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Autore: Anna_Art    26/04/2017    2 recensioni
Alastair è un ragazzo con poteri "speciali", fin dalla nascita. Il suo essere diverso dagli altri lo fa sentire un po' solo, ma non completamente. Perché un giorno non si aspetterà mai di incontrare qualcuno che cambierà ciò che sente nel cuore riguardo le sue doti soprannaturali.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6
 

Arrivato davanti alla porta di casa: “Adesso ti devo salutare Eiron, sono arrivato a casa. Pranzo e poi nel pomeriggio vengo da te, va bene?”

“Certo, a più tardi”.

Portando il ciondolo nella tasca dei miei jeans, aprii la porta di casa con le chiavi. Entrando richiudendo la porta: “Sono tornato!”

Nella casa non arrivava nessuna risposta, come mai? Togliendomi la giacca e appendendola sull’appendi abiti, riflettei a voce alta: “Ah, vero. Come fanno a rispondermi se sono tutti a lavoro?”

I miei genitori sarebbero tornati più tardi, come anche Zack del resto. Non mi rimaneva che andare in cucina a pranzare, anche se ero da solo non mi dispiaceva.

Entrato nella stanza mi andò subito all’occhio un foglietto poggiato vicino a due piatti ben coperti, che diceva: “Tesoro ti ho preparato il pranzo per quando torni. Mangia tutto e buon appetito. A più tardi… La mamma”.

Lei aveva sempre dei gesti gentili nei miei confronti, come quelli di una mamma che amava i proprio figli d’altronde. Parlando della mia famiglia, erano persone semplici. Mio padre, era sempre stato presente nella mia vita, fin da quando sono entrato in questa casa. Lavorava presso un grande supermercato alimentare e lo gestiva molto bene. Lui mi aveva sempre detto che amava il suo lavoro e che la cosa importante per lui era dare il meglio ai suoi dipendenti e anche ai clienti che andavano a comprare da lui.

Mia madre invece, aveva un negozio d’abbigliamento tutto suo, aveva sempre amato i vestiti e le tante mode che esistevano al mondo. Lei era una donna dolce e molto comprensiva, anche se in alcuni momenti poteva sembrare debole, in realtà dentro di lei si celava una forza d’animo mai vista prima. Soprattutto quando si trattava di proteggere noi.

Zack invece, come si poteva spiegare. Era un tipo al quanto divertente e sempre con il sorriso sulle labbra. Ma non era per niente stupido, anzi, anche lui, come la mamma, quando gli si toccavano le cose a cui lui teneva particolarmente si arrabbiava e provava a difenderle con tutte le sue forze. Come era accaduto qualche volta con me quando ero bambino, appena vedeva qualcuno della mia età criticarmi o prendermi in giro, anche solo per delle sciocchezze, mio fratello era sempre pronto a difendermi, con modi gentili, senza uscire fuori di testa naturalmente. A lui ero sempre stato molto legato particolarmente, come non potevo esserlo? Quando si era presentato all’orfanotrofio insieme a mamma e papà, provò subito a fare amicizia con me e a capire il mio carattere. Già dalla prima volta che lui giocò con me, riuscii a fidarmi subito di lui. Forse perché ero semplicemente felice di avere un fratello? No, non era solo per quello e perché Zack era sempre stato capace di farmi sorridere e stare bene. Tra noi c’erano stati dei piccoli momenti di distacco, ma niente di particolare, come era accaduta con la storia di Eiron, anche se entrambi non ci parlavamo come prima provavamo ugualmente un forte legame fraterno, nell’aiutarci nel momento del bisogno e passare dei momenti felici insieme. Era stato anche per causa mia se Zack si era distaccato leggermente da me. Ora che ci pensavo lui aveva sempre provato a chiedermi qualcosa su dove andassi, prima che scattasse il litigio. Ma io ero stato così stupido da non rivelare niente, in quel modo non avevo fatto altro che distaccarmi sempre di più da lui, fino al giorno in cui non ci scambiavamo quasi più una parola.

Parlare aveva risolto tutto per fortuna e di questo ero felice di poter contare di nuovo su qualcuno di importante come mio fratello.

