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Autore: Mary Evans    25/04/2017    2 recensioni
E se Harry avesse avuto una sorella?
E se lui venisse rapito la notte del 31 Ottobre?
E se Elizabeth Potter credesse di essere l’unica bambina sopravvissuta?
Storia scritta a quattro mani da me e fenice cremesi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Harry Pov

L'arrivo ad Hogwarts era stato interessante. 
Alla stazione di Hogsmeade ero stato prelevato insieme agli altri primini da un mezzogigante di nome Hagrid. 
Ero salito su una delle barche insieme a lui, e mi ero fatto spiegare in cosa consisteva lo smistamento, visto che mio padre aveva preferito non dirmelo. 
Avevo sentito dire dagli altri primini che per smistarti ti facevano combattere contro un drago creato da un incantesimo… e questa era solo una delle tante sciocchezze che avevo sentito. 
Hagrid mi rassicuró che si trattava solo di indossare un cappello, e che sarebbe stato quello a smistarci. 
Mio padre mi aveva raccontato che lui era appartenuto alla casata di Grifondoro, culla dei coraggiosi di cuore. 
Le altre casa erano Serpeverde, dove venivano smistati gli ambizioni e quelli che desideravano il potere, Corvonero, dove si riunivano i cervelloni, e Tassorosso, la casa dei lavoratori. 
Entrati nel castello, venimmo accolti da una strega vestita di verde, che dalla descrizione di mio padre non poteva che essere la professoressa McGranitt. 
Dopo averci spiegato in cosa consisteva lo smistamento ci fece accomodare in Sala Grande. 
Io aprivo la fila dei primini, e iniziai sentire su di me gli sguardi incuriositi di tutta la scuola non appena iniziammo a sfilare fino al tavolo degli insegnanti, davanti al quale c'era uno sgabello con un vecchio cappello sopra. 
La Professoressa McGranitt prese di nuovo parola. 
«Quest'anno, uno studente accederá direttamente al quarto anno, ragion per cui verrà smistato per primo. Harry Evans!» 
Avanzai a testa alta, e dopo qualche passo mi scompigliai i capelli prima di sedermi sullo sgabello. 
Ebbi una breve visione dei quattro tavoli prima che il Cappello Parlante mi oscurasse la vista. 
«Ah, signor Potter. Mi chiedevo quand'è che l'avrei conosciuta» 
Strabuzzai gli occhi. 
«E tu come fai a saperlo?!»
Sentii il cappello ridacchiare. 
«Sono un cappello magico, signor Potter. Non si preoccupi, in ogni caso, non è mio compito svelare i segreti degli studenti che smisto. Allora, cosa abbiamo qui: vedo un’ intelligenza fuori dal comune, Cosetta sarebbe lieta di averla nella sua casa… è pari solo a quella di Merlino alla sua etá… certo, lui non ha mai avuto bisogno di sfruttare il potere delle rune per diventare più forte. Degno di un Serpeverde, quello di sfruttare ogni mezzo a disposizione per ottenere il potere… e la tua lealtà verso le persone a te care è encomiabile, Tosca ne sarebbe orgogliosa, ma sei talmente coraggioso, cosí tanto simile al giovane Godric nel carattere, che la scelta finale puó essere solo una. GRIFONDORO!!!- 
Il tavolo dei Grifondoro inizia ad applaudirmi, ed io dopo aver riconsegnato il cappello alla McGranitt mi dirigo verso di loro. 
Vedo due gemelli dai capelli rossi farmi spazio sulla panca e mi siedo lí, trovandomi davanti una ragazza castana dai capelli crespi. 
«Ciao Harry…»
«… noi siamo Fred…» 
«… e George Weasley…» 
«… è un piacere conoscerti!» 
Li guardai un po' stranito, perché quel loro modo di completarsi le frasi a vicenda mi aveva lasciato confuso, ma prima che potessi rispondere e presentarmi a mia volta, anche se ovviamente il mio nome lo conoscevano già, intervenne la ragazza di fronte a me. 
