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Autore: valechan91    24/04/2017    0 recensioni
Iwaizumi e Oikawa dopo la partita persa contro la Karasuno. I sentimenti nati nel corso della loro vita che affiorano. Il loro destino di essere sempre insieme, contro tutti.
Presenza dello special del volume 17.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di ritorno con una nuova IwaOi!
Sono pochissime qui, un numero decisamente sproporzionato a quanto dovrebbe essere la migliore e più grande, la suprema ship di questa serie.
Pensiamo ad infoltire un po’!
Sono stata occupata a sistemare i capitoli delle altre, ma riuscirò a postarne una al giorno almeno.
Pensiamo a diffondere l’ufficialità del vero amore contro chi lo denigra e sceglie il Male del mondo.
Questa è la prima.
In arrivo altre.
Buona lettura!





Perché?






Iwaizumi si dava ancora la colpa della partita persa contro la Karasuno. L’Asso doveva portare alla vittoria e lui non ci era riuscito.
Anche se il futuro con il proprio capitano, e migliore amico, non sarebbe cambiato poi moltissimo.
Università diverse. E allora? Non erano più dei bambini.
Potevano vedersi quando volevano e studiare insieme.
Non riusciva a togliersi dalla mente l’espressione incrollabile di Oikawa, stavolta era stato lui a sostenerlo quando aveva versato quelle lacrime di frustrazione.
Il fuoco della battaglia non era ancora estinto nei suoi occhi.
Forse avrebbe avuto un altro schiacciatore, e faceva male. Ma di certo, il posto al suo fianco gli apparteneva, e questo Iwaizumi Hajime lo sapeva benissimo.
Nessuno glielo avrebbe privato.
Dopo essersi scambiati un fist, con la promessa di una sana sfida. Continuarono a camminare.
“Iwa-chan, guarda che non era la mia ultima alzata, né a te né ad altri” esordì Oikawa, all’improvviso
“Non ce l’ho fatta” rispose Hajime, guardando appena in basso
“Non esistono alzatori che riescano al 100%” rispose il castano “ c’è l’alzata, e lo schiacciatore schiaccia la palla. Ma ci sono sei persone che non vogliono lasciar cadere la palla, e che non ti faranno vincere facilmente, dall’altra parte del campo.  Iwa-chan sa bene quanto sia grande il piacere di bloccare le schiacciate altrui, dico bene?”
Oikawa si voltò a guardarlo. Da tempo sentiva qualcosa per l’altro, forse da sempre, ma non sapeva se fosse o meno ricambiato.
La conferma che per lui fossero dei sentimenti sinceri l’aveva avuta, e per una volta doveva ringraziare quel bastardo di Ushijima Wakatoshi, il suo nemico di sempre.
Su un altro piano rispetto a Kageyama, suo kouhai.
La rabbia che aveva provato nel profondo nel sentir denigrare la propria squadra, quella in cui per tre anni aveva gettato sangue, lacrime e sudore, proprio da chi sapeva soltanto usare la forza bruta e non era in gradp di creare una strategia di gioco, aveva lasciato spazio ad una mente lucida, sin troppo calma.
Aveva accanto qualcuno che lo aveva sempre appoggiato, e che si preoccupava per lui, nel bene e nel male.
“Segui questa strada senza esitare” gli aveva detto Iwaizumi poco prima. Gli aveva detto che era un degno compagno, e, ancora non ci credeva, un alzatore fuori dal comune.
Lo stessso Iwaizumi che, se necessario, lo picchiava.
Lo aveva capito da tempo che, a modo loro, si preoccupavano in un modo del tutto personale, l’uno dell’altro. Quasi in modo aggressivo.
Se Iwaizumi lo picchiava, la pacca sulla schiena che gli aveva dato in campo non era stata un “fatti forza”.
Ma significava “Tu vali per me”. Non un “non abbatterti” ma “sei l’Asso migliore che io possa mai desiderare al mondo”.
Oikawa ne era sicuro, di migliori non ce n’erano.
“Non buttarti giù, Iwa-chan. La squadra è forte e la prossima volta vinceremo. Ci crederò fino in fondo e alzerò la aplla ancora e ancora” concluse il numero 1 dell’Aoba Johsai.
Semplici parole non per rassicurare. Non ne avevano bisogno e sapeva che né a lui né ad Hajime piaceva essere compatito.
Iwaizumi si voltò a guardarlo.
“Iwa-chan” disse ancora Oikawa, guardando fisso davanti a sé, in quella notte illuminata solo dalla luna e dai lampioni “la sconfitta è il nutrimento per la volta successiva.  A causa di una sconfitta, non è finito nulla e non dobbiamo arrenderci”
Oikawa strinse i pugni. “Proprio perché sono rimasto deluso, mi conosco. Proprio grazie alla frustrazione, possiamo andare avanti.  Sono le sconfitte a renderci più forti. La nostra pallavolo non è finita.”
Il capitano della Seijo guardò l’altro fisso negli occhi. “Credo in te, Mio Asso” disse con il tono serio che usava solo in partita.
Iwaizumi sospirò. Doveva saperlo. Era per questo che Oikawa era stato eletto capitano all’unanimità al terzo anno. Sapeva motivare, con le parole giuste. E lui avrebbe sempre sostenuto quel suo orgoglio. Erano a quel punto proprio per quel suo orgoglio, che lo aveva sorretto dopo tante sconfitte.
“Sei davvero un tipo problematico “disse inarcando le sopracciglia “potevi arrivare dritto al punto. Che sermone inutile, Trashykawa”
“Come puoi dirlo?! Ehi, Iwa-chan, ti piacciono le mie alzate? Non ti fanno venire voglia di schiacciare ancora? Non ti fanno sentire bene?”
“Sei disgustoso, smettila”
“Sei cattivo, Iwa-chan!”
Hajime prese un profondo respiro. O gli dava una lezione a modo suo o lo avrebbe steso. Certe volte si chiedeva perché se lo trascinava ancora dietro.
“Aaaaah ok ok, finiamola qui” lo bloccò e gli afferrò il viso con la mano, fissandolo. Lo mise a tacere impedendogli di parlare”
Kya!” fu l’ultima esclamazione di Oikawa
“ Tanto per chiarire, continuerò a giocare, non per via delle tue parole, ma perché sono io a deciderlo.  Non è colpa tua se mi rattristo o soffro, idiota.  Se pensi che sia colpa tua se mi succede qualcosa, ti faccio nero!”


