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Autore: Nephrite ekips    25/04/2017    1 recensioni
Fin da bambina ero una grande fan di questa coppia, e siccome nel contesto originale non hanno avuto il loro lieto fine ho voluto scriverlo per loro.
Premetto che non sono una scrittrice professionista, è la mia prima storia, dunque non mi insultate perché potrei piangere tantissimo. (xD ovviamente sono ironica)
Spero gradiate la mia storia e spero di non aver fatto troppi errori grammaticali. (E' stata scritta in tarda notte quando le persone normali dormono).
Ci terrei comunque a sapere tramite recensioni o messaggi se quantomeno la storia sia interessante o se vi stia coinvolgendo. Grazie mille e buona lettura.
Un ringraziamento particolare va a Medea Astra che mi ha sempre incoraggiata a scrivere, e che sempre mi ha sostenuta per ogni cosa, questa storia è dedicata a te.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naru/Nina, Shitennou/Generali
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più serie
Capitoli:
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Passarono diversi giorni da quel sogno orribile e Nevius non aveva più dato sue notizie, questa situazione iniziava ad angosciarmi avevo bisogno di sapere che stesse bene, mi rincuorai dicendomi che forse stava proseguendo con la sua missione, per quanto sbagliata che fosse.
Il pomeriggio scolastico trascorse rapido, feci quattro chiacchiere con Bunny, che prontamente si informò sull’avanzamento della mia relazione.


 
 
«Stai ancora frequentando Maxfield?»
Roteai gli occhi, sapevo già, dove stava andando a parare, «Sì, noi… ci stiamo frequentando.»


 
 
Sbuffò e guardò verso il pavimento poi di nuovo verso di me. «Per favore Nina, cerca di essere prudente.»  


 
Le lanciai un’occhiata esasperata. «Non capisco perché tu dica certe cose, non lo conosci… non sai quello che stiamo condividendo.»


 
 
La sua espressione divenne più clemente, ma ribatte subito, «Lo so che ti sembra tutto meraviglioso e magico, però non illuderti, non è quello che sembra.»


 
 
 
«Va bene, sarò prudente.»
 
 
Mi alzai lentamente e mi diressi verso casa, sospirando a bassa voce. «So benissimo cos è... »




 
Quando tornai a casa mi concentrai sui compiti della giornata, stavo pian piano recuperando tutto.
Una volta finiti misi in ordine la mia camera e mi gettai sotto le coperte, non riuscivo per nulla a dormire, mi mancava terribilmente, avevo bisogno della sua presenza, di sentire la sua voce sbuffai nervosamente quando d’un tratto udii un forte rumore ed un vento gelido che invase la camera, qualcuno aveva aperto la finestra, mi precipitai in un lampo vicino ad essa speranzosa che dall’altro lato vi fosse come sempre il mio Nevius.
Tuttavia mi trovai davanti ad un orribile mostro, la sua forma ed il suo colore ricordavano molto un albero, prima che potessi fare qualunque cosa la stanza fu invasa da una nebbia viola, lentamente sentii le forze abbandonarmi e crollai al suolo.


 
 
 
 
Quando mi risvegliai, ero ancora abbastanza stordita, mi guardai intorno confusa e cercai di sollevarmi in piedi, ma, mi resi conto di essere incatenata con i polsi al muro.
Mi guardai di nuovo intorno per capire dove fossi, il posto era oscuro e polveroso, probabilmente qualche casolare abbandonato, come per dire “urla pure quanto ti pare, sei in trappola”.
La mia attenzione si concentrò poi sui tre mostri che borbottavano tra di loro, parlavano di quanto sarebbe stato facile attuare il piano, “ci sarebbe cascato sicuramente”.
Iniziai a sudare freddo, quando sentii pronunciare il suo nome da uno dei tre.
Desiderai fortemente che non mi cercasse proprio adesso, altrimenti l’avrebbero incastrato, gli avrebbero fatto del male. Cercai di soffocare il terrore come meglio potevo, ma non riuscii a fare molto, ero visibilmente terrorizzata.
Vidi i tre mostri voltarsi verso destra, d'un tratto lanciarono colpi verso quella direzione, ipotizzai che Nevius fosse già lì.
La battaglia fu rapida, furono messi KO in un istante.