Dopo aver poggiato la borsa sulla sedia in cucina, mi lavai le mani per poter mettere qualcosa sotto i denti.

Seduto a tavola, vidi con piacere che nel piatto che mia mamma aveva poggiato sul tavolo accuratamente, c’era la pasta con il sugo di noci che mi piaceva tanto. Prendendo in mano la forchetta inizia a mangiare con molta calma quella pietanza, in completo silenzio. L’unico suono che sentivo era quello degli uccellini fuori dalla finestra che cinguettavano sugli alberi. Anche se ero da solo in casa non mi dispiaceva, potevo stare comunque tranquillo a rilassarmi un po’.

Finito di mangiare, sparecchiai la tavola per poi lavare i patti. In seguito mi diressi verso il salotto per guardare un po’ di televisione. Avvicinandomi al divano mi sedetti comodamente, afferrando il telecomando in mano accendendo così la tv. Girando vari canali, vidi con noia che non stavano trasmettendo niente di particolare. Allora mi fermai al canale dei cartoni animati, dove stava facendo qualcosa che non avevo mai visto, ma poteva essere interessante. Di certo meglio di quei noiosissimi telefilm.

Distendendomi guardai lo schermo cercando di dare un filo conduttore a quel cartone. Ma non riuscii molto a capirci, non avendolo mai visto l’inizio o degli episodi precedenti. Non dando molta considerazioni alla televisione, presi dalla mia tasca il ciondolo a goccia e guardandolo con attenzione vidi una piccola luce rossa provenire dal centro. Perché quella luce rossa? Era la prima volta che la vedevo.

Per la preoccupazione tentai di contattare Eiron: “Eiron, mi senti?”

“Sì. Cosa succede Alastair?” Mi domandò.

“Scusami e che ora sul ciondolo è apparsa una piccola lucina rossa al centro, ma non si vede molto. Tu stai bene?”

“Io sto bene, stavo schiacciando un pisolino”. Mi disse apertamente.

“Ah, scusami ti ho disturbato? E che volevo sapere cosa significasse quella lucina è la prima volta che la vedo”.

“Non mi hai disturbato, non stavo ancora dormendo. Solitamente la luce rossa sta a significare che sono in pericolo. Ma io sto bene, sono tranquillamente disteso nella mia tana per riposarmi”.

“Allora perché si è accesa quella lucina?”

Eiron prima di rispondere ci mise un po’ di tempo: “Non ti so dire. Ma io sto davvero bene, quindi non ti preoccupare”.

“Posso venire lì da te?”

“Meglio che vieni più tardi, ora riposati un po’ anche tu”.

Un po’ rattristito risposi: “Va bene, allora verrò più tardi”.

“Non essere triste, possiamo vederci dopo. Buon riposo”.

“Grazie, anche a te amico mio”. Risposi.

Dopo quelle parole strinsi quel ciondolo nella mia mano intanto che rimanevo disteso sul divano. Quella lucina mi preoccupava un po’, ma sentire Eiron mi aveva rassicurato, almeno sapevo che stava bene. Allora perché il ciondolo si illuminava di quella piccola luce mai vista prima?

Avvolto da quei pensieri mi appisolai su quel comodo divano, senza rendermene molto conto.

 

*** *** ***

 

Al risveglio mi accorsi di quanto avevo dormito, ben due ore. Ancora nessuno era rientrato in casa a quanto pareva. Alzandomi dal divano mettendomi seduto, aprii il palmo della mano vedendo con angoscia che la goccia del mio ciondolo dava una forte luce rossa. Che diamine stava succedendo? Come mai all’improvviso quel bagliore così forte?