«Dopo un po' ci farai l'abitudine, fanno sempre cosí.  Io mi chiamo Hermione Granger, i due gemelli sono Fred e George,» mi disse indicando a turno i due rossi al mio fianco «mentre loro due- aggiunse indicando il ragazzo alla sua sinistra e la ragazza alla sua destra, anche loro con i capelli rossi- sono Ron ed Elizabeth. I gemelli sono del sesto anno mentre noi tre siamo del quarto, quindi frequenteremo le lezioni insieme. Per qualunque cosa non esitare a rivolgerti a noi.» 
Fece quel monologo tutto d'un fiato, e a stento trattenni un sorriso divertito. 
Gli altri ragazzi, invece, scoppiarono direttamente a ridere. 
«’Mione prendi fiato.» le disse tra le risa quello che doveva essere Fred. 
Hermione mise il broncio e inizió a bisticciare con lui, ignorando chiunque altro. 
In tutto questo, io non avevo ancora aperto bocca. 
«Non far caso a loro.» mi suggerì Elizabeth, la ragazza alla destra di Hermione. «Fanno sempre così. Benvenuto a Grifondoro, Harry.»
Mi rivolse un sorriso dolcissimo che io ricambiai. 
«Grazie mille… Elizabeth, giusto? Non sono molto bravo con i nomi... E qui ci sono così tante persone!» 
«Nella tua vecchia scuola eravate in pochi, vero? Deve essere difficile ambientarsi in questi casi, anche perché Hogwarts è enorme, ma puoi contare su di me se ti servisse aiuto.»
Stavo per risponderle quando d'improvviso comparvero delle pietanze nei piatti e strabuzzai gli occhi. 
«Ma cos…?»
«È la magia degli elfi domestici di Hogwarts!» mi disse quello che se non ricordavo male doveva chiamarsi Ron. 
Aveva giá una coscia di pollo in bocca e il piatto strapieno. 
«Non parlare con la bocca piena, Ronald, è disgustoso!» lo riprese Hermione, e in effetti non potei che darle ragione in silenzio. 
«È davvero fantastico! Comunque, Elizabeth, io non sono andato in un'altra scuola prima di Hogwarts… mio padre mi ha addestrato personalmente in casa, è per questo non sono abituato a vedere così tanti ragazzi della mia età tutti insieme.» 
La ragazza mi guardó con uno sguardo incuriosito ma non commentó, cosa che apprezzai. 
Intorno a me anche gli altri si erano attardati ad ascoltare la nostra conversazione. 
Immaginai che fosse raro che uno studente iniziasse la scuola dal quarto anno, e probabilmente sarei stato al centro delle attenzioni di tutti finché non fosse passata la moda del nuovo arrivato. 
Il pasto proseguì con poche interruzioni, e quando anche i dolci furono demoliti, e le ultime briciole furono svanite dai piatti, lasciandoli lustri e puliti, Albus Silente si alzò. 
Il chiacchiericcio che riempiva la Sala s'interruppe quasi all'istante, tanto da lasciar udire solo l'ululato del vento e il picchiettio della pioggia. 
«Dunque!» esordì Silente, sorridendo a tutti quanti. «Ora che siamo tutti sazi e dissetati devo richiamare ancora una volta la vostra attenzione su alcuni avvisi. 
Mastro Gazza, il custode, mi ha chiesto di dirvi che la lista di oggetti proibiti dentro le mura del castello quest'anno è stata estesa agli Yo-yo Ululanti, ai Frisbee Zannuti e ai Boomerang Rimbalzatutto. La lista completa comprende qualcosa come quattrocentotrentasette oggetti, credo, e può essere consultata nell'ufficio di Mastro Gazza, se qualcuno volesse controllare». 
Gli angoli della bocca di Silente si arricciarono. 
«Come sempre, vorrei ricordare a tutti voi che la Foresta compresa entro i confini del parco della scuola è proibita agli studenti, come lo è il villaggio di Hogsmeade a tutti coloro che non sono ancora al terzo anno. 