 
Nevius era furente, si avvicinò con la spada a uno dei tre e gli disse: «Dì a Zachar che non avrà mai il cristallo nero, se prova ancora a far del male a Nina la uccido con le mie mani.»


 
 
I tre mostri scapparono via terrificati.
Nevius si voltò verso di me, mi guardò velocemente assicurandosi della mia incolumità.
Poi mi liberò dalle catene e mi sollevo tra le sue braccia.


 
 
«Non mi faccio vedere per due giorni e pensi subito di metterti nei guai, sei incorreggibile.» Disse ironico.


 
 
«Grazie, Nevius.» Dissi con sincera gratitudine, mi posai con la testa contro il suo petto cercando di rilassarmi.


 
 
«Non ringraziarmi Nina, non avrei potuto fare diversamente, anche se... tutto questo è follia.»


 
 
Non m’importava di ciò che diceva, ciò che importava è che fosse li.
Lo guardai velocemente e mi accorsi di un taglio sul braccio, si era ferito a causa mia.


 
 
«Sei ferito!»


 
 
 
«Non è niente.» Disse sicuro.


 
 
 
«No invece, lascia che ti curi. Inoltre penso ci stiano cercando, sarà meglio nascondersi.»


 
 
 
«Va bene.» Acconsentì probabilmente accorgendosi della mia irrequietezza voleva, tranquillizzarmi. Lo condussi all'entrata del parco in cui eravamo soliti andare e ci sedemmo ai piedi del nostro albero.


 
Gli ordinai di togliersi la giacca ed eseguì subito il mio ordine da buon generale, dal canto mio strappai un pezzo del mio pigiama color arancio.


 
 
«Tua madre non sarà contenta della fine del tuo pigiama.» affermò sardonico.


 
 
«Tanto non piaceva neanche a lei.» sbuffai e gli sistemai la fascia accuratamente.


 
 
«Così va molto meglio.» Sistemò ancora un po’ la fasciatura attorno al braccio e mi fissò in modo amorevole.


 
 
«Sai, in centro ha aperto una nuova bakery prepara un semifreddo al cioccolato buonissimo, avrei voluto dirtelo prima, ma in questi giorni non ci siamo visti.»
Ero consapevole del fatto che non fosse il momento adeguato tuttavia ero nervosa, volevo cercare un modo per distrarmi.  Nevius colse al volo e mi resse il gioco.


 
 
«Ti piace il cioccolato?» Ripresi.


 
 
«Sì, mi piace molto.» Disse poco convinto, capii che stava mentendo gli si leggeva in faccia. Sorrisi entusiasta, faceva di tutto per soddisfarmi anche mentire su cose stupide.


 
 
 
«Non è vero.» Risposi giocosa.


 
 
 
Il suo sguardo era così tranquillo, erano bellissimi questi momenti con lui, sembravamo una coppia composta da due ragazzi normali che si stavano conoscendo.


 
 
«Qualche volta ... potremmo andarci insieme, che ne dici?»


 
 
 
«Penso sia una buona idea.»


 
 
Lo fissai un attimo cercando di cogliere qualcosa nel suo sguardo, ma fraintese la mia occhiata e mi chiese dubbioso: «Pensi sia un'altra bugia?»


 
 
«No, stavolta ti credo.»
Era sinceramente interessato alla mia proposta, il suo sguardo era sereno dunque decisi di continuare il discorso mettendolo su un piano più ironico.


 
«Quando avremo un pomeriggio libero, ci andremo.» Poi presi una breve pausa e ripresi con aria dubbiosa.
 
 
«Pensi che il Dark Kingdom ti conceda qualche giorno libero in più adesso che hai una ragazza?»


 
La sua espressione variò, passò dalla tranquillità allo sbigottimento e infine rise spensierato.


