Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Penny83    24/04/2017    1 recensioni
C’erano giorni in cui avrebbe voluto raggiungerlo, lassù nella torre dove si era asserragliato, ma le sembrava così inaccessibile, tanto più maturo e complicato di lei, da metterle soggezione. Se provava a guardarsi con gli occhi di Jon non vedeva altro che la mocciosa a cui aveva insegnato ad allacciarsi le scarpe.
Così era stato fino a quando era allunata al college. Lontana dalla presenza ingombrante dei suoi genitori – meravigliosi ma impegnativi – dalle sicure e confortevoli mura di casa e con una certa dose di libertà da gestire, Sansa aveva scoperto alcune cose su Joffrey, imparato qualcosa su se stessa ma soprattutto aveva ritrovato Jon.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Perché non me l’hai detto?»
«Detto cosa?»
«Della contrastata e romantica storia d’amore che hai avuto con l’amico super sexy di tuo fratello».
Sansa – appollaiata sullo sgabello della cucina – la guardò come se fosse pazza. Poi riprese a mescolare distratta il tè caldo che Margery le aveva preparato.
Che assurdità.
Non c’era stata nessuna contrastata e romantica storia d’amore.
Su altre cose non si poteva darle torto ma non lo avrebbe ammesso per tutto l’oro del mondo. Soprattutto in quel momento.
«Di cosa stai parlando?»
«Non vorrai dirmi che non ti sei accorta di niente».
Accorta di cosa?
«Se ti riferisci a quello che ha detto Joffrey sappi che lui e mio fratello si odiano e per la legge dei vasi comunicanti con Jon non è mai corso buon sangue. Era solo una stupida battuta per provocarlo».
Margery le lanciò un’occhiata obliqua. Indossava ancora il microabito verde ma aveva tolto le scarpe varcata la soglia, abbandonandole in ingresso. Era fresca e impeccabile come una rosa e al contrario di lei non sembrava fosse appena rientrata da una pessima serata.
Sansa si sentiva frastornata. L’odioso atteggiamento di Joffrey, la reazione di Jon a quella stupida allusione… La sua reazione a quella stupida allusione. Ogni volta che ci ripensava sentiva il sangue correrle alle guance e le veniva una voglia matta di chiamarlo e assicurarsi che fosse tutto a posto. Sentire la sua voce.
Assolutamente no.
«C’è riuscito, direi… Comunque non mi riferivo a quello. Mi riferivo a come ti guarda».
«Jon non mi guarda».
Non lo faceva giusto? Se lo avesse fatto se ne sarebbe accorta.
Se un ragazzo come Jon guardava una ragazza, la ragazza in questione avrebbe dovuto quanto meno accorgersene. Una ragazza che non fosse cieca o completamente idiota ed era abbastanza sicura di non essere nessuna delle due cose.
Sono anni che vuole farlo.
Anni. In tutti quegli anni se ne sarebbe accorta, giusto? Si conoscevano da sempre. Erano andati a scuola insieme, vissuto nella stessa casa, ora frequentavano lo stesso college. Jon era stato in simbiosi con suo fratello per tutta la vita.
Era bello, gentile, intelligente. Ironico, discreto e riflessivo. Amava leggere e aveva delle belle mani e una bella voce. Suonava la chitarra con la stessa passione e delicatezza con cui si dovrebbe toccare una donna.
Un brivido leggero come una risata le attraversò la pelle.
Se in tutti quegli anni l’avesse guardata – se l’avesse voluta – se ne sarebbe accorta.
Non ci sarebbe stato Joffrey.
Non ci sarebbe stato nessun altro.
Ma al liceo Jon non aveva mai avuto una ragazza fissa e a malapena sembrava accorgersi dell’esistenza di Sansa.
«Sunny io ti adoro ma a volte mi domando da che pianeta vieni. Se vuoi facciamo una di quelle scommesse che ti piacciono tanto».
Chissà per quale motivo la sfida la elettrizzò più del solito. May le tese le belle dita affusolate con un sorriso malizioso sulle labbra e Sansa ricambiò la stretta con decisione.
«Ci sto. 5 dollari?»
«Andata. Tu hai fissato la posta, io la puntata».