È altresì mio doloroso dovere informarvi che la Coppa del Quidditch quest'anno non avrà luogo». 
«Che cosa?» esclamò Elizabeth senza fiato. La vidi cercare con lo sguardo Fred e George: aprivano e chiudevano la bocca senza emettere alcun suono, in apparenza troppo sconvolti per parlare. 
Da quel che sembrava, il Quidditch in quella scuola doveva essere molto importante, dal momento che anche altri ragazzi ebbero la loro stessa reazione. 
Silente riprese: «Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via in ottobre e continuerà per tutto l'anno scolastico, impegnando molto del tempo e delle energie degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho l'immenso piacere di annunciare che quest'anno a Hogwarts...» 
Ma in quel momento risuonò un tuono assordante e le porte della Sala Grande si spalancarono. 
Sulla soglia c'era un uomo appoggiato a un lungo bastone, avvolto in un mantello nero da viaggio. 
L'uomo abbassò il cappuccio, scosse una folta chioma di lunghi capelli brizzolati, e poi prese ad avanzare verso il tavolo degli insegnanti. 
Quando un lampo attraversò il soffitto, tutti trattennero il respiro alla vista del suo aspetto, tranne me, che avevo riconosciuto subito l'uomo. 
Lo vidi tendere una mano coperta di cicatrici quanto il volto, e Silente la strinse, mormorando parole che non riuscii a cogliere.  
Poi si sedette, scosse via la chioma grigio scuro e trasse a sé un piatto di salsicce. L'occhio normale era fisso sulle salsicce, ma quello blu sfrecciava ancora irrequieto tra le palpebre, abbracciando la Sala e gli studenti. 
Ghignai. 
Sarebbe stato un anno divertente con quell'uomo. 
«Vorrei presentarvi il nostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure» disse allegro Silente, rompendo il silenzio. 
«Il professor Moody». 
Fui l'unico a battere le mani a parte Silente e Hagrid. Tutti gli altri sembravano troppo esterrefatti dalla bizzarra apparizione di Moody per riuscire a far altro che fissarlo. 
«Moody?» Sentii mormorare Elizabeth rivolta a Ron. «Malocchio Moody? Quello che tuo padre è corso ad aiutare stamattina?» 
«Dev'essere lui» disse Ron con voce bassa e timorosa. 
«Che cosa gli è successo?» sentii sussurrare Hermione. «Che cosa è successo alla sua faccia?» 
«È un cacciatore di maghi oscuri.» le risposi a voce bassa e trattenendo a stento l'eccitazione. 
«Nel suo mestiere è ancora il migliore, nonostante nell'ultimo periodo sia diventato un po' paranoico. Immagino che quelle ferite le sia procurate sul campo… riconosco sul suo viso i segni di tortura di una nota banda di Cacciatori di Tesori di venti anni fa. Erano maghi oscuri che uccidevano babbani vendendo loro false mappe di tesori nascosti, per poi ucciderli con la magia e rivenderne gli organi intatti nel commercio illegale babbano. Avevo sentito dire che torturavano i maghi che cercavano di catturarli con l'acido prima di ucciderli, e nessuno è mai sopravvissuto dopo un confronto con loro… beh, nessuno tranne Moody. È stato lui a catturarli e questo gli ha permesso di guadagnare un Ordine di Merlino per i servizi resi alla comunità, oltre che, ovviamete, la carica di capo Auror. Ma davvero non lo sapevate?» 
Tutti mi guardavano con gli occhi strabuzzati, anche se quello davvero scioccato ero io. 
Ma cosa insegnavano in quella scuola? 
Silente si schiarì di nuovo la voce. 
«Come stavo dicendo» disse, sorridendo alla marea di studenti davanti a lui, tutti con gli occhi ancora puntati su Malocchio Moody, «nei prossimi mesi avremo l'onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo da più di un secolo. È con grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi quest'anno si terrà a Hogwarts». 
«Sta SCHERZANDO!» disse Fred Weasley ad alta voce. 