 
 
M’illuminai di quel sorriso, era speciale e solo per me. Iniziai a ridere insieme a lui, per qualche secondo mi cadde qualche lacrima di commozione, non potevo che essere felice, ormai il peggio era passato, avremmo ricominciato come ogni volta.


 
Purtroppo, come sempre avevo esultato troppo presto.
Prima che potessi accorgermene, fui spinta lontana da Nevius.


 
 
Riaprii subito gli occhi e per la scena che mi si parò davanti, desiderai essere cieca.
Nevius era accanto a me, con dei rami elettrici conficcati in una spalla, il suo
sguardo era segnato dal dolore, nonostante questo il suo primo pensiero fu di sincerarsi delle mie condizioni, il suo tono di voce mi spaccò il cuore in due, respirava a fatica e perdeva grandi quantità di sangue.


 
 
 
«Che fine ingloriosa per il grande Nevius. Avanti! Se ci tieni alla vita della ragazza, dacci il cristallo.»
Nevius respirava a fatica, e si teneva il braccio ferito.


 
 
 
 
«Va bene avete vinto, Nina scappa!»


 
 
«No!» Dissi disperata.


 
 
 
«Ubbidisci!»


 
 
 
Mi avvicinai a lui ma fui spinta via dal suo braccio.
 
 
 
«Avanti! Non essere sciocca.»


 
 
Mi liberai dal suo braccio stanco, e in un atto di disperazione tentai di estrargli quei rami elettrici dal braccio, mi causarono scariche dolorose per tutto il corpo, potevo vedere la sua espressione sofferente non solo per il dolore che essi gli provocavano ma anche per il vedermi soffrire nel tentativo di aiutarlo.


 
 
«E’ tutto inutile, mettiti in salvo ti prego, non puoi fare nulla scappa via, presto!»


 
 
Non ascoltai nessuna delle parole che mi stava dicendo, continuai imperterrita nell’estrazione di quei rami che sembravano quasi fuori dalla sua spalla.
 
 
«Non andartene Nevius, ho bisogno di te, non lasciarmi.»


 
 
Purtroppo gli Youma accortisi di ciò che stava accadendo lanciarono altri colpi nella nostra direzione. Nevius raccolse le poche forze rimaste nel suo corpo per farmi da
scudo ancora una volta.


 
 
 
«Per fortuna stai bene». Furono le ultime parole prima di perdere conoscenza, lo guardai shoccata, mi era svenuto tra le braccia, stavo così male che non sentivo più le gambe, tremavo come una foglia e il cuore batteva all'impazzata non sapevo cosa fare.


 
 
I tre mostri portarono via il cristallo nero che nel frattempo era caduto dalle mani di Nevius, e da un turbine di petali rosa apparve Zachar.
 
 
 
 
«Ottimo lavoro ragazze. Nevius morirà nelle braccia della sua mocciosetta terrestre, ma prima fatelo soffrire ancora un po'.»


 
 
 
E scomparve.


 
 
 
«Sei una traditrice Zachar.» Disse Nevius con amarezza, poi si rivolse a me.
 
 
 
 
«Vai via da qui.»


 
 
«No!» Mi avvicinai e delicatamente adagiai le mie mani sul suo busto.


 
 
I tre Youma erano intenti ad attaccarci ancora una volta, a quel punto pensai che fosse meglio così, se doveva finire che finisse adesso! Insieme.
Arrivarono in nostro soccorso le guerriere Sailor che velocemente si sbarazzarono dei tre mostri, poi si avvicinarono a noi.


 
Sailor Moon aveva l'aria infelice, il suo sguardo sembrava sinceramente sofferente.
Guardò Nevius con pietà e vista la loro inimicizia probabilmente era stupefatta del suo gesto nei miei confronti, nessuno poteva immaginare il dolore immenso che stavo provando.
Nevius riprese conoscenza e in me ci fu un briciolo di sollievo.


 
 
 
«E’ tutto finito…» Lo adagiai meglio tra le mie braccia, stavolta ero io a dovermi prendere cura di lui.


