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Autore: With H    26/04/2017    0 recensioni
Sui titoli e le note di alcune canzoni di Jack Savoretti si sviluppa una storia d'amore un po' complicata.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Avevano parlato fino alle cinque del mattino, quando entrambi faticavano a restare con gli occhi aperti; Roberto le aveva rimboccato le coperte e dato un bacio sulla guancia, quasi all'angolo delle labbra, ma lei se n'era accorta appena e, quando lui aveva chiuso la porta per andare sul divano, lei già dormiva.
Dormirono entrambi tre ore, prima che i rumori della casa - e in particolare di Federico e Silvia che si preparavano per raggiungere la casa in montagna - non furono troppo forti da svegliarli nonostante il sonno.
Fecero colazione e poi si prepararono e, al momento dei saluti, la mamma di Roberto e Federico le disse che era stato un vero piacere conoscerla e, rivolgendo uno sguardo malizioso a suo figlio più piccolo, che avrebbe sperato di vederla più spesso.
Quando si avviarono all'auto, Roberto chiese a suo fratello di guidare e cedette il posto davanti a Silvia affinché lui potesse star dietro con Helen.
«Ci vorrà più di un'ora per arrivare alla nostra casa in montagna, hai dormito solo tre ore, se vuoi puoi dormire ancora un po' ora in auto...»
«Anche tu hai dormito solo tre ore.»
«Infatti perché pensi che abbia ceduto la guida a mio fratello?» allungò un braccio sullo schienale e la guardò, Helen era certa che anche se stessero parlando a voce bassa e davanti gli altri stavano parlando a loro volta, Federico li osservasse dallo specchietto retrovisore, però le sembrò così naturale appoggiarsi al petto di Roberto e lasciarsi abbracciare da lui.
Era in un piacevole dormiveglia, cullata dal battito del suo cuore e dal movimento dell'auto «Siete molto carini insieme, lei è fantastica!» a parlare era stata Silvia, ma a Helen la sua voce arrivava lontana «E tu sei incredibilmente preso. In tutto il tempo che ci conosciamo non sono sicura di averti visto guardare Marina con la stessa intensità.»
«E pensa che la frequenta da mezzo anno.» intervenne Federico «Pensa quanto è stupido mio fratello, pensa a quante volte nel corso di tutto questo tempo deve averla guardata così prima di salutarla e tornar da Marina...»
«Non è facile lasciare una persona con cui si è stati tanto tempo, anche se ormai non avevo più niente da dirle, a parte forse di quanto mi stessi innamorando di un'altra ragazza che è totalmente diversa da lei sotto ogni punto di vista. Naturalmente mi pento di non essermi dato una mossa tempo fa perché ora ho perso la fiducia di Helen, ma non posso farci niente.»
«Puoi farle ritrovare la fiducia in te, in fondo anche lei è molto presa.»
«Te l'ha detto lei?»
Helen avrebbe voluto sorridere, ma non era nemmeno certa che quella conversazione non stesse avvenendo solo nella sua testa.
«No, anzi è molto brava ad evitare con eleganza ogni argomento riferito a te. Ma è abbastanza chiaro anche senza che me l'abbia detto, guarda questa foto.»
Sentì il braccio libero di Roberto tendersi leggermente e il suo cuore accelerare un po', in qualche modo percepiva anche che stava sorridendo, ma aprire gli occhi le sembrava troppo faticoso e gli avrebbe chiesto di mostrargliela più tardi.
«Passamela, per favore... E adesso io dormirei un pochino, se non vi dispiace. Fate come se non ci fossimo.»
«Anche voi!» ironizzò Federico mentre Roberto stringeva Helen a sé con entrambe le braccia e posava delicatamente la testa sulla sua.
Le sembrava passato pochissimo tempo prima che Federico dicesse "svegliatevi piccioncini", Roberto sospirò e le diede un leggero bacio sulla fronte e buttò le sue gambe lunghe fuori dallo sportello aperto per poi sgranchirsi come un gatto; probabilmente una persona alta come lui non avrebbe mai dovuto stare nei sedili posteriori e trovò carino pensare che l'avesse fatto anche per lei.
La casa assomigliava ad una baita in montagna, di quelle dei film, era piccola anche se a due piani di cui il piano terra era riempito da un grande salone con angolo cottura e camino e il piano di sopra da quattro piccole camere da letto ed un bagno.
Federico e Silvia erano andati a fare una passeggiata, lasciandoli da soli ed imbarazzati, Helen detestava sentirsi in quel modo con lui con cui si era sempre sentita tranquilla e a suo agio; alla fine Roberto aveva optato per portarla a vedere un posto che riteneva bello, parcheggiarono l'auto e poi proseguirono a piedi verso un percorso contornato da alberi alti.
