa aveva avuto il piacere ( o meglio l'onere) di scambiarci due parole sul tempo, sull'acqua termale che stavano bevendo e su cosa lo avesse condotto là a Bath. Le sue risposte brusche e sgarbate avevano fatto sì che Tooru trovasse un pretesto per congedarsi da lui, nella speranza di non doverci conversare mai più. Quella sera però il generale lo aveva adocchiato fra la folla danzante e da quel momento non lo aveva perso d'occhio nemmeno per un secondo. Oikawa aveva invitato tutte le belle ragazze che si trovavano sedute senza cavaliere pur di sfuggirgli, ma il generale era riuscito ad invitarne altrettante e ad affiancarlo in ogni figura dettata dal ballo. A fine serata Tooru si era allontanato dalle Sale in compagnia dei suoi amici di Oxford, sicuro che il generale non lo avrebbe seguito fino al porticato esterno, dove gentiluomini, agghindate signore e le loro giovani protegée stavano aspettando le carrozze per tornare a casa. Fu una sorpresa terribilmente spiacevole, quella che lo attese all'uscita. Il generale lo aveva seguito, affiancandolo. Obbligato dalla cortesia, Tooru aveva preso il passo del suo interlocutore, e di conseguenza era rimasto indietro rispetto alla sua compagnia di coetanei.
'Lei è veramente molto bello' gli aveva sussurrato in un orecchio il generale. Oikawa era rimasto senza parole. Nessun 'scusi se mi permetto' o 'perdoni se risulterò sconveniente' avevano preceduto quell'audace affermazione. Tooru era abituato a ricevere complimenti, soprattutto dal gentil sesso. Questi complimenti però erano solitamente pronunciati a voce alta, in modo che tutti i presenti potessero intervenire nell'adulare la sua bellezza. Le parole del generale, così sfuggenti e quasi timide, sembravano rivolgersi all'intimo del suo cuore. A quel punto non c'era stato galateo che tenesse, e Oikawa aveva accelerato il passo per raggiungere gli amici. Nonostante si fosse deciso a non dargli peso, il cuore di Tooru non aveva smesso di battere per tutto il tragitto di ritorno, tanto da confondersi con i continui soprassalti che la carrozza faceva sulla pavimentazione sconnessa delle strade di Bath.
Durante il resto della sua permanenza nello stabilimento termale, Oikawa aveva attivamente evitato un qualsiasi tipo di interazione con il generale, cambiando strada ogni volta che lo intravedeva fra la folla. Si era dato per malato tutte le volte che i suoi amici avevano espresso il loro desiderio di andare a ballare, convincedoli ad andare senza di lui. L'unico piacere che continuò a concedersi fu quello di assistere alle rappresentazioni teatrali. Tooru amava il teatro, e per nulla al mondo si sarebbe perso le pièces in programma al teatro di Bath ( sebbene le trovasse decisamente meglio rappresentate a Londra). Più volte però la sua attenzione era stata catturata dagli occupanti del balcone opposto al suo. Il generale si accompagnava a pochi conoscenti, persone ininfluenti nella vita di Tooru ( prevalentemente militari come lui), con cui neanche il generale stesso sembrava interessato ad intraprendere una qualsivoglia conversazione. Oikawa si ostinava a fissare il palco, senza seguire una parola di quello che dicevano gli attori. Infatti, l'idea che il generale lo stesse osservando dal suo balcone, lo rendeva irrequieto. Le poche volte in cui Tooru aveva azzardato una sbirciatina alla postazione del suo -non troppo segreto- ammiratore, aveva incontrato il suo sguardo. Sembrava che qualsiasi rappresentazione annoiasse il generale, visto che i suoi occhi non lasciavano mai il suo balcone. Oikawa non aveva smesso di andare a teatro però: non aveva intenzione di darla vinta a quell'insolente in divisa. Ad essere onesti, Oikawa era abituato a quel genere di attenzioni da parte del suo stesso sesso, e non le trovava rivoltanti, come avrebbe invece dovuto. A Oxford aveva avuto modo di soddisfare la sua curiosità, cedendo alle avances di uno dei suoi più grandi amici, Kuroo Tetsurou. La loro girata su una barca da punting si era trasformata in un'esplorazione dei sensi, dalla quale erano usciti entrambi felici e appagati. Tooru non disdegnava il gentil sesso, ma non si trovava affascinato da tutti quei ventagli, dalle discussioni sull'ultimo romanzo gotico in voga, sui cappellini di paglia e i nastri. Si sentiva irrimediabilmente attratto dal canonico opposto. In poche parole, i suoi interessi gravitavano intorno al suo stesso sesso. Ciononostante, il corteggiamento del generale non lo lusingava ( ammesso che quello fosse il suo modo di flirtare, fra sguardi truci e sentenze sgradevoli). E l'idea di ritrovarselo come cognato non lo entusiasmava.