La tensione che aveva riempito la Sala dall'arrivo di Moody si ruppe all'improvviso. 
Quasi tutti scoppiarono a ridere, e Silente ridacchiò in tono soddisfatto. 
«Non sto scherzando, signor Weasley» disse, «anche se, ora che me l'ha ricordato, quest'estate me ne hanno raccontata una niente male su un troll, una megera e un Lepricano che vanno insieme al bar...» 
La professoressa McGranitt tossicchiò sonoramente. 
«Ehm... ma forse non è questo il momento... no...» disse Silente. 
Io ridacchiai. 
«Dov'ero rimasto? Ah, sì, il Torneo Tremaghi... be', alcuni di voi forse non sanno di che si tratta, quindi spero che quelli di voi che lo sanno mi perdoneranno questa breve spiegazione, e sono liberi di pensare a quello che vogliono. 
Il Torneo Tremaghi fu indetto per la prima volta settecento anni fa, come competizione amichevole tra le tre maggiori scuole europee di magia: Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang. Venne scelto un campione per rappresentare ciascuna scuola, e i tre campioni gareggiarono in tre imprese magiche. Le scuole si alternavano nell'ospitare il Torneo ogni cinque anni, e tutti convennero che fosse un modo eccellente per stabilire legami tra giovani streghe e maghi di diverse nazionalità... almeno fino a quando il tributo di morti non divenne così elevato che fu deciso di sospendere il Torneo». 
«Il tributo di morti?» sussurrò Hermione, preoccupata. 
Ma la sua agitazione non pareva condivisa dalla maggior parte degli studenti in sala; molti di loro parlottavano eccitati, e mi chiesi fra me e me se lo fossero stati altrettanto sapendo che durante l'ultima edizione due studenti si erano maledetti a vicenda per aumentare le possibilitá di vittoria ed erano finiti per ridursi allo stato di vegetali a vita. 
«Ci furono parecchi tentativi nel corso dei secoli di riportare in auge il Torneo» continuò Silente, «nessuno dei quali ebbe molto successo. Comunque, i nostri Uffici per la Cooperazione Internazionale Magica e per i Giochi e gli Sport Magici hanno deciso che i tempi sono maturi per un nuovo tentativo. Abbiamo lavorato molto nel corso dell'estate per far sì chequesta volta nessun campione o nessuna campionessa si trovi in pericolo mortale. 
I Presidi di Beauxbatons e di Durmstrang arriveranno in ottobre con la loro squadra scelta di campioni, e la selezione dei tre sfidanti avverrà a Halloween. Un giudice imparziale deciderà quali studenti saranno più degni di gareggiare per la Coppa Tremaghi, la gloria della loro scuola e un premio personale in denaro pari a mille galeoni». 
«Io ci sto!» sibilò Fred Weasley, il viso acceso d'entusiasmo alla prospettiva di tanta gloria e ricchezza. E non era il solo a immaginarsi campione di Hogwarts: ai tavoli di ciascuna Casa, vidi ragazzi e ragazze che guardavano rapiti verso Silente o confabulavano con i vicini. 
Ma in quel momento Silente parlò di nuovo, e la Sala si zittì un'altra volta. 
«Pur sapendo quanto ciascuno di voi sia desideroso di portare a Hogwarts la Coppa Tremaghi» disse, «i Presidi delle scuole partecipanti, assieme al Ministero della Magia, hanno convenuto di imporre un limite d'etá per gli sfidanti di quest'anno. Solo gli studenti dell'età giusta - cioè da diciassette anni in su - potranno proporsi per la selezione. Questa» Silente alzò un po' la voce, perché una rumorosa protesta si scatenò a quelle parole, e i gemelli Weasley all'improvviso divennero furibondi «è una misura che riteniamo necessaria, dal momento che le prove del Torneo saranno pur sempre difficili e pericolose, quali che siano le precauzioni che prenderemo, ed è altamente improbabile che gli studenti al di sotto del sesto e del settimo anno siano in grado di affrontarle. Mi assicurerò personalmente che nessuno studente di età inferiore inganni il nostro giudice imparziale e lo induca a nominarlo campione di Hogwarts. Pertanto vi prego di non perdere tempo a iscrivervi se avete meno di diciassette anni. Le delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang arriveranno in ottobre e resteranno con noi per la maggior parte dell'anno. So che tutti voi tratterete con la massima gentilezza i nostri ospiti stranieri durante il loro soggiorno, e darete il vostro sincero sostegno al campione di Hogwarts quando verrà designato o designata. E ora è tardi e so quanto è importante che ciascuno di voi sia ben sveglio e riposato quando comincerete le lezioni domani mattina. Ora di andare a letto! Forza, veloci!» 
