Harry
Pov
L'arrivo
ad Hogwarts era stato
interessante.
Alla stazione di Hogsmeade ero stato prelevato insieme agli altri
primini da un
mezzogigante di nome Hagrid.
Ero salito su una delle barche insieme a lui, e mi ero fatto spiegare
in cosa consisteva
lo smistamento, visto che mio padre aveva preferito non
dirmelo.
Avevo sentito dire dagli altri primini che per smistarti ti facevano
combattere
contro un drago creato da un incantesimo… e questa era solo
una delle tante
sciocchezze che avevo sentito.
Hagrid mi rassicuró che si trattava solo di indossare un
cappello, e che
sarebbe stato quello a smistarci.
Mio padre mi aveva raccontato che lui era appartenuto alla casata di
Grifondoro, culla dei coraggiosi di cuore.
Le altre casa erano Serpeverde, dove venivano smistati gli ambizioni e
quelli
che desideravano il potere, Corvonero, dove si riunivano i cervelloni,
e
Tassorosso, la casa dei lavoratori.
Entrati nel castello, venimmo accolti da una strega vestita di verde,
che dalla
descrizione di mio padre non poteva che essere la professoressa
McGranitt.
Dopo averci spiegato in cosa consisteva lo smistamento ci fece
accomodare in
Sala Grande.
Io aprivo la fila dei primini, e iniziai sentire su di me gli sguardi
incuriositi di tutta la scuola non appena iniziammo a sfilare fino al
tavolo
degli insegnanti, davanti al quale c'era uno sgabello con un vecchio
cappello
sopra.
La Professoressa McGranitt prese di nuovo parola.
«Quest'anno, uno studente accederá direttamente al
quarto anno, ragion per cui
verrà smistato per primo. Harry Evans!»
Avanzai a testa alta, e dopo qualche passo mi scompigliai i capelli
prima di
sedermi sullo sgabello.
Ebbi una breve visione dei quattro tavoli prima che il Cappello
Parlante mi
oscurasse la vista.
«Ah, signor Potter. Mi chiedevo quand'è che
l'avrei conosciuta»
Strabuzzai gli occhi.
«E tu come fai a saperlo?!»
Sentii il cappello ridacchiare.
«Sono un cappello magico, signor Potter. Non si preoccupi, in
ogni caso, non è
mio compito svelare i segreti degli studenti che smisto. Allora, cosa
abbiamo
qui: vedo un’ intelligenza fuori dal comune, Cosetta sarebbe
lieta di averla
nella sua casa… è pari solo a quella di Merlino
alla sua etá… certo, lui non ha
mai avuto bisogno di sfruttare il potere delle rune per diventare
più forte.
Degno di un Serpeverde, quello di sfruttare ogni mezzo a disposizione
per
ottenere il potere… e la tua lealtà verso le
persone a te care è encomiabile,
Tosca ne sarebbe orgogliosa, ma sei talmente coraggioso,
cosí tanto simile al
giovane Godric nel carattere, che la scelta finale puó
essere solo una.
GRIFONDORO!!!-
Il tavolo dei Grifondoro inizia ad applaudirmi, ed io dopo aver
riconsegnato il
cappello alla McGranitt mi dirigo verso di loro.
Vedo due gemelli dai capelli rossi farmi spazio sulla panca e mi siedo
lí,
trovandomi davanti una ragazza castana dai capelli crespi.
«Ciao Harry…»
«… noi siamo Fred…»
«… e George
Weasley…»
«… è un piacere
conoscerti!»
Li guardai un po' stranito, perché quel loro modo di
completarsi le frasi a
vicenda mi aveva lasciato confuso, ma prima che potessi rispondere e
presentarmi a mia volta, anche se ovviamente il mio nome lo conoscevano
già,
intervenne la ragazza di fronte a me.
«Dopo un po' ci farai l'abitudine, fanno sempre
cosí. Io mi chiamo
Hermione Granger, i due gemelli sono Fred e George,» mi disse
indicando a turno
i due rossi al mio fianco «mentre loro due- aggiunse
indicando il ragazzo alla
sua sinistra e la ragazza alla sua destra, anche loro con i capelli
rossi- sono
Ron ed Elizabeth. I gemelli sono del sesto anno mentre noi tre siamo
del
quarto, quindi frequenteremo le lezioni insieme. Per qualunque cosa non
esitare
a rivolgerti a noi.»