"Ci siamo già conosciut-"
"Oikawa Tooru" esclamò Oikawa, interrompendo il generale con una vigorosa stretta di mano. La madre di Oikawa sembrò non accorgersi del tono isterico del figlio, ma questo dettaglio non sfuggì a Naoko, che rivolse al fratello uno sguardo interrogativo.
"Bene, ora che siamo tutti qua, direi di avviarci verso la sala da pranzo. Mi sono preso la libertà di ordinare la cena con largo anticipo" dichiarò il signor Oikawa, invitando gli altri quattro a seguirlo nella stanza adiacente. Tooru porse il braccio alla sorella, e quest'ultima accettò di buon grado.
"Lo conosci?" Indagò Naoko, con un filo di voce.
"Sì" sibilò Oikawa.
"Oh, guardali, cari! Sono sempre stati molto uniti, la mia Naoko e il mio Tooru. Non crede che si somiglino?" Domandò la signora Oikawa al generale quando furono in procinto di varcare la soglia della sala da pranzo.
"No" rispose semplicemente l'ospite. La signora Oikawa rimase momentaneamente interdetta, prima di scoppiare in una risata stridula.
"Oh, si diverte a prendersi gioco di me!"
Il generale Ushijima non si unì allo scoppio di ilarità: la sua, contrariamente a quanto creduto dalla signora Oikawa, non era stata una battuta di spirito.

La cena fu servita da uno stuolo di camerieri, che eseguirono silenziosamente il loro compito in modo da lasciare agli Oikawa il privilegio di parlare indisturbati.
"Spero che il viaggio non sia stato troppo faticoso" si augurò il signor Oikawa, rivolgendosi direttamente al generale, che era stato fatto sedere strategicamente accanto a Naoko.
"Non troppo, no" rispose Ushijima. Il suo caratteristico tono brusco non ebbe sul signor Oikawa lo stesso effetto che aveva fatto sul figlio tempo addietro. Era evidente come il padre di Tooru avesse preso in simpatia il soldato, nonostante quest'ultimo non si mostrasse particolarmente caloroso nei suoi confronti.

"Un cavallo magnifico, il suo" notò il signor Oikawa, cercando di strappare all'ospite una vera e propria risposta, che non consistesse in una serie di striminziti monosillabi. Oikawa si concentrò sulla pietanza che stava martirizzando con la punta del coltello, decidendosi ad addentare il boccone. I cavalli non lo interessavano, così come i cani, i nuovi modelli di carrozza e di fucili da caccia. Avrebbe ceduto la sua intera eredità per fuggire da lì. Si immaginava ad Oxford, seduto sul comodo divanetto della sala comune, testa posata in grembo a Kuroo, mentre quest'ultimo leggeva svogliatamente un libro preso dalla biblioteca.
"...una settimana."
Oikawa si risvegliò da quella fantasia in tempo per cogliere le parole di sua madre.
"Una settimana?" Esclamarono Naoko e Tooru all'unisono.
"Sì cara, non è meraviglioso? Il generale Ushijima resterà con noi per una settimana."
Ad Oikawa andò di traverso il pezzo di carne che si era poco elegantemente infilato in bocca. Naoko lanciò sguardi allarmati al fratello, che poté solo scuotere la testa, mortificato.