Oikawa scoppiò a ridere. “Va bene, Iwa-chan, va bene” disse, per poi sussurra un “grazie” appena accennato, ma ben udibile alle orecchie dell’altro.
Iwaizumi gli diede una pacca sulle spalle, circondandogliele per qualche secondo.
“Un ringraziamento”
“Ringraziamento?”
“Per la partita”
“Aaaaah. Iwa-chan, ero davvero figo, vero?”
“… Non me ne sono accorto, Trashykawa.”
“Iwa-chan, i tuoi ringraziamenti sono rudi!”
Oikawa sorrise e si fermò. “Però….”
“Mh?” Iwaizumi si fermò, voltandosi verso il compagno.
“Anche tu, Iwa-chan. Sei il miglior partner che potessi mai avere, la persona a cui credo ciecamente”
Iwaizumi accennò un sorriso e annuì.
In quel momento, mentre si fissavano, ad entrambi venne in mente la stessa frase.
“Perché? Perché non riesco a dirglielo?”


 

Anche Iwaizumi provava qualcosa per il suo miglior amico di sempre. Sapeva di valere, ma vedere Oikawa sbocciare sotto i suoi occhi, sebbene non lo rendesse insicuro, lo aveva sempre frenato.
Tornarono a casa senza dire altro. Non ce n’era bisogno.
Il forte braccio di Iwaizumi a circondare le spalle di Oikawa parlava per loro.
Forse il giorno dopo sarebbero riusciti sul serio a dire tutto ciò che provavano.
Lo sapevano, e ci credevano. Era così che doveva essere e sempre sarebbe stato.
Poteva esserci davanti a loro un cammino irto di spine, ma le ferite del passato li avrebbero fatti andare avanti, insieme, senza fare più alcun male.
Si sarebbero impegnati e avrebbero ottenuto la vetta del mondo, e quel mondo che sempre avevano sognato.
Oikawa, tornando a casa, ne era sempre più convinto.
Ushijima poteva credere quello che voleva. Che aveva sbagliato, considerare stupido il suo orgoglio senza capire che senza quello sarebbe crollato. Come poteva solo pensare di capirlo?
Che continuasse a denigrare lui e l’Aoba Johsai, che continuasse a pensare che Oikawa Tooru fosse in errore.
Oikawa non rimpiangeva, né avrebbe mai rimpianto, gli anni alla Seijo, né i tre alla Kitagawa Daiichi.
Le sconfitte del passato e l’incontro con Kageyama lo avevano reso quello che erano adesso.
E se aveva al suo fianco persone che lo accettavano per come era, che lo sostenevano, non gli interessava nulla di quella bestia animalesca di Ushijima.
La forza è per gli uomini, la forza bruta per le bestie.



 

 

Non ci vollero molti anni perché riuscissero a coronare tutto.
Riuscirono a dichiararsi, ad essere una coppia sia in campo che nella vita.
E ad arrivare alla vetta più alta, a giocare come professionisti e in nazionale insieme.
Se alla Seijo potevano essere definiti Coppia d’Argento, adesso era una Coppia d’Oro.
Il Giappone era più forte. Oikawa era ancora migliorato e la forza di Iwaizumi aumentata, benchè la corporatura non fosse molto più massiccia.
Oikawa, guardando quel soffitto da sempre agognato, sentendo le urla d’incitamento e una sensazione sempre diversa ogni volta, prima di sentire la familiare presa sulla spalle, pensò ancora una volta che non avrebbe mai rimpianto ciò che era stato e che gli era servito per arrivare fino a lì.
Con l’unica persona nell’universo, che davvero, vedeva ogni lato di lui e che lo accettava, senza compromessi.

 






 

Eccoci alla fine!
La IwaOi regna, sempre e comunque. E già che sono pochissime al mondo, e in italiano, vediamo di aumentarne di numero in maniera spropositata.
Alla prossima IwaOi! Sarà rating rosso stavolta.

   
 
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