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Autore: Switch    26/04/2017    5 recensioni
Terza storia della serie Heart's mutation, dopo SITR e JTWYA. TMNT 2003
Isabel e Raphael vivono il loro idillio, circondati dall'affetto della famiglia, ma non tutto va sempre liscio.
Tra tornei, battaglie, misteri che si infittiscono e si accumulano, la relazione crescerà o si romperà. E poi, un mistero potrebbe portare a nuove conoscenze, a capirsi meglio.
E un sacrificio non è sempre solo dolore.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
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Era Isabel.

Le sue mani, il suo viso, il suo corpo.
Era Isabel.
La guardavano, confusi ed emozionati, ma era Isabel. Era vera, era reale.
Don si chinò a toccarla, le prese il polso per controllare il battito, beccandosi solo una lieve occhiata apprensiva da Raph, che la strinse più forte.

Si chiedevano come fosse possibile.
A nemmeno cento metri c'era la sua tomba.
E il corpo che riposava all'interno era Isabel.
Lo avevano stretto, pianto, lavato, vestito, pettinato: Donatello lo aveva esaminato minuziosamente per capire se i traumi e le ferite coincidessero con le cause della morte.

Il corpo nella bara accanto a loro era reale quanto la Isabel che c'era lì in quel momento. E lei aveva sempre detto che non c'era metodo, magico o meno, per riportare in vita i morti.
Perciò, qual era la verità?
Qual era quella vera?
Se lo stavano chiedendo tutti, tranne Raphael probabilmente, a cui non importava nulla del perché o del come. E proprio per fugare ogni dubbio, mentre aspettavano che quella Isabel riprendesse conoscenza, si diressero tutti senza una parola verso la lapide, al limitare del bosco.

Fu facile scalzare la lastra già scheggiata, gettando i frammenti lontano nella smania di scoprire; fu molto meno semplice scavare, la terra era arida e compatta, perciò si diedero il turno, alla luce dei fari del furgone, mentre la notte continuava a scorrere.
La pala toccò infine la superficie della bara con un tocco sordo e Leonardo si fermò; guardò i suoi fratelli, poi si chinò per scoprire con le mani la bara.
Ormai erano arrivati. E non erano certi di voler sapere davvero cosa ci fosse dentro.

Il leader si fece forza e, aiutandosi con la punta della pala, forzò il coperchio, prima piano, poi con decisione una volta sicuro di averlo infilzato: non si sentì nessun altro rumore se non il cigolio del legno divelto e il tonfo quando ricadde.
Leonardo lasciò andare la pala e sollevò il coperchio, svelando il suo interno: sui cuscini di raso bianco non c'era niente. Erano intonsi come se non ci fosse mai stato niente.
Solo il vestito con cui l'avevano seppellita, mollemente appoggiato, vuoto, spettrale.
Rimasero a fissarlo in silenzio, mentre Raph, alla sola vista del vestito, strinse più forte Isabel tra le braccia.

Un corpo non può sparire nel nulla e non si può ritornare in vita, quindi davvero non so cosa stia succedendo” mormorò Donatello confuso.

Prima che potessero provare a parlarne, a fare teorie, o a svegliare la dormiente, una frenata improvvisa li avvertì dell'arrivo di qualcuno: rimasero in allerta per capire se dovessero nascondersi, ma poi la voce di Steve spezzò la tensione.
Caspita se guidi male, Casey!”
I loro amici umani circumnavigarono la casa e raggiunsero il retro, trovandoli ancora immobili attorno alla bara scoperchiata: dopo il primo attimo di paura e smarrimento, notarono il corpo stretto tra le braccia di Raphael, intonso, troppo sano per essere vero.

April portò le mani alla bocca. “È... Isabel?” domandò con voce spezzata, i grandi occhi verdi velati di lacrime.
Sembrava volesse gettarsi in avanti e abbracciarla e sincerarsi che fosse lei, che fosse viva e vera, ma lo sguardo spiritato e ossessivo di Raphael, incollato al viso di Isabel, la fece desistere: rimase in piedi accanto al marito, in silenzio, ad osservarli.
Così come fecero gli altri, benché le domande che saltavano alla mente fossero tante, fossero soffocanti.
La tomba era vuota, Isabel era viva, una porzione del bosco era distrutta e nessuno sapeva che dovesse succedere ancora, se fosse tutto lì, se avrebbero mai scoperto la verità.