Fece quel monologo tutto d'un fiato, e a stento trattenni un sorriso
divertito.
Gli altri ragazzi, invece, scoppiarono direttamente a ridere.
«’Mione prendi fiato.» le disse tra le
risa quello che doveva essere
Fred.
Hermione mise il broncio e inizió a bisticciare con lui,
ignorando chiunque
altro.
In tutto questo, io non avevo ancora aperto bocca.
«Non far caso a loro.» mi suggerì
Elizabeth, la ragazza alla destra di
Hermione. «Fanno sempre così. Benvenuto a
Grifondoro, Harry.»
Mi rivolse un sorriso dolcissimo che io ricambiai.
«Grazie mille… Elizabeth, giusto? Non sono molto
bravo con i nomi... E qui ci sono
così tante persone!»
«Nella tua vecchia scuola eravate in pochi, vero? Deve essere
difficile
ambientarsi in questi casi, anche perché Hogwarts
è enorme, ma puoi contare su
di me se ti servisse aiuto.»
Stavo per risponderle quando d'improvviso comparvero delle pietanze nei
piatti
e strabuzzai gli occhi.
«Ma cos…?»
«È la magia degli elfi domestici di
Hogwarts!» mi disse quello che se non
ricordavo male doveva chiamarsi Ron.
Aveva giá una coscia di pollo in bocca e il piatto
strapieno.
«Non parlare con la bocca piena, Ronald, è
disgustoso!» lo riprese Hermione, e
in effetti non potei che darle ragione in silenzio.
«È davvero fantastico! Comunque, Elizabeth, io non
sono andato in un'altra
scuola prima di Hogwarts… mio padre mi ha addestrato
personalmente in casa, è
per questo non sono abituato a vedere così tanti ragazzi
della mia età tutti
insieme.»
La ragazza mi guardó con uno sguardo incuriosito ma non
commentó, cosa che
apprezzai.
Intorno a me anche gli altri si erano attardati ad ascoltare la nostra
conversazione.
Immaginai che fosse raro che uno studente iniziasse la scuola dal
quarto anno,
e probabilmente sarei stato al centro delle attenzioni di tutti
finché non
fosse passata la moda del nuovo arrivato.
Il pasto proseguì con poche interruzioni, e quando anche i
dolci furono
demoliti, e le ultime briciole furono svanite dai piatti, lasciandoli
lustri e
puliti, Albus Silente si alzò.
Il chiacchiericcio che riempiva la Sala s'interruppe quasi all'istante,
tanto
da lasciar udire solo l'ululato del vento e il picchiettio
della
pioggia.
«Dunque!» esordì Silente, sorridendo a
tutti quanti. «Ora che siamo tutti sazi
e dissetati devo richiamare ancora una volta la vostra attenzione su
alcuni
avvisi.
Mastro Gazza, il custode, mi ha chiesto di dirvi che la lista di
oggetti
proibiti dentro le mura del castello quest'anno è stata
estesa agli Yo-yo
Ululanti, ai Frisbee Zannuti e ai Boomerang Rimbalzatutto. La lista
completa
comprende qualcosa come quattrocentotrentasette oggetti, credo, e
può essere consultata nell'ufficio di Mastro Gazza,
se qualcuno volesse
controllare».
Gli angoli della bocca di Silente si arricciarono.
«Come sempre, vorrei ricordare a tutti voi che la Foresta
compresa entro i
confini del parco della scuola è proibita agli studenti,
come lo è il villaggio
di Hogsmeade a tutti coloro che non sono ancora al terzo anno.
È altresì mio doloroso dovere informarvi che la
Coppa del Quidditch quest'anno
non avrà luogo».
«Che cosa?» esclamò Elizabeth senza
fiato. La vidi cercare con lo sguardo Fred
e George: aprivano e chiudevano la bocca senza emettere alcun
suono, in
apparenza troppo sconvolti per parlare.