Gli occhi verdi dell’amica scintillarono divertiti. Aveva l’aria di una bella gatta che sta per acchiappare l’ignaro uccellino.
«Spara».
«Che il tuo bello e silenzioso Jon Snow fra meno di un mese avrà finito di aspettare».
«May!»
Sansa arrossì come un papavero e di riflesso portò il dorso della mano alle guance per rinfrescarle. Senza ottenere grandi risultati.
Di nuovo quelle immagini. Più vivide ancora e che fecero nascere dal nulla una bolla di farfalle nel suo stomaco.
I respiri di Jon.
Le dita di Jon.
La bocca di Jon.
«Non credo sia umanamente possibile resistergli di più».
Non credo sia umanamente possibile resistergli, punto.
Sentì prudere di nuovo le dita per la voglia di chiamarlo. Avrebbe fatto la figura della sciocca. Non era trascorsa nemmeno un’ora da quando si erano salutati e May l’avrebbe avuta vinta. Già gongolava con aria saccente.
«Non è come pensi… Cioè ce li ho gli occhi e insomma… Jon è stupendo ed è davvero… be’ lui non è come tutti gli altri ma non è proprio possibile… Le ragazze che frequenta… Non credo di essere il suo tipo… »
Sono anni che vuole farlo.
Margery inarcò le sopracciglia in un’espressione di finta sorpresa.
«Oh Santo Cielo Sansa Stark! A quanto pare volete tutti e due la stessa cosa… »
Sansa aprì la bocca per rispondere ma le mancarono le parole. Che lui la desiderasse le sembrava già una cosa abbastanza assurda ma che lei desiderasse lui… Era possibile?
Le farfalle nel suo stomaco sembravano pensare tutte la stessa cosa.
Sì sì sì sì.
«Parlami di lui».
La fissò incoraggiante, il bel viso sorretto dalla mano, decisa a dedicarle tutta la sua attenzione. May era davvero una buona amica e in fin dei conti la storia di Jon era di dominio pubblico. Purtroppo.
«Cosa vuoi sapere?»
«A parte che è bello, silenzioso e tremendamente sexy? Tutto».
Sansa alzò gli occhi al cielo ma non poté fare a meno di sorridere per la sua sfacciataggine. Afferrò la tazza e indicò a May il divano. Meglio trovare una sistemazione più comoda, si trattava di una lunga storia. Affondò tra gli enormi cuscini azzurri di seta grezza e decise rapidamente da che parte cominciare. Dall’inizio.
«Lyanna era la migliore amica di mio padre. Erano inseparabili, come fratello e sorella, e lo furono fino all’università. Dopo la laurea le loro strade si divisero: papà sposò mamma – che aveva conosciuto alla King’s Landing – e Zia Lyanna iniziò a lavorare come reporter per un’importante testata internazionale. Viaggiava moltissimo, anche in zone di guerra.
Qualche anno più tardi, di punto in bianco, lasciò il lavoro e tornò a Winterfell. Aveva scoperto di aspettare Jon e desiderava una vita più ritirata. Si trasferì in un bel cottage a qualche isolato da noi. Del padre del bambino disse solo che era morto e il suo nome non aveva importanza. Era una donna fantastica – bellissima, spiritosa, intelligente, coraggiosa – Jon l’adorava. Tutti noi l’adoravamo».
Batté le palpebre e prese un bel respiro. Ricordava tutto di lei. La sua vivacità e fantasia, le storie che leggeva loro all’ombra del vecchio tiglio del giardino degli Stark. Le cene a base di gelato le sere in cui lei e Robb restavano a dormire da Jon. Zia Lyanna le aveva insegnato a nuotare e le permetteva di pasticciare con i suoi trucchi ogni volta che voleva. Ormai aveva quasi vent’anni ma quando metteva il rossetto prima di uscire la rivedeva accanto a lei davanti allo specchio del bagno mentre le insegnava a metterlo.
Poi il cancro se l’era portata via. Il tempo di un’estate. Era un pomeriggio di giugno quando Ned aveva spiegato a lei e Robb che zia Lyanna era molto malata. C’erano i tigli in fiore. Per anni non era riuscita a tollerarne il profumo.
