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Autore: TheSlavicShadow    26/04/2017    3 recensioni
Aveva fatto un errore. Un errore che aveva portato a diverse conseguenze, tra cui il suo allontanamento da Manhattan e dalla vita che aveva condotto fino a quel momento. Un errore che lo aveva portato in una fattoria dimenticata da Dio e dagli uomini nel bel mezzo del North Carolina.
{Superfamily!AU no powers! - Steve/Tony+Peter}
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Peter Parker/Spider-Man, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Safe in my hands'
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Quattro mesi dopo…

 

Aveva salvato l’ultimo progetto su cui stava lavorando, massaggiandosi subito dopo gli occhi e maledicendosi mentalmente per aver passato un’altra notte senza neppure un’ora di sonno. La privazione di sonno era una tortura che lui aveva trasformato in pura arte. Tra caffè e Red Bull, poteva passare in tutta tranquillità 48 ore completamente sveglio e funzionante.

E così aveva fatto anche quella notte.

Si era totalmente immerso nel lavoro in quei ultimi mesi. Ne aveva fatto una ragione di vita, molto peggio di quanto non lo fosse prima. Se prima si dimenticava di avere una vita sociale perché era concentrato a lavorare, ora lavorava proprio per dimenticare tutto il resto. L’ultimo anno era stato peggio di una corsa sulle montagne russe. Tra alti fantastici e bassi davvero catastrofici. E per assurdo non era neppure l’anno peggiore che avesse mai passato.

L’anno della gita in Afghanistan era ancora in prima posizione.

Si era passato una mano tra i capelli controllando l’ora. Presto sarebbe arrivata Natasha e gli avrebbe fatto una paternale con i fiocchi perché non era andato a dormire. Lo aveva lasciato la sera prima intimandogli di andare a letto ad un orario decente, ma non solo non le aveva dato retta, aveva anche messo in modalità silenziosa J.A.R.V.I.S. per tutta la notte. Era così rimasto indisturbato a lavorare su una cosa che assolutamente non era urgente solo per non mettersi a pensare a quanto si sentiva patetico in quel momento della sua vita.

C’erano cose che in quei mesi aveva cercato di dimenticare completamente. Come il pacco che era arrivato da un paio di mesi e che aveva abbandonato in camera propria. C’erano vestiti. Forse qualcos’altro che aveva dimenticato di essersi portato dietro. Ma qualsiasi cosa ci fosse dentro aveva paura di aprirlo perché non aveva il coraggio di affrontare quello che si era lasciato dietro. Aveva paura che una volta aperto quel pacco, i suoi vestiti avrebbero ancora avuto l’odore del detersivo usato da Steve, o che avrebbero portato una ventata di sole e aria fresca. Era una idiozia. Erano chiusi da troppo tempo per poter avere ancora un odore gradevole. Ma ne aveva paura in ogni caso.

Non aveva sentito Steve Rogers mai più.

Peter Parker gli aveva telefonato quella mattina stessa, non vedendoli arrivare per colazione. Aveva sentito delusione nel tono di voce del ragazzo prima che questi interrompesse la chiamata. Lo stesso Peter che poi gli aveva telefonato non appena l’ennesimo scandalo con il suo nome stampato sopra era esploso. Tony Stark beccato in atteggiamenti inappropriati con quattro giovani di cui uno non ancora maggiorenne. Ci era voluto fin troppo tempo per mettere a tacere tutto quanto, e per tutto quel tempo Peter Parker si era tenuto in contatto. Si sentivano quasi ogni giorno su Skype. Tony anche lo aiutava a studiare. Ma non avevano mai parlato di Steve. Tony non aveva mai chiesto nulla e Peter non gli aveva mai detto nulla.

Come del resto non gli aveva mai detto nulla James Barnes quando aveva portato quel pacco dopo essere tornato dai festeggiamenti del 4 luglio, nonché compleanno di Steve. Era entrato nella sua officina e aveva appoggiato il pacco senza aggiungere una parola. Avevano parlato di altro. Del tempo. Delle nozze da organizzare. Del suo braccio che forse aveva bisogno di un controllo. Non una parola su Steve e su come avessero passato la giornata in North Carolina. Avevano parlato di come invece Rhodes avesse boicottato una delle solite parate per passare la giornata con Tony, avevano mangiato, bevuto, giocato coi videogiochi e poi avevano guardato i fuochi d’artificio.

Tony aveva passato tutta la giornata a tormentarsi su cosa fare: telefonare o no a Steve per fargli gli auguri?

Alla fine non lo aveva fatto, anche se la tentazione era rimasta molta. Anche solo mandargli un messaggio. Solo per fargli sapere che lo aveva pensato almeno quel giorno.