Da quel che sembrava, il Quidditch in quella scuola doveva essere molto
importante, dal momento che anche altri ragazzi ebbero la loro stessa
reazione.
Silente riprese: «Ciò è dovuto a un
evento che prenderà il via in ottobre e
continuerà per tutto l'anno scolastico, impegnando molto del
tempo e delle
energie degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti
enormemente.
Ho l'immenso piacere di annunciare che quest'anno a
Hogwarts...»
Ma in quel momento risuonò un tuono assordante e le porte
della Sala Grande si
spalancarono.
Sulla soglia c'era un uomo appoggiato a un lungo bastone, avvolto in un
mantello nero da viaggio.
L'uomo abbassò il cappuccio, scosse una folta chioma di
lunghi capelli
brizzolati, e poi prese ad avanzare verso il tavolo degli
insegnanti.
Quando un lampo attraversò il soffitto, tutti trattennero il
respiro alla vista
del suo aspetto, tranne me, che avevo riconosciuto subito
l'uomo.
Lo vidi tendere una mano coperta di cicatrici quanto il volto, e
Silente la
strinse, mormorando parole che non riuscii a
cogliere.
Poi si sedette, scosse via la chioma grigio scuro e trasse a
sé un piatto di
salsicce. L'occhio normale era fisso sulle salsicce, ma quello blu
sfrecciava
ancora irrequieto tra le palpebre, abbracciando la Sala e gli
studenti.
Ghignai.
Sarebbe stato un anno divertente con quell'uomo.
«Vorrei presentarvi il nostro nuovo insegnante di Difesa
contro le Arti Oscure»
disse allegro Silente, rompendo il silenzio.
«Il professor Moody».
Fui l'unico a battere le mani a parte Silente e Hagrid. Tutti gli altri
sembravano troppo esterrefatti dalla bizzarra apparizione di Moody per
riuscire
a far altro che fissarlo.
«Moody?» Sentii mormorare Elizabeth rivolta a Ron.
«Malocchio Moody? Quello che
tuo padre è corso ad aiutare stamattina?»
«Dev'essere lui» disse Ron con voce bassa e
timorosa.
«Che cosa gli è successo?» sentii
sussurrare Hermione. «Che cosa è successo
alla sua faccia?»
«È un cacciatore di maghi oscuri.» le
risposi a voce bassa e trattenendo a
stento l'eccitazione.
«Nel suo mestiere è ancora il migliore, nonostante
nell'ultimo periodo sia
diventato un po' paranoico. Immagino che quelle ferite le sia procurate
sul
campo… riconosco sul suo viso i segni di tortura di
una nota banda di
Cacciatori di Tesori di venti anni fa. Erano maghi oscuri che
uccidevano
babbani vendendo loro false mappe di tesori nascosti, per poi ucciderli
con la
magia e rivenderne gli organi intatti nel commercio illegale babbano.
Avevo
sentito dire che torturavano i maghi che cercavano di catturarli con
l'acido
prima di ucciderli, e nessuno è mai sopravvissuto dopo un
confronto con loro…
beh, nessuno tranne Moody. È stato lui a catturarli e questo
gli ha permesso di
guadagnare un Ordine di Merlino per i servizi resi alla
comunità, oltre che,
ovviamete, la carica di capo Auror. Ma davvero non lo
sapevate?»
Tutti mi guardavano con gli occhi strabuzzati, anche se quello davvero
scioccato
ero io.
Ma cosa insegnavano in quella scuola?
Silente si schiarì di nuovo la voce.
«Come stavo dicendo» disse, sorridendo alla marea
di studenti davanti a lui,
tutti con gli occhi ancora puntati su Malocchio Moody, «nei
prossimi mesi
avremo l'onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che
non ha
luogo da più di un secolo. È con grandissimo
piacere che vi informo che il
Torneo Tremaghi quest'anno si terrà a
Hogwarts».
«Sta SCHERZANDO!» disse Fred Weasley ad alta
voce.
La tensione che aveva riempito la Sala dall'arrivo di Moody si ruppe
all'improvviso.