«Morì quando Jon aveva appena nove anni e da allora ha vissuto un po’ con noi e un po’ con il suo tutore, un vecchio zio di Lyanna, il generale Mormont. Poi ha compiuto 18 anni ed è scoppiata la bomba. Avrai letto i giornali».
Raggiunta la maggiore età era entrato in possesso dell’eredità di sua madre e del nome del padre biologico: Raeghar Targaryen, rampollo di una delle famiglie più potenti della costa est, pilota tragicamente scomparso in Afghanistan.
«Lyanna lo aveva conosciuto durante uno dei suoi reportage. Si erano innamorati e avevano avuto una relazione nonostante Raeghar fosse sposato. Non riuscì mai a dirgli che aspettava un bambino. Il suo caccia venne abbattuto durante una ricognizione e non le rimase altra scelta che tenere quel segreto per sé. Sconvolgere una famiglia già tanto provata dal lutto e dal dolore non aveva senso, così decise di crescere Jon come se l’avesse messo al mondo da sola».
May annuì pensierosa. Sapeva cosa significasse rimanere orfana, anche lei aveva perso sua madre in un incidente d’auto.
«Non si è ancora deciso a prendere il cognome del padre?»
«Per Jon è stata dura da accettare e i rapporti con la zia sono… difficili».
Difficili era un eufemismo. Non l’aveva ancora perdonata e forse non aveva perdonato nemmeno Ned. Sansa si rese conto che quella parte della storia era la più difficile da raccontare.
«Dany arrivò a Winterfell qualche mese dopo la morte di zia Lyanna e quando acquistò il cottage degli Snow nessuno si dimostrò troppo sorpreso. A chi gli faceva domande mio padre rispondeva che era solo una ragazza ricca, segnata da un recente e grave lutto, in cerca di un posto tranquillo dove rifugiarsi. Fine della storia».
«Quindi tuo padre lo sapeva?»
Sansa ignorò la domanda e proseguì il racconto.
Mio padre lo sapeva e Jon non riesce a perdonarglielo.
«Daenerys trascorreva a Winterfell l’estate e tornava spesso durante l’anno anche per lunghi periodi, specialmente in occasione delle feste. Le volevamo tutti bene, specialmente Jon. Una predilezione assolutamente ricambiata. Dany lo aiutava con i compiti, andava alle sue gare di scherma e teneva i suoi disegni sul frigorifero».
Poi Jon aveva compiuto 18 anni e il mondo gli era crollato addosso. Aveva scoperto che Dany era sua zia e che l’uomo che gli aveva fatto da padre lo aveva sempre saputo. Gli adulti che aveva preso come modello per tanti anni, che erano stati un punto di riferimento per lui dopo la morte di sua madre, gli unici di cui sentiva di potersi fidare, gli avevano mentito.
Non l’aveva presa benissimo.
«Dopo il diploma è sparito per mesi. Daenerys l’ha fatto cercare ovunque. Nessuno sapeva dove fosse andato a rintanarsi anche se credo che Robb una mezza idea l’avesse. Mio padre non riusciva a farsene una ragione, sembrava sparito nel nulla. Poi un bel giorno è tornato, ha chiesto alla zia un prestito per il college ed è partito con Robb per la King’s Landing».
May raccolse le gambe contro il petto e appoggiò il mento alle ginocchia. Sembrava triste ma non troppo sorpresa.
«Ne parla mai? Della zia intendo».
«Non molto. Dany farebbe qualsiasi cosa per lui ma è terribilmente orgoglioso e testardo. Credo sia il suo peggior difetto».
«Allora ne ha uno… »
Sansa le fece una linguaccia ma tornò subito seria. Ripercorrere quegli ultimi anni, ricordare la frattura che si era creata all’interno della sua bizzarra ma meravigliosa famiglia, le fece sentire il bisogno pungente di rannicchiarsi tra le braccia di qualcuno. Un bisogno che si associò immediatamente a un volto, a un profumo, al suono di una voce.
«C’è sempre stato May e … non lo so. Fa parte della famiglia e sono sicura che in me veda solo una sorella».
Jon, vuoi sentire un segreto?
Ho deciso che saremo amici per sempre.
«E tu San? Cosa vedi in lui?»
«A parte che è bello, silenzioso e tremendamente sexy? Tutto».
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Penny83