I bambini?” domandò Leonardo in direzione dei Jones, forse solo per spezzare quell'insopportabile silenzio.
Da mia madre” disse Casey, piano. “Quando abbiamo ricevuto il messaggio di Don le abbiamo chiesto di controllarli e siamo passati a prendere Steve e Angel. Ci è sembrato che fosse urgente e, beh, sembra che avessimo ragione.”
Poi di nuovo, si ammutolirono.
La notte era sempre più scura, c'era una sottile folata di vento che li sfiorava, e tutto sembrava così irreale, sembravano finiti tutti in un sogno così vivido e grottesco, dal quale non sapevano come uscire.

Dovremmo svegliarla” suggerì Donatello alla fine, guardando Raphael.
Il fratello ricambiò lo sguardo, spaventato ed emozionato, in uno scontro interno tra le sue paure e i suoi desideri, ma senza lasciare mai la presa.
Isabel dormiva ancora, ed era strano, con tutta la confusione che c'era stata e che c'era ancora.
C'era una certa rigidità nel suo viso, che non convinceva Donatello.

Sembra come in stasi” disse ad alta voce, mentre ragionava tra sé e sé. “Penso che fosse in uno stato di incoscienza forzato, come un coma.”
Allungò una mano verso il suo viso.

Le do un piccolo pizzico, ok?” domandò piano verso Raph, solo perché non desse di matto.

L'altro occhieggiò per un secondo le sue dita sulla guancia di Isabel, sembrò rifletterci su un attimo, poi annuì lentamente.
Donatello strinse appena e lasciò andare che la pelle non si era nemmeno ancora arrossata.
Le palpebre di Isabel si contrassero, infastidite. Le sopracciglia si arcuarono e le ciglia sfarfallarono una volta, una frazione di secondo, richiudendosi in fretta.
Il corpo si mosse appena, ma Raphael non lo lasciò andare.

Col magone, stettero tutti in silenzio, ad osservare gli occhi aprirsi con fatica.
Castani, vivi, caldi come li ricordavano.
Guardarono su di sé, confusi, nella notte scura e piena di stelle e quelle si rifletterono nelle loro profondità e Isabel era notte, dallo stesso potere misterioso.
Poi, gli occhi incontrarono lo sguardo di Raphael e si fermarono.
Isabel si stupì e nella confusione della sua mente sembrava cercare qualcosa, forse un ricordo: sorpresa e poi emozione affiorarono; sorrise, pianse, e gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte, sempre più forte.
Il suo esile corpo era scosso da singulti, ma non udirono un lamento.

Raphael assorbì il suo calore e qualcosa di duro e crudo si sciolse a poco a poco dal suo cuore. Era avvolgente, era confortante, spazzava via ogni cosa.
Si mangiava via il suo dolore, tutte le sue paure, tutta la disperazione che l'aveva riempito, tutta la rabbia. Tutto quello che gli rimaneva era l'amore.
L'amore di Isabel caldo e benefico, che lo faceva sentire vivo, per cui valeva la pena vivere.
Non esisteva più nient'altro, non il passato, nemmeno il futuro, niente era più importante che quel momento.
Si strinsero con così tanta foga da sembrare volersi fondere una nell'altro, con così tanta disperazione, con così tanto amore; le dita artigliavano, le mani premevano, le braccia avvolgevano. Fiati caldi che si mescolavano, lacrime che purificavano, cuori che battevano all'unisono nel dolore misto a gioia, in un abbraccio infinito.
Gli altri, commossi e confusi, stettero lì ad osservare, incapaci di interrompere.

Raphael piangeva e il suo corpo assecondava i suoi tremori, ogni tanto un singulto lasciava le sue labbra; le lacrime di Isabel gli bagnavano la pelle, il fiato caldo lo solleticava, ma non la sentì emettere un suono.
Si accorse allora che le labbra di lei, poggiate contro il suo collo, si muovevano senza freno, come a mormorare qualcosa in mezzo al pianto.
Solo dopo qualche istante capì che stava pronunciando il suo nome, Raffaello, come una nenia infinita. Una nenia muta.
La allontanò da sé, e non era mai stato così doloroso, e la guardò in viso.
Lei si accorse del suo occhio ferito e con un grido senza suono si gettò su di lui, riempiendo il suo viso di baci, inumidendolo ancora di più. Ma non accadde nulla.