Una volta che ebbero finito di cenare, il signor Oikawa invitò Tooru e Ushijima a spostarsi nello studio per un sigaro. Naoko e la signora Oikawa furono esonerate da quella che il signor Oikawa aveva chiamato 'una chiacchierata fra uomini', niente che 'potesse interessare le signore'. Tooru aveva seguito malvolentieri suo padre e l'inaspettato ospite nello studio. Quando si furono sistemati sulle pesanti poltrone antiquate, il padre di Oikawa offrì all'ospite uno dei suoi sigari, e fece altrettanto con il figlio, che declinò l'offerta. Il fumo di sigaro lo nauseava, e poco gli importava da quale colonia provenisse e come fossero state trattate le foglie che lo costituivano. Per lui erano tutti uguali, dal sapore disgustoso e dall'odore rivoltante.
"Allora, come le sembra Thornfield Hall?" Domandò il signor Oikawa, gesticolando con la mano con cui non stringeva il sigaro. Ushijima non rispose subito, ma indugiò a lungo con lo sguardo sul viso di Oikawa, seduto davanti a lui.
"Non ho visto molto..." Commentò il generale, aspirando dal suo sigaro.
"Giusto, giusto.." Rimuginò il signor Oikawa, prima che i suoi occhi si illuminassero e se ne uscisse con un "domani potrebbe fare una cavalcata con mio figlio. Tooru, perché non mostri al generale le tenute intorno a Thornfield Hall?". Oikawa impallidì. Non aveva nessuna intenzione di mostrare le loro terre a quel troglodita, che non sapeva nemmeno mettere insieme due parole.
"Il suo cavallo sarà stanco dopo aver viaggiato oggi" obiettò Oikawa, cercando di mantenere un tono amabile.
"Sciocchezze, Tooru! E comunque può cavalcare uno dei nostri cavalli. Tutti purosangue generale."
Oikawa emise un 'tch' carico di disappunto, sventolandosi una mano davanti al naso in modo da allontanare il fumo di sigaro.
"Domani potrebbe piovere" aggiunse, nel tentativo di rimandare i piani di suo padre a un tempo indeterminato ( preferibilmente, a mai).
"La pioggia non mi dispiace" replicò Ushijima. Le sue parole assunsero la consistenza di macigni. Oikawa si sentiva in trappola, legato a una roccia che continuava a precipitare nelle profondità dell'oceano. Nessun paesaggio, nemmeno il più sublime, si sarebbe tramutato in fonte di piacere finché il generale fosse stato al suo fianco, e Oikawa, che godeva della natura intorno a Thornfield Hall, sapeva che non si sarebbe divertito l'indomani. Dopo essersi agitato sul posto e aver accavallato le gambe un paio di volte, Oikawa si alzò. Gli altri due occupanti della stanza avevano cominciato a commentare le ultime notizie da Londra, e Tooru era ben a conoscenza dell'opinione di suo padre.
La sua famiglia era fondamentalmente conservatrice, ad eccezione di sua sorella, che aveva smesso di prendere lo zucchero nel té o bere la cioccolata, per sostenere la sua causa contro la schiavitù nelle colonie.
"Lei che ne pensa?"
Oikawa si voltò verso il suo interlocutore. Non si aspettava che il generale si mostrasse interessato alla sua opinione, ma ciò che lo sorprese ancora di più, fu il fatto che fosse proprio lui il destinatario della prima domanda mai formulata da Ushijima.
Oikawa stava per rispondere, quando suo padre lo fulminò con lo sguardo. I suoi occhi sembravano suggerire a Tooru di non prendere parte a quella conversazione. Ma Oikawa non era disposto a farsi mettere i piedi in testa da quel bigotto di suo padre.
"Oh, vuole sapere cosa ne penso? Le dirò subito cosa penso, signor Ushijima..."