 
 
Guardò per un attimo Sailor Moon e con un filo di voce le disse: «Sailor Moon sta tranquilla, la tua identità è al sicuro.»


 
 
Lei lo fissò compassionevole e sinceramente dispiaciuta. «Fatti forza, resisti!» Disse supplicandolo.


 
 
In seguito Nevius volse lentamente il viso verso di me, «Perdonami.»


 
 
 
«Per cosa?»


 
 
 
«Temo di non poter mangiare quel semifreddo con te.»


 
 
Tese per quanto fosse possibile la sua mano sulla mia guancia, a quel tocco mi fu impossibile trattenere le lacrime, Nevius stava morendo, ed io non potevo evitarlo.


 
 
Rise debolmente e poi riprese, «Ho finito per mentirti di nuovo, perdonami, ti prego.
Ti porterò sempre nel mio cuore Nina, non dimenticarmi mai.»


 
 
 
E lentamente chiuse gli occhi.
Lo scongiurai, lo supplicai di non lasciarmi, era l'unica cosa sensata che riuscii a fare.
Speravo avvenisse un miracolo, qualunque cosa che non lo portasse via da me.
Scoppiai in un pianto disperato mentre Nevius diveniva sempre più freddo e cereo, il sangue continuava a sgorgare imperterrito sporcando tutto il mio pigiama, aveva un leggero risolino sulle labbra, ma stavolta quel sorriso non scatenò la solita gioia in me.
Mi abbandonai in un grido disperato, mentre Nevius man mano si stava dissolvendo.


 
Le tre Sailor piangevano intorno a noi, come se loro capissero come mi sentissi, come se avessero condiviso con me quanto Nevius fosse speciale.


 
 
Le odiai.


 
Come si permettevano di piangere per lui, loro non gli volevano neanche bene, erano lacrime di circostanza che il giorno seguente avrebbero già dimenticato.


 
 
 
Un’abbagliante luce mi distolse da quella riflessione. Apparvero di fronte a noi Jack e Kaspar i loro sguardi erano furenti.
Jack si avvicinò rapido e delicatamente prese Nevius tra le sue braccia.


 
 
Kaspar mi fissò per un secondo con aria afflitta e con un filo di voce disse, «Andrà tutto bene.»


 
 
Jack guardò Nevius con amarezza, poi si volto verso Kaspar, «Stavolta ha davvero esagerato.»


 
 
Kaspar si limitò ad annuire. I due si dissolsero davanti ai miei occhi con Nevius.
Ero disorientata e angosciata ... c'era speranza per il mio Nevius? Non avrei avuto risposte al momento.


 
Le Sailor mi aiutarono a mettermi in piedi ma non riuscivo a reggermi, mi tremavano le mani e le mie gambe erano molli come il burro.


 
Sailor Moon continuava a fissarmi in modo compassionevole. Mi sentii invasa da una rabbia violenta e inveii senza controllo verso di lei.
 
 
 
«Perché sei arrivata solo adesso?!?! Sei sempre qui in giro a disposizione di tutti, perché adesso non c’eri?»
Non rispose alla mia domanda, si limitò ad abbassare lo sguardo.


 
 
«Perché nessuno è venuto a salvarlo…»


 
Scoppiai di nuovo in lacrime, e lei mi strinse tra le sue braccia.
Dopo qualche ora mi riportarono a casa assicurandosi che mia madre non si accorgesse di nulla, mi aiutarono a disfarmi del pigiama ormai sudicio, e mi misero perfino a letto.
Non dissi una parola per tutta la notte, non riuscii neanche a ringraziarle. Ero in totale stato di shock, avrei solo voluto sapere cosa ne fosse stato di Nevius.
Trascorsi la notte con lo sguardo vuoto puntato al soffitto, non riuscivo a smettere di piangere.
Nascosi la testa sotto la coperta nel caso in cui mia madre fosse venuta a controllare e così passò la notte, tra lacrime e lenzuola stringendo forte a me il pezzo di stoffa del mio pigiama ancora intriso del suo sangue.
   
 
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