«Mi fai vedere la foto che ti ha passato Silvia?» gli chiese mentre camminavano.
Inarcò un sopracciglio, divertito «Eri sveglia?»
«Non proprio, ma sentivo qualcosa.» evitò di rivelargli che aveva sentito anche che era innamorato di lei e che, secondo Silvia, lei ricambiasse.
«Ah ecco perché non russavi!» la prese in giro.
«Io non russo e comunque tu non hai mai dormito con me per saperlo...»
Ridacchiò «Quando sono venuto a svegliarti, stamattina, russavi come un orso... Ed avevi anche la bavetta.»
Helen si accostò a lui che camminava con le mani nelle tasche e gli diede un affettuoso schiaffo sul braccio che lo fece ridere e gli fece brillare gli occhi «Scemo!»
Aveva sempre pensato che lui avesse un sorriso bellissimo, con i denti dritti e bianchi che affioravano dalle labbra sottili contornate de una leggera barba che ricopriva accuratamente parte del viso e poi gli si formavano quelle adorabili fossette sulle guance che lei trovava sexy e che spesso aveva baciato. Roberto tirò il cellulare dalla tasca dei jeans e così facendo scoprì leggermente la cintura che gli aveva regalato lei al compleanno, Helen arrossì ricordando che gliel'aveva data il giorno in cui l'aveva lasciata e che aveva comprato proprio una cintura perché con quella che lui usava di solito, aveva spesso avuto problemi a slacciarla. Ma interruppe i suoi pensieri quando le porse il suo cellulare senza sbloccarlo e lei inarcò un sopracciglio perplessa.
«Hai già avuto il mio cellulare in mano.» esordì «Ti ho lasciato aprire What's App per scrivere dei messaggi mentre io guidavo durante il viaggio di ritorno a Febbraio e conosci la password.»
«Non la ricordo...»
«La ricordi, a meno che, improvvisamente hai dimenticato la mia data di nascita dopo settimane dal tuo compleanno in cui mi hai quasi assillato che per i successivi due mesi avremmo avuto solo tre anni di differenza e non quattro.» ovviamente non l'aveva dimenticata. Compose i numeri e l'iPhone si sbloccò, gli rivolse un'altra occhiata interrogativa «Puoi fare quello che vuoi. Aprire ogni applicazione, ogni conversazione su What's App, ogni messaggio, chiamata, fotografia...»
«Non lo farei mai, questa è violazione della privacy.»
«No, se io ti do il permesso. Voglio che ti fidi di me e dato che tradendo la mia ex con te ti ho dato l'immagine di uno che alla prima occasione tradisce, vorrei che qualsiasi messaggio da parte di una ragazza non fosse per te fonte d'ansia.»
Bloccò di nuovo l'iPhone e glielo restituì scuotendo la testa «Sono quasi certa che lei controllasse il tuo cellulare e probabilmente anche i tuoi Social, l'hai definita più volte una prigione e io non voglio assolutamente essere così, anche perché se lei non ha mai scoperto di me, sappiamo entrambi che è perché tu sei bravissimo a nascondere, avrai cancellato i miei messaggi, ogni foto, qualsiasi cosa potesse crearle anche il più piccolo sospetto. Inoltre non staremo mai sempre insieme ed esattamente come è successo con lei, potresti liberamente tradire anche me e io potrei non scoprirlo mai. Per cui non voglio leggere quante ragazze ti scrivono messaggi provocanti, ti telefonano o quante ragazze incontri per lavoro o per altro. Non voglio dover indagare ed avere sempre il cuore in gola perché potrebbe esserci una Helen migliore. Voglio una relazione seria, basata sulla sincerità e soprattutto sulla promessa che se dovessi sentire il bisogno di tradirmi, mi lascerai e basta. Perché se inizi a provare attrazione per altre ragazze, significa che non provi più niente per me... che non proveresti...» non voleva dare per scontato che lui provasse qualcosa di serio per lei è fosse disposto ad avere una relazione sincera come lei gli stava chiedendo «E allora sarebbe inutile continuare la nostra eventuale storia, perché entrambi potremmo perdere qualcosa di migliore... Ma non voglio essere un'oppressione, un vincolo o un peso, vorrei essere la persona con cui hai voglia di parlare, di ridere, di passare del tempo insieme...»
«E lo sei, Helen! Non ho lasciato Marina solo perché ero stanco, per poi allontanare anche te e ricercarti dopo un mese provando a fare di tutto per riaverti per poi non impegnarmi seriamente in una relazione che invece voglio con tutto me stesso.» si fermò e per un attimo Helen pensò che l’avesse fatto solo perché così riuscisse a guardarla bene negli occhi, poi si rese conto che da dove si trovavano, riuscivano a vedere quasi nella sua interessa un lago ad alcuni chilometri sotto di loro la cui forma vista da quella angolazione sembrava un cuore.