Allarmato, mi alzai di colpo correndo verso l’uscita di casa per dirigermi nel bosco. Dovevo subito vedere Eiron, ero in pena per lui, avevo troppa paura che gli fosse accaduto qualcosa. Intanto che mi dirigevo verso la meta del nostro incontro, tentai di comunicare con lui in modo da sapere se stava bene o meno. Ma purtroppo non riuscivo ad allacciare un contatto. Arrivato a qualche metro di distanza al posto dove entrambi ci incontravamo sempre, vidi atterrito una scena al quanto scioccante per me. Eiron era lì, legato da due corde che gli circondavano il collo, entrambe venivano tirate da due esseri strani. Mai visti prima, due creature alte, ricoperte da un mantello completamente nero che non dava a vedere neanche i loro volti. Entrambi erano circondati da un’aura abbaiante, sembrava quasi magia. Dovevo fare subito qualcosa per Eiron, afferrando un robusto ramo mi precipitai verso di lui cercando di far allontanare quei due da lui. Caricai quel bastone su uno dei due che lasciò la presa sulla corda. Appena tentai di colpire anche l’altro, una scarica di elettricità travolse il mio corpo facendomi cadere dolorante a terra. Che diamine era stato? Portando con difficoltà la mia visuale verso la creatura che avevo colpito, vidi con preoccupazione che si era rialzato avvicinandosi sempre di più a me.

Prima di fare qualcosa sentii nuovamente un’altra scossa travolgere il mio corpo, era stata quella creatura a mandarmi quel colpo, allora possedevano veramente poteri magici.

Tentai di sollevarmi prima che lui potesse scatenare nuovamente un suo potere su di me. A quel punto, alzandomi di scatto da terra mi precipitai subito verso Eiron per liberarlo anche dall’altro tizio in nero. Impugnando sempre quel bastone lo colpii o con facilità in pieno volto. In seguito, anche se mi sembrava fosse stato tutto troppo facile, andai vicino a Eiron: “Stai bene? Cosa vogliono da te?”

Il mio amico mi guardò con espressione molto fiacca, cosa gli stava succedendo? Forse gli avevano dato o fatto qualcosa prima che arrivassi da lui. Ma se fosse stato, anche io avrei dovuto sentire qualcosa, invece in quel momento non percepivo niente di negativo a parte le scosse che avevo ricevuto sul corpo. Portando le mie mani sulla corda che cingeva il suo collo, tentai di toglierla. Prima di riuscirci, uno degli uomini in nero tentò di colpirmi nuovamente, ma le sue mosse furono schivate grazie allo scudo che Eiron aveva creato su noi due. Anche se vidi chiaramente che quella protezione era abbastanza debole e quasi al punto di dileguarsi, riuscì comunque a schivare quel potere.

Ancora sotto la sua protezione, cercai di togliergli la corda intanto che cercavo di capire qualcosa sulle sue condizioni di salute: “Va tutto bene Eiron? Ti vedo un po’ giù, cosa ti hanno fatto?”

“Sono solo un po’ stanco a causa dei poteri che ho utilizzato per difendermi. Anche se sono riuscito a colpirli, loro si rialzano senza problemi. Sembrano indistruttibili”.

Stupito risposi: “Ora capisco perché il colpo che ho dato a uno dei due è stato totalmente inutile. Non sentono niente”.

“Purtroppo è così, mi hanno portato al limite delle forze e non so più che fare. Le corde che mi hanno messo al collo sono magiche e mi fanno perdere quasi tutte le forze”.

“Per quello non devi preoccuparti, te le toglierò subito. Loro chi sono, li hai mai visti prima d’ora?” Domandai con preoccupazione.

“No, mai visti. Sono apparsi inaspettatamente intanto che mi ero disteso qui ad aspettare il tuo arrivo”.

 

Cosa volevano quei due da Eiron? E come avevano fatto a trovarlo visto che nessuno a parte me sapeva della sua esistenza? Un attimo, non solo io ne ero al corrente, ma anche… Zack. Ma lui, non poteva essere. Aveva promesso che non avrebbe detto niente e poi i tizi che erano davanti a me non avevano niente a che fare con gli umani, quindi era assolutamente da scartare.

Con un po’ di fatica riuscii a togliere quelle funi che stringevano il collo del mio amico. Poi rimanendo sempre al sicuro dalla barriera magica, guardai quei due tentare di rimuoverla in qualsiasi modo, per farla a pezzi. Dovevo fare qualcosa prima che accadesse una cosa del genere, in quel caso non ci sarebbe stato nessun modo per proteggere Eiron visto che non sapevo utilizzare i poteri di difesa.

Toccando la schiena di Eiron: “Come posso fare una barriera per proteggerti?”

Lui mi guardò per un istante con stupore, forse non gli era venuto in mente l’idea di alzare una doppia barriere per difenderci entrambi.