Quasi tutti scoppiarono a ridere, e Silente ridacchiò in
tono
soddisfatto.
«Non sto scherzando, signor Weasley» disse,
«anche se, ora che me l'ha
ricordato, quest'estate me ne hanno raccontata una niente male su un
troll, una
megera e un Lepricano che vanno insieme al
bar...»
La professoressa McGranitt tossicchiò sonoramente.
«Ehm... ma forse non è questo il momento...
no...» disse Silente.
Io ridacchiai.
«Dov'ero rimasto? Ah, sì, il Torneo Tremaghi...
be', alcuni di voi forse non
sanno di che si tratta, quindi spero che quelli di voi che lo
sanno mi
perdoneranno questa breve spiegazione, e sono liberi di pensare a
quello che
vogliono.
Il Torneo Tremaghi fu indetto per la prima volta settecento
anni fa, come
competizione amichevole tra le tre maggiori scuole europee di magia:
Hogwarts,
Beauxbatons e Durmstrang. Venne scelto un campione
per rappresentare
ciascuna scuola, e i tre campioni gareggiarono in tre
imprese magiche. Le
scuole si alternavano nell'ospitare il Torneo ogni cinque anni, e tutti
convennero che fosse un modo eccellente per stabilire legami tra
giovani
streghe e maghi di diverse nazionalità... almeno fino a
quando il tributo di
morti non divenne così elevato che fu deciso di sospendere
il Torneo».
«Il tributo di morti?» sussurrò
Hermione, preoccupata.
Ma la sua agitazione non pareva condivisa dalla maggior parte degli
studenti in
sala; molti di loro parlottavano eccitati, e mi chiesi fra me e me se
lo
fossero stati altrettanto sapendo che durante l'ultima edizione due
studenti si
erano maledetti a vicenda per aumentare le possibilitá di
vittoria ed erano
finiti per ridursi allo stato di vegetali a vita.
«Ci furono parecchi tentativi nel corso dei secoli di
riportare in auge il
Torneo» continuò Silente, «nessuno dei
quali ebbe molto successo. Comunque, i
nostri Uffici per la Cooperazione Internazionale Magica e per i Giochi
e gli
Sport Magici hanno deciso che i tempi sono maturi per un
nuovo tentativo.
Abbiamo lavorato molto nel corso dell'estate per far sì
chequesta volta nessun
campione o nessuna campionessa si trovi in
pericolo mortale.
I Presidi di Beauxbatons e di Durmstrang arriveranno in ottobre con la
loro
squadra scelta di campioni, e la selezione dei tre sfidanti
avverrà a
Halloween. Un giudice imparziale deciderà quali studenti
saranno più degni di
gareggiare per la Coppa Tremaghi, la gloria della loro scuola e
un premio
personale in denaro pari a mille galeoni».
«Io ci sto!» sibilò Fred Weasley, il
viso acceso d'entusiasmo alla prospettiva
di tanta gloria e ricchezza. E non era il solo a immaginarsi
campione di
Hogwarts: ai tavoli di ciascuna Casa, vidi ragazzi e ragazze che
guardavano
rapiti verso Silente o confabulavano con i vicini.
Ma in quel momento Silente parlò di nuovo, e la Sala si
zittì un'altra
volta.
«Pur sapendo quanto ciascuno di voi sia desideroso di portare
a Hogwarts la
Coppa Tremaghi» disse, «i Presidi delle scuole
partecipanti, assieme al
Ministero della Magia, hanno convenuto di imporre un limite
d'etá per gli
sfidanti di quest'anno. Solo gli studenti dell'età giusta -
cioè
da diciassette anni in su - potranno proporsi per la
selezione. Questa»
Silente alzò un po' la voce, perché una rumorosa
protesta si scatenò a quelle
parole, e i gemelli Weasley all'improvviso divennero furibondi
«è
una misura che riteniamo necessaria, dal momento che le prove
del Torneo
saranno pur sempre difficili e pericolose, quali che siano le
precauzioni che
prenderemo, ed è altamente improbabile che gli studenti al
di sotto del sesto e
del settimo anno siano in grado di affrontarle. Mi
assicurerò personalmente che
nessuno studente di età inferiore inganni il nostro giudice
imparziale e lo
induca a nominarlo campione di Hogwarts. Pertanto vi prego di non
perdere tempo
a iscrivervi se avete meno di diciassette anni. Le delegazioni di
Beauxbatons e
Durmstrang arriveranno in ottobre e resteranno con noi per la maggior
parte
dell'anno. So che tutti voi tratterete con la massima
gentilezza i nostri
ospiti stranieri durante il loro soggiorno, e darete il vostro sincero
sostegno
al campione di Hogwarts quando verrà designato o designata.