Aprì la bocca ma non le uscì nessuna parola, Roberto non si era mai dimostrato molto romantico, anzi la prendeva in giro quando le piaceva una canzone troppo melensa. Osservò il lago davanti a loro e poi tornò a guardare lui «Vuoi con tutto te stesso una relazione con me?» mormorò incredula.
Le rivolse uno sguardo abbastanza sconvolto «Helen…» ribadì esasperato.
«No, aspetta…» lo interruppe, dal giorno precedente non aveva fatto altro che ripeterle che lei gli era mancata, che era importante per lui, che voleva riprovarci, ma non era mai stato così schietto, non aveva parlato di avere una relazione e che la volesse addirittura con tutto se stesso. Non si era resa conto di quanto avesse sperato che lui volesse ricominciare non solo a frequentarla ma anche ad avere una vera storia «Nonostante sia appena finita con la tua ex e sia finita così male? Nonostante conosci i miei difetti e tutto quello su cui non ho intenzione di trovare un compromesso?»
«Non conosco tutti i tuoi difetti e tu non conosci i miei perché anche se ci conosciamo da un anno e per sei mesi siamo stati amanti, non ci siamo concessi il tempo necessario per conoscere molte cose l’uno dell’altra. Io non l’ho concesso. Ma ora voglio stare con te e voglio sapere o dirti tutto quello che in questi mesi pensavo fosse meglio non sapere per non coinvolgerci troppo. Quindi sì Helen, voglio impegnarmi in una relazione seria e sincera con te, se me lo permetti.»
Si chiese per quale motivo non avesse ancora allungato le braccia verso di lui e baciato, si sentiva preoccupata ma provò a sorridere «Non correremo, vero?»
«Se con questa frase mi stai chiedendo di rinunciare al sesso, vorrei almeno ricordarti che abbiamo già fatto tutto quello che c’era da fare prima di avere una relazione e sarebbe veramente crudele torturarmi così, ma se è questo l’unico modo.»
Sentì le guance sollevarsi e scoppiò a ridere prima di riuscire a controllarsi, provò una sensazione di calore come se avesse fatto una doccia calda dopo aver passato molto tempo sotto la pioggia «Sempre a pensare al sesso, Mr. Saiano.» ironizzò avvicinandosi a lui che trattenne il respiro guardandolo quando infilò le dita nei due passanti frontali dei suoi jeans «Non era quello che intendevo…»
Improvvisamente il respiro di Roberto accelerò impercettibilmente ed Helen si rese conto che anche lui era agitato, era una novità «E allora cosa intendi?» 
Fece salire piano le mani lungo il suo corpo che conosceva così bene, avvertiva la sua tensione, gli accarezzò il viso e poi passò una mano dietro la sua nuca, si alzò sulle punte e lo attirò con dolcezza a sé. Rimase sorpreso solo per un secondo, poi l’avvolse con le braccia ricambiando finalmente il bacio.
Fu un bacio disperato quasi quanto quello che le aveva dato il giorno prima a casa sua, ma entrambi lo volevano in quel momento e si stringevano come se potessero colmare ogni centimetro di distanza tra di loro. Roberto poi fece scendere le braccia sulla sua schiena provocandole i brividi anche se era chiaro che non avesse un fine malizioso, l’avvolse con entrambe le braccia ed Helen percepì i muscoli irrigidirsi, poi si ritrovò sollevata da terra e allora smise di baciarlo emettendo un verso sorpreso.
«Roby!» mormorò senza fiato mentre lui la guardava divertito, gli occhi che gli brillavano «Ti fai male, sono pesante!»
Scosse la testa, l’espressione dei bambini quando sanno che non dovrebbero fare quello che stanno facendo ma lo fanno comunque «Baciami.»
Più tardi stese la sua giacca sul prato e fece stendere Helen su di essa e, dopo averla guardata per qualche secondo, si stese accanto a lei nel poco spazio che quell’indumento lasciasse ad entrambi.
«Mi hai baciato.» mormorò guardandola.
Helen ridacchiò accarezzandogli i capelli arruffati «Non è la prima volta che ti bacio…»
«Iniziavo a credere che non l’avresti più fatto.»
«Era come ricordavi?» lo provocò lei, vide una fiamma accendersi negli occhi scuri di Roberto e cercò di ignorare il formicolio che le correva lungo la schiena.
«Era meglio!» esclamò rotolando su di lei e puntellandosi sugli avambracci per non gravare completamente col suo peso su di lei «Però vorrei esserne sicuro, potresti riprovare?»

   
 
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