Non attese molto, in poco tempo prese a parlare: “Prendi il tuo ciondolo in mano e stringendolo a te dici nella tua mente “barriera”, così apparirà in un attimo. La forza di difesa diverrà dal tuo stato d’animo. Se desideri con tutto il cuore difendermi vedrai che verrà qualcosa di potente, se invece sei incerto potrebbe rompersi in un lampo”.

“Ho capito tutto, ci provo subito”.

Afferrando il mio ciondolo dalla solita tasca, lo strinsi nelle mie mani desiderando per prima cosa, con tutto me stesso di proteggere il mio unico collegamento familiare. In seguito parlando tra me dissi la parola: “Barriera”.

In poco tempo potei vedere con i miei stessi occhi una leggera corazza trasparente avvolgere me e Eiron. Non distaccai la mia mano da quella piccola goccia, non potevo permettere che portassero via Eiron. Per quanto potessimo proteggerci, bisognava in qualche modo anche attaccarli per metterli fuori gioco. Ma come potevamo fare? Eiron era allo stremo delle forze e protetti dalla barriera non potevamo scagliare nessun potere da dentro. Cosa potevo fare adesso? Per quanto avessi portato su di noi quello scudo ero incerto sul fatto che potesse resistere a lungo. Inaspettatamente vidi Eiron accasciarsi a terra stremato, a quella caduta persi la concentrazione facendo svanire la barriera su di noi. In seguito abbassandomi al suo livello preoccupato e mettendo le mie mani sulla sua pelliccia morbida tentai di scuoterlo: “Eiron! Eiron, rispondimi. Ehi, cosa ti succede?!”

Non ricevetti nessuna risposta, i suoi occhi erano chiusi e il suo scudo aveva cessato di esserci. Entrambi eravamo senza nessuna difesa, cosa potevo fare adesso? Non avevo nessun potere per difenderlo. L’unico modo era riprovare ad attaccarli nuovamente con un bastone, ma loro avrebbero ripreso a rialzarsi. Ci voleva sicuramente un potere magico per poterli fermare. Cosa che io non avevo. Dovevo tentare comunque di difenderci, prendendo nuovamente quel bastone nelle mie mani, iniziai a correre cercando di colpire almeno uno dei due. Senza neanche riuscirci, l’essere oscuro che aveva il potere della scossa, scatenò su di me un colpo abbastanza forte. Caddi a terra dolorante in preda ai crampi di quell’attacco. In seguito, con affanno vidi con preoccupazione i due avvicinarsi a Eiron. Non riuscivo ad alzarmi per poter fare qualcosa, a quel punto tentai di urlare: “Fermi! Cosa volete fare al mio amico?!”

Loro si voltarono verso di me, anche se non riuscivo per niente a vedere i loro occhi, potei capire i loro sguardi fissi su di me. Senza darmi nessuna risposta li vidi circondare Eiron con un’aura trasparente sui riflessi azzurri. Cercai di strisciare per dirigermi verso di loro, anche se ero troppo lontano per arrivarci nelle condizioni in cui mi trovavo. In poco tempo con quel potere magico sollevarono la tigre per poi far apparire un grande portale aperto, dove all’interno uscivano dei riflessi neri e argentati che davano cenno a una profondità che non dava fine a niente di buono. In poco tempo il corpo di Eiron fu avvicinato sempre di più assieme a quei due esseri in nero. Sollevandomi con fatica, avanzai con passo lento verso quell’apertura cercando di fare ancora qualcosa. Appena vidi scomparire del tutto il corpo di Eiron risucchiato da quell’oscurità, avvicinandomi ancora di poco, prima che si richiudesse, entrai rimanendo tra la realtà e la magia, richiamando: “Eiron! Eiron!”

Con i miei occhi vidi delle piccole nuvolette argentate svolazzare in quello spazio mai visto prima avvolto dal colore nero. Tentai di avanzare ancora, anche se non riuscivo molto a sostenermi a causa di quei crampi dovuti sempre alle scosse.

Prima di entrare del tutto, sentii delle braccia forti circondare il mio petto per poi venire tirato con forza fuori da quella porta. 

   
 
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