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Autore: HeartRain    26/04/2017    2 recensioni
“Per un po’ aveva perfino creduto di poter sostituire il suo desiderio di libertà con quella finestra, ma no. Non era lo stesso. Neanche lontanamente.
Eppure lei sorrideva, perché quello la faceva sentire di un passo più vicina al mondo reale.”

Ho cercato, nonostante io abbia scritto questa One-Shot come esercizio per la scrittura, di darle un significato. Spero che vi piaccia!
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mary
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Smile 
{una piccola curva di – falsa, fabbricata - gioia disegnata sul volto candido della bambina}

 
uella giornata alla piccola Mary non andava proprio di disegnare. Capitava sempre così quando uno dei suoi pastelli si spezzava, Mary non disegnava per giorni e il suo morale era a terra finché non intervenivano quelle graziose bambole blu a ripararli. Chissà come facevano. Questa volta era toccato al pastello celeste, che aveva utilizzato per creare un cielo limpido nel suo ultimo disegno ─ proprio come lei immaginava fosse il cielo all'esterno.
Non avrebbe mai potuto sapere che all’esterno, il posto molto lontano da quello in cui si trovava che aveva sempre sognato di vedere, esistevano anche nuvole grigie. Nuvole che piangevano lungo le strade. Altre erano infuriate, e scagliavano lampi sugli alberi. Anche i bambini, lì, non erano felici come lei credeva.
Non sapeva che il mondo reale era pieno di pericoli, e spesso i colori allegri da cui immaginava fosse costituito venivano risucchiati da un vortice incolore di tristezza.
L’ultimo lavoro di Mary era stata una finestra ─ inutile dire che quando chiedeva agli altri un parere sul disegno che passava ore e ore ad osservare la risposta era sempre un po’ esitante.
Una finestra spalancata che si trovava proprio accanto alla cornice del suo ritratto, disegnata con tratti confusi grazie agli unici pastelli a cera che aveva; erano un regalo di suo padre e perciò ci era profondamente affezionata.
Di solito impilava tutti i libri che possedeva (meglio se erano quelli grossi, polverosi e noiosi: non avrebbe mai voluto calpestare il suo album o quel libriccino-manuale che parlava d’amicizia a cui teneva tanto) per terra per riuscire ad arrivare all’altezza del disegno.
Fingeva di affacciarsi alla finestra, di sentire la brezza rinfrescante della primavera e il profumo dei fiori. E per un po’ aveva perfino creduto di poter sostituire il suo desiderio di libertà con quella finestra, ma no. Non era lo stesso. Neanche lontanamente. Eppure lei sorrideva, perché quello la faceva sentire di un passo più vicina al mondo reale.
Voleva provare veramente quella sensazione di freschezza sulla pelle, non fingere di sentirla – il suo mondo ne era già pieno, di cose finte. Voleva che le sue narici fossero davvero invase dall’odore dell’erba bagnata, dei fiori appena sbocciati, della brezza marina. Ne aveva abbastanza del profumo della carta e della tempera.
Guardava l’esterno come la sua mente l’aveva dipinto: allegro, colorato, divertente. Eppure, nonostante ce l’avesse messa tutta per raffigurare la sua idea in quel bozzetto ─ come si poteva definire a causa della sua qualità ─, c’era ancora qualcosa che non andava. Mancava qualcosa.
Sì, ma cosa esattamente?
Mary non riusciva a rispondere a quell’interrogativo che ormai navigava nella sua mente da un bel po’.
Un occhio più attento però non ci avrebbe impiegato molto tempo a trovare una soluzione a quello che, nella mente della piccola, era un vero e proprio enigma: mancava la realtà.

Mancava tutto.         

Quando Mary lo realizzò era ormai troppo tardi, e non le rimaneva nient’altro che il premio di consolazione: il suo sorriso. Finto, vuoto, senza emozioni. Prima era felice perché disegnava, e disegnava perché era felice; ora che aveva compreso quanto le sue opere fossero inutili per realizzare il suo obiettivo di avvicinarsi alla realtà, avevano perso tutto il loro significato.
La sua allegria non aveva più un motivo per esistere, ma il suo sorriso non era d’accordo. Non voleva che fosse così. Esso cercava qualcosa per cui vivere, qualcosa che potesse motivare lui e Mary.
Nel profondo del suo cuore – un cuore fabbricato, ma non per questo meno importante, sapeva che la sua ricerca non avrebbe portato a nulla.
Il suo sorriso non voleva morire con i suoi disegni.
603 parole




 
Angolo dell'autrice
Ciao a chiunque sia arrivato fino a qui! :) Vi ringrazio davvero molto per aver letto la mia One-Shot!
Nonostante sia nata solamente come un esercizio per la scrittura ho cercato di darle un senso più profondo - visto che sono molto affezionata a questo fandom - e... spero di esserci riuscita!
La storia è datata marzo 2016, ma l'ho conclusa qualche mese dopo e prima di pubblicarla ho cambiato un po' di punti che non mi piacevano molto; se notate degli stili un po' diversi durante la lettura sarà per questo motivo. c:
Se vi va, vi invito a dirmi cosa ne pensate con un commento ~

HeartRain

 
 
  
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