Non hai i tuoi poteri” indovinò Raphael, quando lei prese a piangere più forte al vedere la cicatrice solcargli ancora l'occhio. “E non hai più la voce.”

Isabel si mise di fronte a lui e annuì, il volto solcato di lacrime. Con un gesto rabbioso afferrò il pesante collare d'oro che le cingeva il collo e provò a tirarlo via, incidendo con forza la pelle.
Solo in quel momento fecero caso al monile e agli altri che portava: due erano alle caviglie, uno al polso sinistro e uno al collo, tutti lucidi e smussati, scintillanti e pesanti.

Sono sigilli?” indovinò Donatello, allungando una mano per toccare il bracciale al polso.
Isabel si voltò al suono della sua voce e sembrò accorgersi solo in quell'istante della sua presenza: i suoi occhi osservarono l'amico e quasi fratello con dolcezza mentre annuiva, poi si girarono a guardarsi attorno e incontrò lo sguardo degli altri, e sorrise tra le lacrime al vederli tutti lì, attorno a sé.

Si sporse per prendere la mano di Don, poi lo abbracciò e una volta lasciatolo andare, allargò le braccia verso loro, tutti loro, e quando ci si fiondarono lei li strinse con tenerezza eppure forza, singhiozzando e ridendo; April e Steve piansero, Angel provò a non farlo, ma i lucciconi agli occhi la tradirono, Casey sorrideva troppo per non cedere anche lui e Mikey la abbracciò due volte; il sensei la strinse con una dolcezza che sapeva di casa, che alimentò quel suo dolore, che la fece singhiozzare più forte.
Infine, tornò tra le braccia di Raphael e lo cinse stretta, perché quello era il suo posto, perché solo lì si sentiva tranquilla; aveva bisogno di quel contatto quanto lui, il sapere che c'era, l'averlo con sé e non perderlo ancora.

Cosa è successo? Noi ti abbiamo seppellita” domandò d'un tratto Donatello, quando gli sembrò che il silenzio fosse diventato ormai insopportabile.
Isabel sembrava impazzire tra il desiderio di parlare, di dire tutto velocemente e l'afonia che sembrava soffocarla: il suo viso esprimeva rabbia e frustrazione e impazienza.
Scosse la testa con forza, negando e negando ancora. Si batté la mano sul petto, indicò la tomba e negò ancora più forte.

Quella non eri tu” decifrò Michelangelo, allenato a quel genere di comunicazione dai trascorsi con Mork.
Isabel sembrò sollevata e gli sorrise, di gratitudine. Poi si voltò verso Raphael e il suo sguardo trasmetteva contrizione, una muta scusa, per il dolore che sapeva avergli inferto.

Mostrò loro i sigilli agli arti e al collo e unì i polsi come se avesse delle manette.
Sei stata tenuta prigioniera.”
Un nuovo cenno di assenso. Si muoveva a scatti dal nervosismo, dalla smania di spiegare, per tutte le cose da dire. E la pena di cosa avesse dovuto provare li colpì con violenza. Già una volta era stata imprigionata, e anche torturata. Controllarono che non avesse ferite o contusioni, ma a parte la sua aria allucinata e confusa sembrava stare bene, almeno fisicamente.

Chi è stato?” incalzò Leo, seppur con gentilezza.
Isabel si bloccò, tutto il suo corpo sembrava come pietrificato e la bocca si schiuse, ma non uscì ancora un suono.
Iniziò a tremare, gli occhi spalancati che volevano comunicare, e il fiato sembrò mancarle.
Raphael la strinse all'improvviso, forte.

Basta! Smettila di provarci. Non puoi dirlo, abbiamo capito. Basta.”
Isabel rimase rigida ancora per qualche istante, poi trasse un grande sospiro sofferto e si rilassò gradatamente, come spossata. Artigliò con le dita la terra, la strinse forte nel pugno, lasciandola infine fluire lentamente dal palmo, insieme alla sua frustrazione.