Silente si risedette e si voltò a parlare con Malocchio Moody. 
Ci fu un gran fracasso di sedie spostate e colpi secchi mentre tutti gli studenti si alzavano e sciamavano nella Sala d'Ingresso attraverso le doppie porte. 
Io mi fermai con il gruppo di Grifondoro che avevo appena conosciuto ancora al tavolo, sia perché non sapevo dove si trovava la sala comune di Grifondoro e non mi andava di seguire i primini, sia perché tutta quella loro indignazione mi divertiva enormemente. 
A dirla tutta, io non avevo alcun bisogno di uno stupido torneo per dimostrare di essere superiore ai mie coetanei e non, sarebbero bastate le lezioni scolastiche. Di soldi ne avevo a sufficienza, quindi vedevo il torneosolo come uno svago ulteriore in quella nuova avventura che avevo intrapreso. 
«Non possono farlo!» esclamò George Weasley, «Compiamo diciassette anni in aprile, perché non possiamo provarci?» 
«Non riusciranno a impedirmi di partecipare» disse Fred cocciuto, scrutando accigliato il tavolo degli insegnanti. «I campioni faranno un sacco di cose che normalmente uno non ha il permesso di fare. E il premio di mille galeoni!» 
«Si» disse Ron, lo sguardo remoto. «Sì, mille galeoni...» 
«Fossi in voi cambierei idea» dissi io intervenendo nella conversazione. «Il denaro non mi sembra un motivo sufficiente per rischiare la vita, o peggio. Se non erro, il giudice imparziale che sceglierá i campioni sará un calice magico secolare difficile da ingannare… e se i presidi non rischierebbero mai la vita degli studenti mettendo intorno al calice incantesimi eccessivamente offensivi, chi puó dire se i creatori del calice siano stati meno magnanimi nel costruirlo aggiungendo incantesimi che portano alla pazzia a chi cerca di fregarlo? Francamente, per come la vedo io, il gioco non vale la candela.- 
Avevo detto quelle parole con la massima semplicitá e questo li aveva lasciati interdetti al punto da non riuscire a rispondermi con rabbia. 
Probabilmente avrebbero desistito a qualunque cosa gli sarebbe venuto in mente, e questo era sufficiente dal momento che era proprio quello il mio scopo. 
Non mi andava di avere qualcuno sulla coscienza se potevo evitarlo. 
Rimanemmo a fissarci in silenzio per qualche minuto, e mi resi conto di aver attirato anche molti sguardi da parte degli insegnanti con quel mio discorso, quando finalmente qualcuno si schiarí la voce spezzando il momento di tensione che si era venuto a creare. 
«Andiamo» disse Hermione, «saremo gli ultimi se non ci muoviamo». 
Iniziammo ad incamminarci tutti verso le scale, e nel frattempo che i ragazzi avevano ripreso a discutere del torneo Elizabeth mi si avvicinó appena in tempo per trattenermi dal calpestare un gradino truccato. 
«Devi stare attento. Alcuni gradini sono truccati e scompaiono appena metti un piede sopra. Di solito si tratta degli ultimi due o tre quindi fossi in te li salterei per ogni evenienza, nel caso fossi solo.» mi spiegó, ed io la ringraziai appuntandomi mentalmente di utilizzare una runa per vedere i malocchi sulle scale alla prima occasione. 