E ora è tardi e so
quanto è importante che ciascuno di voi sia ben sveglio e
riposato quando
comincerete le lezioni domani mattina. Ora di andare a letto! Forza,
veloci!»
Silente si risedette e si voltò a parlare con Malocchio
Moody.
Ci fu un gran fracasso di sedie spostate e colpi secchi mentre tutti
gli
studenti si alzavano e sciamavano nella Sala d'Ingresso attraverso le
doppie
porte.
Io mi fermai con il gruppo di Grifondoro che avevo appena conosciuto
ancora al
tavolo, sia perché non sapevo dove si trovava la
sala comune di Grifondoro
e non mi andava di seguire i primini, sia perché tutta
quella loro indignazione
mi divertiva enormemente.
A dirla tutta, io non avevo alcun bisogno di uno stupido torneo per
dimostrare
di essere superiore ai mie coetanei e non, sarebbero bastate le lezioni
scolastiche. Di soldi ne avevo a sufficienza, quindi vedevo il
torneosolo come
uno svago ulteriore in quella nuova avventura che avevo
intrapreso.
«Non possono farlo!» esclamò George
Weasley, «Compiamo diciassette anni in
aprile, perché non possiamo provarci?»
«Non riusciranno a impedirmi di partecipare» disse
Fred cocciuto, scrutando
accigliato il tavolo degli insegnanti. «I campioni faranno un
sacco di cose che
normalmente uno non ha il permesso di fare. E il premio di
mille galeoni!»
«Si» disse Ron, lo sguardo remoto.
«Sì, mille galeoni...»
«Fossi in voi cambierei idea» dissi io intervenendo
nella conversazione. «Il
denaro non mi sembra un motivo sufficiente per rischiare la vita, o
peggio. Se
non erro, il giudice imparziale che sceglierá i campioni
sará un calice magico
secolare difficile da ingannare… e se i presidi non
rischierebbero mai la vita
degli studenti mettendo intorno al calice incantesimi eccessivamente
offensivi,
chi puó dire se i creatori del calice siano stati meno
magnanimi nel costruirlo
aggiungendo incantesimi che portano alla pazzia a chi cerca di
fregarlo?
Francamente, per come la vedo io, il gioco non vale la
candela.-
Avevo detto quelle parole con la massima semplicitá e questo
li aveva lasciati
interdetti al punto da non riuscire a rispondermi con rabbia.
Probabilmente avrebbero desistito a qualunque cosa gli sarebbe venuto
in mente,
e questo era sufficiente dal momento che era proprio quello il mio
scopo.
Non mi andava di avere qualcuno sulla coscienza se potevo
evitarlo.
Rimanemmo a fissarci in silenzio per qualche minuto, e mi resi conto di
aver
attirato anche molti sguardi da parte degli insegnanti con
quel mio
discorso, quando finalmente qualcuno si schiarí la voce
spezzando il momento di
tensione che si era venuto a creare.
«Andiamo» disse Hermione, «saremo gli
ultimi se non ci muoviamo».
Iniziammo ad incamminarci tutti verso le scale, e nel frattempo che i
ragazzi
avevano ripreso a discutere del torneo Elizabeth mi si
avvicinó appena in tempo
per trattenermi dal calpestare un gradino truccato.
«Devi stare attento. Alcuni gradini sono truccati e
scompaiono appena metti un
piede sopra. Di solito si tratta degli ultimi due o tre quindi fossi in
te li
salterei per ogni evenienza, nel caso fossi solo.» mi
spiegó, ed io la
ringraziai appuntandomi mentalmente di utilizzare una runa per vedere i
malocchi sulle scale alla prima occasione.
