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Autore: lmpaoli94    25/04/2017    0 recensioni
Che cosa sarebbe successo se la figlia dello zar Pietro II e della zarina Aleksandra Fedorovna Romanova si fosse rifugiata in una delle più belle città del mondo? Non vi resta che scoprirlo leggendo!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia, Dimitri, Nuovo personaggio
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dell’appuntamento arrivò, ed Erik era in ansia come un ragazzino al primo appuntamento.
Poter rivedere una seconda volta faccia a faccia la principessa Anastasia in così poco tempo non era da tutti.
Il sole batteva forte per essere una giornata di dicembre.
Il clima era freddo, ma sopportabile.
Molta gente si riversava nelle strade per andare nei locali alla moda o semplicemente per passeggiare.
Però per fortuna Central Park era deserta.
Erik aveva occupato la solita panchina di due giorni fa’.
Però lei non arrivava.
Era inspiegabilmente in ritardo.
Ma Erik non si dava per vinto.
Continuava ad aspettare e ad aspettare.
Dieci minuti. Venti minuti. Trenta minuti.
Niente. Lei non c’era.
Passò un’ora ed Erik si convinse che era inutile continuare ad aspettarla. Non sarebbe più venuta.
Ma quando Erik stette per andarsene, ecco che Anastasia correva verso di lui per scusarsi umilmente.
«Mi stavo seriamente preoccupando. Ma dove eri finita?»
«Ero in albergo e ho perso la cognizione del tempo. Scusa»
«E io che pensavo che ti fosse successo qualcosa di grave… Ma lasciamo perdere. Come stai?»
«Non molto bene, purtroppo» rispose Anastasia con sguardo mortificato e triste.
«Che cos’hai?»
«Beh, non so se posso dirtelo…»
«Hai qualche segreto da nascondere?»
«Ogni donna ha sempre un segreto da nascondere. Non scordarlo»
«Mi dici cosa ti prende? Prima arrivi inspiegabilmente in ritardo di un’ora e adesso fai tutta la misteriosa. Ti potresti spiegare meglio? Così forse potrei aiutarti»
«No, non puoi aiutarti. Non può aiutarmi nessuno…»
«Perché dici questo?»
«Perché è così. Mi sento così sola in questa grandissima città. Non so cosa fare e non so dove andare»
«Se è questo il problema, che ne dici se andiamo a prendere una buona cioccolata calda qui vicino? Vedrai che dopo ti sentirai meglio»
«Non mi va di stare in luoghi dove c’è tanta gente. Preferisco rimanere qui»
«Ok, come vuoi tu»
Anastasia si era seduta e aveva la testa tra le mani, come se avesse commesso un fatto imperdonabile.
Ma non aveva fatto niente di male.
Era solo depressa.
«Mi manca la mia famiglia. Sono tre anni che non li vedo e non ricevo notizie. Non so nemmeno se sono morte o vive»
«Capisco… Vuoi che te lo dica io?»
«Come?... E tu come fai a saperlo?»
Dimitri fissava la ragazza con sguardo innocente e privo di emozioni.
«Adesso basta Anastasia. Smettiamola di giocare a carte coperte. È dal primo giorno che ti ho visto che ho capito che eri tu…»
«Cosa? Ma sei impazzito? Io non sono quella che tu dici di essere!» gridò improvvisamente la giovane donna.
«Quei tuoi occhi… quei tuoi vestiti… quel tuo vestito… smettila di mentirmi. Sei tu Anastasia, non c’è alcun dubbio»
«No! Io sono Anna Klasic!»
La confessione di Dimitri destabilizzò la povera principessa a tal punto da farla piangere.
«Io… io non credevo a questa tua reazione… io non capisco…»
«Non capisci perché non mi conosci affatto!»
«Allora guardami negli occhi e dimmi chi sei veramente!»
Dimitri afferrò il braccio della donna, costringendola a fissarlo negli occhi.
Anastasia non disse neanche una parola.
Era ancora scossa dalla scoperta dell’uomo.
«Perché non mi parli?»
«E va bene! Hai vinto tu! Sono la principessa Anastasija Nikolaevna Romanova, quartogenita dello zar Nicola ll di Russia e dell’imperatrice Aleksandra Fedorovna Romanova. Soddisfatto adesso?!»
«Perché? Perché non volevi dirmelo?»
«Perché il mio passato non ha fatto altro che portarmi atroci sofferenze. Quando quel giorno scoppiò la rivoluzione e i bolscevichi si insidiarono nella mia casa, la mia vita non è stata più la stessa. Ancora oggi continuo a soffrire di atroci incubi sulla mia famiglia e su quei maledetti soldati»
«Le tue notti sono solo costituite da incubi? Vedi solo il male in esso?»
«E questo cosa vuol dire? Perché ti interessa saperlo?»
«Prova a sforzarti… non ricordi altro?»
«Perché dovrei ricordarmi di altre cose?! Non bastano i ricordi che ho?»
«Non ricordi come sei riuscita a scappare dal Palazzo d’Inverno?»
«Ricordo solo un ragazzo… un ragazzo che mi aveva protetta a costo della sua vita. Poi, non so come, grazie ad alcuni passaggi segreti che caratterizzavano il palazzo, sono riuscita a fuggire, a prendere un treno che mi ha portato a Vladivostok e a salpare per l’America. Ecco, questa è la mia storia»
«Quando in quella stanza non ti vidi più, pensai che ti avessero catturato e imprigionato. Ma invece il tuo coraggio e la tua buona sorte ti hanno condotto fin qui. Sono molto contento per te, Anastasia»
«Quindi vorresti dirmi che tu…»
«Non sono Erik. Il mio nome è Dimitri»
Il giovane si sarebbe aspettato che quella ragazza fosse stata riconoscente per tutto quello che aveva fatto per lei. Ma la sua reazione fu quasi il contrario.
«Forse è meglio se non ci vediamo più Erik, o Dimitri, o come diavolo ti chiami… Oh, santo cielo, non posso crederci»
«Ma Anastasia, perché mi dici così? Cosa ti ho fatto di male?»
«Tu niente… sono io quella che non va. E ti prego di esaudire questo mio desiderio. Non cercarmi mai più almeno che non sia io a farlo»
«No, non puoi dirmi questo! Dopo tutto il tempo che ho trascorso per ritrovarti, non puoi mollarmi in questo modo»
«E invece posso eccome. Se non vuoi rispettare il mio ordine da imperatrice di Russia, rispetta la mia scelta di donna libera. È tutto quello che ti chiedo. Ho bisogno di riflettere su tutti questi ultimi avvenimenti»
«Posso capire che ora sei confusa, ma dire che non vuoi più vedermi… insomma, mi sembra esagerato»
«No, ti assicuro che non lo è»
Anastasia continuava a fissare Dimitri con occhi imploranti e pieni di preghiera.
«Va bene… non posso dirti di no…» disse Dimitri con tono affranto.
«Grazie. Immaginavo che tu avessi capito… Ora devo andare»
Fu così che Anastasia si congedò dal suo ritrovato salvatore.
Nemmeno un saluto.
Nemmeno un grazie.
Nemmeno un bacio.
   
 
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