Salimmo fino all'ingresso della Torre di Grifondoro, che era nascosta dietro un grande ritratto di una signora grassa vestita di seta rosa. 
«Parola d'ordine?» disse lei al loro arrivo. 
«Guazzabuglio» disse George, «me l'ha detta un Prefetto giù di sotto». 
Il ritratto si apri come una porta rivelando un'apertura nel muro, che attraversammo tutti. 
Un fuoco scoppiettante riscaldava la sala comune circolare, piena di tavoli e poltrone soffici. 
Era stupenda, ma non ebbi nemmeno il tempo di godermela che Hermione ed Elizabeth diedero a tutti la buonanotte e sparirono nel corridoio a destra. 
I gemelli sparirono in quello a sinistra, e dopo un poco li seguimmo anche io e Ron. 
Mi spiegó che alle scale che portavano al dormitorio delle ragazze era applicato un incantesimo che non consentiva ai ragazzi di accedervi, e che quindi era meglio se non sbagliavo corridoio nel tornare al dormitorio. 
Ci fermammo davanti ad una porta che recava la scritta 'Quarto Anno' con sotto i nomi degli occupanti: Ron Weasley, Neville Paciock, Dean Thomas, Seamus Finnigan e Harry Evans. 
Appena entrato vidi che vi erano cinque letti a baldacchino con tende di un intenso rosso cremisi disposti lungo le pareti, ciascuno con il baule del proprietario ai piedi. 
Gli altri tre ragazzi erano già pronti per dormire, ma nonostante questo si presentarono e mi fecero sentire il benvenuto offrendomi delle gelatine tutti gusti +1. 
Decisi che avrei scritto l'indomani a mio padre, quindi infilai il pigiama e mi misi letto. Qualcuno - un elfo domestico, senza dubbio - aveva sistemato degli scaldini tra le lenzuola, ed era molto piacevole, star li distesi sotto le coperte ad ascoltare la tempesta che infuriava di fuori. 
Il giorno seguente sarebbe stato il mio primo giorno di lezioni ad Hogwarts, e non sapevo davvero cosa aspettarmi, anche se non ero preoccupato. 
Mi ero giá informato sugli orari ed avevo scoperto che la colazione iniziava dalle sette e le lezioni alle nove del mattino. 
Considerato che la mia sveglia era alle cinque per gli allenamenti, avrei avuto tutto il tempo di trovare quella famosa Stanza delle Necessitá di cui mi aveva tanto parlato mio padre, fare il mio allenamento mattutino e iniziare a leggermi i libri di testo, giusto per avere qualche idea di cosa avremmo affrontato il primo giorno di lezioni, e poi recarmi in Sala Grande per la colazione. 
In particolare mi incuriosivano le lezioni di Alastor Moody. 
Era noto per la sua imprevedibilitá, quindi dubitavo sarebbe stato fedele ai normali programmi di studio. 
Forse, se mi giocavo bene le mie carte, sarei riuscito a convincerlo a battersi con me… 
Sarebbe stato fantastico. 

 

XXXXXXXXXXXXXXX

 

Salve a tutti e buon giorno di festa.
Allora, che dire, Harry è arrivato ad Hogwarts e già ha dimostrato di saperne di più dei suoi compagni. Naturalmente gran parte del capitolo è tratto dal libro, e preferisco ripeterlo una volta in più che in meno visto che l’ultima volta ho avuto dei casini che gradirei non ripetere… 
Ritornando al capitolo... Harry sa di essere un Potter, e sa che la sua cicatrice è stata creata da Voldemort.
NON sa ancora che Elizabeth è sua sorella dal momento che 1) Non sa che fa di cognome Potter 2)Insomma chi di voi da maschio sarebbe in grado di riconoscere una sorella gemella avendola vista solo in foto all’età di un anno? Lo scoprirà presto, comunque, non temete.
Beh, non so che altro dire, se non grazie per l’attenzione a queste note post capitolo.
Baci,
Mary Evans

  
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