Ma come sei scappata? Come mai sei apparsa qui, dopo che i ciondoli sono spariti?” chiese confuso Michelangelo, che aveva perso il filo ormai.
Isabel riunì i polsi come prima, ma poi sollevò quello destro, cinto dal bracciale con le due tartarughine in pietra che Raphael le aveva regalato per il loro anniversario.
E notarono che non c'era alcun sigillo.

Quindi... uno dei sigilli è caduto e tu sei riuscita a recuperare un po' di magia? E pensiero?” cercò di indovinare Donatello, che sorrise nel vederla annuire in risposta, ma con la testa lievemente inclinata, come a dirgli che era esatto ma non del tutto.

Ma come sei scappata? E cosa c'entravano le creature?”
Hai creato tu i mostri elementali?” esclamò sconvolto Michelangelo.
Isabel scosse la testa e disegnò nella terra nera, con un dito, le forme stilizzate che avevano solcato i ciondoli, i quattro elementi. Indicò il primo, l'acqua, e poi sé stessa.
Leo si chinò e lo osservò, attentamente.

Io ho combattuto contro la creatura d'acqua... era fatta di tristezza e paura” mormorò quasi sottovoce. “Eri tu, vero? Avevi paura?”
Lei lo guardò profondamente, gli occhi lucidi, e si portò una mano sul cuore con riconoscenza, iniziando poi a gesticolare freneticamente, a fare segni con le mani.

Il non poter comunicare a parole era un ostacolo non indifferente, non potevano semplicemente ascoltare tutto ciò che era successo, avrebbero dovuto indovinare. Perciò Don iniziò a pensare profondamente, cercando i collegamenti che fino a quel momento non era riuscito a vedere. Sigillo, magia, paura. I mostri, i loro poteri, i modi in cui li avevano sconfitti... tutto sembrava avere senso.
Quindi, fammi provare a indovinare, hai cercato di comunicare con noi, ma le tue emozioni senza controllo hanno preso il sopravvento sui tuoi poteri mentre eri incosciente e hanno formato delle creature?”
Isabel lo guardò con gratitudine e anche un pizzico di attesa. Sembrava un gioco a metà tra il mimo e l'indovinello, e ormai tutti sentivano di poter contribuire alla risoluzione di quel mistero.

Ok, e la creatura d'acqua è venuta da noi per chiedere aiuto?” incalzò Michelangelo, che iniziava a prenderci gusto.
Isabel rispose affermativamente con un gesto.

Quando Leo è entrato in contatto col nucleo, ha aiutato il disperdersi di quei sentimenti. E senza la paura è subentrata la rabbia” continuò Donatello.
Raphael attirò l'attenzione di Isabel.

Io ho sentito la tua rabbia” le disse, semplicemente.
Isabel tese una mano, sfiorò la sua guancia delicatamente e poi la cicatrice sul suo occhio, che non poteva curare. Poi la poggiò sul petto di lui, indicando quindi il suo, il viso trasfigurato di dolore.

Tu hai visto quello che il mostro di fuoco mi ha fatto rivivere?” chiese piano lui, ma già certo prima ancora che lei annuisse.
Era stato un legame momentaneo, una fugace connessione, alle parole di Leo: “Isabel è morta”. In quel momento qualcosa nel suo subconscio si era svegliato, legandosi alla coscienza dell'elementale, e aveva guardato nel cuore di Raphael, aveva scoperto perché loro non la stessero cercando, cosa i suoi rapitori avessero inscenato per ingannarli.
E allo stesso tempo, aveva sentito la sensazione di libertà, lieve, quando Raphael aveva saziato il nucleo della creatura, lasciando andare la sua rabbia, e le sue catene si erano di poco allentate.

Da quel momento, una piccola parte di sé era rimasta perennemente cosciente, mentre il resto continuava nella stasi, e una scintilla di speranza si era accesa nel suo cuore.
Si abbracciarono forte, prima che la voce di Mikey li interrompesse.

E l'euforia del mostro d'aria?” domandò innocentemente, non trovando nessun motivo perché lei dovesse essere stata felice nella prigionia.
Isabel agitò le braccia freneticamente, cercando il modo giusto di comunicare. Puntò un dito verso la tempia, allontanò i polsi violentemente uno dall'altro e poi sorrise.

