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Autore: Sarija    25/04/2017    12 recensioni
Lei Angelica.
Lui Angelo della Morte.
Legati da un filo rosso, rosso come il sangue.
[Altair x Nuovo Personaggio. OOC --> Malik]
STORIA COMPLETA. PUBBLICAZIONE SETTIMANALE.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Al Mualim, Altaïr Ibn-La Ahad, Malik Al-Sayf, Nuovo personaggio, Roberto di Sable
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Amore e sangue'
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​Buongiorno a tutti! Questa storia è il proseguimento della OS "Hope", quindi se non la avete ancora letta, vi consiglio vivamente di farlo (per comprendere meglio) ^^ Detto questo, buona lettura!
 
 
PROLOGO
 
Un tuono riverberò lontano, accompagnato dal lieve ululato del vento che correva libero fra le stradine strette della città.
Continuavo a salire sul tetto della Dimora nonostante fossero passati due mesi dalla sua scomparsa, con la speranza che mi attanagliava il cuore dopo quei sporadici pezzi di pergamena, trasportati dalla sua aquila, che non portavano alcun messaggio se non una disperata richiesta: aspettami.
Il giorno precedente era scoppiata una rivolta popolare, subito repressa nel sangue e mi ero ritrovata ad annaspare fra mutilazioni e sguardi vacui in cerca del suo cappuccio biancastro fra la folla. Mi sarebbe bastato semplicemente vederlo, sapere che stesse bene e incrociare il suo sguardo anche per pochi secondi.
Ridacchiai amaramente: non mentire a te stessa!
Sospirai profondamente mentre una folata di vento più forte mi scostò i capelli biondo cenere sul viso e ripensai al mio passato con le immagini del presente ben impresse davanti agli occhi. Capivo bene il sentimento che aveva spinto i popolani a reagire in modo così violento: avevo vissuto la mia infanzia sotto il dominio degli Hohenstaufen1 e la morsa di Federico I il Barbarossa non era certo diversa da quella dei Templari.
Quando mi ero imbarcata abusivamente su una nave mercantile a Venezia, non avevo immaginato che Milano, la città che mi aveva vista nascere, non mi sarebbe mancata.
La mia vita era qui, in Terra Santa, che di sacro aveva ben poco con tutte quelle morti causate dai Crociati.
Ero stata fortunata: mio padre era un mercante che lavorava prevalentemente con i colleghi veneziani, i quali a loro volta facevano scambi commerciali con il vicino oriente; conoscere l'arabo era fondamentale.
Prima della morte di mio padre, caduto durante la Battaglia di Legnano quando ero solo una bambina , il mio destino e futuro erano ben definiti e sicuri: sposare un ricco mercante e renderlo felice.
Un sorriso amaro comparve sulle mie labbra pensando al fatto che in quel momento mi trovassi lontana da casa senza sapere dove fosse l'amore della mia vita.
Dopo quella battaglia sanguinolenta nell'Alto Milanese avevo fatto una promessa a me stessa e con determinazione ero riuscita ad apparire un giovane uomo desideroso di rendersi utile agli occhi ciechi  della folla.
“Dovresti tornare al coperto”.
Una voce alle mie spalle giunse ovattata alle mie orecchie a causa del cappuccio che mi ero calata sul volto appena salita sul tetto della Dimora. Mi voltai lentamente e incontrai lo sguardo attento di Al Mualim.
“Sì, tra poco” gli risposi atona mentre lui si pizzicava la barba bianca e mi corrucciai quando si avvicinò al parapetto, fermandosi al mio fianco.
Non mi piaceva la sua compagnia.
Anzi, non mi era mai piaciuta, ma la presenza di Altaïr al mio fianco mi aveva sempre fatta sentire sicura, protetta. Ma lui ora non c'era.
Avevo sempre notato gli sguardi carichi di tensione che si scambiavano i due, ma non avevo mai indagato, ritendendo opportuno non sapere nulla al riguardo.
“Noto che a volte l’aquila viene qui …” disse con finto disinteresse.
Aggrottai la fronte e lo guardai sospettosa da sotto il cappuccio.
“Sì, le manca …” risposi senza dire altro riferendomi a lui.
Mancava anche a me …
Piccole goccioline fredde iniziarono a cadere sulla città mentre nuove saette accecanti facevano capolino seguiti da schianti e brontolii.
“Coraggio, rientriamo. Non vi fa bene …”.
Appena si riferì a me al plurale, coprii istintivamente la pancia leggermente gonfia e repressi il senso di colpa che mi attanagliò la gola.
Il padre non lo sapeva ancora.
 
Ed eccoci qui! Se state leggendo questo è un bene: significa che la storia non vi ha stancato ^^ Sarei felice di sapere cosa ne pensate, anche con un piccolo commentino! Per quanto riguarda la lunghezza dei capitoli, solo il prologo e l'epilogo saranno così, quindi non preoccupatevi XD
   
 
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