La sua posizione liberale non era piaciuta al signor Oikawa, che, una volta congedatosi dall'ospite, lo trattenne per mezzora nel salotto. I suoi rimproveri furono parole al vento con Tooru, perché quest'ultimo sapeva di essere il suo unico figlio maschio, e conseguentemente l'unico erede. Mentre risaliva le scale che portavano all'ala dove si trovava la camera però Oikawa si ritrovò suo malgrado a soppesare la situazione. Se il generale Ushijima avesse sposato sua sorella, suo padre avrebbe potuto designarlo come erede e privare Oikawa dei suoi diritti di primogenitura. Era vero che il generale, dopo l'episodio di Bath, gli aveva lanciato messaggi ben precisi circa il suo interesse verso gli uomini, ma poteva anche darsi che si trattasse di un mero passatempo, con il quale ingannare l'attesa di un matrimonio vantaggioso. Ma perché era rimasto scapolo fino a allora? Suo padre gli aveva fatto intendere che era ricco, e il suo aspetto avvenente era il deterrente perfetto per i suoi modi di fare spicci. Oikawa si sentì avvampare le guance, quando si accorse di aver mentalmente espresso apprezzamento nei confronti del generale. Mentre percorreva il corridoio non riuscì a scrollarsi di dosso l'idea che qualcuno lo stesse seguendo, e quando si sentì afferrare per il braccio, per poco non gridò.
"Mi perdoni... Non volevo spaventarla" mormorò una voce profonda, baritonale, che Oikawa riconobbe subito come quella del generale.
"Non... Non fa niente... Mi lasci andare però!" Sbottò Oikawa, battiti ancora irregolari per lo spavento. Ushijima fece come richiesto ed indietreggiò di un passo. Alla luce delle candele il profilo della sua mascella risultava ancora più marcato, quasi tagliente. Quella visione confusa a lume di candela gli conferiva un aspetto spettrale. Se Ushijima fosse stato un personaggio di un romanzo gotico, sarebbe sicuramente stato un qualche monaco corrotto, o un vizioso libertino, pronto ad avventarsi sulla sventurata eroina. Tooru però non era la protagonista di un romanzo gotico, e il generale non gli ispirava terrore, solo fastidio.
"Allora?" Chiese Oikawa spazientito, sistemandosi le ciocche di capelli fuori posto.
"Volevo dirle che nonostante non condivida le sue opinioni, ha articolato la sua argomentazione con un fervore tale, da convincermi... Almeno in parte."
Tooru ci mise un po' a processare le parole del generale, e ad associarle al discorso che era avvenuto dopo cena nello studio.
"Grazie. Ha altro da dirmi o posso ritirarmi...?" Domandò Oikawa, incuriosito dallo strano comportamento. Un complimento sul suo exploit di oratore non gli sembrava un buon pretesto per sorprenderlo così, nella semioscurità del corridoio.
Ushijima spostò il peso da una gamba all'altra, rendendo evidente il suo disagio.
"Mi chiedevo cosa l'avesse portata ad evitarmi a Bath la scorsa estate.
Se il mio complimento le è sembrato sconveniente, me ne dispiaccio. Ho l'abitudine di parlare con troppa schiettezza."
Tooru non sapeva cosa rispondere, un evento più unico che raro. Non si aspettava che il generale avrebbe tirato fuori le vicende di Bath.
"È stato sconveniente, sì" furono le uniche parole che Oikawa riuscì a cacciare fuori. Le gambe avevano preso a tremargli, ed era felice che la luce delle candele si stesse affievolendo.
"Mi rincresce terribilmente."
"Accetto le sue scuse. È quasi mezzanotte, faremmo meglio ad andare a letto" osservò Oikawa, cercando una scusa plausibile per fuggire da lì. Ushijima annuì, e gli voltò le spalle, prima di cambiare di nuovo idea e tornare sui suoi passi.
"Però non posso smettere di pensare che lei è un uomo molto bello"
"Ha detto bene, 'pensare'. È libero di pensare quello che vuole, ma non deve necessariamente dare voce a questi suoi pensieri."
Il generale sembrò riflettere a lungo su quell'affermazione, e Tooru ne approfittò per dileguarsi con un frettoloso 'buonanotte, generale'.


 

* * *

 

Note generali:
 

Per questa storia mi sono ispirata a:
-Northanger Abbey e Orgoglio e Pregiudizio

-Jane Eyre: Thornfield Hall mi piaceva troppo come nome per la residenza degli Oikawa ;)
-Maurice e Another Country: sebbene ambientati nel '900, ho ripreso alcuni aspetti di questi film, soprattutto ciò che riguarda la vita negli all-boys colleges.

 

Grazie a Shikayuki per avermi sopportata anche stavolta <3


 

PS con Ragnarok sono ferma, scusate D:

  
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