Penso...” iniziò Donatello incerto, “che voglia dirci che ha sentito i sigilli indebolirsi e che ha capito che poteva liberarsi. Quello era il nucleo della creatura dell'aria.”
E mentre lo diceva, pensò a com'era stata una fortunata coincidenza che proprio Michelangelo fosse entrato in contatto con la creatura che più gli assomigliava, quella col nucleo simile, che avrebbe potuto facilmente assimilare e sconfiggere. Ma poi, dopo qualche istante, capì che non c'era stata nessuna coincidenza, e dalle facce sui visi dei suoi fratelli intuì che anche loro avevano capito: ogni creatura ed ogni elemento era stato associato ad ognuno di loro per un criterio, probabilmente dal subconscio di Isabel; l'acqua, culla del sentimento e dell'empatia, per Leo, che come leader capiva e sosteneva tutti loro; il fuoco, passione e distruzione, come Raph; l'aria, creatività ed euforia, per l'irrefrenabile Mikey; e infine la terra, l'affidabilità e la ragione, per lui, Don.

L'ultima creatura, la terra, sembrava non provare alcuna emozione, ma invece c'era la logica: stavi facendo i tuoi calcoli per scappare, stavi ragionando su come riuscirci” disse a voce alta, piacevolmente sorpreso di esserci infine arrivato, dopo tutti quei mesi in cui niente era sembrato avere senso.
Isabel annuì, felice che loro avessero capito, che quella connessione tra loro, quel capirsi a vicenda, ci fosse ancora nonostante tutto. Se solo avesse potuto dire a Raffaello quanto fosse dispiaciuta di tutto il dolore che ancora una volta aveva dovuto provare a causa sua.

Ma tutto questo, come ti ha aiutata a scappare? Non capisco la quinta creatura, il ciottolo vuoto e il buco nero” esclamò Leonardo, e poco lontano Mikey annuiva ad ogni sua parola, totalmente d'accordo.

Isabel toccò di nuovo i disegni dei quattro simboli e sopra ognuno scrisse il diminutivo dei loro nomi, Leo sopra l'acqua, Raph sopra il fuoco, Mikey sopra l'aria e Don sopra la terra, poi disegnò quattro rette che li congiungevano al centro, dove disegnò un cerchio vuoto e sopra il suo nome. Isa, il vuoto.
E passò e ripassò il dito su quelle linee, le unghie ormai nere di terra, ma capendo la loro confusione lasciò perdere e batté i palmi aperti sul petto di Raphael, accanto a lei, e poi le batté sul suo. E di nuovo tracciò una linea tra il suo elemento e il suo nome fino al centro, fino al cerchio. E indicò i sigilli, ognuno in contemporanea con un simbolo e lo ripeté, maniacalmente, pregando che lo capissero, perché era un concetto difficile da spiegare senza parole.

È come il tuo bacio magico?” domandò Raphael alla fine, prendendole le mani e strofinandole piano, per togliere la terra che le ricopriva.
Lei piegò un poco la testa. Don si intromise.

Ognuno di noi era un elemento e... ti abbiamo dato la nostra energia per forzare la barriera che ti teneva imprigionata. La natura aborra il vuoto, cerca di riempirlo, e l'ultima creatura era sostanzialmente vuoto: quando ci siamo gettati all'interno, abbiamo compiuto l'ultimo passaggio della tua magia e ti abbiamo richiamato, in cambio del potere dei ciondoli legati alla nostra. Ognuno di noi ha allentato un sigillo, giusto?”

Isabel sospirò felice, un sospiro liberatorio, perché avevano capito e detto tutto e quel tempo passato in animazione sospesa, eppure cosciente, a pensare e sperare, adesso non le pareva più così cupo e solitario; loro erano sempre stati con lei, erano stati sempre nei suoi pensieri, erano sempre stati connessi.
Solo loro avrebbero potuto salvarla.

Si voltò verso Raphael, piano, con la paura di leggere nel suo volto rimprovero, biasimo, rabbia, perché seppure non fosse stata colpa sua, capiva che provare quei sentimenti sarebbe stato normale. Ancora una volta l'aveva ferito e ancora una volta l'aveva abbandonato.
Lui la tirò verso di sé, abbracciandola ancora una volta, ma delicatamente, ma dolcemente, e sentì quello che prima la frenesia non le aveva fatto percepire: il battito gentile e accelerato di Raph battere contro il suo petto, il suo respiro profondo che si spezzava a tratti nel trattenere una felicità che non voleva mostrare troppo apertamente, e le labbra che le lasciavano piccoli baci dalla guancia alla testa, teneri, lievi, ma brucianti.