La verità era che non aveva mai smesso di pensarlo. Da quando Steve era uscito dal suo appartamento, non aveva mai smesso di pensare a lui, a cosa stesse facendo, a come avesse reagito all’uscita di quelle foto, alla conferenza stampa. Era la prima volta che si sentiva così umiliato dalla stampa, ma almeno questo aveva fatto dimenticare a tutti quel bacio rubato nel parcheggio del MIT. Aveva risparmiato a Steve lo strazio di quello che ne sarebbe conseguito. Di questo era certo, anche se sia Natasha che Rhodes gli avevano detto che era un coglione e che avrebbe dovuto lasciar scegliere a Steve cosa fare. Barnes non si era espresso. Lo aveva guardato qualche volta, aveva poi scosso la testa e sospirato, ma non gli aveva mai detto nulla. E gliene era immensamente grato. Era già abbastanza ascoltare gli altri due che cercavano di fargli capire quanto fosse sbagliato quello che avesse fatto, di come precludersi da soli la felicità fosse una delle cose più stupide che avesse mai fatto.

Lo sapeva bene anche lui quanto fosse stupido, ma in quel momento gli era sembrata l’unica cosa giusta da fare. Pensandoci anche a distanza di mesi, lo avrebbe rifatto. Lo avrebbe rifatto un migliaio di volte se questo voleva dire tenere Steve lontano dalla stampa.

“Signore, sono le 8 di mattina. La signorina Romanoff sta salendo ora nel suo alloggio e le consiglierei di raggiungerla.” La voce di J.A.R.V.I.S. era risuonata nell’officina, proprio come lo aveva programmato per avvertirlo solo in caso in cui fossero le 8 e Natasha stesse arrivando al lavoro. E l’AI l’aveva fatto.

“Grazie, J. Ora vado verso il patibolo.” Si era alzato lentamente dallo sgabello su cui aveva passato le ultime ora e si era stiracchiato. Aveva sentito qualche osso scricchiolare e aveva maledetto l’età che avanzava. Poteva già sentire la paternale di Natasha sul fatto che avesse passato un’altra notte a lavorare. Quella donna aveva preso troppo seriamente il suo lavoro di assistente personale. Era quasi una bambinaia. O così gli aveva detto Rhodes più volte.

Aveva preso l’ascensore che lo avrebbe portato direttamente al proprio attico in qualche secondo. Aveva chiuso gli occhi solo per un attimo, appoggiando la testa contro il freddo metallo dell’ascensore e per un istante aveva pensato che forse avrebbe dovuto darle retta e dormire un po’ di più.

Ma non poteva farlo se ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva Steve. E se dopo tutti quei mesi nulla era cambiato la cosa era più seria del previsto.

Aveva fatto un lungo sospiro quando l’ascensore si era fermato, già pronto a sentire le lamentele di Natasha, ma quando le porte si erano aperte era rimasto fermo, inchiodato sul posto come se lo avessero appena colpito con qualcosa di molto pesante.

“Ciao, Tony.”

Steve Rogers era in piedi accanto ad una delle enormi finestre, baciato dal sole mattutino che stranamente illuminava Manhattan quella mattina, e gli sorrideva. Gli sorrideva come gli aveva sorriso mesi prima, sotto il caldo sole primaverile. Gli sorrideva, e Tony non aveva potuto fare altro che muovere qualche titubante passo nella sua direzione, prima di ritrovarsi tra le braccia dell’uomo che aveva cercato di perdere, ma che lo aveva ritrovato.


{Ecco, questa è la fine che vi dovevo per essere rimasti con me fino alla fine, chi da un anno chi anche solo di recente. Mi scuso ancora per i mesi di ritardo tra alcuni capitoli, ma davvero non avevo voglia di scrivere, e già così la storia è diventata molto diversa da quello che doveva essere all’inizio quando l’ho ideata XD Ma la vita a volte ti fa cambiare anche i pensieri che hai riguardo alle relazioni, e credo che questo si sia anche visto in questa storia.

Non credo abbandonerò del tutto questo verse. Una Spideypool è già stata scritta. Ce ne sarà almeno un’altra. E poi la WinterWidow perché anche loro si meritano un po’ di spazio. E poi, se avete delle richieste su certi momenti della storia, fatele pure! Cercherò di scriverle quanto prima! Intanto ho iniziato una nuova longfic, ma stavolta prima di pubblicarla aspetterò almeno di avere un tot di capitoli pronti XD Vi dico solo che sarà su Terra-3490!

E grazie ancora. Grazie per tutto il sostegno. Grazie per aver letto fino a qui.}
   
 
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