Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Cara93    26/04/2017    0 recensioni
Raccolta di fanfiction di lunghezza variabile. Cercherò di seguire l'ordine temporale degli avvenimenti. Saranno un insieme di pensieri, esperienze passate e speranze future di alcuni dei personaggi all'apparenza più "miserabili" di Westeros.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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L'aria fresca della Valle le riempie i polmoni. Aveva smesso di credere che un giorno avrebbe sentito sul viso qualcosa di diverso dall'umido calore di Approdo del Re. Era fuggita al suo destino e se ne vergognava. Aveva lasciato solo Tyrion, una delle poche persone che avevano avuto pietà di lei, una delle poche che l'aveva trattata come un essere umano, durante il suo soggiorno in quella prigione dorata. Era cresciuta e lo sapeva. Perchè crescere vuol dire fare delle rinunce e lei aveva rinunciato a molto, per la sua libertà. 

Respira il profumo pungente della neve appena caduta, Sansa Stark. Non pensava che avrebbe più rivisto la neve o sentito lo schiaffo dei venti del Nord sul viso. Nei suoi sogni di bambina, desiderava sentire la brezza calda dei venti del Sud accarezzarle dolcemente le braccia, rivoli di sudore scorrerle sulla schiena. Ora, piangeva di gioia, sentendo il freddo dell'aria satura di neve arrossarle il viso, facendola rabbrividire, il freddo pungente spaccarle le labbra. Ora, Sansa, ha capito di apprezzare di più la violenta sincerità e la forza dei venti freddi del Nord e di odiare la subdola sicurezza del calore del Sud. 

Alza il viso, esponendolo ai delicati fiocchi bianchi, Sansa Stark. D'ora in poi, assocerà sempre la neve alla libertà. Si trova in uno dei cortili di Nido dell'Aquila, nascosta da sua zia. Finalmente, è sola e circondata dalla neve. Immerge le mani in quella farinosa distesa e con l'aiuto della memoria tenta di ricreare la sua casa ormai perduta. Una fitta di dolore e paura le attraversa il petto. Quella torre svetta sul resto del castello in questo modo? Ha dimenticato un fossato? La disposizione delle mura è la stessa? 
Chiude gli occhi, Sansa, nel tentativo di ritrovare Grande Inverno, ma, invece, quello che vede è la Fortezza Rossa. Una lacrima le scende, silenziosa e discreta, lungo la guancia. La lascia fare, è al sicuro, adesso. 

Sa che non può fidarsi di Lord Baelish, non completamente. Lui ha saputo come sopravvivere ad Approdo del Re, ha saputo manipolare lord e lady del continente occidentale. Lui ha ordito la morte di Joffrey, per proteggerla, a sentir lui. Ha sentito molte storie su Dito Corto, storie che non può ignorare, per la sua sicurezza. 

Ha avuto paura, la sera prima. Lysa Arryn l'aveva spaventata. Anche su sua zia aveva sentito delle storie: che era impazzita, che la morte di lord Arryn l'aveva resa instabile. Alcuni dicevano che fosse pazza anche prima e il modo in cui aveva cresciuto suo figlio ne era la prova. Le aveva infilato le unghie nella tenera carne del polso, minacciandola, folle di gelosia. Era convinta che Dito Corto la volesse come amante. Nonostante le sue rassicurazioni, l'aveva guardata come se fosse una rivale da eliminare. 

Sulla nave che l'avrebbe portata lontano da Approdo del Re, aveva nutrito gli stessi sospetti di Lysa Arryn, ma si era affidata a Petyr Baelish, l'unica ancora che aveva in quel momento. Pensandoci, a posteriori, in Sansa crebbe la certezza di non aver sbagliato: lord Baelish non avrebbe fatto alcuna mossa che avrebbe potuto indebolirlo, casomai il contrario. 

L'aveva baciata. E sua zia, neo sposa di Petyr, li aveva visti. Nella testa, un unico pensiero: fuggire. 

Dopo la tragica morte di lady Arryn, Sansa ripensò a tutta quella situazione. Ragionò sulla natura di sua zia e di quella di Dito Corto e giunse ad un'agghiacciante conclusione: lui l'aveva fatto apposta. Sua zia doveva morire e l'aveva usata per mettere in moto gli eventi. Avrebbe potuto denunciarlo, avrebbe potuto accusarlo di assassinio, ma in questo caso, sarebbe rimasta sola. Rigirandosi nel minuscolo letto che le era stato messo a disposizione, Sansa prese una decisione: avrebbe fatto credere al tordo beffeggiatore di poter essere manovrata, ma sarebbe stata la lupa a tirare le fila del gioco. 

Avrebbe sposato l'erede di lord Bolton, colui che aveva tradito la sua famiglia. Cavalcò, nascondendo il senso di nausea che aveva alla bocca dello stomaco. Si era tutto rivelato un'illusione. Lei era solo una pedina in gioco, alla mercè di tutti. Era stata promessa a Joffrey Baratheon, che l'aveva ripudiata per poter sposare Margeary Tyrell. Era stata promessa a Loras Tyrell, ma i Lannister avevano tramato per preservare la loro posizione, così aveva sposato Tyrion, accettando gli sberleffi di re Joffrey. E ora, il suo matrimonio con Tyrion era stato annullato e il marito di sua zia ne ha progettato un altro, che gli avrebbe assicurato il Nord, attraverso di lei. 

Sapeva che le donne non hanno voce in capitolo, in questo mondo e si era sempre rassegnata a questa realtà. Da quando aveva sposato Ramsay, una marea di emozioni negative l'avevano sommersa. Ma un  sentimento che non aveva mai immaginato potesse appartenerle emerse, prepotente: ribellione. Finalmente, Sansa si era riappropriata delle proprie origini. Finalmente, Sansa era tornata ad essere la fiera lupa che era e che sarebbe sempre stata. 
   
 
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