Credevo di averti persa per sempre” sussurrò d'un tratto, nel suo orecchio. Nessun altro doveva averlo sentito. “Grazie, per essere tornata da me.”
Isabel sentì un sorriso premere grato sul suo collo e scoppiò a piangere senza ritegno, e seppure senza voce, le sue lacrime facevano più rumore di qualsiasi altra cosa, quella notte.

Gli altri rimasero per un po' quieti e in disparte e in imbarazzo, senza aver capito che avesse detto o fatto Raph per farla piangere in quel modo, mentre loro due si abbracciavano e stringevano come se non esistessero che loro e quel momento.
Ma sentivano e sapevano che non era tutto finito.
Isabel si ricompose alla fine, anche se gli occhi rossi tradivano tutto il suo dolore e la sua gioia e agitò ancora le mani, per comunicare.
Ma in quel momento non capirono. E vedendo le loro facce confuse lei perse sempre più la pazienza, finché alla fine non iniziò freneticamente a scrivere nella terra, ancora, tre parole.
Verranno a prendermi.

E fu chiaro a tutti che non potevano rilassarsi, non potevano gioire ancora del suo ritorno.
Quando scopriranno che sei scappata, ti cercheranno.”
E mi troveranno, scrisse velocemente Isabel.

Cosa facciamo?”
Devo togliere i sigilli.
Con le mani sporche di terra, Isabel ne afferrò uno e provò di nuovo a tirarlo, ma per quanta forza ci mettesse, non ottenne niente più che un polso gonfio e rosso; la mano di Raphael fermò la sua.

Nessuno ti porterà via” esclamò mortalmente serio.

Lei sembrava spaventata proprio da quello, dal pensiero che loro si intromettessero.
Scosse la testa, frustrata. Loro proprio non capivano.
Sono troppo pericolosi.
Le lettere erano storte e calcate solo per metà, dalla fretta con cui le aveva scritte.

A nessuno sfuggì la continua menzione a quei fantomatici “loro”, i rapitori, delle entità di cui Isabel sembrava avere una smisurata paura.
Lotteremo con te” disse convinto Michelangelo, con un gran sorriso che infondeva fiducia.
E per te” le sussurrò invece seriamente Raphael, incollando lo sguardo al suo.
Se solo avesse potuto dire loro a chi stavano dichiarando guerra.

Nemmeno il tempo di pensarlo e il cielo scuro si rannuvolò, dense e grigie nubi coprirono le stelle e l'attenzione di tutti si concentrò immediatamente lassù: quattro figure fluttuavano, contornate da fulmini.

Isabel strinse forte Raphael, così forte che le unghie penetrarono nella sua carne e prese a tremare, incontrollabile, inconsolabile.




Note:
Salve, buona notte!
Rieccomi, torno sempre, non temete.

Isabel è tornata, ed è davvero Isabel! Non può parlare al momento, né usare la sua magia, perciò spiegarsi non è semplice.
Ma già averla per loro sembra sufficiente. Per Raph di certo.

Ho notato che molti credono che il rapporto tra lui e Isa non possa essere più lo stesso o debbano chiarire e ricostruire, ma dato che non è colpa di Isa, che è stata presa contro la sua volontà, pensate davvero che a Raph importi? Io l'ho immaginato diversamente.

Raph ama Isa e credo che il fatto di averla con sé, quando credeva che non l'avrebbe mai più rivista e stretta, sia più importante.
Però ci tengo davvero a sapere come la vediate e la pensiate voi, un confronto è sempre utile.

Ovviamente la fine è ancora ben lontana: Isa è tornata, è vero, ma non è ancora finita.
Ha quei sigilli e chi l'ha segregata proverà a riprendersela, perciò vi preannuncio lotte e botte.

Vi ringrazio per continuare a seguirmi, per tutta la pazienza. Grazie di cuore.

Un enorme abbraccio

  
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