Salimmo fino all'ingresso della Torre di Grifondoro, che era nascosta
dietro un
grande ritratto di una signora grassa vestita di seta rosa.
«Parola d'ordine?» disse lei al loro
arrivo.
«Guazzabuglio» disse George, «me l'ha
detta un Prefetto giù di sotto».
Il ritratto si apri come una porta rivelando un'apertura nel muro, che
attraversammo tutti.
Un fuoco scoppiettante riscaldava la sala comune circolare, piena di
tavoli e
poltrone soffici.
Era stupenda, ma non ebbi nemmeno il tempo di godermela che Hermione ed
Elizabeth diedero a tutti la buonanotte e sparirono nel corridoio a
destra.
I gemelli sparirono in quello a sinistra, e dopo un poco li seguimmo
anche io e
Ron.
Mi spiegó che alle scale che portavano al dormitorio delle
ragazze era applicato
un incantesimo che non consentiva ai ragazzi di accedervi, e che quindi
era
meglio se non sbagliavo corridoio nel tornare al dormitorio.
Ci fermammo davanti ad una porta che recava la scritta 'Quarto Anno'
con sotto
i nomi degli occupanti: Ron Weasley, Neville Paciock, Dean Thomas,
Seamus
Finnigan e Harry Evans.
Appena entrato vidi che vi erano cinque letti a baldacchino con tende
di un
intenso rosso cremisi disposti lungo le pareti, ciascuno con
il baule del
proprietario ai piedi.
Gli altri tre ragazzi erano già pronti per dormire, ma
nonostante questo si
presentarono e mi fecero sentire il benvenuto offrendomi delle gelatine
tutti
gusti +1.
Decisi che avrei scritto l'indomani a mio padre, quindi infilai il
pigiama e mi
misi letto. Qualcuno - un elfo domestico, senza dubbio - aveva
sistemato degli
scaldini tra le lenzuola, ed era molto piacevole, star li distesi sotto
le
coperte ad ascoltare la tempesta che infuriava di fuori.
Il giorno seguente sarebbe stato il mio primo giorno di lezioni ad
Hogwarts, e
non sapevo davvero cosa aspettarmi, anche se non ero
preoccupato.
Mi ero giá informato sugli orari ed avevo scoperto che la
colazione iniziava
dalle sette e le lezioni alle nove del mattino.
Considerato che la mia sveglia era alle cinque per gli allenamenti,
avrei avuto
tutto il tempo di trovare quella famosa Stanza delle
Necessitá di cui mi aveva
tanto parlato mio padre, fare il mio allenamento mattutino e
iniziare a
leggermi i libri di testo, giusto per avere qualche idea di cosa
avremmo affrontato
il primo giorno di lezioni, e poi recarmi in Sala Grande per la
colazione.
In particolare mi incuriosivano le lezioni di Alastor Moody.
Era noto per la sua imprevedibilitá, quindi dubitavo sarebbe
stato fedele ai
normali programmi di studio.
Forse, se mi giocavo bene le mie carte, sarei riuscito a convincerlo a
battersi
con me…
Sarebbe stato fantastico.
XXXXXXXXXXXXXXX
Salve
a tutti e buon giorno di festa.
Allora, che dire, Harry è arrivato ad Hogwarts e
già ha dimostrato di saperne
di più dei suoi compagni. Naturalmente gran parte del
capitolo è tratto dal
libro, e preferisco ripeterlo una volta in più che in meno
visto che l’ultima
volta ho avuto dei casini che gradirei non
ripetere…
Ritornando al capitolo... Harry sa di essere un Potter, e sa che la sua
cicatrice è stata creata da Voldemort.
NON sa ancora che Elizabeth è sua sorella dal momento che 1)
Non sa che fa di
cognome Potter 2)Insomma chi di voi da maschio sarebbe in grado di
riconoscere
una sorella gemella avendola vista solo in foto
all’età di un anno? Lo scoprirà
presto, comunque, non temete.
Beh, non so che altro dire, se non grazie per l’attenzione a
queste note post
capitolo.
Baci,
Mary Evans